La mesoterapia biologica Omeomesoterapia 1- Introduzione Sono passati esattamente 185 anni da quando Pravaz inventò la siringa e con questa un modo rivoluzionario di somministrare i farmaci. E ne sono passati 65 da quando Pistor codificò, col termine mesoterapia, un modo altrettanto, a mio avviso innovativo, di somministrare i farmaci: non più un’unica voluminosa dose introdotta nel muscolo o in vena ma tante piccole dosi, iniettate sottocute, là dove vi è un dolore o una disfunzione. Pistor, che era un medico di campagna, doveva affrontare e risolvere quotidianamente una serie di problemi senza la possibilità di ricorrere sistematicamente all’aiuto degli specialisti. Non erano d’altronde ancora i tempi dell’iperspecializzazione e non erano i luoghi, visto che i suoi pazienti erano per lo più contadini che l’ospedale lo vedevano solo come “meta finale” o tutt’al più per qualche malaugurato incidente o intervento chirurgico. Forte quindi di una notevole esperienza clinica ebbe la felice capacità di trarre dall’osservazione di un fatto del tutto casuale un principio generale e di farne un metodo di cura. Tale metodo consiste nell’iniettare piccole quantità di farmaci per via intradermica o sottocutanea utilizzando appositi aghi di lunghezza non superiore ai 4 mm. Questa via di somministrazione comporta alcuni vantaggi quali: • Minor quantità di farmaco utilizzato, la focalizzazione del trattamento consente di utilizzare minime quantità di farmaco là dove serve. • La zona di iniezione si avvicina il più possibile alla regione malata o al suo territorio metamerico I campi di applicazione sono le patologie dolorose soprattutto quelle dell’apparato locomotore, le patologie dei tegumenti, ginecologiche e otorinolaringoiatriche, disturbi dell’apparato circolatorio venoso e la medicina estetica. 1 L’insegnamento di Pistor fu che iniettare piccole quantità di farmaco permette di raggiungere risultati più rapidi, più duraturi nel tempo e con minori effetti collaterali. Dopo un iniziale scetticismo, da parte della medicina accademica, la mesoterapia si è diffusa rapidamente ed è ormai una pratica clinica consolidata. 2- Omeomesoterapia Il dottor Pistor definì la mesoterapia come “ la più dolce delle tecniche allopatiche …(e) la più allopatica delle tecniche dolci”. E allora dal momento che la mesoterapia utilizza piccole quantità di farmaci quale miglior connubio se non quello con l’omeopatia che sulle “piccole dosi” (e non solo) basa la sua teoria. Infatti sono ormai diversi anni che, accanto alla mesoterapia classica “pistoriana” fatta con farmaci allopatici, si va diffondendo l’omeomesoterapia cioè la mesoterapia che utilizza farmaci omeopatici/omotossicologici. Rispetto alla mesoterapia allopatica l’omeomesoterapia offre dei notevoli vantaggi quali: • assenza di reazioni allergiche • nessun effetto collaterale • possibilità di effettuare una terapia “ad personam” Le reazioni allergiche sono sempre state un problema non indifferente per la mesoterapia, infatti, l’uso di procaina o lidocaina nel cocktail mesoterapico costituisce un fattore allergizzante. Questo problema è superato dall’omeomesoterapia dal momento che il farmaco omotossicologico, formulato in diluizioni decimali, mette al riparo da reazioni allergiche e inoltre non è necessario aggiungere nessun anestetico. Anche gli effetti collaterali, quali pirosi gastrica e sovraccarico epatico e/o renale, essendo determinati dalla ponderalità del farmaco non sono mai stati riscontrati con l’omeomesoterapia. Per gli stessi motivi non vi è alcuna controindicazione all’utilizzo di tale metodica in gravidanza laddove sappiamo bene quali rischi comporti per la salute del nascituro l’uso dei farmaci allopatici. Altro vantaggio è dato dalla possibilità di inserire nella stessa siringa più rimedi omeopatici. Questo col farmaco allopatico non è sempre realizzabile perché non sappiamo esattamente quale composto chimico andiamo ad ottenere miscelando fra loro farmaci diversi. Col farmaco omeopatico possiamo invece formulare un cocktail farmacologico “su misura” per quel paziente che presenta quel sintomo in quel dato momento e con 2 determinate modalità e caratteristiche. Ci è permesso, in altre parole, di realizzare un approccio olistico al nostro paziente. Per esempio nel trattamento di un dolore al rachide non ci limiteremo a somministrare un antinfiammatorio o antidolorifico ma in base alle modalità di insorgenza e caratteristiche del dolore sceglieremo un rimedio piuttosto che un altro. Se peggiora col tempo umido sarà indicata Dulcamara se presente a riposo utilizzeremo Rhus Tox o al contrario se peggiora col movimento useremo Bryonia. Se è un disturbo di tipo cronico inseriremo un organoterapico che andrà a stimolare in modo specifico l’organo o la struttura compromessi. Se poi il paziente è un poliartritico su base metabolica potremo aggiungere altri rimedi quali per es. Hepeel. Ancora potremo valutare la costituzione del nostro paziente e cioè il suo modo di “fare la malattia” ed effettuare quindi una terapia di fondo somministrando un rimedio costituzionale. Questo è realizzabile col farmaco omeopatico e omotossicologico perché il suo meccanismo d’azione va ricercato in un’informazione di tipo elettromagnetico e non chimico. Il farmaco agisce cioè attraverso un’informazione che segue determinati canali e che arriva solo là dove è necessaria senza interferire con il resto del sistema. E’ come un’onda sonora che possiede una propria frequenza ed entra in risonanza solo con frequenze simili. 3. Indicazioni Cliniche Le principali indicazioni cliniche sono: - Dolore articolare delle grandi e piccole articolazioni - Dolore post-traumatico e post-chirurgico - Dolore muscolare e nevralgico - Rachialgie - Pannicolopatie (cellulite) - Biolifting Dott.ssa Rita Folladori Medico Chirurgo Specialista in Idrologia Medica Omeopatia ed Omotossicologia, Agopuntura. Via G Pacini 15 20131 MILANO Tel: 02/2361230 - 02/26680685 [email protected] 3