velocità e accelerazione vettoriale La rapidità di cambiamento della posizione nel tempo è data dalla velocità. La posizione, individuata mediante il raggio vettore rispetto all'origine di un sistema di assi cartesiani ortogonali, cambia perchè o cambia la distanza dall'origine, o cambia la direzione (il raggio vettore ruota) o il verso (una rotazione di 180°). La velocità viene a dipendere dalla rapidità con cui cambia la distanza e dalla rapidità con cui cambia l'inclinazione (rispetto all'asse x per esempio) ossia dalla rapidità di rotazione del raggio vettore. In un intervallo !t la velocità media è Δ r v= Δt mentre la velocità istantanea è Δ r d r v = lim v m = lim = Δt→ 0 Δt→ 0 Δt dt Il vettore r si può scrivere come il prodotto fra il modulo (r) e il versore ( r̂ ), r = r ⋅ r̂ ; trovare la velocità è calcolare la derivata del prodotto r = r ⋅ r̂ *. Questa operazione è valida per ogni vettore e verrà illustrata per un generico vettore b̂ . La derivata di b̂ è la derivata del prodotto b = b ⋅ b̂ , cioè !b = !(b ⋅ b̂) = !(b) ⋅ b̂ + b ⋅ !(b̂) . La difficoltà di derivare il vettore si sposta quindi a calcolare la derivata del versore. Derivando rispetto al tempo si ha db d(b ⋅ b̂) db db̂ = = ⋅ b̂ + b ⋅ dt dt dt dt db̂ Δb̂ Per trovare si deve valutare e poi passare al limite; Δb̂ è il vettore che definisce dt Δt la variazione fra il versore b̂ ad un certo istante ( b̂') e il versore b̂ ad un istante successivo ( b̂" ). Graficamente Δb̂ b̂" ∆α b̂' con !α l'angolo di rotazione. Il modulo di Δb̂ si può calcolare considerando che il triangolo di lati b' e b" è un triangolo isoscele ( b̂' e b̂" hanno modulo 1) e che per piccoli * Da notare che sia come velocità media, che come velocità istantanea, il vettore velocità ha la stessa direzione di Δ r o di d r , cioè parallelo alla traiettoria. valori di !α il lato !b̂ può essere considerato come un elemento di circonferenza* di valore !b̂ = !α ⋅ b̂ = !α ⋅1 = !α , con !α misurato in radianti. Quando si considera l'intervallo temporale !t sempre più piccolo (tende a zero), !α diventa trascurabile e gli altri due angoli del triangolo isoscele tendono a 90°; il vettore !b̂ tende a diventare perpendicolare a b̂ . !b̂ !α ⋅ b̂ ⊥ !α = lim = lim b̂ ⊥ = ω b̂ ⊥ con ω la velocità !t→ 0 !t !t→ 0 !t→ 0 !t !t angolare e b̂ ⊥ il versore perpendicolare a b̂ . In questa situazione lim Si ricava la regola generale che la derivata di un versore è un vettore perpendicolare al versore stesso con modulo pari alla velocità angolare ω, cioè alla rapidità di rotazione del versore. Applicando questo risultato al vettore velocità d r d(r ⋅ r̂) dr dr̂ dr v= = = r̂ + r = r̂ + rω r̂⊥ dt dt dt dt dt Il risultato è un vettore con due componenti, una nella direzione di r̂ e l'altra nella direzione di r̂⊥ , perpendicolare a r̂ . Il moto rettilineo è descritto da una ω nulla e la velocità si riduce a dr v= r̂ dt e il moto circolare è descritto da un raggio r costante e la velocità contiene solo termini di rotazione v = rω r̂⊥ Trovata la velocità si può, allo stesso modo, ricavare l'accelerazione; dalla espressione generale della velocità si può notare che l'accelerazione avrà una componente parallela (radiale) ed una perpendicolare ad r̂ . Per semplicità valuteremo i casi di moto rettilineo e moto circolare uniforme, ω costante. Nel moto rettilineo l'accelerazione ha come modulo la derivata del modulo della velocità e la direzione del raggio vettore r dv d2r a= r̂ = r̂ dt dt2 Nel moto circolare uniforme ω è costante e in questo modo varia solo la direzione del vettore velocità. dr̂⊥ dv d(r ⋅ ω ⋅ r̂⊥ ) a= = = r ⋅ω ⋅ = r ⋅ ω ⋅ ω ⋅ r̂⊥ ⊥ = ω 2 ⋅ r ⋅ r̂⊥ ⊥ dt dt dt misurando l’angolo in frazioni del fattore 2" (misura in radianti) ogni arco di circonferenza può essere valutato come il prodotto fra il raggio della circonferenza e il valore dell’angolo. * Il versore r̂⊥ ⊥ è un versore perpendicolare a r̂⊥ il quale a sua volta è perpendicolare a r̂ . Risulta quindi ruotato di 180° rispetto a r̂ . E' quindi un versore opposto a r̂ : r̂⊥ ⊥ = -r̂ ; l'accelerazione diventa oppure a = -ω 2 ⋅ r ⋅ r̂ = - ω 2 ⋅ r a + ω2 ⋅ r = 0 Questa ultima relazione è detta equazione armonica e lega l'accelerazione che subisce un corpo con la sua posizione. L'equazione si può scrivere per componenti e lungo una direzione (x ad esempio) ax + ω2x = 0 o scrivere genericamente a + ω2x = 0 dove x ed a (o ax ) dipendono dal tempo. Le soluzioni di questa equazione sono quelle funzioni f(t) tali che la loro derivata seconda renda nullo il primo membro dell'equazione armonica. d2f = - ω2 ⋅ f . 2 dt Se x(t) = xo cos (ωt + ϕ) , questa è soluzione dell'equazione armonica. Qui ω è la velocità angolare e la ϕ rappresenta il generico valore della x per t = 0, ossia la fase. Infatti, poiché d2x dv a= = dt dt2 per calcolare l'accelerazione occorre calcolare la velocità dx v= = ω ⋅ x 0sen(ω t + ϕ ) dt da cui d2x dv a= = = - ω ⋅ x 0 ⋅ ω cos(ω t + ϕ ) = - ω 2 ⋅ x 0cos(ω t + ϕ ) = - ω 2 ⋅ x 2 dt dt che sostituita nell'equazione armonica - ω2 x + ω2 x = 0 la rende nulla, ossia la soddisfa. Più in generale, ogni funzione in sin o cos è soluzione dell'equazione armonica, ma anche una qualunque combinazione purchè lineare è ancora soluzione dell'equazione armonica. L'equazione armonica si suole far derivare dal moto circolare uniforme e da qui ω mantiene il nome di velocità angolare. Tuttavia ha una sua origine indipendente come nei moti lineari come l'oscillazione dell'estremo libero di una molla o il moto di un pendolo, Per questi moti la dizione velocità angolare è priva di senso e la ω è chiamata pulsazione. Per completare la descrizione del moto circolare introduciamo il periodo T, il tempo necessario a compiere una rivoluzione completa. Possiamo valutare il periodo considerando la velocità media necessaria a descrivere una circonferenza di raggio r 2"r 2"r 2"r 2" da cui T = = = T v ωr ω Un'altra grandezza che si accompagna al periodo è la frequenza f, cioè il numero di rivoluzioni effettuate nell'unità di tempo numero di giri f= tempo v= Se nel tempo t l'oggetto ruota di un angolo α il numero di giri compiuti si ricava dividendo l'angolo α per 2π α 1 1 α ω f= = = 2" t 2" t 2π e la frequenza risulta l'inverso del periodo 1 f= T