congedo da questo mondo

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CONGEDO DA QUESTO MONDO
Montalto – Funerale di un quindicenne di nome Paolo – 15 gennaio 2010
Inaspettatamente, improvvisamente, il giorno dopo appena 15 anni. Vita e morte di Paolo. Dalla
pienezza di una vita ad un silenzio di morte e di dolore.
Silenzio: il suo, di Paolo, quello di una vita che in un attimo finisce.
Silenzio: di mamma e papà, che si ritrovano senza il figlio, dentro un vuoto inesorabile, schiacciati
dal dolore.
Silenzio: il nostro, che sconcerta e che ci pone un cumulo di interrogativi. Perchè?
Quante domande tormentano: c’è qualche senso in questo tragico fatto? Esiste un significato in
questa morte? Possiamo sapere perché? Oppure è tutto assurdo? E’ tutto senza senso? E’ solo
destino, destino cieco, fatale, assurdo, che provoca dolore e basta? Domande pressanti, naturali,
istintive, doverose.
Due anni fa moriva una ragazza piena di vita per una tremenda ed improvvisa malattia. Quando
simpatica adolescente di 15 anni perde per un incidente un’amica carissima, di nome Maria, allora
scrive segretamente una lettera alla propria mamma: “Cara mamma,…ciò che è successo a Maria
non è stato un caso. Ognuno di noi ha un libro di vita, che tiene Dio; su quello di Maria c’era scritto
che la sua doveva finire così! Ciò che le è accaduto non è solo per la morte…La morte di Maria mi
è servita come lezione, perché ho finalmente capito qual è il modello di vita giusto. Ho capito
l’importanza di Dio nella vita di ogni persona e gli ho affidato la mia; tutto ciò che da adesso mi
accade è per volere del Signore…Maria era la mia migliore amica, come lei non ce ne saranno altre,
e il Signore me l’ha tolta, ma io SO che Dio non toglie la gioia ad una persona se non per
prepararne una più grande e più bella”.
A quindici anni! Come riuscire a scrivere queste parole? Quella ragazza diceva di sapere e
quindi di credere! E si affidava a Dio. Quale sapienza! Viveva la perdita di quella amica con
sofferenza grande e con serena speranza! Qualche anno dopo questa ragazza si sarebbe ammalata
gravemente e prima di morire lascerà scritto anche queste meravigliose parole: “Vorrei andarmene
colma di gratitudine per avere avuto la possibilità di esistere!”.
La gratitudine per essere, per la possibilità avuta di esistere. Sì. La vita è una realtà seria, è un
impegno, è una cosa bella. Con la vita non si scherza, lo sappiamo bene, ma la si deve vivere,
facendo di essa un dono. Un dono stupendo da accogliere, da custodire, da donare.
Come? Perché? Per chi? Non è possibile sfuggire a queste domande. Ma chi ci aiuta ad avere
qualche piccola risposta?
Serve la fede! Senza la fede una morte come quella di Paolo è dolore, è solo immenso dolore,
assurdità, fatalità, cieco destino privo di senso. Con la fede, con un poco di fede, anche questa morte
rimane dolore, sì, grande dolore, ma non è solo dolore. Con la fede è dolore non oscuro, ma
luminoso. E’ dolore non assurdo, ma che invita a guardare avanti. E’ invito ad amare la vita, a
custodirla, a viverla bene, a donare amore e gioia.
Serve la fede! Non una fede qualsiasi, ma la fede in Gesù, che muore sulla croce per dare un
valore salvifico ad ogni sofferenza. Occorre la fede in Gesù, che risorge il mattino di Pasqua per
donare luce e vita. Luce che dona speranza, che invita a essere buoni, che sprona ad andare avanti
con coraggio e serenamente, che aiuta a vivere bene ed a fare del bene. Sempre.
Cara mamma e caro papà di Paolo, parenti, compagni di scuola, amici tutti, non è facile
accogliere questo momento, ma anche per questo momento è preparata una grazia di luce. Abbiamo
tutti bisogno di luce per vivere. Nel Vangelo il Signore ci dice la parola giusta e vera, luminosa: “Io
sono la risurrezione e la vita... Ci credi tu?”. Abbiamo bisogno di Gesù, del suo sguardo, del suo
amore. Abbiamo bisogno della fede.
Carissimo Paolo, dal Cielo, da quel Cielo dove osiamo sperare che tu ormai sia arrivato e dove
splendi come stella piena di luce divina, continua a brillare su di noi e donaci quella luce di fede che
sola conforta, che aiuta a sperare, che fa guardare avanti con serenità. Per vivere abbiamo bisogno,
ancora e quanto, di gioia, di gioia vera.
Dal Cielo guardaci e non abbandonarci mai. Con immenso affetto ti affidiamo
materno e grande, dolcissimo e forte della Vergine Maria. Vivi in Dio! Amen.
all’amore
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