Terapia dell`osteoporosi - Lega Italiana Osteoporosi

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posizione) continuamente. Nell’osteoporosi si riassorbe più osso di quanto se ne riesca a ricostruire.
Questi farmaci, rallentando la distruzione, riportano i due processi verso l’equilibrio e riescono in
genere a rallentare o anche bloccare l’evoluzione
della malattia.
Il ranelato di stronzio ha dimostrato una “doppia
azione” sul rimodellamento osseo, riducendo il riassorbimento e stimolando la formazione di osso,
ed è quindi in grado di riequilibrare il bilancio metabolico osseo a favore della formazione.
L’ormone paratiroideo o paratormone è l’ormone
prodotto dalle paratiroidi, e il teriparatide è il suo
“frammento attivo”: si tratta di farmaci estremamente potenti e delicati da usare, prescrivibili solo
da parte di Centri specialistici.
Può succedere a tutti di dimenticare di prendere una
medicina. Se ciò succede eccezionalmente il risultato della cura non cambia. Ma se la cosa è frequente,
la terapia può diventare meno efficace.
Nell’osteoporosi può diventare difficile seguire a lungo la terapia perché, trattandosi di una malattia senza
sintomi, il malato non ha prove evidenti dei benefici. Ecco perché è molto importante ricordare sempre
che i farmaci contro l’osteoporosi possono concretamente ridurre il rischio di fratture.
L’efficacia dei farmaci contro l’osteoporosi non
è solo nel mantenere o anche nell’aumentare la
densità ossea, ma soprattutto nel ridurre il rischio
di fratture da fragilità ossea (la complicanza tipica
dell’osteoporosi).
Una significativa riduzione del rischio di fratture è
stata dimostrata per alcuni farmaci - come raloxifene e ibandronato - per le fratture vertebrali; e per
altri - come alendronato, risedronato, zoledronato
e ranelato di stronzio - per le fratture sia vertebrali
che di femore. Paratormone e teriparatide hanno
dimostrato di essere in grado di ridurre il rischio
di fratture sia vertebrali che periferiche (ma non di
femore).
I farmaci per l’osteoporosi sono prescrivibili a carico
del Sistema Sanitario Nazionale in presenza di alcune
condizioni specifiche, enunciate nella nota 79 AIFA.
In generale, i farmaci per l’osteoporosi sono ben
tollerati e hanno scarsi effetti collaterali. La disponibilità di diversi tipi di farmaci permette di avere
sempre un’alternativa in caso di problemi.
Aderenza alla terapia
Questo è un punto essenziale: per qualunque malattia, le cure vanno fatte per tutto il tempo necessario. Nel caso dell’osteoporosi, malattia cronica che
non si può “guarire” ma solo bloccare o rallentare,
le cure vanno fatte per lungo tempo, secondo le
indicazioni del medico.
Una leggenda da sfatare: spesso si sente dire che
i farmaci anti-osteoporosi devono essere sospesi
d’estate. Ciò non ha nessuna base scientifica: l’osteoporosi non va in vacanza!
Prescrivibilità con S.S.N.
terapia
dell’
osteoporosi
la
informazioni
per il paziente
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LEGA ITALIANA OSTEOPOROSI onlus
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Edizione marzo 2010
Progetto informativo realizzato grazie a un supporto
incondizionato di IFB Stroder
Lega Italiana Osteoporosi onlus
La terapia
dell’osteoporosi
L’osteoporosi è una vera e propria malattia dell’osso,
e come tale va curata.
La terapia dell’osteoporosi è basata su 4 elementichiave, evidenziati nella figura:
attività fisica
calcio
vitamina D
farmaco
L’elemento più caratteristico di ogni terapia è naturalmente il “farmaco”, e tra poco parleremo dei principali farmaci oggi disponibili contro l’osteoporosi.
Ma gli altri tre elementi non sono meno importanti:
è anzi utile sottolineare che si tratta dei tre pilastri
su cui si basa anche la prevenzione dell’osteoporosi,
che restano validi anche quando si tratta di terapia.
Il calcio
Il calcio è il minerale più abbondante nel nostro corpo
ed è per il 99% accumulato nell’osso. Noi non “produciamo” calcio: possiamo solo prenderlo dall’esterno attraverso l’acqua o i cibi (soprattutto latte, yogurt,
formaggi). Solo una parte del calcio che mangiamo
è assorbita nell’intestino (la vitamina D è essenziale
per un buon assorbimento), ed è immessa nel sangue,
che lo trasporta in tutto il corpo. Una parte del calcio in circolo, però, si perde ogni giorno con l’urina,
e l’alimentazione deve come minimo coprire queste
perdite. L’osso funziona un po’ come una banca del
calcio: siccome la “calcemia” (la concentrazione di
calcio nel sangue) deve essere mantenuta entro stretti
limiti, se essa sale, il calcio in eccesso può depositarsi
nell’osso; se scende, l’osso deve cedere calcio al sangue. Se invece di accumulare calcio, l’osso continua
a perderlo, andiamo incontro all’osteoporosi. Se per
qualunque motivo non possiamo assumere abbastanza calcio con l’alimentazione, possiamo ricorrere (su
indicazione del medico) a un “integratore di calcio”.
La vitamina D
Pochi cibi contengono vitamina D (pesci grassi,
uova), e solo in minime quantità, ma essa è prodotta nella pelle, per azione della luce del sole. Stare
all’aperto nella bella stagione, con un po’ di pelle
scoperta, permette di accumulare vitamina D per
tutto l’anno. Se per qualunque motivo abbiamo una
carenza di vitamina D, cosa frequente negli anziani,
il medico potrà prescriverci un “supplemento”.
L’attività fisica
Il peso del corpo e l’azione dei muscoli (che “fanno
forza” sulle ossa) sono importantissimi per stimolare l’osso. L’osso è infatti un tessuto vivo: ogni giorno
l’osso vecchio o danneggiato viene riassorbito per essere sostituito da osso nuovo. Il peso del corpo e l’attività muscolare aiutano questo processo di rinnovamento (“rimodellamento osseo”). Ogni tipo di attività
fisica va bene, specialmente quelle che si fanno “in
piedi”. Da giovani si possono praticare sport come la
corsa, il calcio, il tennis, lo sci; più avanti negli anni,
camminare di buon passo una mezz’ora al giorno è
più che sufficiente.
I farmaci
Oggi disponiamo di diversi farmaci efficaci nell’arrestare la progressione della malattia e nel ridurre il rischio di fratture, e più sotto presenteremo i principali.
Ma una premessa è d’obbligo. Noi della LIOS parliamo sempre con molta cautela dei farmaci, che devono essere “presentati” e prescritti dal medico, e non,
come a volte accade, richiesti dal paziente sulla base
del “sentito dire” o di un articolo di giornale. Ci vuole
una preparazione “medica” per capire quando è
utile, o necessario, usarli. Da parte sua, il paziente
deve seguire rigorosamente le indicazioni del medico. I farmaci usati a sproposito e senza rispettare le regole sono in genere inutili, e a volte anche
dannosi.
Detto questo, riteniamo importante fornire le informazioni essenziali su ciò che i farmaci fanno o
non fanno, per capire il significato di una terapia e
l’importanza di seguirla correttamente.
I principali farmaci utilizzati contro l’osteoporosi
appartengono a questi gruppi:
•estrogeni, ormoni sessuali femminili, usati come
terapia “sostitutiva” dopo la menopausa;
•SERM (es. raloxifene), farmaci simili agli estrogeni, ma senza effetti su utero e mammella;
•bisfosfonati, farmaci capaci di ridurre il riassorbimento osseo (i più usati sono alendronato, risedronato, clodronato, ibandronato, zoledronato);
•ranelato di stronzio, a oggi l’unico farmaco che
agisce sull’osso sia rallentando il riassorbimento,
sia stimolando la formazione;
•teriparatide e ormone paratiroideo, farmaci capaci di stimolare la formazione di osso, da usare
sotto stretto controllo medico, e riservati ai casi
più gravi di osteoporosi.
Oltre a queste terapie specifiche ricordiamo che
anche la vitamina D nativa (colecalciferolo) e in
particolare i suoi derivati attivi (calcifediolo, calcitriolo, alfa‑calcidolo) possono essere considerati
“farmaci” anti-osteoporosi, favorendo, oltre all’assorbimento intestinale del calcio, anche la mineralizzazione dell’osso. Sono utili in tutte le condizioni di carenza di vitamina D, e particolarmente nelle
persone anziane.
Come agiscono
i farmaci
Estrogeni, SERM, e bisfosfonati agiscono sull’osso
in modo simile. In pratica, rallentano il processo
di “riassorbimento osseo”. Ricorderete che l’osso
si distrugge (riassorbimento) e si rigenera (neode-
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