il legionario 1 soldati di roma

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IL LEGIONARIO
COMMENTARIVS
COMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANO
N.1 ANNO I/1 NOVEMBRE 2014 - NOV 2767 AVC
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ROMARS
legio secunda britannica
SOLDATI DI ROMA
SERIE: ESERCITO
.L'esercito romano è stato il complesso organizzato delle forze militari terrestri e di mare che
servirono Roma antica, nella serie di campagne militari che caratterizzarono la sua espansione, dall'epoca
della monarchia, alla Repubblica romana,
romana e quindi dall'epoca imperiale fino al definitivo declino.
declino
L'esercito fu costituito, a seconda dell'epoca storica analizzata, da varie componenti: le legioni, gli
alleati o le truppe ausiliarie, le flotte marine e fluviali e le guarnigioni di Roma (coorti
coorti pretorie, coorti urbane
e corpo dei vigili). Dell'organizzazione militare romana, Flavio Giuseppe (La
La guerra giudaica,
giudaica III, 5.1.7175.) ci dice:
« [...] riguardo alla loro organizzazione militare, essi hanno questo grande impero come premio del loro valore, non come dono
della fortuna. Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono [
contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non
non interrompono mai l'addestramento, né stanno ad attendere di
essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i sol
esercitano con il massimo dell'ardore, come se fossero in guerra
guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la
massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre,
se
ad
una vittoria sicura contro i nemici [...]. Non si
si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e
le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.
sanguinarie »
Dalla nascita di Roma, intorno all'VIII
all'
secolo a.C.,, fino alla dissoluzione dell'impero d'Occidente, nel
476 d.C.,, l'organizzazione delle forze armate di Roma subì sostanziali trasformazioni dovute all’evoluzione
degli armamenti, alle caratteristiche
atteristiche campali, alle tipologie di nemici, alle situazioni congiunturali
economiche, sociali, demografiche, ecc. I cambiamenti intervenuti nella struttura della milizia romana
possono essere suddivisi attraverso quattro distinti periodi.
periodi
Primo periodo (da Romolo alla repubblica)
L'esercito (inizialmente di 3.000 fanti e 300 cavalieri) ebbe origine dalle esigenze di difendere a nascente
città dai nemici più prossimi, Successivamente il servizio militare fu reso obbligatorio con un impegno
annuale che incombeva sulla cittadinanza romana, quale parte dei doveri nei confronti della Res publica.
Durante questo periodo, all'esercito romano poteva capitare di intraprendere campagne episodiche e
stagionali contro avversari essenzialmente locali.
Secondo periodo (dal I secolo a.C. al primo impero)
Con l'espansione dei territori finiti sotto il controllo romano, e con l'accrescersi delle esigenze di difesa, i
soldati divennero gradualmente dei professionisti stipendiati. Pertanto,, il servizio militare prestato ai livelli
più bassi (e non remunerati) divenne progressivamente di più lungo termine. Le unità militari romane, in
questo periodo, erano estremamente omogenee e fortemente regolate. L'esercito consisteva di unità di
fanteria strutturate in legioni a cui si affiancavano truppe ausiliarie, non legionarie, formate da alleati privi di
cittadinanza romana, che erano chiamate auxilia. Alle seconde si faceva ricorso soprattutto quali truppe di
appoggio, di fanteria leggera o di cavalleria, o per ricevere supporto logistico.
Terzo periodo (alto impero)
Al culmine della potenza di Roma e della sua espansione, sulle forze ricadeva il compito di presidiare e
rendere sicuro il Limes, il confine esterno delle vaste province romane dell’impero. In questo periodo,
normalmente, non si profilavano sull'impero serie minacce strategiche, passando da una fase di conquista ad
una di difesa. Al termine di questo periodo, però si affacciarono le minacce delle invasioni barbariche per cui
l'esercitò iniziò a sviluppare una serie trasformazioni strutturali diventando più dipendente dalle guarnigioni
fisse piuttosto che affidarsi ad accampamenti mobili e a operazioni in campo aperto.
Quarto periodo (tardo impero)
Quando le pressioni dei popoli germanici e dell’Est cominciarono a creare difficoltà nel garantire il controllo
del vasto impero romano, il servizio militare nelle truppe regolari si estese anche a cittadini non romani
portando ad un progressivo ricorso a truppe di alleati (federati) o di mercenari dell’esercito che finirono per
rappresentare una quota notevole del totale delle forze. Contemporaneamente, andò scomparendo
l'uniformità strutturale che poteva riscontrarsi negli eserciti precedenti di Roma. In questa fase, il tipo di
soldati impiegati variava dagli arcieri a cavallo, armati alla leggera, fino alla fanteria pesante (catafratti o
clibanari), inquadrati in reggimenti di dimensione e caratteristiche variabili. Questo si accompagnava alla
tendenza di un crescente ruolo della cavalleria, in luogo dei reparti di fanteria, un fenomeno che andava di
pari passo con la necessità emergente di operazioni a maggior mobilità.
TIPOLOGIE FONDAMENTALI
Il legionario romano era il fante che faceva parte della legione romana e ha sempre rappresentato il punto
centrale delle forze militari romane Nei dodici secoli di storia romana occidentale, i Romani si confrontarono
con diverse forze nemiche che utilizzavano metodi di combattimento differenti tra loro; ciò influì sia
sull'organizzazione e sulla struttura della legione, sia sul tipo di armamento utilizzato. Nei secoli, pertanto, la
figura del legionario, emblema dell’esercito romano ha subito notevoli cambiamenti nell’equipaggiamento,
nel modo di combattere e nelle tattiche ma è sempre rimasto punto di riferimento militare per le proprie
capacità, la propria esperienza ed efficienza
Il legionario romuleo (VIII sec a,c,) era assimilabile ad un guerriero etrusco, nell’equipaggiamento e nelle
modalità di combattimento vestendo gli armamenti tradizionali, spesso molto colorati e vistosi, della propria
tribù di origine
Una prima vera struttura militare venne creata da Servio Tullio;. Tullio riformò l'esercito intorno al 570 a.C.,
adottando la formazione a falange e l'armamento degli opliti greci. La divisione tra i fanti avvenne per censo
e non più per provenienza.
Grande riforma avvenne nel 107 a.C.. Difatti, Caio Mario attuò una riforma che portò alla nascita della
legione coortale e all'abolizione della cavalleria legionaria con la nascita del legionario professionista.
Nel periodo dell’alto impero il legionario assunse l’aspetto che ne forma il modello tradizionalmente
ricordato. La lorica segmentata e l’elmo imperiale gallico diventano per oltre due secoli l’equipaggiamento
che contraddistingue il legionario romano
Dalla fine del III secolo sino alla caduta dell’impero romano il legionario romano subisce una radicale
modifica, nell’equipaggiamento, nelle armi e nelle tecniche di combattimento.
In questo periodo, sempre più forte è la presenza di legionari di origine non romana che portano negli eserciti
di Roma i loro elementi distintivi. La sua configurazione, nel V secolo, sarà la base del soldato europeo alto-
medievale
La Coorte pretoria (cd. pretoriani) era un reparto militare il cui compito principale era quello preposto alla
difesa della persona dell’ imperatore, decretandone molto spesso la fortuna o la sua caduta in disgrazia,
anche attraverso la fisica eliminazione. Le coorti pretorie furono dunque un mezzo per affermare nuovi
imperatori o mantenere i vecchi al potere. La storia dei pretoriani quindi segue, se non ne è addirittura
l'artefice, la storia romana imperiale in tutti i suoi risvolti.
Le coorti pretorie furono inizialmente organizzate da Augusto in una data imprecisata tra il 29 e il 20 a.C. e
definitivamente fondate da Tiberio e utilizzate per i compiti più disparati: dalla guardia al corpo
dell'imperatore, ai servizi segreti, ai compiti amministrativi e di polizia, in aggiunta alle coorti urbane fino
anche all'aiuto dei vigiles nello spegnere gli incendi. Il corpo era – in origine- costituito da soldati scelti
provenienti dalle legioni e dall’Italia centrale, ma in seguito fu composto da soldati di altre province
dell’Impero.Nel 312 i pretoriani, fedeli a Massenzio, combatterono con grande eroismo nella
Battaglia di Ponte Milvio contro le legioni di Costantino. Quest’ultimo, dopo la vittoria e l'ingresso
trionfale a Roma, sciolse definitivamente le coorti pretorie e fece smantellare il Castro Pretorio. Il
posto dei pretoriani fu assunto dalle schole palatine, le quali ebbero spazio poi a Costantinopoli
ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti.
Le coorti urbane (cd. urbaniciani) furono istituite da Augusto nel 13 a.C. e svolgevano un servizio di tutela
dell'ordine pubblico all'interno della città di Roma. Esse erano “la guardia dell'Urbe” (cfr. Svetonio) così
come le pretorie erano“la guardia dell'Imperatore”. Si può dire che questa unità fosse l'unica in qualche
modo sotto il controllo del Senato, in quanto il suo comando era di spettanza al Prefetto dell'Urbe, un
senatore. Alla fine del II secolo anche il controllo delle coorti urbane passa nelle mani del Prefetto del
Pretorio; da questo momento, oltre alla difesa dell'Urbe, le coorti saranno preposte anche al ruolo di
ausiliarie delle pretorie, contribuendo, in casi di estremo pericolo, alla difesa dello stesso Imperatore. Con
Traiano furono impiegate anche nelle province, intervenendo spesso per stroncare rivolte organizzate, oltre ai
normali compiti svolti in Italia. Nel 312 le coorti urbane, come le coorti pretoriane, si schierarono con
Massenzio ma Costantino non le sciolse (come invece fece con i pretoriani) e ne lasciò intatto il castra a
differenza di quello pretoriano . Nel corso del IV secolo verranno però smilitarizzate e non rivestiranno un
particolare ruolo bellico, trasformandosi nel tempo in milizia cittadina ma sopravvivendo nell’urbe anche
nell’alto medioevo.
I vigiles (o più propriamente nella versione originaria estesa in latino: vigiles urbani) furono un corpo
istituito nel 6 d.C. da Augusto a Roma per assicurare la vigilanza notturna delle strade e proteggere la città
dagli incendi. Al tempo di Settimio Severo vennero integrati nell'esercito. Alla data della fondazione del
corpo il numero dei vigiles era di 600, poi fu ampliato fino a 7.000 uomini da Augusto, vale a dire 7 coorti
milliarie, militarizzate anch'esse e formate per lo più da liberti.
La marina militare romana (latino: classis), nacque durante la prima guerra punica (264 - 241 a.C), ma
cominciò ad operare in modo stabile e continuo nel mar Mediterraneo e sui principali fiumi dell'Impero
romano solo con l'avvento del principato di Augusto e fino a tutto il V secolo.
A differenza delle moderne forze navali, la marina romana, anche al suo apice, non ebbe mai un servizio
autonomo, essendo gestita come un completamento dell'esercito romano "di terra".
La marina militare romana aveva due basi principali (praetoriae) e diverse basi provinciali (provinciales);
ciascuna base ospitava una flotta, marittima o fluviale. Le due flotte principali avevano la funzione di
controllare l'intero Mediterraneo, ed erano la Classis Misenensis, di stanza a Miseno e la Classis Ravennatis,
di stanza a Ravenna (porto di Classe). Ognuna era comandata da un prefetto dell'ordine equestre. Il prefetto
di Miseno era di grado superiore rispetto a quello di Ravenna.
Le truppe ausiliarie ( “Truppe d'appoggio”, in latino auxilia) furono un corpo dell'esercito romano reclutato
fra le popolazioni sottomesse di peregrini, ovvero non ancora in possesso della cittadinanza romana. Gli
alleati di Roma (dal latino Socii) cominciarono molto presto, nella storia di Roma repubblicana a giocare una
parte rilevante nelle campagne annuali delle guerre su grande scala. Essi erano obbligati a fornire contingenti
di fanti pari a quelli dei legionari (per un totale di due legioni di 4.200/5.000 fanti ciascuna), e di cavalieri tre
volte superiori (pari a 900 cavalieri). Queste unità militari erano chiamate Alae, proprio perché erano poste
alle "ali" dello schieramento romano.
A partire dalla riforma di Augusto, gli auxilia costituirono, dopo la legione, la seconda componente
fondamentale dell’esercito. In base al grado di specializzazione delle forze legionarie ed ai loro limiti tattici,
è chiaro che gli auxilia non erano solo delle forze aggiuntive, ma complementari rispetto alle legioni
(cavalleria "leggera" o "pesante", arcieri "a piedi" o a cavallo, e "fanteria leggera").
Le truppe ausiliarie, come le legioni, avevano i loro nomi e numeri ed erano composte fin dall’inizio del
principato di Augusto, fino a Nerone/Vespasiano, da circa 500 uomini (quingenarie). In seguito queste unità
cominciarono ad raddoppiare il numero degli effettivi fino ai 1.000 armati (milliarie) ed erano caratterizzate
da “specializzazioni militari di tipo geografico” quali: i frombolieri delle Baleari, gli arcieri Cretesi, la
cavalleria leggera dei Numidi, la cavalleria pesante catafratti sarmati, ecc.
Rif. Bibliografici principali:
S. Mattesini – Le legioni Romane - Gremese
G.Cascarino – C. Sansilvestri – L’esercito romano -4 voll. – Il cerchio
A. Goldsworthy – Storia completa dell’esercito romano - Logos
A ROMA SI DICEVA COSÌ
“Vbi maior minor cessat” «Dove c’è il maggiore il minore decade»
I romani lo dicevano in quattro parole: quando interviene qualcosa che ha più valore e
importanza quella che ne ha di meno perde la propria rilevanza.
In origine l'espressione doveva quindi appartenere al formulario giuridico di matrice romana (sul
tipo, per esempio, di ubi societas, ibi ius), condensando in un breve motto motivazioni e principi
ispiratori di atti o provvedimenti processuali. Non a caso il suo principale impiego è sempre stato
in ambito giuridico. Da tale settore la frase è poi passata anche nella terminologia scientifica,
filosofica e burocratica assumendo sfumature di significato diverse.
NOTIZIE DAGLI
SCAVI
IL LEGIONARIO
è il notiziario dell’associazione ROMARS rivolto ai suoi rievocatori
e agli appassionati del settore e della storia. Con cadenza periodica
- al momento mensile - sarà inviato in formato PDF a tutti gli
associati e ai simpatizzanti e stampato in alcune copie da
distribuire in occasione di eventi, mostre o altro.
La struttura del notiziario è impostata su un argomento
monografico riguardante tematiche (chiamate semplicemente
“serie”) quali l’esercito, guerre e battaglie, i nemici di Roma,
condottieri e imperatori, Storia e leggenda, ecc. Dato il ristretto
spazio utilizzato, le tematiche monografiche non hanno alcuna
velleità di affrontare in modo esaustivo l’argomento trattato ma
solo di dare un’immagine dello stesso a livello divulgativo,
rappresentando – dunque - uno spunto per ulteriori analisi,
approfondimenti e riflessioni.
Oltre alla “monografia”, il notiziario sarà corredato di rubriche
dedicate alla lingua latina e alle sue espressioni, agli aspetti
militari e gladiatori, alle scoperte archeologiche, ecc. Infine un
piccolo spazio sarà dedicato – di volta in volta – agli eventi, alle
mostre alle novità editoriali. Chiunque può dare il suo contributo –
ovviamente inerente alla rievocazione storica o comunque di
interesse specifico – senza, in ogni caso, garanzia di pubblicazione
e/o di restituzione. I contributi monografici, comunque concordati
con ROMARS, dovranno avere le dimensioni richieste dal formato
(3-4 cartelle) e rientrare in una delle tematiche previste. ROMARS
si riserva di apportare modifiche o integrazioni al materiale.
Monografie e argomenti vari riguarderanno il mondo romano
(soprattutto militare) dalla fondazione di Roma e oltre la caduta
dell’Impero Romano d’occidente.
14/09/2014 Edoardo Sassi
(bassorilievo dai “principia” della fortezza di Magonza)
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Accanto alle armi e alle armature anche tutti gli accessori utilizzati
nell’agone sportivo: dai guantoni alle lance, dalle loriche da auriga ai
dischi da lancio, dagli strumenti musicali dell’epoca alle maschere
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vuole ricordare che i gladiatori hanno combattuto non solo al Colosseo
ma anche in questo stadio e che le regole gladiatorie furono codificate
stabilmente proprio dall’Imperatore Domiziano dopo trecento anni di
gestione privata” afferma Matteo Tamburella, Responsabile dello Stadio
Domiziano.
Dal 25 Settembre 2014 al 30 Marzo 2015 Stadio di
Domiziano, Via di Tor Sanguigna 3 - Roma
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