L'ipossia è sempre dietro l'angolo Viste le crescenti capacità tecniche dei velivoli dell’aviazione generale e degli apparecchi VDS e l’interesse per i voli sportivi/turistici a quote elevate e grazie alla collaborazione e alla professionalità di un amico medico specializzato in cardiologia e medicina aeronautica, AeCi pubblica un breve testo che tratta del fenomeno dell’ipossia. Invitiamo tutti gli aviatori a prenderne visione e a diffonderlo. Con l’occasione ci permettiamo di ricordare a tutti gli aviatori che il volo ad alta quota, come ogni altra forma di volo, ha delle regole precise e richiede preparazione e addestramento. Di conseguenza suggeriamo a chi si avvicini a questa forma di volo di pianificare l’attività con cura e di avvalersi , se non altro, almeno del supporto di altri aviatori di provata esperienza. Buona lettura e VOLI EMOZIONANTI E SICURI A TUTTI !!! Carlo Landi “Ci sono dei miti tra la gente dell'aria duri a morire. Uno di questi è che l'ipossia sia un problema legato all'uso di velivoli sofisticati e/o che volano a quote stratosferiche. Non sono esattamente questi i termini della questione. Cerchiamo di riassumere alcuni elementi che ci aiuteranno a mettere nella giusta prospettiva il problema dell'ipossia. Che cos è l’ipossia? Per ipossia s'intende una condizione di insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti dell'organismo. Nel caso specifico dell'aviazione si parla più propriamente di ipossia ipossica o ipossia ipobarica in quanto determinata da una ridotta pressione parziale dell’ossigeno nella miscela che compone l'atmosfera a causa della riduzione della pressione barometrica totale in relazione alla quota raggiunta. ATTENZIONE: La quota non è l'unico parametro da tenere presente. Esistono alcune patologie che di per sé comportano un certo grado di ipossia (per es. le anemie, le malattie respiratorie, alcune forme di malattie cardiache ecc). Ovviamente le varie forme di ipossia possono sommarsi e dare come risultante una forma più grave di quella attesa dal livello di quota raggiunta. Se ne deduce che la prima forma di prevenzione dell'ipossia inizia durante la visita medica per il rilascio o il rinnovo della licenza di volo o dell’attestato. Quali sono i sintomi dell'ipossia? I sintomi sono assolutamente soggettivi nel senso che: • non tutti i sintomi si manifestano in tutti i soggetti, • l'intensità è abbastanza variabile, • non esiste un sicuro ordine d'insorgenza, • diversi sintomi sono tra di loro assolutamente diversi e contrapposti. Elenchiamo i più frequenti: sensazione di stanchezza o sonnolenza, • cefalea, • nausea, • atti respiratori frequenti e veloci, • palpitazioni, • errori di valutazione, • vertigini, • sensazione di testa “leggera”, • tremori alle mani e ai piedi, • perdita di autocritica, • lentezza del pensiero, • depressione, • euforia, • ilarità, • pallore, • cianosi delle labbra e delle estremità, • incoordinazione motoria, • spasmi muscolari e convulsioni, • perdita di coscienza. I sintomi che abbiamo evidenziato con la sottolineatura sono quelli che possono rivelarsi più pericolosi perché incidono direttamente sulle capacità decisionali e di pilotaggio e non sono facilmente rilevabili in mancanza di una adeguata preparazione e attenzione al fenomeno. Inoltre dal momento che la retina dell'occhio è particolarmente sensibile alla carenza di ossigeno, un altro sintomo insidioso è rappresentato dalla perdita della acuità visiva e della capacità di riconoscere i colori soprattutto nella visione crepuscolare. Se l'ipossia diventa estrema può arrivare a determinare anche la morte. Ovviamente, in ambiente aeronautico sono di maggiore interesse i sintomi iniziali d’ipossia, che sono quelli che più facilmente possono comparire nel corso dell’attività aviatoria. Tali sintomi, spesso misconosciuti, non mettono direttamente in pericolo la vita del pilota, piuttosto incidono subdolamente nel ridurre la performance del pilota stesso e quindi lo possono indurre a commettere degli errori che a loro volta compromettono la sicurezza del volo. In questo senso è ormai universalmente riconosciuta, soprattutto in ambiente militare dove le quote raggiunte sono maggiori, l'importanza dell’addestramento pratico del pilota in camera ipobarica (dove si riproducono le condizioni atmosferiche delle quote) al fine della prevenzione degli incidenti di volo. Infatti in camera ipobarica il pilota ha l'opportunità di sperimentare i propri sintomi ipossici in sicurezza. A tal proposito a fini operativi è stato introdotto il “concetto di tempo di coscienza utile” (TUC) ossia il tempo che si ha a disposizione per riconoscere i sintomi d'ipossia e quindi applicare correttamente le procedure previste. Se il TUC è di qualche minuto primo fino alla quota di 10.000 m (a questa quota 1-2 minuti), al di sopra l'unità di misura comincia ad essere il minuto secondo. Questo implica che al di sopra della soglia di sicurezza e sicuramente al di sopra dei 3000 m di quota (9000 piedi circa!!) il pilota deve essere consapevole del rischio dell'ipossia e della necessità di riconoscere velocemente i relativi sintomi. A che quota iniziano i sintomi dell'ipossia? Tutti gli autori sono concordi nel definire la soglia di sicurezza per un soggetto sano quella di 1500 metri. Oltre questa quota l'organismo comincia ad avvertire la ridotta presenza dell'ossigeno e comincia a mettere in moto quei meccanismi adattativi alla nuova condizione. In genere, fino alla quota di circa 3000 metri, un soggetto sano tollera bene la carenza di ossigeno. Molto però dipende anche dalla • velocità di ascesa in quota • durata dell'esposizione. Inoltre una notevole influenza è data anche dall'attività del soggetto. Il lavoro fisico e mentale riduce la resistenza all'ipossia. Anche le basse temperature ambientali la riducono sensibilmente. Ugualmente la resistenza è ridotta per l'uso di alcoolici e di diversi farmaci (per es. gli antistaminici). Il fumo di sigaretta, mediante la produzione di monossido di carbonio che si lega ai globuli rossi, comporta una minore capacità di trasporto dell'ossigeno e quindi una più precoce sensibilità all'ipossia. Comunque, in termini generali e strettamente aeronautici fino a alla quota di 3000 mt. non vengono usualmente considerati né sintomi, né riduzione di performance. Al di sopra di tale quota i sintomi dell'ipossia (in relazione alla sensibilità individuale, all'acclimatamento ecc.) cominciano a comparire e diventano la regola al di sopra dei 4500 metri. Quali raccomandazioni in volo per evitare l'ipossia? Non superare le quote previste per il tipo di velivolo e di dotazione. Avere a disposizione l'ossigeno a bordo per le quote al di sopra dei 3000 m e usarlo ogni qualvolta compaiano i primi sintomi dell'ipossia. Scendere lentamente di quota in caso di comparsa di sintomi ipossici. Quali raccomandazioni prima del volo per evitare l'ipossia in volo? Condurre una vita sana e praticare attività fisica regolarmente. Controllare il proprio stato di salute. Se ci sono dubbi bisogna rivolgersi ad un medico specialista in medicina aeronautica o al medico che ha rilasciato il certificato d'idoneità al volo. Non bere alcool prima del volo (almeno 12 h prima) e comunque limitare il consumo d'alcool in generale. Non fumare! Prima di prendere un farmaco chiedere se può interferire con la performance fisica e mentale. Prima del volo controllare che i dispositivi per l'ossigeno, se previsti, siano funzionanti e riforniti in maniera regolare.(!). Questo controllo andrebbe effettuato sempre, perché non si ha la certezza di come il volo possa evolvere (anche se pianificato a bassa quota). Ovvero si deve mentalmente tener conto della possibilità di ipossia nel caso si sia costretti a salire (la quota che vale è quella dal livello del mare non dal terreno quindi occhio nei voli in montagna!!).