Circa 80 specie praticano il parassitismo; si è evoluto in particolare tra i Ploceidi, gli Itteridi, i Cuculidi ed
anche in alcuni Piciformi e in due Anatidi, tra cui l’anatra testa nera.
Le specie parassitate sono circa 300 di cui 50 Passeriformi europei
La femmina del Cuculo è provvista di una cloaca capace di estroflettersi in modo da collocare l’uovo
anche in fessure o fori d’ingresso di nidi troppo piccoli per entrarvi.
I gusci delle uova di Cuculo sono più spessi delle altre specie di uccelli, in modo da ridurre i rischi di
rottura quando vengono fatti cadere all’interno del nido della specie ospite
Le uova sono mimetiche, hanno cioè colori e dimensioni simili a quelle delle uova ospiti
Le femmine appartenenti ad una popolazione di cuculi depongono tutte in nidi di una stessa specie
ospite; forse questa selezione avviene a causa dell’imprinting che il piccolo Cuculo subisce quando
è allevato dalla madre adottiva
Il pulcino del Cuculo appena dopo la nascita elimina le uova e i nidiacei dell’ospite riservandosi tutte le
risorse di cibo fornite dai genitori adottivi
Esiste anche un parassitismo facoltativo, cioè la
femmina depone le uova in nidi di altre
specie, ma talvolta ne costruiscono uno
proprio.
Il tipo di nido influenza la dimensione della
nidiata.
Fra i Passeriformi le specie che nidificano in
cavità (7 uova con una permanenza nel nido
dei nidiacei di circa 7 giorni) hanno una
dimensione della covata maggiore rispetto
alle specie che depongono le uova in nidi
aperti (5 uova e una permanenza di 13
giorni)
Nei nidi riparati i pulcini presentano minori rischi
di predazione, in quelli aperti i pulcini
tendono a lasciare il prima possibile il nido
A secondo del loro livello di autonomia al
momento della schiusa i pulcini vengono
definiti implumi (i passeracei, i picchi, i
martin pescatori, i rondoni e i pellicani) e
precoci (i tacchini, i fagiani, le quaglie, le
oche, le anatre e i cigni)
Gli implumi escono dall’uova nudi e ciechi, o coperti da un rado piumino, non sono in
grado di sostenersi sulle zampe e dipendono completamente dai genitori.
I piccoli precoci hanno gli occhi aperti e un fitto piumino sono in grado di camminare e
correre subito dopo la schiusa e nell’arco di pochi giorni imparano a procurasi parte
del cibo in modo autonomo
Esistono poi specie con caratteristiche intermedie (rapaci, procellariformi, gabbiani e
starne).
Le cure parentali sono un complesso comportamento che
porta i genitori ad accudire i propri figli dalla cova
delle uova, per lo sviluppo dell’embrione, fino al
completo accrescimento dei nidiacei.
Fra gli animali esistono,sostanzialmente, 2 tipi di
comportamenti riproduttivi:
1)
Prevede un basso numero di figli, ma un maggiore
investimento di cure parentali (selezione K)
2)
Tipico delle specie opportunistiche, che
colonizzano ambienti instabili, che porta alla
produzione di un numero elevato di figli senza,
però, investire molte energie per la loro cura
(selezione r)
Il tipo di cure parentali è strettamente dipendente dal
sistema riproduttivo; nelle coppie monogamiche
entrambe i genitori accudiscono la prole; nella
poliginia è la femmina l’unica a prendersi cura
della cova delle uova e dei nidiacei; nella
poliandria è solo il maschio ad attuare le cure
parentali.
IL NUMERO DI UOVA PER COVATA È PREFISSATO O PUÒ VARIARE SECONDO LE
CONDIZIONI AMBIENTALI ?
Da diversi studi si deduce che il tasso di riproduzione degli uccelli tende ad avvicinarsi al valore di
massimo successo, per tanto le dimensioni della covata sono quelle migliori in rapporto alle
condizioni contigenti dell’ambiente riproduttivo
VARIANO SIA DURANTE UNA STESSA STAGIONE SIA DA UN ANNO ALL’ALTRO IN
RAPPORTO ALLA DISPONIBILITÀ DI CIBO OFFERTA DALL’HABITAT DI NIDIFICAZIONE
Nelle cinciallegre ogni coppia depone in media 8-9 uova per covata.
In studi condotti su questi uccelli sono stati utilizzati nidi artificiali (cassette nido) nei quali
erano state inserite uova fecondate in aggiunta a quelle depositate dalla femmina;
l’esperimento ha dimostrato che i genitori hanno grosse difficoltà a sfamare i nidiacei in
soprannumero
Se i nidiacei superano il numero di 8-9 ricevono meno cibo e quando lasciano il nido il loro
peso corporeo è minore e sono meno idonei alla sopravvivenza
Altri studi condotti sulle cinciarelle hanno dimostrato che, in alcune annate, il maggiore
sforzo di foraggiamento alla prole conseguente alla manipolazione sperimentale della
nidiata può indurre una maggiore mortalità dei genitori
LA DIMENSIONE DELLA COVATA FUNGE DA STIMOLO PER DELLE CURE
PARENTALI PIÙ INTENSE?
Esperimento condotto da Dawson e Bortolotti sui nidi di Gheppio americano. È stata ridotta
sperimentalmente la dimensione della covata allo scopo di osservare se i genitori a tale
decremento riducevano l’approvvigionamento di cibo alla prole rimasta nel nido.
I maschi hanno ridotto proporzionalmente le prede portate al nido, le femmine no.
Analoghi studi condotti sul gheppio europeo hanno invece dimostrato una risposta di
adattamento di entrambi i coniugi alla riduzione della covata
In più di 200 specie di uccelli è noto il fenomeno dell’helping per il quale alcuni individui
passano parte o tutta la loro vita aiutando altri a riprodursi.
Questi uccelli altruisti partecipano alla nutrizione dei pulcini ed alla difesa del nido di altri
individui spesso rinunciando a riprodursi
Il caso più comune è quello degli aiutanti al nido, dove alla coppia di riproduttori si uniscono
uno o più individui che partecipano alle cure parentali
In alti casi avviene una nidificazione comunitaria dove diversi uccelli condividono il nido e
allevano i pulcini collettivamente
Nella Ghiandaia della Florida (Aphelocoma coerulescens) più della metà delle coppie di
riproduttori ha circa 2 aiutanti (spesso giovani maschi di 1-2 anni); dopo alcuni anni
questi lasceranno la famiglia e andranno in cerca di un nuovo territorio per la
nidificazione
Le coppie di riproduttori che possono avvalersi di aiutanti hanno un maggior successo
nello svezzamento della prole → un maggior tasso di sopravvivenza.
Difatti gli aiutanti:
• lanciano delle grida di allarme per avvisare i pulcini dalricolo di predatori (serpenti)
• assalgono insieme ai genitori le eventuali prede
• Aiutano i genitori nel reperire cibo per i nidiacei
Per i giovani aiutanti questa fase rappresenta un importante addestramento
Come avviene per la maggior parte degli uccelli le femmine non si riproducono nel
territorio dei genitori.
La saturazione dell’habitat può portare alla riproduzione cooperativa, i giovani cioè
restano con i genitori finchè non si liberano spazi per la loro riproduzione