Lotta contro i roditori nocivi - Protezione Svizzera degli Animali PSA

FOGLIO INFORMATIVO PSA
ANIMALI SELVATICI
Lotta contro i roditori nocivi
Lotta contro i roditori nocivi
1. Basi giuridiche
La Legge federale sulla protezione degli animali (LPAn) e l’Ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn) vietano che ai vertebrati, ai quali appartengono anche topi e ratti, siano inflitti ingiustificatamente dolori, sofferenze o danni e che siano uccisi in modo atroce. La lotta contro i «roditori
nocivi» deve perciò avvenire in maniera tale che agli animali colpiti vengano inflitte le minori sofferenze e i minori dolori possibili.
Art. 4 LPAn Principi
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Nessuno ha il diritto di infliggere ingiustificatamente dolori, sofferenze o lesioni a un animale,
porlo in stato d’ansietà o ledere in altro modo la sua dignità.
Art. 26 LPAn Maltrattamento di animali
Chiunque, intenzionalmente:
b. uccide animali con crudeltà (...) è punito con la detenzione o con la multa.
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Se l’autore ha agito per negligenza, la pena è dell’arresto o della multa fino a 20 000 franchi.
Art. 16 OPAn Pratiche vietate su tutte le specie animali
È vietato maltrattare gli animali, trascurarli o sottoporli a un sovraffaticamento inutile.
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In particolare è vietato:
a. uccidere gli animali in modo crudele
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Oltre alla Legge sulla protezione degli animali anche la Legge sulla protezione della natura regola
i rapporti con i roditori nocivi. Per esempio, se le specie di gliridi e alcune specie di soricidi sono
protette, ciò significa che non possono essere uccise né catturate e che le loro tane sono protette.
2. Biologia dei roditori
La maggior parte delle specie di roditori definite come roditori nocivi possono produrre molto rapidamente numerosi cuccioli grazie a un breve periodo di gestazione e a grandi cucciolate e in condizioni favorevoli (p.es. offerta di cibo) possono riprodursi in modo quasi incredibile. Ciò significa
che gli animali uccisi con le misure di lotta contro i roditori sono sostituiti molto in fretta e nel giro
di poche settimane la densità della popolazione raggiunge di nuovo il numero iniziale.
I roditori si nutrono in primo luogo di piante. Con i loro speciali denti incisivi e i larghi molari possono sminuzzare anche grosse piante e aprire delle noci. Con le zampe e i denti sgranano abilmente chicchi di cereali e sgusciano semi. Ogni tanto topi e ratti si nutrono anche di insetti o di altri
prodotti di origine animale (uova, uccellini, carogne). I ratti e i topi domestici amano nutrirsi anche
di resti di cibo dell’uomo (compost, rifiuti). I ratti sono molto cauti nella scelta del cibo. Quando
un ratto trova un nuovo tipo di alimento o un’esca avvelenata, ne mangia solo molto poco. Se nel
giro di qualche ora o di un giorno sta male, non toccherà mai più questo cibo o quest’esca. In
contemporanea i suoi simili della stessa colonia osservano lo «sperimentatore» con grande attenzione e in seguito evitano anche loro il cibo indigesto o l’esca. I veleni ad azione rapida non fun-
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zionano perciò contro i ratti nella lotta contro gli animali dannosi. La loro innata cautela può essere aggirata solo se le conseguenze dell’avvelenamento si presentano a distanza di qualche giorno
dall’assunzione dell’esca avvelenata.
Che cosa determina la grandezza delle popolazioni di roditori?
L’offerta di cibo è il principale fattore che determina quanto può crescere una popolazione di roditori. La quantità di cibo limita il numero degli animali. In natura sono quindi la stagione, le condizioni meteorologiche e la vegetazione – come base per il nutrimento, per i luoghi dove costruire le
tane e come riparo – che determinano la grandezza delle popolazioni di roditori. Inoltre ci sono dei
cicli pluriennali, che probabilmente dipendono dall’attività solare, di modo che ogni paio d’anni
per esempio si può osservare un «anno dell’arvicola rossastra». Il numero dei roditori è anche influenzato dalla concorrenza per il cibo e l’habitat, sia all’interno della stessa specie che fra specie
diverse. Predatori e malattie influenzano inoltre la mortalità e quindi la grandezza della popolazione.
Quali «danni» provocano i roditori?
Innanzitutto contendono il cibo all’uomo: si nutrono di piante, radici e provviste di cereali, ma
anche di altri prodotti alimentari che mangiano gli esseri umani. James Yeates stima che negli
Stati Uniti i danni causati dai roditori ammontano a 19 miliardi di dollari l’anno o 63 dollari per
abitante. I danni sono però anche provocati dal fatto che sporcano le provviste di cibo con escrementi, urina e peli. I roditori possono inoltre trasmette direttamente all’uomo delle malattie e
hanno spesso pulci o zecche, che a loro volta possono trasmettere malattie all’uomo. In aggiunta
durante lo spostamento e la costruzione della tana fanno dei buchi per nutrirsi. I sistemi di costruzione sotterranei, che molti roditori costruiscono nei campi e nei prati, possono rendere instabile il
sottosuolo. Presso la Schädlingsbekämpfungsstelle der Stadt Zürich (Servizio per la lotta antiparassitaria della Città di Zurigo) tuttavia solo nel 7 % di tutti i casi segnalati i responsabili dei danni
sono topi o ratti.
Di quale specie si tratta?
Topo selvatico, topo selvatico dal collo giallo
(Apodemus sylvaticus)
Aspetto: pelo marrone, pancia chiara, grandi occhi tondi, grandi
orecchie, coda lunga, muso appuntito, in parte macchia gialla
sulla gola.
Habitat: nelle vicinanze delle case, mucchi di compost, raramente nelle case.
Hans Hillewaert
Topo domestico (Mus musculus / Mus domesticus)
Aspetto: grigio-marrone, pancia grigia, occhi e orecchie piuttosto piccoli, coda più corta rispetto al topo selvatico, muso
appuntito.
Presenza: casa, giardino, stalla
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Muridi (la coda ha all’incirca la stessa lunghezza del corpo, le orecchie sono grandi)
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Ratto domestico (Rattus rattus)
Aspetto: grigio-marrone, più piccolo e snello del ratto grigio, coda
lunga, orecchie grandi, si arrampica meglio del ratto grigio.
Habitat: soffitta, soprattutto luoghi asciutti nella parte alta della
casa, in Svizzera è diventato molto raro.
Kilessan
Ratto grigio (Rattus norvegicus)
Aspetto: grigio-marrone, ratti domestici scappati a volte anche
bianchi o a più colori, coda nuda, grossa, con pochi peli.
Presenza: casa, giardino, stalla, canalizzazione, anche habitat
umidi.
Hans-Jörg Hellwig
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Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus / Myodes glareolus)
Aspetto: più piccolo dell’arvicolino, corpo piuttosto tozzo, muso
schiacciato, coda corta, pelo rosso, spesso squittisce molto forte.
Habitat: bordi dei boschi, siepi, giardini.
soebe
Arvicolini e arvicole acquatiche (specie di Microtus e Arvicola)
Aspetto: corpo corto e tozzo, pelo da grigio-marrone a nero, ispido, coda corta, orecchie e occhi molto piccoli, muso schiacciato.
Habitat: soprattutto campi e prati, costruisce dei cumuli di terra.
Rabensteiner
Arvicolini (la coda è molto più corta del corpo, occhi e orecchie piccoli)
Non topi ma gliridi protetti
Moscardino, quercino e ghiro
(Muscardinus avellanarius, Eliomys quercinus, Glis glis)
Tutte le tre specie di gliridi sono rare e protette in Svizzera. Ogni
tanto si trova un ghiro in soffitta o nella cassetta del becchime.
Quando è possibile, è bene lasciarlo in pace. Se nascono dei
conflitti o disturbi non tollerabili (p. es. rumore da parte di ghiri
che vivono nel tetto), occorre mettersi in contatto con il guardiacaccia locale.
Bjoern Clauss
(coda lunga, folta con fiocco, occhi e orecchie grandi)
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Non topi ma insettivori protetti (coda da corta a molto corta, orecchie molto piccole, dentatura
Soricidi (Sorex, diverse specie)
A volte i gatti domestici portano in casa dei soricidi (toporagni).
Non si tratta però di roditori, ma di insettivori protetti, che non
provocano danni. Tuttavia possono mordere e alcuni hanno la
saliva velenosa. Contromisure: catturarli con un contenitore e
rimetterli in libertà, a condizione che non siano feriti in modo
troppo grave, altrimenti ucciderli a regola d’arte.
Michl123
Talpa (Talpa europea)
Le talpe non sono roditori ma insettivori. Non si nutrono di radici, ma di vermi, larve di insetti e lumache, persino di giovani
topini, e non rosicchiano le piante. Al massimo possono dare
fastidio i loro cumuli di terra. Spesso si lotta contro le talpe,
perché i loro cumuli di terra vengono erroneamente scambiati
per cumuli di arvicolini.
Sir Boris
con tanti denti molto appuntiti)
Distinzione talpa – arvicolino:
•i cumuli della talpa sono grandi, rotondi, regolari, con una struttura finemente friabile, l’apertura
si trova sulla parte superiore. I passaggi sono stretti e pieni di radici e piante, e nella maggior
parte dei casi sono situati a lato dei cumuli.
•I cumuli dell’arvicolino non sono appariscenti, di forma allungata, piatta, o schiacciata e posizionati in modo irregolare, hanno una struttura con grosse zolle e aperture laterali, nella maggior
parte dei casi collocate esattamente al di sopra dei cunicoli. Se si aprono i passaggi dell’arvicolino, questi vengono richiusi nel giro di poco tempo. Nei cunicoli si vedono radici di piante rosicchiate.
3. Metodi di lotta
Per motivi etici e per via delle disposizioni della Legge sulla protezione degli animali nella lotta
contro i roditori nocivi occorre valutare dal profilo etico costi e benefici. Il vantaggio della lotta contro gli animali dannosi per l’uomo e l’ambiente deve perciò avere un peso maggiore rispetto ai costi, alle
sofferenze inflitte ai roditori nocivi, alle conseguenze per l’ambiente e ai pericoli legati all’impiego di
veleni. Nella lotta contro i roditori nocivi dovrebbe perciò valere sempre la regola: il meno possibile
e solo quanto basta. Quando è necessario lottare contro i roditori, perché altrimenti il danno provocato ai raccolti e alle provviste è troppo grande o va evitata la diffusione di malattie, occorre scegliere il metodo ottimale per la situazione, che faccia soffrire il meno possibile i roditori nocivi.
Questo metodo deve essere impiegato in modo corretto e responsabile.
3.1. Impedire l’accesso alle risorse
Dalla biologia delle specie più diffuse di roditori nocivi possiamo dedurre che le misure di lotta più
efficienti contro i roditori nocivi sono quelle che impediscono agli animali l’accesso alle fonti di
nutrimento e alle possibilità di costruire delle tane, cioè alle loro risorse. Ogni volta che sia possibile occorre rinchiudere le provviste di prodotti alimentari e cibo per animali e non lasciare in giro
dei rifiuti. I contenitori dei rifiuti devono essere puliti regolarmente, affinché il loro odore non attiri i roditori nocivi. Se non ci sono dei cassonetti, i sacchi della spazzatura devono essere esposti
solo il giorno stesso del ritiro dei rifiuti.
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I topi riescono a passare attraverso piccole fessure di 6 mm, perciò sono necessarie grate con maglia fine o metallo perforato alle finestre o sulle aperture per la ventilazione, per impedirgli di entrare nelle stanze con le provviste. Sono anche molto abili nell’arrampicarsi in modo verticale sulle
facciate ruvide. Non riescono tuttavia a superare sporgenze lisce, come ad esempio una lamiera
sporgente.
3.2. Lotta «biologica» da parte dei predatori
La presenza di predatori come cane, gatto, volpe, biscia dal collare, furetto/puzzola o altre specie
di martore e di uccelli predatori può eventualmente limitare la popolazione e la libertà di movimento dei roditori nocivi, perché la presenza costante dei predatori può consentirgli una migliore distribuzione che ostacoli la creazione di grandi popolazioni di roditori nocivi. Dipende però molto dalla
specie di roditori, dall’accessibilità e grandezza della popolazione, se i predatori possono controllare una popolazione di roditori. Inoltre i roditori diventano anche più cauti.
Mentre i gatti domestici cacciano soprattutto i roditori più piccoli, cioè specie di topi e giovani
ratti con un peso corporeo fino a 200 grammi, in origine i furetti erano stati addomesticati per la
caccia ai ratti e anche ai conigli. Gli Yorkshire Terrier, che oggi sono tenuti soprattutto come cani
di compagnia, venivano addestrati per lottare contro i ratti grigi moltiplicatisi nelle città industriali dell’Inghilterra del 19° e 20° secolo. Oggi nelle aziende agricole vengono impiegati solo i gatti
nella lotta contro i roditori nocivi. Se possibile, è importante che i gatti siano sterilizzati quando
hanno circa 6 mesi. Rimangono così dei buoni cacciatori di topi. È inoltre consigliabile promuovere le popolazioni dei naturali predatori di roditori, creando un habitat per loro, ad esempio nascondigli in mucchi di rami e foglie, posti al sole su mucchi di pietre e muri secchi, stagni (senza pesci
rossi) per bisce dal collare o posti nelle vicinanze dei prati per gli uccelli predatori.
L’efficacia di altre misure di lotta «biologiche» e «popolari» contro i roditori nocivi, come vengono
presentate nei manuali o discusse nei forum, ad esempio rumore, urina di cani, martore, o gatti,
sostanze maleodoranti fino a teste di pesce sotterrate, piante particolarmente resistenti ai roditori
ecc., non è stata scientificamente dimostrata.
3.3. Lotta diretta e rispetto degli animali
3.3.1. Trappole destinate a catturare l’animale vivo
A prima vista le trappole destinate a catturare l’animale vivo possono sembrare il metodo di lotta
contro i roditori nocivi più rispettoso degli animali, perché non vengono uccisi. Dal punto di vista
della protezione degli animali le trappole destinate a catturare l’animale vivo sono tuttavia problematiche per due motivi. Innanzitutto i roditori catturati nella trappola possono morire di fame, di
sete, o assideramento, se le trappole non vengono controllate abbastanza spesso, secondo la temperatura esterna ogni 2-3 ore. Inoltre la probabilità di sopravvivenza per i roditori rimessi in libertà
è molto bassa, in alcuni casi solo fra il 10 e il 20 %, perché l’essere rinchiusi nella trappola e il
successivo trasporto provocano grande stress e paura, e indeboliscono notevolmente gli animali.
Questi ultimi perdono rapidamente peso corporeo. Dalle ricerche effettuate risulta che anche 24 ore
dopo la cattura nelle trappole destinate a catturare l’animale vivo, i topi non si sono ancora ripresi
dallo stress, anche se sono stati rimessi in libertà nello stesso luogo.
Se i roditori vengono rimessi in libertà da qualche parte – di solito un paio di chilometri dal luogo
di cattura, affinché non possano ritornarvi – essi vengono deposti in un habitat che offre basi insufficienti per la sopravvivenza o che è già occupato da altri roditori, che scacciano l’intruso. Inoltre l’animale non ha il riparo di una tana e dovrebbe crearsi di nuovo un territorio. Il topo rimesso
in libertà va perciò incontro a morte certa.
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Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
L’utilizzo di trappole destinate a catturare l’animale vivo è piuttosto sconsigliabile, a meno che
non vengano controllate spesso e gli animali catturati siano rimessi in libertà in un luogo ottimale, per esempio in un mucchio di compost coperto (protezione, cibo, habitat).
3.3.2. Trappole a molla
Ci sono molti modelli di trappole a molla. L’importante è che le dimensioni della trappola siano
adeguate a quelle dei roditori da combattere. Se la trappola è troppo grande, l’archetto anziché
colpire la testa o la nuca dell’animale, può colpire la schiena più in basso. L’animale rimane allora
incastrato, gravemente ferito, paralizzato e muore in modo atroce di sete o di fame. La trappola a
molla deve inoltre essere abbastanza forte da uccidere subito il roditore con un colpo sulla nuca o
sulla testa.
Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Dal punto di vista della protezione degli animali le trappole a molla sono il metodo più consigliabile, perché, se utilizzate in modo corretto e con le giuste dimensioni, uccidono gli animali in
modo rapido e indolore e corrispondono così alle direttive della Legge sulla protezione degli
animali.
Esche per trappole destinate alla cattura di animali vivi e trappole a molla
Anche se si dice che si possono catturare i topi con la pancetta o il formaggio, ci sono delle esche
decisamente migliori. Nel caso di trappole destinate a catturare gli animali vivi si dovrebbero
offrire delle esche ricche di liquidi, per esempio un pezzo di mela, con l’aggiunta di uvetta, noci,
Nutella, burro di arachidi o addirittura del cioccolato. L’animale dispone così di cibo e acqua
fino a quando sarà rimesso in libertà.
Dove vanno collocate le trappole?
I roditori sono dei tipici predatori e cercano sempre il riparo delle strutture, nella maggior parte
dei casi si muovono cioè lungo la parete. Per questo motivo le trappole destinate a catturare gli
animali vivi e le trappole a molla, così come le scatole con esche, dovrebbero se possibile essere posizionate lungo le pareti. Le trappole utilizzate per gli arvicolini vengono invece interrate
direttamente nei passaggi degli animali nel terreno.
3.3.3. Rodenticidi nelle esche di cibo
Anticoagulanti (inibitori della coagulazione)
Per quanto riguarda la maggior parte degli strumenti di lotta impiegati oggi contro i roditori, i cosiddetti rodenticidi, si tratta di anticoagulanti, cioè di inibitori della coagulazione, sotto forma di
esche avvelenate in pellets. Essi riducono la capacità di coagulazione del sangue. Gli animali che
hanno mangiato i rodenticidi in pellets soffrono di emorragie interne, perché in presenza di piccoli e quotidiani ferimenti dei vasi che si verificano soprattutto nei capillari la coagulazione del sangue non funziona più, e vengono a crearsi molti ematomi interni ed esterni. Gli animali muoiono
dopo diversi giorni a causa della perdita di sangue e delle sue conseguenze, cioè insufficienza
cardiaca, insufficienza respiratoria e/o insufficienza renale.
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Nel mondo scientifico si dibatte attualmente se gli inibitori della coagulazione siano o meno rispettosi degli animali. È vero che gli animali non soffrono, ma si ritirano semplicemente e si addormentano, come sostengono i produttori, oppure gli anticoagulanti provocano notevole sofferenza agli
animali a causa dei numerosi ematomi, del dolore e delle difficoltà respiratorie, come esposto in
diverse pubblicazioni scientifiche?
Nel dubbio pro reo: Dal punto di vista della protezione degli animali si dovrebbe rinunciare ogni
volta che sia possibile ai rodenticidi, da un lato perché non è chiaro quanto soffrono gli animali,
dall’altro perché questi veleni costituiscono un pericolo anche per altri esseri viventi, se utilizzati
in modo sbagliato. Se le esche avvelenate in pellets vengono semplicemente disseminate, è possibile che assumano il veleno anche animali da compagnia come gatti e cani, animali indigeni come
ricci e volpi o persino bambini e mostrare segni di avvelenamento. È perciò indispensabile che i
rodenticidi vengano utilizzati con cura, solo dove sono presenti roditori nocivi e solo nella quantità
necessaria alla lotta contro i roditori nocivi. La soluzione migliore consiste nel somministrare le
esche avvelenate in pellets dentro scatole chiuse con piccole aperture, nelle quali la specie di roditori nocivi presa di mira possa entrare. Ciononostante gatti o volpi ad esempio possono ugualmente mangiare topi avvelenati avvelenandosi a loro volta. Anche per questo motivo i rodenticidi
dovrebbero essere utilizzati con estrema moderazione e in modo controllato.
Altri svantaggi dei rodenticidi sono che non possono comunque essere utilizzati né dentro né intorno ai prodotti alimentari destinati all’uomo (cucine, dispense), perché il pericolo di contaminazione è molto elevato. Altri svantaggi dei rodenticidi sono anche che i roditori avvelenati possono ritirarsi in posti inaccessibili, dove muoiono ed eventualmente si putrefanno emanando forti odori.
Come si riconoscono gli avvelenamenti con anticoagulanti?
Sintomi di avvelenamento sono fra l’altro dolori muscolari, dolori articolari, dolori addominali
nonché ematomi ed emorragie, sia esterne che interne, stordimento, difficoltà respiratorie. Se vi
è il sospetto di un avvelenamento con anticoagulanti, occorre chiedere subito l’aiuto di un medico per l’animale da compagnia o il bambino in questione.
Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Dal punto di vista della protezione degli animali si dovrebbe se possibile rinunciare a rodenticidi o anticoagulanti. Se vengono utilizzati, occorre farlo in modo mirato e tale che solo la specie
presa di mira abbia accesso all’esca avvelenata.
Alcuni nomi di principi attivi presenti negli anticoagulanti (da leggere sull’etichetta del prodotto,
nella dichiarazione della composizione): bromadiolone, brodifacum, difenacum, flocoumafen
Cloralosio
Il cloralosio non è un anticoagulante, ma una sostanza originariamente usata come narcotico (stupefacente). Nei roditori questa sostanza riduce l’attività cerebrale, il battito cardiaco e la temperatura corporea in parte fino a 20 °C. La morte è provocata da ipotermia o arresto respiratorio. L’utilizzo di questo rodenticida ha senso solo se le temperature ambientali sono inferiori ai 16 °C ed è
adatto solo per i topi, ma non per i ratti, perché in un corpo più grande la temperatura corporea
scende meno rapidamente. Al contrario degli anticoagulanti, è probabile che questo rimedio non
provochi dolori, tutt’al più malessere. Il cloralosio agisce molto velocemente (15 min) e provoca
sonnolenza, svenimento e coma. Negli animali più grandi come i ratti si osservano crampi. Vi è il
pericolo che vengano avvelenati predatori (poiana comune, nibbio reale), quando catturano topi
contenenti cloralosio. In generale il rischio è tuttavia giudicato basso.
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Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Dal punto di vista della protezione degli animali il rodenticida a base di cloralosio provoca poca
sofferenza agli animali. Può tuttavia essere impiegato solo per piccoli roditori (topi domestici) e
non per ratti.
3.3.4. Rodenticidi in cartucce fumogene
Ossidi di zolfo e altri ossidi gassosi
Le cartucce fumogene liberamente in commercio contengono nella maggior parte dei casi zolfo e
nitrato di potassio. Vengono inserite nei passaggi dei topi, accese, dopodiché i passaggi vengono
chiusi. Quando viene bruciata la cartuccia si formano fra l’altro i seguenti gas velenosi: ossidi di
azoto, ossidi di zolfo e monossido di carbonio. Il diossido di zolfo per esempio provoca una reazione con le membrane umide degli occhi e delle vie respiratorie trasformandosi in acido solforoso e
acido solforico, che ha un effetto molto corrosivo e causa gravi danni alle vie respiratorie e ai polmoni: distruzione degli epiteli, crampi, restringimento delle vie respiratorie, emorragia, accumulo
di liquidi, collasso polmonare e infine arresto respiratorio. La morte avviene per soffocamento.
Forti dolori e panico dovuti a insufficienza respiratoria sono molto probabili e ciò per una durata
che può andare da 20 minuti a 5 ore, fino a quando interviene la morte. Anche il monossido di
carbonio è un veleno che agisce sulle vie respiratorie, che però provoca il soffocamento a livello
cellulare.
Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Dal punto di vista della protezione degli animali le cartucce fumogene a base di zolfo provocano
grandissime sofferenze, ragione per la quale si dovrebbe rinunciare al loro impiego.
Fosfuro di calcio
Il fosfuro di calcio produce a contatto con l’umidità della terra fosfina e fosfuro di idrogeno, che si
diffonde come veleno che agisce sulle vie respiratorie nei passaggi sotterranei dei roditori e li uccide. Questi gas sono molto velenosi anche per gli esseri umani. Nei roditori i gas irritano gli occhi
e le mucose delle vie respiratorie, e provocano insufficienza respiratoria, crampi, paralisi delle
zampe posteriori, seguiti da una paralisi totale e dalla morte entro alcune ore. Essendo molto velenosi e pericolosi, di regola i rodenticidi a base di fosfuro di calcio non vengono venduti ai privati!
Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Dal punto di vista della protezione degli animali, i rodenticidi a base di fosfuro di calcio provocano grandissime sofferenze e non dovrebbero essere utilizzati. Inoltre il fosfuro di calcio è
molto pericoloso anche per l’uomo e altri animali e se entra in contatto con l’acqua vi è pericolo
di esplosione.
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3.3.5. Trappole vischiose
Ogni tanto nei supermercati dei paesi confinanti (p. es. l’Italia) si trovano in vendita delle trappole
o delle paste vischiose in tubetti. I roditori restano attaccati a questi prodotti e muoiono di sete e
di fame se le trappole non vengono controllate ogni paio d’ore e gli animali incollati non vengono
uccisi in modo adeguato.
Raccomandazione dal punto di vista della protezione degli animali:
Si dovrebbe rinunciare alle trappole vischiose per roditori perché provocano una morte atroce e
sono perciò vietate dalla Legge sulla protezione degli animali.
4. I non specialisti sono in grado o possono uccidere a regola d’arte i roditori?
Dal punto di vista della Legge sulla protezione degli animali, a parte il fatto che l’uccisione non
deve avvenire in modo atroce, esistono disposizioni sull’uccisione conforme alla protezione degli
animali solo per gli animali da compagnia, gli animali da reddito e gli animali da laboratorio, ma
non per i roditori nocivi (animali selvatici). Fatta eccezione per i casi di emergenza, solo i veterinari, che dispongono della necessaria formazione e di narcotici adeguati, sono autorizzati a uccidere
a regola d’arte gli animali da compagnia. Le associazioni di allevatori di conigli offrono dei corsi per
l’uccisione a regola d’arte dei conigli con apparecchi a proiettile captivo, che però non sono adatti
per i roditori nocivi, che sono molto più piccoli ed essendo degli animali selvatici molto agili, sono
quasi impossibili da immobilizzare manualmente. Gli animali da reddito devono essere storditi a
regola d’arte da personale con una specifica formazione (stordimento con pistola a proiettile captivo, stordimento elettrico o con diossido di carbonio) e poi fatti dissanguare per ucciderli. Le direttive sull’uccisione a regola d’arte e conforme alla Legge sulla protezione degli animali degli
animali destinati alla sperimentazione (800.116-3.01) elencano metodi di uccisione leciti e illeciti
per gli animali da laboratorio, che offrono almeno dei riferimenti per l’uccisione rapida e indolore
dei roditori nocivi. Recitano: «Il metodo di uccisione deve garantire un rapido ingresso di uno stato di insensibilità e incoscienza.» e «L’agitazione dell’animale va evitata o limitata al minor tempo
possibile. Devono perciò essere privilegiati metodi che non richiedono alcuna immobilizzazione o
un’immobilizzazione breve e riguardosa degli animali (rapporti con gli animali). Possibili reazioni
di difesa, di aggressività e agitazione (stress e paura) possono così essere evitate o perlomeno ridotte. L’immobilizzazione e la cattura degli animali prima dell’uccisione devono essere eseguite
con delicatezza e se possibile evitate.»
4.1. Colpo di stordimento con dissanguamento e decapitazione
In pratica entra in considerazione solo un colpo mirato con un oggetto pesante (bastone, pietra,
badile) nella zona fra la testa e la nuca del roditore. Questo colpo può essere mirato solo se l’animale non si muove quasi più. La morte deve essere garantita dopo un colpo di stordimento sulla
nuca con decapitazione o distruzione dell’intero cranio.
I roditori ancora in grado di muoversi e non feriti provenienti da una trappola destinata a catturare
animali vivi non possono essere uccisi in modo corretto da un non specialista, perché la maggior
parte delle misure necessarie a tale scopo richiedono la cattura e l’immobilizzazione dell’animale.
L’uccisione mediante colpo di stordimento e decapitazione è perciò consentita solo per gli animali feriti, che non sono più in grado di muoversi.
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4.2. Biossido di carbonio
Se si dispone di una bottiglia di biossido di carbonio, i roditori possono essere sottoposti a eutanasia anche con questo gas. Li si inserisce in un contenitore ben chiuso nel quale si immettono fino
a 6 litri di CO2 al minuto attraverso un coperchio chiuso fino a raggiungere una concentrazione di
almeno l’80 %. Nel caso ottimale il gas in entrata dovrebbe produrre un turbine mediante il collocamento di un oggetto sotto l’apertura di immissione. Gli animali vanno lasciati diversi minuti nel
CO2, fino a quando non reagiscono più, neanche se si stringe la zampa con una pinzetta, non è più
possibile constatare un infarto e gli occhi sono privi di vita. Attenzione: il CO2 è un gas incolore,
più pesante dell’aria. Se fuoriesce in modo incontrollato, può formarsi un lago invisibile che può
essere mortale per bambini, animali da compagnia o persone che dormono. Se si impiega ghiaccio
secco al posto del gassoso CO2 bisogna stare attenti: gli animali non devono toccare il ghiaccio
(-78 °C), altrimenti subiscono dolorose ustioni provocate dal freddo. Deve essere garantita una
distanza di almeno 10 cm fra gli animali e il ghiaccio secco. Il biossido di carbonio è tuttavia controverso dal profilo del rispetto degli animali. Il gas ha un effetto molto avverso, perché fra l’altro
ha una reazione acida sulle superfici umide delle mucose delle vie respiratorie. Provoca inoltre
malessere e forte insufficienza respiratoria. Attualmente autorità e scienziati dibattono su alternative più rispettose degli animali e praticabili.
Altri metodi di uccisione non sono né leciti né praticabili per il non specialista. Metodi di uccisione totalmente vietati sono ad esempio: etere, cloroformio, monossido di carbonio, stricnina, microonde, elettricità, soffocamento (azoto, gas di scarico, elio, acido cianidrico/cianuro), sbattere gli
animali contro uno spigolo.
Materiale sull’argomento
•Mason, G. & Littin, K.E. (2003) The humaneness of rodent pest control. Animal Welfare 12: 1-37
•Yeates, J. (2010) What can pest management learn from laboratory animal ethics? Pest Management Science 66: 231-237
•Meerburg, B.G., Brom, F.W.A. & Kijlstra, A. (2008) Perspective: The ethics of rodent control. Pest
Management Science 64: 1205-12111
Conclusione
Nella lotta contro i »roditori nocivi» vale sempre la regola: il meno possibile, nella quantità necessaria e in modo mirato. Deve effettivamente esserci un danno affinché l’uccisione e la sofferenza
degli animali possano essere giustificate. Quando si lotta contro i roditori nocivi, occorre utilizzare
il metodo che provoca meno sofferenze e che è più adatto alla situazione e alla specie animale
contro la quale si vuole lottare. Solo così si possono evitare sofferenze inutili.
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1/2012
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