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Lisia e la rappresentazione dei suoi personaggi
Con l’opera di Lisia, sopravvissuta per una soddisfacente ampiezza,
compare la prima grande figura di artista nella letteratura oratoria greca. La
sua eloquenza è in gran parte giudiziaria, e resta quindi in disparte rispetto
ai grandi motivi politici e culturali dell’epoca.
Le sue orazioni, scritte su commissione, erano indirizzate ai giudici della
bulè e sono perciò di argomento prevalentemente giudiziario.
Egli nei suoi discorsi esprime un’efficace e vivida capacità di imitazione,
rivolta all’esistenza quotidiana e ai personaggi che la popolano, e uno stile
contraddistinto da una sobria e calcolata eleganza.
La
caratteristica
fondamentale
dell'oratoria
lisiana,
riconosciuta
fin
dall'antichità, è l'etopea, ossia la capacità di adattare il testo dell'orazione al
carattere ed alla condizione dei vari clienti, che dovevano, secondo la
procedura del diritto attico, pronunciare le orazioni di persona, senza uso di
avvocati difensori.
Notevole fu la sua facoltà di immedesimarsi nell'indole, nel carattere e nella
cultura dei suoi clienti, una grande abilità narrativa, che si distingue per la
linearità e la scorrevolezza del racconto
Questa caratteristica, peculiare di Lisia, deriva dalla condizione di logografo,
ossia di avvocato per conto di terzi, ed è attuata con l'uso massiccio della
lingua della conversazione quotidiana.
Lisia è senza dubbio un maestro nel rappresentare i caratteri, nell' adattare
il discorso alla mentalità di colui che doveva pronunziarlo, nella chiarezza e
nella precisione dello stile e soprattutto il suo grande merito consiste non
nel commuovere ma nel persuadere i giudici.
In effetti la maestria di Lisia sta in questa capacità di immedesimarsi con
l’indole di un’altra persona, assumendone come proprie la condizione
sociale, il livello culturale, le attitudini e le idiosincrasie, così da rendere
assolutamente credibile il discorso che a questa persona veniva attribuito.
Egli sviluppa questa tecnica al punto di insistere su certe apparenze
negative del suo cliente; ciò aveva lo scopo di metterne in risalto per
converso l’intrinseca genuinità e di accattivargli di conseguenza le simpatie
dei giurati.
Efficace
in
questo
senso
è,
per
esempio,
la
caratterizzazione
del
protagonista nell’orazione Per l’invalido, dove un uomo di nessuna cultura,
quasi improvvisando il suo discorso, difende con rustico umorismo il proprio
diritto ad usufruire di un contributo statale, messo a repentaglio da
malevole dicerie.
Si attribuivano a Lisia 425 discorsi dei quali soltanto 230 sono stati ritenuti
autentici dalla critica.
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