Fascicolo Opera... ndo con L`arca di Noè (pdf - 1,05 Mb)

Sommario
Introduzione
Opera...ndo............................................................................................................................. 3
Cos’è un’opera?...................................................................................................................... 3
Chi era Benjamin Britten?.................................................................................................... 4
Il libretto................................................................................................................................. 5
L’opera.................................................................................................................................... 5
Proposte operative .................................................................................................................... 7
Una visita al Teatro Regio........................................................................................................ 9
Recitar cantando...................................................................................................................... 11
Cosa portare in teatro......................................................................................................... 11
Librettino.............................................................................................................................. 12
Piccola orchestra
Animaliamo......................................................................................................................... 17
Silenzio, per favore!............................................................................................................. 17
La sfilata degli animali....................................................................................................... 17
Suoniamo L’arca di Noè....................................................................................................... 19
Il nostro libretto
Come si svolge il laboratorio............................................................................................. 23
Cosa fare a scuola................................................................................................................ 23
Qualche suggerimento bibliografico................................................................................ 24
Classe di danza
Introduzione........................................................................................................................ 29
Giochi.................................................................................................................................... 32
Attività con L’arca di Noè.................................................................................................... 34
Il laboratorio al Teatro Regio............................................................................................. 35
Piccola classe di danza....................................................................................................... 36
Tutti scenografi Un po’ di storia.................................................................................................................... 37
Che cos’è dunque la scenografia?..................................................................................... 39
All’opera!.............................................................................................................................. 40
Abiti e personaggi............................................................................................................... 42
Introduzione
Opera…ndo
Fare teatro è un bellissimo gioco. Offre la libertà di esprimersi e scoprire capacità che
non si pensava di possedere, si finge di essere un’altra persona e contemporaneamente si può raccontare qualcosa di se stessi; si impara anche a collaborare e ad andare
d’accordo con gli altri, per raggiungere un obiettivo comune. Come tutti i giochi, però,
anche questo ha le sue regole. Con Opera…ndo sarete aiutati a scoprirle, così imparerete
a giocare sempre meglio e a divertirvi sempre di più.
Il teatro musicale usa molti mezzi d’espressione, tutti affascinanti. La prima regola del
nostro gioco consiste nell’imparare a riconoscere e comprendere le diverse componenti
dell’opera lirica, in cui si uniscono meravigliosamente il canto, la recitazione, la scrittura poetica, la musica strumentale, la danza, la scenografia.
L’attività che vi proponiamo si articola quindi in cinque laboratori:
- Recitar cantando (canto e recitazione)
- Piccola orchestra (musica strumentale)
- Il nostro libretto (scrittura creativa)
- Classe di danza (espressione corporea e danza)
- Tutti scenografi (pittura scenografica)
Potrete scegliere di percorrere tutte le tappe di Opera…ndo, o alcune, o una soltanto; siamo certi che sarà comunque un’esperienza divertente e utile. A scuola potrete mettere
insieme le varie parti che avrete sperimentato a teatro…et voilà, avrete la vostra opera
su misura, pronta per essere rappresentata.
Quest’anno giocheremo con L’arca di Noè, opera composta da Benjamin Britten nel 1958.
Il compositore inglese, uno dei più noti del XX secolo, era un artista molto interessato
agli aspetti didattici della sua attività, era cioè bravissimo a insegnare la musica e il teatro. Come aveva già sperimentato in un’opera precedente, Il piccolo spazzacamino, Britten
volle addirittura fare in modo che nell’esecuzione dell’Arca di Noè potesse intervenire
anche il pubblico, che si unisce ai giovani artisti cantando dalla platea tre cori dell’opera.
Cos’è un’opera?
Come tante altre parole, anche la parola “opera” ha molti significati. Ad esempio possiamo dire: “Quel bel disegno è opera di Pierino”, oppure “Il Teatro Regio è opera di Carlo
Mollino”, o anche “Il Cinque maggio è opera di Alessandro Manzoni”, volendo dire che
Pierino, Carlo Mollino, Alessandro Manzoni sono gli autori di qualcosa che chiamiamo
“opera” in senso generale (un disegno, un edificio, una poesia…). Ma se diciamo “La
traviata è un’opera di Giuseppe Verdi”, o “L’arca di Noè è un’opera di Britten”, il significato della parola “opera” è molto più specifico. Stiamo infatti parlando di uno spettacolo
teatrale che si chiama, appunto, opera (o opera lirica o melodramma), basato sulla recitazione e sul canto sostenuti dall’orchestra e corredato da costumi e da scenografie che
riproducono diversi ambienti, reali o di fantasia. Anche se gli antichi Greci nel lontano
passato allestirono spettacoli simili, la nascita dell’opera risale a una data molto più
recente, la fine del XVI secolo, e a un luogo molto più vicino a noi, Firenze. Fu in quella
raffinata città che un gruppo di poeti e musicisti inventò la “formula magica” del recitar
cantando, per definire il nuovo genere di spettacolo. Ben presto la moda dell’opera si
3
diffuse in tutte le corti italiane ed europee; ancora oggi è un genere di spettacolo molto
apprezzato nei teatri di tutto il mondo.
Piccolo lessico:
* Libretto: così si definisce il testo letterario dell’opera; un tempo veniva stampato in un
piccolo formato, che si poteva portare a teatro.
* Ouverture o sinfonia d’opera: brano orchestrale che può precedere la rappresentazione;
nell’Arca di Noè non è presente.
* Aria: brano vocale solistico, nel quale spesso il personaggio esprime sentimenti, propositi,
pensieri…
* Recitativo: stile di canto simile al parlato.
* Pezzo d’insieme: brano a due, tre o più voci, nel quale i personaggi cantano quasi sempre
testi diversi e melodie diverse, che si sovrappongono e si incastrano le une nelle altre.
* Voci: le voci si dividono in maschili, femminili e bianche (quelle dei bambini). Le voci femminili possono essere di soprano (la più acuta), contralto (la più grave) e mezzosoprano (a
metà tra le due). Quelle maschili: tenore (acuta), basso (grave) e baritono (a metà).
* Coro: brano di musica cantato da molti esecutori a una o più voci. Può essere eseguito da
voci bianche, femminili, maschili o miste.
* Pantomima: scena muta, in cui i personaggi si esprimono unicamente con i gesti, sostenuti
e commentati da una base musicale.
Chi era Benjamin Britten?
Britten è il compositore inglese più famoso di tutti i tempi e uno dei più importanti del XX secolo. Nato il 22 novembre 1913
a Lowestoft, nel Suffolk, Benjamin fu un
bambino prodigio. Diventato professionista, si dedicò inizialmente alla musica
per film e alle colonne sonore radiofoniche. Il suo carattere sensibile e altruista si
manifestò nell’adesione entusiastica e
coraggiosa agli ideali pacifisti, proprio
nel corso degli anni ’30, mentre diverse
nazioni europee erano oppresse da feroci
dittature e ci si avvicinava allo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale, che
avrebbe sconvolto anche l’Inghilterra.
Dopo un periodo trascorso negli Stati
Uniti, Britten tornò in patria, dove si dedicò alla composizione di opere liriche e
di musica strumentale, ma anche all’organizzazione di concerti e attività di insegnamento musicale. Il nostro Autore, Kenneth Green (1905-1986), Ritratto di Benjamin
infatti, era profondamente convinto del Britten. Olio su tela, 1943. Aldenburgh, The Red
potere della musica come strumento di House, Britten-Pears Foundation Art Collection.
crescita e di educazione per i bambini e i
ragazzi. Nessun autore del Novecento ha saputo comporre così bene per coro di voci
bianche; alcune delle sue creazioni più note sono rivolte a un pubblico di giovanissimi
4
(La guida del giovane all’orchestra, 1946), altre addirittura
sono scritte per far cantare i bambini del pubblico, come la nostra Arca di Noè. Diventato famoso nel mondo
anche come pianista, insegnante e organizzatore musicale, Britten si spense nel 1976 ad Aldeburgh, la cittadina in cui, assieme ad alcuni amici e colleghi, aveva fondato nel 1948 un celebre festival musicale che si svolge
tuttora e dove era stata rappresentata per la prima volta
L’arca di Noè.
Aldeburgh Festival
www.aldeburgh.co.uk
Britten-Pears Foundation
www.brittenpears.org
Il libretto
Il libretto della nostra opera non è stato scritto da un poeta conosciuto, ma proviene da
un testo anonimo inglese del tardo Medio Evo. Si tratta infatti di un mistery o miracle
play, o sacra rappresentazione, a sua volta contenuto in un ampio ciclo detto Chester
Miracle Plays. Chester è una cittadina inglese in cui anticamente, durante le feste religiose, le corporazioni o associazioni di artigiani mettevano in scena all’aperto rappresentazioni teatrali ispirate ad argomenti sacri, spesso biblici. È il caso di Noye’s Fludde
(letteralmente Il diluvio di Noè), ispirato ad uno dei racconti più famosi della Bibbia,
narrato nel libro della Genesi. Nella cornice della famosa vicenda, gli autori inserirono
situazioni inventate, talvolta comiche, come il litigio tra Noè e la sua capricciosa moglie,
che si rifiuta di entrare nell’arca perché non intende lasciare le amiche pettegole; oppure l’alacre lavoro di costruzione da parte del patriarca, dei suoi figli e delle loro mogli; o
anche la solenne e divertente processione degli animali, che ubbidientemente entrano a
coppie all’interno della grossa nave. Il pubblico popolare delle sacre rappresentazioni,
infatti, si attendeva spettacoli edificanti ma anche divertenti. All’antico dramma teatrale Britten aggiunse tre canti religiosi corali di epoca più recente, e li pose all’inizio, al
centro e alla fine del dramma. I tre cori, molto noti in ambiente inglese, sono proprio i
brani destinati al pubblico in sala.
L’opera
I personaggi
La voce di Dio, attore fuori scena
Noè, basso
La Signora Noè, contralto
Le comari, ragazze
Sem, Cam e Jafet, i figli di Noè
Le nuore, ragazze
Gli animali dell’arca, bambini
L’orchestra, similmente all’organico vocale, prevede alcune parti affidate a esecutori
professionisti (archi, flauto dolce, pianoforte a quattro mani, organo e timpani), affiancati da una grande schiera di studenti con livelli di preparazione diversi che suonano
strumenti ad arco, flauti dolci, cornette e un’infinita serie di percussioni: tamburi, piatti,
grancassa, gong, macchina del vento, carta vetrata, perfino tazzine sospese...
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La vicenda è così articolata:
- Primo coro del pubblico; invocazione di salvezza
- Dio annuncia che manderà un diluvio; Noè deve costruire un’altra arca
- I figli e le nuore di Noè lo aiutano a costruire l’arca
- La Signora Noè e le comari deridono Noè
- Gli animali entrano a coppie, divisi in sette gruppi
- La Signora Noè viene costretta a salire
- Il diluvio; secondo coro del pubblico
- Finito Il diluvio, Noè invia un corvo e una colomba
- Tutti scendono dall’arca e lodano Dio per il creato; terzo coro del pubblico
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Proposte operative
1) La storia del diluvio universale, conosciuta soprattutto dalle pagine della Bibbia (Genesi, capitoli da 6 a 8), in realtà è presente in quasi tutte le tradizioni dei popoli antichi
del mondo intero. Le più famose sono quelle di Deucalione e Pirra (antica Grecia) e
dell’Epopea di Gilgamesh (antica Babilonia). Attraverso una ricerca su Internet si possono trovare moltissime informazioni sulle versioni meno conosciute della narrazione,
che differiscono naturalmente nei particolari. Provate a evidenziare le somiglianze e le
differenze dei racconti che trovate.
Genesi
Racconto 1
Racconto 2
Racconto 3
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2) Anche le arti figurative si sono spesso cimentate con la storia del Diluvio. Osserva e
commenta le seguenti immagini:
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Miniatura di Jean Coulain da Le Cronache di Burgues di Gonzales d’Hinojosa, ................................................................................................
XIV sec.
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Illustrazione per l’opera compilatoria Le
cronache di Norimberga scritta da Hart- ................................................................................................
mann Schedel nel 1496.
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Miniatura islamica. Impero Ottomano, sec. XVII.
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Edward Hicks (1780-1849). Olio su tela, 1846. ................................................................................................
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Una visita al Teatro Regio
Prima di svolgere le attività di laboratorio avrete modo di visitare il Teatro e di scoprire
la sua storia, i suoi piccoli e grandi segreti, la sua magica atmosfera...
Potrete così vedere alcuni luoghi destinati al pubblico e soprattutto quelli più nascosti e
misteriosi, riservati alla preparazione dello spettacolo lirico. Osservate tutto con grande
attenzione, poi, una volta rientrati a scuola, provate a disegnare alcuni particolari dei
luoghi che avete visitato. Potete
usare gli spazi qui di seguito.
Storia del Teatro Regio
www.teatroregio.torino.it/teatro/storia
Se volete approfondire i contenuti
Visita online del Teatro Regio
della visita guidata, navigate nel
www.teatroregio.torino.it/teatro/visita-online
sito del Teatro Regio agli indirizzi:
Disegna la sala
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Disegna il palcoscenico
Disegna qui il luogo del teatro che ti è piaciuto di più
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Recitar cantando
Come suggerisce il titolo, in questo laboratorio potrete realizzare la messa in scena di
un quadro dell’opera, recitando e cantando.
Scegliete in classe la parte che preferite e imparate a memoria le battute da recitare: in
teatro il Signor Maestro-Regista vi insegnerà i canti e vi aiuterà a montare la scena arricchendola con movimenti scenici e piccoli oggetti e costumi.
Buon divertimento!
Cosa portare in teatro
Costumi di scena: pantaloni e maglietta di colore scuro, uniforme. Una maschera disegnata, colorata, ritagliata dai bambini e rinforzata con il cartoncino di un animale a
scelta.
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Quadro I
Quadro II
Dio annuncia che manderà
il diluvio e ordina a Noè
di costruire l’arca.
Entra la Signora Noè con le comari
(lamentandosi). Si conclude
la costruzione della nave
e si ringrazia Dio.
Dio (rivolgendosi a Noè)
Io, Dio, che ho creato dal nulla tutto il mondo,
vedo il mio popolo in peccato.
Voglio distruggere l’uomo e insieme bestie,
vermi e volatili.
Il mondo intero voglio distrutto tranne te, tua
moglie, i tuoi tre figli e le loro mogli.
Noè, vedo bene che sei un uomo giusto.
Ora devi costruirti una nave con alberi secchi e
leggeri. Sia lunga trecento cubiti, e larga e alta
cinquanta, perché sia forte.
Ci sia da un lato una porta per entrare e uscire
Noè (rivolgendosi ai figli)
Voi, smettete le vostre occupazioni!
Costruite la nave, secondo gli ordini di Dio:
il diluvio è imminente!
(I figli di Noè, Sem, Cam e Jafet e le loro mogli
iniziano la costruzione della nave.)
Coro e gesti scenici
1
Sem (arriva correndo e portando un’ascia)
Padre, io sono già qui per te.
Ascia tagliente è questa mia,
più d’ogni altra in questa città
per procedere a ciò.
Cam (arriva correndo e portando un’accetta)
Ecco un’accetta qual si conviene
per intaccare, come vedrete,
la più affilata che si ritrovi
in tutta questa nostra città.
Jafet (arriva correndo e portando un martello)
Posso benissimo fare una bietta
e conficcarla con questo martello.
Senza più chiasso tutti al lavoro,
io son pronto, son pronto già.
Le nuore (corrono portando un ceppo)
Ecco una buona tavola forte,
sopra la quale picchiare e spaccare.
Tutti, noi tutti, in opra saremo,
nessuno manchi, non manchi nessuno!
12
Signora Noè
Noi porteremo il legname
Noi altre donne non siamo adatte a sopportare
altre fatiche!
Coro delle comari
Ah ah ah ah...
2
Noè
Buona moglie, finiscila dunque di far chiasso!
Nel nome di Dio comincerò a costruire la nostra nave perché sia pronta al venire del diluvio.
(Noè, i figli e le loro mogli continuano la costruzione
dell’arca.)
Coro di ringraziamento
3
Noè, i figli e le nuore
Grazie a Dio stiam terminando
l’albergo nostro, la nave nostra,
pronti saremo a star sull’acque.
Al venire del diluvio, al venire del diluvio...
Quadro III
Battibecchi tra Noè e Signora...
Inizia il diluvio.
Noè
Moglie, in quest’arca ci salveremo.
Tutti voi dovete entrare con me.
Signora Noè
Per me sarebbe meglio se ti calmassi...
Farnetichi, Noè? Non seguirò i tuoi consigli.
Noè
Tu devi fare quello che dico.
Signora Noè
Non voglio, non voglio, non voglio!
Noè
Che donna testarda sei!
Signora Noè
Oh! Puoi agitarti quanto vuoi,
non seguirò i tuoi consigli!
Dio
Noè! Noè! Prendi i tuoi compagni, salite subito
sulla nave.
Prendi con te uccelli e bestie, siano con te maschio e femmina, marito e moglie.
È mia volontà salvare il genere umano.
Quaranta giorni e quaranta notti la pioggia cadrà: colpa dei peccatori!
Noè
Olà, smettete tutti quanti, prima che l’acqua cada: ogni bestia sia trascinata alla nave.
Coro e gesti scenici:
gli animali salgono sull’arca
Sem
Qui, qui, qui son leoni, tigri,
qui capre, buoi, porci,
qui leopardi, mucche, qui!
Qui vederli puoi, mio Dio!
Animali (1° gruppo)
Kyrie! Kyrie! Kyri’eleison!
Cam
Daini, daine, vedi qui,
qui cammelli, qui cavalli,
bestie son qui di tutti i generi, Noè!
4
Animali (2° gruppo)
Kyrie! Kyrie! Kyri’eleison!
Jafet
Son furetti, cani, lontre,
castori, lupi, lupe,
saltan lepri, volpi:
portiamo carne da mangiare.
Animali (3° gruppo)
Kyrie! Kyrie! Kyri’eleison!
Signora Sem
E qui son orsi, gru, zebù
cervi e scimmie, scimpanzé,
marmottine, tartarughe, in armonia!
Animali (4° gruppo)
Kyrie! Kyrie! Kyri’eleison!
Signora Cam
Vi son bestie in questa casa,
dove i gatti fan baldoria...
Signora Jafet
... qui c’è un ratto, qui c’è un topo:
gatti e topi stanno insieme.
Gatti, ratti e topolini (5° gruppo)
Kyrie! Kyrie! Kyri’eleison!
Tutti gli animali (fuori scena)
Kyrie! Kyri’eleison! Kyrie! Kyri’eleison!...
(Noè e i figli entrano nell’arca.)
Noè, i figli e le nuore
Kyrie! Kyri’eleison! Kyrie! Kyri’eleison!...
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Quadro IV
Coro delle comari
La moglie di Noè continua
a rifiutarsi di salire sull’arca...
ma viene caricata a forza.
Noè
Moglie mia, non startene là.
Entra qui, perché là annegherai!
Signora Noè
Va’, Noè, issa la vela e rema, se ti pare.
Io non mi muovo, resto qui: tu va’ per la tua
strada.
Noè
Sem, provvedi, tua madre è pazza!
Sem
Padre, la porterò nell’arca.
(Va verso la Signora Noè, che siede con le comari.)
Madre, mio padre mi manda da te:vuole che tu
entri in quella nave.
Senti some spira il vento... e noi siamo pronti
a far vela.
Signora Noè
Io non voglio entrare sull’arca. Torna dunque
da lui.
(Lo spinge via e lui corre all’arca.)
Io voglio stare qua con le mie comari.
Non moriranno, io posso porle in salvo.
Coro delle comari
5
Comari
Il fiotto viene, rapido è qui,
veloce, veloce, veloce,
da ogni parte si spande,
si spande ovunque, ahimè!
Ahimè! Sopra noi già sta.
Da buone comari stringiamoci insieme
Noè
Vieni, moglie! Per mille satanassi, non vuoi?
Ebbene, stattene là!
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5
Comari
Il fiotto viene, rapido è qui,
veloce, veloce, veloce,
da ogni parte si spande,
si spande ovunque, ahimè!
Ahimè! Sopra noi già sta.
Da buone comari stringiamoci insieme
Jafet
Padre, padre! La dobbiamo cacciar dentro!
Sem
Madre! Ti preghiamo tutti insieme!
Cam
Entra nell’arca, accontenta tuo marito!
Signora Noè
Non voglio!
Non voglio, per quanto mi preghiate.
Le mie comari sì, le mie comari mi amano davvero!
Voglio anche loro nell’arca! Altrimenti va’ pure
dove vuoi e prendi un’altra consorte!
Sem
Madre mia, devi farlo...
Cam e Jafet
... che tu lo voglia o no
(I tre ragazzi sollevano la Signora Noè e la trasportano fino all’arca.)
Noè
Benvenuta, moglie, in questa nave!
(La moglie di Noè gli dà uno schiaffo.)
Oh! Oh! Questo sì che brucia!
Quadro V
Quadro VI
Il diluvio
La pioggia ha smesso di cadere
Noè
Figli miei, quest’arca è in movimento!
Sopra la terra l’acqua si spande: lo vuole Dio.
(Sonorizzazione della pioggia: tuono, fulmini, vento,
rollio della nave.)
Noè
Voglio chiudere questa finestra, e stare nel mio
ricovero finché quest’acqua finisca.
(Noè chiude la finestra dell’arca: l’effetto della sonorizzazione va in diminuendo.)
(Noè si affaccia alla finestra dell’arca.)
Noè
Sono passati quaranta giorni.
Manderò un corvo per sapere se da qualche
parte c’è una terra asciutta... se il corvo non torna forse è un segno... (Vola via il corvo.)
Voglio far uscire anche una colomba: tornerai
da me, perché tu sei la più gentile di tutti i pennuti.
Coro di preghiera
6
Eterno padre, Creatore, che comandi l’onda,
comanda al fondo Oceano di non uscir dai
limiti,
ascolta il nostro chiedere per quanti il mare
affrontano.
O sacro spiro che creasti il tenebroso e informe caos,
e infin placasti l’ira sua, e desti luce e vita e
pace,
ascolta il nostro chiedere per quanti il mare
affrontano.
(La tempesta piano piano si placa e le creature
nell’arca si addormentano.)
(La colomba vola via... poi ritorna con un ramoscello
d’ulivo nel becco...)
Coro parlato
del corvo e della colomba
7
La mia dolce colomba mi ha riportato un ramo
di ulivo nel becco! La terra è asciutta!
Dio
Noè, Noè, prendi subito tua moglie e tutti i tuoi
figli.
Devi uscire dalla nave con tutta la famiglia.
Le bestie e tutti i volatili devono uscire fuori,
crescere e moltiplicarsi sopra la terra.
Coro di uscita
Alleluja, alleluja...!
8
(Gli animali a due a due lasciano l’arca, infine anche
Noè e Signora, Sem, Cam, Jafet e le loro mogli escono
dall’arca.)
Coro finale
9
Noè e Signora, i figli e le nuore, gli animali
(Gli animali, divisi nei loro gruppi, ciascuno
guidato da un figlio o dalla Signora Noè, camminano lentamente in processione.)
Benché non abbian voce
né suono nelle loro radiose eterne orbite
che il nero globo avvolgono,
ci parlano all’orecchio dell’anima
e col loro brillare ci proclamano:
“Siam nati dal Divino, Amen!”
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Piccola orchestra
In questo laboratorio giocheremo con gli strumenti musicali e ci trasformeremo in una
Piccola orchestra. Siete pronti?
Prima di diventare musicisti a tutti gli effetti, però, dovremo fare alcuni esercizi preparatori. E allora, iniziamo subito!
Animaliamo
Fermi in ordine sparso, vi divideremo in tre gruppi di animali: tartarughe, volpi e topolini. Ad ogni gruppo è abbinato un valore ritmico preciso: il TA-A alle tartarughe, il TA
alle volpi e il TITI ai topolini. Se non sapete cosa sono i valori ritmici non vi preoccupate,
lo spiegheremo a teatro.
Al suono del tamburello gli animali prenderanno vita camminando, ma solo quando
verranno “chiamati” dal loro valore ritmico.
Chi in quel momento non deve camminare dovrà imitare il proprio animale: ad esempio, le tartarughe potrebbero fingere di rientrare nel guscio, le volpi di farsi la toeletta
e i topolini di rosicchiare un pezzo di formaggio. Oppure, scegliete voi una movenza
che vi piace.
Silenzio, per favore!
Tutti sappiamo che i professori d’orchestra devono essere in grado di fare silenzio alla
minima richiesta del Direttore, ubbidendo ai movimenti della bacchetta.
La moglie di Noè e le sue amiche Comari invece, sono un po’ chiassose: come zittirle?
Seduti in cerchio con uno strumento in mano proveremo a suonare “alla rinfusa”. A
turno, poi, sarà nominato un “Direttore dell’arca”, che dovrà inventare un modo per comunicare ai musicisti quando suonare/fare silenzio, suonare forte/piano, oppure lento/
veloce, ovviamente senza usare le parole!
La sfilata degli animali
In questo gioco ci trasformeremo in animali dell’arca di Noè: leoni, mucche, cani, tartarughe, scimpanzé, gatti, lepri...
Seduti in cerchio, ognuno con uno strumento in mano, inizieremo a studiare la marcia
che precede l’ingresso degli animali:
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In seguito poseremo lo strumento per terra e cominceremo a imitare l’animale prescelto
(la camminata, il verso, ecc.) seguendo le indicazioni.
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Suoniamo L’arca di Noè
Ecco a voi alcune partiture, che realizzeremo a Teatro, tratte dall’Arca di Noè.
L’inizio
Questo è il brano che apre l’opera ed è cantato da tutti, pubblico compreso.
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Costruiamo l’arca
Noè e i suoi figli sono allegri perché hanno quasi finito di costruire l’arca che li proteggerà dal diluvio.
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Il diluvio è finito
La pioggia è finita, si vedono nuovamente il cielo e le stelle.
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Il nostro libretto
Un libro in miniatura? Un copione come quello degli attori di teatro? Oppure un poema
in versi scritti in modo speciale? O tutte queste cose insieme?
Alzi la mano chi sa che cos’è un libretto d’opera e come si fa a scriverne uno!
Con il laboratorio Il nostro libretto saliremo tutti a bordo dell’arca di Noè e ci imbarcheremo alla volta di un viaggio speciale, navigando in un mare di parole alla scoperta delle
nostre capacità creative.
Durante il viaggio incontreremo i personaggi più importanti del testo poetico: faremo
conoscenza con la vezzosa Rima, l’inflessibile Metrica e il pomposo Verso. Impareremo
a destreggiarci tra stili linguistici differenti, a giocare con le figure retoriche e a scrivere
come veri poeti.
Avremo a che fare con tante regole, certo… ma scopriremo anche la possibilità di cambiarle, crearne di nuove e soprattutto capiremo come sfruttarle per raccontare una storia
in modo tutto nuovo e originale.
Vi sembra difficile? Non trovate l’ispirazione? Allora è il momento giusto per scoprire
insieme i trucchi del mestiere!
Come si svolge il laboratorio?
Primo incontro
Per prima cosa visiteremo il Teatro, alla scoperta del suo mondo misterioso; in seguito
faremo conoscenza con il signor Benjamin Britten e con la sua opera Noyes’s fludde e
infine giocheremo alla poesia! Saremo in grado di impugnare la penna e scrivere in
versi? Lo scopriremo con l’aiuto dei fantastici animali di Toti Scialoja, un famoso pittore
e scrittore di poesie per bambini.
Secondo incontro
Tocca a noi, finalmente!
- Raccontiamo la storia: conosciamo trama, intreccio e svolgimento?
- Scegliamo e analizziamo la scena: questa sezione del libretto ci servirà da canovaccio stilistico e formale per scrivere il nuovo testo.
- Tutti creativi! Per un testo nuovo ci vuole una nuova storia: inventiamola insieme lasciandoci ispirare dalla scena che abbiamo scelto. Chi saranno i nostri
nuovi protagonisti? Quali le avventure che si troveranno ad affrontare?
- Riscriviamo il libretto: è ora di mettere finalmente in versi la storia che abbiamo
inventato.
- La prova del nove: mettiamo in scena il nostro libretto!
Cosa fare a scuola
Non è necessaria una preparazione particolare per partecipare, ma vi proponiamo
ugualmente qualche suggerimento perché il laboratorio possa riuscire al meglio. La
storia di Noè e del diluvio è un racconto universale, condiviso e tramandato da tutte le
culture del mondo. Fare un confronto tra somiglianze e differenze nella narrazione può
costituire un ottimo spunto, soprattutto se la vostra è una classe multiculturale.
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Un altro buon esercizio può consistere nell’analisi del testo (non solo dell’Arca di Noè!)
per cominciare a prendere confidenza con i registri linguistici, con fabula e intreccio di
una storia e con le scelte narrative che fa l’autore.
In ultimo, potreste fare un confronto tra testi in prosa e testi in rima e concentrarvi sulle
particolarità di questi ultimi. Non preoccupatevi: non sono noiosi esercizi di grammatica ma veri e propri giochi con le parole! Troverete ottimi suggerimenti nella bibliografia
che vi consigliamo qui di seguito.
Materiale da portare
Quando venite in Teatro assicuratevi di avere con voi il presente fascicolo, matita, gomma e una penna funzionante. E... non dimenticate la vostra fantasia!
Qualche suggerimento bibliografico...
Per l’analisi del testo poetico:
Ersilia Zamponi e Roberto Piumini, Calicanto, La poesia in gioco, Einaudi, Torino 1998
Per giocare con la scrittura:
Massimo Birattari, Scrivere bene è un gioco da ragazzi, Feltrinelli, Milano 2013
Bianca Pitzorno, Manuale del giovane scrittore creativo, Mondadori, Milano 1996
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino 1973
Per divertirsi con le rime:
Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi, Torino 1972
Gianni Rodari, La guerra dei poeti (con molte rime in “or”), in Novelle fatte a macchina,
Einaudi, Torino 1973
Toti Scialoja, Versi del senso perso, Einaudi, Torino 2009
Le scene
I. La costruzione dell’arca
Inno penitenziale
Parte recitata (Dio)
Versi sciolti (tutti)
Recitativo e aria (Noè)
Coro (tutti)
II. Il diluvio
Parte recitata (Dio)
Coro e corteo degli animali (tutti)
Versi sciolti (Noè, moglie e figli)
Coro (Comari)
Inno di implorazione
III. Terra!
Recitativo e aria (Noè)
Versi sciolti (tutti)
Coro (tutti)
Parte recitata (Dio)
Inno di lode
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Esercizi
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Classe di danza
Sapete cos’è una “classe di danza”? È la lezione che i ballerini professionisti svolgono
tutti i giorni, ai fini di mantenere il loro corpo
sempre pronto a sostenere le difficoltà tecniche che questa disciplina richiede. È composta di esercizi alla sbarra, di esercizi al centro
e molti altri virtuosismi. Solitamente è previsto, per i ballerini maschi, uno studio più approfondito di salti e pirouettes, mentre per le
ballerine è fondamentale l’uso delle scarpette
da punta. Anche se non siete ancora ballerini
di professione, volete provare a danzare un
pochino con noi?
Danza, danza… ma che cos’è questa danza?
Danzatrici e suonatrici, dipinto murario
nella Tomba di Nebamun, 1350 a.C.
Per scoprirlo dobbiamo risalire alle antiche
abitudini degli uomini primitivi, che utilizzavano il proprio corpo per esprimere sensazioni di gioia e di dolore, per invocare la
pioggia e il sole, per propiziarsi il raccolto e per festeggiare i lieti eventi, come se la
danza avesse poteri magici.
Gli antichi Egizi ne fecero un’arte elegante e
raffinata, come possiamo osservare dalle immagini dell’epoca.
I Greci, grandi cultori della bellezza, dedicarono alla danza la dea Tersicore, ispiratrice di tutti i ballerini e i coreografi fino ai giorni nostri.
Nel Medioevo si
diffuse tra i nobili la moda di
Dance en rond, dal Remède de Fortune di
unirsi in cerchio
Guillaume de Machault, XIV secolo.
per danzare a
Parigi, Bibliothèque Nationale.
suon di musica
durante i banchetti. Nacquero così nuove danze: la Moresca, la Carola e altri generi di cui troviamo testimonianza nelle opere di molti poeti e scrittori.
Ora vi chiederete: “ma quando arrivano il tutù e le scarpette da punta?”.
Prima di vedere indossati gli indumenti che caratterizzano le ballerine classiche, dobbiamo fare un giro
alla corte del Re Sole, Luigi XIV, che regnò in Francia dal 1651 al 1715. Il re fu un grande ballerino e sostenne la fondazione dell’Académie Royale de Danse
(Accademia Reale di Danza) nel 1661.
Carlo Emanuele II di Savoia indossa
il costume del Sole. Miniatura del
calligrafo Tommaso Borgonio.
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Presso la corte di Re Sole si svolse il fortunato
incontro tra un musicista italiano, Gian Battista
Lulli (diventato celebre in Francia col nome di
Jean-Baptiste Lully) e il famoso commediografo
francese Molière: insieme operarono per trasformare l’antico balletto di corte in uno spettacolo
più complesso, come la comédie-ballet e l’opéraballet. Il balletto francese cominciò quindi a mettere radici nel teatro d’opera ma bisognerà attendere l’arrivo, nel ’700, dei coreografi Jean-Georges Noverre e Gasparo Angiolini perché la danza assuma una propria identità separata dall’opera
lirica, con il balletto d’azione.
Quindi, passiamo da pizzi, merletti e parrucche a
Un momento dello Schiaccianoci di calzamaglie, tutù e scarpette rosa. Siamo nel 1800:
Čajkovskij con la Compagnia di Bal- la priletto del Teatro Bol’šoj. Teatro Regio, ma balStagione 2001-2002.
lerina a
danzare sulle punte è Maria Taglioni in un
balletto intitolato La Sylphide.
Nel Novecento il mondo del Balletto viene
rivoluzionato dalla presenza di artisti innovativi, che danno origine a nuovi stili di
danza inseriti in spettacoli teatrali di vario
genere. Tra i più importanti ricordiamo Isadora Duncan, Vaclav Nijinskij, Michail Fokin, Martha Graham, Merce Cunningham,
Maurice Béjart…
Aida di Giuseppe Verdi, regia di William
Friedkin, direttore d’orchestra Pinchas Steinberg. Teatro Regio, Stagione 2005-2006.
Le Sacre du printemps con la compagnia del Béjart Ballet Lausanne, coreografia di Maurice Béjart
Teatro Regio, Stagione 2012-2013.
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Il nostro compositore Benjamin Britten, nel suo omaggio all’opera lirica, ha voluto affermare che tale tipo di spettacolo si può proporre anche ai piccoli spettatori ed esecutori e
che anche la danza può essere perfettamente inserita nel contesto delle altre arti teatrali
come la musica, la pittura, la scenografia e la pantomima.
Ed eccoci ora al nostro laboratorio. Prima di venire in teatro dovrete prepararvi bene,
perché essere ballerini anche solo per un giorno è molto emozionante, ma richiede anche un certo impegno. La danza è un magico gioco di gruppo, dove tutti devono compiere il loro dovere a tempo di musica per ottenere il migliore risultato: a questo punto
il divertimento è assicurato!
Ci piace partire dall’idea della danza come gioco per avvicinarsi gradatamente ai principi utilizzati tutti i giorni dai ballerini professionisti per volteggiare, piroettare con
tanta grazia e leggerezza senza lasciar mai trasparire la minima fatica. Ebbene sì, anche
se non sembra i ballerini fanno fatica… ma danzare è così bello e divertente che se ne
dimenticano e con i loro sorrisi conquistano il pubblico.
Qui potete vedere illustrate le cinque posizioni delle braccia e delle gambe che stanno
alla base della danza classica:
Prima
posizione
Seconda
Terza
posizione posizione
Quarta
Quinta
posizione posizione
Che ne dite? Non è certo facile stare tutto il tempo con i piedi voltati all’“infuori”… Ma
quando una cosa piace non si avverte il peso del lavoro da svolgere ogni giorno con
costanza e volontà.
Ed ecco invece una serie di giochi adatti a noi, che ci faranno divertire insieme e ci permetteranno di realizzare gradevoli disegni coreografici ispirati alle figure del balletto.
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Gioco n. 1
Con l’aiuto della maestra dividete la classe in maschi e femmine e imparate poi a formare alcune file in ordine di altezza (dal bambino più piccolo al più grande e viceversa)
e a disporle nello spazio come più vi piace.
Gioco n. 2
Unite due file parallele costituite da un numero pari di bambine e bambini che camminano gli uni verso gli altri; se al momento dell’incontro alzeranno le braccia vedrete
formarsi un ponte.
Queste figure devono essere eseguite in maniera molto precisa se vogliamo che abbiano
l’effetto desiderato.
In questo caso, se i bambini non mantengono rigorosamente diritte le file durante lo
spostamento, invece di vedere un ponte vedrete un “serpente”.
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Gioco n. 3
Questa volta partite invece da due file in cui le bambine e i bambini si tengono per mano: chiedendo ai 4 bambini che si trovano alle estremità delle file di unire anche le loro
mani e facendo tutti insieme alcuni passi indietro, si formerà un cerchio.
Gioco n. 4
Una volta formato il cerchio, le possibilità di divertimento diventeranno molte. Per
esempio, se le bambine si staccano dal cerchio grande per recarsi al centro, possono
formare un altro cerchio concentrico al primo. Facendo ruotare i due cerchi rispettivamente verso destra e verso sinistra apparirà una girandola.
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Gioco n. 5
Adesso è il momento di imparare a correre con eleganza e precisione, per rendere più
facile la realizzazione dei disegni descritti nei giochi precedenti.
Provate a mettere le mani sui fianchi con i gomiti tenuti perfettamente di lato al corpo,
sollevatevi sulle mezze punte tenendo le ginocchia tese e spostatevi eseguendo passi
piccolissimi e molto veloci, senza staccare mai del tutto i piedi dal pavimento.
Avrete la sensazione di scivolare in avanti o indietro, quasi come se steste pattinando
sul ghiaccio.
Per rendere più fluida questa corsetta cercate di allungarvi sempre molto bene verso
l’alto e abbiate cura di piegare e stendere le ginocchia in modo alternato e quasi impercettibile per tutta la durata degli spostamenti.
Gioco n. 6
Provate a inventare alcuni modi per inginocchiarvi, sedervi, sdraiarvi e rialzarvi, immaginando di dover eseguire questi movimenti su un palcoscenico di fronte al pubblico
vero!
Attività con L’arca di Noè
Prima di venire in teatro, dovrete fare qualche altro preparativo a scuola.
Leggete bene la storia e memorizzatene i particolari; dopo aver scelto i personaggi che
preferite, potrete interpretarli voi stessi e immaginare di far parte di un vero e proprio
corpo di ballo.
Quindi ascoltate bene con la maestra le musiche proposte per il laboratorio Classe di
danza e sceglietene una o due che eseguirete in Teatro col nostro aiuto. Questo compito
è molto importante, infatti, a seconda dei brani scelti, dovrete portare alcuni piccoli
accessori per creare il vostro costume di scena.
Per realizzare il nostro laboratorio, però, non è importante solo il costume: la cosa principale è saper muovere con armonia il corpo. Sapevate che esiste un aspetto della danza chiamato “espressione corporea”? Significa parlare attraverso la fluidità dei propri
movimenti, che devono nascere in maniera spontanea. Questo è un linguaggio molto
diverso da quello dettato dalle rigide regole del Balletto classico, perché promuove la
ricerca di un proprio movimento naturale e non codificato. Tutto ciò prepara il terreno
al “teatro-danza” in cui spesso viene utilizzata la “pantomima”, un’espressione teatrale
con accompagnamento di musica dove gli interpreti si esprimono mediante il gesto e
la mimica.
Queste curiose forme artistiche permetteranno alla vostra fantasia creativa di inventare
magnifiche storie e di narrarle usando solo il movimento del corpo. Ma perché tutto
questo si trasformi in una vera e propria coreografia, dovremo mettere insieme la vostra
fantasia e le vostre idee con i passi di danza appresi durante il laboratorio in Teatro.
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Il laboratorio al Teatro Regio
1. Costruiamo l’arca di Noè
Questa scena si presta ad una doppia realizzazione: potrete immaginare di costruire
l’arca con il legno, i chiodi e il martello oppure attraverso l’invenzione di figure realizzate esclusivamente con il vostro corpo. Nel primo caso utilizzerete alcuni semplici
oggetti che troverete in Teatro e che vi aiuteranno a unire i passi ai ritmi musicali e
ottenere una coreografia allegra e originale. Nel secondo caso sarà piacevole provare a
costruire una “nave umana” grazie alla vostra capacità di improvvisazione.
2. Marcia degli animali
Questa marcia vi indirizzerà verso la danza vera e propria, ricca di passi e combinazioni con le quali salirete sulla passerella della vostra arca immaginaria. Ognuno potrà
scegliere un animale da interpretare e costruire la sua maschera seguendo le illustrazioni a pagina 11. Oppure potrete portare con voi un piccolo peluche da tenere in mano,
per farvi accompagnare nella marcia dal vostro piccolo amico.
3. Danza dei boccali
Prima della partenza dell’arca, Noè, la Signora Noè, i loro figli e le nuore si riuniscono
in una coreografia conviviale, formando disegni e intrecci tipici delle danze campestri
e battendo il ritmo con i boccali in segno di rinnovata amicizia.
4. Il mare in tempesta
Durante il diluvio tante sono le preoccupazioni degli animali e della famiglia di Noè…
Perché non provare a esprimerle attraverso il linguaggio del corpo? In alternativa potrete realizzare il mare in tempesta muovendo lunghe strisce di tulle per poi danzarci
in mezzo.
5. Valzer dei corvi e delle colombe
I bimbi della classe indosseranno una maschera da corvo e le bimbe quelle da colomba:
con un magico valzer festeggeremo la fine del diluvio.
Abbigliamento
Tutti i bimbi e le bimbe dovrebbero indossare una maglietta e un paio di fuseaux di
colore uniforme (senza disegni e senza strisce), adeguato al personaggio scelto e concordato con l’insegnante. I colori scuri sono i più adatti a far risaltare maschere e oggetti di scena. A seconda del quadro scelto si potrà optare per diverse soluzioni: chi
interpreterà la famiglia di Noè potrà personalizzare i propri costumi a piacere, chi
sceglierà il quadro del Mare in tempesta potrà utilizzare varie sfumature di blu e di
azzurro, per il Valzer dei Corvi e delle Colombe si dovrà prediligere il nero e il bianco.
Per tutti saranno indispensabili le calzine antiscivolo.
In Teatro troverete alcuni oggetti che renderanno più coinvolgente l’intera scena, ma il
lavoro di organizzazione e costruzione svolto a scuola sarà fondamentale per la buona
riuscita del laboratorio.
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Piccola classe di danza
Per i bambini della Scuola dell’Infanzia il percorso ideato è analogo a quello sopra descritto, dovutamente adeguato alla loro tenera età. L’apprendimento dei passi danzati e
dei disegni coreografici sarà accompagnato da brani musicali appositamente arrangiati
per favorire l’attenzione dei bambini.
Le danze proposte sono la Marcia degli animali e il Valzer dei corvi e delle colombe e si trovano nella sezione Esercizi della nostra compilation.
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Tutti scenografi
Dopo aver suonato, cantato, poetato e ballato, conosciamo un altro aspetto fondamentale dello spettacolo: la scenografia.
Un po’ di storia
Il teatro ha una storia antichissima. I primi luoghi chiamati in questo modo risalgono ai
tempi degli antichi Greci, circa 2500 anni fa. Naturalmente non erano come quelli che
siamo abituati a vedere oggi: i teatri greci erano costruiti su alture, perché si sfruttava
la pendenza del terreno per realizzare
enormi scalinate semicircolari sulle quali
sedeva il pubblico. Gli spettacoli si svolgevano su palcoscenici realizzati in pietra. La
particolarità di queste rappresentazioni era
la durata: infatti si prolungavano per ben
cinque giorni consecutivi, dal mattino fino
alla sera. Nessuno si annoiava, il pubblico
era attento ed entusiasta, non si allontanava
neanche per mangiare! A questi spettacoli
assistevano tutti, uomini, donne, bambini,
ricchi e poveri, senza alcuna differenza. I generi più importanti del teatro greco erano
la tragedia (di carattere serio, ispirata ai miti) e la commedia (divertente e ispirata a
vicende quotidiane).
SCALE
KOILON
DIàZOMA
ORCHESTRA
PARODOI
PORTICO
PROSCENIO
SKENé
PARASCENI
Nel teatro antico gli attori erano tutti uomini, anche per le parti femminili. Siccome
la distanza dal pubblico era notevole, gli attori indossavano grandi maschere che amplificavano la voce e calzature rialzate, dette coturni, che li rendevano più visibili da
lontano.
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Il mondo romano ereditò in parte la tradizione del teatro greco, ma vi aggiunse una
speciale passione per spettacoli grandiosi, spesso cruenti: lotte tra gladiatori, lotte con
bestie feroci o perfino battaglie navali.
In epoca medievale la Chiesa creò una nuova forma di spettacolo teatrale: la Sacra Rappresentazione. In essa si raccontavano storie bibliche o di santi; come in un grande
presepe vivente o come in una Via Crucis,
gli spettatori camminando lungo le strade
della città incontravano diverse stazioni, dove attori in costume ricreavano le scene fondamentali della Storia Sacra. Il quadro più
suggestivo era spesso quello che rappresentava l’Inferno, dove la scenografia dava il
meglio di sé!
Nel 1500 nacquero le maschere della Commedia dell’Arte - l’evoluzione dei personaggi fissi della commedia classica – come Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Colombina e
tante altre figure che ancora oggi conosciamo perché utilizzate durante il Carnevale.
Gli spettacoli erano itineranti e le compagnie si
spostavano su carrozzoni che si trasformavano in piccoli teatri; le rappresentazioni si svolgevano nelle piazze dei mercati o erano ospitate
nelle case dei nobili. Non si recitava a memoria il
copione, ma si usava un canovaccio, una specie di
riassunto della storia sul quale gli attori improvvisavano inventando le battute sul momento.
Molto particolare e importante fu il teatro inglese dell’epoca elisabettiana (tra la fine del XVI e
l’inizio del XVII secolo), in cui vennero messe in
scena le tragedie di William Shakespeare, il famoso drammaturgo. Il più celebre teatro londinese dell’epoca era il Globe, costruito interamente in legno con il tetto di paglia; aveva la forma
esagonale e tre piani dove si collocava il pubblico
mentre gli attori recitavano su un palco senza
scenografie ma con costumi meravigliosi.
La struttura del teatro moderno nasce in Italia nel 1600 con il melodramma o opera lirica; per questo nuovo genere si costruirono luoghi appositi chiamati “teatri all’italiana”, poiché gli architetti che li avevano
progettati erano italiani e anche perché
l’opera lirica, come già sappiamo, era nata
e si era sviluppata nelle corti italiane. In
platea il pubblico stava in piedi o seduto su
piccoli sgabelli, mentre sedeva su comode
poltrone nei palchi. Questi erano specie di
balconcini disposti su diversi piani attorno
alla sala, mentre lo spettacolo si svolgeva
su attrezzati palcoscenici con tanto di sipario e stupefacenti scenografie.
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Infatti è proprio nel periodo Barocco (secolo XVII e inizio del XVIII) che si sviluppa
maggiormente la scenografia. Allo scopo di suscitare stupore e meraviglia si inventavano sorprendenti macchinari per realizzare effetti speciali e rapidi cambiamenti di scena; naturalmente tutto era fabbricato artigianalmente e manovrato a forza di braccia. Il
palcoscenico era illuminato con candele e per
creare particolari suoni si costruivano ingegnose macchine: ad esempio per ottenere il rumore del tuono si scuoteva una grossa lastra
metallica, per creare il rumore delle onde del
mare si costruiva un vero e proprio marchingegno sonoro con un grosso contenitore cilindrico riempito di pietre che veniva fatto ruotare su se stesso (un po’ come il bastone della
pioggia). Per fare apparire e sparire magici personaggi si utilizzavano botole collocate sul palcoscenico.
Vi ricordate la visita al Teatro Regio e il suo
grande palcoscenico?
Abbiamo visto i ponti mobili che si possono alzare e abbassare e il soffitto a graticcia da dove
vengono calati i fondali e le quinte, i principali
elementi che costituiscono la scenografia.
Che cos’è dunque la scenografia?
La scenografia ha il compito di creare l’ambiente in cui si svolge l’azione, nel quale si
muovono i personaggi.
È composta da parti dipinte (il fondale e le quinte), da elementi d’arredo (tavoli, sedie,
letti) e da parti praticabili (scale, pedane…).
Lo scenografo è l’artista che realizza tutto questo. È importante che conosca benissimo
la storia che deve descrivere e capisca in che epoca debba essere ambientata. Leggendo
il libretto, lo scenografo ricerca le indicazioni relative agli ambienti e, usando la fantasia, immagina come possano essere realizzate.
Ogni rappresentazione teatrale può avere più scene o un’unica scena fissa; questo dipende dagli ambienti descritti nei diversi atti del libretto e dalle scelte del regista. Nella
maggior parte dei casi ogni atto prevede una scena diversa per la quale lo scenografo
disegnerà un bozzetto.
punto
di fuga
sinistra
punto
di fuga
DESTRA
punto
di fuga
LINEA
D’ORIZZONTE
LINEA
DI TERRA
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Con il bozzetto fatto si può passare alla realizzazione della scenografia vera e propria.
Ciò non si può fare sul palcoscenico, ma in un grande laboratorio, dove lavorano i falegnami e gli scenografi realizzatori.
Ogni cosa a teatro è costruita con materiali resistenti ma nello stesso tempo leggeri: i
muri non saranno in mattoni o in cemento armato ma in legno, un albero verrà fatto in
polistirolo e le vetrate sostituite dal plexiglass.
Il panorama è realizzato con un fondale, una tela di cotone dipinta appesa alla graticcia
(il soffitto del teatro) e posizionata sul fondo del palcoscenico.
Quando tutti gli elementi scenografici sono pronti vengono trasportati sul palcoscenico,
dove una squadra di esperti macchinisti monterà ogni cosa.
Adesso tocca a voi: vi trasformerete in piccoli scenografi.
All’opera!
Per prima cosa è importante conoscere la storia dell’Arca di Noè. Leggendola capiremo
in quale epoca si svolge e quali sono gli ambienti in cui agiscono Noè e i suoi parenti.
Le scene principali della nostra storia sono cinque:
1. Paesaggio esterno con vegetazione. È allestito un cantiere per la costruzione
dell’arca, ci potranno essere legnami e attrezzi di falegnameria.
2. Stesso paesaggio ma con l’arca finita (davanti a questa scena si svolge la parata
degli animali).
3. Interno dell’arca con i locali per ospitare gli animali; possono esserci travature e
scalette che portano al ponte dell’imbarcazione.
4. Esterno con l’arca in balia dei flutti e del diluvio universale, pioggia battente e
fulmini.
5. Esterno con arcobaleno che rappresenta la riconciliazione con Dio.
Ora realizzate il bozzetto: provate a riprodurre su un foglio da disegno i vari luoghi.
Utilizzate per prima cosa matita e gomma, poi colorate con la tecnica preferita: matite,
acquarelli o tempere…
Provate ora a misurarvi con la la prospettiva: per dare l’impressione della profondità,
tutti gli oggetti in primo piano, cioè più vicini a noi, appaiono più grandi di quelli più
lontani, che invece si rimpiccioliscono progressivamente.
punto
di fuga
sinistra
punto
di fuga
DESTRA
LINEA
D’ORIZZONTE
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Facendovi aiutare dall’insegnante, disegnate in prospettiva l’ambiente scelto. La prospettiva più usata in teatro è quella frontale con punto di vista centrale; questo significa
che l’osservatore sta guardando la scena proprio nel mezzo. La base del foglio prende il
nome di linea di terra; parallela a questa troviamo la linea d’orizzonte che serve a definire l’altezza del pavimento o dell’orizzonte vero e proprio. Al centro del foglio si fissa
il punto di fuga. A questo convergeranno tutte le linee che servono per dare profondità
agli oggetti, come le pareti laterali di una camera o i mobili.
E Noè e gli altri personaggi?
Non bisogna inserirli all’interno dei disegni, perché i personaggi non fanno parte della
scenografia, così come non ne fanno parte gli animali. Sta a voi decidere se disegnare
nei fondali tutti gli oggetti utilizzati dai personaggi – ascia, accetta, bietta (cuneo), martello, tavole di legno e secchio con pece - oppure realizzarli a scuola con semplici materiali. Il lavoro di progettazione è terminato. Ora, con il nostro aiuto, potrete realizzare
una vera e propria scenografia.
Quando verrete nel laboratorio del Teatro Regio, non dimenticate di portare con voi
i bozzetti. Qui troverete una grande tela (tre metri per quattro), oppure due tele più
piccole (due metri per tre) preparate con una base bianca, detta “imprimitura”, che evita
che il colore faccia macchie. Le tele saranno inchiodate a terra, o meglio “brocchettate”;
infatti i chiodi utilizzati in scenografia si chiamano brocchette (da un termine francese
che vuol dire “spilla” o “fermaglio a forma di borchia”) e servono a tendere e fissare
la tela perché ci possiate camminare sopra. Disegnerete e dipingerete stando in piedi,
perché questo è l’unico modo per avere la giusta visione della vostra opera.
Userete matite, pennelli e righelli giganti e una gomma … molto, molto particolare!
Quando le tele saranno asciutte le porgnanti potrete preparare
a recitare come i veri
terete a scuola e insieme agli inseuno spettacolo bellissimo, provando
attori.
Zitti tutti, buio in sala,
spettacolo…
si apre il sipario: ora può cominciare lo
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Abiti e personaggi
Se con i vostri insegnanti intendete allestire uno spettacolo, oltre alle scene sarà necessario realizzare anche i costumi.
Naturalmente non realizzeremo veri abiti cuciti, ma dipingeremo i costumi a dimensione reale su grandi tele. La tecnica che utilizzeremo sarà quella usata per la preparazione
dei fondali scenografici.
Per prima cosa bisogna individuare i personaggi della storia leggendo bene il libretto:
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•
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Noè
Signora Noè
Sem
Cam
Jafet
Signora Sem
Signora Cam
Signora Jafet
Quattro comari, amiche della Signora Noè
Corvo
Colomba
Animali
A scuola dovrete preparare i figurini dei personaggi, disegnandoli e colorandoli con la
tecnica che preferite.
Nel laboratorio di scenografia del Teatro Regio troverete due grandi tele (due metri per
tre): per realizzare a grandezza naturale i costumi da voi disegnati occorreranno dei
volontari che si sdraieranno sulla tela e altri che tracceranno il disegno del contorno dei
loro corpi. In seguito si procederà alla vestizione e alla colorazione della sagoma.
Una volta arrivati a scuola potrete decidere di ritagliarli e indossarli.
Per interpretare gli animali costruiremo insieme delle maschere. Sarà utile preparare a
scuola dei bozzetti degli animali prescelti. Non dimenticate di portare i vostri disegni
il giorno del laboratorio!
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Appunti
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Finito di stampare nel mese di novembre 2013
presso la tipografia Marcograf - Venaria Reale (TO)