“IRC interculturale o storia delle religioni? Ragioni di due possibili prospettive disciplinari a confronto” Prof. Luca Bossi Premessa La mutata composizione sociodemografica del paese, i dati più recenti sul diffuso analfabetismo religioso da un lato e, dall’altro, il ricorso ad appartenenze o identificazioni religiose per fini politicoelettorali e come fondamento di episodi di scontro o violenza: la religione, oggi, corre il rischio di rappresentare un fattore di frammentazione sociale ancor più che di coesione e mutuo riconoscimento. A fronte dei cambiamenti intervenuti e di quelli in corso, emerge con sempre maggiore consapevolezza la necessità di un serio ripensamento del ruolo della religione nello spazio pubblico per un verso; per un altro, del ruolo delle istituzioni pubbliche e della scuola in primis, che per non venire meno al suo compito educativo deve farsi tramite per la trasmissione degli strumenti essenziali per la comprensione della società, dei fenomeni che l’attraversano, delle culture che la nutrono. Pensato – in un preciso momento storico – al fine di promuovere integrazione socioculturale in un paese allora sostanzialmente monoconfessionale, l’insegnamento della religione cattolica appare oggi, agli occhi di molti, inadeguato alle sfide educative e culturali di un’Italia che, nuovamente, cambia. Se di integrazione si deve parlare, occorrerà farlo nel quadro del diritto di ciascuno entro la laicità dello Stato, contemplando un orizzonte più vasto ma non per forza più complesso di quello già osservato nel corso del Novecento. In risposta al rischio di frammentazione sociale, oggi più di ieri, l’integrazione si sviluppa anche attraverso la diffusa conoscenza, comprensione, consapevolezza del religioso in sé e della varietà delle sue espressioni umane, assunte quali fenomeni antropologici, culturali, economici, sociali, storici. Dinanzi alla necessità di rinnovamento di un modello educativo per molti versi datato, sono diverse le proposte sin qui avanzate: dall’apertura dell’IRC ad un approccio “più inter-culturale” e più “interreligioso” alla proposta di una “ora delle religioni” o, meglio, “sulle religioni” in sostituzione o in affiancamento all’IRC, secondo il modello del “doppio binario”; sino all’eliminazione dell’insegnamento della/sulla religione tout court, proposta che, più di altre, preoccupa per la già diffusa ignoranza dei fenomeni e per le conseguenze sulla possibilità di reciproco riconoscimento e interazione socioculturale di una popolazione in mutamento. La presenza, la visibilità pubblica delle religioni rappresenta un ostacolo per la piena realizzazione della laicità dello Stato, tale per cui si renda necessario il contenimento dell’espressione religiosa entro il contesto privato dei cittadini? È possibile evitare che una forma di insegnamento sui fenomeni religiosi scompaia del tutto dall'istruzione pubblica? Quale approccio e quale metodo risultano più adeguati a rispondere alle sfide del presente, garantendo per un verso i diritti del bambino, dell’adolescente, dei genitori – del cittadino – in materia di libertà di coscienza e di espressione religiosa e, per un altro verso, promuovendo una cultura della conoscenza, dell'inclusione, della comprensione del pluralismo delle differenze entro un comune sistema simbolico? Le sperimentazioni: dentro e fuori l'Irc Da una decina d'anni almeno a questa parte diverse iniziative sperimentali, nate in particolare nel solco della didattica alternativa, hanno provato ad offrire un approccio differente rispetto ai programmi di Irc. Si tratta di sperimentazioni realizzate non senza difficoltà, nel vuoto didattico costituito dall'attuale normativa sulle attività alternative, nell'intrico organizzativo che ancora avvolge la loro attivazione, nella discontinuità dovuta al continuo ricambio dei docenti preposti e facendo fronte a una diffusa percezione della “ora alternativa” quale “ora buca”. Ciononostante, queste iniziative sono validi esempi di una didattica rinnovata negli approcci, nei contenuti e negli obiettivi pedagogici; una didattica capace di attrarre e coinvolgere studenti interessati allo studio critico dei fenomeni, al dibattito orizzontale, al confronto tra la teoria delle discipline accademiche e le sfide di una società in mutamento. Studenti che sempre più vivono il bisogno di conoscere e confrontarsi con gli aspetti antropologici, economici, filosofici, storici e sociali di quella varietà culturale che costituisce i fenomeni umani della fede e della credenza, le loro espressioni concrete, private e pubbliche, il significato – non solo teologico – di gesti, riti, celebrazioni, regole, divieti, abitudini e usanze. Bisognosi, ugualmente, di confrontarsi con le differenti teorie, i metodi, gli approcci delle diverse discipline senza necessità di stabilire il primato di una confessione: cercando al contrario, il più possibile, di superare i limiti di una concezione antropocentrica e religiocentrica, sottraendosi ad una forma di analfabetismo che per primi riconoscono e denunciano. Le sperimentazioni qui riportate sono per molti aspetti diverse l’una dall’altra, per modalità operative, longevità del progetto, frequenza e durata delle attività proposte e contesto nel quale queste trovano luogo. Si potranno dunque trovare lezioni integrative delle ore di materie storico-letterarie, lezioni svolte nell’ambito dell’ora di Insegnamento della religione cattolica curate da o con la collaborazione dell’insegnante di religione, proposte sperimentali per l’attività alternativa, percorsi formativi extracurricolari o extrascolastici. Anche i soggetti promotori delle iniziative sono piuttosto differenziati: si va dalle istituzioni locali alle università, dagli istituti scolastici pubblici e privati di diverso ordine e grado alle associazioni culturali, spesso organizzate in reti. Una pluralità di soggetti e di proposte, tutte accomunate dal medesimo obiettivo: superare lo studio della religione fondato sulla teologia a favore di un insegnamento sulle religioni fondato sul sapere prodotto da discipline (antropologia, filosofia, psicologia, sociologia, storia) solo di rado chiamate in causa nel contesto italiano, promuovendo la conoscenza multidisciplinare del fenomeno religioso come fatto culturale e sociale storicamente situato e, con ciò, favorendo l’edificazione di una conoscenza minima del pluralismo religioso contemporaneo. Si può affermare che l'alfabetizzazione alle religioni sia un problema di dialettica della conoscenza, e che debba entrare a far parte della cultura generale: la geografia che qui si propone restituisce, al contrario, l’immagine di un arcipelago di buone pratiche che attraversa una penisola dalle troppe diseguaglianze: la speranza è che la diffusione di tali iniziative sperimentali possa contribuire anche alla diffusione di un nuovo approccio e di nuovi obiettivi per l'insegnamento sui fenomeni religiosi: entro e fuori l'Irc. Progetti sperimentali per l’Attività Alternativa Si tratta di sperimentazioni didattiche progettate appositamente per l’insegnamento alternativo: sperimentazioni particolari che, pur non coinvolgendo l’intero gruppo classe, riconoscono il diritto alla materia alternativa come disciplina da svolgersi nel contesto e nell’orario scolastico. Torino-Roma: il Corso di Storia delle religioni nelle scuole elementari e medie Dall’anno scolastico 2011/2012 le associazioni Acmos1 a Torino e UVA-Universolaltro2 a Roma, coordinate da Mariachiara Giorda con il patrocinio scientifico di Dipartimenti dell’ Università degli Studi di Torino, Roma Tre e Sapienza, organizzano il corso di formazione per docenti e alunni delle scuole elementari e medie inferiori finanziato dal Fondo 8x1000 delle chiese valdesi e metodiste. Il progetto ha sin qui coinvolto sei istituti scolastici delle città di Torino (Santorre di Santarosa, Gabelli e Perrotti) e di Roma (Manin-Di Donato, Rosmini e Falcone), nei quali sono stati attivati laboratori sperimentali di “Educazione alla cittadinanza attraverso la Storia delle Religioni”. 1 www.acmos.net. 2 www.universolaltro.net. La prassi operativa consiste in: - 2 ore di presentazione del progetto come prima formazione in sede per docenti - 3 ore seminariali presso le rispettive università, su un tema legato al pluralismo religioso contemporaneo - 10 ore di laboratorio, svolte in classe da un esperto - produzione di materiale: il calendario interreligioso e un manuale per l'insegnamento. Torino: il Corso sperimentale di Storia delle religioni e del libero pensiero per l’attività alternativa nelle scuole superiori Negli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 la Fondazione Benvenuti in Italia3 ha organizzato a Torino e provincia un “Corso sperimentale di storia delle religioni e del libero pensiero per l’attività alternativa nelle scuole superiori”, sostenuto dalla Consulta per la laicità delle istituzioni, Ce.Se.Di. Centro Servizi Didattici della Provincia di Torino e Agenzia Nazionale Giovani. Il corso, rivolto agli studenti delle scuole superiori che si avvalgono dell’AA, ha coinvolto 45 classi di 5 istituti (Alfieri, Cavour, Einstein, Gobetti Marchesini – Casale di Torino e Darwin di Rivoli) per un totale di circa 200 studenti. Il programma, incentrato sui temi delle feste, dei riti, delle celebrazioni, dei luoghi di culto e del ruolo del cibo nelle religioni, si è svolto con cadenza mensile, prevedendo formazione per gli insegnanti incaricati dell’AA, incontri con esperti esterni di storia e sociologia della religione e giovani rappresentanti delle comunità religiose, visite guidate ai luoghi di culto della città, esperimenti ed assaggi gastronomici dalle diverse tradizioni culturali e religiose; la didattica si è avvalsa inoltre del supporto del sito www.reparty.it, che contempla, tra il resto, una mappatura dei luoghi religiosi urbani ed un calendario interreligioso interattivo. Fuscaldo (CS): Corso di cultura islamica Nell’anno scolastico 2013/2014 l’IIS Enrico Fermi di Fuscaldo, provincia di Cosenza, ha attivato un corso di cultura islamica riservato ai non avvalentesi dell’insegnamento della religione cattolica. L’insegnamento è stato attivato in considerazione della presenza nella scuola di un nutrito gruppo di studenti musulmani: circa 120 alunni egiziani, giunti in Calabria a seguito di un accordo concluso tra l’ente regionale ed il governo egiziano. Il corso fa seguito al rinnovo in massa dell’iscrizione all’Attività Alternativa, dopo un primo anno dedicato all’alfabetizzazione all’italiano, fondamentale per studenti appena giunti nel Paese e bisognosi di dominare quanto più rapidamente possibile la lingua nazionale. 3 www.benvenutiinitalia.it. Rilevata l’assenza di docenti interni idonei all’insegnamento, il corso di cultura islamica è stato affidato dal dirigente scolastico ad un docente esterno, selezionato su candidature e curricula. Ad essere nominato è stato un insegnante senegalese, docente di lingua francese ed inglese in altro istituto, musulmano praticante privo di legami strutturali con la comunità islamica. Progetti sperimentali oltre l’AA Si propone ora una brevissima rassegna delle iniziative di promozione del pluralismo religioso attuate in programmi culturali diversi: corsi di formazione, di approfondimento, stage, laboratori e lezioni svolti in compresenza, nell’ora di Irc, al di fuori dell’orario curricolare o dell’istituto scolastico. Se la ricerca di sperimentazioni appositamente progettate per l’AA ha portato all’emergenza di pochi casi, concentrati tra Genova, Roma e Torino, questa seconda categoria racchiude esperienze più numerose, maggiormente diffuse e di diversa natura. Torino-Roma: il progetto di ricerca “A tavola con le religioni” e i laboratori-pilota per le scuole elementari La Fondazione Benvenuti in Italia, con il sostegno della Fondation Charles Mayer pour le Progrès de l'Homme e in collaborazione con Risteco e Mensa Civica, dal 2012 svolge un'indagine comparativa europea sulla diversità religiosa a scuola, il suo rapporto con le abitudini e le regole alimentari religiose delle famiglie, le conseguenze sul servizio mensa scolastico4. Il lavoro di studio teorico e ricerca empirica, che ha sin qui raggiunto 15 scuole primarie europee, per un totale di 5.350 bambini e famiglie, ha condotto alla predisposizione di materiali sul complesso rapporto tra alimentazione, regole religiose e convivenza civile. Tali materiali sono stati utilizzati nella conduzione di percorsi laboratoriali svolti nel 2015 in alcune scuole elementari di Torino e Roma, nella cornice di una prima sperimentazione pilota. La modalità operativa ha previsto la formazione di maestre ed educatrici da parte di esperti e ricercatori; l'organizzazione delle lezioni, entro l'orario dell'AA come dell'Irc, in collaborazione con l'insegnante preposto; la presenza continuativa in classe, una volta la settimana, per tre mesi circa. Torino: la Storia delle religioni al Liceo Sociale dei Padri Gesuiti 4 I primi risultati dell'indagine sono stati pubblicati, tra il resto, in http://www.reset.it/articolo/il-progetto-a-tavola-con-lereligionialcuni-dati. A partire dall’anno scolastico 2008/2009, per le classi dei licei classico e scientifico, è stato attivato un corso di storia delle religioni che affianca e rafforza, completandola, l’ora di religione cattolica, obbligatoria per tutti gli studenti frequentanti l’istituto. Il corso è stato attivato grazie ad un accordo tra il Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle religioni dell’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Sociale, con l’accordo dell’Ufficio Diocesano Scuola. Obiettivo della sperimentazione è un corso curricolare capace di considerare la fenomenologia dei fatti religiosi nei loro aspetti antropologici, sociologici, storici, psicologici, includendo gli aspetti specifici delle religioni nella loro effettiva ricchezza valoriale, con particolare attenzione ai testi fondanti. Il programma si svolge nell’arco del quinquennio, con obiettivi e contenuti commisurati in base all’età. La durata del progetto lo rende un’esperienza d’avanguardia perché costituisce un caso più che raro in Italia in cui la storia delle religioni, obbligatoria per tutti gli studenti, si svolge entro un’ora settimanale lungo tutto il corso dell’anno, per 35 ore annuali circa. Il Tavolo interreligioso di Roma: un’esperienza decennale Il Tavolo Interreligioso di Roma ha rappresentato un tassello centrale del quadro complessivo per l’educazione interculturale costruito dall’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma nell’ultimo decennio sotto l’etichetta “Intermundia”. Questa esperienza si è posta in sinergia con alcune iniziative promosse dall’Assessorato alle Politiche per la Multiculturalità: la Consulta delle religioni nella città di Roma, la Consulta per la libertà di pensiero e la laicità delle Istituzioni e la Consulta cittadina per la rappresentanza delle comunità straniere. Il primo Protocollo d’Intesa, che ha istituito l’organismo, risale al dicembre del 1998 ed è stato sottoscritto dall’Assessorato alle Politiche educative del Comune di Roma e sei congregazioni: la Comunità ebraica di Roma, il Coordinamento delle Chiese valdesi, metodiste, battiste, luterana, salutista di Roma, il Centro islamico culturale d'Italia, la Fondazione Maitreya dell'Unione buddhista Italiana, l’Unione induista italiana e la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, successivamente uscita dall’iniziativa. Una nuova firma dell’Intesa ha avuto luogo nel 2001 con l’avvenuto passaggio di giunta e, dal 2005, il programma ha visto la partecipazione anche della Comunità Ortodossa Romena. A caratterizzare in modo specifico l’esperienza del Tavolo Interreligioso romano è stata la volontà di coinvolgere le comunità religiose in un’auto-rappresentazione delle proprie tradizioni e credenze, come alternativa radicale al lavoro didattico di insegnanti in qualche modo istruiti al riguardo o all’intervento di generici esperti. Gli esponenti del Tavolo Interreligioso di Roma, nel corso dei dieci anni di attività, hanno incontrato complessivamente 39.709 studenti e 1.587 docenti di 457 scuole cittadine; alle 1.701 classi partecipanti, al termine dei sei incontri, è stato consegnato un attestato di frequenza. L’esperienza del Tavolo Interreligioso di Roma è stata interrotta nell’anno scolastico 2008/09, in corrispondenza di un nuovo cambiamento nella composizione della giunta comunale. Il caso di Sonnino: conoscere la diversità culturale attraverso la Storia delle religioni Il caso dell’Istituto Leonardo da Vinci di Sonnino (Latina) è particolare per le ragioni della sua genesi: un incidente culturale, avvenuto nel settembre 2010, quando emerse l’apprensione di un gruppo di genitori per la presenza all’uscita dalla scuola di una mamma in niqab, il cui abbigliamento sarebbe stato motivo di turbamento nei bambini. La mamma decise di non indossare più l’abito in ambito scolastico, ma in seguito all’incidente dal marzo 2011 la scuola offre agli studenti delle classi del quinto anno elementare e del primo anno medio i laboratori sperimentali di “Educazione alla cittadinanza attraverso la storia delle religioni”, organizzati in ore curricolari e di Irc dagli operatori dell’associazione Uva. Le classi coinvolte sono sette, per un totale di circa 130-140 bambini impegnati in un percorso strutturato in dieci moduli. Palermo: l’istituto Regina Margherita e gli stage interculturali Per il terzo anno consecutivo lʼ Istituto Magistrale Statale “Regina Margherita” di Palermo ha proposto ai suoi studenti un corso di approfondimento interculturale e conoscenza interreligiosa, aggiuntivo al piano dell’offerta formativa. Dall’anno scolastico 2010/2011 è infatti attivo lo stage dedicato al dialogo sulle diversità culturali e religiose, pensato come strumento didattico pratico ed operativo per lʼ approfondimento di tematiche relative a società multiculturali, identità, diversità, uguaglianza nelle differenze, integrazione, radici storiche della presenza pluralista in città e nel territorio. Il percorso di incontri, scandito da due momenti di verifica, è stato organizzato in due fasi: una frontale, nella quale presentare le culture prese in esame proprio a partire dal paese dʼ origine degli studenti, cercando di comprendere le motivazioni e le condizioni dell’essere migrante, anche a partire da una conoscenza minima della lingua; una seconda fase dedicata al dibattito, alla visione di film documentari, alla produzione di una restituzione collettiva del lavoro svolto, anche in forma artistica. Roma: un corso intensivo di cultura religiosa per istituti alberghieri Nel febbraio 2012, in due istituti alberghieri della provincia di Roma (Castelfusano e Marino), si sono svolti dei moduli didattici di cultura religiosa organizzati dall’Assessorato alle politiche del lavoro e della formazione, tenuti da Mariachiara Giorda in collaborazione con la dott.ssa Loona Tirabassi. L’idea centrale, sulla quale è stato progettato un percorso che si pone nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza plurale da un punto di vista culturale e quindi anche religioso, è che l’emergere quotidiano delle scelte e non scelte religiose spinga alla costruzione di un nuovo sapere; sapere che si pone come strumento in grado di contrastare il dilagare di pregiudizi, false percezioni, particolarismi e fondamentalismi. Tra i destinatari, le prime annualità dei corsi triennali in obbligo formativo dei Centri provinciali di formazione professionale per operatori della ristorazione. LSDR: le religioni a scuola a Venezia Nei mesi di febbraio e marzo 2012, nel contesto del liceo classico Foscarini di Venezia, è stato realizzato un corso di introduzione alla storia delle religioni rivolto agli studenti del quinto anno. L’esperimento è stato condotto dall’associazione “Laboratorio di Scienze delle Religioni”5, nata nel contesto del Corso di Laurea magistrale interateneo in Scienze religiose dell’Università di Padova e dell’Università Cà Foscari di Venezia, con la supervisione scientifica della prof.ssa Cinzia Crivellari. Gli incontri si sono svolti con cadenza settimanale fuori dall’orario scolastico: la soluzione pensata per dare vita al corso è stata quella di stipulare una convenzione di insegnamento opzionale extracurricolare con la scuola, che anche in questo caso non si è presentato quindi come attività alternativa all’ora di Irc. Prato: Diversamente, un progetto di Confronti “Diversamente” è un progetto di educazione alla diversità culturale e religiosa promosso dall’Assessorato alle politiche sociali della provincia di Prato in collaborazione con la rivista Confronti. Il progetto si articola in una serie di lezioni frontali, tenute da esperti, il cui scopo è quello di fornire agli studenti un’introduzione alle complesse tematiche dell’immigrazione e del multiculturalismo ed una conoscenza minima dei fondamenti delle religioni di volta in volta prese in esame. Fase strategica dell’offerta formativa contemplata dal progetto è la possibilità di visite guidate a luoghi di culto e centri culturali di Prato, Firenze, Pomaia (Pisa) e Roma: dalla sinagoga al tempio valdese, dalla chiesa ortodossa a quella cattolica, dalla moschea al tempio buddhista, i giovani pratesi sinora coinvolti hanno avuto modo di verificare una gestione degli spazi sacri diversa da quella a loro più familiare e di confrontarsi con i rappresentanti delle diverse comunità religiose. Dall’attivazione, il progetto 5 Per una rassegna completa delle proposte dell’associazione LSDR per l’AA, tra le quali un raro corso quinquennale in Storia delle religioni per le scuole superiori: http://laboratoriosdr.wordpress.com/progetti-e-risorse/. Diversamente ha coinvolto sinora dieci delle dodici scuole superiori presenti sul territorio, circa ventisei classi e quasi seicento studenti. Bibbia e scuola: conoscenza oltre il valore spirituale Nato da un appello sottoscritto da molti intellettuali italiani nel 1998, soltanto recentemente, il 29 marzo 2010, è diventato un protocollo d'intesa tra Biblia, associazione laica per la promozione della cultura biblica in Italia, ed il MIUR. L’intesa prevede il sostegno del Ministero per una serie di iniziative a carattere scientifico e culturale in una prospettiva squisitamente laica legate al tema della Bibbia, a partire dalla sua duplice valenza: confessionale e spirituale per i credenti, culturale – e di grande rilevanza – per tutte le culture, comprese quella a presenza cristiana minoritaria. Tra gli obiettivi, la messa in pratica di percorsi didattici nelle scuole elementari, medie e superiori: non un'operazione confessionalistica né identitaria, ma un’iniziativa che si colloca in quello che si può definire “il passaggio dalla laicità dell'ignoranza alla laicità della competenza”6. Il progetto internazionale “Face to faith” A partire dal novembre 2011, a seguito del protocollo d’intesa concordato dal Miur con la Fondazione Tony Blair per il dialogo interreligioso internazionale tra le scuole attraverso gli strumenti della rete multimediale, è attivo anche in Italia il progetto “Face to Faith” volto alla valorizzazione della capacità di “riconoscere le somiglianze fra le differenti fedi, rispettare e dialogare con punti di vista diversi e talvolta conflittuali rispetto ai nostri”, come citato dal programma d’intervento7. Il progetto, rivolto a giovani fra gli 11 e i 17 anni, ha coinvolto sinora sei scuole secondarie italiane di primo grado, rappresentative del territorio nazionale, che hanno avviato con successo la fase sperimentale condotta secondo la formula del cooperative learning. Le scuole medie scelte sono l’istituto “Settembrini” di Roma, “Casteller” di Paese (Treviso), “Bobbio” di Torino, “Cuoco Sassi” di Milano, “Michelangelo” di Bari e “Parini” di Catania. Il Cem: uno sguardo oltre la manica 6 Un Seminario di presentazione del progetto Biblia si è tenuto il 18 novembre a Roma, Università La Sapienza Bibbia, Cultura, Scuola. Alla scoperta di percorsi didattici interdisciplinari; rimandiamo al sito: http://bes.biblia.org/ per ulteriori informazioni e materiali. Per un approfondimento di questo ed altri casi si veda Vertova (2010). 7 http://www.tonyblairfaithfoundation.org/page/about-us. Il Centro di Educazione alla Mondialità per l’educazione interculturale, guidato da Brunetto Salvarani, mette a disposizione degli insegnanti che la volessero sperimentare parte della traduzione in italiano del manuale di insegnamento della religione sviluppato a Bradford (Regno Unito) dal Centro di educazione interreligiosa, largamente utilizzato sia dagli insegnanti di Bradford sia da insegnanti di altri paesi europei con classi multiculturali8. Tra le finalità generali vi è quella di aiutare i ragazzi ad acquisire un apprezzamento informato della propria e dell’altrui fede o dello stile di vita e della varietà delle fedi, cogliendone le conseguenze personali e sociali: studiare le religioni, imparare dalle religioni sono gli obiettivi proposti agli alunni di età compresa tra i 4 e i 18 anni. 8 Per ulteriori informazioni e per richiedere i materiali: [email protected]. Per una riflessione sul progetto e sulle sue possibili applicazioni in Italia, si veda Brunetto Salvarani, Educare al pluralismo religioso. Bradford chiama Italia, Emi, Bologna, 2006.