MOSTRE 17 26 agosto Qui Houston, a voi Rimini Alla mostra “Explorers” le conversazioni originali tra gli astronauti Armstrong e Aldrin quando misero piede sulla Luna Lo spazio come estrema periferia da cui si vedono meglio le cose e si può riscoprire la bellezza e il significato della Terra Nel tempo delle esplorazioni via Google Earth c’è ancora qualcuno che vuole toccare la Luna? Tutto il percorso della mostra “Explorers” (piazza A1 Edison) sembra essere un costante ripetersi di questa domanda: che cosa ci insegnano le numerose esplorazioni spaziali? L’esposizione - curata dall’associazione Euresis - propone fin dalla prima sala un viaggio fuori dalla Terra, verso luoghi mai solcati precedentemente dall’uomo. «Una caratteristica dell’uomo è quella di andare avanti, espandersi, capire. L’esplorazione non è un’opzione, realmente, è un imperativo». Con questa frase di Michael Collins s’inizia questo appassionante percorso. E sta a sottolineare la naturale e drammatica volontà dell’uomo di conoscere tutto ciò che lo circonda: non solo vedere il cielo, ma andare a toccarlo. E, possibilmente, non solo con un dito. Questa tensione intrinseca dell’uomo ha avuto - negli anni dello storico contrapporsi tra Usa e Urss - un terreno fertile perché scienziati, informatici e fisici iniziassero a collaborare per compiere quello che fino a quel momento sembrava pura illusione: andare sulla Luna. L’impossibile diventa possibile e tutto il mondo - anche gra- Un gruppo di visitatori alla mostra “Explorers” zie alla recente diffusione della televisione in tutte le case - ha potuto immedesimarsi negli “esploratori del Novecento”, visti come gli eroi di questo secolo. Gli stessi discorsi di papa Paolo VI e di Kennedy raccontano di un grande entusiasmo che ha colpito tutti. Nessuno escluso. Ma in questo clima di grandi scoperte la cosa che colpisce di più (e che i curatori hanno deciso di far emergere in maniera particolare) è la sorpresa dell’uomo nel vedere - per la prima volta - la Terra come un piccolo puntino immerso nello spazio. Le conversazioni originali tra Neil Armstrong e Buzz Aldrin di quel memorabile 20 luglio 1969 raccontano lo spettacolo che i loro occhi stavano ammirando. Alla mostra “Explorers” non mancano poi alcuni modellini come quello del Voyager 1, che racconta le tecniche utilizzate per poter arrivare nella posizione più lontana possibile dalla Terra. Lo stesso papa Francesco, in un discorso del 29 novembre 2013, aveva affermato: «Si comprende la realtà solo se la si guarda dalla periferia». Il percorso della mostra utilizza proprio questo metodo: allontanandosi - poco per volta - dalla Terra, nel percorso più affascinante verso la Luna, si riscopre la bellezza del proprio pianeta. La tensione ideale dell’uomo che sfida tutto per arrivare a toccare il suolo lunare lo porta a scoprire un qualcosa di grandioso, ma la ricerca non si placa. Non si può placare. Questa stessa tensione tra il nostro limite umano e le dimensioni cosmiche (che a pensarci bene fanno venire i brividi sulla pelle) portano - questa la tesi di “Explorers” - a un’enorme spinta nostra. E porta l’uomo a cercare una compagnia. Questo bisogno urgente di una compagnia è infatti l’unica molla che spinge l’uomo a cercare, a viaggiare, a sfidare apparenti limiti, e che - soprattutto - lo aiuta a conoscere sempre di più la sua nostalgia. La stessa nostalgia che faceva scrivere a Leopardi lo storico canto: «Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?». Giovanni Ferrari Si ringrazia per la collaborazione la Repubblica di San Marino: Segreteria di Stato Affari Esteri Segreteria di Stato Affari Interni e Giustizia Segreteria di Stato Istruzione e Cultura Segreteria di Stato Turismo Segreteria di Stato Industria, Artigianato e Commercio Segreteria di Stato Finanze e Bilancio Segreteria di Stato Lavoro Segreteria di Stato Territorio, Ambiente e Agricoltura Segreteria di Stato Sanità e Sicurezza Sociale