Intervento del prof. Luca Bossi - IRC interculturale o

“IRC interculturale o storia delle religioni? Ragioni di due possibili prospettive disciplinari a
confronto”
Prof. Luca Bossi
Premessa
La mutata composizione sociodemografica del paese, i dati più recenti sul diffuso analfabetismo
religioso da un lato e, dall’altro, il ricorso ad appartenenze o identificazioni religiose per fini politicoelettorali e come fondamento di episodi di scontro o violenza: la religione, oggi, corre il rischio di
rappresentare un fattore di frammentazione sociale ancor più che di coesione e mutuo riconoscimento.
A fronte dei cambiamenti intervenuti e di quelli in corso, emerge con sempre maggiore consapevolezza
la necessità di un serio ripensamento del ruolo della religione nello spazio pubblico per un verso; per un
altro, del ruolo delle istituzioni pubbliche e della scuola in primis, che per non venire meno al suo
compito educativo deve farsi tramite per la trasmissione degli strumenti essenziali per la comprensione
della società, dei fenomeni che l’attraversano, delle culture che la nutrono.
Pensato – in un preciso momento storico – al fine di promuovere integrazione socioculturale in un
paese allora sostanzialmente monoconfessionale, l’insegnamento della religione cattolica appare oggi,
agli occhi di molti, inadeguato alle sfide educative e culturali di un’Italia che, nuovamente, cambia. Se di
integrazione si deve parlare, occorrerà farlo nel quadro del diritto di ciascuno entro la laicità dello Stato,
contemplando un orizzonte più vasto ma non per forza più complesso di quello già osservato nel corso
del Novecento. In risposta al rischio di frammentazione sociale, oggi più di ieri, l’integrazione si
sviluppa anche attraverso la diffusa conoscenza, comprensione, consapevolezza del religioso in sé e
della varietà delle sue espressioni umane, assunte quali fenomeni antropologici, culturali, economici,
sociali, storici.
Dinanzi alla necessità di rinnovamento di un modello educativo per molti versi datato, sono diverse le
proposte sin qui avanzate: dall’apertura dell’IRC ad un approccio “più inter-culturale” e più “interreligioso” alla proposta di una “ora delle religioni” o, meglio, “sulle religioni” in sostituzione o in
affiancamento all’IRC, secondo il modello del “doppio binario”; sino all’eliminazione dell’insegnamento
della/sulla religione tout court, proposta che, più di altre, preoccupa per la già diffusa ignoranza dei
fenomeni e per le conseguenze sulla possibilità di reciproco riconoscimento e interazione socioculturale
di una popolazione in mutamento.
La presenza, la visibilità pubblica delle religioni rappresenta un ostacolo per la piena realizzazione della
laicità dello Stato, tale per cui si renda necessario il contenimento dell’espressione religiosa entro il
contesto privato dei cittadini? È possibile evitare che una forma di insegnamento sui fenomeni religiosi
scompaia del tutto dall'istruzione pubblica? Quale approccio e quale metodo risultano più adeguati a
rispondere alle sfide del presente, garantendo per un verso i diritti del bambino, dell’adolescente, dei
genitori – del cittadino – in materia di libertà di coscienza e di espressione religiosa e, per un altro verso,
promuovendo una cultura della conoscenza, dell'inclusione, della comprensione del pluralismo delle
differenze entro un comune sistema simbolico?
Le sperimentazioni: dentro e fuori l'Irc
Da una decina d'anni almeno a questa parte diverse iniziative sperimentali, nate in particolare nel solco
della didattica alternativa, hanno provato ad offrire un approccio differente rispetto ai programmi di Irc.
Si tratta di sperimentazioni realizzate non senza difficoltà, nel vuoto didattico costituito dall'attuale
normativa sulle attività alternative, nell'intrico organizzativo che ancora avvolge la loro attivazione, nella
discontinuità dovuta al continuo ricambio dei docenti preposti e facendo fronte a una diffusa
percezione della “ora alternativa” quale “ora buca”. Ciononostante, queste iniziative sono validi esempi
di una didattica rinnovata negli approcci, nei contenuti e negli obiettivi pedagogici; una didattica capace
di attrarre e coinvolgere studenti interessati allo studio critico dei fenomeni, al dibattito orizzontale, al
confronto tra la teoria delle discipline accademiche e le sfide di una società in mutamento. Studenti che
sempre più vivono il bisogno di conoscere e confrontarsi con gli aspetti antropologici, economici,
filosofici, storici e sociali di quella varietà culturale che costituisce i fenomeni umani della fede e della
credenza, le loro espressioni concrete, private e pubbliche, il significato – non solo teologico – di gesti,
riti, celebrazioni, regole, divieti, abitudini e usanze. Bisognosi, ugualmente, di confrontarsi con le
differenti teorie, i metodi, gli approcci delle diverse discipline senza necessità di stabilire il primato di
una confessione: cercando al contrario, il più possibile, di superare i limiti di una concezione
antropocentrica e religiocentrica, sottraendosi ad una forma di analfabetismo che per primi riconoscono
e denunciano.
Le sperimentazioni qui riportate sono per molti aspetti diverse l’una dall’altra, per modalità operative,
longevità del progetto, frequenza e durata delle attività proposte e contesto nel quale queste trovano
luogo. Si potranno dunque trovare lezioni integrative delle ore di materie storico-letterarie, lezioni svolte
nell’ambito dell’ora di Insegnamento della religione cattolica curate da o con la collaborazione
dell’insegnante di religione, proposte sperimentali per l’attività alternativa, percorsi formativi
extracurricolari o extrascolastici. Anche i soggetti promotori delle iniziative sono piuttosto differenziati:
si va dalle istituzioni locali alle università, dagli istituti scolastici pubblici e privati di diverso ordine e
grado alle associazioni culturali, spesso organizzate in reti. Una pluralità di soggetti e di proposte, tutte
accomunate dal medesimo obiettivo: superare lo studio della religione fondato sulla teologia a favore di
un insegnamento sulle religioni fondato sul sapere prodotto da discipline (antropologia, filosofia,
psicologia, sociologia, storia) solo di rado chiamate in causa nel contesto italiano, promuovendo la
conoscenza multidisciplinare del fenomeno religioso come fatto culturale e sociale storicamente situato
e, con ciò, favorendo l’edificazione di una conoscenza minima del pluralismo religioso contemporaneo.
Si può affermare che l'alfabetizzazione alle religioni sia un problema di dialettica della conoscenza, e che
debba entrare a far parte della cultura generale: la geografia che qui si propone restituisce, al contrario,
l’immagine di un arcipelago di buone pratiche che attraversa una penisola dalle troppe diseguaglianze: la
speranza è che la diffusione di tali iniziative sperimentali possa contribuire anche alla diffusione di un
nuovo approccio e di nuovi obiettivi per l'insegnamento sui fenomeni religiosi: entro e fuori l'Irc.
Progetti sperimentali per l’Attività Alternativa
Si tratta di sperimentazioni didattiche progettate appositamente per l’insegnamento alternativo:
sperimentazioni particolari che, pur non coinvolgendo l’intero gruppo classe, riconoscono il diritto alla
materia alternativa come disciplina da svolgersi nel contesto e nell’orario scolastico.
Torino-Roma: il Corso di Storia delle religioni nelle scuole elementari e medie
Dall’anno scolastico 2011/2012 le associazioni Acmos1 a Torino e UVA-Universolaltro2 a Roma,
coordinate da Mariachiara Giorda con il patrocinio scientifico di Dipartimenti dell’ Università degli
Studi di Torino, Roma Tre e Sapienza, organizzano il corso di formazione per docenti e alunni delle
scuole elementari e medie inferiori finanziato dal Fondo 8x1000 delle chiese valdesi e metodiste. Il
progetto ha sin qui coinvolto sei istituti scolastici delle città di Torino (Santorre di Santarosa, Gabelli e
Perrotti) e di Roma (Manin-Di Donato, Rosmini e Falcone), nei quali sono stati attivati laboratori
sperimentali di “Educazione alla cittadinanza attraverso la Storia delle Religioni”.
1
www.acmos.net.
2
www.universolaltro.net.
La prassi operativa consiste in:
-
2 ore di presentazione del progetto come prima formazione in sede per docenti
-
3 ore seminariali presso le rispettive università, su un tema legato al pluralismo religioso
contemporaneo
-
10 ore di laboratorio, svolte in classe da un esperto
-
produzione di materiale: il calendario interreligioso e un manuale per l'insegnamento.
Torino: il Corso sperimentale di Storia delle religioni e del libero pensiero per l’attività alternativa nelle scuole superiori
Negli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 la Fondazione Benvenuti in Italia3 ha organizzato a Torino
e provincia un “Corso sperimentale di storia delle religioni e del libero pensiero per l’attività alternativa
nelle scuole superiori”, sostenuto dalla Consulta per la laicità delle istituzioni, Ce.Se.Di. Centro Servizi
Didattici della Provincia di Torino e Agenzia Nazionale Giovani. Il corso, rivolto agli studenti delle
scuole superiori che si avvalgono dell’AA, ha coinvolto 45 classi di 5 istituti (Alfieri, Cavour, Einstein,
Gobetti Marchesini – Casale di Torino e Darwin di Rivoli) per un totale di circa 200 studenti. Il
programma, incentrato sui temi delle feste, dei riti, delle celebrazioni, dei luoghi di culto e del ruolo del
cibo nelle religioni, si è svolto con cadenza mensile, prevedendo formazione per gli insegnanti incaricati
dell’AA, incontri con esperti esterni di storia e sociologia della religione e giovani rappresentanti delle
comunità religiose, visite guidate ai luoghi di culto della città, esperimenti ed assaggi gastronomici dalle
diverse tradizioni culturali e religiose; la didattica si è avvalsa inoltre del supporto del sito www.reparty.it,
che contempla, tra il resto, una mappatura dei luoghi religiosi urbani ed un calendario interreligioso
interattivo.
Fuscaldo (CS): Corso di cultura islamica
Nell’anno scolastico 2013/2014 l’IIS Enrico Fermi di Fuscaldo, provincia di Cosenza, ha attivato un
corso di cultura islamica riservato ai non avvalentesi dell’insegnamento della religione cattolica.
L’insegnamento è stato attivato in considerazione della presenza nella scuola di un nutrito gruppo di
studenti musulmani: circa 120 alunni egiziani, giunti in Calabria a seguito di un accordo concluso tra
l’ente regionale ed il governo egiziano. Il corso fa seguito al rinnovo in massa dell’iscrizione all’Attività
Alternativa, dopo un primo anno dedicato all’alfabetizzazione all’italiano, fondamentale per studenti
appena giunti nel Paese e bisognosi di dominare quanto più rapidamente possibile la lingua nazionale.
3
www.benvenutiinitalia.it.
Rilevata l’assenza di docenti interni idonei all’insegnamento, il corso di cultura islamica è stato affidato
dal dirigente scolastico ad un docente esterno, selezionato su candidature e curricula. Ad essere
nominato è stato un insegnante senegalese, docente di lingua francese ed inglese in altro istituto,
musulmano praticante privo di legami strutturali con la comunità islamica.
Progetti sperimentali oltre l’AA
Si propone ora una brevissima rassegna delle iniziative di promozione del pluralismo religioso attuate in
programmi culturali diversi: corsi di formazione, di approfondimento, stage, laboratori e lezioni svolti in
compresenza, nell’ora di Irc, al di fuori dell’orario curricolare o dell’istituto scolastico. Se la ricerca di
sperimentazioni appositamente progettate per l’AA ha portato all’emergenza di pochi casi, concentrati
tra Genova, Roma e Torino, questa seconda categoria racchiude esperienze più numerose,
maggiormente diffuse e di diversa natura.
Torino-Roma: il progetto di ricerca “A tavola con le religioni” e i laboratori-pilota per le scuole elementari
La Fondazione Benvenuti in Italia, con il sostegno della Fondation Charles Mayer pour le Progrès de
l'Homme e in collaborazione con Risteco e Mensa Civica, dal 2012 svolge un'indagine comparativa
europea sulla diversità religiosa a scuola, il suo rapporto con le abitudini e le regole alimentari religiose
delle famiglie, le conseguenze sul servizio mensa scolastico4. Il lavoro di studio teorico e ricerca
empirica, che ha sin qui raggiunto 15 scuole primarie europee, per un totale di 5.350 bambini e famiglie,
ha condotto alla predisposizione di materiali sul complesso rapporto tra alimentazione, regole religiose
e convivenza civile. Tali materiali sono stati utilizzati nella conduzione di percorsi laboratoriali svolti nel
2015 in alcune scuole elementari di Torino e Roma, nella cornice di una prima sperimentazione pilota.
La modalità operativa ha previsto la formazione di maestre ed educatrici da parte di esperti e ricercatori;
l'organizzazione delle lezioni, entro l'orario dell'AA come dell'Irc, in collaborazione con l'insegnante
preposto; la presenza continuativa in classe, una volta la settimana, per tre mesi circa.
Torino: la Storia delle religioni al Liceo Sociale dei Padri Gesuiti
4 I primi risultati dell'indagine sono stati pubblicati, tra il resto, in http://www.reset.it/articolo/il-progetto-a-tavola-con-lereligionialcuni-dati.
A partire dall’anno scolastico 2008/2009, per le classi dei licei classico e scientifico, è stato attivato un
corso di storia delle religioni che affianca e rafforza, completandola, l’ora di religione cattolica,
obbligatoria per tutti gli studenti frequentanti l’istituto. Il corso è stato attivato grazie ad un accordo tra
il Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle religioni dell’Università degli Studi di Torino e l’Istituto
Sociale, con l’accordo dell’Ufficio Diocesano Scuola. Obiettivo della sperimentazione è un corso
curricolare capace di considerare la fenomenologia dei fatti religiosi nei loro aspetti antropologici,
sociologici, storici, psicologici, includendo gli aspetti specifici delle religioni nella loro effettiva ricchezza
valoriale, con particolare attenzione ai testi fondanti.
Il programma si svolge nell’arco del quinquennio, con obiettivi e contenuti commisurati in base all’età.
La durata del progetto lo rende un’esperienza d’avanguardia perché costituisce un caso più che raro in
Italia in cui la storia delle religioni, obbligatoria per tutti gli studenti, si svolge entro un’ora settimanale
lungo tutto il corso dell’anno, per 35 ore annuali circa.
Il Tavolo interreligioso di Roma: un’esperienza decennale
Il Tavolo Interreligioso di Roma ha rappresentato un tassello centrale del quadro complessivo per
l’educazione interculturale costruito dall’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune
di Roma nell’ultimo decennio sotto l’etichetta “Intermundia”. Questa esperienza si è posta in sinergia
con alcune iniziative promosse dall’Assessorato alle Politiche per la Multiculturalità: la Consulta delle
religioni nella città di Roma, la Consulta per la libertà di pensiero e la laicità delle Istituzioni e la
Consulta cittadina per la rappresentanza delle comunità straniere.
Il primo Protocollo d’Intesa, che ha istituito l’organismo, risale al dicembre del 1998 ed è stato
sottoscritto dall’Assessorato alle Politiche educative del Comune di Roma e sei congregazioni: la
Comunità ebraica di Roma, il Coordinamento delle Chiese valdesi, metodiste, battiste, luterana, salutista
di Roma, il Centro islamico culturale d'Italia, la Fondazione Maitreya dell'Unione buddhista Italiana,
l’Unione induista italiana e la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, successivamente uscita
dall’iniziativa. Una nuova firma dell’Intesa ha avuto luogo nel 2001 con l’avvenuto passaggio di giunta e,
dal 2005, il programma ha visto la partecipazione anche della Comunità Ortodossa Romena.
A caratterizzare in modo specifico l’esperienza del Tavolo Interreligioso romano è stata la volontà di
coinvolgere le comunità religiose in un’auto-rappresentazione delle proprie tradizioni e credenze, come
alternativa radicale al lavoro didattico di insegnanti in qualche modo istruiti al riguardo o all’intervento
di generici esperti. Gli esponenti del Tavolo Interreligioso di Roma, nel corso dei dieci anni di attività,
hanno incontrato complessivamente 39.709 studenti e 1.587 docenti di 457 scuole cittadine; alle 1.701
classi partecipanti, al termine dei sei incontri, è stato consegnato un attestato di frequenza.
L’esperienza del Tavolo Interreligioso di Roma è stata interrotta nell’anno scolastico 2008/09, in
corrispondenza di un nuovo cambiamento nella composizione della giunta comunale.
Il caso di Sonnino: conoscere la diversità culturale attraverso la Storia delle religioni
Il caso dell’Istituto Leonardo da Vinci di Sonnino (Latina) è particolare per le ragioni della sua genesi:
un incidente culturale, avvenuto nel settembre 2010, quando emerse l’apprensione di un gruppo di
genitori per la presenza all’uscita dalla scuola di una mamma in niqab, il cui abbigliamento sarebbe stato
motivo di turbamento nei bambini. La mamma decise di non indossare più l’abito in ambito scolastico,
ma in seguito all’incidente dal marzo 2011 la scuola offre agli studenti delle classi del quinto anno
elementare e del primo anno medio i laboratori sperimentali di “Educazione alla cittadinanza attraverso
la storia delle religioni”, organizzati in ore curricolari e di Irc dagli operatori dell’associazione Uva. Le
classi coinvolte sono sette, per un totale di circa 130-140 bambini impegnati in un percorso strutturato
in dieci moduli.
Palermo: l’istituto Regina Margherita e gli stage interculturali
Per il terzo anno consecutivo lʼ Istituto Magistrale Statale “Regina Margherita” di Palermo ha proposto
ai suoi studenti un corso di approfondimento interculturale e conoscenza interreligiosa, aggiuntivo al
piano dell’offerta formativa. Dall’anno scolastico 2010/2011 è infatti attivo lo stage dedicato al dialogo
sulle diversità culturali e religiose, pensato come strumento didattico pratico ed
operativo per lʼ approfondimento di tematiche relative a società multiculturali, identità, diversità,
uguaglianza nelle differenze, integrazione, radici storiche della presenza pluralista in città e nel territorio.
Il percorso di incontri, scandito da due momenti di verifica, è stato organizzato in due fasi: una frontale,
nella quale presentare le culture prese in esame proprio a partire dal paese dʼ origine degli studenti,
cercando di comprendere le motivazioni e le condizioni dell’essere migrante, anche a partire da una
conoscenza minima della lingua; una seconda fase dedicata al dibattito, alla visione di film documentari,
alla produzione di una restituzione collettiva del lavoro svolto, anche in forma artistica.
Roma: un corso intensivo di cultura religiosa per istituti alberghieri
Nel febbraio 2012, in due istituti alberghieri della provincia di Roma (Castelfusano e Marino), si sono
svolti dei moduli didattici di cultura religiosa organizzati dall’Assessorato alle politiche del lavoro e della
formazione, tenuti da Mariachiara Giorda in collaborazione con la dott.ssa Loona Tirabassi.
L’idea centrale, sulla quale è stato progettato un percorso che si pone nell’ambito dell’educazione alla
cittadinanza plurale da un punto di vista culturale e quindi anche religioso, è che l’emergere quotidiano
delle scelte e non scelte religiose spinga alla costruzione di un nuovo sapere; sapere che si pone come
strumento in grado di contrastare il dilagare di pregiudizi, false percezioni, particolarismi e
fondamentalismi. Tra i destinatari, le prime annualità dei corsi triennali in obbligo formativo dei Centri
provinciali di formazione professionale per operatori della ristorazione.
LSDR: le religioni a scuola a Venezia
Nei mesi di febbraio e marzo 2012, nel contesto del liceo classico Foscarini di Venezia, è stato
realizzato un corso di introduzione alla storia delle religioni rivolto agli studenti del quinto anno.
L’esperimento è stato condotto dall’associazione “Laboratorio di Scienze delle Religioni”5, nata nel
contesto del Corso di Laurea magistrale interateneo in Scienze religiose dell’Università di Padova e
dell’Università Cà Foscari di Venezia, con la supervisione scientifica della prof.ssa Cinzia Crivellari. Gli
incontri si sono svolti con cadenza settimanale fuori dall’orario scolastico: la soluzione pensata per dare
vita al corso è stata quella di stipulare una convenzione di insegnamento opzionale extracurricolare con
la scuola, che anche in questo caso non si è presentato quindi come attività alternativa all’ora di Irc.
Prato: Diversamente, un progetto di Confronti
“Diversamente” è un progetto di educazione alla diversità culturale e religiosa promosso
dall’Assessorato alle politiche sociali della provincia di Prato in collaborazione con la rivista Confronti.
Il progetto si articola in una serie di lezioni frontali, tenute da esperti, il cui scopo è quello di fornire agli
studenti un’introduzione alle complesse tematiche dell’immigrazione e del multiculturalismo ed una
conoscenza minima dei fondamenti delle religioni di volta in volta prese in esame. Fase strategica
dell’offerta formativa contemplata dal progetto è la possibilità di visite guidate a luoghi di culto e centri
culturali di Prato, Firenze, Pomaia (Pisa) e Roma: dalla sinagoga al tempio valdese, dalla chiesa
ortodossa a quella cattolica, dalla moschea al tempio buddhista, i giovani pratesi sinora coinvolti hanno
avuto modo di verificare una gestione degli spazi sacri diversa da quella a loro più familiare e di
confrontarsi con i rappresentanti delle diverse comunità religiose. Dall’attivazione, il progetto
5
Per una rassegna completa delle proposte dell’associazione LSDR per l’AA, tra le quali un raro corso quinquennale in Storia
delle religioni per le scuole superiori: http://laboratoriosdr.wordpress.com/progetti-e-risorse/.
Diversamente ha coinvolto sinora dieci delle dodici scuole superiori presenti sul territorio, circa ventisei
classi e quasi seicento studenti.
Bibbia e scuola: conoscenza oltre il valore spirituale
Nato da un appello sottoscritto da molti intellettuali italiani nel 1998, soltanto recentemente, il 29
marzo 2010, è diventato un protocollo d'intesa tra Biblia, associazione laica per la promozione della
cultura biblica in Italia, ed il MIUR. L’intesa prevede il sostegno del Ministero per una serie di iniziative
a carattere scientifico e culturale in una prospettiva squisitamente laica legate al tema della Bibbia, a
partire dalla sua duplice valenza: confessionale e spirituale per i credenti, culturale – e di grande
rilevanza – per tutte le culture, comprese quella a presenza cristiana minoritaria. Tra gli obiettivi, la
messa in pratica di percorsi didattici nelle scuole elementari, medie e superiori: non un'operazione
confessionalistica né identitaria, ma un’iniziativa che si colloca in quello che si può definire “il passaggio
dalla laicità dell'ignoranza alla laicità della competenza”6.
Il progetto internazionale “Face to faith”
A partire dal novembre 2011, a seguito del protocollo d’intesa concordato dal Miur con la Fondazione
Tony Blair per il dialogo interreligioso internazionale tra le scuole attraverso gli strumenti della rete
multimediale, è attivo anche in Italia il progetto “Face to Faith” volto alla valorizzazione della capacità
di “riconoscere le somiglianze fra le differenti fedi, rispettare e dialogare con punti di vista diversi e
talvolta conflittuali rispetto ai nostri”, come citato dal programma d’intervento7. Il progetto, rivolto a
giovani fra gli 11 e i 17 anni, ha coinvolto sinora sei scuole secondarie italiane di primo grado,
rappresentative del territorio nazionale, che hanno avviato con successo la fase sperimentale condotta
secondo la formula del cooperative learning. Le scuole medie scelte sono l’istituto “Settembrini” di Roma,
“Casteller” di Paese (Treviso), “Bobbio” di Torino, “Cuoco Sassi” di Milano, “Michelangelo” di Bari e
“Parini” di Catania.
Il Cem: uno sguardo oltre la manica
6
Un Seminario di presentazione del progetto Biblia si è tenuto il 18 novembre a Roma, Università La Sapienza Bibbia, Cultura,
Scuola. Alla scoperta di percorsi didattici interdisciplinari; rimandiamo al sito: http://bes.biblia.org/ per ulteriori informazioni e materiali. Per un
approfondimento di questo ed altri casi si veda Vertova (2010).
7
http://www.tonyblairfaithfoundation.org/page/about-us.
Il Centro di Educazione alla Mondialità per l’educazione interculturale, guidato da Brunetto Salvarani,
mette a disposizione degli insegnanti che la volessero sperimentare parte della traduzione in italiano del
manuale di insegnamento della religione sviluppato a Bradford (Regno Unito) dal Centro di educazione
interreligiosa, largamente utilizzato sia dagli insegnanti di Bradford sia da insegnanti di altri paesi
europei con classi multiculturali8.
Tra le finalità generali vi è quella di aiutare i ragazzi ad acquisire un apprezzamento informato della
propria e dell’altrui fede o dello stile di vita e della varietà delle fedi, cogliendone le conseguenze
personali e sociali: studiare le religioni, imparare dalle religioni sono gli obiettivi proposti agli alunni di
età compresa tra i 4 e i 18 anni.
8
Per ulteriori informazioni e per richiedere i materiali: [email protected]. Per una riflessione sul progetto e sulle sue
possibili applicazioni in Italia, si veda Brunetto Salvarani, Educare al pluralismo religioso. Bradford chiama Italia, Emi, Bologna, 2006.