I faggi penduli di Baveno - VCO - Fito

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GLI ALBERI CHE CURIAMO
I faggi penduli di
Baveno - VCO -
I nostri climbers all’opera con i cavi Boa
Cosa accomuna i faggi penduli
di Villa Zacchera, la regina Vittoria d’Inghilterra e il campione
italiano-americano di baseball
Louis Polli? Tutti si sono beati
della vista del Lago Maggiore
dal piccolo centro piemontese di
Baveno.
Ci piace pensare ad un atteggiamento di contemplazione ammirata tanto per i personaggi illustri
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che hanno frequentato questi
luoghi, quanto per gli alberi che
competono in bellezza con le
acque scintillanti del lago.
Il centro di Baveno ha origine romanica ed è sito di richiamo per
turisti che apprezzano gli edifici
sacri ricchi di testimonianze antiche. C’è poi l’architettura delle
ville del secolo scorso – Villa
Branca, Villa Mussi, Villa Della
Casa per citarne alcune –, che
sorsero numerose in un contesto
di grande pregio paesistico.
La Famiglia Zacchera, originaria
di questi luoghi, con il proprio
nome è sinonimo di ospitalità
e accoglienza di prima classe.
Molti degli alberghi di lusso che
si affacciano sul lago sono di proprietà degli Zacchera, compresa
la proprietà privata nella quale
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abbiamo avuto modo di svolgere
interventi di manutenzione straordinaria.
In particolare le nostre cure sono
state rivolte a due bellissimi
faggi penduli, caratteristici per le
grosse branche ricadenti che il re
dei vivaisti Hillier, nel suo manuale, definisce come “enormi
rami che spiovono a terra verticalmente non lontano dal tronco
che somigliano a proboscidi”.
La chioma del faggio pendulo
– Fagus sylvatica ‘pendula’ – è
molto fitta e leggermente appiattita in sommità. In effetti l’altezza
massima raggiungibile da questa
varietà è minore rispetto alla
forma comune, ma la massa di
vegetazione appare imponente
proprio per la pienezza dei rami
penduli che arrivano fino a terra.
Il faggio pendulo è quindi meraviglioso anche nel periodo invernale quando si apprezza appieno
l’architettura delle forme.
La potatura del faggio deve essere
particolarmente delicata poiché
questa specie è caratterizzata
dalla corteccia molto sottile e che,
quindi, può facilmente ustionarsi
a causa della esposizione alla intensa luce solare. Quando i tessuti legnosi, ma anche il fogliame,
viene esposto ad una radiazione
luminosa diversa rispetto a quella
usuale nella quale l’albero si è
accresciuto, i tessuti attuano dei
processi di adattamento funzionale. Ad esempio, una foglia accresciutasi nella parte più interna
della chioma, dove l’esposizione
luminosa è bassa, sarà in grado di
sfruttare meglio la radiazione luminosa che permea dalla cortina
di fogliame sovrastante. Inoltre,
la sua dotazione in stomi – necessari per la traspirazione e la
termoregolazione – sarà commi-
surata al suo fabbisogno. Qualora queste foglie vengano esposte
a diversa radiazione luminosa,
la loro capacità fotosintetizzante
cambierà e di conseguenza su
più ampia scala, anche l’equilibrio energetico dell’albero.
Della corteccia del faggio più
volte vi abbiamo raccontato della
capacità di divisione in diversi
assi (periclinale ed anticlinale),
che consentono alla corteccia di
seguire l’accrescimento dimensionale di fusto e branche. La
corteccia quindi resta aderente ai
tessuti sottostanti, e a differenza
che in altre essenze, non si sfalda
né si distacca a placche. La persistenza dei tessuti ne rende fondamentale la loro tutela, anche,
ovviamente, dalle ustioni da sole.
Nella forma pendula la parte più
delicata sarà quella delle branche
che tendono a incurvarsi nella
parte sommitale della chioma,
che per conformazione è meno
protetta dal fogliame e più esposta alla intensa radiazione luminosa.
I faggi da noi curati sono due, ma
con un intreccio della ramificazione tale da apparire, a prima
vista, un solo albero.
Il lavoro effettuato dai nostri
tree-climbers è stato accurato e
certosino: la mobilità in pianta
è decisamente diversa da quella
che può garantire un cedro o
un tiglio, con palchi ordinati di
branche primarie e secondarie,
mentre la forma pendula risulta
più complessa da essere ‘scalata’.
La maggior parte del lavoro è
stato effettuato con l’uso di svettatoio, selezionando in modo
mirato i singoli rami da raccorciare.
Le due piante sono radicate a
ridosso del confine della pro-
prietà, proprio vicino alla strada
pubblica. Era quindi necessario
procedere al ridimensionamento
delle chiome che interferivano in
modo significativo con la viabilità. La professionalità del nostro
intervento è evidente anche dal
fatto che siamo riusciti a raggiungere lo scopo preservando
il necessario equilibrio fisiologico dell’albero e senza praticare
grosse ferite. L’esperienza e la
preparazione dei nostri operatori
ci consente di svolgere interventi
mirati con uno studio accurato
della struttura della pianta e la
scelta, volta per volta, delle parti
che possono essere rimosse e
quelle che devono restare.
Sono infine stati istallati alcuni
cavi di sicurezza di tipo sintetico, che ben si mimetizzano nella
massa legnosa in quota.
Anche per questi impianti di sicurezza sempre più spesso assistiamo ad istallazioni irrazionali, con
disposizioni non efficaci, se non
addirittura controproducenti.
Sotto la nostra direzione tecnica
e grazie all’esperienza degli operatori climbers è stato possibile
istallare nel modo più valido ed
efficace questi sistemi che garantiscono migliore sicurezza statica
delle chiome e consentono di ridurre l’entità delle potature.
I due “pachidermi” di Baveno
sono ora ancor più degni di ammirazione, all’altezza dei panorami nei quali sono immersi.
è in via Orazio, 5
angolo corso Europa -Varese
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