Alimentazione e disturbi alimentari - Notizie della scuola di Pietro

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Tesina di Ed. Fisica
L’alimentazione
e i disturbi
alimentari:
anoressia e
bulimia
di
Alaimo Cinzia
Esami di Stato - a.s. 2007/2008
L’uomo deve procurarsi un adeguato rifornimento di sostanze nutritive essenziali per
vivere e per garantire la sua evoluzione biologica.
Un’alimentazione equilibrata per quantità e qualità provvede all’energia necessaria per
lo svolgimento delle funzioni vitali e offre i principi nutritivi indispensabili sia al
continuo rinnovamento delle cellule dell’organismo sia all’accrescimento corporeo.
Un’alimentazione squilibrata può invece comportare stati di malnutrizione; per esempio
un’eccessiva alimentazione spesso porta all’obesità e ad altre malattie ad essa
correlate quali ipertensione, diabete, aterosclerosi ecc.
La scelta di un alimento è legata al suo valore nutritivo. Esso è determinato dal suo
contenuto di principi attivi: carboidrati, lipidi, vitamine e sali minerali. Il suo valore
energetico è espresso in calorie.
La caloria misura la quantità di energia introdotta con gli alimenti e quella consumata
dall’organismo per consentire lo svolgimento delle funzioni fisiologiche, mentali e
fisiche e per il mantenimento della temperatura corporea.
In genere si usa come unità di misura dell’energia che si ricava dagli alimenti la
chilocaloria (Kcal), che è la quantità di energia necessaria per innalzare di 1 grado
1000 g di acqua distillata e corrisponde a 1000 calorie.
I principi attivi denominati macronutrienti sono sostanze necessarie per la produzione
di energia e per fornire materiale plastico per la crescita e la rigenerazione del corpo.
In particolare:
- i carboidrati, o glucidi, o zuccheri, sono composti organici sono la fonte
energetica principale in quanto vengono rapidamente metabolizzati in
glucosio che viene usato come "carburante" per lo svolgersi di tutte le
funzioni delle cellule e dei tessuti. Le maggiori fonti alimentari di
carboidrati sono gli alimenti farinacei (pasta, pane,...), le patate, la frutta e il latte.
I carboidrati vengono divisi in monosaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi e
polisaccaridi.
I monosaccaridi, o zuccheri semplici, sono il glucosio (lo zucchero semplice che si
trova nei cibi), il fruttosio (che si trova nella frutta e nel miele) e il galattosio (che si
trova nel lattosio del latte).
I disaccaridi sono formati da due molecole di zuccheri semplici. I principali sono il
saccarosio (lo zucchero comune), il lattosio (che si trova nel latte e nei latticini) e il
maltosio (che si trova nel malto, nella birra e nei cereali).
Gli oligosaccaridi sono costituiti da un numero limitato di monosaccaridi, e sono
presenti nei legumi.
Infine i polisaccaridi o carboidrati complessi sono formati da un numero più o meno
elevato di zuccheri semplici, e si differenziano in polisaccaridi di origine vegetale (gli
amidi della farina, del granturco e dei cereali come pane, pasta e dolci; le fibre dei
semi, delle radici, delle foglie, della buccia dei frutti, delle lenticchie, del pompelmo e
delle carote; la cellulosa) e polisaccaridi di origine animale (il glicogeno, che viene in
parte immagazzinato nei muscoli, in parte nel fegato.
L’alimentazione giornaliera prevede una quantità di carboidrati corrispondente circa al
55-60% dell’apporto di calorie totali.
- i lipidi sono una importante fonte di energia e possono servire come
riserva in quanto vengono utilizzati più lentamente che i glucidi. Essi sono
costituiti da acidi grassi e glicerina.
I lipidi si distinguono in acidi grassi saturi e acidi grassi insaturi.
Gli acidi grassi saturi sono di solito difficilmente digeribili a causa dei
legami molecolari molto solidi che li caratterizzano. Essi si trovano nella carne, in
alimenti come burro, formaggio, lardo, strutto, nell’olio di cocco e di palma.
Gli acidi grassi insaturi hanno legame molecolare più debole e risultano quindi più
facilmente digeribili. Essi possono essere monoinsaturi (olio d’oliva, di arachide, di
mandorla) o polinsaturi (oli di girasole, di mais, di soia).
La quantità di lipidi giornaliera da assumere corrisponde al 25-30% dell’apporto di
calorie totali.
- le proteine sono il principale materiale plastico che serve per la
costruzione dei tessuti e degli organi. L'assunzione di proteine è quindi
molto importante nei bambini in crescita, poiché devono "costruire" il
proprio corpo, ma sono indispensabili anche in età adulta per la
rigenerazione dei tessuti. Esse sono sostanze organiche formate dall’unione di
amminoacidi.
Nelle proteine si trovano 20 amminoacidi diversi che possono essere distinti in due
grandi categorie: amminoacidi essenziali e amminoacidi non essenziali.
Gli amminoacidi essenziali non sono sintetizzabili dall’organismo, per cui devono essere
assunti mediante alimenti di origine animale o vegetale. Essi sono: le proteine complete
o “nobili” (che troviamo nel latte, nelle uova, nella carne e nel pesce) e le proteine
incomplete (che sono contenute nei fagioli, nella soia, nelle lenticchie, nei ceci, ecc.)
L’apporto calorico giornaliero dovrebbe rappresentare il 10-15% delle calorie totali.
La quantità di lipidi giornaliera da assumere corrisponde al 25-30% dell’apporto di
calorie totali.
I micronutrienti sono sostanze che vengono assunte in quantità molto piccole, ma che
sono essenziali per il mantenimento di diverse funzioni fisiologiche.
Le due principali categorie di micronutrienti sono:
- le vitamine, sostanze che non possono essere sintetizzate dal
corpo umano e devono quindi necessariamente essere assunte
tramite gli alimenti. Esse sono necessarie per lo svolgimento del
normale metabolismo, in quanto agiscono principalmente come coenzimi (cioè sono
indispensabili per il funzionamento di alcuni enzimi necessari per alcune funzioni
cellulari). A seconda della solubilità nell’acqua, distinguiamo le vitamine idrosolubili
(che si sciolgono in acqua, non vengono immagazzinate a livello corporeo e vengono
eliminate attraverso il sudore e le urine) e le vitamine liposolubili (che si sciolgono nei
grassi, e vengono immagazzinate nei tessuti grassi del corpo).
- sali minerali, in particolare il calcio (costituente delle ossa e dei denti,
importante per il funzionamento dei muscoli e dei nervi), il fosforo
(anch'esso componente delle ossa), il ferro (componente fondamentale
dell'emoglobina del sangue), il magnesio (importante per i muscoli, il cervello
e il sistema immunitario), il potassio (fondamentale per la trasmissione degli impulsi
nervosi e il funzionamento dei muscoli, in particolare per il muscolo cardiaco), lo zinco
(coinvolto nella funzione di molti enzimi e nella guarigione delle ferite), il cromo
(importante per l'azione dell'insulina).
- l’acqua è un elemento nutritivo indispensabile per la vita e l’attività delle
cellule pur non fornendo energia perché priva di calorie. L’acqua costituisce il
70% della massa corporea.
L’uomo necessita normalmente di circa 2.5 litri di acqua al giorno, che può
assumere attraverso le bevande e gli alimenti.
PRINCIPIO NUTRIRIVO
Carboidrati
Lipidi
FUNZIONE NELL’ORGANISMO
Energetica: produce l’energia indispensabile per
effettuare il lavoro muscolare
Carburante del sistema nervoso centrale:
un’adeguata assunzione garantisce la regolare
attività del cervello.
Energetica.
Riserva dell’organismo: i lipidi si accumulano nel
tessuto adiposo e utilizzati come fonte di energia
in caso di emergenza.
Protezione dei principali organi vitali.
Trasporto delle vitamine liposolubili (A, D, E, K).
Costruzione: partecipano alla formazione delle
membrane cellulari.
Proteine
Acqua
Plastica: mantengono, costruiscono e riparano le
cellule e i tessuti.
Attiva: determinano la contrazione e il
rilasciamento muscolare.
Energetica: possono essere utilizzate per
produrre energia utile al funzionamenti di organi e
apparati.
Trasporto dei prodotti di rifiuto.
Garantisce l’equilibrio termico o termoregolazione
del corpo tramite l’evaporazione.
Conferisce volume ai tessuti.
I disturbi alimentari
L’esistenza dell’uomo passa necessariamente attraverso la sua capacità di capire le sue
esigenze biologiche e psicologiche e di conciliarle. Oggi però è sempre più difficile e
complesso individuare con chiarezza i segnali che il corpo invia, anche segnali molto
semplici come lo stimolo alla fame e il senso di sazietà. Quella che è una funzione
biologica e istintiva è diventata un meccanismo condizionato dalla società e
dall’ambiente in cui si vive. Questo condizionamento è attuato tramite i mass-media,
soprattutto attraverso la televisione o internet, che impongono modelli fisici molto
lontani dalla realtà quotidiana, e spesso presi come esempio soprattutto dai giovani. Il
confronto con modelli fisicamente “perfetti” e vincenti può portare i soggetti con un
carattere fragile a maturare un giudizio negativo di se stessi e del proprio aspetto
fisico; si genera così un rapporto non corretto nei riguardi del cibo, dannoso per la
salute. Questi comportamenti possono causare l’insorgere di seri disturbi alimentari. I
disturbi più diffusi del comportamento alimentare sono l’anoressia e la bulimia
nervosa; coloro che ne soffrono considerano il cibo come un vero e proprio nemico.
L’Anoressia.
Tra i disturbi del comportamento alimentare l’anoressia è
probabilmente il più diffuso ma anche il più difficile da risolvere.
Esso ha probabilmente origini psicologiche ed è caratterizzato
sostanzialmente dalla paura di aumentare il proprio peso
corporeo, anche quando si è evidentemente magri. Infatti il
soggetto affetto da anoressia riceve un’impressione distorta del
proprio corpo, che lo porta a sentirsi sempre in soprappeso. Ciò lo
porta a mantenere un continuo controllo sul cibo, evitando di
mangiare regolarmente, e limitando al minimo l’introduzione di
alimenti ricchi di calorie.
La malattia, descritta in passato come rara, attualmente colpisce gran parte degli
adolescenti, principalmente di sesso femminile, con un età compresa tra i 12 e i 25
anni. Questa malattia si diffonde soprattutto in determinati campi professionali come
quelli della moda e della danza.
Un soggetto affetta da anoressia presenta disturbi ben definiti, quali:
- eccessivo calo del peso corporeo
- amenorrea (interruzione del ciclo mestruale)
- abbassamento generale della temperatura corporea
- cattiva circolazione sanguigna
- aumento della peluria, soprattutto sulla schiena
- stitichezza
- sbalzi d’umore.
Per la cura dell’anoressia nervosa è importante rivolgersi ad uno specialista, unito
all’aiuto dei genitori nella correzione dell’alimentazione. Indispensabile anche l’amore e
la disponibilità all’ascolto della persone più vicine. Ma fondamentale, è al di sopra di
tutto, la consapevolezza del malato a riconoscere la propria “malattia”, perché tale
deve intendersi, e la forza di volontà nel volerla superare. Non è ancora stato definito
un metodo ottimale per la risoluzione del disturbo, che nei casi più gravi e radicati può
persino portare alla morte. Si è, dunque, di fronte a una patologia molto seria.
La Bulimia.
Il termine bulimia significa letteralmente “fame da bue”, e viene
associato al fatto che il soggetto bulimico ha una fame
insaziabile che sfocia in frequenti e abbondanti pasti durante i
quali assume cibi molto ricchi di calorie o combinazioni anomale
di cibi. Generalmente, però, a seguito di tali abbondanti pasti, il
soggetto bulimico è assalito da un grande senso di colpa che lo
porta a espellere il cibo autoprovocando il vomito o assumendo
lassativi. Il suo peso corporeo, conseguentemente, oscilla tra il
peso normale e il soprappeso.
Come l’anoressia, anche la bulimia si manifesta principalmente nelle donne,
generalmente dall’adolescenza in poi. Nei maschi invece si presenta raramente.
Al contrario dell’anoressia, nel soggetto affetto da bulimia non è semplice individuare
i sintomi.
In genere esso presenta le seguenti caratteristiche:
- perdita dell’interesse
- difficoltà di digestione
- bruciore di stomaco
- perdita dello smalto sui denti
- possibile comparsa di aritmie cardiache
- indebolimento del sistema muscolare
- oscillazioni del peso corporeo
- irregolarità del ciclo mestruale
- largo uso di alcol, tranquillanti, cocaina.
Per curare la malattia è necessario essere seguiti da uno specialista, ma è
indispensabile anche il ruolo svolto dai genitori, che deve ristabilire regolari e sane
abitudini alimentari.
Tra i fattori scatenanti di anoressia e bulimia, oltre ai fattori psicologici individuali,
da tenere presenti sono anche altri fattori di natura socioculturale, che giocano un
ruolo fondamentale nel favorire lo sviluppo di tali disturbi.
L’ideale della magrezza è diventato una moda, il simbolo del progresso: il corpo
femminile magro è in contrasto con i modelli formosi, materni ed accoglienti del
passato; da qui nasce una forte insoddisfazione per il proprio corpo che genera ansia e
frustrazione psicologica e nei rapporti sociali.
I modelli offerti dai mass-media sono quelli, poco realistici, di donne magre, bellissime
e di successo, per cui è inevitabile che una donna arrivi a pensare di dover possedere
tutte queste qualità per potersi considerare “moderna”, arrivando a ricercare nella
dieta e la forma fisica ideale.
Ma la sola dieta non è in grado di causare un disturbo del
comportamento alimentare; l’enorme pressione sociale verso la
magrezza, ha portato all’utilizzo di pratiche dietetiche sempre più
frequenti in tutta la popolazione, e nelle adolescenti, in particolare.
Studi eseguiti hanno confermato che in alcune ragazze che seguivano
una dieta si è riscontrato un rischio otto volte maggiore di sviluppare
un disturbo del comportamento alimentare rispetto a coloro che non
seguivano una dieta. Dunque la dieta sembra essere un fattore necessario ma non
sufficiente a causare l’anoressia o la bulimia.
L’eccessiva preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico è considerata la psicopatologia
specifica dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa. Le persone con problemi
alimentari, infatti, idealizzano la magrezza e la perdita di peso e hanno comportamenti
quasi del tutto finalizzati a evitare anche il minimo incremento ponderale.
Una delle osservazioni cliniche più comuni nelle persone bulimiche e anoressiche è la
presenza di un livello di autostima eccezionalmente basso. Le persone affette da
questi disturbi sono molto critiche verso se stesse, considerandosi inadeguate in
ambito sociale e personale. Nonostante le idee ossessive legate all’autostima delle
persone affette da disturbi del comportamento alimentare siano simili ad altri
disturbi psichici, mostrano anche alcune caratteristiche distintive. La più evidente è
l’idea che il peso corporeo, l’aspetto fisico o la magrezza siano le uniche
caratteristiche che determinano il valore personale: la magrezza e il peso corporeo
hanno delle priorità che lo rendono una pietra di paragone eccezionale per valutare se
stessi.
Alcune persone che presentano comportamenti bulimici hanno problemi nel controllo
degli impulsi. Possono essere sessualmente promiscue, giocare d’azzardo, abusare di
alcool e droghe, sottoporsi ad autolesionismo o tentare il suicidio. I comportamenti
impulsivi associati alle abbuffate più difficili da controllare sono il fumare e il
mangiarsi le unghie. Le persone bulimiche, attraverso gli atti impulsivi, cercano di
allentare la propria tensione emotiva.
Le anoressiche restrittive, al contrario delle persone che si abbuffano, non sembrano
avere problemi di controllo degli impulsi, mentre presentano frequentemente marcati
tratti ossessivi. Si preoccupano spesso per l’ordine, la perfezione e l’autocontrollo, a
scapito di flessibilità, apertura mentale ed efficienza. Prestano attenzione ai dettagli,
alle regole, alle liste, all’organizzazione o agli schemi; sono molto dedite al lavoro, fino
all’esclusione delle attività di svago.
Infine c’è da notare che spesso coloro che sono affetti da disturbi alimentari
manifestano una vera e propria “dipendenza” all’attività fisica.
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