Mezzi di lotta agli insetti in agricoltura

28/02/2013
MEZZI MECCANICI
1- RACCOLTA DIRETTA
potature
Mezzi di lotta agli
insetti in agricoltura
2- RACCOLTA INDIRETTA
utilizzo di piante esca più attrattive della coltura principale
spazzolamento + scortecciamento delle piante arboree
contro le cocciniglie
interramento degli stocchi contro la piralide
MEZZI FISICI
CALORE
- bruciare residui di potatura, ristoppie, nidi
- applicare calore secco alle derrate alimentari e umido per
risanare semi o bulbi
- effettuare la SOLARIZZAZIONE: riscaldamento del
terreno sotto pellicola plastica (40-50°C)
E’ una pratica diffusa in terreni che ospiteranno colture
orticole/floricole e soprattutto nelle zone meridionali o la
Liguria
Spesso si ricorre anche alla FUMIGAZIONE del terreno
con prodotti chimici ad ampio spettro d’azione
MEZZI AGRONOMICI
Scelta della varietà: ad esempio le varietà precoci di
ciliegio permettono di evitare l’attacco di Rhagoletis
cerasi oppure varietà precoci di melo permettono di
evitare l’attacco di Cydia pomonella: in questo modo i
frutti sono maturi prima che vi sia il picco di volo di tali
insetti
Impiego di materiale propagativo sano: ad esempio semi
conciati o barbatelle di vite certificate per l’assenza di
virus o altre malattie trasmissibili da parte degli insetti
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Potature: per eliminare insetti che vivono a
spese del legno di piante arboree. E’
altrettanto importante, poi, eliminare i residui
di potatura bruciandoli (all’interno dei rami o
della branche vi possono essere uova, larve o
pupe)
Rotazioni colturali o messa a riposo del terreno
per 1 o più anni
il succedersi per anni di una monocoltura comporta
la riduzione della biodiversità dell’ecosistema e
quindi l’impoverimento dell’ambiente che diventa
più fragile e difficilmente riesce a reagire agli
stress esterni (es. comparsa improvvisa di un
nuovo fitofago)
Lavorazioni del terreno: per eliminare gli
insetti terricoli (es. grillotalpa, uova di
cavallette, maggiolino, ecc..)
Creazione di “zone-rifugio” per insetti utili
spesso gli insetti utili sono predatori da larve e glicifagi
da adulti
l’assenza di piante spontanee ai bordi dei campi
(forniscono nettare) determina la scomparsa di molti
ausiliari e l’impossibilità di contenimento di insetti dannosi
sulla coltura principale
Caso emblematico è quello della monocoltura di
mais (ad esempio nella Pianura Padana) che
favorisce la pullulazione di piralide e diabrotica
PER MANTENERE IN SALUTE IL CAMPO
COLTIVATO E’ IMPORTANTE GARANTIRE UNA
ELEVATA BIODIVERSITA’
PIANTE COLTIVATE
PIANTE SPONTANEE AI MARGINI DELLA
COLTURA PRINCIPALE (es. siepi) O
NELL’INTERFILA
è importante creare “zone rifugio”, dove gli insetti utili
possono riprodursi e sopravvivere per poi passare alla
coltura principale e attaccare gli insetti dannosi
INSETTI UTILI CHE DALLE SIEPI SI
SPOSTANO SULLA COLTURA
PRINCIPALE E LA DIFENDONO DAGLI
INSETTI DANNOSI
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L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITA’ NEL CAMPO COLTIVATO
siepi,
policolture,
rotazione
colturale,
colture di
copertura
gestione intensiva
interventi
fitosanitari ad
ampio spettro
+ insetti utili
- insetti dannosi
lavorazioni
meccaniche
ridotti interventi
meccanici
diversificazione
habitat
fertilizzazione
organica
monocoltura
diserbo
totale
fertilizzazione
chimica
- insetti utili
+ insetti dannosi
gestione
agroecologica
Le siepi hanno varie funzioni:
• frangivento
• protezione dall’erosione e dagli smottamenti
• trattengono l’acqua nel suolo
MEZZI BIOTCNOLOGICI
TRAPPOLE
sono dispositivi per catturare insetti adulti
• sono corridoi che consentono il passaggio di insetti utili
tra diversi ambienti
Gli insetti possono essere attratti dalla LUCE (trappola
• rifugio per piccoli mammiferi, rettili, insetti
fototropica), dai COLORI (trappola cromotropica) e
• creano un panorama agricolo più naturale
dalle SOSTANZE CHIMICHE (trappola chemiotropica).
le siepi offrono agli
insetti utili
rifugio
risorse alimentari
(polline e nettare)
siti svernamento
habitat
Le trappole sono impiegate per:
MONITORAGGIO e CATTURA MASSALE
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IL MONITORAGGIO
esercitano attrazione
attraverso il colore
Trappola a capannina per
monitoraggio.
Il pannello inferiore è
cosparso di sostanza
collante e contiene al
centro l'erogatore del
feromone
LA CATTURA MASSALE
MEZZI BIOLOGICI
La lotta biologica è la conservazione e l’uso
La CATTURA MASSALE
serve a catturare il maggior
numero di adulti, soprattutto
maschi, per ridurre il
potenziale riproduttivo di una
specie dannosa e mantenere
la popolazione entro livelli
tali da non costituire un
danno economico per la
coltura
di INSETTI UTILI esistenti nell’ambiente
naturale per controllare la densità di
popolazione degli INSETTI DANNOSI
mantenendola al di sotto della soglia
economica di danno.
La lotta biologica non abbatte la popolazione
di un organismo dannoso ma la mantiene
entro livelli tali da non costituire un danno
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nel 1888 nacque negli USA la lotta biologica
negli agrumeti della California si stava diffondendo la
cocciniglia Icerya purchasi, proveniente dall‘Australia dove
non causava alcun danno (in California il livello di
infestazione era preoccupante)
dall’Australia fu introdotto la coccinella predatrice Rodolia
cardinalis: essa debellò completamente Icerya in
California
la coccinella fu introdotta in tutte le regioni agrumicole
del mondo
Il ricorso alla lotta biologica in agricoltura è una
conseguenza dell'uso indiscriminato di fitofarmaci a
La lotta biologica classica può essere
realizzata attraverso 3 metodi:
propagativo: vado a cercare nell’area di origine
di un insetto dannoso quali sono i suoi
limitatori e li introduco nell’ambiente in cui il
fitofago è stato importato
inoculativo: introduco periodicamente
nell’ambiente piccole colonie di un insetto utile
inondativo: insetti utili lanciati nell’ambiente
come fossero un formulato insetticida
Altri aspetti negativi:
• comparsa di fenomeni di resistenza nelle specie
LARGO SPETTRO D’AZIONE (clororganici,
che si riproducono rapidamente (es. afidi)
fosforganici, carbammati), dotati di notevole
• riduzione delle popolazioni di insetti utili
PERSISTENZA (clororganici), di elevata TOSSICITA’
(fosforganici, clororganici)
Tra gli aspetti negativi della difesa chimica delle
colture: l'accumulo dei residui ai vertici delle catene
alimentari, il dissesto ecologico dovuto all'inquinamento
delle falde acquifere e dei corsi d'acqua e l'incremento
dei rischi per la salute pubblica
La lotta biologica è efficace se attuata su
ampie superfici: fanno eccezione gli ecosistemi
fisicamente isolati quali le serre
La lotta biologica offre risultati
duraturi nel tempo rispetto alla difesa chimica
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VANTAGGI DELLA LOTTA BIOLOGICA
COCCINELLE
• controllo efficace delle specie dannose
pupa
• controllo di specie resistenti ai fitosanitari
• riduzione dei prodotti fitosanitari
• nessun impatto sull'entomofauna utile selvatica
uovo
• stabilizzazione dell'agroecosistema
• no effetti fitotossici-no tempo di carenza
• ambienti di coltivazione sani
larva
• produzioni agricole pulite
SIRFIDI
adulto
Neodryinus contro Metcalfa
OTTIMI PREDATORI DI
AFIDI, MOSCHE BIANCHE
E ALTRI INSETTI
DANNOSI
originario del continente
americano
le femmine depongono un uovo
sul corpo delle giovani
Metcalfa pruinosa
sottrae linfa
elaborata ed
imbratta la
vegetazione con cera
e melata
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Adalia bipunctata
coleottero coccinellide che si nutre delle principali
specie di afidi presenti sulle piante arboree,
arbustive ed erbacee
lo sviluppo da uovo ad adulto passa attraverso 4
età larvali e richiede 3 settimane con temperature
attorno ai 20-25 °C
L’IMPIEGO DI MEZZI BIOLOGICI DI
LOTTA CONTRO GLI INSETTI DANNOSI
la III e la IV età larvale, insieme agli adulti, sono
gli stadi più voraci in grado di divorare fino a 100
afidi al giorno
le femmine adulte depongono le uova in piccoli gruppi
nei pressi delle colonie di afidi
le larve neonate iniziano a nutrirsi di prede,
inizialmente ricercando quelle più vicine e di più ridotte
dimensioni
successivamente acquistano grande mobilità ed
estendono la loro azione in un raggio più ampio
impiegata soprattutto come larva, su piante
ornamentali, frutticole ed ortaggi, con interventi
localizzati nei focolai di infestazione, ed anche in
combinazione con altri ausiliari
Adalia richiede un elevato numero di prede per
svilupparsi, per cui non è adatta a lanci preventivi in
assenza di prede
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Amblyseius cucumeris
il suo sviluppo è molto rapido e richiede 1-2 settimane
acaro fitoseide predatore di tripidi (Frankliniella
occidentalis, Thrips tabaci ed altri) su colture orticole ed
ornamentali
è in grado di utilizzare anche altre fonti di cibo,
come il polline
occorre adottare un programma di introduzione precoce,
prima della presenza visibile dei tripidi puntando sulla
capacità di insediamento del predatore
anche in assenza di prede
le condizioni ottimali sono 18-20°C ed
elevata umidità relativa
Amblyseius swirskii
acaro fitoseide originario del mediterraneo orientale, molto
adatto alle condizioni climatiche calde
è un predatore generico che si nutre di polline ma anche di
uova e forme giovanili di mosche bianche e piccole larve di
tripidi
da 20-30 sino a 100 individui per m2, introdotti in una o
più soluzioni
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ciclo di sviluppo
piuttosto rapido
è utilizzato contro mosche bianche e tripidi in
abbinamento ad altri antagonisti Orius laevigatus
ed Eretmocerus mundus
forte densità di
popolazione con
disponibilità di polline
o prede vive
si insedia facilmente su peperone, melanzana,
cucurbitacee ed altre, soprattutto in estate
le sue performance decadono nei periodi invernali
Anthocoris nemoralis
50 - 100 individui per m2
5 stadi giovanili
3 generazioni/anno
il più efficace antagonista della psilla del pero in
Europa
è un predatore polifago che vive anche su altre
specie
sverna da adulto in luoghi riparati come fessure
nella corteccia, legno o foglie secche
quando le temperature minime superano i 10°C la
femmina inizia a deporre le uova nei tessuti
sotto l'epidermide
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è molto mobile, attivo volatore per cui 5-6 punti di lancio
per ettaro, per un totale di circa 1.000-1.500 individui,
sono sufficienti per una buona distribuzione
Aphidius colemani
parassitoide con impiego prevalente su
Aphis gossypii in colture orticole e floricole
anticipare l'insediamento di una buona popolazione del
predatore nel pereto e limitare lo sviluppo della psilla
è solitario, svolge il ciclo larvale all'interno del
corpo dell'afide
l'afide parassitizzato
viene lentamente
svuotato dall'interno
sino a che si rigonfia,
trasformandosi nella
cosiddetta "mummia“
le femmine
frequentano i siti di
insediamento degli
afidi e depongono un
uovo all’interno della
vittima
buon livello di
parassitizzazione
elevata specificità nei
confronti dell'ospite
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interventi precoci con una serie di lanci a dosi minime
ostacolano lo sviluppo degli afidi
la distribuzione dell'insetto avviene
in più lanci da 0,5-2 individui/m2
Chrysoperla carnea
larva
adulto
predatore molto comune di numerose
specie di afidi
utilizzata su afidi come Macrosiphum
spp. e Myzus spp., su colture di
peperone, fragola, melanzana, piante
ornamentali ed altre
pupa
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solo i tre stadi larvali di C.carnea, con l’apparato
boccale a forcipe, sono attivi predatori
le femmine depongono le uova,
con il tipico peduncolo, in
prossimità delle colonie di afidi
gli adulti si nutrono di polline, nettare ed altre sostanze
zuccherine
le larve sono immediatamente in grado di nutrirsi di prede
quali afidi, acari, uova di lepidotteri, tripidi, cocciniglie
le larve vanno distribuite in maniera accurata sulla
vegetazione, anche in più riprese, curando maggiormente le
zone più infestate
a circa 25°C occorrono 2-3 settimane per completare lo
sviluppo da uovo ad adulto
è molto adattabile anche a condizioni ambientali sfavorevoli
il quantitativo di riferimento è di 10-20 larve per m2
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Cryptolaemus montrouzieri
una femmina in condizioni ottimali (intorno ai
25°C) depone sino a 120 uova
coccinellide predatore di cocciniglie cotonose,
utilizzato in tutto il mondo sugli agrumi
le uova sono deposte in vicinanza delle prede e le larve
possano trovare facilmente cibo in grande quantità
Gli adulti devono essere distribuiti il più possibile vicino ai
punti di infestazione delle cocciniglie, così da avere un
rapido contatto con le prede
in circa un mese si compie il ciclo da uovo ad adulto
attraverso 4 stadi larvali
La capacità di predazione è molto elevata e porta
fino ad una completa eliminazione del fitofago
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Diglyphus isaea
utilizzato su pomodoro, melanzana, ortaggi, piante
ornamentali ed altre colture, anche in pieno campo
imenottero
parassitoide
efficiente nel
controllo di
minatori
fogliari del
genere
Liriomyza spp.
le femmine, esplorando la superficie delle foglie,
ricercano le larve minatrici che, paralizzate con un
colpo di ovopositore, costituiscono poi il cibo per lo
sviluppo delle larve di Diglyphus
le larve mature costruiscono una camera pupale nella mina
ed, al termine della metamorfosi un nuovo adulto fuoriesce
dalla foglia praticando un foro circolare nell'epidermide
ogni femmina depone dalle 60 alle 100 uova e presenta
elevata capacità di ricerca dell'ospite: questo ne consente
l'impiego preventivo
le femmine presentano anche intensa attività di predazione
delle larve minatrici
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Diglyphus è in grado di ostacolare anche
infestazioni già in atto
Encarsia formosa
parassitoide di aleirodidi su colture orticole ed
ornamentali
gli adulti, tutte
femmine, depongono un uovo all'interno di una
neanide
Lanci ripetuti, con minime quantità dell'ausiliare,
sino ad un totale di 0,5-2 individui al m2,
costituiscono il migliore modo per introdurlo negli
ambienti colturali
la larva si sviluppa all'interno
dell'aleirodide
l’adulto esce dal pupario dell'ospite
attraverso un foro circolare
i pupari parassitizzati assumono, dopo circa 1-2 settimane,
una colorazione più scura
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sotto i 15°C ed oltre i 30°C l'attività è ridotta:
vive bene nelle stagioni intermedie o nelle serre
climatizzate
E.formosa è anche un’ottima predatrice di
neanidi di aleirodidi
lanci settimanali dell'insetto, con quantitativi di
2-4 individui/m2 per ogni lancio
Eretmocerus mundus
imenottero parassitoide di Bemisia spp
a 25-30°C una femmina adulta vive circa 10 giorni
deponendo circa 50uova
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a differenza di E.formosa, l'uovo viene deposto
esternamente, al di sotto della neanide
la larvetta neosgusciata penetra immediatamente
dentro il corpo del giovane aleirodide
a 25-30°C il ciclo da uovo ad adulto dura
circa 2 settimane mentre in serre non
riscaldate in inverno può superare il mese
una neanide parassitizzata diventa più rigonfia e lucida e,
dopo lo sfarfallamento dell'adulto di E.mundus, rimane
sull’esuvia svuotata il foro di uscita circolare, che indica la
parassitizzazione avvenuta
più introduzioni con quantitativi totali tra i 15
ed i 20 individui/m2 che consentono un
progressivo insediamento del parassitoide
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Macrolophus pygmaeus
miride predatore di aleirodidi molto diffuso nel bacino del Mediterraneo
tutti gli stadi sono molto mobili e possono predare
tutte le forme degli aleirodidi (uova, neanidi,
adulti)
il ciclo da uovo ad adulto a 25°C dura meno di un mese
Macrolophus pygmaeus è in grado di sfruttare anche altre
fonti di cibo come afidi, acari, larve di agromizidi e uova di
lepidotteri
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lanci ripetuti con piccole quantità a partire
dall'inizio della coltivazione sono i più indicati
deve essere introdotto precocemente, anche se la
presenza di aleirodidi è minima, per anticipare il
suo sviluppo nella coltura
Nesidiocoris tenuis
predatore molto comune nelle aree mediterranee
1 - 3 individui per m2
Anche le uova di Tuta absoluta
costituiscono una preda
importante
tutti i suoi stadi si nutrono di piccoli insetti soprattutto di
uova, neanidi ed adulti di mosche bianche
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L'intero ciclo di sviluppo è molto rapido soprattutto nelle
stagioni più calde quando può durare anche solo 3 settimane
adulti e giovani possono nutrirsi anche di linfa e
possono provocare sintomi quali anellature brune su
steli e piccioli, cascola fiorale, sino a decolorazioni e
deformazioni dei frutti
questa azione dannosa diventa significativa solo in assenza
di prede…
… pertanto questo predatore può avere un ruolo importante
dove le infestazioni di mosche bianche sono gravi e vi è
quindi sempre presenza di prede
1 - 2 individui per m2
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Necremnus artynes
eulofide parassitoide di minatori fogliari
come Tuta absoluta
la femmina paralizza la
larva di Tuta
l’ovipositore, quindi
depone un uovo dentro la
mina all’esterno del
corpo della larva
la larva di Necremnus si
nutre dall’esterno di
Tuta consumandola sino
a che muta in pupa
dentro la mina dalla
quale esce l’adulto
Orius laevigatus
Oltre all'azione diretta di
parassitizzazione, il valore di
Necremnus è aumentato
dall’attività di predazione delle
femmine, che causa forte
mortalità nelle popolazioni di
Tuta (riduzione 70% delle
larve)
antocoride predatore utilizzato contro i tripidi
(Frankliniella occidentalis)
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la sua principale applicazione di successo
riguarda le colture orticole soprattutto
peperone, fragola, melanzana ed alcune
ornamentali
tutti gli stadi del
predatore si nutrono
possono utilizzare come
fonte di cibo alternativo
polline ed altri fitofagi,
tra cui acari, afidi ed
altri piccoli insetti
a circa 25°C, lo sviluppo da uovo ad adulto
richiede un paio di settimane
come la sua preda, anche Orius laevigatus
predilige stazionare nei fiori specialmente
se ricchi di polline, del quale si nutre anche
in assenza di prede
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eseguire lanci ripetuti, di poche unità/m2, a
partire dalle prime osservazioni di tripidi o anche
solo in presenza dei fiori, per anticipare
l'insediamento del predatore
Phytoseiulus persimilis
fitoseide predatore utilizzato contro il ragnetto rosso
(Tetranychus urticae), su colture orticole ed ornamentali,
protette o in pieno campo, come fragola, peperone,
melanzana, cucurbitacee
importante iniziare il programma di lancio
precocemente, già alla presenza dei primi
ragnetti isolati, e mantenere un buon livello di
umidità relativa
elevata capacità di
ricerca
in grado di esplorare
ampie superfici
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Bacillus thuringiensis
5-25 individui/m2
è un batterio sporigeno che ospite del terreno
quando viene ingerito dagli insetti sensibili,
sporula nell'intestino dell'ospite
libera tossine in grado di danneggiare il canale
digerente delle larve, soprattutto di ditteri e
lepidotteri
su questi ultimi sono attivi soprattutto due ceppi:
il Kurstaki e l'Aizawai
le tossine, innocue per l'uomo per una questione di pH
gastrico, sono prodotte sotto forma di cristalli, i quali si
dissolvono a pH superiori a 9
le tossine Bt sono perciò estremamente specifiche e
danneggiano solo l'intestino di ben determinate specie
d'insetti
dal Bacillus thuringiensis è stato estratto il gene che
codifica per la tossina e inserito in piante coltivate quali
soia e mais
B. thuringiensis Kurstaki presenta sei
differenti ceppi in commercio: 3A3B, ABTS
351, EG2348, SA11, SA12, HD1
B. thuringiensis Aizawai conta il solo ceppo
H7, di cui esistono 4 differenti formulazioni
in commercio
Un solo ceppo, l'NB176, per il
B. thuringiensis tenebrionis, attivo sui
coleotteri
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Syngenta
Intrachem-Bio
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www.bioplanet.it
www.intrachem.it
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