LA MEDICINA BIOLOGICA
OTTOBRE - DICEMBRE 2015
Homoeopathicum
A cura de
Prof. Ivo Bianchi
LE RHAMNACEAE
e Rhamnaceae sono una vasta Famiglia comprendente 500
specie circa di essenze legnose floreali, principalmente alberi, cespugli ed alcuni vitigni.
Le foglie sono semplici, alterne o meno frequentemente opposte.
In molti Generi sono presenti stipole modificate in spine; i fiori sono piccoli, pentameri (talvolta tetrameri), riuniti in inflorescenze; i
frutti sono principalmente bacche, drupe carnose o noci.
L
– La Famiglia è diffusa nei paesi a clima temperato, ma è più rappresentata nelle regioni tropicali e subtropicali.
I resti fossili di alcune Rhamnaceae risalgono al Cretaceo.
Queste piante rivestono interesse per il loro valore ornamentale,
per il legno molto duro e compatto nelle specie arboree e per altri
prodotti come coloranti, alcaloidi, mucillagini, ecc.
– II Genere Rhamnus comprende oltre 150 specie.
Si tratta di arbusti o di piccoli alberi, a volte spinosi, con frutti
a drupa o a bacca. II termine Rhamnus deriva dal greco rabdos
che significa bastoncino, con allusione alla particolare flessibilità
dei rami.
Da diverse specie si estraggono sostanze coloranti, alcune delle
quali, come il “verde indaco cinese”, sono molto pregiate e ricercate per la tintura della seta.
Le Rhamnaceae contengono antrachinoni, molecole ben note agli
omotossicologi, ad azione stimolante la peristalsi intestinale.
– Gli antrachinoni sono pigmenti presenti nelle cortecce, legni,
radici e foglie di molte essenze, tutte con un nucleo comune, l’antracene (tre anelli benzenici uniti).
Gli antrachinoni ingeriti, che si reperiscono normalmente sotto forma di glicosidi, trasformati nell’intestino crasso dalla microflora
nei rispettivi agliconi (antroni), determinano accumulo di fluido
nel lume intestinale e stimolo della peristalsi.
I medicinali che contengono antrachinoni presentano vari problemi: mentre in low dose agiscono soprattutto sulla motilità, dosi più
elevate agiscono soprattutto sulle secrezioni elettrolitiche, con
possibile depauperazione degli stessi. L’utilizzo cronico di queste
sostanze, ovvero di dosi ponderali di derivati che le contengono,
stimola l’iperproduzione di aldosterone, in risposta alla perdita di
elettroliti, con perdita di efficacia nel lungo termine.
Le compresse e tisane che sono consumate soprattutto dal ge-
O
Dal punto di vista terapeutico l’interesse per questo Genere botanico è legato – soprattutto – alla presenza di principi attivi
amari, astringenti e purgativi, utilizzati ampiamente nell'industria
farmaceutica.
– Interessante la citazione (1872): “il latte di capre che pascono
le sue foglie, diventa purgativo; i tordi che ne mangiano le bacche, sono purgativi; le ciliegie e le albicocche, di cui il ramno riceve facilmente l’innesto, acquistano virtù purgative”.
O
Antrachinone
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Ubichinon compositum
FIG. 1
(composizione parziale)
Ubichinon compositum
– Alcuni componenti principali
Catalizzatori per lo stimolo
della funzione cellulare
D10
Chinoni di stimolo e
depurazione
D8
D6
D4
Myrtillus
Acidum
(L+) lacticum
Acid.
Acetil.
Natrium
oxalac.
a-lipons
Manganum
phosph.
nere femminile, fisiologicamente stiptico, portano col tempo alla
perdita di tono delle pareti intestinali oltre alla loro colorazione nerastra (melanosi colica) che qualche Autore ritiene possa considerarsi una precancerosi.
L’Omotossicologia utilizza antrachinoni low dose (Anthrachinon
D10 in Ubichinon compositum) per ovviare all’impregnazione tissutale, attualmente molto frequente.
Il Genere Rhamnus annovera arbusti che agiscono sulla peristalsi
intestinale con un differente livello di effetti.
Rhamnus cathartica L. (spincervino) è un energico purgante, utilizzato soprattutto in medicina veterinaria nei grossi animali.
Histamin
ATP
Coenzyne A
Antra-chinon
Magnes.
gluc.
Hydrochl.
NAD
Trich.
Ubichinon
Naphtochinon
Para-benzochionon
Nell’uomo i frutti vanno usati con molta prudenza perché possono provocare intensi spasmi addominali, vomito ed emorragie intestinali.
Lassativo potente ma di impatto più fisiologico è Rhamnus purshiana DC. (cascara sagrada) (vedi pagina a dx); alle dosi terapeutiche è ben tollerato e non provoca coliche e dolori.
È la pianta più indicata nella stipsi atonica dell’anziano.
Un’azione purgativa più dolce è esercitata da Frangula alnus
MILL. (frangula) (vedi dopo), lassativo blando ma efficace, ideale
per la “pigrizia” intestinale cronica (per lo più femminile); non causa spasmi ed irritazioni, non provoca assuefazione.
Rhamnaceae.
Inquadramento botanico di alcune specie
Ziziphus
jujuba MILL.
e del Gen. Rhamnus.
Ceanothus
americanus L.
Rhamnus
cathartica L.
Genere
Rhamnus
Rhamnus
purshiana DC.
RHAMNACEAE
Rhamnus
alaternus L.
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ZIZIPHUS JUJUBA
Il giuggiolo o zizzolo, originario della Cina, è diffuso nell’Italia meridionale e in Sicilia, adattatosi ai climi temperati e caldi. Misura
dai 4 agli 8 mt; il fusto è contorto e scuro, i rami spinosi hanno una
forma curiosa: sono piegati a zig zag ed hanno la corteccia rossiccia e lucente. Le foglie ovalo-oblunghe sono coriacee; ai lati
del breve picciolo sono presenti due spine, una lunga e dritta, l’altra corta ed uncinata. I fiori sono gialli e disposti in cime corte.
L’albero viene coltivato per i suoi frutti, le giuggiole, drupe delle
dimensioni di un’oliva, rossastre o marroni, dalla polpa biancastra
dolce-acidula di consistenza farinosa, che maturano a settembre-ottobre; se ne fanno marmellate e conserve, dopo averle essiccate al sole perché diventino più tenere e dolci.
– Nel Rinascimento dalle giuggiole si ricavava una bevanda antitussigena; nello scorso secolo si fabbricavano pasticche impastate con il loro decotto che curavano le infiammazioni renali e
vescicali. Erano simili a caramelle economiche: per questo le
giuggiole sono diventate sinonimo di inezia e bagatella in molti
modi proverbiali.
앫 Origine: Cina settentrionale.
앫 Costituenti principali:
– acido citrico e acido tartarico
– saponosidi a genina triterpenica tetraciclica
– flavonoidi (suvertisina)
– pectina, antrachinoni, acidi organici, tannini, mucillagini, zuccheri.
앫 Parti utilizzate: Frutti.
앫 Fitoterapia
Zizyphus fu introdotto in Italia durante l’impero di Augusto.
Galeno per primo lo segnalò come in grado di “diminuire il calore
del sangue”, utile – quindi – nella Costituzione Sanguigna-Sulfurica.
Le giuggiole contengono molti zuccheri, pochi grassi e proteine,
molta vitamina C (69mg/100g) quasi quanto l’arancia.
– In Medicina Tradizionale Cinese questo frutto è correntemente
utilizzato per l’insonnia dovuta ad astenia fisica; i semi sono ipnotici, sedativi ed ansiolitici, grazie ai composti triterpenici (jujubosidi A1 e acetil jujuboside B) ed ai flavonoidi in essi contenuti.
Nonostante il contenuto in tannini, le giuggiole, soprattutto essicate, esercitano un’azione lassativa dovuta all’azione delle mucillagini.
Da ultimo alcune ricerche scientifiche condotte nel 2010 hanno
permesso di quantificare i livelli di vitamine A, C ed E nei frutti,
semi, foglie e radici del giuggiolo.
È stata studiata l’attività biologica degli estratti acquosi dei frutti
e di altre parti dell’albero.
In particolare è stato dimostrato un interessante effetto di modulazione immunitaria in generale ed uno stimolo sulla proliferazione
dei linfociti T in particolare.
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RHAMNUS PURSHIANA (CASCARA SAGRADA)
Originaria della parte occidentale dell’America settentrionale, la
cascara è un arbusto/piccolo albero, alto fino a 5-6 mt.
La droga è rappresentata dalla corteccia di colore grigio-bruno.
Rhamnus purshiana DC.è comunemente chiamata cascara sagrada o corteccia sacra.
앫 Origine: Nord America.
앫 Costituenti principali:
– eterosidi idrossiantracenici, di cui i principali sono i cascarosidi A, B, C, D
– acido crisofanico
– atraglucoside (cascaraemodina).
앫 Parti utilizzate: Corteccia raccolta da aprile a ottobre.
앫 Fitoterapia
La cascara contiene glucosidi antrachinonici che facilitano la peristalsi intestinale. La polvere e l’estratto di cascara vengono impiegati come lassativi ad azione ritardata dal momento che le
emodine per poter agire, una volta assorbite, devono venire idrolizzate e rieliminate nell’intestino crasso.
È considerata un efficace purgante e raramente provoca spasmi
colici; non iperemizza gli organi del bacino.
La pianta è utile nella stipsi funzionale cronica dell’anziano e nella
preparazione alla colonscopia.
È consigliabile non utilizzare dosaggi elevati nell’intento di potenziarne l’effetto: potrebbero verificarsi infiammazioni intestinali.
A livello gastroenterico la pianta è efficace nella disintossicazione
epatica ed intestinale e nei casi di epatite tossica.
È colagoga e fluidifica la sabbia biliare ed i microcalcoli colecistici.
앫 Omeopatia
Nelle M.M.O. di Clarke e di Boericke la cascara è brevemente accennata con le seguenti indicazioni a diluizioni quasi ponderali:
stipsi ed emorroidi, indigestione cronica, cefalea di origine gastrica, alitosi, coliche addominali, cirrosi ed ittero.
L’indicazione più interessante è certamente: reumatismo artromuscolare con stipsi ostinata.
È utile sapere che la droga-corteccia deve essere sufficientemente stagionata (circa 3 anni) o riscaldata a lungo a 100°C, perché
contiene una tossina enzimatica ad intenso effetto emetico e spasmodico a livello intestinale.
– La cascara omeopatizzata non va utilizzata durante il ciclo mestruale, in gravidanza e durante l’allattamento.
È da evitarsi in caso di patologie infiammatorie intestinali come
morbo di Crohn e colite ulcerosa.
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FRANGULA ALNUS
CEANOTHUS AMERICANUS
Frangula alnus MILL. è un piccolo albero che può raggiungere i
4-5 mt di altezza, comune nei boschi umidi e presso stagni ed acquitrini di tutta l’Europa settentrionale.
La fragilità dei suoi rami ha dato origine al suo nome botanico che
deriva dal latino frangere, rompere.
La droga è costituita dalla corteccia del tronco e dei rami, raccolta al momento della fioritura tra maggio e luglio.
앫 Origine: Europa, Asia.
앫 Costituenti principali:
– derivati antracenici in forma eterosidica sotto differenti forme:
franguloside A e B (frangulina) e glucofranguloside A e B
(glucofrangulina).
– alcaloidi ciclopeptidici
– ramno-diastasi (enzima)
– acido crisofanico
– flavonoidi, gomme, mucillagini, tannini.
앫 Parti utilizzate: Corteccia del tronco e dei rami.
앫 Fitoterapia
Ignorata dagli antichi, la frangola è stata citata per la prima volta
in un testo di un agronomo italiano.
Due secoli dopo il suo impiego è stato codificato dal Mattioli che
consigliava in modo particolare di non usare la droga fresca per
il suo effetto emetico.
Come nel caso della cascara, la droga è presente nella seconda
corteccia o nella prima essiccata ad una fonte di calore perché
gli enzimi contenuti impiegano circa un anno per ossidare i glucosidi antrachinonici dall’azione emetica e trasformarli in franfulaemodina ed in ramnosio, principi attivi medicinali.
– Frangula alnus MILL. è una pianta lassativa, come le altre
Rhamnaceae, la cui azione si esplica senza fenomeni concomitanti e – quindi – agisce in diverse forme di stipsi senza provocare un peristaltismo acuto. Gli antrachinoni agiscono sull’intestino crasso stimolandone il tono e l’ampiezza dei movimenti:
si ottiene – così – uno svuotamento dolce senza provocare irritazioni sulle delicate mucose intestinali. Non va – quindi – ricercato
un effetto purgativo, ma un effetto regolatore intestinale.
La frangola è adatta in quegli individui la cui inerzia intestinale dipende dall’uso precedente di purganti troppo forti ed in tutti i casi
in cui è necessario ottenere un alvo “facile” con feci molli, come
nel caso di ragadi anali, emorroidi e dopo interventi chirurgici
ano-rettali.
La corteccia di frangola è anche coleretica ed è – quindi – indicata nelle patologie epatobiliari.
La frangola è controindicata in gravidanza e durante l’allattamento;
può causare colorazione intensa delle urine. Inoltre non va assunta
contemporaneamente al bicarbonato di sodio od a qualsiasi altro
rimedio alcalino, che ne diminuisce notevolmente l’effetto.
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Regno: Vegetale
Phylum: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Rhamnales
Famiglia: Rhamnaceae
Genere: Ceanothus
Specie: Ceanothus americanus L.
Ceanothus americanus L. è un arbusto originario del Nord America di cui si utilizza la corteccia della radice.
앫 Fitoterapia
Ceanothus americanus L. (lillà della California) è, da tempi immemorabili, uno dei rimedi vegetali più usati dagli indiani del Nord
America. Le sue foglie furono usate in sostituzione del tè durante
la Guerra d’Indipendenza nordamericana.
La corteccia radicale contiene un alcaloide (ceanotina), tannini,
resine e tracce di un olio essenziale.
È indicato per i gargarismi nelle affezioni orofaringee: faringiti,
tonsilliti (angine), afte buccali.
L’altro utilizzo più profondo è nelle patologie broncopolmonari:
catarro bronchiale, tosse, bronchite asmatica.
Localmente Ceanothus antagonizza la caduta di capelli.
앫 Omeopatia
Ceanothus americanus è rimedio omeopatico principe per i problemi splenici. I sintomi sono: dolore profondo, tagliente e pesantezza in ipocondrio sn con splenomegalia.
È rimedio indicato nelle epato-splenomegalie malariche.
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L’unitario esplica un’azione importante anche a livello intestinale:
è indicato nella diarrea con flatulenza abbondante, in particolare
quando il soggetto lamenta continuo bearing down rettale.
Nella femmina vi può essere leucorrea franca, densa, gialla sempre con la tipica lateralità sinistra dei sintomi che impone la diagnosi differenziale con Lachesis. Le mestruazioni sono molto abbondanti, dolorose, con anticipo anche di molti giorni.
– Il soggetto Ceanothus è freddoloso, peggiora con il tempo
freddo, deve sedersi vicino ad una fonte di calore. L’aggravamento si ha anche dopo i pasti e soprattutto coricandosi sul lato
sinistro. Alla splenomegalia spesso concomitano dispnea e palpitazioni.
왘 Ceanothus è Punto di Weihe addominale.
– Localizzazione anatomica: Linea laterale sinistra, sull’estremità
libera della 11a costa, cm 5 superiormente alla linea ombelicale
trasversa.
– Corrisponde allo Zonide di Agopuntura F (Fegato) 13 Sn, che
ha indicazioni cliniche sovrapponibili a quelle di Ceanothus
omeopatizzato.
– Palpitazioni
– Tendenza emorragica.
앫 Patologie in cui il Rimedio è maggiormente indicato
– Bronchite cronica con abbondante secrezione catarrale
– Epatite virale e tossica con splenomegalia
– Ipertensione arteriosa
– Leucemia linfatica cronica
– Malaria (sequele di)
– Splenomegalia.
앫 Posologia
Il medicinale omeopatico ed omotossicologico, a tropismo organico specifico e con pochi sintomi noti a livello mentale, è più attivo alle basse diluizioni e deve essere assunto almeno 2 volte al
giorno per lunghi periodi, monitorando i sintomi.
앫 Omotossicologia
Ceanothus americanus è contenuto nei farmaci omotossicologici composti:
– Mucosa compositum
– Momordica compositum
– Ceanothus-Homaccord®
cm 5
cm 10-11
앫 Indicazioni Cliniche Generali
– Afte buccali
– Cefalea con algie in loggia splenica
– Congestione linfatica
– Astenia
– Depressione, incapacità lavorativa
– Diarrea
– Dolore addominale sn
– Dolore in loggia epatica
– Freddolosità, brividi
– Inappetenza e dimagramento
– Splenomegalia
– Leucorrea densa
D4
D6
D10, D30, D200
Conclusioni
왘 La milza è organo immunitario di grande importanza.
Dopo l’imprinting immunitario timico, il ruolo di difesa organica, tramite l’attivazione secondo necessità dell’Immunità acquisita, viene sostenuto dalla milza. Agire su quest’organo in
senso modulatore con lunghi periodi di somministrazione di
medicinali contenenti Ceanothus, è di grande importanza, soprattutto nelle patologie linfatiche a carattere neoplastico.
Le basse diluizioni producono effetto di stimolo immunitario,
soprattutto linfocitario, mentre le alte diluizioni agiscono da freno proliferativo linfatico. La sua azione immunitaria richiama
쐽
quella dell’Interleuchina 2.
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Milani L., 2004.
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BIBLIOGRAFIA
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– Per consultazione: www.medibio.it
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