Una rara pagina di musica del `700 per ricordare Piergiorgio

 “POLIFONIA, RICORDANDO PIERGIORGIO RIGHELE”, XVI EDIZIONE Una rara pagina di musica del ‘700 per ricordare Piergiorgio Righele I Cantori di Santomio regalano a Malo la “Missa Sancti Joannis” di Antonio Caldara Per la sedicesima edizione di “Polifonia, ricordando Piergiorgio Righele”, I Cantori di Santomio presentano una rara pagina di musica, la “Missa Sancti Joannis” di Antonio Caldara. Composizione per soli, coro e orchestra, verrà eseguita sabato 5 ottobre nel Santuario di S. Maria Liberatrice (S. Libera) a Malo, alle ore 21 (con ingresso libero). Accanto al coro maladense partecipano alla produzione molti artisti vicentini, da Laura C. Fabris (soprano) a Elena Biscuola (contralto), Mauro Lain (tenore) e Walter Testolin (basso), l’Orchestra Barocca Andrea Palladio di Enrico Zanovello. La direzione è affidata a Nicola Sella. Appuntamento fisso per l’autunno, quando I Cantori di Santomio ricordano il loro maestro, fondatore del coro nel 1967 e scomparso nel ’97, il concerto è realizzato con il patrocinio del Comune di Malo ‐ Istituzione Culturale Villa Clementi, e di ASAC Veneto (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali). Antonio Caldara (Venezia 1670 – Vienna 1736) è stato uno dei più noti compositori della sua epoca, applaudito sia come operista sia come autore di musica sacra, tra oratori, cantate e Messe, molte delle quali restano negli archivi dei manoscritti in tutta Europa, non essendo mai state pubblicate a stampa. È questo il caso della “Missa Sancti Joannis”, giunta qualche anno fa al coro da un documento conservato in una biblioteca austriaca. Nicola Sella ne ha fatto una trascrizione moderna per soli, coro a quattro voci e orchestra d’archi, che si eseguirà nel concerto di Malo, in quella che, se non una prima assoluta (difficile a dirsi), possiamo pensare sia una pagina di rara esecuzione, destinata a suscitare curiosità tra gli addetti ai lavori come tra il pubblico. Forse allievo di Giovanni Legrenzi a Venezia, Caldara fu cantore e violoncellista di San Marco. Compositore estremamente prolifico, ebbe un’attività paragonabile soltanto a quella di Antonio Vivaldi, Alessandro Scarlatti e George F. Haendel. Nel 1699 si trasferì a Mantova, "Maestro di Cappella, da Chiesa e da Teatro" del duca Ferdinando Carlo. Nel 1708 si recò in Spagna presso gli Asburgo, compositore di camera di re Carlo VI del Sacro Romano Impero. Si recò successivamente a Roma e nel 1709 succedette a Haendel come compositore della casa e Maestro di cappella del Principe Francesco Maria Ruspoli, fino al 1716. Lavorò anche per Carlo III di Spagna, fratello dell'imperatore d'Asburgo Giuseppe, per cui scrisse un'opera a celebrazione delle nozze, la quale fu probabilmente la prima opera italiana messa in scena in Spagna. A seguito dell'elezione di Carlo III a imperatore di Asburgo nel 1711, si stabilì definitivamente, a Vienna, dove dal 1717 ricoprì la carica di vicemaestro di cappella alla corte imperiale di cui era titolare Johann Joseph Fux. Morì nel 1736 a Vienna, e lì fu sepolto nella cattedrale di S. Stefano. Il concerto prosegue con un il Concerto Grosso Op.6 Nr.1 in sol maggiore di G. F. Haendel e con due brani corali che nascono sul tema dell’esortazione alla lode di Dio, come ricorre in diversi testi sacri. Si tratta della cantata “Alles was ihr tut” di D. Buxtehude («Tutto quello che fate, con le parole o con le opere, sia fatto in nome di Gesù Cristo, e per mezzo di Lui ringraziate Dio Padre.»), e il mottetto di J.S.Bach “Lobet den Herrn alle Heiden”, che musica il Salmo 117: «Lodate il Signore, popoli tutti e dategli gloria, voi tutte nazioni. Perché la sua misericordia e verità ci governano in eterno. Alleluia.»