Virologia Virus Erpetici Herpesviridae: I classe; ds DNA Caratteristiche comuni alla famiglia Alpha-herpesvirinae Simplexvirus Human herpesvirus 1, 2 (HSV-1, HSV-2) Varicellovirus Human herpesvirus 3 (VZ) Cytomegalovirus Roseolovirus Human herpesvirus 5 (CMV) Human herpesvirus 6, 7 (HHV6, HHV-7) Lymphocriptovirus Gamma-herpesvirinae Human herpesvirus 4 (EBV) Rhadinovirus Human herpesvirus 8 (HHV-8) ü Diffusione ubiquitaria ü Latenza e capacità di riattivazione ü Morfologia del virione ü Strategia replicativa: replicazione del DNA e assemblaggio nucleare ü Proprietà biologiche Beta-herpesvirinae TUTTI DANNO INFEZIONI LATENTI 1 Frequenza dell’infezione ü codificano numerosi enzimi virali che controllano la espressione/replicazione virale e regolano le sintesi macromolecolari (DNA, RNA e proteine cellulari) ü stabiliscono infezioni litiche, persistenti, latenti/ricorrenti e immortalizzanti, presenza di genomi in forma circolare nelle cellule latentemente infette STRUTTURA HERPESVIRUS 90% VZ envelope HSV 1 EBV 61% 2 CMV capside tegumento 4.9% HSV 2 3 • Dimensioni medio-grandi (150-250 nm) • Envelope dal quale protrudono da 5 a 8 glicoproteine virali • Tegumento (materiale amorfo di natura proteica) • Capside icosaedrico, 162 capsomeri • DNA a doppia elica lineare di grandi dimensioni (da 125 a 235 Kbp) 4 1 Virologia Virus Erpetici Ciclo replicativo Il genoma L’espressione del genoma avviene in modo regolato e sequenziale attraverso un processo a cascata che parte dalla espressione dei geni alfa ai beta fino ai gamma Isomers obtained by recombination ab b’a’ a’b’ ba vz b’a’ a’c’ ab ca fusione Le sequenze ripetute invertite (es. a e a’) interne e terminali, permettono al genoma di ricombinarsi formando isomeri differenti per l’orientamento rispettivo delle due regioni. gemmazione 5 6 L’infezione produttiva è litica, alla fine la cellula muore Adsorbimento e penetrazione gC-HS gD -HVEM gB/gH/gL -fusione gE/gI + gM 9-10 delle 11 glicoproteine di HHV-1 intervengono nel processo di entry penetrazione per fusione indipendente da pH Alcune delle glicoproteine svolgono un ruolo patogenetico essendo complement receptor (gC) e Fc receptor (gE e gI) cellula infettata cellula non infettata Recettori di membrana 7 8 2 Virologia Virus Erpetici cellula infettata cellula infettata cellula non infettata cellula non infettata 9 Espressione genica: i geni alfa • alpha-mRNA DNA circolarizzato a-TIF VHS Virus Host Shut-off Nelle cellule permissive degrada i messaggeri cellulari in favore della produzione di proteine virali (i neuroni sono resistenti e per questo non soffrono per l’infezione. -latenza?-) (immediate early) • La proteina virionica (aTIF) permette il riconoscimento dei promotori alfa da parte di fattori di trascrizione (es.Oct-1) e della RNA pol II della cellula ospite. • Le 6 proteine alfa sono regolatori della trascrizione virale in trans agendo sui 11 promotori beta Meccanismo patogenetico che porta in vitro alla formazione dei sincizi, 10 in vivo all’elusione anticorpale EARLY TRANSCRIPTION beta-mRNAs • I geni beta codificano per: – DNA polimerasi – DNA binding proteins – thymidine kinase – ribonucleotide reductase Sono direttamente coinvolte nella replicazione del DNA Interagiscono con i processi cellulari delle cellule resting • la sintesi di proteine beta spegne i promotori alfa e permette la replicazione del genoma 12 3 Virologia Virus Erpetici Trascrizione geni late (gamma) Replicazione DNA (schema) Il meccanismo dei rolling circle porta alla formazione di concatameri testa-coda 3 potenziali siti di origine in HSV DNA DNA 3’ 3’ 5’ 5’ gap del doppio filamento ad opera della elicasi/ primasi Bolla di replicazione Attività di elicasi/ primasi + polimerasi DNA circolarizzato a-TIF DNA VHS Virus Host Shut-off 3’ 3’ 5’ Blocca la sintesi proteica cellulare (non nei neuroni) Copiatura discontinua del Lagging strand dallo stampo di DNA liberato dalla forma circolare Copiatura del Leading strand dallo stampo di DNA circolare 5’ 3’ 5’ Sono anche necessarie proteine cellulari DNA • proteine gamma sono per lo più strutturali • una di queste proteine spegne i promotori beta • una proteina gamma è necessaria nel virione per accendere i promotori alfa nella cellula che sarà infettata è a-TIF (VP16) che il virione si porta dietro complessata con VHS 13 14 Trascrizione mRNA / espressione Alcune considerazioni relative all’espressione genica in HSV1 • Gli mRNA virali per le proteine “immediate early” ed “early” vengono sintetizzati usando il DNA originario del virus come stampo • Gli mRNA virali per le proteine late vengono sintetizzati utilizzando il DNA della progenie virale • Inoltre c’è un’importante controllo da parte di fattori cellulari sulla trascrizione e proprio questo controllo determina se l’infezione sarà litica (morte cellulare) oppure persistente (continuo rilascio per gemmazione) o latente mancanza di espressione in assenza di fattori nucleari specifici 15 • Vengono prodotti circa 50 mRNA e codificate 75 proteine ma solo 35 sono necessarie in vitro per la crescita in coltura • i geni rimanenti hanno dunque importanza solo in vivo a. sono legati alla latenza b. sono fattori di virulenza che interferiscono contro le risposte innate o adattative dell’ospite (es. ICP 34.5 defosforila eIF2a impedendo lo spegnimento della sintesi proteica indotta dall’interferone mediata da PKR) • Tutto il processo avviene con molto spreco perchè solo 1/4 di proteine e DNA prodotto è incorporato nel virione, tutto il resto rimane nella cellula sotto forma di corpi inclusi, le caratteristiche inclusioni acidofile 16 4 Virologia Virus Erpetici ASSEMBLAGGIO - GEMMAZIONE gemmazione fusione • NEL NUCLEO • Il capside assemblato si porta al di sotto delle placche di glicoproteine virus specifiche e di proteine del tegumento depositate sulla lamella interna della membrana nucleare • La liberazione può avvenire secondo diverse modalità • il virus si accumula nel reticolo endoplasmico e viene liberato all’esterno 17 Herpesviridae: latenza • Il virus rimane latente e si può riattivare • Durante la fase di latenza il genoma virale resta nel nucleo della cellula • L’espressione è assente o limitata ad alcune proteine • Vengono prodotti trascritti (latency associated transcripts, LATs , CLTs o EBNAs) derivati da trascrizione in entrambe le direzioni di una porzione dei geni alfa RILASCIO HSV dentro i vacuoli, nel citoplasma e sulla membrana di una cellula infettata Rilascio mediante esocitosi o lisi cellulare Il virus può anche diffondere attraverso i sincizi (fusione cellula-cellula) 18 Gli alfa-herpesvirus • Herpes Simplex Virus tipo 1 (HSV-1) • Herpes Simplex Virus tipo 2 (HSV-2) • Virus della Varicella-Zoster (VZV) – RNA antisenso -> Blocco dell’espressione degli alfamRNA – Attività antiapoptotica delle poche proteine LAT 19 20 5 Virologia Virus Erpetici Herpes simplex virus (1 o 2) HSV/HHV 1-2 e VZV/HHV3 TRASMISSIONE ü Labili a temperatura ambiente il virus è infettivo in ambiente umido ü L’infezione può realizzarsi solo per intimo contatto con il liquido di vescicola o con secrezioni infette orali o genitali ü La sede delle lesioni di HSV è consistente con la modalità di trasmissione dei due virus orale e sessuale • Appartengono alla sottofamiglia alfa • I genomi di HSV-1 e HSV-2 presentano una omologia del 50 - 70% (cross-reattività sierologica) • Si distinguono tramite l’utilizzo di anticorpi monoclonali contro gG (una delle glicoproteine del pericapside codificate dal genoma virale) • L’uomo è il solo ospite naturale per HSV e VZV ü Tipicamente HSV-1 è associato a lesioni orali/oculari, HSV-2 a quelle genitali/anali. Il 10-15% delle lesioni genitali è però di tipo 1, ed il 5% delle lesioni orali di tipo 2 ü VZV di solito è acquisita per inalazione di droplets infette (rilascio di virus infettivo a livello polmonare) 21 Meccanismi patogenetici • Inibizione dell’attività del complemento (gpC=recettore per la frazione C3, legandola depriva il siero di questo fattore inibendo le reazioni complemento-mediate) • Blocco dell’inibizione indotta da IFN della sintesi proteica virale interferenze con PKR e IFR3 (ICP34.C-HSV, ORF47p-VZV) • Elusione dal riconoscimento anticorpale (gpE/gpI = recettori per Fc -> mascheramento) • Blocco di TAP (il trasportatore di peptidi), gli antigeni non vengono presentati (MHC I) ai T CD8, la cellula infetta sopravvive • Diffusione cellula-cellula (formazione di sincizi) • Infezione latente 24 22 Infezione primaria e riattivazione di HSV o VZ fase centripeta e centrifuga dell’infezione Dopo la replicazione nella sede primaria il virus invade le terminazioni nervose e viene trasportato dal flusso assonale retrogrado • Gengivostomatite erpetica, Varicella (infezione primaria) • Latenza: gangli del trigemino -HSV1, gangli sacrali -HSV2, gangli dorsali -VZV • Herpes labialis (febbre erpetica), Herpes genitale, Zoster (riattivazione) 25 – Preceduto da una sensazione locale, la recidiva appare circa 12 ore dopo questi prodromi. Le lesioni sono conseguenti alla risposta CTL e infiammatoria 6 Virologia Virus Erpetici Decorso dell’eruzione cutanea nell’infezione primaria e nelle recidive latenza HSV • In HSV e VZ la latenza si stabilisce nei neuroni dei gangli sensori che non sono permissivi per il compimento di un ciclo replicativo litico • Alcuni autori suggeriscono che la latenza è mantenuta grazie ad una attività anti-apoptosica dei LATs, in tal modo sarebbe preservata la sopravvivenza del neurone nel quale l’infezione può essere riattivata da vari stimoli (fisici, chimici) VZV sangue Flusso assonale anterogrado nelle recidive Rigonfiamento e poiUlcera lisi cellulare Rottura della con formazione cupola della vescicola e poi crosta che guarisce senza reliquati di fluido chiaro ricchissimo di virus 26 Due ipotesi per spiegare la neurolatenza Ipotesi dinamica -- persistenza di bassi livelli di virus infettivo nei gangli sensori. C’è un continuo trasporto del virus attraverso le terminazioni periferiche dei nervi sensori il livello di replicazione è talmente basso da non produrre segni o sintomi clinici, ma una transitoria depressione della immunità cellulo mediata favorisce la recidiva a livello perifierico Ipotesi statica -- il DNA virale è mantenuto in uno stato non-replicativo nel nucleo del neurone in forma episomale, lo stress innesca la riattivazione periferica promuovendo la replicazione nel neurone 28 27 HSV: patogenesi • L’infezione primaria avviene per contatto attraverso una ulcerazione delle mucose (bocca, occhio, genitali) o una abrasione della pelle (patereccio erpetico). A seconda della sede il virus è presente nella saliva e nelle secrezioni genitali. • L’infezione della pelle può essere grave in soggetti con eczemi o ustioni diffuse che permettono una ampia replicazione • L’infezione primaria è spesso subclinica. Si può presentare come gengivostomatite con una incubazione breve 2-3 gg, si tratta di lesioni ulcerative, febbre, linfoadenopatia. È tipicamente localizzata, diventa sistemica solo in soggetti immunodeficienti • Le lesioni sono dovute all’attività citolitica del virus con necrosi cellulare e conseguente risposta infiammatoria dell’ospite. • Dopo l’infezione primaria circa il 50% degli individui avrà degli episodi ricorrenti (vescicole sulla cute; ulcere sulle mucose).29 7 Virologia Virus Erpetici Herpes Simplex: altre manifestazioni Herpes neonatale ü Herpes oculare ü Cheratocongiuntivite Meningitis ü Malattia orofaringea ü Faringiti (adolescenti) ü Encefalite erpetica (l’infezione primaria o riattivata è la principale causa di encefaliti sporadiche) ü Patereccio erpetico ü Herpes genitale: è la STD più comune in USA (latenza nei gangli sacrali) ü Infezione neonatale 30 Herpes simplex: riattivazioni e risposta immune • Le riattivazioni avvengono in presenza di una risposta immune che non riesce a controllare completamente il virus • Sono dovute a stimoli vari, in parte sconosciuti, che probabilmente causano un qualche grado di immunosoppressione che permette la ripresa di replicazione. • Nell’ospite immunocompromesso per terapia o per malattia le lesioni erpetiche anche riattivate possono diffondere ed interessare le vie respiratorie, l’esofago, la mucosa intestinale 32 • Il neonato è infettato durante il passaggio nel canale cervicale. L’infezione è rara ma grave • Il rischio di trasmissione è massimo (20-30%) nel caso di infezione primaria. • Il rischio è minore (2-3%), ma esistente, nel caso di riattivazione perché gli anticorpi materni non proteggono completamente e la risposta cellulare è immatura • Può lasciare sequele permanenti, è più grave nei neonati prematuri • Lesioni: encefaliti con o senza lesioni cutanee, cecità, meningiti, o malattia disseminata (esantema varicelliforme di Kaposi) per la quale la mortalità è alta ca 80% dei casi • Viene prevenuto mediante valutazione dello stato immune nelle gravide, tampone al momento del parto nelle sieropositive, parto cesareo o profilassi con farmaci 31 Virus della Varicella Zoster (VZV/HHV3) È l’agente etiologico di due distinte sindromi cliniche: • La Varicella: un’infezione dell’infanzia acquisita attraverso le vie respiratorie o la congiuntiva, raramente subclinica (5%), altamente contagiosa (90%). Viene trasportato dalle cellule mononuclete al principale organo bersaglio, cute e mucose. maculo-papule -> vescicole piene di virus -> pustole -> croste. • Rare ma possibili complicazioni per il SNC (1/1000), polmoniti interst. nell’adulto • Malattia grave, disseminata, progressiva nell’ospite immunocompromesso • Possibile infezione congenita e neonatale (embriopatia: 2-3% sett.13-20; 20% VZ neonatale) • Lo Zoster: dopo l’infezione primaria il virus rimane latente nei gangli nervosi del 33 SNC. Se il virus si riattiva ridiscende il nervo e provoca lo zoster (Fuoco di Sant’Antonio). 8 Virologia Virus Erpetici VARICELLA Varicella ASPETTO A CIELO STELLATO Le lesioni sono avviate dall’infezione delle cellule endoteliali dei capillari con conseguente infezione dei cheratinociti. Le cellule epiteliali si rigonfiano (degenerazione balloniforme) determinando un accumulo di liquido interstiziale che provoca la vescicola crosta ombelicata vescicola Le vescicole compaiono a ondate di 2-4 gg sicchè tutte le fasi di macula, papula, vescicola pustola e crosta sono presenti contemporaneamente. Gli anticorpi sono importanti nel limitare la diffusione ma la risposta CTL è essenziale per risolvere la malattia (cfr inf disseminate in ospite immunocompromesso) Immunopatogenesi e > 34 severità dell’inf. adulti (15% evolve in polmonite) vs bambini Distribuzione a tutta la superficie corporea e alle mucose visibili 35 VARICELLA ABORTIVA Zoster Le lesioni sono le stesse della varicella solo che l’infiammazione del nervo rende la sintomatologia molto dolorosa e nell’anziano la complicanza più frequente è la nevralgia post-erpetica che può durare mesi 36 L’infezione colpisce strettamente il dermatomero innervato dai neuroni del ganglio in cui si è stabilita la latenza, le lesioni sono pertanto unilaterali, i 37 distretti colpiti sono comunemente tronco, capo, collo. 9 Virologia Virus Erpetici PAZIENTE IMMUNOCOMPROMESSO • Infezioni disseminate con coinvolgimento di organi interni • Riattivazioni clinicamente più gravi e più estese • Sviluppo di resistenza al trattamento farmacologico per terapie prolungate Diagnosi • Forme cliniche più severe e durature (polm. interstiziale, encefalite, cerebellite) • Rischio maggiore di sviluppare lo zoster anche ad età più precoci rispetto alla comparsa nella popolazione sana • Zoster ricorrente e prolungato • Letalità 7-10% 38 • Clinica: vescicole tipiche • Isolamento virale • PCR: tamponi da vescicola, liquor (casi di encefalite) • Sierologia: non è utile in genere (l’infezione ricorrente è molto diffusa) • Clinica: ma nei casi dubbi… • Isolamento in coltura • PCR: tamponi da vescicola, liquor (casi di encefalite) • Sierologia: utile nella infezione acuta e per definire lo stato del paziente (immunità duratura) 39 Trattamento VZV Trattamento HSV La polimerasi virale ha una affinità 100 volte maggiore di quella cellulare per Aclclo-GTP 40 • Nello Zoster la somministrazione di antivirali deve essere precoce • Immunoglobuline (VZIG), vaccini ed immunoadiuvanti non hanno alcuna efficacia una volta che la varicella sia iniziata 41 • Vaccino vivo attenuato approvato in USA 1995, UK 2002. 10 Virologia Virus Erpetici CMV: proprietà I beta-herpesvirus • E’ il più grande degli herpesvirus umani. Genoma di 235 KB con circa 200 potenziali ORF • L’infezione primaria è nella maggior parte dei casi (90%) asintomatica (incubazione 1-2 mesi) • A volte si presenta con una sintomatologia aspecifica, con linfoadenopatia (sindrome similmononucleosica anticorpi-eterofili negativi -2-5%) e modesta epatite (5-8%) • Modalità di trasmissione: respiratoria (saliva), sessuale, parenterale (trasfusione, trapianto; frequentemente renale) • Citomegalovirus (CMV/HHV-5) • Herpes Virus Umano 6 (HHV-6) • Herpes Virus Umano 7 (HHV-7) 42 43 Infezione primaria e latenza Uno dei virus più diffusi nell’uomo: il 60% dei giovani adolescenti ha avuto contatto con il virus • Nell’infezione primaria e nelle riattivazioni il virus replica negli epiteli dei tessuti ghiandolari e nell’endotelio vascolare, da qui si diffonde trasportato dai leucociti (PMN e Monociti) che si infettano per contatto e si ritrova in tutti i fluidi biologici. • Durante l’infezione primaria e nelle riattivazioni il virus è isolabile dal sangue e soprattutto dall’urina e dalla saliva perché replica bene e più a lungo nelle cellule epiteliali duttali delle ghiandole salivari e del glomerulo renale. • I precursori mieloidi (non permissivi al compimento di un ciclo litico) rappresentano probabilmete la principale sede di latenza, il midollo osseo è il principale reservoir. 44 – Ma anche i leucociti maturi (1/10.000 monociti porta CMV DNA), le cellule endoteliali e forse altre cellule (?) sono siti di latenza. 45 11 Virologia Virus Erpetici Riattivazione La riattivazione del virus latente sembra richiedere una o entrambe le seguenti condizioni: – Differenziazione dei precursori mieloidi che albergano il virus in forma latente verso macrofagi tissutali permissivi (conseguente a processi infiammatori innescati da altri patogeni, situazione frequente nel tratto genitale -> diffusione e trasmissione) – Immunodeficienza -> riattivazioni frequenti • CMV è fondamentalmente un patogeno opportunista • L’infezione primaria e la riattivazione rivestono importanza medica solamente in due casi: – in gravidanza – quando l’ospite è immunodepresso 46 47 Infezione congenita Trasmissione materno-fetale • Molto frequente in caso di infezione primaria – Percentuale di trasmissione del 50, 40, 71% nel I, II, III trimestre (Revello et al Cl M Rev 2002) • Eventualità grave se avviene nella prima metà della gravidanza • Possibile (ma più rara) in caso di riattivazione • La trasmissione è possibile durante tutta la gravidanza • La trasmissione al feto si osserva sia nell’infezione primaria che in quella ricorrente con il 40% (valore medio di vari studi) di possibilità nel primo caso. • La più comune infezione virale congenita (colpisce 0.3 - 1% di tutti i nati vivi) * Field 4th Ed. • Le infezioni alla nascita (intra-parto o per allattamento) non hanno la morbidità dell’infezione congenita (eccetto prematuri-immunodef.) • I sintomi sono talvolta presenti alla nascita, ma in molti casi si presentano tardivamente 48 • È la seconda causa di ritardo mentale dopo la sindrome di Down e precede la rosolia nel determinare difetti congeniti. • Il danno deriva dalla distruzione delle cellule in cui il virus replica, quindi tanto più grave quanto più all’inizio della gestazione. • Il virus deve essere isolato da saliva o urine entro le prime 2 settimane di vita. 50 * Stagno et al., JAMA,1986 ; Guerra B, Simonazzi G, Banfi A, et al. Am J Obstet Gynecol 2007;196:221.e1-221.e6. 12 Virologia Virus Erpetici Malattia da inclusi citomegalici Ospite immunocompromesso • SNC - microcefalia, calcificazioni periventricolari, spasticità, epilessia, ritardo mentale • Occhio - corioretinite • Orecchio - perdita dell’udito • • • • • Preparato istologico di polmone Fegato - epatosplenomegalia, epatite ed ittero Polmone - polmonite Cuore - miocardite Purpura trombocitopenica e anemia emolitica Sequele tardive in bambini asintomatci alla nascita. – difetti dell’udito, ridotta intelligenza Le infezioni, le reinfezioni e le riattivazioni in pazienti immunodeficienti (riceventi di trapianti o pazienti AIDS) possono determinare malattie severe quali: • polmonite interstiziale, • retinite • colite o esofagite • raramente encefalopatie 51 52 Trattamento Diagnosi • Infezione in gravidanza: normalmente è rilevata attraverso indagini dirette sul liquido amniotico, la possibilità di una interruzione della gravidanza va considerata in base al tempo di gestazione e alla carica virale, in corso trials clinici con Ig specifiche. • Ricerca degli anticorpi (sieroconversione) – Titoli elevati di IgM possono essere presenti anche durante le riattivazioni – E’ possibile determinare l’avidità delle IgG • Isolamento del virus in colture di fibroblasti • Ricerca di antigeni virali (pp65) su cellule del sangue • Ricerca di acidi nucleici virali, quantitativa e qualitativa • Il test più attendibile è la ricerca di DNA da sangue intero mediante amplificazione Real Time (rapida sensibile, specifica e quantitativa) il neonato con infezione congenita, urine positive alla nascita, sintomatica viene trattato alla nascita con valaciclovir • Infezione perinatale o postnatale: normalmente non è necessario alcun trattamento. 53 • Ospite immunocompromesso: la diagnosi deve essere rapida in modo di iniziare una terapia antivirale molto precocemente. I farmaci di uso corrente sono ganciclovir, foscarnet, e cidofovir. 54 13 Virologia Virus Erpetici HHV-6 Prevenzione • La prevenzione nei trapiantati CMV negativi è complicata e può includere diverse misure: – Valutare lo stato del donatore rispetto al ricevente – Usare sangue CMV negativo per le trasfusioni – Somministrare immunoglobuline specifiche prima del trapianto – Fare una profilassi con ganciclovir nei pazienti ad alto rischio di infezione, oppure attuare una terapia pre-emptive basata su uno stretto monitoraggio della carica virale nel sangue 55 Roseola Infantum • La maggior parte dei casi si osserva tra 4 mesi e due anni. • Dopo un’incubazione di circa 2 settimane si osservano sintomi respiratori e febbre alta per 2-4 giorni seguita da un esantema macropapulare lieve. • La febbre è alta abbastanza da causare convulsioni febbrili • Possibile causa del rash: l’attivazione di ipersensibilità ritardata (citotossicità mediata da cellule T) • È stato riportato qualche caso complicato da una encefalite. 57 • Isolato nel 1986 da soggetti con alterazioni linfoproliferative • Tropismo per i linfociti T CD4+ (utilizza anche CD46 che è ubiquitario quindi infetta molti tipi di cellule) • L’infezione primaria è solitamente in età pediatrica ed è associata a sindromi influenzali oppure alla roseola infantum (esantema subitum o VI malattia) • Monociti e precursori mieloidi sono probabili siti di latenza • Caratteristica unica: il genoma di HHV6 può risultare integrato nei telomeri dei cromosomi della cellula ospite PNAS | March 23, 2010 | vol. 107 | no. 12 | • Come al solito la malattia nell’adulto se pure molto rara è più severa (mononucleosi, epatite) • Non è chiaro se la riattivazione nell’ospite immunocompromesso possa essere correlata a patologia dal momento che anche il 56 CMV è quasi sempre presente. HHV-7 • Isolato nel 1990 da cellule T attivate di un soggetto sano • Infetta i linfociti T (il recettore è CD4) • Esiste una limitata omologia di sequenza con HHV-6 (30-50%) e limitata cross-reattività antigenica • Non c’è alcuna associazione con una malattia umana definita, l’infezione è associata a malattie febbrili nei primi anni di vita. • Sono frequenti riattivazioni asintomatiche • Non è chiaro il ruolo di HHV-7 nella patologia 58 umana. 14 Virologia Virus Erpetici Epidemiologia e patogenesi • HHV-6 e HHV-7 sono ubiquitari, l’infezione è comune in tutto il mondo • La trasmissione avviene per contatto con saliva infetta e attraverso l’allattamento in quanto entrambi i virus replicano bene nei tessuti ghiandolari • L’infezione in entrambi i casi è acquisita a partire dal quarto mese quando la protezione da parte degli anticorpi materni viene meno. I gamma-herpesvirus • Virus di Epstein-Barr (EBV/HHV4) • Herpes Virus Umano 8 (HHV-8) • Nell’età adulta il 90-99% della popolazione presenta anticorpi • Le ghiandole salivari sono il sito della persistenza, entrambi i virus rimangono latenti (monociti e precursori mieloidi) nell’organismo riattivandosi di tanto in tanto e diffondendo 59 attraverso la saliva. 60 Virus di Epstein-Barr (EBV) EBV e tumori • Agente etiologico della mononucleosi infettiva • Viene trasmesso attraverso le secrezioni faringee (saliva) • Entra nelle cellule attraverso il recettore CD21 (CR2) normalmente usato dal complemento (C3d) • Il virus infetta i linfociti B e le cellule epiteliali dell’orofaringe localizzate in regioni ricche di tessuto linfoide (la parotide, i dotti delle ghiandole salivari e le cellule epiteliali della lingua). • Ha una prima fase di replicazione nel faringe (cellule epiteliali permissive - infezione litica) • Viene trasmesso successivamente ai linfociti B dove stabilisce una infezione non produttiva nella maggioranza delle cellule (infezione latente) 61 • Sono frequentissime le riattivazioni asintomatiche • Esiste una ben definita relazione tra oncogenesi e infezione da HHV4 in due delle patologie di cui il virus è responsabile: – Il linfoma di Burkitt (EBV DNA nel 97% dei tumori nelle zone endemiche per la malaria dell’Africa e Nuova Guinea, 30-40% in AIDS) – Il carcinoma naso-faringeo (Cina) • È associato a disordini linfoproliferativi post-trapianto (PTLD), linfomi a cellule B e T, e al linfoma di Hodgkin (80-100%) negli immunocompromessi, leucoplachia orale in AIDS. 62 15 Virologia Virus Erpetici Esito dell’infezione cellulare • Il virus attiva le cellule (è un potente mitogeno) ma la proliferazione delle cellule B in vivo è controllata dalle cellule T • In assenza di tale controllo EBV è un potente agente trasformante in vitro: infettando cellule B con questo virus è possibile ottenere linee cellulari continue (LCL - linee cellulari linfoblastoidi) • In queste linee il genoma è presente in forma episomale e l’espressione è ristretta a circa 9 proteine: 6 antigeni nucleari (EBNA), 3 proteine di membrana (LMP) • Poiché il virus non viene prodotto si deduce che queste proteine legate alla latenza debbono anche essere le proteine trasformanti – EBNA-1: attivazione della DNA polimerasi (proliferazione cellulare) – EBNA-2: regola oncogeni cellulari, Bcl-6, e LMP-1 (inibizione apoptosi e immortalizzazione) 63 Progressione dell’infezione da EBV B lymphocytes are only semi-permissive for replication epithelial cells permit complete lytic replication of the virus immortalizzante Cellule B memoria litica latente EA early antigen; EBNA EBV nuclear antigen; EBER EBV encoded RNA; LMP latent membrane protein: LP latent 65 protein, MA membrane antigen; VCA viral-capsid antigen, ZEBRA the Z gene peptide which activates early genes Proteine di latenza di EBV mediano l’immortalizzazione e la trasformazione di linfociti B mediante l’inibizione della morte cellulare programmata e la stimolazione della proliferazione cellulare In vitro In vivo In vivo (immunocompetente) (immunocompromesso) attivazione attivazione attivazione proliferazione cellulare proliferazione cellulare proliferazione cellulare Risposta T intensa Risposta T debole Trasformazione mediata da Bcl6, Ras, Myc, p53 No trasformazione Trasformazione mediata 64 da Bcl6, Ras, Myc, p53 Mononucleosi infettiva • L’infezione primaria è solitamente subclinica nei bambini. Una parte degli individui infettati sviluppa la mononucleosi infettiva • Caratteristica dell’età adolescenziale con febbre, faringite, linfoadenopatia, splenomegalia, esantema nel 10-15% dei casi, sale a 40% se viene somministrata ampicillina, lieve epatite e spiccata linfocitosi (una “guerra civile” tra linfo B e linfo T!) • Il virus non viene eliminato ed una replicazione lenta ma continua porta ad una diffusione permanente del virus dal faringe. • Le complicazioni sono rare • Le riattivazioni delle infezioni sono quasi sempre asintomatiche. • Non c’è trattamento specifico • Allo studio vaccini a subunità (gp350/300 dell’envelope) 66 16 Virologia Virus Erpetici Decorso clinico e dati di laboratorio DIAGNOSI • La diagnosi è basata in primo luogo su accertamenti sierologici • EA antigeni precoci • VCA antigeni strutturali • EBNA antigeni nucleari del virus Epstein-Barr Downey cells 67 HHV-8 • Infetta le cellule B ma anche le cellule dell’endotelio vascolare • Codifica per citochine, fattori di crescita e proteine che favoriscono l’angiogenesi e inibiscono l’apoptosi • Implicato nel sarcoma di Kaposi (KS) un raro tipo di linfoma a cell B che si verifica nei pazienti infettati da HIV. • Nei linfomi B primari ad effusione cavitaria (PEL) • Nella malattia multicentrica di Castelmann (MCD) • I tumori compaiono mesi, a volte anni, dopo l’infezione primaria Malattia maligna multifocale che origina a livello dell’endotelio ed ha un decorso clinico variabile. Si manifesta con caratteristiche lesioni della pelle, ma anche delle mucose (buccale, polmone e tratto intestinale) 69 68 HHV-8 Diagnosi • Genoma del virus è presente – nel ∼ 100% delle lesioni dei pazienti con Kaposi – nel ∼ 40-80% dei PBMC di pazienti con KS – nel ∼ 10-30% dei PBMC di individui omosessuali – nel ∼ 0-20% dei PBMC di donatori normali con prevalenza diversa in base alle aree geografiche (USA, Nord Europa, paesi bacino mediterraneo, Africa) • Gli anticorpi dimostrano il pregresso contatto con il virus e possono essere valutati come fattore di rischio per lo sviluppo di Kaposi in pazienti HIV70 17 Virologia Virus Erpetici HHV-8 • Prevalenza diversa da paese a paese • Più diffuso tra omosessuali • La via di trasmissione più importante appare essere quella attraverso i contatti sessuali, è anche possibile attraverso il sangue o la saliva 71 18