Capitolo 6
Infezione da HIV
e AIDS
La sindrome da immunodeficienza acquisita (SIDA) o acquired immune deficiency syndrome (AIDS) è una malattia del sistema immunitario umano causata
dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV o human immune deficiency virus)
(Fig. 1). Essa rappresenta un importante problema sanitario in molte parti del mondo (in particolare: Europa, America, Africa centrale e occidentale).
Una persona, dopo essere entrata in contatto con l’HIV, può diventare sieropositiva, cominciando, cioè, a produrre anticorpi diretti specificamente contro il virus e
rilevabili nel sangue con un semplice prelievo ematico venoso (test HIV). La sieropositività persiste per tutta la vita. Essa sta a significare che l’infezione è in atto ed
è possibile trasmettere il virus ad altre persone.
Il tempo che intercorre tra il momento del contagio e la positività al test HIV è detto
periodo finestra e dura da poche settimane a 3 mesi. Durante questo periodo la persona risulta ancora negativa al test HIV ma, è già in grado di trasmettere l'infezione.
Il virus HIV ha un’azione lenta e progressiva. Una volta entrato nel circolo sanguigno
dell’ospite infettato, il virus ricerca alcune particolari cellule in cui può riprodursi
(linfociti). I linfociti hanno un ruolo cruciale nell’organizzare le difese del sistema
immunitario dell’organismo. Replicandosi, il virus li uccide, determinando la caduta
delle difese immunitarie dell’individuo (immunodeficienza).
Come si trasmette l’infezione da HIV
Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’HIV: per via ematica, per via
sessuale e per via materno-fetale (durante la gravidanza).
A) Via ematica
La trasmissione per via ematica avviene con:
•stretto e diretto contatto tra ferite aperte e sanguinanti di soggetti sani e soggetti
sieropositivi (N.B. La cute integra è una barriera efficace al virus mentre le congiuntive degli occhi sono permeabili al virus, anche se indenni);
•scambio di aghi e siringhe con un soggetto sieropositivo (esempio: tossicodipendente da eroina). N.B. Questa modalità di trasmissione è comune anche ad altri
virus, quali quelli responsabili dell’epatite B e C;
•accidentali casi di ferimento con oggetti taglienti (rasoi, forbicine, aghi da tatuaggio, ecc.) sporchi di sangue infetto;
•trasfusioni di sangue infetto;
•trapianti di organi di donatori infetti.
B) Via sessuale
I rapporti sessuali (sia di tipo eterosessuale che omosessuale) con persone sieropositive e non protetti dal preservativo sono la causa più frequente di trasmissione
dell’infezione da HIV. Questa avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti
(secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e le mucose genitali,
anali od orali, anche se integre.
Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio. Il coito interrotto così come l’uso della pillola anticoncezionale, del diaframma
e della spirale non proteggono dall’HIV.
Una donna sieropositiva è più contagiosa in presenza di sangue mestruale, infezioni
o infiammazioni vaginali.
I rapporti anali rappresentano un maggior rischio di contagio per la maggiore facilità
con cui creano lesioni della mucosa anale attraverso microtraumi e per la natura
della mucosa rettale, strutturalmente meno idonea a contrastare la diffusione del
virus.
N.B. Anche l’assunzione di droghe (cocaina, ecstasy, cannabis, hashish, marijuana)
o di bevande alcoliche è pericolosa in quanto riduce il livello di attenzione, espone
maggiormente a comportamenti a rischio (esempio: rapporti sessuali non protetti) e
riduce le resistenze immunitarie dell’organismo.
C) Via materno-fetale
La trasmissione del virus da madre sieropositiva a figlio può avvenire mediante
contagio sanguigno durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. In assenza di
trattamento medico di una gravida sieropositiva, il tasso di trasmissione tra madre
e figlio è del 25%.
Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli
in strutture specializzate.
La metà dei bambini nati con l’infezione da HIV muoiono prima dei due anni di età
se non ricevono un trattamento medico idoneo.
Come NON si trasmette l’infezione da HIV
Il virus HIV non si trasmette attraverso:
• strette di mano, abbracci;
• baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci (N.B. È sempre consigliabile evitare la condivisione di strumenti di igiene personale, tipo rasoio, forbicine, spazzolino da denti);
• bicchieri, posate, piatti, sanitari, vestiti, asciugamani e lenzuola;
• punture di insetti (zanzare).
Il virus HIV non si trasmette frequentando:
• palestre, piscine, docce, saune e gabinetti;
• scuole, asili e luoghi di lavoro;
• ristoranti, bar, cinema e locali pubblici;
• mezzi di trasporto.
Come si previene l’infezione da HIV
La prevenzione è la chiave per ridurre o, addirittura, annullare il rischio delle infezioni da HIV e dell’AIDS. Anche un’efficace educazione sessuale scolastica può
diminuire i comportamenti ad alto rischio.
Pertanto, è consigliabile:
• evitare l’uso in comune di siringhe, aghi o altro materiale per l’iniezione di droghe;
• non scambiarsi strumenti taglienti per l’igiene personale (rasoi, forbicine, ecc.);
• non sottoporsi ad agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing se i materiali
(aghi, ecc.) utilizzati non sono monouso o non sono stati sterilizzati;
• se infetti, astenersi responsabilmente dai rapporti sessuali o utilizzare sempre il
preservativo (Fig. 2);
• astenersi da rapporti sessuali a “rischio” (cioè, con partner occasionali o infettati da virus HIV) o utilizzare sempre il preservativo (N.B. Anche un solo rapporto
sessuale non protetto potrebbe essere causa di contagio);
• dopo comportamenti a rischio o dopo una violenza sessuale da parte di un sieropositivo, è possibile eseguire entro 48-72 ore una profilassi post esposizione
con specifici farmaci antivirali;
• eseguire terapia con farmaci antivirali ad una donna sieropositiva durante la gravidanza e dopo il parto, evitando l’allattamento al seno del neonato (è, così, possibile prevenire la trasmissione del virus dalla madre al figlio nel 92-99% dei casi);
• per la sicurezza del neonato, tutte le coppie che intendono avere un bambino
dovrebbero valutare l’opportunità di sottoporsi preventivamente al test per l’HIV.
Come si manifestano l’infezione da HIV e la malattia (AIDS)
Subito dopo il contagio il quadro clinico è poco specifico ed è facilmente confondibile con una sindrome influenzale. Si registrano febbre protratta, comparsa di
macchie cutanee, linfonodi ingrossati. Indi, tutto scompare e subentra una fase di
latenza durante la quale è possibile vivere per anni senza alcun sintomo.
La malattia (AIDS) diventa clinicamente evidente con la comparsa di sintomi e di
gravi infezioni che, in condizioni normali, compaiono raramente (infezioni opportunistiche).
I sintomi sono rappresentati da perdita di peso e peggioramento delle condizioni
generali di salute con febbre, sudorazione notturna, ingrossamento dei linfonodi,
diarrea cronica, tremore e debolezza (Fig. 3). Le infezioni opportunistiche sono
provocate da agenti patogeni (protozoi, batteri, virus, funghi), che normalmente non
infettano le persone sane.
Possono comparire anche tumori rari, quali il sarcoma di Kaposi (Fig. 4).
Se si crede di aver avuto un comportamento a rischio, se si è una donna gravida, se si hanno dei dubbi bisogna rivolgersi al Medico!
Verrà eseguito il test HIV per verificare un’eventuale sieropositività.
La legge italiana (n. 135 del 5 giugno 1990) garantisce che il test sia effettuato con il
consenso della persona interessata. Il test non è obbligatorio ma, se si sono avuti
comportamenti a rischio, è opportuno effettuarlo.
Per eseguire il test nella maggior parte dei servizi sanitari non serve ricetta medica,
è gratuito e anonimo. La legge prevede che il risultato del test venga comunicato
esclusivamente alla persona che lo ha effettuato. Le persone straniere, anche se
prive del permesso di soggiorno, possono effettuare il test alle stesse condizioni del
cittadino italiano.
Come si cura l’infezione da HIV
Non esiste un vaccino contro l’HIV.
Dopo un intervallo di tempo, che può variare da pochi anni a più di un decennio dal
contagio, in assenza di specifiche terapie mediche l’infezione da HIV evolve inesorabilmente verso uno stato di malattia (AIDS). Dopo la diagnosi di AIDS, senza
cure mediche specifiche si registra una sopravvivenza variabile da 6 a 19 mesi con
una mortalità del 100%.
L’attuale terapia standard, detta HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), si
basa su più farmaci antivirali, che permettono di ridurre la quantità dei virus presenti
e migliorare le difese immunitarie dell’organismo.
Le armi terapeutiche a disposizione non consentono la completa guarigione
dall’infezione. Permettono, tuttavia, di rallentarla e di tenerla sotto controllo con una
buona qualità di vita ed una lunga sopravvivenza.
L’ingiustificata interruzione del trattamento provoca il ritorno della malattia, che diventa spesso resistente ad ulteriori cicli di terapia.
Conoscere il più presto possibile la propria condizione di sieropositività permette di adottare le precauzione idonee per non infettare altri e di iniziare, se
necessaria, la specifica terapia medica, che oggi consente ottime possibilità
di sopravvivenza.
Fig. 1 - Virus dell’HIV (ricostruzione
tridimensionale).
Fig. 2 - Condom o preservativo.
Fig. 3 - Principali sintomi dell’AIDS.
1. cefalea, encefalite, meningite
2. mal di gola
3. bocca (infiammazione, micosi da Candida)
4. ingrandimento dei linfonodi
5. infiammazione dell’esofago
6. macchie cutanee arrossate
7. dolori muscolari
8. ingrandimento del fegato e della milza
9. nausea, vomito
Fig. 4 - Sarcoma di Kaposi a localizzazione
cutanea.