Politiche economiche europee: lezzione del 10 ottobre Modello di Mundell Flessibilità/mobilità: OK Unione Monetaria (Economica) → Politica monetaria unica → S.A. (i, cambio) Rigidità: Problematica Indipendente/nazionale: Problematica Integrazione economica → Vantaggi macroeconomici → S.S. → pol. monetaria Unica: OK I paesi che aderiscono ad un’unione monetaria perdono la propria independenza della politica monetaria nazionale, quindi non possono più modificare i tassi d’interesse e di cambio per ristabilire l’equilibrio in una situazione di shock assimetrico. Tuttavia, se i prezzi e i salari sono flessibli e/o i lavoratori sono mobili, l’equilibrio si ristabilirà automaticamente nei due paesi. Pero, se esiste una rigidità in questi paesi, l’aggiustamento non si raggiungerà automaticamente. L’idea della creazione di un’unione monetaria viene del processo di integrazione economica tra vari paesi, e l’integrazione economica in se stessa è rafforzata dalla creazione dell’UM. L’integrazione economica porta dei vantaggi macroeconomici e la probabilità di shock simmetrici aumenta. Per corrigere questi shock simmetrici, una politica monetaria unica è più efficace che una politica monetaria nazionale, dunque il fatto di fare parte di un’unione monetaria diventa vantaggioso. Gli shock simmetrici Prendiamo due paesi, Francia e Germania. In caso di shock simmetrico negativo della domanda. La domanda aggregata nei due paesi diminuisce e le due curve di domanda aggregata si spostano dello stesso ammontare verso la sinistra. Ipotesi 1: i due paesi fanno parte di una stessa unione monetaria La banca centrale commune dei due paesi diminuisce il tasso d’interesse, ciò che incoraggia gli agenti economici ad investire, stimolando così la domanda aggregata nei due paesi. Ipotesi 2: i due paesi non fanno parte di un’unione monetaria La banca nazionale di Francia, ad esempio, vorrebbe svalutare il franco perché i prezzi francesi siano più competitivi rispetto ai prezzi tedeschi, e quindi la domanda aggregata della Francia aumenterebbe con uno spostamento della sua curva di domanda aggregata verso la destra, e uno spostamento della curva tedesca verso la sinistra. Ovviamente, la Germania vorrebbe reagire nello stesso modo e finirebbe in una guerra di valute. La svalutazione ha un effetto immediato di breve periodo pero non è una buona soluzione. Francia e Germania potrebbero mettersi d’accordo? Potrebbero decidere di creare una banca centrale commune ma sarebbe troppo difficile di fare una manovra coordinata senza unione monetaria. Conclusione In caso di shock simmetrico, è meglio per i paesi di fare parte di un’unione monetaria con una politica monetaria commune, per evitare di cadere in una spirale deflazionistica. Gli shock asimmetrici permanenti + rigidità Prendiamo due paesi, Francia e Germania. In caso di shock assimetrico dove la domanda aggregata di Francia diminuisce e quella di Germania aumenta, la curva di domanda aggregata francese si sposta verso la sinistra (D’F), e quella tedesca verso la destra.Per poter stimolare la domanda in Francia, i prezzi francesi devono diminuire rispetto a quelli tedeschi, qualunque sia il regime monetario nel quale si trova (UM o independente). In caso di deprezzamento del franco, per rendere più competitivi i prezzi francesi, i salari reali diminuiscono, ciò che crea una pressione dei sindacati grazie a cui i salari nominali aumentano. Quindi i costi di produzzione di Francia aumentano con l’aumento dei salari nominali. La curva di offerta aggregata della Francia si sposta verso l'alto (S’F (W2)), per raggiungere un nuovo punto d’equilibrio (F’) con prezzi più alti e livello di produzzione più basso. Il deprezzamento ha avuto degli effetti favorevoli sulla produzzione francese all’inizio del processo, con l’aumento della domanda aggregata, che tendono a scomparire con l’aggiustamento dell’offerta all’aumento dei prezzi. L’effetto finale del deprezzamento è un’aumento dei prezzi francesi, quindi gli effetti sulla competitività del paese sono stati tamporeanei. PF S’F (W2) F’ ↑ SF (W1) F → D’F DF YF Gli shock asimmetrici temporanei + rigidità Gli shock ciclici di breve durata che colpiscono la domanda di un paese sono temporanei. Sono shock asimmetrici quando le flutuazzione cicliche tra i diversi paesi di un’unione monetaria non sono sincronizzate. Prendiamo due paesi, Francia e Germania e imaginiamo degli shock di domanda non sincronizzati: una fase di recessione in Francia corrisponde ad un periodo di espansione in Germania e vice versa. Se formano un’unione monetaria, la banca centrale non può agire abbassando il tasso di interesse per stimolare la domanda francese perché aumentarebbe la pressione inflazionistica in Germania, ne alzandolo per evitare l’inflazione tedesca perché rischia di intensificare la recessione in Francia. Per di più, come il problema è temporaneo, non si può utilizzare la flessibilità (dei prezzi e salari) ne la mobilità (dei lavoratori) per risolvere il problema. A livello nazionale, se Francia e Germania hanno una politica monetaria independente, la Francia può ridurre il suo tasso d’interesse per stimolare la domanda quando sta in periodo di recessione, e la Germania può alzare il suo in periodo di crescità, ciò che non si potrebbe fare all’interno di un’unione monetaria. Tuttavia, le modificazioni ripetute del tasso d’interesse sono una fonte d’instabilità macroeconomica. I paesi possono anche applicare delle politiche di bilancio. Ad esempio, in periodo di tasso di crescità basso, il paese può diminuire il tasso di tassazione e/o aumentare la spesa pubblica per stimolare la domanda aggregata e fare il contrario in periodo di crescità dell’economia. Le politiche di aggiustamento del bilancio del UME negli anni 1995 a 2005 hanno portato delle margini di manovra, della credibilità e finalmente una coerenza intemporale. Tasso di crescità Deficit ↑ Spesa ↑ Tassa ↓ U↑ Deficit ↓ Spesa ↓ Tassa ↑ A↑ Tempo