L`epoca dei social network: utilità e pericoli del web

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Aperiodico on-line di attualità e cultura
reg. del tribunale di Potenza n° 363 del 3 luglio 2007
<<sez. News>>
Martedì 29 Giugno 2010 “uscita n. 6”
L’epoca dei social network: utilità e pericoli del web
di Raffaella Faggella
1. L’epoca del postmoderno, che ha visto la caduta delle fondamentali ideologie
politiche e delle più importanti concezioni filosofiche del ventesimo secolo, malgrado
qualche voce dissonante, che invita a non credere assolutamente nei risultati della
scienza moderna, non può negare l’unico valore che ancora resiste nell’attuale “crisi dei
fondamenti”: la fiducia nella moderna tecnologia dell’elettronica. Nella nostra civiltà
della comunicazione, in un mondo globalizzato e sempre più computerizzato, in un
universo che comunica quasi totalmente via internet, non è concepibile non saper
mandare un’e-mail, ma occorre viaggiare on line per raggiungere parenti o amici
lontani, o, più semplicemente conviene usare il p.c. per evitare di fare la fila agli
sportelli di una banca o dell’anagrafe. Se pur esistono ragioni contrarie all’uso
continuato del computer, come il pericolo della dipendenza per i minori e in alcuni casi
disturbi ergonomici e del sonno per gli adulti, non si può negare che esso, se usato
opportunamente, è un grande facilitatore della nostra esistenza. Oggi, ad esempio, c’è
chi sostiene che il computer, specialmente la connessione ad internet, pur non potendo
del tutto sostituire le effettive relazioni sociali, può essere in alcuni casi una grande
compagnia e un autentico antidepressivo contro la solitudine degli anziani che,
inizialmente
riottosi
nei
rispetti
delle
moderne
tecnologie,
successivamente
ricredendosi non si sentono più inutili, anzi, spesso ritrovano proprio negli internet
saloon una ragione in più per non isolarsi e non di rado l’entusiasmo di vivere. Eppure,
accanto ai grandi e in alcuni casi insperati vantaggi originati dall’uso del Web, è
opportuno sottolineare anche i pericoli che possono derivare da un’utilizzazione
acritica dei contenuti veicolati da blog e social network.
2. Di recente Gianni Riotta, in una sua “Lezione di Giornalismo”, non ha mancato di
sottolineare il bene e il male dell’informare nell’epoca del Web fino al punto di
insinuare un dubbio sul significato dei seguenti versetti del Vangelo di San Giovanni:
“Voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi”. In effetti, nell’epoca di Google
e Facebook, secondo la visione postmoderna, non è più possibile credere
tradizionalmente ed esclusivamente ad una verità oggettiva ed assoluta, ma al tempo
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di Internet essa non solo è frutto di convenzione, ma è una verità che, moltiplicata
all’infinito nel caleidoscopio dei siti Internet, deformata volutamente dalla mente
degli specialisti, rischia di produrre la manipolazione di contenuti che invece di
renderci liberi di creder in una sola certezza finisce effettivamente per renderci
schiavi. Questo l’hanno capito alcuni regimi totalitari o addirittura organizzazioni
fuorilegge come Al Qaeda che utilizzano la comunicazione telematica a propri fini di
dominio o di propaganda terroristica. Ma non sempre accade così, come dimostrano gli
ultimi avvenimenti di Teheran, dove, dopo il contestatissimo esito del voto alle
presidenziali, i pasdaran (i”guardiani della rivoluzione islamica”) per arginare la
“protesta verde” degli oppositori del regime di Ahmadinejad sostenuto dagli
Ayatollah, che si sono serviti del Web per far conoscere al paese e al mondo la
violenza della repressione organizzata contro i sostenitori di Mussavi, per fermare i
contestatori hanno dichiarato guerra a Facebook e Twitter, i social network utilizzati
dai giovani oppositori come canali per mettere al corrente l’opinione pubblica locale e
internazionale delle violenze, delle minacce di morte, che non hanno risparmiato
neppure gli inviati della stampa mondiale. Le antenne oscurate o confiscate, i siti
internet censurati, sono la migliore testimonianza della guerra dichiarata ai blog dal
regime di Ahmadinejad. C’è da chiedersi perché il Web, che potrebbe essere il
migliore alleato per la formazione e il controllo di una voluta opinione pubblica, venga
utilizzato esclusivamente dagli avversari del regime teocratico di Teheran? La
chiusura dei siti internet da parte dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica
di trent’anni fa, va spiegato col fatto che il Web è ritenuto uno dei prodotti più
degenerati dell’odiato capitalismo occidentale, il moderno satana esportato dagli
americani, da cui per evitare il contagio non vogliono prendere nulla, esclusa la potenza
dell’uranio, che essi possono usare non tanto a fini civili, come sostengono, ma
piuttosto come deterrente nei riguardi dei popoli confinanti o prossimi nemici, come
Israele, o come minaccia contro lo stesso Occidente.
3. Prima di affrontare più dettagliatamente la questione dei pericoli legati ad
un’utilizzazione indiscriminata del Web, che richiama conseguentemente il difficile
problema della sicurezza in rete, è il caso di elencare brevemente insieme alle ultime
novità
alcuni vantaggi ed aspetti positivi legati all’uso sempre più allargato degli
strumenti telematici e di Internet. Cominceremo col ricordare l’interessante progetto
messo a punto dalla Commissione Europea, che, dopo aver risposto all’iniziativa di
Google di estendere in rete la conoscenza dei libri e delle pubblicazioni del mondo, ha
disposto la creazione di una European Digital Library che consente a chiunque di
accedere con un solo click al meglio del patrimonio librario europeo. Tale realizzazione
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di portata eccezionale si innesta sulle linee guida del programma “Michael” avviato già
nel 2002 dall’Unione con lo scopo di creare un servizio innovativo on line per l’accesso
al patrimonio culturale europeo. Il progetto, nato dalla collaborazione di alcuni stati
membri, quali Francia, Regno Unito e Italia, adottando una piattaforma software
multilingue già sperimentata in Francia,
offre la possibilità a qualsiasi utente di
accedere facilmente e velocemente attraverso un portale multimediale ai contenuti
digitali delle collezioni dei più importanti musei, archivi e biblioteche presenti nel
continente europeo navigando in privato su internet. Oggi è altresì possibile
realizzare, anche se in modo virtuale, desideri e progetti altrimenti irrealizzabili,
come quello concretizzato da 30 mila tifosi inglesi che con soli sessanta euro hanno
finalmente dato consistenza al loro sogno di comprare e gestire tramite la rete una
propria squadra di calcio. Ma, probabilmente l’ultima novità in fatto di connessione si
chiama Google Latitude,
un nuovissimo strumento che, ispirandosi alle mappe di
localizzazione ad uso dei turisti ancora presenti nelle nostre strade, ci offre la
possibilità di conoscere la posizione di una persona di nostra conoscenza con
l’approssimazione di cento metri. Basta un cellulare o il dispositivo wireless del
computer di casa collegato ad internet per attivare un sistema di contatti che, ad
esempio, potrebbe consentire ad un marito tradito di individuare in ogni momento la
collocazione e gli spostamenti della moglie fedifraga o ad un gruppo di amici di
individuare le rispettive posizioni per organizzare una serata da trascorrere insieme
in pizzeria o in discoteca.
4. Per concludere diremo che la nostra è l’epoca dei social network, che oggi contano i
loro iscritti a milioni. Dopo Google e Widows Live il sito attualmente più gettonato è il
noto Facebook, fondato nel 2004 dal giovanissimo Mark Zuckerberg, che secondo i
dati forniti da Alexa ha raccolto da noi in un anno più di cinque milioni di iscritti. Gli
utenti del sito, che era frequentato inizialmente solo dai giovanissimi per vincere la
solitudine e ricercare nuove amicizie, è oggi visitato anche dai loro genitori e da una
clientela adulta, che lo utilizzano prevalentemente come ricerca di persone, amici
lontani o ex compagni di scuola. Ma la vera fortuna dei blog, compreso Facebook, è
probabilmente legata non tanto alle informazioni affettive messe in rete dagli utenti
quanto piuttosto alla possibilità di utilizzare le pagine Web per fare la pubblicità
mirata per grandi marche che oggi non sono più disposte a pagare grosse cifre ai noti
ambasciatori nel mondo dei loro prodotti, i cosiddetti testimonials, ma aspirando
anch’esse ad una pubblicità a basso costo bussano alle porte dei blog. In effetti, a
parte l’eccezione di alcune grandi aziende che ancora possono permettersi enormi
ingaggi di star internazionali, oggi la maggior parte dei producers nella guerriglia del
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marketing non guarda più alla televisione ma si orienta sempre più verso i new media e
internet che al momento offrono la possibilità di una pubblicità low cost. Si
moltiplicano a tal proposito gli spot pubblicitari declinabili anche sul web, come ad
esempio quello di marchi come la Renault o l’Ikea o la campagna pubblicitaria dell’AIL,
l’Associazione italiana contro le leucemie. Ma, come si è detto, accanto ai grandi e in
alcuni casi insperati vantaggi originati dall’uso del Web, è opportuno mettere in conto
anche i principali rischi che possono derivare ad un incauto navigatore da
un’utilizzazione acritica dei contenuti messi in rete da blog e social network che si
possono così sintetizzare: pericoli per la salute, truffe e frodi, pirateria informatica.
5. Attualmente un numero sempre più cospicuo di persone, usando il web come fonte
principale di notizie mediche, cerca informazioni in rete sulla propria salute
presumendo di poter fare a meno del medico e di saper formulare un’esatta diagnosi
sulla base delle notizie ricavate da internet. Questa nuova frontiera della salute,
partendo dall’America, ha trovato nuovi adepti anche da noi, dove numerosi siti medici
specializzati offrono pareri e teleconsulti. Del fenomeno in preoccupante crescita si è
occupato la rivista Focus pubblicando di recente un’inchiesta del Cnr di Pisa che,
mettendo in guardia sui pericoli che si corrono affidandosi esclusivamente al web
senza supporto medico, dà degli ottimi consigli per non essere inghiottiti dalla rete e
per muoversi con cognizione di causa all’interno di Cyberdoc, uno dei siti del dottor
internet. E’ innegabile che è possibile ricavare dal web notizie utili a qualsiasi
paziente, ma è anche vero che non ci si può fidare esclusivamente delle informazioni
raccolte in rete che non riusciranno mai a sostituire un’attenta diagnosi medica. Un
altro errore da non commettere è quello di acquistare farmaci su internet senza il
necessario controllo medico, perché c’è il rischio di ricevere prodotti non adatti all’uso
in quanto adulterati e contraffatti o non del tutto rispondenti alle esigenze mediche
del paziente.
L’esistenza in Italia di duecentosessanta siti Web pro anoressia, molto pericolosi per
la salute delle giovanissime, ha indotto il nostro governo a mettere fuori legge Ana
(l’anoressica) e Mia (la bulimica) che si sono rivelati due killer virtuali per moltissime
adolescenti che, esortandosi a dimagrire con istruzioni e trucchi, a migliaia
combattono on line la loro battaglia giornaliera con un’autentica sfida alla vita di
rinunciare al cibo prendendosi gioco dei genitori e inneggiando alla magrezza come
stato di grazia. Il pericolo costituito dai siti pro anoressia ha indotto alcuni
ricercatori dell’università di Torino a svolgere un’indagine sul rapporto che esiste tra
internet e i disturbi alimentari delle giovanissime che è giunta a risultati sconcertanti.
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Secondo i dati forniti dal ministero della Salute sono trecentomila nel mondo i siti
internet che inneggiano all’anoressia, tre milioni le persone, soprattutto donne, tra i
tredici e i trent’anni che soffrono di disagi alimentari che non di rado si accompagnano
a disturbi nervosi e della personalità, come la depressione e gli attacchi di panico che
nei casi estremi inducono le anoressiche a tentare il suicidio.
6. Molti esperti di marketing sono convinti che internet sia la migliore vetrina per la
diffusione e la vendita di alcuni prodotti commerciali, la cui immagine moltiplicata in
rete con la proposta di prezzi veramente concorrenziali rispetto alle fonti
pubblicitarie
del
commercio
ordinario
sono
così
invitanti
che
inducono
frequentemente all’acquisto anche le persone assennate. Non mancano per converso
quelli che ritengono che sia pericoloso comprare in rete, denunziando a tal proposito le
loro personali disavventure telematiche, che generalmente consistono in truffe o
bidoni subiti on line. Per quanto mi riguarda, sono personalmente convinta che non
occorre generalizzare, col ritenere che qualsiasi offerta di acquisto proposta via
internet debba essere guardata con sospetto o ritenuta senza ombra di dubbio
fraudolenta. Se pure non mancano nel web, come vedremo in seguito, biechi
approfittatori o addirittura autentici criminali, c’è da dire che la vendita on line è in
alcuni casi veramente vantaggiosa e utile, non fosse altro perché favorisce la
concorrenza contribuendo a far calare i prezzi. E’ stato stimato che un miliardo di
persone nel mondo utilizzano internet e una fetta consistente di essi si diverte a fare
acquisti sul web o fa operazioni di banking on line senza pensare che all’interno di una
tale mandria spesso si annidano pericolosi predoni. E’ questa la faccia più pericolosa di
internet, quella criminale del phising tecnico. I rischi delle truffe operate da cybercriminali esistono e occorre stare all’erta per evitarle in quanto molte volte esse sono
mascherate dietro iniziative di tipo umanitario, come quella organizzata da una finta
Onlus criminale che ha promosso recentemente attraverso alcuni siti web l’iniziativa
benefica di costruire un orfanotrofio in Africa, risultata alla fine una grande truffa
realizzata a danno dei malcapitati aderenti al’’impresa. C’è da credere che esiste nella
grande costellazione del web la presenza inquietante di abili delinquenti che
utilizzando le loro abilità tecnica sono in grado di accedere all’interno dei conti
correnti on line dopo aver carpito fraudolentemente i codici di accesso
dei
malcapitati fruitori.
7. Eppure per difendersi dagli artefici delle truffe e dei raggiri che avvengono via
internet non è il caso di pensare a complicate soluzioni tecniche che pure esistono, e
delle quali diremo in seguito, ma per non essere derubati sul web bastano un po’ di
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attenzione e pochi consigli tecnici per non cadere nella rete dei truffatori. Non tutti
sanno che in Italia funziona benissimo una sezione specializzata della polizia postale
che dispone di modernissime attrezzature per rintracciare gli autori dei raggiri che
avvengono on line, alla quale nei casi estremi ci si può rivolgere qualora si voglia
denunciare di aver subito un furto tramite internet. Nelle comuni circostanze è
sufficiente solo un po’ di buonsenso e l’applicazione di elementari comportamenti. Per
prevenire
qualsiasi
azione
fraudolenta
basterebbe
innanzitutto
cambiare
frequentemente la propria password, come fanno le banche e le grandi aziende per
tener criptati i loro codici di accesso. In secondo luogo, nel caso si voglia evitare che
qualcuno entri nel mio conto bancario per alleggerirne il contenuto, occorre
pretendere per contratto che l’istituto di credito depositario del conto on line mandi
una mail tutte le volte che si registri sul proprio account qualsiasi operazione. A parte
l’accortezza da non dimenticare di far scadere periodicamente la password, vi
garantisco che quest’ultimo sistema, ove venga attivato, potrebbe funzionare meglio di
un antifurto. Oltre al furto ordinario delle sostanze che potrebbe toccarci via
internet, c’è da mettere in conto anche il rischio del furto della propria identità che,
senza essere inteso come un reato punibile in base al codice penale, è spesso
perpetrato sui social network. Per questo, per accedere a siti un po’ anarchici come
Facebook che non sono in grado di garantire realmente e giuridicamente il rispetto
della privacy, non bisogna eccedere nella comunicazione dei nostri dati personali per
evitare che qualcuno si impossessi della nostra identità che, secondo me è un bene
prezioso che andrebbe tutelato non meno di quelli materiali che custodiamo in
cassaforte.
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