I Telescopi, ovvero gli strumenti del mestiere Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 1 / 35 Galileo A Galileo sono legati i nomi di due strumenti ottici: il telescopio e il microscopio composto. Probabilmente entrambe le invenzioni vanno attribuite ad artigiani olandesi, ma Galileo ne perfezionó le prestazioni. Anche se la paternitá di questi strumenti non é chiaramente identificabile, l’importanza di Galileo consiste nell’uso che ne viene fatto e nella rivendicazione del potere conoscitivo che ne deriva da tale uso, soprattutto per quanto riguarda il telescopio: divengono strumenti di indagine scientifica. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 2 / 35 Galileo Nel 1609 Galileo costruisce il primo cannocchiale per uso scientifico. É il risultato della combinazione di due lenti, una piano-concava (oculare) e l’altra pianoconvessa (obbiettivo), sistemate dentro un tubo. Nelle figure vediamo i tubi di due telescopi e la lente obbiettivo del telescopio di Galileo donato a Cosimo II nel Marzo 1610. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 3 / 35 Galileo e il telescopio Galileo sperimentó a lungo la fabbricazione delle lenti. Avvalendosi della collaborazione dei vetrai di Murano, riuscı́ a costruire un cannocchiale dalle buone prestazioni. Diede prova delle potenzialitá dello strumento al Senato veneziano il 21 agosto 1609. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 4 / 35 Le prime osservazioni telescopiche Durante le notti dell’autunno e dell’inverno successivi, utilizzó il suo strumento per osservare il cielo compiendo una serie di scoperte decisive per la nascita di una nuova astronomia: Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 5 / 35 Le prime osservazioni telescopiche Durante le notti dell’autunno e dell’inverno successivi, utilizzó il suo strumento per osservare il cielo compiendo una serie di scoperte decisive per la nascita di una nuova astronomia: osservó montagne e crateri sulla superficie della Luna, fino ad allora ritenuta liscia e incorruttibile; la Luna é “... disuguale, scabra, piena di cavitá e sporgenze ...” e “... variata da macchie, come occhi cerulei d’una coda di pavone”. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 5 / 35 Le prime osservazioni telescopiche Durante le notti dell’autunno e dell’inverno successivi, utilizzó il suo strumento per osservare il cielo compiendo una serie di scoperte decisive per la nascita di una nuova astronomia: osservó montagne e crateri sulla superficie della Luna, fino ad allora ritenuta liscia e incorruttibile; la Luna é “... disuguale, scabra, piena di cavitá e sporgenze ...” e “... variata da macchie, come occhi cerulei d’una coda di pavone”. studió il moto relativo della Luna e della Terra; Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 5 / 35 Le prime osservazioni telescopiche Durante le notti dell’autunno e dell’inverno successivi, utilizzó il suo strumento per osservare il cielo compiendo una serie di scoperte decisive per la nascita di una nuova astronomia: osservó montagne e crateri sulla superficie della Luna, fino ad allora ritenuta liscia e incorruttibile; la Luna é “... disuguale, scabra, piena di cavitá e sporgenze ...” e “... variata da macchie, come occhi cerulei d’una coda di pavone”. studió il moto relativo della Luna e della Terra; capı́ che la Via Lattea era un insieme di stelle; essa é descritta come “... una congerie di innumerevoli stelle, disseminate a mucchi ...”; Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 5 / 35 Le prime osservazioni telescopiche Durante le notti dell’autunno e dell’inverno successivi, utilizzó il suo strumento per osservare il cielo compiendo una serie di scoperte decisive per la nascita di una nuova astronomia: osservó montagne e crateri sulla superficie della Luna, fino ad allora ritenuta liscia e incorruttibile; la Luna é “... disuguale, scabra, piena di cavitá e sporgenze ...” e “... variata da macchie, come occhi cerulei d’una coda di pavone”. studió il moto relativo della Luna e della Terra; capı́ che la Via Lattea era un insieme di stelle; essa é descritta come “... una congerie di innumerevoli stelle, disseminate a mucchi ...”; osservando Giove, scoprı́ i suoi quattro satelliti principali, chiamati pianeti medicei: confrontando la natura di satelliti naturali dei pianeti medicei con quella della Luna, stabilı́ che Giove era un pianeta simile alla Terra. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 5 / 35 Il Messaggio dalle Stelle (... o Messaggero Celeste) Quando si accinge a scrivere il Sidereus Nuncius, Galileo ha quasi cinquant’anni. Prima di quest’opera ha prodotto solo scritti minori. Da sette anni sostiene le tesi copernicane. Ora gioca il tutto per tutto: pubblica un lavoro che lo renderá o incredibilmente famoso o incredibilmente ridicolo, come ebbe a dire l’ambasciatore britannico presso la Repubblica di Venezia. Quest’opera contiene i risultati di 55 notti d’osservazione con il cannocchiale. Il trattato é scritto in latino e la prima edizione viene pubblicata nel 1610. Dal frontespizio appare la dedica dei quattro satelliti di Giove alla famiglia dei Medici. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 6 / 35 Le osservazioni Disegni di Galileo delle sue osservazioni (Sidereus nuncius). La Luna nelle sue diverse fasi. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 7 / 35 Le osservazioni Disegni di Galileo delle sue osservazioni (Sidereus nuncius). Giove e i Pianeti Medicei, i quali mostrano il loro moto orbitale attorno a Giove. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 8 / 35 L’inventore del telescopio a riflessione Newton non fu l’inventore del telescopio a rilfessione. Il suo studio sulla scomposizione della luce bianca, lo portó a pensare che tutti i rifrattori avrebbero sempre sofferto di aberrazione cromatica. Il telescopio a riflessione fu la risposta di Newton al problema. Tuttavia, difficoltá connesse alla lavorazione e alle prestazioni degli specchio, fecero sı́ che si dovette aspettare piú di un secolo prima che i riflettori si affermassero. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 9 / 35 Caratteristiche del telescopio di Newton primario non esattamente parabolico, praticamente sferico; diametro circa 1.3 pollici (33 mm); lunghezza focale 6 pollici (150mm); ingrandimenti circa 40; Prima versione 1668; una seconda versione fu presentata alla Royal Society in 1672 e quindi Newton fu ammesso come membro della societá sin quell’anno. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 10 / 35 L’inventore del Telescopio a Riflessione Il telescopio Cassegrain Qualche tempo dopo la realizzazione del telescopio di Newton, un oscuro professore del Collegio di Chartres, il francese Laurent (o Guillaume, il vero nome é andato perduto) Cassegrain, rese noto il progetto di un telescopio a secondario convesso. Le reazioni furono negative, soprattutto a opera di Huygens e Newton. Nonostante queste opposizioni, questo telescopio e le sue derivazioni si imposero come quelli piú diffusi sia in campo amatoriale sia nel campo degli astronomi professionisti. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 11 / 35 I Telescopi, ovvero gli strumenti del mestiere Le funzioni principali di un telescopio sono: aumentare la luminosità dell’immagine di sorgenti deboli; ingrandire la dimensione apparente di un oggetto astrofisico. Ció si realizza nei modi seguenti: raccogliendo quanta più luce possibile con un obbiettivo di grandi dimensioni, e comunque più di quanto non possa raccogliere direttamente la pupilla dell’occhio; mostrando all’occhio una immagine dell’oggetto che sottenda un angolo maggiore rispetto al caso in cui si osservi senza l’ausilio di uno strumento. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 12 / 35 Telescopi rifrattori e riflettori Possiamo suddividere i telescopi in tre grandi famiglie: i rifrattori, in cui l’elemento ottico principale, cioé l’obiettivo, é una lente; i riflettori, in cui l’obiettivo é uno specchio. i catadiottrici, in cui sono presenti sia ottiche in trasmssione sia in riflessione. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 13 / 35 I Telescopi, ovvero gli strumenti del mestiere I telescopi sono costituiti da: un obbiettivo, che raccoglie la luce dell’oggetto astronomico che si vuole osservare un oculare, una struttura meccanica (montatura), che mantiene allineate le ottiche e consente il puntamento. L’osservazione diretta al telescopio avviene accostando l’occhio all’oculare, e questo permette la visione di un immagine piú luminosa, ingrandita, e in condizioni non accomodate (occhio che guarda all’infinito). L’oculare viene montato confocale con l’obbiettivo. Il barilotto che contiene le ottiche dell’oculare viene alloggiato all’interno del tubo focheggiatore. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 14 / 35 I Telescopi, ovvero gli strumenti del mestiere La misura standard del diametro del barilotto degli oculari é di 1′′ (24.5 mm), 1′′ e 1/4 del sistema di misura inglese, pari 31,8 mm, ma esistono anche oculari da 2′′ (50,8 mm). La differenza principale tra i due tipi é data dal campo inquadrato, maggiore nel secondo. Le lunghezze focali vanno solitamente da 4 a piú di 30 mm. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 15 / 35 I Telescopi, ovvero gli strumenti del mestiere Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 16 / 35 Telescopio Astronomico o Kepleriano Schema ottico di un telescopio kepleriano 2 obbiettivo oculare piano della pupilla 1 immagine F’o=Fe intermedia α α’ α’ fe fo fe estrazione pupillare Considerando i triangoli simili aventi come cateto comune l’immagine intermedia: m=− Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) fo fe Astronomia Pratica May 16, 2015 17 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Schema ottico di un telescopio galileiano piano della pupilla 2 fe oculare 1 α’ α F’o=Fe 3 fo fe obbiettivo Analogamente al caso kepleriano: m=− Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) fo fe Astronomia Pratica May 16, 2015 18 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Principali vantaggi del telescopio galileiano: Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 19 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Principali vantaggi del telescopio galileiano: Trovandosi l’oculare prima del fuoco lo strumento risulta compatto. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 19 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Principali vantaggi del telescopio galileiano: Trovandosi l’oculare prima del fuoco lo strumento risulta compatto. Essendo l’immagine intermedia virtuale, l’immagine finale risulta eretta. Svantaggi del telescopio galileiano: Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 19 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Principali vantaggi del telescopio galileiano: Trovandosi l’oculare prima del fuoco lo strumento risulta compatto. Essendo l’immagine intermedia virtuale, l’immagine finale risulta eretta. Svantaggi del telescopio galileiano: Gli ingrandimenti ottenibili sono limitati. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 19 / 35 Cannocchiale o telescopio Galileiano Principali vantaggi del telescopio galileiano: Trovandosi l’oculare prima del fuoco lo strumento risulta compatto. Essendo l’immagine intermedia virtuale, l’immagine finale risulta eretta. Svantaggi del telescopio galileiano: Gli ingrandimenti ottenibili sono limitati. Non è possibile utilizzare un reticolo. La pupilla d’uscita cade all’interno dello strumento. Diaframmare l’obbiettivo comporta una riduzione ulteriore del campo. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 19 / 35 Telescopi a riflessione Specchi a sezione conica nei telescopi. per ogni superficie riflettente conica di rivoluzione, esiste una coppia di punti (i due fuochi della conica), per i quali tutti i raggi uscenti da uno dei due punti vanno a concentrarsi nell’altro, indipendentemente dall’apertura del raggio. Conseguenze: in campo astronomico possiamo adottare uno specchio primario paraboloide, per cui un punto oggetto all’infinito e assiale viene coniugato con il fuoco del paraboloide stesso; l’immagine non é affetta da aberrazione sferica e da aberrazioni in genere per un punto in asse; é possibile accoppiare superfici coniche diverse, avendo cura di far coincidere un fuoco di una superficie con uno dei fuoichi dell’altra. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 20 / 35 Telescopio newtoniano Elementi costitutivi di un telescopio riflettore in configurazione Newton I raggi luminosi provenienti dall’astro distante, posto in direzione dell’asse ottico, incidono sullo specchio parabolico S 1 e per le proprietá focali della parabola vengono fatti convergere nel punto Fo , fuoco della parabola. Prima di arrivare nel fuoco, i raggi vengono intercettati dallo specchio secondario S 2 piano, e inviati verso il fuoco F ′ , senza modificarene la convergenza. oculare specchio primario parabolico specchio secondario piano fuoco del primario Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 21 / 35 Telescopio newtoniano I raggi provenenienti da un altro astro o punto nel cielo, quindi fuori asse, formano un angolo u con l’asse ottico, e dopo due riflessioni si focalizzano nel punto F ′′ . In questo caso l’immagine sará affetta daaberrazioni via via crescenti, in particolar modo da coma. Un oculare confocale con il fuoco (estratto) del primario, rende nuovamente paralleli i raggi di un punto oggetto, cosicché l’immagine puó essere osservata dall’occhio in condizioni non accomodate. oculare specchio primario parabolico specchio secondario piano fuoco del primario Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 22 / 35 Telescopio newtoniano oculare specchio primario parabolico specchio secondario piano fuoco del primario Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 23 / 35 Telescopio in configurazione cassegrain Un’altra configurazione é quella di Cassegrain, in cui lo specchio primario é ancora un paraboloide, ma forato al centro, mentre il secondario é un iperboloide. I raggi luminosi provenienti da una sorgente assiale all’infinito, incidono sullo specchio parabolico S 1 e vengono fatti convergere nel fuoco del primario Fo . Prima di arrivare in Fo , i raggi vengono intercettati dallo specchio secondario S 2 iperbolico; poiché un fuoco dell’iperboloide coincide col fuoco del primario, virtualmente é come se i raggi provenissero da Fo , quindi vengono riflessi verso il secondo fuoco dell’iperbole, F2 , passando attraverso il foro praticato nel primario. Nel caso di un iperboloide entrambi i fuochi sono a distanza finita. fuoco del primario specchio primario parabolico specchio secondario iperbolico oculare f−a Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) a Astronomia Pratica e May 16, 2015 24 / 35 Telescopio in configurazione cassegrain Analogamente al caso del newtoniano, i raggi provenienti da un punto fuori asse, vengono fatto convergere nel punto Fi, e un oculare confocale col piano focale, individuato da F2 , permette di riottenere fasci di raggi paralleli, per ciascuna sorgente nel campo del telescopio, e l’occhio osserva in condizioni accomodate. Non c’e’ aberrazione sferica. fuoco del primario specchio primario parabolico specchio secondario iperbolico oculare f−a Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) a Astronomia Pratica e May 16, 2015 25 / 35 Telescopio Cassegrain fuoco del primario specchio primario parabolico specchio secondario iperbolico oculare f−a Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) a Astronomia Pratica e May 16, 2015 26 / 35 Le montature dei telescopi Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 28 / 35 La montatura equatoriale Nelle equatoriali, i due assi sono detti asse polare e asse di declinazione: l’asse polare viene diretto parallelamente all’asse terrestre, mentre l’altro, detto asse di declinazione, viene orientato sull’astro in esame. Una volta orientato correttamente l’asse di declinazione, per mantenere l’asse ottico del telescopio puntato sull’oggetto in esame, basta far ruotare il telescopio attorno all’asse polare in verso opposto e con la stessa velocitá di rotazione della Terra. Non c’é rotazione di campo. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 29 / 35 La montatura equatoriale Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 30 / 35 Differenti tipi di montatura equatoriale Montatura tedesca É stata questa la prima montatura equatoriale ed é tutt’ora usatissima nel campo amatoriale. Il telescopio é sempre posizionato da una parte (ora Est ora Ovest del meridiano dell’osservatore) mentre dall’altra parte sono posti dei contrappesi che bilanciano il peso strumentale. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 31 / 35 Differenti tipi di montatura equatoriale Montatura inglese Nella montatura inglese il telescopio é situato al centro di una culla che punta verso il Nord celeste. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 32 / 35 Differenti tipi di montatura equatoriale Montatura a forcella Il telescopio é fissato all’interno di una forcella che punta il Polo Nord celeste. Consente l’accessibilitá al polo e non ha problemi di reversibilitá di assi. L’unico svantaggio é rappresentato dal fuori centro delle masse rispetto all’asse gravitazionale ideale. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 33 / 35 Montature altazimutali Con le montature altazimutali (o azimutali), i telescopi possono ruotare attorno a due assi, uno verticale, con il quale si orienta l’asse ottico del telescopio in azimut, e uno orizzontale, con il quale si orienta l’asse in altezza. Questi telescopi hanno quindi bisogno di due movimenti continui per poter seguire le stelle, a differenza dei telescopi con montature equatoriali che ne hanno bisogno di uno solo e molto semplice. Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 34 / 35 Altri schemi di base Il Telescopio Terrestre o Cannocchiale Binocolo Luca Zangrilli (INAF-Arcetri) Astronomia Pratica May 16, 2015 35 / 35