PAROLA di DIO VANGELO di DOMENICA (1 dicembre 2013) Vangelo Mt. 24,37-44 “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».” RIFLESSIONE Avventato. Avventizio. No, niente di tutto questo. Niente di imprudente, di impulsivo, di provvisorio. Lascia il tempo che trova. E quanto spesso invece tutto questo ha la meglio in noi e su di noi! Piuttosto “a ventate”. Cioè con raffiche di aria fresca. Questo tempo d’avvento chiede che spalanchiamo le finestre della nostra quotidianità per permettere alla brezza della Parola di Dio di arieggiare e ossigenare le stanze importanti della nostra esistenza: fondamentalmente il nostro vissuto e le nostre relazioni. Il tutto per poter essere persone che vivono orientate alla e dalla presenza di Dio: del Dio che si fa uomo. Quali soffi spirano in questo primo appuntamento? Che cosa vogliono spazzare via? Un primo atteggiamento e comportamento: la disattenzione. Succede anche a noi quello che è successo alle persone ai tempi di Noè. Mangiamo, beviamo, ci sposiamo: cioè viviamo la più sana normalità. E fin qui non ci piove. Ma dove sta il guaio?! Che siamo talmente presi e assorbiti da questa nostra tranquilla e scontata “routine quotidiana”, siamo così immersi nel “tran tran” delle nostre azioni più ordinarie, che come loro e con loro- rischiamo di “non accorgerci di nulla”. Di non accorgerci di eventi (= persone, gesti, azioni, cose) importanti e che comunque hanno serie ricadute sulla nostra vita. La distrazione, la non curanza, la superficialità gli hanno impedito e ci impediscono spesso di vedere e di intra-vedere. La disattenzione per loro come per noi arriva a coincidere spesso con il nostro annegamento: non è forse vero che in molte situazioni “anneghiamo in un bicchiere d’acqua”?! Dobbiamo metterci un più di attenzione e di accortezza. Un secondo atteggiamento e comportamento: “non adagiarci”. L’imperativo “vegliate” va proprio in questa direzione. E’ l’invito a restare svegli, quasi in agguato. Sul chi va là! E’ l’invito ad una costante presenza di spirito, capace questa di spazzare via stanchezza, noia e ricerca di diversivi che non fanno altro che allontanarci da noi stessi e dalla realtà.. Occorre mantenere lucidità, “restare in piedi”, non adagiarsi. Il tutto: in modo costante. Invece la “sonnolenza” – la malavoglia – la pigrizia dell’esistenza rischiano di attanagliarci, di farci sdraiare e di rapirci togliendoci la capacità di affrontare e rispondere alla situazione e all’evenienza. Un terzo atteggiamento e comportamento: impreparazione. Racchiuso nell’altro imperativo “tenetevi pronti”. CI vuole sollecitudine, disponibilità, risolutezza: da alimentare in modo ininterrotto. Altrimenti rischiamo di rendere la nostra vita e la nostra casa “terreno fertile” e facile preda per il ladri e gli scassinatori. Significa lasciare e consegnare inavvertitamente ma inesorabilmente quanto di più bello e di più prezioso siamo e abbiamo. Il furto lascia normalmente dietro di sé impoverimento e desolazione. Lascia entrare in te e lasciamo entrare in noi queste folate d’aria fresca. Non lasciarti cogliere dall’effetto sorpresa, acuito da imprevedibilità e impreparazione. Per questo fai piazza pulita nella tua vita e nelle tue relazioni dal lasciarti troppo assorbire, dal lasciarti andare e adagiarti, dall’essere troppo spesso e troppo poco disponibile. Distrazione, noia, nullafacenza sembrano ahimè avere la meglio in noi e attorno a noi! Piuttosto in modo deciso orienta e attraversa la vita di ogni giorno facendo spazio e posto ad una maggiore attenzione, ad una migliore presenza di spirito, ad un sollecita prontezza. Questo darà “apertura” e “incarnazione” alla tua vita umana e credente! Un terreno franco in cui vivere e su cui costruire!