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a cura della dr.ssa Picardi Mariangela laureata in scienze motorie
e operatrice in movimento, stetching ed acquaticità per la gravidanza www.marvintown.com
Artrosi vertebrale
Controllare il dolore migliorando il più possibile
mobilità e sostegno muscolare con l’esercizio fisico.
L’artrosi è una patologia cronico e progressiva . Riconosce tra le sue cause
fondamentali il sovraccarico delle strutture scheletriche, delle malformazioni
con alterate distribuzioni del carico.
Infine si possono verificare delle malattie proprie dell’osso che, alterando la
forma dell’osso, innescano una patologica distribuzione dei carichi e delle
pressioni che facilitano e accelerano
il processo infiammatorio.
Nella società occidentale, una delle
più frequenti cause dell’artrosi è l’ipocinesia, il sedentarismo.
La perdita di stabilità attiva muscolare
dovuta alla riduzione del tono muscolare,
induce nei sedentari la premessa per
il ripetersi di continui microtraumi da
instabilità. Si innesca così il meccanismo
autoriproducente dell’artrosi.
L’artrosi non può essere guarita nel senso
che le deformazioni non sono reversibili. Per quanto riguarda la colonna
il trattamento deve essere finalizzato
al recupero della mobilità residua ed
alla stabilizzazione attiva. La stabilizzazione può essere ottenuta stimolando
il recupero del tono trofismo senza sovraccaricare la colonna.
La perdita funzionale si è realizzata sui
due più importanti aspetti fisiologici
della colonna: mobilità e ammortizzazione.
Occorre cominciare con delle tecniche di mobilizzazione e di stretching
estremamente graduali.
Il lavoro deve essere proposto
tenendo conto che ci può essere spazio per un miglioramento
funzionale e della sintomatologia
dolorosa ma che non può esserci
alcun miglioramento strutturale
scheletrico.
La ginnastica ha un ruolo fondamentale per migliorare il quadro clinico e
funzionale di questi soggetti.
L’obiettivo principale è quello di controllare il dolore migliorando il più possibile mobilità e sostegno muscolare.
Il limite è costituito dalla riduzione di
articolarità, dalla diminuzione di
ammortizzazione dei dischi intervertebrali.
Anche la diminuita articolarità
riduce la possibilità di ammortizzazione in flesso estensione delle
curve della colonna.
Pertanto l’ammortizzazione deve
essere realizzata al meglio dalla
catena estensoria antigravitaria
degli arti inferiori con l’obiettivo di
compensare anche parzialmente l’ammortizzazione persa dalla
colonna. Il fine è quello di ridurre il più possibile le concussioni
che si scaricano a livello della
colonna.
L’altro obiettivo è quello di
rinforzare nei limiti del possibile il tono della muscolatura
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propria della colonna: parete addominale e paravertebrali. Lo stretching
deve essere proposto con gradualità e
dolcezza. Il limite articolare non deve
essere forzato ma rispettato.
La tensione imposta deve essere modesta. Non deve essere utilizzata la
forza di gravità per vincere le resistenze
articolari della colonna.
Gli esercizi in flessione del tronco per
gli addominali devono essere facilitati
con l’utilizzo di panche molto inclinate.
In questo modo si evitano gli angoli di
lavoro più faticosi.
Devono essere evitati esercizi che permettano il raggiungimento di posture
estreme in iperlordasi e iperflessione del
tratto lombare della colonna.
Le rotazioni del tronco devono essere
fatte con il bastone davanti allo specchio con le ginocchia parzialmente
flesse e movimenti lenti. In quadrupedia si possono eseguire degli esercizi
di flesso estensione del tratto lombo
dorsale opportunamente associati alla
respirazione.
Espirazione con l’accorciamento e
contrazione degli addominali e viceversa. Sono sconsigliati gli esercizi che
sollecitano eccessivamente l’ileo-psoas
come ad esempio le elevazioni degli
arti inferiori in posizione supina. Sconsigliata la macchina per iperestensione
dorsale. È da preferire la posizione prona su tappetino con elevazione lenta
e alternata di gambe e braccia. Da
evitare qualsiasi esercizio che provochi
concussioni: corsa e salti.
A questi vanno preferiti esercizi come
camminare in salita al tapis-roulant.
Da evitare esercizi in carico della colonna
: molto più utili sono esercizi a carico
naturale associati alla respirazione.
Il controllo degli obiettivi consiste essenzialmente nella verifica periodica di una
migliore coordinazione motoria, di un
recupero di una certa mobilità in flesso
estensione e in rotazione della colonna
e in una conferma della riduzione della
sintomatologia dolorosa che “in fin dei
conti” è l’obiettivo principale in questi
casi nonché la motivazione di accesso
alla palestra. La frequenza può essere
anche alta; l’ideale è poco e spesso
piuttosto che tanto e raramente.
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