LE DIFFICOLTA' E I DISTURBI DELLA LETTO-SCRITTURA. LA DISLESSIA - ALCUNE TRACCE INFORMATIVE E SPUNTI PER L'APPROFONDIMENTO tratti dal CORSO effettuato in data 6-10-'04 e 20-10-'04 rivolto alle docenti di sostegno, delle classi prime e seconde del Circolo. Relatrice: dott.ssa P. Paolini Counselor psicopedagogico V Circolo DISTINGUERE LE DIFFICOLTÀ DAI DISTURBI SPECIFICI: LE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Sono caratterizzate da: lentezza esecutiva, scarsa capacità di pianificazione ed organizzazione del lavoro, demotivazione, prestazioni limitate… Incidenza: 1 alunno su 5 ( + maschi che femmine) Le Difficoltà di Apprendimento sono definite come “Ritardi ASPECIFICI” e sono correlate a: - modeste potenzialità intellettive - deprivazione socio-culturale-linguistica - fattori emotivo-affettivo-motivazionali - inibizioni intellettive od emotive I DISTURBI SPECIFICI dell’APPRENDIMENTO (DSA) o LEARNING DISABILITIES (LD): - DISLESSIA EVOLUTIVA - DISLESSIA ACQUISITA - DISGRAFIA - DISORTOGRAFIA - DISCALCULIA - DIST. della MEMORIA - DIST. della COMPRENSIONE - DISPRASSIE I DSA derivano da una DISFUNZIONE (o da diverso funzionamento) del Sistema Nervoso Centrale intrinseca all’individuo e sono originati da alterazioni di natura neurobiologica. I DSA non sono correlati ad alcun tipo di Ritardo Mentale: RM lieve : QI 55/70 RM medio : QI 40/55 RM grave : QI 25/40 RM gravissimo : QI inf. a 25 NON SI TRATTA DI DSA se: - il QI è inferiore a 70 - è presente Svantaggio socio-culturale INDICI PREDITTIVI del DSA: - disturbi in gravidanza - familiarità - ritardo di linguaggio - ritardi neuromotori - impatto negativo con la scuola e difficoltà emotive TRE CARATTERISTICHE TIPICHE nel bambino/a con DSA: interazione sociale difficoltosa difficoltà di autoattribuzione e di percezione sociale autoregolazione deficitaria GLI INTERVENTI per i DSA Non possono essere RIABILITATIVI in quanto le abilità non sono andate perdute (piuttosto NON si sono sviluppate nel modo consueto), ma possono essere: COMPENSATIVI DISPENSATIVI ORTOPEDAGOGICI con vari tipi di approccio centrati sul FOCUS (obiettivo su cui lavorare): - approccio cognitivista - comportamentale - psicolinguistico - metacognitivo - psicodinamico - sistemico - psicosociologico LA DISLESSIA (DISTURBO SPECIFICO dell’APPRENDIMENTO della LETTURA) E' un disturbo di DECODIFICA (velocità – correttezza) non di comprensione. La DISLESSIA EVOLUTIVA si manifesta nel processo di apprendimento della letto-scrittura La DISLESSIA ACQUISITA è conseguente ad eventi patologici con lesioni corticali LE CAUSE della DISLESSIA EVOLUTIVA sono molteplici, NON lesionali sono congenite interessano il piano NEUROBIOLOGICO sono dovute alla mancanza di alcune funzioni necessarie ai processi di transcodifica e di automatizzazione INCIDENZA: 1 alunno per classe Lo specialista diagnostica una DISLESSIA (secondo le 5 condizioni dell’OMS) quando: - il QI è nella norma (tra 85 e 115) - il livello di lettura è significativamente distante dalla media - non ci sono disturbi neurologici o sensoriali - il disturbo è persistente nonostante gli interventi scolastici - il disturbo dà conseguenze nella scolarizzazione L’INSEGNANTE può ipotizzare una DISLESSIA quando l’alunno: - è molto lento, si stanca, apprende con grande difficoltà il meccanismo della letto-scrittura - commette molti errori, salta righe e parole, confonde suoni simili e diversamente orientati - opera conglutinazioni, elisioni, omissioni - ha difficoltà ad imparare le tabelline, i giorni della settimana, i mesi, l’alfabeto, le stagioni.. - confonde destra con sinistra, non capisce il tempo - spesso confonde i numeri - ha un linguaggio verbale povero e non memorizza i termini difficili - non ricorda la grammatica - ha difficoltà ad imparare le lingue straniere - ha problemi di attenzione e di concentrazione - ha problemi psicologici e di adattamento come conseguenza del suo disturbo (depressione, chiusura, inibizione, somatizzazioni, rifiuto della scuola, reazioni aggressive…) _______________________________________ NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA un dato predittivo che identifica un fattore di rischio per la DISLESSIA è IL RITARDO DI LINGUAGGIO In PRIMA classe della scuola PRIMARIA si può ipotizzare una futura dislessia: - se a metà della prima c’è un livello di acquisizione molto basso - se viene proposto nei tre mesi successivi un incremento di stimolazione e tuttavia le difficoltà non sembrano modificarsi (nonostante il rinforzo, le acquisizioni non sembrano mai stabili). Nella DISLESSIA sono compromesse le ABILITA’ FONOLOGICHE (difficoltà ad analizzare i suoni) e le competenze MORFOSINTATTICHE (difficoltà a riconoscere la forma della parola nella frase). E’ scadente la MEMORIA FONOLOGICA a Breve Termine. Problemi nella DECODIFICA (velocità) sia nella ACCURATEZZA sia nella AUTOMATIZZAZIONE Secondo Bakker: DISLESSIA di tipo L (disf. linguistiche - emisfero SX): lentezza ma accuratezza DISLESSIA di tipo P (disf. visive – emisfero DX): velocità adeguata ma non accuratezza. BASI BIOLOGICHE: nei soggetti con dislessia sono state scoperte alcune piccole esfoliazioni (non lesioni) del tessuto corticale con variazione del substrato neuronale. Origine GENETICA PREVALENTE. LA DISGRAFIA E' un DS dell’apprendimento della scrittura - Riguarda il GRAFISMO con impossibilità di rilettura e di autocorrezione. - La Scrittura è molto irregolare; scorretta la prensione della matita; mal posizione del corpo; spesso gomito non appoggiato; busto troppo inclinato; mancata funzione vicariante dell’altra mano. - Incapacità a mantenere i margini del foglio e ad utilizzare lo spazio (salite e discese dal rigo) - Pressione non regolata - Difficile copia da modelli, soprattutto dal verticale all’orizzontale - Scrittura disarmonica, incerta, a scatti. E’ DISGRAFIA o SEMPLICE RITARDO? Il ritardo migliora con la stimolazione intensiva (attività pregrafiche e visuo-grafo-motorie). La disgrafia invece necessita di aiuto specialistico. Nella DISGRAFIA sono presenti DISFUNZIONI nei seguenti ambiti: - PERCEZIONE - ORGANIZZAZIONE SPAZIALE - ORGANIZZAZIONE TEMPORALE - INTEGRAZIONE SPAZIO-TEMPORALE - ORIENTAMENTO SINISTRA-DESTRA - SCHEMA CORPOREO - COORDINAZIONE MOTORIA - DOMINANZA LATERALE - MEMORIA E ATTENZIONE E’ utile avvalersi di QUADERNI a RIGHE di QUINTA o a quadretti CENTIMETRATI con SUPPORTO CROMATICO. COSA FARE PER DISLESSIA e DISGRAFIA? - Circoscrivere il problema (il bambino è intelligente e competente in altre aree) - Attendere alcuni mesi prima di segnalare agli specialisti - Tentare un recupero didattico - A casa affidare il bambino ad un insegnante per i compiti pomeridiani (per evitare stress e conflitti tra madre e bambino che sembra "fare apposta" a non recepire le indicazioni) - Tener conto della delusione dei genitori - Anche se il metodo di insegnamento di per sé non è rilevante nell’origine della dislessia, ricordare che tuttavia può complicare le cose al bambino (come ad esempio il metodo globale) IN PRIMA CLASSE: - Non presentare 3 tipi di carattere insieme - Preferire lo stampato maiuscolo e solo quando sono acquisite tutte le lettere passare allo script - Usare un quaderno a righe di quinta a parte per l’allenamento individuale - Proporre periodicamente le prove di scrittura spontanea come verifica - Usare la video – scrittura - Adottare strumenti compensativi (computer, registratore, schemi...) - Adottare misure dispensative ( ridurre i compiti, schematizzare...) - Stimolare le competenze fonologiche (giochi verbali) - Utilizzare un universo linguistico stabile - Lasciare modelli cui confrontare le proprie produzioni - Non umiliare con troppe correzioni - Non far leggere a voce alta in classe - Leggere al bambino - Il bambino detta all'insegnante ecc. ESEMPI DI GIOCHI ESERCIZI per l’intervento fonologico a scuola: - Educare ad ascoltare e analizzare (gioco dei RITMI – attesa – silenzio) - Vocalizzare, giocare con la voce e le vocali - Tracciare i grafemi nell’aria - Usare RIME e SCIOGLILINGUA - Fare lo SPELLING ritmato - Indovinare la fusione (blending) - Gioco del CAMBIALETTERA (solo una per volta) - Usare le NON PAROLE - Giochi verbali (sillabici e fonetici): il bastimento - Il gioco delle sillabe finali (catene di parole) - Chi se ne accorge? (individuare fonema o sillaba richiesta tra le parole pronunciate) - Indovinare la lunghezza delle parole - Completare parole (finali, parti centrali) - Parole crociate - Composizione e scomposizione parole con materiali - La frase BLOCCATA - Il CLOZE (cosa manca) - Leggere fiabe classiche - Fare lettura individuale silenziosa quotidiana senza controllo - Accettare anticipazione di significato - Giocare al mercato con scritte conosciute - Lettura a coppie con tutor - Leggere liste di sillabe (audiometodo) e parole. Preferire questo ORDINE DI PRESENTAZIONE DEI GRAFEMI (che rispetta il tempo di consolidamento cerebrale): I O A U (E) R T S (E) P MNFDVLGBC WHQXKZ Ricordare che: - Il bambino NON percepisce le gemellate (doppie). - E’ più difficile per lui riconoscere CANE/PANE piuttosto che CANE/CASE. - E' utile presentare CHI-CHE come unità sillabiche a sè stanti, senza confrontare con CI-CE. - Il sistema di regole linguistiche del bambino è diverso da quello dell’adulto. - Sono utili la ridondanza ortografica, sintattica e semantica. A 6 anni il bambino utilizza circa 3.000 parole ma ne comprende 20.000 (vocabolario passivo) - un adulto circa 75.000 ASPETTI PSICODINAMICI La parola realizza l’onnipotenza del pensiero. (Leggendo si vede la parola e la voce). Guardare è come scoprire il mistero. La parola mantiene le caratteristiche dell’oggetto. Leggere è SOGNARE ad occhi aperti: è tollerare il LUTTO di poter parlare dell’oggetto senza possederlo. La lettura ripete il processo di conoscenza del corpo materno: i libri sono simboli femminili. Relazione tra LEGGERE E MANGIARE. ("Ho divorato quel libro" "Quel libro è indigesto") Impulsi di tipo orale. Scrivere invece è lasciare una traccia / sporcare creare / partorire La parola scritta ha una componente aggressiva, ansiogena. A scuola si apprende in una situazione socializzante: ciò è angosciante e richiama invidia, aggressività, gelosia, identificazione.