NON SEI SOLO! Strumenti per la gestione delle demenze

annuncio pubblicitario
AZIENDA ULSS 2 FELTRE
Centro Decadimento Cognitivo e Demenze
Sala Piccolotto
16 novembre 2015
NON SEI SOLO!
Strumenti per la gestione delle
demenze
La gestione delle problematiche
comportamentali
16 novembre 2015
Desy Meneghello - Psicologa
[email protected]
Silvia Tessaro - Educatrice
[email protected]
Centro Servizi “ San Giuseppe” di Quero – Vas (BL)
Comportamento
Definizione
Qualsiasi risposta esterna o interna di un individuo che deriva
da un processo di attivazione cerebrale e che a livello
anatomico significa “attivazione di connessioni tra neuroni”.
Presenza delle alterazioni
comportamentali
Sono il riflesso dello stato di confusione nel quale la
persona affetta da demenza viene a trovarsi e di cui
non riesce a dare una spiegazione.
“Essere nella nebbia”
Disturbi comportamentali
AGITAZIONE
PSICOMOTORIA
APATIA
Ritiro
Affaccendamento
Perdita di interessi
Vagabondaggio
Demotivazione
PSICOSI
Irrequietezza
Allucinazioni
Stereotipie
Vestirsi/svestirsi
DEPRESSIONE
Deliri
Turbe del sonno
Tristezza
Misidentificazioni
Disperazione
AGGRESSIVITÀ
Resistenza aggressiva
Aggressività fisica
Aggressività verbale
Ansia
Colpa
Lamentosità
Vivere con e non contro i
disturbi comportamentali
INDICAZIONI PRATICHE
• La creatività come elemento essenziale per rispondere al qui
ed ora ai bisogni/disagi della persona malata non
preoccupandoci troppo delle buone maniere o dell’
”etichetta”.
• Mantenere le abilità che riesce a svolgere dando tutto il
tempo necessario per eseguirle e congratulandosi con lui per
gli atti compiuti, sostenendo in tal modo il senso di dignità,
occupazione e identità.
• Orari mantenuti con regolarità.
INDICAZIONI PRATICHE
• Clima ambientale e relazionale calmo e rilassato,
protettivo e rassicurante: la persona perde pian
piano le capacità verbali ma mantiene quelle di
relazione, di “contatto”, di comunicazione “da
cuore a cuore”.
• Spiegare ogni gesto compiuto, chiedendo
permesso e collaborazione sopratutto quando ci
si avvicina per un contatto fisico (es. igiene della
persona).
• Semplificare l’ambiente circostante: no troppi
stimoli e diversi contemporaneamente e rumori
disturbanti.
INDICAZIONI PRATICHE
• Accompagnare le parole con i gesti mostrando
sempre le opportunità che non devono essere più
di due alla volta (es. scelta dei vestiti).
• Nei momenti di maggior ansia e agitazione
(deliri, allucinazioni, frustrazione per la
mancata comprensione o paura di un pericolo
indefinito, richieste nell’andare a casa) cercare
di spostare l’attenzione su oggetti o attività
piacevoli e interessanti per la persona assistita.
• Ridurre uso di bevande eccitanti (caffeina,
teina).
Vagabondaggio
(giro del gingolo e corteccia dorso laterale)
INDICAZIONI PRATICHE
• Fare in modo che la persona abbia sempre con sé un
•
•
•
•
documento di identità o un biglietto di riconoscimento.
Mettersi nei panni della persona malata immaginando i
luoghi significativi per lei (soprattutto legati alla prima età
adulta- infanzia).
Creare degli spazi sicuri dove muoversi in libertà (giardino
chiuso senza ostacoli).
Deviare l’impulso motorio ad attività finalizzate semplici che
siamo sicuri riesca a fare (preparare la tavola per una
persona, piegare indumenti, lavare il tavolo con la spugna,
prendere un thè).
Evitare cambiamenti troppi bruschi.
Disinibizione
(corteccia orbitale ventro-mediale)
INDICAZIONI PRATICHE
• Osservare il comportamento per capire i reali bisogni (caldo•
•
•
•
freddo).
Non rimproverare o reagire in maniera eccessiva, non è
consapevole di ciò che sta facendo.
Distrarre la persona per allontanarlo dal luogo o distogliere
dall’azione in atto.
Avvisare le persone vicine e conoscenti della manifestazione
disinibita per prevenire reazioni esagerate.
Uso di indumenti non troppo complicati (senza cerniere,
bottoni, colletti da sistemare/aprire).
Deliri e allucinazioni
(corteccia prefontale dorso laterale e aree temporo-limbiche)
INDICAZIONI PRATICHE
• Distinguere le due manifestazioni.
• Non offendersi se il malato vi ritiene colpevoli di cose non
•
•
•
•
•
fatte: meglio non reagire, non tentare di far capire
l’assurdità al malato.
Tenere traccia dei posti dove la persona mette gli oggetti.
Ridurre il numero dei possibili nascondigli.
Aiutare il malato a ritrovare le cose perdute.
Utilizzare gli elementi allucinatori o deliranti per aiutare il
paziente ad esprimere il problema.
Eliminare oggetti e situazioni in cui è facile che si presentino
tali manifestazioni (specchi, quadri terrificanti, evitare
giochi d’ombra).
COSA EVITARE
• Interrompere la persona per indurla a un’altra
occupazione, prima concludere quella in corso.
• Arrabbiarsi o urlare e rimproverare: meglio fare
esempi pratici.
• Insistere: proporre piuttosto l’attività in altro
momento o individuare persone più rassicuranti
(es. per il bagno).
COSA EVITARE
• Cercare di lottare per liberarsi dalla stretta della
persona malata o bloccare il paziente
mettendolo con le spalle al muro.
• Mostrarsi impauriti. Essere, invece, rassicuranti
rispetto a quello che sta succedendo per non
trasmettere la sensazione di un ambiente che
non sa accogliere le difficoltà.
• Ricorrere alle punizioni.
COSA EVITARE
• Deridere: dimostrargli invece che si
comprende il suo stato d’animo.
• Nei momenti di nervosismo e aggressività
avvicinarsi in più persone: senso di mancanza
di libertà e soffocamento
paura.
Alcune guide pratiche….
• PROGETTO RING
www.comune.torino.it/pass/php/4/ring.php > kit Ring -> “Guida per chi si prende cura”
• “La malattia di Alzheimer: assistenza e cura”
www.remind-uva.net/pdf/assistance.pdf
Scarica