Stati Uniti - Istituto Pascal RE

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Stati Uniti
(1775 - 1865)
Verso la guerra d'indipendenza
Le vicende che portarono dalla fine della Guerra dei Sette Anni al "Boston Tea Party" e alla
dichiarazione d'indipendenza. Cause economiche e politiche della guerra d'indipendenza.
Alla fine della guerra dei Sette anni la Gran Bretagna risultò essere la maggior potenza economica e la
dominatrice assoluta sui mari; nonostante ciò, la corona inglese si ritrovò a dover sostenere enormi spese di
guerra e la responsabilità di amministrare e difendere i nuovi territori acquisiti in Nord America.
Nelle 13 colonie nordamericane della Corona Inglese esistevano condizioni di crescita sociale ed economica
che non avevano riscontro in alcun paese europeo. L’eccezionale libertà in diversi settori (mercato, stampa,
governo) aveva inoltre contribuito ad un sentimento d’orgoglio nazionale.
Le colonie avevano conosciuto una grande crescita demografica grazie all’immigrazione proveniente
dall’Inghilterra. Circa la metà della popolazione era poi rappresentata da schiavi d’origine africana. Tutte le
colonie erano sottoposte ai rigidi vincoli mercantilistici imposti dalla madrepatria.; i gravami fiscali e il
diniego del permesso di espansione verso Ovest peggiorano il rapporto con Londra.
“No taxation without representation” : questa rivendicazione mirava a ottenere che delegati coloniali fossero
eletti a far parte del potere legislativo. Una simile pretesa equivaleva di fatto a far riconoscere le colonie non
come aree subalterne, bensì come entità politiche paritarie sul piano dei diritti.
Ben presto però prese piede il movimento di protesta antifiscale da parte degli americani.
Le cause principali della guerra
1. La fine della guerra dei Sette Anni  La guerra dei sette anni aveva posto fine alla dominazione francese
sui territori canadesi, cosicché i coloni non avevano più quella necessità di protezione che era stato uno dei
principali motivi di attaccamento alla patria di origine.
2. Le imposte  i coloni erano abituati a pagare soltanto le imposte locali. Nel 1765 il governo inglese volle
estendere alle colonie una tassa del bollo, già in vigore nella madrepatria, per la quale ogni modalità d’uso
della carta, nei giornali, nei documenti commerciali, negli atti legali, eccetera, era sottoposta a un tributo,
che veniva pagato mediante l'apposizione di un bollo (questo documento passò alla storia sotto il nome di
"Stamp Act").
3. La Compagnia delle Indie orientali  Nel 1773 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali ottenne dal
Parlamento il diritto di vendere in esclusiva e mediante i suoi stessi agenti il tè ch'essa importava dalla Cina,
tagliando fuori gli intermediari americani che avevano fino ad allora goduto di un ampio e fruttuoso giro di
affari.
4. L’espansione territoriale  L'ulteriore limitazione della libera espansione territoriale dei coloni, che
l'Inghilterra voleva in sostanza confinare a oriente dei monti Appalachi, in favore degli indigeni che
abitavano il resto del territorio, furono percepite come un atto di dispotismo e di inaccettabile limitazione
della libertà dei coloni, che pretendevano di essere liberi.
5.Le rivendicazioni del Congresso continentale Congresso continentale riunitosi a Filadelfia nell'autunno
del 1774, al quale parteciparono i delegati di tutte le colonie si limitò a rivendicare l'autonomia
amministrativa dei coloni e votò il boicottaggio sistematico delle merci inglesi, da imporre con la forza anche
a quegli americani che non l'avessero praticato spontaneamente.
Queste cause portarono al movimento di protesta antifiscale da parte degli americani.Il primo episodio di
violenza avvenne quando, a seguito della Legge sul tè (Tea Act, 1773) , che concedeva il monopolio del
commercio del tè alla Compagnia delle Indie orientali, alcuni militanti indipendentisti, saliti a bordo di una
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nave della Compagnia, dettarono in mare il suo carico di tè Boston Tea Party. La risposta inglese non si
fece attendere e così il porto di Boston venne chiuso, furono sciolte tutte le assemblee locali e fu imposto il
trasferimento in Inghilterra degli imputati americani. A loro volta i coloni americani riuniti 5 settembre
1774 nel primo Congresso continentale di Filadelfia stabilirono di chiudere ogni relazione commerciale con
la Gran Bretagna.
Inizio della guerra…
Nonostante al Primo Congresso Continentale, riunito a Filadelfia nel settembre 1774, fossero prevalse le
posizioni moderate, di fatto gli eventi presto degenerarono e in pratica fin da subito nelle diverse colonie si
iniziarono a raccogliere uomini e armi per l’opposizione alle imposizioni della madrepatria, cercando di
costituire un “esercito di liberazione“.
Formalmente, l’apertura della Guerra d’Indipendenza e l’entrata in guerra ufficiale si ebbe il 10 maggio
1775, con un atto del secondo Congresso Continentale, riunito sempre a Filadelfia, il quale affidò il
comando dell’esercito coloniale al generale George Washington. Di fatto, però, questo secondo Congresso,
pur sancendo l’entrata in guerra contro l’Inghilterra, non dichiarò esplicitamente l’obiettivo
dell’indipendenza dalla madrepatria. La reazione del re d’Inghilterra Giorgio III fu durissima: con il
“Proclamation of Rebellion” ribadì le rigide posizioni inglesi in materia politica, sociale ed economica e
dichiarò ribelli i patrioti americani. Con questo atto anche i coloni più moderati si decisero ad unirsi
all’”esercito di liberazione americano”.
La risposta americana alla “Proclamation of Rebellion” inglese arrivò nello storico 1776. Nel giugno di
quell’anno, il Congresso costituì una sorta di comitato per stilare un atto formale che riepilogasse le
posizioni delle colonie e la loro dichiarazioni di intenti per questa guerra. Il documento che venne elaborato
fu discusso ed approvato dal Congresso il 2 luglio 1776 e promulgato il 4 luglio 1776. Era la famosissima
“Declaration of Independence“, che diventerà uno dei più importanti documenti di tutta la storia
americana e del mondo occidentale. Alle 18.00 della sera del 4 luglio 1776 il generale Washington lesse
pubblicamente parte della dichiarazione alle truppe, le quali accolsero questo atto con grande entusiasmo ed
euforia. Il punto storicamente più importante è il principio per cui ogni governo è formato e deve operare
per l’esclusivo beneficio delle genti governate. Quando il governo non è più di beneficio per le genti
governate, allora queste hanno il diritto di sostituirlo con un nuovo governo. Inoltre, in questa dichiarazione
non mancavano i principi di uguaglianza e di libertà. Celebre è la frase “tutti gli uomini sono stati creati
uguali e il Creatore li ha investiti di alcuni diritti inalienabili”. Ricordiamo a tale proposito l’antecedente
culturale costituito dalla filosofia politica di J. Locke.
A questo punto gli obiettivi e i principi ispiratori erano stati espressi e la guerra era stata dichiarata. Si
trattava di combatterla e vincerla in nome di questi principi.
L’esercito coloniale, affidato a George Washington, contava circa 8-9 mila uomini, senza uniformi, mal
pagati, poco armati, poco nutriti, prevalentemente volontari (cioè disoccupati e sbandati, senza famiglia e
senza casa). La più grande difficoltà era inoltre quella di far prevalere l’interesse globale del Congresso
rispetto ai singoli interessi delle Colonie e dei gruppi di
volontari combattenti.
Davanti a questa situazione, non sorprende la convinzione
degli inglesi di poter facilmente e rapidamente sbaragliare
l’esercito americano, infliggendo una “sonora lezione” a
questi “coloni ribelli e arroganti”.
L’esercito inglese riportò nel corso del 1776 una serie di
preannunciate vittorie, le più clamorose furono
l’occupazione inglese di New York e di Filadelfia.
Tuttavia, Washington cambiò presto tattica e con
un’accorta ed oculata tecnica fatta di imboscate e piccoli
attacchi a sorpresa, riuscì a disorientare l’esercito
avversario e, il 13 ottobre 1777, circondando 5000 inglesi
a Saratoga, riuscì a sconfiggerli e a costringerli alla resa.
Questa prima inaspettata vittoria servì a sbloccare la
situazione, a ridare coraggio alle truppe americane e,
soprattutto, a convincere alcune potenze europee dell’importanza di questo conflitto dall’esito tutt’altro che
scontato.
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Dopo pochi mesi, infatti, la Francia entrò in guerra contro gli inglesi, sostenendo le posizioni degli
americani. Le ragioni di questa mossa francese vanno ricercate da un lato nel desiderio di rivendicare la
sconfitta della guerra dei Sette Anni, dall’altro dalla pressione degli intellettuali illuministi francesi che
vedevano per la prima volta le loro idee di libertà e uguaglianza concretamente in via di realizzazione. La
flotta francese riuscì a tenere “occupata” la flotta inglese, impedendo di fatto a quest’ultima di applicare il
minacciato e temutissimo “embargo“, cioè il blocco dei porti e di ogni sorta di commercio nelle Colonie.
Se la Francia non fosse entrata in guerra, molto probabilmente le Colonie non avrebbero potuto resistere
molto a lungo isolate e private di ogni possibilità di commercio con il resto del mondo.
L’anno seguente (1779) dichiarò guerra agli inglesi anche la Spagna e, nel 1780, l’Olanda. Questa
“coalizione europea” a favore degli americani decretò senza ombra di dubbio l’esito finale della guerra.
L’esercito di Washington ebbe infatti in questo modo la possibilità ed il tempo per organizzarsi meglio e
migliorarsi. La storica battaglia finale di Yorktown (16-19 ottobre 1781) vide la vittoria definitiva
dell’esercito americano di Washington, sostenuto dalle truppe francesi comandate dal generale La Fayette.
Gli inglesi si arresero e si ritirarono.
Due anni dopo, il 3 settembre 1783, venne firmata la pace, nota come “Pace di Versailles” o “Treaty of
Paris“, in cui l’Inghilterra riconosceva l’indipendenza delle Colonie dalla costa atlantica fino al confine del
Mississippi. Alla Francia andarono i possedimenti nelle Antille e il controllo della costa del Senegal,
mentre la Spagna ottenne la Florida e Minorca.
La guerra era vinta, l’indipendenza ottenuta, ma ora si presentava un problema ancora più difficile: come
organizzare e come gestire la tanto desiderata libertà?
La nascita della Costituzione dopo la guerra d'indipendenza
Ottenuta l'indipendenza, alle tredici colonie si presenta ora la necessità di costruire il nuovo stato
federale…
Infatti le colonie non avevano un governo unitario, una divisione delle competenze e dei poteri, ma non
avevano nemmeno abitudini e usi comuni!Ben presto però al difficile compito di costruire la nuova
confederazione si aggiunsero anche discussioni, scontri e divergenze di opinioni derivanti dai pensieri
differenti tra le colonie . Inoltre, si aprirono alcune questioni importanti riguardanti il commercio,
duramente provato dalla guerra d‘indipendenza, la pratica della schiavitù, accettata in certe colonie e
rifiutata da altre, le finanze, anch’esse duramente provate dalla guerra ed uno stato di elevata incertezza
riguardo alla a)competenza di tassazione  ”federale o locale?” e b) la distribuzione delle terre
conquistate. La tappa più importante fu la riunione degli stati a Philadelphia nell’estate del 1787, dove
parteciparono i delegati provenienti da dodici delle tredici colonie. George Washington fu eletto
presidente della Convention all’unanimità.I lavori della convention miravano a formalizzare e strutturare il
nuovo governo centrale, ed in particolare definire le competenze e le modalità di esercizio dei tre poteri:
legislativo, esecutivo e giudiziario.I problemi incontrati furono numerosi, in particolare relativamente al
problema della rappresentanza presso l’organo legislativo. Alcune colonie più grandi infatti sostenevano
una rappresentanza in base alla popolazione, mentre le colonie più piccole proponevano che ogni stato
godesse dello stesso numero di rappresentanti. La soluzione adottata, nota come “Great Compromise”
(Grande Compromesso, del 16 luglio 1787), fu quella di istituire due camere, una camera bassa con
rappresentanti proporzionali alla popolazione di ciascun stato, a una camera alta (Senato) composta da due
membri per ogni stato.
La Costituzione fu infine firmata il 17 settembre 1787.
POTERE LEGISLATIVO---------esercitato da due Camere
Camera dei rappresentanti
Senato
Questioni finanziarie
politica estera
Eletta prop. al n° degli ab.degli stati due rappr. Per stato
POTERE GIUDIZIARIO
Corte suprema federale composta da giudici vitalizi,nominati dal presidente con l’assenso del senato.
POTERE ESECUTIVO-----------Presidente eletto in forma indiretta(ogni 4 anni)da un’assemblea di grandi
elettori designati dagli stati.
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Capo delle forze armate,nomina i giudici della corte Suprema,diritto di veto per le leggi approvate dal
Congresso.Il congresso può destituire il presidente che ha violato le leggi.
Progressivamente, dal 1787 ( processo concluso nel 1959) aderirono agli Stati Uniti diversi paesi , grazie
ad una rapida espansione dalla costa dell’Atlantico a quella del Pacifico. All’inizio si mossero i cacciatori,
poi gli agricoltori ed infine prese forma una società stabile ed organizzata, naturalmente a danno delle
popolazioni indiane indigene. Gli Stati membri che via via si aggiungevano resero tuttavia la dinamica
politica
molto
più
complessa;
le
tensioni
infine
scoppiarono
La guerra di secessione
Guerra di Secessione americana (1861-1865), guerra civile che oppose gli Stati Uniti
d'America (l'Unione) a undici stati secessionisti del Sud, organizzati nella Confederazione
degli Stati d'America.
La guerra di secessione americana, detta anche guerra civile americana, venne combattuta dal 1861 al 1865
fra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America (CSA), entità politica sorta dalla riunione
confederale di Stati secessionisti dall'Unione (USA).
Alcuni Stati dichiararono inizialmente la loro neutralità, anche se poi le vicende del conflitto finirono per
coinvolgerli ugualmente.
Cause della guerra
Le cause della guerra di secessione sono più complesse e profonde di quanto appaiono a uno sguardo
superficiale:
 I Sudisti si ritenevano i veri rappresentanti del liberalismo, e pretendevano l’autonomia economica
e difendevano le proprie prerogative giurisdizionali senza alcuna interferenza da parte dello Stato
federale centrale.
 Questione dello schiavismo: gli stati del Nord criticavano la schiavitù perché incompatibile con il
liberalismo economico, al contrario dell’energica difesa della schiavitù da parte degli stati sudisti.
 Interessi economici:gli stati del Sud misero in pericolo gli interessi economici e industriali del
nord.
 Scontro tra schiavisti e abolizionisti in seguito al tentativo degli stati del Sud di introdurre la
schiavitù nel Kansas e nel Nebraska.
 Elezione del repubblicano Abraham Lincoln. Gli Stati del Sud, che avevano annunciato la loro
secessione se Lincoln fosse stato eletto, vissero il fatto come una vera e propria dichiarazione di guerra e
iniziarono subito un processo di secessione dall'Unione per formare gli Stati Confederati d'America ed
eleggendo un proprio presidente, Jefferson Davis…
Nell’aprile 1861 gli eserciti unionisti e confederati si affrontavano nel più sanguinoso conflitto della storia
degli Stati Uniti. Dopo alcune vittorie iniziali, i sudisti subirono la controffensiva degli Stati del Nord, la cui
superiorità economica e demografica si rivelò decisiva per gli esiti della guerra.
Nel 1863 le forze dell’Unione penetrarono nella valle del Mississippi, tagliando in due la Confederazione.
Nell’estate del 1864 le forze nordiste attraversarono il Tennessee e la Georgia, giungendo in dicembre le
coste dell’Atlantico. Il 9 aprile 1865 i confederati si arresero.
Si trattò di una guerra estremamente sanguinosa (più di 600.000 morti!) durante la quale si sperimentarono le
armi e le tecniche di combattimento nuove; inoltre per alcune peculiari caratteristiche viene dagli storici
considerata la prima guerra “totale” dell’umanità :
 carattere di massa(oltre 3 milioni degli uomini chiamati alle armi)
 un massiccio coinvolgimento dei civili
 un grande sforzo produttivo e tecnologico per sostenere lo sforzo bellico
Gli Stati del Sud furono sottoposti a una temporanea occupazione militare e dovettero accettare il
ridimensionamento della propria autonomia, mentre la schiavitù veniva abolita su tutto il territorio
dell’Unione. Queste misure acuirono odi e risentimenti, mentre la parità dei diritti tra bianchi e neri,anche se
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riconosciuta sul piano giuridico, non trovò per molti decenni alcuna applicazione nella vita reale.Di fatto i
neri, negli Stati Uniti del Sud, persero progressivamente il diritto di voto e furono oggetto di una politica
segregazionista: fu imposta una rigida separazione in tutti i luoghi pubblici tra bianchi e neri, una prassi che
infine fu legittimata dalla Corte Suprema nel 1896.
Evento
Boston Tea party
Alcune date importanti
Anno
1773
Primo Congresso Continentale in Filadeflia
5 settembre 1774
Ufficiale inizio della Guerra d’Indipendenza
Americana
10 maggio 1775
Promulgazione della “Declaration od Indipendence”
4 luglio 1976
Pace di Versailles
3 settembre 1783
Great Compromise
16 luglio 1787
La nascita della Costituzione americana
17 settembre 1787
Inizio della Guerra di Secessione
Aprile 1861
Fine della Guerra di Secessione
9 aprile 1865
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