Le economie asiatiche in espansione contribuiscono al 60% della

Le economie asiatiche in espansione
contribuiscono al 60% della crescita globale — ADB
HONG KONG, CINA (6 Aprile 2017) — Secondo il nuovo rapporto dell'Asian
Development Bank (ADB), la crescita è in ripresa in due terzi delle economie asiatiche in via
sviluppo, grazie al supporto di una maggiore domanda esterna, all'aumento dei prezzi globali
delle materie prime e alle riforme nazionali, che rendono la regione il singolo maggiore
contributore alla crescita globale.
Nel proprio rapporto Asian Development Outlook (ADO) 2017, ADB prevede che la
crescita del prodotto interno lordo (PIL) in Asia e Pacifico raggiungerà il 5,7% nel 2017 e 2018,
in leggera decelerazione rispetto al 5,8% registrato nel 2016. Il rapporto ADO è la
pubblicazione economica annuale di punta di ADB.
“L'Asia in via di sviluppo continua a trainare l'economia globale anche se la regione si
sta adattando all'economia maggiormente basata sui consumi della Repubblica Popolare
Cinese (PRC) e agli incombenti rischi globali,” ha affermato Yasuyuki Sawada, Economista
Capo di ADB. “Benché variazioni politiche incerte nelle economie avanzate pongano un rischio
per le prospettive, riteniamo che la maggior parte delle economie siano ben posizionate per
resistere agli shock nel breve termine”.
La crescita delle economie industriali prende slancio con una crescita collettiva prevista
dell'1,9% nel 2017 e 2018 per USA, area euro, e Giappone. La fiducia in crescita di imprese e
consumatori e il tasso di disoccupazione in calo hanno dato impulso alla crescita degli USA, ma
l'incertezza in merito alle politiche economiche future può mettere alla prova la fiducia. L'area
euro continua a rafforzarsi, ma la sua prospettiva è in qualche modo offuscata da fattori di
incertezza quali la Brexit. Nel frattempo, il Giappone resta dipendente dalla capacità di
mantenere la crescita dell'export per proseguire la propria espansione.
La crescita della PRC continua ad essere limitata, mentre il governo implementa misure
per la transizione dell'economia verso un modello maggiormente basato sui consumi. Si
prevede che la produzione complessiva rallenti al 6,5% nel 2017 e al 6,2% nel 2018, in calo dal
6,7% del 2016. Gli sforzi finalizzati a conservare la stabilità fiscale e finanziaria continueranno in
futuro a frenare leggermente la crescita, ma la continua riforma strutturale aiuterà a mantenere
la crescita all’interno degli obiettivi stabiliti dal governo.
L'Asia del Sud resta la sottoregione maggiormente in crescita, dato che raggiungerà il
7% nel 2017 e il 7,2% nel 2018. In India, l'economia maggiore della sottoregione, si prevede
una ripresa della crescita fino al 7,4% nell'anno fiscale (FY) 2017 e al 7,6% in FY2018, dopo il
7,1% registrato nello scorso FY. L'impatto della demonetizzazione delle banconote di taglio alto
sta svanendo mentre le banconote sostitutive entrano in circolazione. Si prevede altresì che
consumi più forti e riforme fiscali migliorino la fiducia delle imprese e le prospettive
d'investimento nel paese.
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Domande dei media
Erik Churchill
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Si prevede che la crescita complessiva nel Sudest Asiatico acceleri ulteriormente con
una tendenza al rialzo mostrata da quasi tutte le economie della regione. La regione crescerà
del 4,8% nel 2017 e del 5% nel 2018, dal 4,7% registrato l'anno scorso. I produttori di materie
prime quali Malesia, Vietnam e Indonesia riceveranno impulso dal recupero dei prezzi globali di
carburanti e alimenti.
Si prevede che la crescita nell'Asia Centrale raggiungerà il 3,1% nel 2017 e il 3,5% nel
2018, in conseguenza dell'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'aumento delle
esportazioni, benché con grande eterogeneità tra i paesi nella regione. Nel frattempo, i paesi
nel Pacifico raggiungeranno una crescita del 2,9% e 3.3% nei prossimi 2 anni mentre la
maggiore economia della regione, Papua Nuova Guinea, si stabilizzerà in seguito a una stretta
fiscale e Fiji e Vanuatu si riprenderanno da disastri naturali.
Si prevede che l'inflazione dei prezzi al consumo regionale accelererà al 3% nel 2017 e
3,2% nel 2018 dal 2,5% registrato nel 2016 in conseguenza della domanda di consumo più forte
e dei prezzi globali delle materie prime in aumento. Le previsioni sull'inflazione per i prossimi 2
anni, tuttavia, sono molto al di sotto della media regionale di decennale del 3,9%.
I rischi per le prospettive includono i tassi d'interesse USA superiori, che accelereranno i
deflussi di capitali benché tale rischio sia mitigato in qualche misura da un abbondante liquidità
nell'intera regione. E' probabile che gli effetti dell'inasprimento della politica monetaria USA si
concretizzeranno solo gradualmente, concedendo ai governi di Asia e Pacifico il tempo per
prepararsi adeguatamente. Le economie con tassi di cambio flessibili potrebbero subire una
maggiore svalutazione e una successiva inflazione più elevata, mentre le monete regolate
tenderanno a rinunciare alla competitività dei prezzi all'esportazione.
Sul fronte interno, il debito delle famiglie in aumento in alcuni paesi asiatici pone un
rischio crescente. Le autorità possono contrastare tale rischio attraverso politiche
macroprudenziali prudenti, quali la richiesta di rapporti debito/reddito maggiormente restrittivi
per i prestiti. Le autorità potrebbero anche dover intervenire con maggiore decisione nei mercati
immobiliari per raffreddare la domanda speculativa e scongiurare bolle speculative.
ADB, con sede a Manila, si impegna nella riduzione della povertà in Asia e Pacifico
attraverso crescita economica inclusiva, crescita ambientale sostenibile e integrazione
regionale. Fondata nel 1966, ADB celebra 50 anni di partnership per lo sviluppo della regione. I
suoi proprietari sono i 67 membri del consiglio di amministrazione—48 dei quali provenienti
dalla regione.