Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 46 COME ERAVAMO Un Forestale in Russia Questa è la storia di Oreste Ganz, classe 1917, nato a Falcade (Belluno) il 7 di agosto. Suo padre era in guerra, sergente mitragliere con gli Alpini impegnati nella Battaglia dell’Ortigara. Tempi difficili e duri. Oreste, a diciassette anni chiede ed ottiene di essere arruolato come volontario allievo sottufficiale negli Alpini. Viene assegnato, dopo il corso, alla Scuola centrale di Alpinismo di Aosta, al battaglione Verona, il 6° Alpini, di stanza a Vipiteno. Lì trascorre i due anni di ferma, dal giugno del 1936 al dicembre del 1938. Per poi essere congedato. Nuove nubi minacciose si stanno addensando sull’Europa e sul mondo. Oreste Ganz, nel frattempo è stato ammesso a seguire il corso allievi militi della Milizia Nazionale Forestale, a Cittaducale. Nel dicembre del 1939, il giovane milite viene assegnato alla III Legione M.N.F. di Brescia, effettivo presso la Stazione forestale di Breno in Val Camonica. LA GUERRA Il conflitto mondiale è già esploso, ma l’Italia si mantiene, ancora per poco, neutrale. Nel giugno del 1940 cadono anche gli ultimi indugi e l’Italia dichiara guerra alla Francia. Oreste Ganz chiede di essere trasferito al Raggruppamento Legioni della M.N.F e viene comandato presso il Fronte Alpino Occidentale. Ma quando viene inviato nelle zone di combattimento è già tutto finito. Ganz rientra, dopo la smobilitazione, presso la IIIª Legione nel dicembre del 1940. Si aprono nuovi fronti e il milite chiede di entrare a far parte del Raggruppamento motorizzato CC.NN. Forestali Mobilitato che trova impiego in Albania a partire dal marzo del 1941. Mesi duri, sul fronte greco-albanese, che gli fruttano la promozione a milite scelto per “il coraggio e lo sprezzo del pericolo dimostrati in varie azioni di guerra”. Ma l’avventura più grande e difficile deve ancora arrivare. Il 22 giugno del 1941 le forze naziste lanciano la “Unternehmen Barbarossa” contro i sovietici, aprendo un nuovo fronte ad Est. Anche Mussolini decide di contribuire con proprie forze, costituendo il Corpo di spedizione italiano, impegnato sul fronte russo fin dal luglio del 1941, e, successivamente, l’8ª Armata Italiana in Russia, o Arm.I.R., destinata ad un tragico epilogo nell’inverno del 1943. Oreste Ganz viene assegnato all’Ufficio legnami dell’Intendenza Comando dell’8ª Armata. La partenza per il fronte russo avviene il 14 novembre del 1942 e dopo due giorni di viaggio Ganz arriva alla sua destinazione: Vorosilovgrad, l’attuale Lugànsk in Ucraina, occupata 46 - Il Forestale n. 73 dalle forze dell’Asse dal 17 luglio del 1942 al 14 febbraio del 1943. L’Ufficio legnami è sotto il comando del Seniore Oreste Vecchioli, già distintosi in Africa Orientale con la “Colonna Agostini”. LEGNO PER I PONTI Il compito dei Forestali è di fornire legname da opera al Genio e legna da ardere a tutti i reparti. A tal fine, con l’autorizzazione dello starosta, l’anziano punto di riferimento della comunità, che funge da tramite con l’occupante, vengono requisite le segherie esistenti e mobilitato il personale civile, per lo più donne, che costituisce la forza lavoro. Tutte a libro paga, ma mai pagate. Le dotazioni non sono troppo all’avanguardia: due motoseghe tedesche ed i classici attrezzi da lavoro. I Forestali sono una ventina e si ingegnano a dare il loro contributo. Il legname viene impiegato per le opere di maggiore utilità ed in particolare per il Ponte Garibaldi sul fiume Donetz. La guerra subisce una svolta drammatica nel dicembre del 1942. Ganz è stato trasferito a Kantemìrovka, importante centro ferroviario ove si trovano magazzini ed ospedali dell’esercito. L’inverno russo si fa sentire: 40 gradi sotto zero. È la mattina del 19 dicembre quando i primi carri della 174ª brigata sovietica si presentano sulle alture che dominano l’abitato di Kantemìrovka. Ai T34 non è stato affidato il compito specifico di prendere le città e i villaggi. Essi devono scompaginare le difese, in Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 47 COME ERAVAMO LA RITIRATA Ganz perde i contatti con i suoi commilitoni e si prodiga ad aiutare i feriti. Da lì inizia un lungo calvario, con la ritirata italiana: colonne appiedate, nella tormenta di neve, incalzate dai carri russi. Fame, privazioni, morte. I comandi sono saltati e le colonne procedono a fatica senza una direzione precisa. Il milite scelto riesce a raggiungere Char’kov, dove ritrova altri commilitoni e poi Gomel’, in Bielorussia, punto di concentramento delle truppe scampate alla ritirata. Lì un fortunato incontro: il fratello Arturo, sergente del battaglione Verona, del 6° Alpini è riuscito a mettersi in salvo, portando con sé la bandiera e la cassa del Battaglione. Ferito, ma vivo. seconda promozione a Vice Brigadiere con la seguente motivazione “Milite scelto addetto all’Ufficio Legnami dell’Intendenza si distinse in modo particolare in località Kantermìrowka nel recupero di uomini e materiali, portandoli a salvamento sotto il fuoco dei bombardamenti aerei e delle truppe nemiche avanzanti…”. Continua a prestare servizio nella Guardia Nazionale Repubblicana della Montagna e delle Foreste, che, dopo la proclamazione della Repubblica sociale, ha preso il posto della M.N.F., fino al 25 aprile del 1945. Sospeso, degradato e poi riammesso in servizio, non manca di fare il proprio dovere fino al termine della propria carriera, conseguendo due importanti encomi: uno nel 1959, per l’opera prestata nello spegnimento di un incendio boschivo in provincia di Treviso, protrattosi per tre giorni consecutivi; ed un altro con la seguente motivazione: “In occasione del disastro del Vajont, si prodigava infaticabilmente nell’opera di soccorso dei sinistrati dando prova di abnegazione e vivo spirito di sacrificio. Longarone, 10-20 ottobre 1963”. IL RIENTRO IN ITALIA Oreste rientra in Italia e continua a prestare servizio presso la III Legione di Brescia. Viene insignito della Un sentito ringraziamento a Italo Riera che ha raccolto la testimonianza del protagonista ancora vivente. N.G. modo che le fanterie possano introdursi nelle case. I carristi puntano, dunque, le bocche da fuoco verso lo spiazzo della stazione mirando ai camion. Oreste Ganz, si trova lì, come altri soldati e pensa si tratti di panzer tedeschi. Ma i carri aprono il fuoco ed è lo scompiglio generale. Magazzini incendiati, mezzi distrutti ed i feriti che scappano dagli ospedali, alcuni con solo una coperta indosso. Il Forestale n. 73 - 47