ConeglianoMediaStoria WAR FILMS RETROSPETTIVA CINEMATOGRAFICA 29 marzo – 26 aprile 2016 Dossier informativo a cura di Ivana Tomasella ConeglianoMediaStoria UN SINTETICO PROFILO STORICO GLI STATI UNITI IN GUERRA PRIMA GUERRA MONDIALE Il 28 giugno 1914 a Sarajevo venne assassinato l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico. Un mese dopo l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. In seguito alle alleanze nate negli ultimi decenni dell'Ottocento, da una parte si schierarono gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico, Impero ottomano) e dall’altra gli Alleati (Francia, Regno Unito, Impero russo). Dal 1915 entrò in guerra, a fianco degli Alleati, anche l’Italia, cambiando il proprio schieramento ritenendolo più utile per le proprie ambizioni territoriali. L’inizio della guerra colse gli americani di sorpresa. Circa un terzo della popolazione era costituito da immigrati o figli di immigrati tra cui il maggior gruppo etnico era quello tedesco. La coscienza etnica era una forza potente, ma le notizie che arrivavano dall’Europa riguardanti gli attacchi tedeschi e il loro spregio ai solenni impegni dei trattati portò, nel tempo, l’opinione americana a ritenere che la Germania fosse una minaccia alla sicurezza internazionale. Il periodo “neutrale” permise agli Stati Uniti di diventare l’Arsenale degli Alleati. Grandi quantitativi di armi, viveri e materie prime, che stimolarono l’industria e l’agricoltura americane, vennero inviati in Europa attraverso le navi. L’incapacità di distruggere la marina inglese in superficie portò la Germania alla guerra sottomarina. Ad oltranza vennero attaccate le navi degli Alleati, ma anche quelle appartenenti ai paesi neutrali allo scopo di far cessare tutti i rifornimenti. Fu nell’aprile del 1917 che, dopo un nuovo affondamento di mercantili americani, il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson indusse il Congresso a dichiarare guerra alla Germania. Gli Stati Uniti entrarono in guerra in un momento di grave difficoltà degli Alleati. La Russia si stava avviando verso l’anarchia e la guerra civile, Francia e Inghilterra stavano esaurendo le proprie risorse di manodopera e di denaro. Nel giro di pochi mesi giunsero in Europa enormi quantitivi di viveri, di mezzi e di uomini. Tutto ciò ebbe un notevole peso psicologico sul morale dei combattenti: rincuorò gli Alleati e convinse i tedeschi che la guerra era ormai perduta. Le ostilità cessarono tra settembre e novembre del 1918 con la vittoria degli Alleati. SECONDA GUERRA MONDIALE Le cause che portarono alla seconda guerra mondiale vanno ricercate anzitutto nelle drammatiche condizioni della Germania nel primo dopoguerra, che favorirono l’avanzata dei movimenti antidemocratici e nazionalisti. Tra questi, il Partito Nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler che, forte del consenso di cui godeva, e del potere conquistato si propose come obiettivo la realizzazione della “Grande Germania” dominatrice dell’Europa. Lo strumento per raggiungerlo fu la guerra. Annessa l’Austria e pretesa la zona dei Sudeti, il 1° settembre del 1939, ignorando l’ultimatum di Francia e Gran Bretagna, la Germania occupò la Polonia. Fu l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. In breve tempo la Germania occupò anche Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda e infine la Francia. Il 10 Giugno del 1940 l’Italia, sotto la guida di Mussolini, che era convinto della vittoria, entrò in guerra a fianco della Germania. L’esercito russo, due mesi dopo il patto tedesco-sovietico, invase le repubbliche baltiche ma, nel giugno del 1941 subì l’attacco di Hitler. La Gran Bretagna resistette agli attacchi aerei dei nazisti e inflisse pesanti perdite alla Germania facendo tramontare così per Hitler il sogno della guerra lampo. Gli Stati Uniti, anche se allarmati e sollecitati dalla Gran Bretagna, mantennero inizialmente un atteggiamento cauto sia nei confronti della Germania che del Giappone. La situazione cambiò dopo il 7 dicembre 1941, quando il Giappone, ostacolato dagli Stati Uniti nella realizzazione di una “Grande Asia Orientale”, attaccò a tradimento e distrusse quasi metà della flotta americana ferma nel porto di Pearl Harbour (Hawaii). Il giorno dopo Stati Uniti e Gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone, che venne subito sostenuto da Germania e Italia. Gli americani intervennero quindi su due fronti, prima quello europeo e poi quello asiatico. La prima azione sul fronte europeo (bisognava fermare la Germania!) fu la campagna anglo-americana del Nordafrica che si concluse nel maggio 1943 con la resa delle truppe tedesche e italiane. Fece seguito, quindi, lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943. Gli alleati anglo-americani conquistarono l’isola in poco più di un mese e furono accolti dalla popolazione come dei liberatori. Mussolini venne sfiduciato dallo stesso Gran Consiglio del Fascismo e arrestato, mentre il re affidò il nuovo Governo al maresciallo Badoglio che l’8 settembre del 1943 firmò l’armistizio con gli Alleati, scatenando a quel punto la reazione dei Tedeschi, che occuparono la penisola e liberarono Mussolini. Nel Nord Italia si formò così la Repubblica di Salò, guidata da Mussolini, che continuò la guerra al fianco dei Tedeschi, mentre il resto del Paese era diviso fra gli Alleati (nel Meridione) e l'occupazione nazista. Come in Francia era sorto il maquis, così in Italia dopo l'8 settembre si formarono le brigate partigiane, che combatterono, spesso in contatto con gli Alleati, contro i nazifascisti, contribuendo alla liberazione del Paese. Nella primavera del 1944 l’avanzata anglo-americana riprese ed il 4 giugno 1944 Roma venne liberata. Gli Alleati riuscirono, quindi, a sfondare la linea Gotica sull’Appenino emiliano ed a conquistare il Nord. Tra il 25 aprile 1945 e la fine del mese fu completata la liberazione dell’Italia. Mussolini venne catturato dai partigiani italiani e ucciso. Dopo due giorni dalla liberazione di Roma, il 6 giugno 1944 la più grande flotta della storia mondiale sbarcava in Normandia, più di un milione di soldati americani attaccò le difese tedesche che si ritirarono dai Paesi conquistati. Le forze russe, dopo aver sconfitto i tedeschi a Stalingrado nel 1943, avanzarono sul fronte orientale, riuscendo a penetrare nel cuore del dominio tedesco. Rimane simbolica, da parte dell'Armata Rossa, l'apertura dei cancelli e la liberazione dei sopravvissuti dal campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, il 27 gennaio 1945. In una Berlino ridotta in macerie dai bombardamenti alleati, il 30 aprile del 1945 Hitler si tolse la vita ed il 7 maggio 1945 la Germania firmò la resa senza condizioni. Sul fronte asiatico bisognava fermare l’avanzata giapponese. Nonostante la gravissima sconfitta sulla penisola di Bataan (6 maggio 1943) gli americani procedettero inarrestabili, passando da un’isola all’altra. All’inizio del 1945 la conquista di Iwo Jima, Okinawa e altre isole fu importantissima dal punto di vista strategico, ma la resa del Giappone avvenne solo il 2 settembre 1945, dopo che due bombe atomiche avevano distrutto le città di Hiroshima e Nagasaki (6 e 7 Agosto). LA GUERRA DI COREA Nel 1945 gli eserciti russo e americano avevano occupato la Corea dividendosi il controllo lungo il 38° parallelo. Con l’instaurarsi della guerra fredda questo confine significò la divisione netta fra la Corea del Nord, con un regime comunista, e quella del Sud, con una repubblica filooccidentale. Nel 1950 i coreani del Nord (forti dell’appoggio cinese e russo) invasero la Corea del Sud. Le Nazioni Unite condannarono l’aggressione. Su mandato ONU gli Stati Uniti, affiancati da altri 16 Paesi, guidati dal generale Mac Arthur tentarono di liberare il paese occupato. Fu questo uno dei momenti di maggiore asprezza della “guerra fredda”. L’armistizio di Panmunjon mise fine nel 1953 al conflitto, riconfermando la precedente ripartizione. ConeglianoMediaStoria UNA NOTA DI STORIA DEL CINEMA LA MAGIA DI HOLLYWOOD: L’INVENZIONE DEL SONORO E LA NASCITA DEL GENERE Il cinema è un universo meraviglioso carico di storia. In questo contesto raccontiamo l’arco di tempo che va dalla fine degli anni Venti alla fine degli anni Quaranta. E ’ il momento in cui il cinema “comincia a parlare” grazie all’invenzione del sonoro e acquista la propria “identità” con la nascita del genere. E’ il periodo in cui, grazie alla spinta del New Deal, la struttura industriale del cinema americano comincia a cambiare. Il mercato dell’industria cinematografica era dominato da otto grandi società. Le prime cinque, le major, dette anche LE CINQUE GRANDI erano la Paramount, la Loew’s nota come MGM, la Fox che divenne 20th Century-Fox nel 1935, la Warner Bros e la RKO. Queste avevano una struttura verticale, disponevano di una propria catena di sale cinematografiche e di un apparato distributivo internazionale. Le minor o le TRE PICCOLE erano la Universal, la Columbia, e la United Artists e non disponevano di sale. Esistevano, inoltre, diversi produttori indipendenti. Le Cinque Grandi, avendo la necessità di rifornire costantemente di film le loro sale, imposero il principio di “utilizzo seriale”, il cosiddetto studio System. Sia per la produzione che per la pre-produzione si crearono nuove figure specializzate in precise sezioni, vennero differenziati il ruolo del regista (responsabile delle riprese) da quello del producer (responsabile dell’intera produzione). La sceneggiatura di un film era affidata a specialisti dell’intreccio, dei dialoghi e delle didascalie. Direttori artistici, direttori della fotografia, truccatori ecc. divennero professionisti competenti sotto contratto esclusivo con la major. Con l’introduzione di dolly e gru, l’occhio della cinepresa poté spaziare ovunque, portando nelle sale la meraviglia delle grandi praterie, gli scenari di guerra, le città e le campagne, fino ad entrare nelle case dei personaggi a raccontare la loro vita. Infine arrivò la magia del suono. Con microfoni direzionali più leggeri e pratici, si cominciò a registrare separatamente musica, voci ed effetti. Finalmente i personaggi potevano parlare. Tutto diventava sempre più simile alla vita vera. Più tardi, grazie alla Technicolor, venne introdotto il colore. Restava allora da capire cosa piacesse di più al pubblico e lo si fece monitorando i gusti di chi frequentava le sale. Fu proprio in questo periodo che i generi cinematografici presero forma. Ma cos’è un genere cinematografico? Questo termine comprende tratti comuni e stabili, stili, codici e modalità di messa in scena che permettono di riconoscere un determinato mondo. Più semplicemente, usando una metafora culinaria, possiamo dire che ogni genere corrisponde ad un piatto (i primi, i secondi, il dolce ecc.), ciascuno ha determinate caratteristiche di base (pasta, carne, pesce ecc.) ma sarà poi lo chef con le sue ricette a rendere la portata unica e irripetibile. Ecco quindi i principali generi: La Commedia: caratterizzata da situazioni divertenti con dialoghi vivaci e spiritosi; Il Comico: finalizzato a far ridere lo spettatore attraverso gag gestuali o verbali; Il Kolossal: imponenti sceneggiature e dispiegamento di mezzi e persone; Il Western: con eroi omerici, semplici, diretti, immediati. Antico quasi quanto il cinema, racconta la conquista dell’Ovest in forma di epopea. Il Musical (storia narrata attraverso musiche e canti) e l’horror (atto ad esternare le proprie paure), furono favoriti dall’avvento del sonoro. Il Noir: mette in scena crimini e misfatti. Per quel che riguarda il film di Guerra, esso si caratterizza dalla messa in scena di un conflitto storicamente identificato e presuppone luoghi scenici definiti: la caserma, la nave, l’aereo, il campo di battaglia. E’ un film in cui genericamente si combatte in nome di valori da difendere, (libertà, uguaglianza, unità, fratellanza ecc.), contro un nemico che li calpesta. Usato spesso come strumento di propaganda durante le guerre, assume, al termine dei conflitti, toni minori, più riflessivi diventando a volte un atto di accusa contro gli orrori della guerra. L’avvento del sonoro spinse infine autori e produttori a ripristinare, nel 1935, il codice Hayes. Già in vigore dagli anni Venti, esso costituì una censura preventiva cinematografica, che i produttori avrebbero dovuto rispettare per tutelarsi da eventuali questioni che avrebbero potuto compromettere, soprattutto dal punto di vista economico e finanziario, i film. Per un approfondimento: a ) Sul genere cinematografico: Rick Altman, I generi di Hollywood, in Storia del cinema mondiale, a cura di Gian Pietro Brunetta, Torino, Einaudi, 1999, volume II/1; Jean Loup Bourget, I generi hollywwodiani: morte e trasformazione, in Storia del cinema mondiale, a cura di Gian Pietro Brunetta, Torino, Einaudi, 1999, volume II/2; Fernaldo Di Giammateo, La terza età del cinema, Roma, Editori Riuniti, 1985. b) Sulla storia del cinema americano Lewis Jacobs, L’avventurosa storia del cinema americano, Torino, Einaudi, 1961; Robert Sklar, Il cinema americano 1945/1960, in Storia del cinema mondiale, a cura di Gian Pietro Brunetta, Torino, Einaudi, 1999, volume II/2; Giuliana Muscio, Hollywood va in guerra, in Storia del cinema mondiale, a cura di Gian Pietro Brunetta, Torino, Einaudi, 1999, volume II/2; Michael Wood, L’America e il cinema, Milano, Garzanti, 1979. Riferimenti bibliografici: David Bordwell, Kristin Thompson, Storia del cinema. Un’introduzione, McGraw- Hill Education, 2014 AAVV, Enciclopedia del cinema, Treccani ConeglianoMediaStoria I FILM Prima linea (Attack, USA, 1956) di Robert Aldrich Seconda guerra mondiale. Ardenne, confine tra Francia e Belgio. Inverno 1944. Una delle compagnie americane dislocate sul fronte occidentale in Belgio è guidata dal capitano Cooney, uomo vile e incompetente, figlio di un potente politico. Dopo aver causato la perdita di parecchi uomini, due suoi ufficiali subordinati, il tenente Costa e il tenente Woodroof, lamentano le sue incapacità al comandante Barlett che, desideroso di fare carriera politica grazie al padre di Cooney, non prende alcun provvedimento. Ricevuto l’ordine di conquistare una cittadina, Cooney manda in avanscoperta Costa e i suoi uomini abbandonandoli sotto il fuoco nemico. Il plotone verrà decimato ed il tenente gravemente ferito morirà di lì a poco. L’avanzata tedesca continua, il tenente Woodruff organizza le difese ma quando Cooney vuole consegnarsi al nemico gli spara uccidendolo. Saranno i rinforzi americani a respingere il nemico. Saputa dell’uccisione del capitano Cooney, il comandante Barlett cerca di far passare per eroica la sua morte ma sarà il tenente Woodroof a rivelare la verità sull’accaduto. Basato sul dramma teatrale “Fragile Fox” di Norman Brooks e realizzato con pochi mezzi (l’esercito negò la sua collaborazione) il film è un lacerante e potente atto d’accusa contro un sistema militare che protegge anche il suo più incompetente ufficiale. REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA MONTAGGIO INTERPRETI MUSICHE PRODUTTORE ANNO DI PRODUZIONE DURATA Robert Aldrich James Poe Joseph F. Biroc Michael Luciano Jack Palance (Tenente Costa), Eddie Albert (Capitano Cooney), Lee Marvin (Colonnello Barlett), Robert Strauss (Bernstein), Richard Jaeckel (Snowden), William Smithers (Harry) Frank De Voll The Associates & Aldrich Company 1956 107' b/n L’inferno è per gli eroi (Hell Is for Heroes, USA, 1962) di Don Siegel Seconda guerra mondiale. Francia - Linea Sigfrido, autunno 1944. Dopo lo sbarco degli alleati, una compagnia di soldati americani, che si aspettava di andare in licenza, viene rimandata in prima linea per dare il cambio ad un reparto provato dai combattimenti sulla linea Sigfrido. Una pattuglia di sei uomini ha l’incarico di tenere la posizione davanti a un bunker tedesco, ma morto il sergente Pike, gli subentra Reese, sergente degradato per ubriachezza, che decide di guidare un’incursione non autorizzata. L’operazione provocherà la morte di alcuni soldati. Minacciato d’essere deferito per disobbedienza alla corte marziale Reese saprà riscattarsi con il più eroico dei comportamenti. “L’inferno è per gli eroi” riflette sul disagio e la solitudine dell’eroe. Il film rimane estraneo sia alla retorica patriottica che a quella antimilitarista. Nonostante la povertà di mezzi a disposizione, ritroviamo idee interessanti come l’incursione notturna nel campo minato, la ripresa dall’alto della morte di Kellin e scontri a fuoco non tradizionali. REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA MONTAGGIO INTERPRETI MUSICHE PRODUTTORE ANNO DI PRODUZIONE DURATA Don Siegel Robert Pirosh, Richard Carr Harold Lipstein Howard A. Smith Steve McQueen (sergente Reese), Bobby Darin (soldato Corby), Fess Parker (sergente Pike), Harry Guardino (sergente Larkin) Leonard Rosenman Paramount Pictures 1962 90' b/n Iwo Jima, deserto di fuoco (Sands of Iwo Jima, USA 1949) di Allan Dwan Seconda guerra mondiale. Nuova Zelanda, 1943. In una stazione militare il ruvido Sergente Stryke deve addestrare una squadra di Marines. Lasciato dalla moglie, Strike diviene estremamente burbero ed esegue il suo compito con durezza, facendosi odiare da tutti. Sul campo però conquisterà il rispetto e l’affetto dei suoi uomini, compreso il giovane e ribelle Conway con il quale instaurerà un profondo rapporto di stima e amicizia. La squadra parteciperà al difficile sbarco nell’isola Iwo Jima. Il sergente Stryke morirà durante i durissimi combattimenti, poco prima che la bandiera americana venga issata sul monte Suribachi il 24 febbraio 1945. Film di guerra in cui è possibile comprendere quello che fu il cinema americano “classico”, con battaglie (molto materiale è documentario) che si alternano allo studio dei personaggi. Il duro Sergente costituisce un prototipo imitato in decine di film tra cui “Full Metal Jacket” di Stanley Kubrick. La battaglia di Iwo Jima è stata raccontata anche da Clint Eastwood in “Flags of our Fathers” e “Letters from Iwo Jima”. REGIA SCENEGGIATURA Allan Dwan James Edward Grant, Harry Brown FOTOGRAFIA Reggie Lanning MONTAGGIO Richard L. Van Enger INTERPRETI John Wayne (Sergente Stryker), John Agar (Soldato Conway), Adele Mara (Allison Bromley), Forrest Tucker (Soldato Al Thomas), Arthur Franz, Julie Bishop, Richard Webb MUSICHE Victor Young PRODUTTORE Republic Pictures Corporation ANNO DI PRODUZIONE 1949 DURATA 108' b/n I sacrificati ( They Were Expendable, USA,1945 ) di John Ford Seconda guerra mondiale. Oceano Pacifico, 1942 In seguito al disastro di Pearl Harbor, l’esercito americano subisce dure sconfitte; una squadriglia di motosiluranti Patrol Torpedo guidata dal tenente Brickley e dal suo vice Rusty è decimata dal nemico. I due vengono separati in missioni differenti e Ryan perderà di vista l’infermiera Sandy, di cui è innamorato. Ritroverà Brickley alla partenza dell’ultimo aereo per l’Australia, dopo la disfatta di Bataan. Tratto dal romanzo “They were Expendable” di William L. White, adattato da Frank Wead ed ispirato alla figura del comandante John Bulkeley, intimo amico di J. Ford, "I sacrificati di Bataan” è la storia di una coraggiosa ultima resistenza, un poema lirico sulla sconfitta e su una profonda amicizia. Il film gode di un’atmosfera di grande tensione con scene di battaglia solide e spettacolari e con primi piani appassionanti e nobili. Un’autentica pagina di storia. Nei titoli di testa Ford, Mead e Montgomery sono accreditati con il loro grado nell’esercito. REGIA SCENEGGIATURA John Ford Frank Wead FOTOGRAFIA Joseph H. August MONTAGGIO Douglass Biggs e Frank E. Hull INTERPRETI Robert Montgomery (tenente John Brickley), John Wayne (Rusty Ryan), Donna Reed (Sandy), Jack Holt (General Martin), Ward Bond (Boats) MUSICHE Herbert Stothart PRODUTTORE Metro Goldwyn Mayer ANNO DI PRODUZIONE 1945 DURATA 135' b/n Vittoria amara (Bitter Victory, USA-Francia, 1957) di Nicholas Ray Seconda guerra mondiale. Libia, 1942 . Il codardo maggiore Brand e il valoroso capitano Leith dell'esercito inglese, guidano una pericolosa missione a Bengasi. I due si disprezzano a causa della forte gelosia di Brand verso la moglie, che in passato aveva avuto una relazione con Leith. Dopo l’assalto al quartier generale tedesco, Leith accusa il maggiore Brand di viltà per non aver ucciso una sentinella. Brand che desidera solo la morte di Leith non impedirà ad uno scorpione di pungerlo. Leith, sempre più indebolito, morirà durante una tempesta. La missione si concluderà con successo ma Brand non riuscirà ad appuntarsi al petto la gloriosa medaglia ricevuta. Ambientato nel deserto, che diventa anche luogo simbolico, il film è una riflessione sul coraggio e la viltà, sulla morte e sulla guerra come meccanismo di progressiva disumanizzazione. Il vero conflitto non è tra Alleati e tedeschi ma è quello che si cela nell’animo umano. J. L. Godard scrisse: “Nicolas Ray ci costringe a guardare come reale ciò che non guardavamo neppure come irreale”. Il film è tratto dal romanzo “Amère victoire” di René Hardy. Gran parte delle scene furono girate in Libia con il supporto dell’esercito britannico. REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA MONTAGGIO INTERPRETI MUSICHE PRODUTTORE ANNO DI PRODUZIONE DURATA Nicholas Ray Nicholas Ray, Gavin Lambert, Rene' Hardy Michel Kelber Leonide Azar Alfred Burke (Maggiore Callander), Anthony Bushell (generale Patterson), Richard Burton (Capitano Leith), Raoul Defosse (Kassel), Andrew Crawford (Roberts), Ramon De Larrocha (Jerry), Curd Jürgens (maggiore Brand) Maurice Le Roux Paul Graetz per la Transcontinental Film S.A. e Robert Laffont Productions 1958 97' b/n I forzati della gloria (The story of G.I. Joe, USA, 1945) di William A. Wellman Seconda guerra mondiale. Dal Nordafrica a Roma. Il reporter Ernie Pyle parte al seguito di una compagnia dell'esercito americano, guidata dal Tenente Walker, uomo taciturno e coraggioso. Pyle segue, osserva e registra la vita rude dei militari durante una lunga tappa di trasferimento. Stretta amicizia con alcuni di loro, condivide i drammi e le gioie di mariti devoti, padri di famiglia o impenitenti libertini. Non mancherà il matrimonio di un soldato, raggiunto dalla fidanzata australiana, che deciderà di sposarsi in Italia. La cerimonia di nozze sarà “punteggiata” da un raid aereo. Tratto dal libro autobiografico del giornalista Ernie Pyle, che seguì un reparto di fanteria da sbarco dell’esercito USA sul fronte italiano, “The story of G.I. Joe” è un film realistico senza falsi eroismi e battaglie esagerate, fuori da ogni retorica. Con l’intensità poetica di Wellman diventa chiaro che la vita rimane tale anche nelle condizioni più misere. Il film ebbe quattro nomination all’Oscar tra cui quella per Mitchum nel ruolo del Tenente Walker. REGIA SCENEGGIATURA William A. Wellman Leopold Atlas, Guy Endore e Philip Stevenson FOTOGRAFIA Russel Metty MONTAGGIO Leopold Atlas, Guy Endore e Philip Stevenson INTERPRETI Burgess Meredith (Ernie Pyle), Robert Mitchum (Tenente Bill Walker), Freddie Steele (Serg. Steve Warnicki), Wally Cassell (Soldato Dondaro), Jimmy Lloyd (Soldato Spencer), William Murphy (Soldato Mew), Don Whitehead, George Lait, Chris Cunningham, Hal Boyle, Bob Landry, Robert Reuben, Jack Reilly, Lucien Hubbard, Jack Foisie, Clete Roberts MUSICHE Louis Applebaum e Ann Ronell PRODUTTORE Lester Cowan ANNO DI PRODUZIONE 1945 DURATA 108' b/n L’urlo della battaglia (Merrill’s Marauders, USA, 1962) di Samuel Fuller Seconda guerra mondiale. Fronte del Pacifico 1944. Gli Alleati angloamericani si apprestano a riconquistare la Birmania occupata dai giapponesi. Agli ordini del generale Frank Merrill, un battaglione di tremila guastatori americani attraversa giungla, paludi e montagne per distruggere una stazione ferroviaria decisiva per i rifornimenti giapponesi. Decimati dalle malattie, dalla fatica e dagli attacchi del nemico, ritorneranno in cento. Film originale, concreto e realista, viene considerato uno dei migliori di Fuller. “L’urlo della battaglia” esplora i limiti fisici e mentali della sopportazione umana. Le restrizioni della censura del 1962 proibirono a Fuller di illustrare completamente l’inferno che è stata la guerra del Pacifico. Jeff Chandler, nel ruolo del Generale Merrill, ci regala la sua più bella e intensa interpretazione. REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA MONTAGGIO INTERPRETI MUSICHE PRODUTTORE ANNO DI PRODUZIONE DURATA Samuel Fuller Samuel Fuller, Milton Sperling, Charlton Ogburn Jr. William H. Clothier Folmar Blangstead Jeff Chandler (gen. Merrill), Ty Hardin (ten. Stockton), Peter Brown (Bull eye), Andrew Duggan (maggiore ”Doc”) Howard Jackson Warner Bros 1962 98' colore Obiettivo Burma! ( Objective Burma!, USA 1945) di Raoul Walsh Seconda Guerra Mondiale. Birmania. Ad un gruppo di paracadutisti americani viene affidata un’importante missione: sabotare una stazione radar giapponese costruita nella giungla. Gli uomini guidati dal capitano Nelson riescono con successo nell’impresa, ma al momento del recupero da parte degli aerei americani, vengono attaccati da un commando giapponese. Costretti alla fuga, dovranno nascondersi nella giungla birmana. Saranno inseguiti, feriti, braccati ed alcuni rimarranno uccisi. Combatteranno eroicamente fino allo stremo delle forze. Quando ormai, dopo un’intensa notte di combattimenti, ogni speranza sembra perduta, il capitano Nelson e i pochi soldati sopravvissuti, all’alba assistono all’arrivo di centinaia di aerei e di paracadutisti alleati che darà inizio all’invasione della Birmania. In quel momento capiranno finalmente di essere in salvo. Denso di azione e di avventure, “Obiettivo Burma” è considerato uno dei migliori film di Walsh. La presenza di un consulente militare esperto in azioni di guerra garantì alle scene di combattimento un forte accento realistico e una grande accuratezza nei particolari. All’interno della giungla, unico simbolo femminile protagonista di questo dramma bellico, ogni personaggio ci appare in tutta la propria umanità. REGIA SCENEGGIATURA Raoul Walsh Ranald McDougall, Lester Cole, Walsh Bessie FOTOGRAFIA James Wong Howe MONTAGGIO George Amy INTERPRETI Errol Flynn (Capit. C.R. Nelson), William Prince (Ten. Sid. Jacobs), James Brown II (Serg. Treacy), George Tobias (Cap. Gabby), Henry Hull (Mark Williams), Warner Anderson (Col. J Carter), John Alvin, Mark Stevens, Richard Erdman, Anthony Carus MUSICHE Franz Waxman PRODUTTORE Jerry Wald per la Warner Bros Pictures ANNO DI PRODUZIONE 1945 DURATA 142' b/n Uomini in guerra (Men in War, USA, 1957) di Anthony Mann Seconda guerra mondiale. Corea, 1950 Il tenente Benson è il comandante di un plotone a cui è appena stato dato l'ordine di avanzare verso una collina per ricongiungersi con le proprie Forze Militari. Con i suoi uomini si appropria di una jeep per trasportare le armi. Il mezzo è guidato dal Sergente “Montana” che porta con sé “il colonnello” rimasto sotto shock e incapace di parlare in seguito ad una durissima battaglia. Nonostante i forti contrasti, Benson e Montana avanzeranno faticosamente con il plotone in zone sconosciute ed impervie sotto il tiro continuo dei cecchini nordcoreani. Raggiunta la collina scopriranno che è in mano al nemico. Esausti e stremati dovranno organizzare l’assalto. Aspro e contraddittorio, “Uomini in guerra” tratta la guerra di Corea con tocchi pacifisti. Tratto dal romanzo “Day Without End” di Van Van Praag, il film venne adattato da Ben Maddow, uno dei perseguitati durante il maccartismo. La sceneggiatura verrà, infatti, firmata dal prestanome Philip Yordan. REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA MONTAGGIO INTERPRETI MUSICHE PRODUTTORE ANNO DI PRODUZIONE DURATA Anthony Mann Ben Maddow, Philip Yordan Ernest Haller Richard C. Meyer Robert Ryan (tenente Benson), Aldo Ray (sergente Montana), Robert Keith (colonnello), Vic Morrow (caporale Zwickley), Philip Pine, L.Q. Jones Elmer Bernstein Sidney Harmon (Security Picture – United Artists) 1957 104' b/n Ali (Wings, USA, 1927) di William A. Wellman Prima guerra mondiale. Fronte francese. In una cittadina della provincia americana, Jack e David amano entrambi Sylvia, elegante ragazza di città, il cui cuore però batte solo per David. Chiamati sul fronte francese i due aviatori dimenticano la loro rivalità e diventano buoni amici. Nel frattempo Mary, da sempre innamorata di Jack, si arruola volontaria come crocerossina. Durante un combattimento aereo David finisce oltre le linee nemiche, riesce ad evitare la cattura e a fuggire rubando un Fokker. Jack vuole vendicare l’amico che crede morto e, incrociato il Fokker pilotato da David, lo colpisce a morte. Tocchi di commedia, slanci patriottici e lacrime si intrecciano ad impressionanti battaglie nei cieli. Cineprese portatili montate direttamente sugli aeroplani consentirono di filmare complicate acrobazie aeree che altrimenti sarebbero state impossibili da rendere con i normali trucchi fotografici. Primo film della storia del cinema ad essere insignito del premio Oscar. REGIA SCENEGGIATURA William A. Wellman Hope Loring, Louis D. Lighton FOTOGRAFIA Harry Perry MONTAGGIO Lucien Hubbard INTERPRETI Charles Rogers (Jack), Richard Arlen (David), Clara Bow (Mary), Jobyna Ralston (Sylvia), Gary Cooper (Cadetto White) MUSICHE John S. Zamecnik PRODUTTORE Paramount Famous Lasky Corporation ANNO DI PRODUZIONE DURATA 1927 133' b/n muto