Teoria dei numeri - Matematica e Informatica

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Lezione del giorno 16 aprile 2009
Forniamo ora la dimostrazione del Teorema enunciato nella lezione precedente:
Teorema.
Sia n un numero naturale, e supponiamo che esista almeno un naturale b, con 1bn-1, mcd(b,n)=1,
tale che bn-1modn1. Allora il numero dei naturali a tali che 1an-1, mcd(a,n)=1, an-1modn=1 (cioè
il numero delle basi in cui n è pseudoprimo) è (n)/2.
Dimostrazione: Sia S = {aN / 1an-1, mcd(a,n)=1, an-1modn=1}, e sia b come nell’enunciato. Al
variare di aS, consideriamo l’insieme T delle riduzioni modulo n dei prodotti ab:
T = { (ab)modn / aS }
Tali elementi in T, al variare di aS, sono distinti: infatti se per assurdo (ab)modn=(cb)modn con
a,cS distinti, si avrebbe nel gruppo moltiplicativo Zn* [a][b]=[c][b], e per la legge di
cancellazione [a]=[c], contraddizione perché a,c sono distinti nell’intervallo [1,n-1], quindi le classi
di congruenza [a],[c] sono distinte. Dunque S,T hanno stessa cardinalità.
Gli elementi di T sono coprimi con n : se t=(ab)modnT, allora in Zn si ha [t]=[a][b] Zn* perché
[a],[b] Zn*, dunque mcd(t,n)=1. Inoltre gli elementi di T sono nell’intervallo [1,n-1] (perché
riduzioni modulo n).
Per ogni t=(ab)modnT, si ha tn-1an-1bn-1bn-1 quindi tn-1modn=bn-1modn1, ossia tS. Dunque S,T
sono insiemi disgiunti della stessa cardinalità, entrambi contenuti nell’insieme dei naturali
dell’intervallo [1,n-1] coprimi con n: dunque la cardinalità di S è  della metà del numero di questi
naturali cioè è (n)/2, come si voleva dimostrare.
Il matematico Korselt ha caratterizzato i numeri di Carmichael:
Teorema di Korselt.
Un numero naturale composto n è un numero di Carmichael  n è prodotto di primi distinti, e ogni
fattore primo pi soddisfa la condizione (pi-1)(n-1) .
Dimostrazione.
() Per ipotesi n=p1p2….pr , con pi primi distinti tali che (pi-1)(n-1).
Sia a intero tale che 1an-1, mcd(a,n)=1, e dimostriamo che an-1modn=1 ossia che an-11 (mod n).
Essendo a,n coprimi, nessun pi è divisore di a, quindi, per il Piccolo Teorema di Fermat, a p i 1 1
(mod pi), e se n-1=k(pi-1) si ha an-1= a k(p i 1) 1k=1 (mod pi ), per ogni i=1,….,r .
Ogni pi è divisore di an-1-1, e poiché i pi (primi distinti) sono a 2 a 2 coprimi, il loro prodotto n è
divisore di an-1-1 e si ha la tesi.
() Dimostreremo questa implicazione dopo lo sviluppo della teoria delle radici primitive modulo
n.
Possiamo notare che un numero di Carmichael n è prodotto di almeno 3 fattori primi distinti: se per
assurdo fosse n=pq, con p,q primi distinti, per esempio con p<q, per il Teorema di Konselt si
avrebbe (q-1)(n-1), da cui n-1=pq-1=(q-1)t, con t naturale, (p-1)=(q-1)(t-p), p-1q-1, pq,
contraddizione.
Il più piccolo numero di Carmichael è n=561 la cui decomposizione in fattori primi è 31117 (e
infatti 2, 20, 16 sono divisori di n-1=560).
Un esempio di numero di Carmichael molto grande (già citato) è n=225.593.397.919 la cui
decomposizione in fattori primi è 2207661915443 (si verifica facilmente che 2207, 6619, 15443
sono primi e che 2207-1, 6619-1, 15443-1 sono divisori di n-1).
Empiricamente si è verificato che i numeri di Carmichael sono abbastanza “rari”: quelli < 25109
sono “soltanto” in numero di 2.163: questo è un fatto positivo, perché la probabilità che l’input n
del test di Fermat sia un numero di Carmichael è relativamente bassa.
D’altra parte è stato dimostrato (1992) che i numeri di Carmichael sono infiniti, e questo è un fatto
negativo, perché per quanto grande sia l’input n del test di Fermat, esiste sempre la possibilità che
sia un numero di Carmichael.
La possibilità di imbattersi in un numero di Carmichael rende il test di Fermat non molto affidabile,
ma si è osservato che nessun naturale composto x3,41014 è pseudoprimo contemporaneamente in
tutte le seguenti basi: 2,3,5,7,11,13,17 (i primi 7 numeri primi); dunque si può trasformare il test di
Fermat in un test di primalità deterministico (valido solo per un input 3,41014) eliminando la
scelta casuale della base a, e ripetendo il test esattamente 7 volte, una per ognuna delle basi
elencate.
Osservazioni sulla probabilità nei test di primalità
Un test di primalità probabilistico fornisce a priori una maggiorazione per la probabilità che un
input composto n superi il test per k volte (con k fissato): per esempio nel test di Fermat la
probabilità è 1/2k (tranne nel caso di un numero di Carmichael). In generale in un test
probabilistico la probabilità che un input composto n superi il test per k volte (con k fissato) è 1/Ck
con C costante opportuna.
La vera questione è però quella inversa: se l’input n ha superato k volte il test, cosa possiamo dire
della probabilità che sia composto ?
Nel linguaggio del calcolo della probabilità: dati 2 eventi A, B, indichiamo con p(A/B) la
probabilità “condizionale” che si verifichi l’evento A, sotto la condizione che si sia verificato
l’evento B; se A=”l’input è composto”, B=”l’input ha superato k volte il test”, ed è nota una
maggiorazione per p(B/A), cosa possiamo dire su p(A/B) ?
Vedremo che è possibile dare una risposta utilizzando il Teorema di Bayes:
p(A/B) = p(B/A)p(A)/p(B) (dove p(A), p(B) sono le probabilità assolute degli eventi A,B)
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