EFFETTI DELLA CORRENTE Quando circola in un circuito, la corrente elettrica produce fenomeni ed effetti differenti: EFFETTO TERMICO O EFFETTO JOULE La resistenza del conduttore è una forma di attrito, quindi, al passaggio della corrente, il conduttore si riscalda. Secondo la legge di Joule, il calore (P) prodotto a seguito di tale riscaldamento è direttamente proporzionale alla resistenza e al quadrato dell’intensità della corrente. P = R x I² Questo effetto è utilizzato in tutti gli elettrodomestici che devono produrre calore, come ferri da stiro, stufe, lavatrici, lavastoviglie, ecc… EFFETTO LUMINOSO Facendo passare la corrente in conduttori ad altissima resistenza, l’effetto Joule è così intenso da provocare un’emissione di luce. Questo effetto luminoso della corrente elettrica viene sfruttato nelle lampade a incandescenza. EFFETTO CHIMICO L’effetto chimico della corrente è sfruttato dal fenomeno dell’ elettrolisi. Se immergiamo due lamine di metallo collegate ad un generatore e ad un utilizzatore all’interno di una bacinella d’acqua distillata, ci accorgiamo che la lampadina non si accende. Per favorire il passaggio della corrente è sufficiente aggiungere del comunissimo cloruro di sodio NaCl (sale da cucina). Ciò avviene perchè l’acqua distillata non favorisce il passaggio della corrente. Quando noi aggiungiamo il sale, NaCl, esso si discioglie nell’acqua e le molecole si scindono in ioni positivi (Na+) e ioni negativi(Cl-), cioè si ionizzano; lo ione positivoviene attratto dal catodo (la lamina o elettrodo collegata al polo negativo del generatore), mentre lo ione negativo dall’ anodo (la lamina o elettrodo collegata al polo positivo del generatore). Il fenomeno descritto prende il nome di dissociazione elettrolitica e le sostanze capaci di ionizzarsi si chiamano elettroliti. Durante questo spostamento, gli elettroni della corrente elettrica vengono trasportati dagli ioni: questo passaggio di corrente prende il nome di elettrolisi. In questo passaggio di corrente, gli ioni trasportano corrente e quindi materiale; questo effetto chimico viene utilizzato per ricoprire oggetti con patine di metallo: l’oggetto da rivestire viene collegato al catodo e immerso in una soluzione contenente il sale del metallo da trattare, mentre all’anodo viene collegata una lastra del metallo ricoprente. Al passaggio della corrente, gli ioni metallici con carica positiva si muovono verso il catodo, ricoprendo l’oggetto di un sottile strato del secondo metallo (galvanostegia). EFFETTO MAGNETICO Il termine magnetismo deriva dal nome di un minerale di ferro che si trova in natura: la magnetite chiamato anche calamita naturale. Questo minerale ha la proprietà di attrarre alcuni metalli come ferro, cobalto, nichel, ecc.. Lo spazio nel quale la calamita esercita la sua forza d’attrazione è il campo magnetico che si manifesta secondo linee di forza. Le linee di forza si possono osservare lasciando cadere su un cartoncino posto sopra la calamita della polvere di ferro. Il passaggio di corrente elettrica lungo un conduttore crea un campo magnetico (elettromagnetismo). È stato il fisico danese Oersted a scoprire (nel 1820) questo fenomeno: egli notò che l’ago di una bussola mutava drasticamente la sua direzione quando si trovava vicino ad un conduttore nel quale passava della corrente elettrica. Questo fenomeno è sfruttato nel funzionamento della maggior parte dei congegni elettrici da noi utilizzati (impianto elettrico dell’auto, campanello elettrico, ecc…). L’effetto magnetico può essere amplificato avvolgendo a spirale un filo conduttore (solenoide o bobina) e collegando le sue estremità ai morsetti di una pila; Se si introduce una barretta di “ferro dolce” (cioè ferro allo stato puro) all’interno della bobina,quando il conduttore viene percorso da corrente elettrica, tutto l’apparato diventa una elettrocalamita, il cui campo magnetico è direttamente proporzionale al numero delle spire ed all’intensità della corrente ed inversamente proporzionale alla lunghezza del solenoide. INDUZIONE ELETTROMAGNETICA Il fenomeno inverso, chiamato induzione elettromagnetica, fu scoperto, invece, da Faraday (nel 1830). Egli scoprì che, come la corrente elettrica produce un campo magnetico, allo stesso modo da un campo magnetico variabile si può generare una corrente, detta corrente indotta. La verifica sperimentale si ottiene collegando agli estremi di un solenoide (cioè, un conduttore isolato avvolto sotto forma di spirale) un amperometro. Se si muove una calamita all’interno del solenoide, l’amperometro rileva un passaggio di corrente, la cui intensità dipende dalla potenza del magnete, dal numero di spire della bobina e dalla sua velocità di rotazione. Quest’ultimo fenomeno viene sfruttato soprattutto per produrre energia elettrica, come nel caso degli alternatori e della dinamo: la ruota della bicicletta fa girare un asse sul quale vi è una calamita che, girando, induce la corrente elettrica nel solenoide avvolto intorno ad essa; da qui la corrente viaggia fino all’utilizzatore, una semplice lampadina. Il processo inverso della dinamo invece, è riscontrabile nel motore elettrico: il motore trasforma l’energia elettrica in meccanica, sfruttando sempre alcuni fenomeni magnetici.