Carcinoma Del Rinofaringe

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CARCINOMA DEL RINOFARINGE
Aspetti epidemiologici e clinici
Il carcinoma del rinofaringe è un tumore raro in età pediatrica; rappresenta circa l'1% delle neoplasie maligne pediatriche e la
maggior parte dei casi viene diagnosticata durante l’adolescenza. Solo l’1% dei carcinomi del rinofaringe è diagnosticato in
soggetti con età inferiore a 19 anni ma in questa fascia d’età costituisce il 35-50% dei tumori primitivi del rinofaringe.
L'incidenza varia notevolmente secondo la razza e la distribuzione geografica: è approssimativamente di 1 caso ogni 100.000
soggetti nella popolazione bianca europea e dell'America settentrionale, ma raggiunge i 20 casi su 100.000 nel sudest asiatico,
i 25 a Hong Kong e gli 8-10 casi nel Nord dell'Africa.
Il tumore origina più frequentemente dalle fossette di Rosenmuller e dalla volta rinofaringea. Le neoplasie della volta tendono
ad estendersi all’interno della cavità rinofaringea interessando in avanti le coane, le fosse nasali e di qui i seni paranasali e
inferiormente il palato molle; possono inoltre raggiungere, per erosione della lamina cribrosa dell’etmoide, la fossa cranica
anteriore e in alcuni casi, dopo aver superato il seno sferoidale e il pavimento della sella turcica, anche la fossa cranica media.
Nelle forme infiltranti sottomucose, il tumore invade l’orifizio tubarico della tuba uditiva e tende a superare la parete
faringea, interessando precocemente il tessuto fibroadiposo parafaringeo, le pterigoidi, le strutture ossee della base cranica e
le formazioni nervose emergenti dalla fossa cranica media. La diffusione linfatica è precoce e assai frequente (fino all’80%
dei pazienti ha metastasi linfonodali alla diagnosi): i linfonodi inizialmente interessati sono quelli profondi retro e
laterofaringei ma i primi a rendersi clinicamente evidenti sono quelli del terzo superiore della catena giugulare interna. Le
sedi più frequenti di metastasi a distanza sono lo scheletro, il polmone e il fegato.
Aspetti istologici
Il carcinoma rinofaringeo viene classificato dalla WHO in tre sottotipi: tipo I, cheratinizzante a cellule squamose; tipo II, non
cheratinizzante differenziato; tipo III, non cheratinizzante indifferenziato, di solito associato ad un prominente infiltrato
reattivo linfoplasmacitico (linfoepitelioma). In età pediatrica viene diagnosticato quasi esclusivamente il tipo III. Vi è una
stretta associazione tra questa varietà istologica e l'infezione del virus di Epstein-Barr (EBV). Tale associazione è dimostrata
sia dal riscontro nel siero dei pazienti affetti di elevati titoli anticorpali verso vari antigeni virali, sia dalla presenza dell'EBVDNA e di alcuni antigeni virali nelle cellule neoplastiche: in particolare gli antigeni nucleari precoci, EBNA, e la proteina
latente di membrana, LMP, importante nel processo di trasformazione maligna.
Stadiazione e fattori prognostici
Le casistiche pediatriche riportare in letteratura sono poche, spesso costituite da un numero esiguo di pazienti, arruolati in
lunghi intervalli di tempo e trattati in modo non uniforme. Le percentuali di sopravvivenza a 5 anni nelle casistiche più
recenti sono attorno al 60-70%. L’estensione di malattia, studiata in accordo alla quinta edizione del TNM, è il principale
fattore prognostico. Il tumore viene classificato T1 se la neoplasia è limitata al cavo rinofaringeo, T2 se si estende ai tessuti
molli del
rinofaringe e/o alle fosse nasali (T2a: senza estensione parafaringea; T2b con estensione parafaringea), T3 se invade le
strutture ossee e/o i seni paranasali, T4 se il tumore ha un’estensione intracranica e/o interessamento dei nervi cranici, della
fossa infratemporale, dell’ipofaringe o dell’orbita. L’estensione linfonodale viene così definita: N0, linfonodi regionali liberi
da neoplasia; N 1, linfonodi regionali liberi da neoplasia; N2, metastasi in uno o più linfonodi monolaterali, di dimensione
massima inferiore a 6 cm, al di sopra della regione sovraclaveare; N3, metastasi bilaterali di dimensione massima inferiore a
6 cm, al di sopra della regione sovraclaveare; N4a, metastasi linfonodali di dimensione massima superiore a 6 cm, N4b, con
estensione alla regione sovraclaveare. Vi è infine la definizione di M0 e M1 in base all’eventuale presenza di metastasi a
distanza.
Studi negli adulti hanno dimostrato un ruolo prognostico dei livelli serici di EBV-DNA. A questo proposito non vi sono dati
in pazienti pediatrici.
Terapia
Il carcinoma rinofaringeo è una malattia non aggredibile chirurgicamente in considerazione della complessa localizzazione
anatomica. Il cardine della terapia è costituito dalla radioterapia che rappresenta il trattamento elettivo per il tumore primitivo
e le metastasi linfonodali regionali. L'elevata percentuale di ricadute a distanza nelle casistiche di pazienti trattati con sola
radioterapia ha suggerito tuttavia l'introduzione della chemioterapia, soprattutto nei pazienti con malattia localmente
avanzata. Numerosi lavori retrospettivi su casistiche pediatriche dimostrano una migliore sopravvivenza dei pazienti trattati
con approccio combinato radio-chemioterapico rispetto a quelli trattati con sola radioterapia, anche se le differenze spesso
non raggiungono la significatività statistica e uno studio randomizzato non è mai stato condotto.
In letteratura sono stati utilizzati diversi schemi di chemioterapia, nessuno dei quali si è dimostrato nettamente superiore agli
altri ma sembra evidente una maggiore attività degli schemi che comprendono il cisplatino.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -------------------------Il PROGETTO T.R.E.P. (Tumori Rari in Età Pediatrica)
In Italia esiste un gruppo di esperti che dal 2000 si dedica allo studio dei tumori rari dei bambini e giovani adolescenti registrando le
caratteristiche dei pazienti affetti, elaborando raccomandazioni per il trattamento e avviando studi specifici per i diversi tumori. A questo
progetto aderiscono i centri di oncologia pediatrica aderenti all’AIEOP (Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica) e i reparti
di chirurgia pediatrica aderenti alla SICP (Società Italiana di Chirurgia Pediatrica).
I pazienti affetti da Carcinoma indifferenziato del rinofaringe rientrano in questo progetto.
Per informazioni:
tel 049/8218045
email: [email protected]
VERSIONE 1.0 FEBBRAIO 2007
A CURA DI: M. CASANOVA
DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: FEBBRAIO 2007
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