1/4 25/09/2014 | Sion (principato vescovile) Il principato vescovile di S. comprendeva il territorio soggetto al potere temporale dei vescovi di S. dal 999, de facto fino all'inizio del XVII sec., de iure fino al 1798. Inizialmente si estendeva dalle sorgenti del Rodano fino al Trient presso Martigny; solo da dopo la conquista del basso Vallese savoiardo (1475, 1536) corrispose grosso modo al territorio della diocesi di S. 1 - La donazione del 999 Nel 999 re Rodolfo III di Borgogna donò a Ugo, vescovo di S., e ai suoi successori la contea del Vallese con tutti i suoi diritti. Questa donazione, la cui autenticità tra gli storici è controversa, si inseriva nel programma di politica territoriale dell'ultimo discendente dei Rodolfi. Per consolidare il suo regno indebolito da emergenti feudatari regionali, egli rafforzò i legami della corona con i vescovi. Concesse diritti comitali all'arcivescovo della Tarantasia (996) e ai vescovi di Basilea e S. (999), Losanna (1011) e Vienne (1023) e fondò così, seguendo il modello ottoniano, una "Chiesa reale borgognona". Ai vescovi di S., probabilmente già in precedenza detentori dei diritti di mercato e di dazio e proprietari di rilevanti possedimenti nella diocesi di Losanna, questa donazione non conferì un territorio unitario. Ampliò però considerevolmente i loro diritti temporali, esercitati fino ad allora da funzionari reali, di cui non è nota in dettaglio l'estensione, e pose le basi per lo sviluppo della signoria territoriale episcopale. Al più tardi dopo la morte di Rodolfo III (1032), seguita dall'annessione della Borgogna al Sacro Romano Impero, i vescovi di S., in qualità di principi dell'Impero, riunirono i poteri spirituale e temporale nella loro diocesi. Con il titolo di prefetto e conte del Vallese (praefectus et comes), che dal XIV sec. doveva sottolineare l'indivisibilità di questi due ruoli e il loro relativo allontanamento dall'Impero, i principi vescovi di S. detennero le regalie un tempo riservate al re, ossia tutti i diritti pubblici, e più precisamente l'alta e la bassa giustizia, i diritti di cancelleria (sorveglianza sul notariato), su strade e dazi, di imposizione, conio, mercato, caccia, pesca e sulle miniere. Ad eccezione dei diritti di imposizione e di conio (Walter Supersaxo fu il primo vescovo a battere moneta nel 1479/80, Franz-Friedrich Ambühl l'ultimo nel 1776-78), le regalie furono attribuite a terzi. Già nel XII sec. il capitolo di Sion ottenne in feudo dal vescovo l'importante diritto di cancelleria su tutta la diocesi, dove nella parte inferiore entrò in concorrenza con l'abbazia di Saint-Maurice. Autrice/Autore: Gregor Zenhäusern / frm 2 - Potere e territorio A ovest, il potere temporale dei principi vescovi si estendeva fino alla Croce di Ottan, menz. nel 1217, situata fra Martigny e il Trient. Già alla fine del X sec. ne furono esclusi i possedimenti dell'abbazia di Saint-Maurice, proprietaria di rilevanti beni nello Chablais; dall'XI sec. i conti di Moriana-Savoia divennero gli avogadri del convento. Esponenti della fam. comitale acquisirono influenza sull'abbazia e sulla diocesi spec. a partire da Aimo, divenuto vescovo di S. (1034-53) nonché priore (dal 1046) e abate di Saint-Maurice. Dal XII sec. i Savoia si insediarono nel territorio vescovile, ciò che fu all'origine di un'articolata e irregolare disposizione di possedimenti nella parte occidentale del principato vescovile e di tensioni durevoli. Il trattato di pace del 1179 tra il conte Umberto III di Savoia e il vescovo Kuno mostra come il primo avesse aumentato il numero dei suoi vassalli (i signori d'Aigle, Bex, Saillon, Etiez, Conthey e Granges) nel principato vescovile e quanto la situazione geopolitica risultasse perciò complessa. Si giunse a una delimitazione territoriale più chiara solo nel XIII sec.: Tommaso I di Savoia acquistò la signoria di Saillon nel 1222 e 1232, Pietro II la fortezza di Saxon nel 1263 e Filippo I di Savoia l'omonima castellania nel 1277. Nel 1260, durante il Grande interregno, Pietro II di Savoia conquistò la fortezza di Martigny, punto di accesso al Gran San Bernardo. Egli costrinse inoltre il vescovo Heinrich von Raron a sottoscrivere lo stesso anno un contratto di permuta in cui cedeva le fortezze di URL: http://www.hls-dhs-dss.chI8560.php © 1998-2017 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 2/4 Le Crest, Chamoson e Martigny e i possedimenti a Montreux in cambio di beni savoiardi di minore estensione situati a est della Morge presso Conthey, che divenne così il confine tra la Savoia e il Vallese episcopale. Il trattato fu però revocato dal conte Filippo I di Savoia nel 1268. Il riconoscimento delle sue regalie (1293) e la sottomissione della nobiltà locale guidata da Pierre IV de la Tour (1294-99) rafforzarono la posizione del principe vescovo. Dopo un periodo di pace e fioritura economica sotto il vescovo Guichard Tavel, sostenitore dei Savoia, si giunse a una guerra con le sette Decanie. Nel 1352 il conte Amedeo VI di Savoia intervenne a favore di Tavel e saccheggiò la città di S. Nel 1375 Tavel fu assassinato, e nel 1384 Edoardo di Savoia-Acaia, suo successore, fu temporaneamente scacciato dalle decanie. Il sollevamento fu represso dal conte Amedeo VII di Savoia e le decanie sconfitte dovettero cedergli i territori episcopali di Martigny, Ardon e Chamoson. Il trattato di pace del 1392 pose fine ai tumulti, confermò i confini del 1384, limitando la signoria territoriale episcopale alla regione a est della Morge (ob der Mors, al di sopra della Morge); ordinò però la restituzione delle fortezze vescovili concesse in pegno (Tourbillon, Majorie, Montorge) e la rinuncia della Savoia ai suoi possedimenti nell'alta valle del Rodano. In definitiva, non fu il vescovo, quale signore territoriale, a uscirne vincitore, ma le decanie, che nella prima metà del XIV sec. si erano affermate in Vallese come autorità politiche accanto al principe vescovo e alla nobiltà. Quando il vescovo Wilhelm II von Raron privilegiò gli interressi particolari del suo casato, i disordini politici fecero precipitare il principato vescovile in una guerra civile nota come affare di Raron (1415-20). Il suo successore, l'it. Andrea dei Benzi, godette del favore dell'imperatore Sigismondo, desideroso di contare su uno Stato stabile per difendere i passi. Dei Benzi e Wilhelm III von Raron riuscirono a riportare la pace nel loro territorio solo concedendo la partecipazione al governo alle decanie (ordinamenti istituzionale e giudiziario del 1435 e del 1446), che imposero, contro la volontà di Roma, la nomina a vescovo di Heinrich Asperlin. Con l'aiuto delle decanie, il vescovo Walter Supersaxo conquistò nel 1475 il basso Vallese savoiardo fino a SaintMaurice, in seguito amministrato autonomamente dalle decanie con il nome di baliaggio di nid der Mors (sotto la Morge), e rafforzò così la sua posizione interna. Fino alla conquista di Monthey ed Evian nel 1536 e alla definitiva fissazione del confine occidentale presso Saint-Gilgolph con il trattato di Thonon (1569), l'espansione del 1475 fu la più importante conquista territoriale del principato vescovile di S. Malgrado l'appoggio dei Conf., fallì infatti l'invasione della val d' Ossola tentata dal vescovo Jost von Silenen, sostenitore della Francia, ai danni del ducato di Milano (1484-94). Autrice/Autore: Gregor Zenhäusern / frm 3 - L'investitura delle regalie Per proteggere il proprio territorio dalle mire dei Savoia, i principi vescovi di S. fecero appello all'immediatezza imperiale del 1032, confermata nel 1079 dall'imperatore Enrico IV al vescovo Ermenfroi, nominato più tardi cancelliere di Borgogna (lotta delle Investiture). Nel 1189 Enrico VI la confermò nuovamente al vescovo Guillaume, concedendogli i diritti di regalia, di cui il conte Umberto III di Savoia si era arrogato l'investitura. I duchi von Zähringen, che dal 1156 quali più importanti rappresentanti del potere imperiale in Borgogna detenevano i diritti di investitura delle regalie nelle diocesi di Ginevra, Losanna e S., non poterono apparentemente far nulla contro i Savoia. Le pretese dei von Zähringen sulla contea del Vallese furono respinte nel 1211 dalle truppe del vescovo Landri de Mont nella battaglia di Ulrichen, storicamente controversa. Mentre affermavano la propria autonomia di fronte ai von Zähringen, nel 1224 e 1233 i principi vescovi dovettero riconoscere la supremazia dei Savoia e il loro diritto all'investitura delle regalie e quindi accettare la loro intromissione nell'elezione del principe vescovo. Nel 1293 il vescovo Boniface de Challant appellandosi alla cosiddetta Carolina, ossia la presunta donazione dei diritti comitali sul Vallese al vescovo Teodulo da parte di Carlomagno, riuscì a ottenere il riconoscimento da parte dei Savoia delle regalie vescovili nella diocesi (vale a dire fino al fiume Eau-Froide presso Villeneuve, VD). L'investitura ricevuta dall'imperatore trovò simbolica espressione nella spada, emblema delle regalie, che Philippe de Chambarlhac (1338-42) fece per URL: http://www.hls-dhs-dss.chI8560.php © 1998-2017 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 3/4 primo rappresentare sul suo sigillo episcopale. I suoi successori continuarono però a essere investiti delle regalie dai Savoia. Solo il vescovo Walter Supersaxo nel 1477 riuscì a rafforzare durevolmente la signoria territoriale episcopale e a consolidarla sul piano ideologico, richiamandosi alla donazione del 999 e alla Carolina. Dopo la pace di Basilea del 1499 i vescovi di Sion continuarono a fregiarsi del titolo di principe imperiale senza però versare contribuzioni all'Impero; il legame tra le due parti si limitò dunque a relazioni simboliche. Autrice/Autore: Gregor Zenhäusern / frm 4 - Giurisdizione e amministrazione In qualità di signore territoriale, il vescovo di S. era il più grande signore fondiario e il giudice supremo per le cause temporali nella contea del Vallese. Dall'XI al XIII sec. la mensa vescovile è attestata sempre più chiaramente negli inventari di beni. Tra il 1138 e il 1148 si impossessò tra l'altro delle curtes di Leuk e Naters. Accanto ai possedimenti nella parte savoiarda della diocesi (Massongex, Martigny, Chamoson, Saint-Pierre-deClages, Ardon e Magnot), ebbe provvisoriamente beni anche tra Vevey e Villeneuve (Montreux), nell'Oberland bernese (alpeggi di Gurnigel e Engstligen nonché le fortezze di Felsenburg e Mülenen nella valle della Kander) e nella valle d'Aosta (tra l'altro nella valle d'Ayas). Inframmezzata da allodi e feudi savoiardi della nobiltà locale, la mensa vescovile raggiunse la sua unità territoriale naturale solo nel XIV e XV sec., in particolare con l'acquisto dei beni dei de la Tour nel 1376 e l'incorporazione dell'eredità dei von Raron (signoria della valle d'Anniviers) a seguito dell'affare Asperlin (1460-82). In confronto ai possedimenti dell'abbazia di Saint-Maurice e a quelli del capitolo cattedrale (questi ultimi spec. nel Vallese centrale), le signorie territoriali dei priorati benedettini di Ayent-Franges, Lutry (Vionnaz) e Port-Valais furono modeste. La giurisdizione temporale e l'amministrazione dei possedimenti vescovili infeudati a nobili o concessi a contadini soggetti a tributi, fu affidata a funzionari. Il gran visdomino di S. amministrò in un primo tempo da solo l'alta e la bassa giustizia, al posto dell'avogadro (advocatus) del vescovo menz. dal 1005 al 1054; dal 1235 sono attestati più visdomini. Questi ultimi erano responsabili del territorio delle grandi parrocchie (Leuk, Raron, Naters, Visp, Ernen e Münster nell'alto Vallese), i cui centri erano in parte protetti da fortezze adibite anche a residenze vescovili. Dal XIII sec., a fianco del visdomino (vicedominus), sono menz. il maior, che amministrava la bassa giustizia, come pure l'usciere (salterus) e il ministeriale (mistralis), con funzioni amministrative e di polizia. Dal XIV sec. l'ereditarietà delle cariche e la fusione delle competenze giudiziarie del visdomino e del maior limitarono la giurisdizione dei principi vescovi, che si opposero a questa tendenza con la creazione della castellania, istituzione accentratrice ispirata al modello savoiardo. Alla fine del ME le piccole giurisdizioni del capitolo e le cosiddette giurisdizioni libere (liberae jurisdictiones), antiche signorie giurisdizionali un tempo allodiali poi acquisite da contadini liberi, entrarono in concorrenza con la signoria territoriale episcopale. Alcune di esse, come la giurisdizione libera di Holz, si mantennero fino al 1798 come istituzioni parastatali senza influenza politica; altre furono assorbite dalle decanie, che sostituirono l'amministrazione territoriale medievale. Autrice/Autore: Gregor Zenhäusern / frm 5 - Il declino e la fine del principato vescovile Dal tardo ME le sette decanie furono per i principi vescovi nel contempo le principali rivali all'interno e le più potenti alleate all'esterno. La loro rapida ascesa dopo l'affare di Raron (1415-20) e le guerre di Borgogna (1475-76) indebolì i principi vescovi. Nel 1435 le decanie strapparono ai principi vescovi un ordinamento istituzionale e giudiziario che presentava sfumature democratiche, come gli articoli di Naters del 1446 ottenuti con la forza delle armi. Nel 1487 sfruttarono la sconfitta militare del vescovo Jost von Silenen nella val d'Ossola per ottenere disposizioni (dette capitolazioni) favorevoli alla Dieta vallesana in occasione dell'elezione del vescovo. Durante la stesura del diritto consuetudinario vallesano fallirono i tentativi dei vescovi Walter Supersaxo e Matthäus Schiner di rafforzare sul piano giur. il proprio potere, iscrivendolo negli ordinamenti del 1475 risp. del 1514. Nel 1571 la signoria episcopale venne inserita nel nuovo diritto URL: http://www.hls-dhs-dss.chI8560.php © 1998-2017 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 4/4 territoriale del Vallese: i diritti temporali del principe vescovo erano però di fatto vuotati della loro sostanza in favore delle decanie, conseguenza della divisione politica e confessionale del Paese seguita all'episcopato di Schiner. Quest'ultimo, patrocinatore degli interessi del papa e dell'imperatore, aveva incarnato la figura del principe dell'Impero come nessun altro dopo di lui. I suoi successori, i cui rapporti con il lontano Impero si limitarono alle rare partecipazioni alla Dieta imperiale, furono spinti alla difensiva dalla Dieta vallesana durante le lotte confessionali (1524-1613). Respinta come falsa, la Carolina, sulla quale i principi vescovi avevano fondato i loro diritti temporali, fu contestata con particolare vigore dalle decanie all'inizio del XVII sec. Il vescovo e il capitolo furono costretti a non più appellarvisi nel 1613 e a confermare tale rinuncia nel 1634, ponendo così le basi della divisione del potere spirituale e temporale, e di quello della Chiesa e dello Stato. Il ruolo politico del principe vescovo fu da allora ridotto a funzioni onorifiche (presidenza e diritto di voto nella Dieta vallesana). Fino alla Costituzione della Repubblica elvetica (1798) i vescovi di S. continuarono a fregiarsi del titolo di principi dell'Impero; di fatto però la democrazia delle decanie si era già imposta all'inizio del XVII sec. Autrice/Autore: Gregor Zenhäusern / frm Riferimenti bibliografici Bibliografia – A. Fibicher, Walliser Geschichte, 2, 1987; 3/1, 1993 – Vallesia, 54, 1999 – HS, I/5 (con bibl.) – AA. VV., Histoire du Valais, 4 voll., 2002 – C. Schnyder, Reformation und Demokratie im Wallis (1524-1613), 2002 URL: http://www.hls-dhs-dss.chI8560.php © 1998-2017 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF).