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Lezione 7. Igiene nutrizione e Igiene alimenti

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C.I. Promozione della Salute e della Sicurezza
“IGIENE E SANITA’ PUBBLICA”
Docente: Prof. Massimiliano Panella
“Igiene della nutrizione e
Igiene degli alimenti”
Lezione n° 7
(9 aprile 2014)
Argomenti della
lezione/esercitazione
 Igiene della nutrizione (accenni; lettura capitolo
del testo)
o Alimentazione, nutrizione e salute
o Nutrizione e malattie
 Igiene degli alimenti
o Contaminazione degli alimenti
o Deterioramento degli alimenti
o Conservazione degli alimenti
o Sicurezza alimentare
Igiene della nutrizione e
Igiene degli alimenti (1)
 Sicurezza alimentare (Food & Agriculture Organization,
FAO): “raggiungimento da parte di tutti i soggetti
appartenenti a una collettività dell’accesso fisico, sociale
ed economico a cibi sicuri, sufficienti e nutrienti, così da
soddisfare le loro preferenze dietetico-alimentari e
permettere una vita attiva e in salute”
 “Food safety” (OMS & FAO, 2003): Codex Alimentarius
and Food Hygiene”, linea guida x la sicurezza alimentare.
 Alimento (Comunità Europea, CE, 2002): “qualsiasi
sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato
o non trasformato, destinato a essere ingerito o di cui si
prevede ragionevolmente che possa essere ingerito da
esseri umani”.
Igiene della nutrizione e
Igiene degli alimenti (2)
Alimentazione delle popolazioni  2 aspetti
principali strettamente connessi con la
“promozione della salute” e la “prevenzione
delle malattie”:
1. corretta alimentazione per salute ottimale ed
efficienza fisica (igiene della nutrizione);
2. sicurezza alimentare tramite disponibilità di
cibo e controllo contaminazione, alterazione e
conservazione alimenti (igiene alimentare).
Igiene degli alimenti
 Consumo di alimenti di cattiva qualità igienica
 rischi di natura infettiva e tossica x la salute
umana (individuale e in gruppi di popolazione)
 Igiene degli alimenti si occupa di “sicurezza
alimentare” individuando:
 cause e fattori di rischio delle malattie
connesse con gli alimenti e l’alimentazione;
 metodi per evitare contaminazione e
deterioramento degli alimenti;
 metodi di conservazione degli alimenti.
Contaminazione alimenti
 Alimenti come “veicolo” d’infezioni (contaminanti)
 Natura dei contaminanti alimentari: (1) chimica (al
4%); (2) fisica (al 3%); (3) biologica (al 93%).
 Contaminazione chimica: da sostanze tossiche
naturalmente presenti in alimenti (tossine di pesci
funghi, alghe); da derivati accidentali dei processi
produttivi (ormoni, fitofarmaci, diserbanti, promotori di
crescita, antibiotici, additivi alimentari volontari,
conservanti, metalli pesanti, idrocarburi policiclici
aromatici, diossine, xenobiotici, fallout radioattivo).
 Contaminazione fisica: da corpi estranei (frammenti
di vetro, sassi, legno, plastica, metalli, capelli, peli, ecc.,
soprattutto nei vegetali…).
Contaminazione biologica (1)

2 tipologie contaminazione biologica: da microrganismi
(batteri, muffe, lieviti, virus); da macroparassiti (protozoi,
elminti, artropodi).

Fonti: suolo, piante, acque irrigue, scarichi fognari, aria,
animali, uomo, piani di lavoro nei processi produttivi
alimentari.

Microrganismi negli alimenti: condizionamento equilibri
e rapporti flora microbica da parte di fattori biotici (tipo e
composizione microflora) e fattori abiotici (chimico-fisici:
composizione Chimica, pH, contenuto H2O libera, redox,
struttura fisica) + altri fattori produttivi (es. tempo e
temperatura cottura, tipo e temperatura conservazione,
tempo tra preparazione e cottura alimento, ecc.).
Contaminazione biologica (2)
Tipi di microrganismi (M.) contaminanti:
1. M. alterativi: determinano modificazioni caratteristiche
organolettiche e nutrizionali alimento (batteri lattici, propionici,
coliformi, Proteus, Clostridium, Bacillus, lieviti, muffe)
2. M. protecnologici: in grado di produrre alimenti (yogurt,
formaggi, funghi, ecc.)
3. M. patogeni: agenti causali di patologie nel consumatore
(salmonelle, shigelle, vibrioni, enterococchi, clostridi,
stafilococchi)
Contaminazione primaria: materie prime contaminate da animali
infetti (es. latte e carni contaminate in origine da brucelle e cocchi).
Contaminazione secondaria: alimento contaminato nelle fasi di
manipolazione da veicoli (es. acqua, terra), vettori (insetti, roditori) o
addetti/operatori (portatori – contaminazione crociata degli
alimenti…).
Contaminazione biologica (3)
Malattie infettive legate a alimenti contaminati da
microrganismi: (1) infezioni veicolate da alimenti; (2) malattie
trasmesse da alimenti
(1)infezioni veicolate da alimenti: alimento = ruolo di veicolo
di trasmissione di m. patogeni contaminati (trasporto di cariche
microbiche x via feco-orale); m., dopo essere penetrati
nell’alimento, si riproducono nell’uomo (carica infettante anche
modestaincubazione (relativamente lunga)infezione in organo
bersaglio (es. HAV, Salmonella typhi, virus Norwalk).
(2)malattie trasmesse da alimenti: indotte nell’uomo da
alimenti che rappresentano «substrato nutritivo ideale» x m.
patogeni (terreno di coltura favorente moltiplicazione) (es. carni
macinate, creme, gelati). 4 tipologie eziologiche: infezioni
almentari; intossicazioni alimentari di origine microbica;
tossinfezioni alimentari; in senso stretto; micotossicosi.
Contaminazione biologica (4)
 Infezioni alimentari: da alimento contaminato da microrganismi
patogeni riprodotti abbondantemente nel cibo; quadro clinico:
febbre e sintomi gastrointestinali (dolori addominali, diarrea,
vomito), sepsi in casi + gravi; ag. eziologico: salmonellosi,
shigellosi, listeriosi, enteriti da Campylobacter jejuni (prima causa
di diarrea nel mondo), enterococchi, ceppi di Escherichia coli,
Yersinia enterocolitica, Aeromonas hydrophila.
 Intossicazioni alimentari di origine microbica: da alimento in
cui sono presenti sostanze tossiche (esotossine) prodotte da
batteri patogeni tossine patogene ingerite malattia intestinale
e SNC; incubazione: 30 min. - 6 ore  sintomi: diarrea e
vomito, senza febbre, talora manifestazioni neurologiche; ag.
eziologico: tossine prodotte da: Staphylococcus aureus
enterotossico, Clostridium botulinum, Bacillus cereus
Contaminazione biologica (5)
 Tossinfezioni alimentari in senso stretto: da alimenti con elevata
moltiplicazione di microrganismi patogeni (dose infettante elevata)con
colonizzazione intestinale e produzione e liberazione nella mucosa
intestinale di enterotossine (30% della popolazione dei paesi
industrializzati soffre di almeno un episodio di tossinfezione alimentare x
anno); gastroenteriti con diarrea da ceppi enteropatogeni di Escherichia
coli, da Clostridium perfrigens, da Shighella.
 Micotossicosi: miceti producono negli alimenti “non trattati”, in
particolari condizioni, sostanze tossiche in grado di causare nell’uomo
patologie anche gravi; ergotismo: assunzione di cereali contaminati da
fungo Cleviceps purpureaproduzione di alcaloidi allucinogeni
intossicazionegravi alterazioni del comportamento, aborto, talora morte;
intossicazione da aflatossine: da ingestione di alimenti contaminati da
sost. tossiche liberate da miceti tossigenici (micotossine da Aspergillus
flavus, A. parasiticus) che proliferano su vegetali (es. cereali umidi e
prodotti che contengono noci); NB: anche da ingestione di carne, latte e
uova di animali alimentati con mangimi contaminati!
Deterioramento alimenti (1)
 Alimento deteriorato/degradato: quando è danneggiato o
“alterato” e quindi inadatto x consumo umano (x alterazione delle
caratteristiche organolettiche e proprietà nutritive x azione di
esoenzimi microbici e di enzimi propri dell’alimento)
 Fattori favorenti: crescita microbica, ossidazione x esposizione ad
aria, disidratazione x  temperatura ambientale circostante,
umidità x  concentrazione H2O in aria circostante, attività
enzimatica, fotodegradazione
 Crescita microbica: flora microbica (occasionalmente virus)
residente su superfici esterne di alimenti vegetali e animali senza
provocarne deterioramento; microrganismi possono penetrare in
alimento x vari meccanismi (attraverso aria, polveri, suolo, acqua,
utensili, manipolazione alimenti)deteriorabilità alimento o
malattie infettive x presenza di germi patogeni e dei loro prodotti
(tossine, enzimi)
Deterioramento alimenti (2)
3 tipologie principali di degradazione alimentare da
microrganismi:
1.Putrefazione: processo in cui i componenti proteici
dell’alimento sono decomposti da microrganismi proteolitici in
aminoacidi, amine, ammoniaca e acido solfidrico;
2.Fermentazione: processo in cui alimenti ricchi di
carboidrati vanno incontro a decomposizione da parte di
microrganismi fermentanti che li riducono ad acidi, alcoli e
gas;
3.Rancidità: processo in cui alimenti a base di grassi sono
degradati da microrganismi lipolitici in acidi grassi e glicerolo.
Deterioramento alimenti (3)
A evitare sviluppo microbico negli alimenti con conseguente
deterioramento/degradazione concorrono numerosi fattori intrinseci ed
estrinseci.
Fattori intrinseci: legati a specifiche caratteristiche del cibo: grado di
umidità, attività o disponibilità di acqua, pH (pH acido: sviluppo muffe e
lieviti; pH neutro o alcalino: batteri che causano proteolisi e e
decomposizione anaerobica putrefattiva delle proteine), potenziale ossidoriduttivo (es. sviluppo batteri anaerobi Clostridium se basso potenziale
redox), struttura fisica alimento (rivestimento, alimento macinato,
alimento impastato), tipo sostanze nutritive che lo compongono, presenza
di ag. antimicrobici naturali (inibitori chimici, enzimi, composti fenolici e
aldeidici, lisozima)
Fattori estrinseci: legati all’ambiente: temperatura, umidità relativa,
presenza di gas, tipo e quantità microrganismi contaminanti,
composizione popolazione microbica naturale, condizione di partenza del
prodotto, tipo di manipolazione, durata e tipo immagazzinamento
Conservazione alimenti
Tecniche di conservazione più diffuse: refrigerazione,
congelamento, inscatolamento, uso di conservanti chimici,
filtrazione.
Scopo: inibire nell’alimento lo sviluppo dei microrganismi
(azione microbiostatica), uccidere i microbi (az. microbicida),
prevenire o rimuovere la contaminazione microbica con mezzi
meccanici (membrane filtranti), evitare contatto con ossigeno
(molecole antiossidanti).
Fasi di preparazione alimenti: a > rischio di
contaminazione microbica uso in filiera alimentare
produttiva di standard igienici di pulizia e asepsi adeguati
normativa CE sull’autocontrollo: HACCP (Hazard Analysis &
Critical Control Points)
Conservazione alimenti:
uso di mezzi fisici (1)
 Rimozione fisica dei microrganismi: nei liquidi uso di
filtrazione (birra, vino, acqua, succhi, spremute, bibite) e
ultrafiltrazione (latte) con filtri x batteriologia (membrane
filtranti) riduzione o eliminazione carica batterica
 Abbassamento concentrazione osmotica dell’H2O in
alimenti: per garantire il controllo dell’“attività dell’H2O”
(grado di disponibilità di H2O in un alimento);
(1)
disidratazione: processo in cui si sottrae H2O libera da
alimento mediante evaporazione da esposizione a fonte di
calore; (2) essicamento: H2O nell’alimento evapora x
esposizione ad aria e a sole. Evaporazione impedisce azione
di microbi ed enzimi evitando putrefazione in carni e
fermentazione in frutta. Muffe, lieviti e batteri in grado di
tollerare i sali e svilupparsi in condizioni di “bassa attività dell’H2O”
in alimenti.
Conservazione alimenti:
uso di mezzi fisici (2)
 Inscatolamento: inscatolamento (in vetro, metallo, ecc.) e
trattamento termico con riscaldamento ad alte temperature
(100°C x alimenti fortemente acidi; 121°C x alimenti a bassa
acidità) segue raffreddamento rapido con H2O fredda.
 Impiego della temperatura:
o basse temperature: azione microbiostatica; refrigerazione
(0/+4 °C) impedisce moltiplicazione germi patogeni, ma non di
alcuni microrganismi saprofiti); congelamento (-18°C) e
surgelazione (-30/-40 °C) azione di batteriostasi (sospende
attività enzimatiche del cibo e dei microrganismi presenti);
o alte temperature: cibi in scatola (decontaminazione microbica
di cibo e di scatola)+100/+121 °C; autoclave (vapore acqueo
≥+121°C) azione sterilizzante.
Conservazione alimenti:
uso di mezzi fisici (3)
 Impiego delle radiazioni:
o radiazioni ionizzanti (raggi beta e gamma, penetrano in
alimenti) letali x microrganismi;
“radappertizzazione” = sterilizzazione con raggi gamma (da
cobalto-60) di alimenti umidi (con produzione di perossidi da
H2O di cellule microbicheossidazione costituenti cellulari
sensibili) + inibizione del germogliamento su prodotti vegetali
(es. patate, cipolle) + azione conservante (es. vegetali, frutta,
frutti di mare);
o radiazioni non-ionizzanti (raggi ultravioletti)
disinfettanti in luoghi di produzione e confezionamento
alimenti, (es. uso x sanitizzazione di piani di lavoro e di
attrezzatura usata x manipolazione, raggi non penetrano in
alimenti).
Conservazione alimenti:
uso di additivi chimici
Poiché trattamenti con mezzi fisici producono spesso perdita di
caratteristiche organolettiche degli alimenti e alterazione integrità o
perdita qualitativa/quantitativa di principi nutritivi (es. vitamine,
metalli, lipidi, proteine, acidi nucleici),
uso industriale di additivi chimici alimentari con
funzioni di conservanti (antimicrobici) e di antiossidanti
[es. uso di nitriti, nitrati, nitrito di sodio, solfati, etilformiato, acidi
organici (ac. sorbico, propionico, lattico, acetico) in prodotti a base
di grano, latticini, vegetali, frutta, carni] (regolato da severe norme e
controllati da Autorità sanitarie x possibili rischi sulla salute delle
popolazioni).
Metodi tradizionali: uso di elevate concentrazioni di cloruro di sodio
(sale da cucina), saccarosio (zucchero da cucina) e acido acetico (aceto
naturale)pressione osmotica nell’alimento con ”attività
dell’H2O”inibizione x disidratazione dello sviluppo dei microrganismi (es.
marmellate, gelatine, alimenti in salamoia/insaccati).
Sicurezza alimentare
Operazioni fraudolente con potenziale rilievo sanitario x alterazione
salubrità alimenti… [“frodi sanitarie” del Codice penale].
Adulterazioni: operazione fraudolenta in cui la composizione di
un alimento viene modificata senza aggiunte o sostituzioni (es.
scrematura parziale del latte, non dichiarata sul prodotto
commerciale).
Sofisticazioni: modificazione della composizione di un alimento in
cui viene effettuata una sostituzione parziale di alcuni componenti
dello stesso con altri di minore o nessun valore nutritivo, o di basso
prezzo (es. aggiunta di H2O e zucchero al mosto d’uva x ottenere
>quantità di vino a costi molto bassi.
Contraffazioni: sostituzione di un alimento “etichettato x
composizione” con un altro (es. margarina x burro, olio di semi x
olio di oliva, vino con alcol metilico invece che etilico!).
Sicurezza alimentare:
autocontrollo
 Il concetto di “rischio accettabile”: fissati livelli critici di
accettabilità del rischio entro cui non viene compromessa la
salute dei consumatori [“Pacchetto Igiene” 2006, regolamenti
recepiti da CE 2004].
 HACCP: sistema preventivo dell’autocontrollo nella catena
produttiva alimentare x garantire sicurezza valuta tutte le
tappe della filiera produttiva, da materia prima a prodotto
finito (“controllo di filiera”).
 I 7 principi dell’HACCP: (1) analisi dei pericoli e
valutazione del rischio; (2) individuazione dei punti critici di
controllo; (3) definizione dei limiti critici; (4) definizione delle
attività di monitoraggio; (5) definizione delle azioni correttive;
(6) definizione delle attività di verifica; (7) adozione delle
modalità di documentazione.
Fonte bibliografica
Per la parte su igiene della nutrizione
e per approfondimenti su igiene degli
alimenti vedere capitolo 9 del testo
consigliato:
Eudes Lanciotti. Igiene per le professioni
sanitarie. McGraw-Hill (2012)
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