La depressione - Psicoterapia.it

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Centro Studi di
Terapia della Gestalt
Michele Mozzicato
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1. La depressione.
Quella che assomiglia, ma solo in parte, alla depressione è la tristezza che è un'
esperienza abbastanza comune. Se non si è è sperimentato un vissuto depressivo c' è la
difficolta' di entrare nel mondo del depresso.
La depressione è in piccola parte osservabile (atteggiamento, comportamento) ma
fondamentalmente possiamo accedere al mondo del depresso se è capace di
descriverlo. In questo senso la depressione è un sintomo, un disturbo dell' umore.
Anche questo termine e difficilmente esprimibile, si dice che il tono dell' umore è quello
che da' la coloritura emotiva alla nostra esperienza. Viene classificato come forza
profonda, forza vitale, slancio vitale, esso è un costituente fondamentale dell’ essere
umano.
Normalmente abbiamo un tono basico dell' umore, cioè un umore che ci sostiene nell'
esistenza. La depressione è legata a queste oscillazioni del tono dell' umore.
Il tono dell' umore non è sempre stabile ma ha un andamento sinusoidale: giornata storta,
ci sentiamo giu', altre volte ci sentiamo piu tonici: questa è una caratteristica del tono dell '
umore quello di essere fasici o periodici, cioè questi disturbi si manifestano a periodi e
possono avere un collegamento con le stagioni (in inverno ed inizio di primavera si
manifesta di piu'): ancoraggio a qualcosa che non appartiene alle categorie dell' uomo ma
sono collegate con eventi molto piu' ampi.
In passato questa caratteristica era molto particolare, la persona che va in depressione e
resta in questo stato non veniva curata in nessun modo (psicofarmaci, terapie) quando
non c' erano rimedi specifici ma aspecifici di sostegno, la crisi depressiva dura da 4 a 6
mesi e poi la persona guarisce da sola e ritorna ad essere come prima della crisi, quindi è
un evento strano, coinvolgente, intenso anche limitante dal punto di vista personale, l'
intervallo fra una crisi e l' altra viene chiamato normotipico l' umore ritorna ad essere
normale.
La caratteristica della periodicita' vuol dire questo: chi ha sofferto di un episodio
depressivo maggiore rischia la ricaduta che non ha una periodicita' fissa: c' è chi ha
avuto un episodio depressivo quest' anno puo' ricadere dopo dieci anni, altri se fanno due
l' anno e ci sono persone che quasi non escono ed hanno fasi normotipiche molto brevi
oppure ci sono persone che non hanno piu' ricadute.
Nei disturbi dell' umore si ha questo passaggio dalla malattia a quello di benessere in cui
il sintomo depressivo scompare, a differenza dei disturbi dissociativi schizofrenici che
intaccano la struttura di personalita' perchè il paziente schizofrenico e ' sempre
schizofrenico nel senso che anche al fuori delle crisi ha sempre dei comportamenti
schizofrenici con difficolta' cognitive ed emotive.
Si dice che l' evoluzione della depressione è positiva perchè per quanto una persona
possa avere molti episodi di depressione la personalita' non viene intaccata (ad esempio
una settimana prima la persona depressa era assolutamente incapace di vivere, dopo 10
giorni la persona torna ad essere reattiva).
Il disturbo dell' umore e ' l' asse portante della depressione e del corrispettivo opposto che
è la mania, pero' per avere la malattia depressiva o quella maniacale vera e propria o altre
malattie che sono classificate nei disturbi dell' umore, non basta la deflessione del tono
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dell' umore ci sono altri sintomi che dal punto di vista della comprensivita' discendono
come effetti del calo del tono dell' umore: la sfera cognitiva, il pensiero, il funzionamento
sociale, le emozioni non vengono coinvolte.
Quando parliamo di disturbi dell' umore o depressione-sindrome intendiamo il
calo del tono dell' umore ma anche tutta questa costellazione di sintomi che l'
accompagnano.
Allora la depressione diventa una malattia una sindrome, questa distinzione è utile farla
perchè la depressione sintomo si puo' avere anche in altri tipi di disturbi che non sono
disturbi dell' umore, come ad esempio fobia sociale, attacchi di panico, o di malattie
somatiche, abuso di sostanze come droghe, questi casi vengono denominati disturbi dell'
umore secondari cioè non hanno tutte le caratteristiche che hanno i disturbi dell' umore
primario.
Di fronte ad una situazione depressiva bisogna capire se siamo di fronte ad un disturbo
dell' umore primario, depressione o una mania vera e propria, o la depressione e la mania
sono concomitanti o conseguenti ad altre manifestazioni cliniche, ad esempio l' uso di
farmaci o di sostanze possono disturbare l' umore come chi usa delle anfetamine entra in
una situazione di eccitamento maniacale, mentre altri farmaci che abbassano la pressione
arteriosa a lungo andare possono portare ad una situazione di depressione.
Quando arriva un paziente depresso bisogna capire se è un disturbo dell' umore o se
soffre di altri disturbi, questo è imparante per due motivi:
1. per la terapia da attuare
2. bisogna scoprire la malattia che sottende il disturbo del tono dell' umore (tipo il tumore
cerebrale puo' avere una sintomatologia di tipo depressivo).
1.1 Motivi per cui ci si ammala di depressione. Fattori predisponenti.
Molte teorie: Ippocrate aveva distinto 4 temperamenti: collerico, melanconico (dal greco
bile nera), sanguigno, flemmatico. L' aspetto temperamentale è stato ripreso nell' 800. Il
temperamento è stato definito da aspetti biologici, neuro fisiologici che caratterizzano
ognuno di noi.
Tipi di temperamenti individuati:
-- persone IPERTIMICHE, normalmente hanno un tono dell' umore elevato. Lavorano,
attivi, chiacchierano ecc. È piu' presente nei maschi.
-- temperamento CICLOTIMICO: 1 mese, 3 mesi, 6 mesi sono euforici e poi per alcune
settimane o mesi sono con tono del' umore basso. Hanno le 2 fasi dei disturbi depressi
come tratti temperamentali e le oscillazioni con limiti ristretti. Sono persone normali.
-- temperamento DISFORICO/IRRITABILE: sono persone che reagiscono a stimoli
ambientali in modo sia aggressivo sia di ritiro, il tono dell' umore non è nè triste nè
allegro, il termine clinico è disforia. Questo temperamento è una della cause che
possono portare alla depressione o alla mania.
-- temperamento DEPRESSIVO: c' è bassa autostima, senso di inadeguatezza, ecc. È piu'
presente nelle donne.
1.2 Fondamenti biologici della depressione.
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È chimicamente rivelabile. Mentre alcuni farmaci hanno un effetto antidepressivo e
antimaniacale, questi tipi di farmaci in realta' agiscono a livello dei neuro trasmettitori
cerebrali la serotonina e la noradrenalina. Sicuramente c' è anche una componente
biochimica che è presente in queste persone.
Rispetto alla periodicita' anche alcune componenti prettamente biologiche possono avere
influenza sul disturbo, ad esempio gli aspetti cronobiologici (andamenti stagionali), alcuni
sintomi della depressione hanno ritmi biologici giornalieri (ad es. il fatto che il depresso si
sveglia presto al mattino) come se gli orologi biologici fossero alterati.
Altra sindrome depressiva come quella premestruale è ciclica, periodica. Quindi disordini
dei neuro trasmettitori che degli orologi biologici che regolarizzano non solo i ritmi
circadiani (ad esempio la fame), ma anche il ritmo sonno veglia regolato dalla melatonina
in stretta correlazione con il foto periodo, perchè la depressione che insorge in autunno ed
in inverno è legata alla quantita' di luce e la luce ha a che fare con la secrezione dell'
ormone della melatonina.
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1.3 Interpretazioni di tipo psicologico.
In particolare la psicoanalisi. Freud aveva notato quella stretta somiglianza che è lutto e
malinconia.
La depressione per Freud ha a che fare con la perdita dell' oggetto d'amore, nel significato
psicoanalitico la mania è una fuga dalla depressione. Quale è la differenza fra un lutto
normale che è pure dovuto alla perdita dell' un oggetto amato e la depressione che è
sempre dovuto alla perdita dell' oggetto amato ma che prende una sintomatologia ed una
condizione esistenziale completamente diverso dal lutto normale?
Per Freud il depresso aveva introiettato l' oggetto d' amore in modo ambivalente: da un
lato positivo perchè l' oggetto d' amore gli da' la rassicurazione, l' amore, l' accudimento,
dall' altro lato avendo sperimentato da bambini che questo oggetto d' amore non sempre e
' disponibile per noi a darci tutto quello che di cui abbiamo bisogno in qualche modo noi
siamo arrabbiati con questo oggetto' d'amore. Questa introiezione e ' ambivalente: da un
lato abbiamo messo dentro un oggetto d' amore positivo, dall' altro lato questo oggetto d'
amore che abbiamo perso, che per Freud non vuol dire che questo oggetto è morto, in
qualche modo dentro di se è perso, il fatto che la mamma non viene quando la chiamiamo
per noi è come se l' avessimo cancellata.
Il pensiero della Klein sull' insorgenza della depressione: la Klein distingueva nel nostro
sviluppo, quando nasciamo nei primi mesi siamo in una fase schizo-paranoide; nell' anno
e mezzo entriamo nella fase depressiva cio' ci fa capire l' ambivalenza della situazione
depressiva.
Quando noi siamo piu' piccoli non siamo in grado di percepire l' oggetto intero: se io ho
fame e la mamma mi porta la tetta allora per me è la tetta buona, se ho fame chiamo,
strillo, ma la mamma non mi porta la tetta, allora per me è la tetta cattiva. La posizione
schizo paranoide ha come meccanismo portante la scissione, il mondo buono e il mondo
cattivo. Entrando nella fase successiva che si chiama fase depressiva il bimbo si accorge
che queste due tette appartengono alla stessa persona. l' oggetto allora è sia buono che
cattivo, su cio' il bambino si trova di fronte ad un conflitto pesantissimo: sperimenta l'
amore per l' oggetto di amore quando il suo bisogno è soddisfatto e sperimento rabbia e
odio per questo oggetto d' amore, che vorrebbe far fuori, quando il suo bisogno non è
soddisfatto.
La possibilita' che abbiamo, ma non tutti la percorriamo, è che alla fine noi dobbiamo
staccarci dall' oggetto d' amore per sopravvivere: se io perdo l' oggetto d' amore che nel
mio vissuto è ambivalente è comunque quello che ci tiene in vita, se invece restiamo
ancoraci a questo oggetto d' amore non riusciamo ad identificarci e restiamo simbiotici e il
percorso di separazione, definizione, identificazione, e costituzione del sè e della propria
identita' non avviene.
Come mai la natura ha inventato il lutto (Freud lo definisce "il lavoro del lutto") ? Il lutto è
un lavoro di disinvestimento libidico, distacco dall' oggetto d' amore, che non c' è piu', che
è morto, per riprendere la nostra vita sapendo che noi ce la facciamo a vivere e che
questo dolore è atroce, profondo ma in qualche modo va percorso fino a quando
disinvestiamo questo oggetto d' amorre, ci riprendiamo l' energia libidica che era diretta
verso l' oggetto e ne facciamo quello che vogliamo; Freud chiamava cio' il "principio del
piacere e il principio di realta'", se restiamo in quello del piacere legati a questo oggetto d'
amore che non c' è piu', noi non viviamo piu' perchè non abbiamo la possibilita' di
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distaccarcene per costruircene altri e per investire le nostre cariche libidiche in altre
direzioni, pero' la realta' esige che poi prendiamo atto che questo oggetto d' amore non c'
è piu', quindi il principio di realta', il lavoro del lutto ha un suo tempo piu' o meno lungo e
piano piano mettiamo l' oggetto d' amore sullo sfondo e cominciare ad investire in
interessi, in altre direzioni fino a quando questo percorso è completato e allora, pur
avendo ancora dentro l' oggetto d' amore, in qual modo ce ne siamo staccati. Questo è il
lutto normale
La persona in depressione resta invece attaccata all' oggetto d' amore, è come se non
volesse prendere atto che non c' è piu'. Dalla depressione si esce se operiamo questo
distacco. L' oggetto d' amore è piu' riferito alla mamma.
Chiunque va in depressione ha qualcosa in sospeso con le separazioni originali (tipo la
mamma). Se noi abbiamo avuto legami come l' attaccamento evitante o ambivalente
insicuro, questo ci puo' predisporre ad un evento depressivo, che a volte avviene con un
elemento scatenante come la morte di un genitore, o certe volte non capiamo come mai è
venuta una crisi depressiva; comunque è la ripetizione dell' esperienza di perdita nell'
infanzia.
Poi ci sono le teorie cognitiviste: la terapia cognitivista lavora sulle idee distorte, la
posizione pessimistica, si basa piu' sul pensiero che sull' emozione vera e propria.
1.4 Classificazione dei disturbi dell' umore.
è quella del DSM IV, ha una interpretazione ateorica e sintomatologica.
a) Disturbo depressivo maggiore.
Èuna depressione grave che puo' essere un episodio singolo o recidivante negli anni, in
modo ciclico. Questo disturbo maggiore si manifesta a prevalenza nel 5-10% nelle donne
e nel 2-3% negli uomini. Le donne si ammalano in modo quasi doppio rispetto agli uomini.
È probabile che le donne hanno un ancoraggio potente agli aspetti biologici (l' andamento
ciclico, l' emotivita', i ritmi), tutte queste espressioni sono piu' profonde nella donna che
nell' uomo. Ricordiamo i cicli mestruali, allattamento, gravidanza con cui anche la
depressione a che fare.
Sicuramente ci sono anche altri fattori culturali, economici, ruoli sociali: anni fa per il suo
ruolo sociale la vita della donna era piu' difficile. E puo' darsi che questo carico di
difficolta', anche quello familiare puo' spiegare la doppia prevalenza.
I disturbi dell' umore nei disturbi depressivi maggiori hanno una ereditarieta' indubbia, la
familiarita' è di 1,5 a 3 volte piu' frequente fra i familiari di primo grado, in una famiglia in
cui c'è un membro che soffre di disturbi depressivi maggiori il rischio che altri membri
soffra di questi disturbi è da 1,5 a 3 volte piu' elevato.
Sulla familiarita' sicuramente la disponibilità' ad ammalarsi di depressione è documentata
con i famosi gemelli omozigoti che non vivono nella stessa famiglia perchè alcuni dicono è
familiare ma non di tipo genetico: è il tipo di relazioni all' interno di una famiglia con un
membro depresso che puo' portare un altro membro a deprimersi, per cui non è la
ereditarietà' genetica vera e propria ma è il risultato di questi tipi di rapporti disfunzionali.
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Con gemelli omozigoti che vivono in famiglie diverse gli studi hanno constatato che l'
incidenza di forme depressive è uguale nei 2 gemelli ed è sempre superiore a quella delle
famiglie dove non c' nessun membro che soffre di depressione, percio' una
predisposizione genetica c'è. Queste persone hanno una vulnerabilita' genetica oltre al
rischio di ammalarsi se hanno un parente depresso.
b) Disturbo distimico.
Nel disturbo distimico la deflessione del tono dell' umore non è cosi' grave come in quello
maggiore e soprattutto l' andamento della distimia è cronico, dura anni, per almeno da due
anni.
Il disturbo distimico è longitudinale, continuo, non è fasico ed ha una sintomatologia come
quello maggiore ma è molto meno grave. La caratteristica è che è continuo, dura anni
senza intervalli liberi o con intervalli liberi di 1-2 mesi e dopo ripiomba in questa
depressione lieve. Questo tipo di disturbo ha una prevalenza del 3%.
c) Disturbi bipolari.
La persona si ammala delle due polarita' opposte: della componente maniacale e di quella
depressiva di fatti viene definita psicosi maniaco-depressiva. Ve ne sono di 2 sotto tipi:
-- bipolare 1: hanno avuto uno o piu' episodi maniacali in precedenza e qualche volta
disturbi depressivi maggiori. La prevalenza di questo disturbo bipolare è di circa dell' 1%.
-- bipolare 2: è un po' al contrario del bipolare 1: ha episodi depressivi maggiori ricorrenti
intervallati da episodi maniacali o ipomaniacali. Questa alternanza di fasi è strana perchè l'
alternanza puo' avvenire in vari modi: una persona entra in una fase depressiva sia l'
entrare che uscirne possono essere graduali (difficolta' a concentrarsi, a lavorare,
tristezza) oppure una mattina si sveglia e piomba nella depressione. Addirittura passano
dalla fase depressiva a quella maniacale in maniera veloce tanto che anche i familiari non
se ne accorgono. Questo viraggio dalla depressione alla maniacalita' da quando ci sono gli
psicofarmaci è diventato piu' complicato perchè quando curiamo una depressione con gli
anti depressivi e non ci accorgiamo che una persona sta virando verso la fase maniacale
insorgono difficolta' perchè la persona che è assume anti depressivi vive una situazione di
eccitamento maniacale ancora piu' grave.
Chi cura i bipolari e prescrive la terapia farmacologica deve stare attento alla fase che puo'
esserci di viraggio. Cosi' quando curiamo una fase maniacale con i sedativi se la persona
scivola nella fase depressiva si trova ancora piu' depresso e sedato, bisogna quindi
cambiare i farmaci al piu' presto possibile.
Con l' aumentare dell' eta' il numero di ricadute in genere aumenta.
Le scale di misurazione della depressione servono a stabilire l' entita' della depressione. la
scala di Hamilton è una scala numerica che ci conferma che siamo in presenza di una
situazione depressiva: da un lato ha un compito di tipi diagnostico e dall' altro lato ci da l'
entita' della situazione del momento. Le scale di valutazione vengono anche usate per
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valutare il decorso (se da 60 punti di partenza con la terapia passa a 40 vuol dire che sono
migliorato). Le scale sono usate sempre per la ricerca sui farmaci.
La scala di Hamilton ha questi item: l' umore depresso, sensi di colpa, idee suicidarie,
disturbi del sonno, delle sessualita', dell' appetito, l' aspetto psicomotorio ecc.
e) Disturbo ciclotimico.
Fluttuazione del tono dell' umore con fasi che sono di tipo ipomaniacale e di tipo
depressivo ma non hanno la gravita' sia della crisi maniacale che della crisi depressiva.
Questo disturbo ha una andamento molto lungo il disturbo ciclotimico non ha la fasicita'
ma una fluttuazione del tono dell' umore che si verifica apparentemente senza un motivo
esterno significativo.
f) Disturbi dell' umore dovuti a condizioni mediche (disturbi dell' umore secondari).
C' è depressione od eccitamento maniacale ma l' alterazione dell' umore dipende da una
situazione clinica medica: alcune malattie neurologiche che si accompagnano quasi
costantemente a manifestazioni depressive: morbo di Parkinson, malattie vascolari.
Alcune malattie endocrine, tipo l' ipotiroidismo o l' ipofunzione della corteccia surrenale
che secerne l' adrenalina. Anche il cancro puo'
portare alla depressione (tipo carcinoma del pancreas). I disturbi secondari possono
essere dovuti a sostanze tipo i farmaci eccitanti, le anfetamine.
1.5 Disturbi depressivi maggiori. Costellazione sintomatologica.
Inadeguatezza, incapacita' profonda, scelte sbagliate (senso di colpa). È come leggere il
mondo e la propria vita con occhiali grigi, la coloritura della nostra percezione emotiva ha
questa tinta grigia. Il depresso rivive anche cose molto piacevoli del passato con una
connotazione molto negativa, tutte le scelte fatte nel passato sono tutte sbagliate. Le cose
è come si spogliassero di significato, sequenze automatiche, il pensiero si impoverisce,
non ci sono significati e motivazioni, sperimentare la mancanza di sentimenti e significati,
non provare emozioni, non viene colto nulla dall' interno e dall' esterno. Il depresso non si
sente capito. Sentimenti negativi, la mancanza della speranza, disperazione senza
speranza, manca anche il desiderio sessuale.
Rassegnazione. Il depresso vede tutto il mondo come lui. Il futuro non esiste, è
drammatico.
IL depresso prova anche vergogna, di non avere piu' la sua personalita'. Il senso di colpa
è molto drammatico per il depresso per avere infranto un tabu', una legge morale, la colpa
ha a che fare con l' etica, mentre la vergogna ha a che fare con l' apparire, col mostrarsi.
Secondo la interpretazione psicanalitica la colpa è all' interno di quel conflitto amore-odio
dove il super io colpevolezza l' io della persona per essere indegno per aver distrutto l'
oggetto d'amore quindi è contro le leggi; la vergogna invece riguarda il sè ideale, una
spinta ad essere perfetti che nella realta' non si puo' avverare.
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L' aggressivita' del depresso è il tentativo disperato di manipolare l' altro per avere tutto
quello di cui ha bisogno, come se volesse ripristinare l' oggetto d' amore e le gratificazioni,
si forma quindi una dipendenza estrema.
Il depresso snerva qualunque persona nel senso che si lamenta, chiede delle cose, se
gliele dai non sono a sufficienza; questo atteggiamento simbiotico verso l' altro non è per
recuperare l' immagine di se ma per recuperare l' oggetto d' amore che secondo lui sta
andando in frantumi, è perso.
Quello che il depresso vuole recuperare è la simbiosi con l' oggetto d' amore e siccome le
persone attorno non riescono a stargli dietro, anzi non è sempre utile soddisfare tutte le
richieste del depresso nel senso che è come buttare qualcosa in un pozzo senza fondo.
L' esigenze che ha il depresso vanno in parte accolte e contenute con una presenza,
quello che l' altro puo' fare è non farsi distruggere, esserci, non abbandonarlo. Il depresso
mette a dura prova chiunque viva nel mondo perchè ha bisogno di avere l' altro ma nello
stesso tempo è arrabbiato con l' altro.
Nel depresso dal punto di vista psicomotorio sicuramente c' è un rallentamento, sembra
quasi goffo. Questa diminuzione della componente psicomotoria puo' arrivare fino all'
arresto psicomotorio, anche le funzioni vitali tipo mangiare non le fa, deve essere accudito
come un bambino di pochi mesi, una specie di regressione con un totale affidamento all'
altro.
Il depresso non si sente assolutamente capito.
Il suicidio del depresso è contemporaneamente un omicidio. Quando il depresso si suicida
alcuni dicono che è l' uccisione dell' oggetto interno perchè è diventato cattivo (ad.
esempio la mamma), e qui c' è tutta la rabbia del depresso.
Questo bisogno assoluto di attenzione, amore, di affetto, accudimento è tanto grande che
a tutte le persone che gli stanno intorno lui tenta di prendere qualcosa e questo le persone
che gli stanno vicino lo sentono. La terapia di gruppo è piu' favorevole per il depresso, l'
isolamento del depresso è un messaggio: non vedete che io ho bisogno ? Si dice che tutti
i lamenti del depresso in realta' sono delle accuse: se io mi lamento è per dire che tu sei
inadeguato, non mi sai aiutare, ci sono messaggi e meta messaggi.
Anche le autoaccuse sono accuse agli altri, Freud diceva che se si sta attenti la
descrizione delle autoaccuse non si riferiscono a lui stesso o alla sua vita ma si riferiscono
a qualcuno ben preciso che fa parte della sua famiglia, i punti negativi che trova in lui sono
quelli della mamma o del papa'.
Il suicidio per il depresso è una via di uscita perchè è l' unica soluzione che gli rimane, è la
via di uscita da una soluzione assolutamente invivibile.
I depressi maggiori quando decidono di suicidarsi lo fanno seriamente. Il terapeuta di
fronte a una depressione cosi' grave deva cercare di capire la possibilita' di un rischio di
suicidio. Il paziente di solito nasconde questa idea del suicidio perchè se lui la vede come
via di uscita deve tenersela per sè per metterla in atto, perchè se un depresso lo dice gli
altri lo salvano, ma per lui non è salvarsi è come restare nella disperazione piu' totale
perchè lui non crede che si puo' salvare.
Nei disturbi depressivi maggiori ci possono essere anche sintomi psicotici:
1) idee deliranti che sono congrue con l' umore (olotimiche), tipo idee deliranti di colpa.
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Idee deliranti che sono congrue con l' umore (di persecuzione, di venificio, di
influenzamento).
2) Fenomeni dispercettivi: allucinazioni uditive a sfondo auotodenigratorio che a volte
spingono il
paziente a condotte autolesive.
3) Disturbi cognitivi: specie negli anziani (psudodemenza).
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2. Episodi maniacali.
Sintomatologia:
a) Autostima ipertrofica o grandiosa.
b) Insonnia.
c) Logorrea.
d) fuga dalle idee.
e) Distribilita'.
f) Iperattivita', agitazione psicomotoria.
g)
Attivita' potenzialmente dannose:
sconvenienti, affari avventati.
spendere
troppo,
comportamenti
sessuali
Iniziano spesso in modo improvviso e durano da poche settimane a diversi mesi (sono in
genere piu' brevi e piu' improvvisi degli episodi depressivi). Puo' essere preceduto o
seguito da episodi depressivi maggiori.
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3. Disturbo distimico.
1) A esordio precoce (prima de 21 anni).
2) A esordio tardivo (dopo i 21 anni).
Nei bambini e negli adolescenti la prevalenza è uguale, negli adulti, le donne sono il
doppio degli uomini.
Ha un andamento cronico e dura piu' di due anni:
a) umore depresso
b) insonnia o ipersonnia
c) scarso appetito o iperfagia
d) astenia
e) bassa autostima
f) diffivolta' di concentrazione o di prendere decisioni
g) sentimento di disperazione
Gli eventuali periodi di benessere non superano i due mesi.
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