Il comunicato stampa - Società Italiana di Omeopatia e Medicina

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LA SIOMI GIUDICA IMPRECISE E FUORVIANTI
LE AFFERMAZIONI DI ALCUNI SCIENZIATI CONTRO L’OMEOPATIA
Galileo 2001, Gruppo 2003 e Società di Medicina Interna contro le medicine
complementari. Le affermazioni degli scienziati diffuse dalla stampa danno ai
cittadini informazioni imprecise e fuorvianti almeno per due motivi principali:
1- Non è vero che non vi siano prove di efficacia delle medicine
complementari. Il processo di dimostrazione di efficacia è un processo
dinamico, in cui la stessa Medicina Convenzionale è coinvolta, e
sicuramente un più elevato livello di dimostrazione di efficacia della
Medicina Complementare è augurabile, ma proprio per questo le
evidenze già prodotte per agopuntura, fitoterapia e omeopatia sono
implementabili ma non negabili. Semmai, in un settore il cui il giro
d’affari mondiale è inferiore rispetto a quella di una piccola azienda
farmaceutica, è fortemente auspicabile che le autorità sanitarie destinino
risorse per incrementare questo processo di valutazione di efficacia.
2- ad utilizzare le medicine complementari sono medici molto spesso
specialisti sia in alcune branche della medicina classica che in una
medicina complementare. In particolare il 75% degli oltre 1000 medici
iscritti alla SIOMI sono medici spesso plurispecialisti impiegati del SSN,
nelle Università, Ospedali e territorio. Il medico esperto anche in
medicina complementare è semmai più ricco di risorse terapeutiche e
può scegliere quale sia lo strumento migliore, se il medicinale
omeopatico o il farmaco convenzionale a seconda del quadro clinico del
paziente. Il paziente non solo non corre alcun rischio, ma semmai riceve
più offerte terapeutiche. In particolare, spesso riceve risposte efficaci per
problemi che la medicina convenzionale non aveva risolto, per problemi
per cui semplicemente non esistono altre cure, per problemi per cui le
cure impiegate si erano rivelate talmente gravate da effetti collaterali da
essere impraticabili.
La SIOMI desidera ribadire alcuni punti fondamentali.
E’ necessario che lo Stato italiano emani una Legge di regolamentazione
del settore delle medicine complementari. Poiché un quarto della
popolazione italiana utilizza queste medicine i cittadini devono essere messi
al riparo dai fenomeni di abusivismo della professione medica da parte di
figure non mediche e da parte di operatori improvvisati. Questo è ottenibile
soltanto creando un sistema di certificazione e di qualità che non può che
basarsi su un riordino legislativo dell’intero sistema.
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Il progressivo aumento di malattie croniche invalidanti purtroppo
evidenzia come la medicina classica sia in molti casi efficace ma in altri
inefficace, impraticabile o dannosa. Spesso le medicine complementari
offrono soluzioni terapeutiche proprio nei casi in cui i farmaci convenzionali
si sono rivelati inefficaci o inappropriati. Ignorare i limiti della medicina
classica e proporla come un metodica risolutiva per tutto è una posizione
antiscientifica quanto quella di alcuni settori della Medicina Complementare
che ritengono che questa possa curare tutto. Per entrambe queste posizioni
non esiste alcuna evidenza scientifica al riguardo.
E’ vero invece che 32 Università americane si sono riunite in un Consorzio
per la Medicina Integrata, riconoscendo che nell’alleanza tra medicina
classica e medicine complementari sta il futuro della medicina. Anche i
cittadini italiani hanno diritto a ricevere le stesse opportunità terapeutiche e
i medici italiani hanno diritto di accedere alle stesse opportunità formative.
La SIOMI stigmatizza tutte quelle posizioni che sono dettate da posizioni
pregiudiziali e ideologiche e promuove tutte quelle posizioni pragmatiche e
non preconcette che, disponibili per un serio confronto culturale e
scientifico, intendano operare per i reali bisogni del paziente e per una
evoluzione della medicina stessa. verso quelle forme di integrazione che
sembrano essere una evoluzione utile della stessa Medicina Classica.
Simonetta Bernardini
Presidente SIOMI
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