30 Giorni 2011 dal 1 agosto al 30 agosto di intercessione per il mondo musulmano Fede, speranza e amore producono vita eterna... Ventesima Edizione Introduzione Q uesto invito all’intercessione per i musulmani è nato nel 1992 durante una riunione di diversi responsabili cristiani in Medio Oriente. Parecchi credenti coinvolti in un movimento internazionale sentirono fortemente il desiderio di Dio di invitare il maggior numero di cristiani a intercedere per il mondo musulmano. Questa iniziativa di preghiera doveva realizzarsi nel mese islamico del Ramadan. Questo mese segue un calendario lunare, perciò ogni anno ricorre circa 11 giorni prima che nell’anno precedente. Nel 2011 si osserverà dal 1 al 30 agosto. Si voleva far coincidere questa iniziativa con il mese del Ramadan per almeno due ragioni: 1) per aiutare i cristiani a identificarsi con i musulmani durante quel particolare mese dell’anno e 2) per invocare l’intervento sovrano di Dio nella vita dei musulmani nel periodo in cui sono doppiamente religiosi. Pregare durante il mese del Ramadan però non implica che ci conformiamo al modo musulmano di digiunare e di pregare. Come credenti in Gesù non concordiamo con parecchie idee, teologie e pratiche islamiche. Tuttavia, l’iniziativa dei 30 giorni di preghiera vuole evidenziare l’amore di Dio per i musulmani. Incoraggiamo tutti i cristiani a coltivare uno spirito di umiltà, di amore, di rispetto e di servizio verso di loro. Lo scopo di questa guida all’intercessione è quello di ispirare e di aiutare ogni lettore a pregare per il mondo islamico. Naturalmente non potrà informarvi in modo esaustivo su questa tematica. Vi incoraggiamo a cercare ulteriori informazioni per avere una maggiore comprensione del mondo islamico e di ciò che Dio vi sta operando. Anche quest’anno abbiamo incorporato nel libretto alcune testimonianze per alimentare la vostra fede e incoraggiarvi a pregare. Dio ama i musulmani e desidera che Lo conoscano. Gli editori 1 20 anni di preghiera per il mondo musulmano! Sopra: la copertina del primo libretto “Trenta Giorni” stampato nel 1993. Sotto: alcune versioni più recenti. Si valuta che tre o quattro milioni di musulmani hanno creduto in Cristo negli ultimi venti o trent’anni. Negli ultimi anni si sono convertiti a Cristo più musulmani che in tutti i 1400 anni dall’epoca di Maometto. La ventesima edizione di “Trenta Giorni” Due decenni di preghiera con fede, speranza e amore per il mondo musulmano Cos’è cambiato durante questi ultimi 20 anni? T ante cose sono successe durante questi ultimi vent’anni. Dio sta operando e usa molti modi diversi per farsi conoscere fra i musulmani. I libretti “Trenta Giorni” hanno avuto un ruolo nel promuovere la consapevolezza e la preghiera per i musulmani fra i cristiani in tutto il mondo. Questi libretti però rappresentano solo un aspetto di ciò che Dio sta facendo! Tante cose sono successe: • • • • • 2 In senso positivo: Si valuta che tre o quattro milioni di musulmani abbiano creduto in Cristo negli ultimi 20 o 30 anni, cioè più di quanti si sono convertiti a Cristo negli ultimi 1400 anni (Maometto visse dal 570 al 632 d.C.). C’è stato un aumento esplosivo dei ministeri che usano internet, la radio, la televisione satellitare e altri mezzi mediatici per raggiungere i musulmani. La quantità disponibile di libri, CD, DVD, Bibbie e risorse scaricabili per i musulmani è aumentata parecchio. È aumentato significativamente il numero di missionari che lavorano nel mondo musulmano. Migliaia di ex musulmani predicano Cristo ai loro connazionali. • Più che mai c’è inoltre un notevole impegno nella preghiera per i musulmani. • Più che mai conosciamo ora la demografia, la cultura e la storia dei popoli musulmani, e quanto progresso il Vangelo ha fatto fra loro. • Gli sforzi di stabilire comunità cristiane in tutte le etnie stanno veramente portando frutto. • Al giorno d’oggi i musulmani sono esposti ad altre culture e convinzioni religiose, più che in qualsiasi altro periodo degli ultimi 1.400 anni. In senso negativo: • I terroristi musulmani si sono stabiliti in molti posti della Terra. Il loro attacco più noto dell’11 settembre 2001 ha shockato tutto il mondo. • Questi ed altri attacchi hanno provocato due guerre molto problematiche in Afghanistan e in Iraq, nonché molti altri interventi militari in tutto il mondo con ripercussioni positive e negative. Non sempre i musulmani sono stati d’accordo con “la guerra contro il terrorismo”. Alcune situazioni sono molto complesse. Ogni anno sono stati distribuiti fra i 240.000 e i 400.000 libretti come questo in tutto il mondo e in varie lingue. Consulta il nostro principale sito web: www.30-days.net (in inglese) Nonché: • Più che mai i musulmani dispongono di mezzi mediatici (televisione, internet, radio, ecc.). • Nella maggioranza dei Paesi occidentali il numero di musulmani e moschee è cresciuto molto. • La presenza islamica in Europa e nell’Occidente in genere è diventata una minaccia per molti Paesi. La società secolarizzata in Occidente riesce difficilmente a gestire l’aumentata presenza islamica. La paura del terrorismo e dell’ignoto, nonché i pregiudizi e il bigottismo sono cresciuti nella maggioranza dei Paesi occidentali. Alcuni chiedono: “Perché pregare per i musulmani?” “Tu sei degno... perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5:9). Ecco perché preghiamo. Generalmente i musulmani non si rendono conto: ...che Gesù, il Messia, deve essere ubbidito; ...che Gesù ha l’autorità di perdonare i peccati; ...che Gesù ha vinto la morte tramite la sua risurrezione; ...che Gesù ha l’autorità sugli spiriti maligni. • I musulmani vedono Gesù come un grande profeta che insegnò una forma precedente dell’islam. Credono che Gesù è il Messia di Dio, come dice il testo del Corano, ma di solito non si rendono conto che questo in realtà vuol dire che Gesù e l’unto Re di Dio e il Salvatore di tutta l’umanità. • I musulmani credono generalmente di poter guadagnare l’approvazione di Dio tramite attività religiose (preghiere, digiuni, elemosine). • I musulmani non credono di poter conoscere Dio. Pensano solo di poter sapere qualcosa su di Lui. “...Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2). La risposta è: ...perché Egli ha versato il Suo sangue 3 Pregate con fede in Dio, colui che mantiene le Sue promesse. Autorità Pregate con speranza per un futuro migliore per i musulmani. Pregate con l’amore • Dobbiamo sapere chi siamo in Dio. che ha reso capace Gesù di sopportare la croce per noi tutti. • Siamo nel regno del cielo. • Gesù è il legittimo Re del mondo. • Preghiamo nel nome del Signore. • Cerchiamo la Sua gloria. • Preghiamo perché sia fatta la Sua volontà. Rendetevene conto... N oi credenti abbiamo un privilegio meraviglioso. Dio ci invita a partecipare alla proclamazione della Buona Novella in tutto il mondo. Ci dà anche l’autorità e la potenza di fare questo lavoro. Per favore rendetevi conto che ci sono potenze spirituali invisibili che si oppongono al piano di Dio di portare il Vangelo ai musulmani. Usando questo libretto dovreste anche pregare per la vostra protezione personale. Non dobbiamo aver paura di questo mondo invisibile, ma dobbiamo pregare con fede e fiducia, consapevoli dei pericoli e rallegrandoci dell’intervento di Dio a favore di tutti i popoli. Meditate su questi versetti: Efesini 6:1020; Giacomo 4:7; 1 Pietro 5:8-9; 2 Re 6:16-17. 4 Come dovremmo usare questo libretto? D urante le prossime settimane potete pregare e digiunare in vari modi. Ad alcuni partecipanti a questa iniziativa Dio non chiederà altro che cinque minuti al giorno. Altri invece potranno sentirsi guidati a pregare per periodi molto più lunghi. Potete usare questo libretto per pregare durante il vostro culto personale oppure unirvi a un gruppo di preghiera. Vorremmo incoraggiarvi a trovare dei modi creativi per coinvolgere il massimo numero possibile di persone in questa iniziativa di preghiera. Gesù promise benedizioni particolari ai cristiani che si uniscono per pregare insieme, legati da uno stesso sentimento (Matteo 18:19-20). Usate il più possibile la Bibbia durante la preghiera. In tutto il libretto abbiamo incorporato vari versetti biblici. Fate bene a meditare sul loro contenuto e pronunciarli mentre pregate. Proclamateli davanti a Dio, chiedeteGli di ispirarvi. Così la vostra fede sarà edificata e Dio vi potrà dare una nuova comprensione della preghiera basata sulla Sua Parola. Durante questi 30 giorni potete organizzare alcune riunioni periodiche con la vostra chiesa, col gruppo dei giovani, con la vostra cellula o con il gruppo dei bambini. Se avete invitato qualcuno a pranzo, usate il soggetto di preghiera di quel giorno. Cercate di scoprire tutto quello che potete sulla cultura specifica del popolo per cui state pregando, incluse le usanze su cibi e vestiti, musica, eccetera. Può essere utile scegliere un responsabile per il gruppo di preghiera, che potrà dirigere e coordinare l’intercessione. È preferibile che il gruppo concentri le preghiere su un soggetto alla volta piuttosto che saltare continuamente da un punto all’altro. Ogni partecipante, prima di cambiare tema, dovrebbe aspettare che tutti abbiano avuto occasione di pregare per quello in corso (1 Corinzi 40:40). Dio è creativo e ci ha fatti a Sua immagine, perciò possiamo aspettarci un po’ di estro nelle idee e nelle preghiere mentre Lo cerchiamo. Lo Spirito Santo vi guiderà nella preghiera (Romani 8:26). 1 agosto 2011 “Io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli”. Isaia 56:7 Giorno 1 Realtà spirituali (1) G esù ha chiamato i Suoi seguaci ad essere luce in un mondo di tenebre. Come tutti gli altri popoli del mondo, anche i musulmani hanno a che fare con realtà spirituali maligne e invisibili che si manifestano in vari modi nella loro religione e cultura. Queste realtà spirituali negative influenzano e dominano la civiltà islamica come d’altronde anche le civiltà occidentali e orientali (1 Giovanni 5:19). Spesso queste potenze possono essere vinte da chi agisce nel modo contrario, o se volete, con lo spirito contrario. Gesù ci ha dimostrato il Suo modo di vincere attraverso la croce. Nella Sua debolezza dimostrò in realtà potenza. Alla croce l’orgoglio dell’Impero Romano e della religione cercarono di farGli del male, eppure il risultato finale fu che Gesù in realtà manifestò la Sua bontà definitiva verso tutti gli esseri umani. Dio ci ha dato questo comandamento: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Romani 12:21). Pregando per i musulmani e vivendo con loro dobbiamo dimostrare la vita di Dio. I nostri nemici spirituali spingono noi credenti ad essere paurosi e sospettosi verso i musulmani. Se ci lasciamo motivare dalla paura, dall’istinto di conservazione e dal sospetto anziché dalla fede, dalla speranza e dall’amore, non saremo in grado di portare il Vangelo ai musulmani. “Dio è amore” scritto in arabo Suggerimenti per la preghiera: Oggi e domani vi chiediamo di adorare il Signore. Avvicinatevi a Dio. Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi. Poi pregate per i punti seguenti a favore di voi stessi e dei musulmani nella vostra città, regione o nazione. Dove c’è orgoglio, pregate perché ci sia umiltà: Pregate così: “Signore, sradica ogni orgoglio dentro di me riguardo ai miei atteggiamenti verso i musulmani. Libera i musulmani intorno a me dal loro orgoglio religioso. Rendici tutti umili davanti a Te” (Proverbi 8:13; 16:18; 29:23). Dove c’è religiosità, pregate perché si realizzi una relazione con Dio: Pregate così: “Signore, aiutami a non essere religioso, ma a vivere e camminare veramente con Te. Aiuta i musulmani nella mia zona a conoscerTi personalmente invece di compiere soltanto certe attività religiose” (Giovanni 17:3). Dove c’è legalismo, pregate perché ci sia libertà: Pregate così: “Signore, aiutami a camminare nella libertà del Tuo Spirito. Aiutami a essere qualcuno che porti la vera libertà dello Spirito ai musulmani” (Matteo 7:3-5). Dove c’è sospetto, pregate perché si sia fiducia: Pregate così: “Fa’ sì che noi credenti siamo persone che creano fiducia, in modo che i musulmani credano e si convertano a Cristo” (Atti 16:14). 5 Giorno 2 Realtà spirituali (2) 2 agosto 2011 C ontinuate a pregare come ieri. È importante porre un fondamento solido per i 28 giorni rimasti. Testimonianza L a famiglia di Nacima è proveniente dalla Cabilia in Algeria, ma lei è nata e cresciuta in Francia. Sua madre aveva delle credenze conservative e popolari dell’islam, ma suo padre era più aperto. Nacima aveva imparato da sua madre che Dio esiste, eppure aveva paura di morire. Malgrado gli aspetti molto positivi della sua vita familiare, della scuola e dello sport, Nacima sentiva un vuoto nella sua anima. All’età di 18 anni lei e le sue amiche all’università esaminavano questioni quali: “Perché mi trovo su questa Terra? La mia vita ha significato? Cosa accadrà dopo la morte?”. Nessuno però le parlava di Gesù se non come un personaggio storico. Anche dopo due anni di studi universitari le era chiaro 6 Algeri, la capitale dell’Algeria che Dio esiste, ma non aveva ancora una fede vera. Durante l’estate però sentì parlare di Gesù in un modo nuovo. Trovandosi per due settimane con i suoi familiari in Algeria, la sua sorella maggiore le raccontò come Gesù aveva trasformato la sua vita. Nacima capì che l’amore di Dio si era manifestato tramite Gesù Cristo. Verso la fine di luglio riconobbe la profondità della sua essenza peccatrice. Con l’aiuto di sua sorella e dello Spirito Santo scoprì la vera luce. Credette che Gesù era morto e risorto per lei e la fede cominciò a radicarsi nel suo cuore. La morte era stata sconfitta dalla risurrezione di Gesù e la sua paura di morire scomparve. Così Nacima trovò la ragione per cui vivere, cioè servire Colui che aveva dato la Sua vita per lei. Suggerimenti per la preghiera: Ricordati della tua identità spirituale. Siamo figli di Dio grazie al sangue di Cristo. Serviamo Colui che è onnipotente in cielo e sulla terra. Proclamate queste verità mentre adorate. Poi pregate per i punti seguenti a favore di voi stessi e dei musulmani nella vostra città, regione o nazione. Dove c’è amarezza, pregate perché ci sia mansuetudine: Pregate così: “Signore, togli ogni amarezza nei miei atteggiamenti verso i musulmani. Aiuta i musulmani ad affrontare qualsiasi amarezza nei loro cuori” (Efesini 4:31; Ebrei 12:15). Dove c’è paura e intimidazione, pregate perché ci sia amore: Pregate così: “Signore, aiutaci a vincere la paura. Il tuo amore caccia via la paura. Aiutami a realizzarlo”. Spesso i musulmani temono gli altri, gli spiriti maligni e la morte (1 Giovanni 4:18; 2 Timoteo 1:7). Dove c’è concupiscenza, pregate perché ci sia purezza: Noi e tutti i musulmani dobbiamo sfuggire la corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza (2 Pietro 1:4; 1 Giovanni 2:16). I musulmani non sono liberi dalla pornografia e dalla cupidigia. Sapendo che tutti siamo tentati, pregate per voi stessi e per loro. Dove c’è violenza, pregate perché ci sia pace: In realtà, a molti musulmani non piace la violenza che vedono in alcuni aspetti dell’islam. Molti la rigettano e rifiutano di vivere in quel modo. Pregate per loro affinché scoprano la via della pace. Il Signore aiuti noi credenti a non essere fonti di violenza e di atteggiamenti odiosi verso i musulmani (Matteo 5:9; Luca 1:79 e 10:5-6; Romani 3:17). Giorno 3 La classe operaia della Mecca 3 agosto 2011 La preghiera per gli abitanti della città santa dell’Arabia Saudita A sinistra: le torri di Abraj Al Bait in costruzione nel 2010. Si prevede che il complesso sarà completato nel 2011. LE DATE DEL RAMADAN Le date del Ramadan vengono stabilite secondo il calendario lunare islamico di 354 giorni. Ogni anno il calendario islamico comincia 11 giorni prima. Vuol dire che nel ciclo di circa 33 anni il Ramadan passa per tutte le stagioni. Nel 2011 il Ramadan sarà approssimativamente dal 1 al 30 agosto, benché queste date possano variare leggermente da nazione a nazione. Il periodo del digiuno inizia e finisce normalmente alla comparsa della luna crescente. Per ulteriori informazioni potete consultare il sito web islamico www.moonsighting.com. L’anno islamico è un po’ più breve del nostro anno solare; perciò l’edizione del 2011 di questo libretto non è la 19a ma la 20a. Infatti, dall’inizio dell’iniziativa di “30 Giorni” a marzo del 1993 sono passati 20 anni islamici, mentre noi ne conteggiamo solo 19. Ora viviamo nell’anno 1432 del calendario lunare islamico. (Osservazione: la luna non costituisce un oggetto di adorazione nell’islam.) L a Mecca è il centro spirituale del mondo islamico. I luoghi religiosi visitati dai pellegrini rendono più reali gli insegnamenti e le attività di Maometto. Ogni giorno milioni di musulmani si volgono cinque volte verso la Mecca durante le loro preghiere. Migliaia di persone lavorano alla Mecca per gestire, mantenere e pulire gli alberghi, per lavorare nei ristoranti, per trasportare e vendere cibo, per fare le guide e per vendere oro, gioielli e ricordini. Molti altri lavorano nel campo dei trasporti e guidano pullman e tassì. Anche l’attività bancaria è importante, perché i milioni di pellegrini in arrivo hanno bisogno di contanti. È presente ogni tipo di personale medico (dottori, infermieri, ispettori, personale dell’ambulanza e inservienti), per garantire sicurezza e buona salute ai milioni di visitatori. Il coordinatore generale dell’iniziativa dei “30 Giorni” ha persino studiato all’università con alcuni che sono diventati amministratori della sanità pubblica per i pellegrini. Negli anni recenti l’edilizia ha trasformato la zona intorno alla Grande Moschea e alla Kaaba per poter ricevere un numero ancora più grande di pellegrini. Sono rare le persone che si convertono a Cristo alla Mecca, ma di alcuni si sa che hanno trovato il Signore in questa città con i suoi 1,7 milioni di abitanti. Suggerimenti per la preghiera: Usate Apocalisse 4:11 e 5:4-14 per proclamare che Gesù è degno di essere adorato dagli abitanti della Mecca, dai lavoratori più umili fino ai principi della famiglia reale saudita. Pregate affinché i numerosi operai elencati qui sopra (nominateli per nome) vengano a contatto col Vangelo tramite amicizie, sogni, visioni, internet, materiali stampati e mass media. Pregate affinché i nuovi credenti siano integrati bene nelle comunità cristiane. 7 Giorno 4 Le tribù dell’Arabia Saudita 4 agosto 2011 C i sono circa 150 tribù principali in Arabia Saudita. Quest’anno chiediamo ai credenti di pregare specificamente per la tribù degli Utaybah (scritto anche Utaiba, Otaibah o Otayba). Gli Utaybah sono tradizionalmente vissuti al nord dell’attuale autostrada nel deserto fra la capitale Riyad e Gedda sul Mar Rosso. La residenza del leader tribale si trova ad Afif, una città di 90.000 abitanti a 600 km ad ovest di Riyad. Molti Utaybah si trovano anche a Riyad, Gedda e persino in Kuwait. Storicamente la tribù degli Utaybah ha avuto un ruolo importante nell’esercito saudita, grazie al loro impegno, nei primi giorni del governo di Abdul Aziz Al Saud, il fondatore della odierna dinastia regnante. La tribù degli Utaybah consiste di tre rami principali, i Barga (il ramo maggiore), gli Rwog e i Banu Saad (cioè i figli di Saad). Ognuno di questi rami è suddiviso in molti clan e diverse famiglie. Questi sono i clan degli Rwog: Fra i Talhah: : Alasa’adah, Alhufah, Alsumarrah, Alhanateesh, Algharbiah, Alkarashemah, Alddalabehah, Alghawariah, Altheebah, 8 Alhamameed, Alhezman, Almaghaibah, Thoi Zarrag, Alghadhabeen e Alawazem. Fra i Mezhem: Thoi Thubait, Alothyan, Alghubaiat, Almarashedah, Aljetha’an, Alseaheen, Thoi A’ali e Thoi A’tyah. Fra i Bano Saad: Albatnain, Allessah, Alsurairat e altri. Suggerimenti per la preghiera: Adorate Dio, il Signore del deserto. Leggete il Salmo messianico 72:1-2. Proclamate la sovranità di Dio sul deserto e sulla tribù degli Utaybah. Pregate affinché Cristo sia rivelato fra loro e che essi siano salvati. Leggete il Salmo 72:9: “Davanti a Lui s’inchineranno gli abitanti del deserto, i suoi nemici morderanno la polvere”. Pregate per almeno uno dei cinque sub-clan sopraelencati. Sarete fra i primi a menzionare specificamente questi sub-clan in preghiera! Vedi il sito www.lovesaudis.com per ulteriori informazioni (in inglese). La Piazza Tahrir nel centro del Cairo nella quale è avvenuta la sommossa del 2011 che ha spodestato Hosni Mubarak. La rivolta libica La rivoluzione egiziana Le proteste in Bahrain Libertà in Tunisia Insoddisfazione in Algeria La lotta yemenita In questa moschea a Medina (Arabia Saudita) è stato sepolto Maometto. Giorno 5 In cerca della libertà! Giorno 6 I Kolai del Pakistan 6 agosto 2011 5 agosto 2011 La preghiera del venerdì Scritto all’inizio di marzo del 2011 N ella prima stesura di questo libretto, fatta a dicembre del 2010, c’era un articolo in cui chiedevamo di pregare per le elezioni egiziane previste a settembre del 2011 sotto Mubarak. Poi però è arrivata la rivoluzione tunisina, presto seguita dalla destituzione del presidente Hosni Mubarak dell’Egitto. Mentre adesso che stiamo preparando diverse versioni del libretto per essere stampate, si sta scatenando la rivolta libica contro Muammar Qaddafi. Questo dittatore è ancora molto pericoloso e fermamente deciso a rimanere al potere. In molti Paesi si svolgono dimostrazioni massicce. Il mondo musulmano è in subbuglio. Tuttavia regna il Re, l’Unto di Dio, sul monte Sion (Salmo 2). Chissà come Egli guiderà il futuro? Il desiderio di libertà, che i tunisini, gli egiziani, i libici, gli yemeniti e altri hanno espresso negli ultimi mesi, è profondamente ancorato nel cuore umano. In fin dei conti questo desiderio può essere soddisfatto soltanto da Cristo. Egli è stato designato a regnare con giustizia come Re sui popoli della Terra (Salmo 72; Daniele 7:13-14). Egli giudicherà tutti i peccati(Atti 17:31). La bellezza del Suo regno giusto nei nuovi cieli e sulla nuova Terra non sarà paragonabile a nessun altro(2 Pietro 3:13; Apocalisse 21:1-4). Suggerimenti per la preghiera: Adorate il Messia che ci libera dalla colpa e dal potere del peccato. Un giorno ci libererà persino dalla presenza del peccato. Cristo ci libera dalla potenza della morte e un giorno risorgeremo con corpi che non moriranno mai. Cristo è contro ogni corruzione, oppressione e ingiustizia. Egli ha vinto il maligno e gli atteggiamenti, i valori e i metodi di questo mondo. Pregate per il Medio Oriente e per l’Africa settentrionale considerando gli eventi recenti. I musulmani riconoscono Gesù come Messia, ma senza comprendere cosa significa e senza capire che Egli dona la vera libertà tramite la Sua morte e risurrezione. Pregate affinché molti trovino Cristo. Pregate affinché i cristiani siano protetti, incoraggiati e fortificati in questi tempi di crisi. Siate fra i primi a pregare per questa etnia! I l Pakistan settentrionale è circondato dalla Cina al nord, dall’Afghanistan al nord-ovest e dall’India all’est, e si vanta di alcuni dei paesaggi più mozzafiato del mondo. È lì, circondate da cinque delle vette più alte del mondo, che si trovano le tribù del Pakistan settentrionale. Una di queste tribù è costituita dai circa 410.000 Kolai (l’anno scorso abbiamo pregato per i Kho). La maggioranza degli abitanti di questa zona sono agricoltori e pastori. Queste tribù settentrionali sono isolate a causa di catene montuose e confini politici. Molti Kolai soffrono di vari problemi di salute a causa della mancanza di acqua potabile e del nutrimento scarso. Meno dell’8 per cento della popolazione dispone di acqua potabile e di fognatura. Al giorno d’oggi la maggioranza della gente è sunnita (islamica ortodossa), ma parecchi praticano anche lo sciamanismo. Essi credono che ci sia un mondo invisibile di demoni, fate e spiriti di defunti, perciò dipendono dagli sciamani per curare i malati, per comunicare con gli spiriti e per controllare gli eventi. Suggerimenti per la preghiera: Adorate il Signore come unico Liberatore dalla potenza del peccato, della morte e dei demoni. Proclamate Gesù come il vero Signore dei villaggi dei Kolai. Pregate affinché i Kolai siano favorevoli verso coloro che diffondono il Vangelo. Chiedete al Signore di suscitare credenti effettivamente in grado di affrontare le potenti forze spirituali che operano nella zona dei Kolai (Marco 6:13; Atti 10:38). Ci vogliono anche persone per affrontare le tristi condizioni sanitarie e nutritive. 9 Giorno 7 I musulmani di New York 7 agosto 2011 “Dio dunque... ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti”. Atti 17:30-31 N ell’estate del 2010 gli occhi di tutto il mondo erano rivolti verso New York negli Stati Uniti. Si proponeva la costruzione di una nuova moschea a soli due isolati di distanza dal posto dove l’11 settembre 2001 le Torri Gemelle furono rase al suolo. Ad un tratto l’intero pianeta si rese conto che c’erano musulmani a New York. Sorpresi, la maggioranza degli americani scoprì che ci sono circa 600.000 musulmani a New York nonché oltre cento moschee. Nel 1970 non c’erano nemmeno dieci moschee. Una moschea, situata a quattro isolati dalle Torri Gemelle, aveva persino perso diversi dei suoi membri durante quel malfamato attacco terroristico del 2001. Prescindendo da ciò che pensiamo sull’opportunità di costruire una moschea vicino a quel luogo, noi credenti siamo tutti chiamati a pregare affinché gli obiettivi di Dio si realizzino fra i musulmani di New York. Sicuramente sta chiamando molti di loro nel Suo regno eterno. Il sangue di Gesù fu versato per loro. Preghiamo dunque per i musulmani di New York. 10 Suggerimenti per la preghiera: Esaminate il vostro cuore riguardo all’attacco dell’11 settembre. Questo evento vi ha riempiti di amarezza, di pregiudizi e di rabbia verso i musulmani in genere? (Ebrei 12:15) Pregate per le famiglie che hanno perso i loro cari l’11 settembre 2001, affinché riescano a superare il passato e siano pronti ad andare avanti, abbandonando ogni amarezza. Solo Dio può aiutare le famiglie che hanno subito queste perdite. Pregate per i musulmani a New York che a causa dell’attacco hanno subito pregiudizi e soprusi per il solo fatto di essere musulmani. Ricordatavi che c’è una battaglia spirituale nei luoghi celesti per la salvezza dei numerosi musulmani nella città, che sono tuttora imprigionati nelle mani del nemico. Hanno bisogno di essere liberati dalla colpa e dalla vergogna del peccato, dal potere della morte e dalla paura del maligno. “Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12). Proclamate Ebrei 2:14 sulla città. Pregate affinché i musulmani di New York scoprano la verità sul Messia Gesù attraverso l’amicizia con i cristiani, interventi soprannaturali, radio, televisione, internet, libri, trattati, DVD e la Bibbia. Ci vogliono molti nuovi collaboratori. Tutti i credenti di New York sono necessari per proclamare la Buona Novella fra i musulmani. Giorno 8 Al Jadida, Marocco 8 agosto 2011 Gesù nel Corano P A l Jadida è un porto sulla costa atlantica del Marocco con mura massicce di pietra. Nel 1502 i portoghesi fondarono su questo posto un’importante città fortificata chiamata Mazghan, con lo scopo di eliminare i pirati locali. Nel 1769 i musulmani marocchini tolsero la fortezza ai portoghesi, dandole il nome “Al Jadida”, una parola araba che significa semplicemente “la nuova”. Ora la città ha circa 150.000 abitanti. Rivive ogni estate quando le belle spiagge della zona (fra cui Oualidia Haouzia, Sidi Bouzid, Lalla Fatna e Jorf) attraggono soprattutto marocchini, ma ci arrivano anche alcuni turisti occidentali. I marocchini in ferie sono tanto rilassati e disinvolti quanto qualsiasi persona vorrebbe essere! Per ulteriori informazioni (in inglese): www.ariseshinemorocco.org Suggerimenti per la preghiera: Durante i decenni passati molti marocchini in Al Jadida hanno udito il Vangelo e sono stati da esso influenzati; sia tramite i media sia tramite un contatto diretto con i credenti. Molti hanno bisogno di (ri)dedicare la loro vita a Cristo. Alcuni devono riconciliarsi fra di loro (Giacomo 1:6-8 e 4:8). Pregate per quel pugno di credenti sparsi affinché diventino audaci e abbiano il forte desiderio nel loro cuore di condividere la loro fede e di riunirsi. I credenti marocchini non si riuniscono regolarmente perché hanno paura (2 Timoteo 1:7). Pregate affinché i marocchini in ferie trovino Cristo. Egli è l’unico che sa dare vera pace, gioia e calma. Molti anni fa l’apostolo Pietro abitava sul mare in Israele. Successero alcuni eventi particolari con il risultato che altri trovarono il Signore in una città costiera a 50 km più a nord (Atti 10:1-48). Pregate per interventi divini!!! Pregate per tutta la zona costiera di Azemour, Al Jadida, Safi ed Essaouira, affinché il vento dello Spirito Santo soffi lungo la costa e nelle zone interne della nazione. otete saperne di più in merito alle vedute islamiche su Gesù leggendo il Corano. Vari capitoli (Sure) e versetti sono stati elencati qui sotto. Il Corano indica Gesù generalmente con il nome Isa e gli attribuisce vari titoli, ruoli e attività. Eccone alcuni esempi: Gesù è la Parola di Dio: Sura 3:45; 5:46,110 e 57:27 Gesù è il Messia: Sura 3:45; 4:171; 5:17,72,75 Gesù è un profeta, un messaggero di Dio: Sura 3:49; 6:85; 19:30; 57:27 Gesù risuscitò i morti e guarì i malati: Sura 3:49; 5:110 Gesù è puro e senza alcun peccato: Sura 19:19 Anche se le idee sopraelencate sono uguali o simili a quelle bibliche, i musulmani non concepiscono mai Gesù come un essere divino o come colui che ci salva con la sua morte e risurrezione. Lo considerano un profeta che ha portato un libro chiamato “Ingil” (Vangelo). 11 Le basi dell’islam S econdo i musulmani l’islam è iniziato con i primi esseri umani Adamo ed Eva, che dovevano sottomettersi a Dio. Infatti, la parola islam significa “sottomissione”. I musulmani credono che Abramo, Mosè, Davide e Gesù erano tutti profeti dell’islam. Molti musulmani credono persino che Adamo edificasse l’originale Beit Allah (la casa di Dio) alla Mecca, cioè la Kaaba. Questo fabbricato di pietra, coperto da un velo nero, è esistito da tempi molto antichi. Esisteva già durante la vita di Maometto, il musulmano più famoso. Nessuno può capire l’islam senza sapere qualcosa sulla vita di Maometto. Questo uomo è riverito da tutti i musulmani come l’ultimo e maggiore profeta. Nell’islam, Maometto è considerato “l’uomo ideale”. In nessuna maniera è considerato divino, non deve essere adorato, ma egli è il modello per tutti i musulmani riguardo alla loro condotta. Le immagini di Maometto non sono permesse per evitare l’idolatria. I primi anni di Maometto: Il profeta dell’islam nacque nel 570 d.C. alla Mecca, una città dell’Arabia Saudita. 12 Credenze islamiche Apparteneva al clan degli Hashim che faceva parte della potente tribù dei Quraysh. A quel tempo l’adorazione degli idoli era molto diffusa in Arabia: circa 360 dèi e dee venivano adorati dagli Arabi alla Mecca, che era il centro maggiore dell’idolatria nella regione. Gli storici musulmani riportano che Maometto, fin da ragazzo, detestava l’idolatria e viveva una vita moralmente pura. Le prime rivelazioni: Secondo i musulmani, nel 610 d.C. all’età di 40 anni, Maometto cominciò a ricevere rivelazioni e istruzioni che, a suo dire, provenivano dall’arcangelo Gabriele (Gibrail in arabo). Queste “rivelazioni” costituiscono la base del Corano. Maometto proclamò che le sue rivelazioni erano il messaggio finale e supremo dell’unico Dio sovrano, benché all’inizio egli persino dubitava di essere un profeta. Mise al bando l’adorazione degli idoli e stabilì un regime civile e religioso a Medina e più tardi alla Mecca. Morì di morte naturale nel 632 d.C. a Medina in Arabia Saudita. Rapporti con giudei e cristiani: Durante la sua vita Maometto incontrò molte persone che si definivano I musulmani credono: • in un solo Dio, il Creatore di tutte le cose; • negli angeli e negli spiriti maligni; • nei profeti (Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Davide, Giona, Gesù, Maometto); • in Maometto, l’ultimo e più grande profeta; • nei libri sacri: la Torah, gli Zabur (Salmi), l’Ingil (Vangelo) e il Corano; • nel Giorno del Giudizio per tutti gli esseri umani; • che la Bibbia sia stata adulterata e modificata dai giudei e dai cristiani. cristiani, benché sia spontaneo chiedersi quanti di loro lo fossero davvero. Inoltre imparò molti costumi e idee religiose dai vari clan ebrei che vivevano nella zona della Mecca e di Medina. Gli Ebrei di Medina non accettarono Maometto come profeta, il che provocò un serio conflitto. Nel Corano si trovano molte idee, pratiche e storie cristiane e giudaiche, anche se spesso distorte. Idee islamiche su Gesù I cinque pilastri dell’islam • Gesù fu generato miracolosamente da Dio nel grembo della vergine Maria. • Gesù è soltanto un profeta, non è divino, cioè non è il Figlio di Dio o Dio incarnato. • I musulmani credono persino che Gesù, da bambino, disse di essere un profeta. • Secondo l’islam, Gesù era in realtà un buon musulmano che predicava una forma precedente dell’islam al popolo ebreo. Si può trovare un resoconto musulmano della vita di Gesù nel cosiddetto “Vangelo di Barnaba”. Nella sua forma attuale questo documento risale dal 14° al 16° secolo, e può anche essere stato scritto a quel tempo. • Gesù un giorno ritornerà, si sposerà, avrà figli e correggerà gli errori che i cristiani hanno insegnato su di Lui. Poi morirà, sarà sepolto a Medina e sarà giudicato come tutti gli altri esseri umani nell’ultimo giudizio. • Gesù non è il Giudice dell’umanità. La religione islamica si esprime nei seguenti cinque “pilastri” che sono pratiche religiose obbligatorie per tutti i musulmani adulti: 1. Recitare il credo (shahada): “Non c’è Dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo profeta”. 2. Pregare (salat): cinque volte al giorno. 3. Fare elemosine (zakat): donare ai poveri sia obbligatoriamente che volontariamente. 4. Digiunare (saum): praticare il digiuno soprattutto durante il mese “sacro” del ramadan. 5. Fare il pellegrinaggio (hajj): alla Mecca, almeno una volta nel corso della vita. Alcuni musulmani aggiungono un sesto pilastro: 6. La guerra santa (jihad), cioè la lotta per propagandare il credo islamico in tutto il mondo, sia con le armi sia diffondendolo attivamente con parole e atti. Cosa dice l’islam sulla morte e sulla risurrezione di Gesù • L’islam smentisce che Gesù doveva morire per i nostri peccati. Molti musulmani credono che il Dio di Abramo possa semplicemente perdonare i peccati senza un sacrificio espiatorio. • L’islam smentisce il fatto che Gesù morì sulla croce. L’insegnamento islamico dice generalmente che Gesù andò subito in cielo senza aver gustato la morte. Secondo i musulmani Gesù non fu crocifisso; spesso credono che il volto di Giuda, il traditore, fu miracolosamente trasformato in quello di Gesù e che Giuda sotto il castigo di Dio morì invece al posto di Gesù. • L’islam nega l’efficacia della morte di Gesù a cancellare il nostro peccato e la nostra colpevolezza. • L’islam smentisce la risurrezione di Gesù e la Sua vittoria sulla morte. • L’islam smentisce che Gesù è diventato il Re messianico che regnerà su tutto il mondo. Ciò che Dio ha compiuto per noi: Gesù Cristo è risorto dalla morte ed è il Principe dei re della terra… ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue” (Apocalisse 1:5). 13 Giorno 9 Gli Awan dell’India Balrampur G I 9 agosto 2011 li Awan sono un popolo di lingua urdu in India con oltre 600.000 componenti. La maggioranza degli Awan asserisce di discendere da Qutb Shah, un generale nell’esercito di Mahmud di Ghazni, che era un discendente di Alì, cugino e genero di Maometto. Gli Awan hanno una forte tradizione marziale e sono rinomati per il loro coraggio. Erano fra coloro che gli inglesi chiamavano “le razze marziali”, un epiteto creato dagli ufficiali dell’India britannica per descrivere i popoli che erano considerati bellicosi di natura e aggressivi in battaglia, e di avere qualità come il coraggio, la lealtà, l’autosufficienza, la forza fisica, la lena e la tenacità nella lotta. Gli inglesi reclutavano molti soldati da queste “razze marziali” per servire nelle zone coloniali; essi facevano anche parte del nucleo del gruppo musulmano reclutato durante la Prima e Seconda Guerra mondiale Suggerimenti per la preghiera: Proclamate che Cristo, il Signore degli Eserciti, signoreggia anche sugli Awan e che essi devono ubbidirGli (Salmo 103:1922). Pregate affinché siano liberati dalle catene del nemico. Chiedete a Dio di rivelare Se stesso agli Awan attraverso sogni, visioni e altre manifestazioni (Salmo 103:2-3). Pregate per cristiani che predichino Cristo fra gli Awan. (L’articolo è basato sul materiale di Frontiers) 14 10 agosto 2011 Giorno 10 l distretto di Balrampur si trova nell’India settentrionale nello stato federato di Uttar Pradesh, che confina con il Nepal. Le tre città principali nel distretto sono Balrampur, Utraula e Tulsipur (cercatele in Wikipedia). Il fiume principale che attraversa il distretto, il Rapti, è tristemente noto per i suoi straripamenti che portano molte sofferenze alla gente che vive lungo le sue rive. Meno del 10% della popolazione consiste di latifondisti, mentre il 90% consiste di contadini e coloni che sopravvivono con ciò che la loro poca terra offre. La maggioranza degli abitanti è analfabeta. Al momento la terra non riesce più a cibare la popolazione e molti migrano ad altre città indiane come Mumbai, Ahmedabad e Jaipur. Le lingue principali parlate in Balrampur sono dehati, urdu e dialetti rurali dello hindi. Si valuta che oltre il 40% del distretto sia musulmano e forse il 60% indù; i cristiani sono scarsissimi. La festa annuale musulmana, chiamata Muharam, è famosa – molte famiglie originarie dal distretto tornano ogni anno per celebrarla coi loro parenti. Ci sono moschee in ogni paese, ma nessuna chiesa. I musulmani e gli indù di Balrampur vivono in relativa armonia e amicizia. Pochi cristiani concentrano i loro sforzi evangelistici sui musulmani; sfortunatamente il loro impegno non è sufficiente per questa zona in gran parte non ancora raggiunta con il Vangelo. Il festival Muharam in una zona adiacente. Suggerimenti per la preghiera: Pregate affinché Dio mandi credenti ben addestrati e capaci di parlare i dialetti locali per lavorare in Balrampur. Pregate affinché Dio apra i cuori al Vangelo nelle città sopraelencate e nei numerosi villaggi. Pregate per gli interessati che al momento sono iscritti al corso biblico per corrispondenza. Alcuni studenti hanno indicato di essere pronti a credere in Cristo. Pregate per la sicurezza dei credenti e dei futuri discepoli. Giorno 11 I territori palestinesi 11 agosto 2011 Cisgiordania: 5877 km² Abitanti: 2,4 milioni 408 abitanti / km² 19 campi profughi L “Il miglior modo in cui posso aiutare Israele è quello di portare i suoi nemici a Gesù Cristo”. Striscia di Gaza: 365 km² Abitanti: 1,5 milioni 4.108 abitanti / km² 8 campi profughi a vita è dura per i palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, a Nablus (la vecchia Sichem), Hebron, Betlemme, Ramallah e altrove. Per la maggioranza delle famiglie palestinesi la sopravvivenza economica è già difficile in tempi normali, ma i conflitti fra israeliani e palestinesi, nonché quelli fra le fazioni palestinesi, rendono le cose ancora molto più difficili. Specialmente gli anziani e i disabili ne soffrono. Malgrado il ritiro di Israele da Gaza, la presenza militare israeliana sul mare e lungo le frontiere della Striscia di Gaza è ancora considerata dai palestinesi un’occupazione israeliana, a causa della difficoltà di importare merci dal mondo esterno nell’enclave sovrappopolata. Solo di rado gli abitanti di Gaza possono lasciare la Striscia per viaggiare all’estero. Dalla parte egiziana le difficoltà di ottenere visti sono enormi. La maggioranza degli abitanti di Gaza non ha mai varcato il confine egiziano o visitato il Cairo, la metropoli più grande del mondo arabo a soli 350 km di distanza. Anche la Cisgiordania è ancora sotto un rigoroso controllo israeliano, benché fortunatamente ci siano alcuni posti isolati che prosperano. I palestinesi ricevono aiuti economici dall’estero, ma alcuni Paesi mandano Fratello Andrea anche armi, granate e missili che non fanno altro che peggiorare la situazione, perché incitano a violenze ulteriori contro Israele. C’è uno stress enorme, amarezza e spesso un vero odio, perché quasi ogni famiglia ha perso un figlio, un nipote, un padre, madre o sorella, morti durante le guerre, le proteste, i raid armati, gli attacchi terroristici e i confronti negli ultimi 65 anni. Persino fra gli stessi arabi le lotte fra le loro fazioni politiche e militari (Hamas e Fatah) hanno falciato parecchie centinaia di persone. (Nel 2006 e 2007 ne sono morte 600 in solo 18 mesi). Infine solo l’amore di Dio può cambiare la gente e cancellare l’odio e il rancore. Circa 2.500 persone a Gaza si autodefiniscono cristiane, ma la stragrande maggioranza di loro non è praticante, benché alcuni cristiani consacrati siano stati uccisi per la loro fede. Alcuni si sono impegnati attivamente per aiutare le vedove, i disabili e gli anziani. I credenti di Gaza hanno assolutamente bisogno di incoraggiamento. I visitatori dall’esterno raccontano che i loro cuori vengono toccati e che sono mossi a commozione quando, alla loro partenza, i credenti di Gaza implorano: “Non dimenticateci”. Suggerimenti per la preghiera: Ringraziate Dio, perché non ha dimenticato le Sue promesse agli ebrei o agli arabi. Egli è fedele verso entrambi. Alcuni arabi per la prima volta hanno sentito parlare di Cristo nel giorno della Pentecoste (Atti 2:11). Ovviamente Dio voleva che sentissero la Buona Novella. Ringraziate Dio per i palestinesi che hanno già riconosciuto il Messia e pregate perché il loro numero aumenti! Pregate affinché molti siano guariti interiormente. Le cicatrici di decenni di conflitti affliggono le loro vite. Pregate per i militanti di Hamas e Fatah, affinché i loro cuori siano cambiati e alcuni possano conoscere l’amore di Cristo. Fra i discepoli di Gesù c’era anche Simone lo Zelota (Luca 6:15). Al tempo di Gesù c’erano molti zeloti che usavano la violenza per raggiungere i loro obiettivi. Pregate per i credenti coraggiosi che vivono fra i palestinesi musulmani, affinché diano una buona testimonianza (Matteo 5:16) e siano fortificati nella loro fede (Efesini 3:16-17). 15 Giorno 12 Al Masjid Al Aqsa 12 agosto 2011 La moschea Al Aqsa Il terzo luogo più sacro dell’islam La Cupola della Roccia S econdo la tradizione islamica, il profeta Maometto nel 621 d.C. si trovava alla Mecca dove ebbe una visione o un prodigioso viaggio chiamato “Viaggio notturno”. Si crede che l’angelo Gabriele gli sia apparso con un cavallo alato chiamato Buraq con un volto umano. Cavalcando questo strano animale Maometto volò fino a Gerusalemme (1200 km). Si crede che lì, sul Monte del Tempio, guidasse altri profeti che in preghiera videro Mosè, Gesù e Adamo (il tempio era stato distrutto 551 anni prima nel 70 d.C.)*. Si crede che in seguito Maometto rimontò su Buraq per essere condotto alla presenza di Dio nel cielo, dove supplicò di dover fare solo cinque preghiere al giorno invece delle cinquanta preghiere quotidiane che Dio gli aveva imposto in precedenza. Si dice che in seguito Maometto tornò alla Mecca. Raccontò la sua esperienza agli altri, ma la maggioranza rifiutò di credergli. All’estremità meridionale del Monte del Tempio, dove Maometto avrebbe pregato durante il “Viaggio notturno”, ora sorge la moschea Al Masjid Al Aqsa, un nome arabo che significa “la moschea più lontana”. La costruzione dell’edificio fu terminata nel 705 d.C.; 16 La preghiera del venerdì in seguito la moschea fu riedificata varie volte dopo alcuni terremoti. A fianco di questa moschea c’è la dorata “Cupola della Roccia”, proprio sul posto dal quale Maometto sarebbe salito in cielo. La maggioranza dei musulmani considera la moschea Al Aqsa il terzo luogo più sacro dell’islam. Secondo una tradizione, Maometto stesso avrebbe detto che una preghiera islamica fatta alla Kaaba della Mecca equivale a 100.000 preghiere fatte altrove; una preghiera fatta a Medina a 1.000 preghiere fatte altrove e una preghiera ad Al Aqsa a 500 preghiere fatte in qualsiasi altro posto (naturalmente, i cristiani non credono che la preghiera abbia un valore meritorio; è solo un modo per comunicare con Dio e avere comunione con Lui). *Fino al 624 d.C. i musulmani si rivolgevano a Gerusalemme per pregare, ma in seguito in direzione della Mecca. Suggerimenti per la preghiera: Migliaia di musulmani frequentano la preghiera del venerdì nella moschea Al Aqsa, che ha una capienza di circa 4.000 persone. Altre decine di migliaia pregano sulla spianata fuori durante gli eventi religiosi più importanti. Per ragioni di sicurezza, gli israeliani permettono la partecipazione alle preghiere del venerdì solo agli anziani che hanno famiglia. Alcuni fra loro sono i patriarchi delle loro famiglie. Pregate per gli uomini che frequentano le preghiere del venerdì. Il Signore conceda loro il desiderio di conoscere ciò che successe nell’antico tempio dei Giudei (Matteo 27:51). Hanno bisogno della rivelazione che solo Gesù può guidare gli esseri umani veramente al Padre celeste (Giovanni 14:6). Dichiarate che Gesù, il Figlio di Dio e il Re d’Israele, signoreggia anche sugli uomini che pregano nella moschea (Giovanni 1:49). Pregate affinché anche le loro famiglie entrino nel Regno di Dio (Giovanni 3:3). I palestinesi sono i filistei di oggi? G li odierni abitanti di Gaza hanno molto poco o niente a che fare con gli antichi Filistei. Il nome “Palestina” è una deformazione latina della parola Filistea, tuttavia i palestinesi arabi di oggi non sono Filistei. Il nome “Palestina” fu dato dai Romani alla Giudea dopo la rivolta dei Giudei del 135 d.C. In arabo la parola “Palestina” è scritta “falastin”, che assomiglia a “Filistea”. La “p” non esiste in arabo. Alcuni palestinesi arabi si autodefiniscono “filistei” sapendo che ci furono guerre fra gli Israeliti e i Filistei. Alcuni fra loro lo fanno apposta per incitare all’odio, altri sono semplicemente malinformati. In realtà, i Filistei erano provenienti dalla regione di Caftor (= Creta e dintorni) nel Mediterraneo e si stabilirono sulla costa (Genesi 10:14; 1 Cronache 1:9-15; Amos 9:7). Dunque non erano affatto provenienti dall’Arabia. Parecchi versetti biblici profetizzano la distruzione dei Filistei e della loro civiltà (Geremia 47:1-7; Ezechiele 25:15-17 e Gioele 3:4-6). Prima di Cristo, le invasioni degli Egiziani, Assiri, Babilonesi, Persiani e quelle dei Greci sotto Alessandro decimarono i Filistei. In seguito la Filistea fu occupata dai Romani, dai Bizantini, dagli Arabi, dai crociati, dai Turchi e dagli inglesi. Il popolo, la cultura, il governo, la lingua e la religione dei Filistei sono scomparsi. 13 agosto 2011 Giorno 13 Hezbollah H ezbollah è un’organizzazione politica, sociale e militare nel Libano, che ebbe inizio nel 1982. Il nome significa “Il Partito di Dio”. Come organizzazione sciita ha ricevuto un forte sostegno religioso, finanziario, politico e militare dall’Iran. Anche la Siria l’ha sostenuta politicamente e praticamente. L’organizzazione ha una presenza forte nella Valle della Beqaa, nel sud di Beirut e nel Libano meridionale. È un’importante forza politica che ha sviluppato una fortissima e attiva rete di servizi sociali. Parecchi governi mondiali considerano Hezbollah un’organizzazione terroristica, fra cui gli Stati Uniti, l’Australia, il Canada, Israele e l’Inghilterra. Hezbollah ha condannato l’attacco alle Torri gemelle nel 2001, ma è stata accusata di altri attacchi kamikaze riusciti o tentati nel passato. Hezbollah invece smentisce il suo coinvolgimento in qualsiasi attacco. Come movimento sciita non ha legami con Al Qaeda, che è sunnita. Gli arabi la vedono generalmente come una legittima organizzazione libanese di resistenza, che ha combattuto fedelmente contro le forze armate israeliane: secondo qualche ricerca, fra i 65 e l’85 per cento la favorisce. Tuttavia, vari governi mediorientali, fra cui quelli dell’Egitto, dell’Arabia Saudita e della Giordania, si oppongono al movimento definendolo “un’organizzazione irresponsabile e avventurosa”. Grazie alla sua collaborazione con l’Iran e la Siria, Hezbollah ha ammassato una quantità enorme di armi in Libano, forse quattro volte di più di quanto aveva prima dell’invasione di Israele in Libano nel 2006. Hezbollah considera Israele uno Stato illegittimo e giustifica le azioni contro Israele come “jihad difensiva”. Suggerimenti per la preghiera: Pregate per i leader di Hezbollah: Sheikh Muhammad Hussein Fadlallah, Hassan Nasrallah, Naim Qassem e altri capi minori, affinché scoprano la vita che è solo in Gesù (Giovanni 1:9-14; 1 Giovanni 1:4). Questi uomini hanno bisogno di scoprire il piano di Dio di benedire il mondo attraverso il discendente di Abrahamo (Galati 3:13-14 e 26-29). Forse ci sono fra i 7.000 e i 10.000 volontari e combattenti di Hezbollah, che sono pronti ad affrontare un conflitto armato con Israele. Pregate affinché la luce di Dio li illumini e che scoprano che Gesù Cristo è l’unico che alla fine potrà soddisfare le loro aspirazioni di un mondo giusto governato dal vero Dio di Abrahamo (Isaia 65:17 e 2 Pietro 3:13). 17 Giorno 14 Gli alluvioni in Pakistan 14 agosto 2011 I l peggiore disastro naturale del Pakistan, che ha colpito il Paese a luglio e agosto del 2010, è stato descritto come un “lento tsunami”. La catastrofe ha reso senzatetto cinque milioni di pakistani e oltre 1.600 persone sono morte. Oltre 20 milioni di persone hanno avuto bisogno di assistenza umanitaria: cibo, alloggio e cure d’emergenza. Un quinto della superficie del Paese è stato sommerso. Sono scoppiate malattie mortali come il colera e la dissenteria. Centinaia di migliaia di persone hanno sofferto di forme acute di dissenteria. Tuttavia il disastro ha aperto delle opportunità per dimostrare l’amore di Dio ai pakistani e per servirli nel nome di Gesù Cristo. Molti hanno riconosciuto che il soccorso proveniva dai cristiani locali. Un ufficiale distrettuale del Pakistan ha commentato: “Apprezzo gli sforzi dei cristiani; siete sempre i primi ad aiutare in tempi di necessità e a servire con altruismo”. Alla fine di una distribuzione, un uomo di un villaggio vicino ha detto ai soccorritori cristiani: “Non ho mai incontrato un cristiano nella mia vita. Questa è la mia prima opportunità di vederne uno, ma sembrate essere come noi”. Il caposquadra gli ha detto che seguivano Isa (il nome islamico per Gesù). Il paesano ha risposto: “Nessuna persona di qualsiasi fede è venuta per aiutarci, ma voi siete venuti da lontano. Certamente siete seguaci fedeli di Isa”. Un altro uomo dopo aver collaborato per un mese con una 18 Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza del Pakistan squadra ha detto: “Non c’è salvezza al di fuori di Gesù Cristo (Isa Masih)”. Da due anni stava cercando la verità. Tuttavia le notizie dal Pakistan non sono tutte buone. Un leader ha detto: “Ad alcuni cristiani sfollati è stato palesemente rifiutato il soccorso, mentre ad altri è stato detto di andarsene o di convertirsi all’islam. Potete immaginare la scelta terribile: rinunciare alla tua fede oppure non essere in grado di cibare tuo figlio”. Suggerimenti per la preghiera: Pregate per il soccorso a lungo termine in Pakistan. Pregate per tutte le vittime degli alluvioni: i depredati, i feriti e coloro che hanno perso le loro case e i mezzi di sostentamento. Molti hanno perso i beni, le case e gli affari per cui hanno lavorato per generazioni. Pregate affinché tutti trovino un tetto adeguato, cibo e acqua pulita, e scoprano la speranza che proviene dalle promesse di Dio. Pregate per i cristiani pakistani. La maggioranza di loro è disperatamente povera. Pregate affinché sperimentino la consolazione e la provvidenza del loro Padre celeste. Pregate per i numerosi nuovi credenti che hanno conosciuto Cristo durante gli alluvioni. Vanno discepolati e hanno bisogno di capire l’amore di Dio Padre e di Cristo. Pregate per i numerosi credenti che cercano di portare speranza, vita e pace in circostanze difficili. Giorno 15 Surat in Gujarat, India 15 agosto 2011 Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza dell’India I n tutto il mondo ci sono circa un milione di musulmani Dawoodi Bohra. Abitano in India, in Pakistan, in Medio Oriente, nell’Africa orientale e nello stato federato del Gujarat in India occidentale. In India i Dawoodi Bohra si riconoscono dal loro abbigliamento: gli uomini hanno la barba e indossano un turbante bianco con l’orlo dorato e tuniche lunghe e bianche, mentre le donne indossano un burka colorato e ricamato a due pezzi. La città di Surat nello stato federato di Gujarat è conosciuta come il fulcro dei Dawoodi Bohra. La città è un antico porto situato sulle rive del fiume Tapi ed è rinomata per il commercio di seta fine, di broccati raffinati e di spezie. Nel 17° e 18° secolo Surat era fra le città più prospere dell’India. La East India Company stabilì i suoi primi magazzini a Surat nel 1612. La parola “Bohra” deriva dal termine gujarat “vohorvu” che significa “commerciare”. La maggior parte dei Bohra commercia in vari tipi di affari. Nell’ultimo decennio lo stato federato di Gujarat ha subito parecchi disastri naturali, quali siccità, cicloni, alluvioni e terremoti. Surat è stata gravemente colpita dal terremoto e dall’alluvione che hanno distrutto gran Il dr. Syedna Mohammed Burhanuddin, un leader dei Dawoodi Bohra parte del Gujarat, e varie volte è stata scenario di rivolte. Surat è una città violenta – è risaputo che le tensioni fra indù e musulmani vi scoppiano frequentemente. Un minimo pretesto può provocare una sommossa e allora si distruggono proprietà e vite umane senza scrupoli. Surat è una città molto importante per i Dawoodi Bohra, perché tutti i loro religiosi vengono addestrati qui per il loro ministero. A Surat c’è una università Bohra ben nota e specializzata per questo scopo. Gli studenti migliori dei Bohra arrivano da tutte le parti ed è un onore essere selezionati e formati in questa università. I Bohra sono isolati e non raggiunti dal Vangelo. Per pochi anni una squadra ha pregato chiedendo al Signore di chiamare credenti per evangelizzare i Bohra e gli altri musulmani di Surat. Attualmente si fanno pochissimi sforzi per proclamare Cristo fra loro. Surat ha disperatamente bisogno della luce del Vangelo. Pregate per fratelli che rechino pace e seminino per un raccolto di giustizia fra i musulmani di Surat. Suggerimenti per la preghiera: Adorate il Signore che provvede: Yahweh Jireh (Genesi 22:14). Pregate contro lo spirito del materialismo che permea la vita dei Bohra. Chiedete al Signore di rivelarsi come Colui che provvede adeguatamente. Pregate affinché il Dio vivente si riveli in modo soprannaturale ai Bohra di Surat attraverso sogni e visioni. Chiedete il Signore della raccolta un numero più grande di missionari fra i Bohra di Surat. Pregate affinché i leader abbiano saggezza e che le persone giuste si mettano all’opera. Pregate per un atteggiamento di umiltà fra i Borah. Pregate affinché il Principe della Pace tranquillizzi le tensioni fra i musulmani e gli indù nel Gujarat. Ambedue i gruppi hanno bisogno di conoscere la via della pace. Pregate affinché gli uomini d’affari fra i cristiani riescano a contattare i Bohra. 19 ola se o ng e Pa Ra Gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà… (Daniele 7:14) 1 Indonesia 233 80.3% 187 sunniti 2 Pakistan 185 95.8% 177 sunniti/sciiti 3 Bangladesh 165 4 India 5 Iran 75.1 98.6% 74.1 sciiti 6 Egitto 84.5 86.6% 72.3 sunniti I musulmani nei vari continenti Popolazione Africa 429 milioni 7 Turchia Medio Oriente 250 milioni 8 Nigeria Asia 800 milioni 9 Europa (inclusa la Russia) 44 milioni Americhe 5 milioni Totale 1.5 miliardo Le principali religioni mondiali: Buddisti: 478 milioni Religioni cinesi tradizionali: 410 milioni Animisti / religioni tribali africane / altri: 311 milioni Indù: 959 milioni Atei / secolari: 938 milioni Musulmani di ogni tipo: 1.58 miliardo Cristiani di tutte le denominazioni: 2.2 miliardi 20 osa igi rel g ia o lo Tip ni li o mi in ni ma ni sul ma Mu sul mu di ni a le lio mi ntu in rce ne Pe zio p Po I musulmani nel mondo u New York pag. 10 Nord America 89% 146.5 sunniti 1,215 14.2% 172.5 sunniti/sciiti 76 96.7% 158.3 73.2 sunniti/sciiti 45% 71.5 sunniti Algeria 35.5 97.3% 34.5 sunniti 10 Marocco 32.8 99% 32.7 sunniti 11 Iraq 31.5 96% 30.2 sciiti 12 Afghanistan 29.2 99% 29.1 sunniti 13 Sudan* 43.5 61.4% 26.6 sunniti 14 Cina 15 1,331 1.9% 24.9 sunniti Arabia Saudita 26.3 92.4% 24.3 sunniti 16 Uzbekistan 27.8 85% 23.6 sunniti 17 Yemen 24.3 99% 24.3 sunniti/sciiti 18 Siria 22.5 90% 20.3 sunniti 19 Malaysia 28 63% 17.5 sunniti 20 Niger 16 97% 15.5 sunniti *Si aspetta che il Sudan meridionale ottenga l’indipendenza a luglio del 2011 Sud America A dicembre del 2010 un uomo che lavora per Facebook ha fatto una rappresentazione grafica delle connessioni di Facebook. Si nota un grande numero di connessioni in Nord Africa, Turchia, Libano, Pakistan, Bangladesh e in India settentrionale. C’è una concentrazione incredibile di utenti in Malesia, Indonesia e anche u Mosca pag. 27 Europa u Berlino pag. 34 Asia Centrale u Asia Centrale pag. 33 u Tagikistan pag. 28 u La tribù dei Kolai pag. 9 u Hezbollah pag. 17 u Gli Qizilbash p. 35 u Al Aqsa pag. 16 u Libia pag. 22 u I Palestinesi pag. 15 u Gli Awan / Balrampur pag. 14 u Egitto pag. 38 u Pakistan u Le tribù dell’Arabia Saudita pag. 8 u Mecca pag. 7 u Surat pag. 19 u Gli Shuwa pag. 29 u Istanbul pag. 31 u Al Jadida pag. 11 Asia u Back to Jerusalem pag.30 Medio Oriente u Tuba pag. 25 u Malesia pag. 26 La Finestra 10 / 40, nel riquadro, rappresenta la zona dove vive tuttora la maggior parte dei popoli del mondo non ancora raggiunti dal Vangelo (tra la 10a e 40a latitudine). nelle isole meridionali delle Filippine. La maggior parte di queste connessioni sono locali però il grafico dimostra che i musulmani si stanno integrando sempre di più nella community mondiale. Molti giovani musulmani sono ben aggiornati sulle pop star della musica e sulle novità cinematografiche internazionali. Il mondo sta cambiando. u I Kerinci pag. 24 Africa Asia meridionale orientale u I Kangean pag. 24 Nord Africa Medio Oriente Pakistan, India, Bangladesh Malesia, Indonesia, Filippine 21 16 agosto 2011 Libia Giorno 16 (Questa storia fittizia è basata su fatti reali) Questo articolo è stato scritto prima della rivolta libica contro Muammar Qaddafi C omodamente seduto, Rashid guarda il Mediterraneo. Dietro di sé c’è il Sahara. I suoi cinque figli stanno giocando felicemente mentre sua moglie prepara la griglia. Rachid è preoccupato. Di solito si rallegra di questi barbecue a primavera inoltrata, parlando con i suoi amici, sorseggiando il tè alla menta e rilassandosi dopo una settimana di duro lavoro. Questa settimana è stata particolarmente dura, perché una nuova legge esige che le attività come la sua siano nuovamente registrate. Significa stare per ore in coda e Rachid non è neppure certo di aver capito bene la nuova legge. Le pratiche moderne sono nuove per il suo Paese, dove a causa della corruzione e dei favoritismi la ricchezza abbondante procurata dal petrolio non ha beneficiato la gente comune. Un viaggio di studio in Europa ha shockato Rachid – sembra che lì gli edifici, le strade e tutto il resto vengano costantemente riparati invece di essere abbandonati allo sfacelo come nel suo Paese. Rashid però non si preoccupa di questo. L’ambiente non è determinante – comunque succederà sempre ciò che Allah vorrà. Rashid sa che il suo nome significa “guidato giustamente”. Si vanta di essere sulla strada giusta. Naturalmente non si può mai essere sicuri di fronte ad Allah, ma Rashid è abbastanza fiducioso di fare tutto ciò che Allah vuole: prega, digiuna, paga le 22 tasse e in ogni occasione dichiara la sua fede in Allah. Fra circa due anni dovrebbe essere capace di pagare il suo viaggio alla Mecca. Pensando però al suo viaggio in Europa e particolarmente a uno dei suoi insegnanti europei, tutte le sue certezze si oscurano. L’insegnante non viveva come Rashid si era aspettato, e durante una delle loro numerose conversazioni davanti ad una tazza di tè gli aveva detto di credere che Dio non era interessato soprattutto a ciò che facciamo noi, ma piuttosto al nostro accettare ciò che aveva fatto tramite il Messia! Lui si diceva sicuro di vivere con Dio dopo la sua morte! Com’è possibile?! Gli aveva suggerito di guardare una stazione televisiva araba. Per non essere scortese, Rashid aveva annotato i dati. Tornato a casa non riusciva a smettere di pensarci e infine, quando a tarda sera nessuno poteva vederlo, trovò il canale. Con un senso di colpa guardò per alcuni minuti, terrificato dalla possibilità di essere osservato. Ora Rashid ha un problema maggiore. Il messaggio lo attrae, ma secondo lui è tutto sbagliato. Sin dalla sua infanzia ha pensato che i cristiani credessero in tre dèi e che i libri originali di Gesù, Mosè e Davide fossero andati persi o cambiati dai Giudei e dai cristiani. Come potrebbe questo messaggio, che ovviamente prendono dal loro libro sacro, essere la verità venuta da Dio? Bontà La bontà di Dio ci spinge al ravvedimento (Romani 2:4) Suggerimenti per la preghiera: Pregate per il governo libico, affinché le ricchezze vengano equamente distribuite e il Paese sia amministrato meglio (Esodo 23:8; Deuteronomio 16:19). Pregate affinché i libici in viaggio incontrino veri cristiani che testimoniano la loro fede (Atti 8:26-39). Pregate affinché un numero maggiore di credenti esteri trovi lavoro in Libia e abbia così l’opportunità di proclamare Cristo con le parole e con gli atti. Pregate affinché i libici si sintonizzino sui programmi cristiani radiofonici e televisivi e su internet. Questi mass media efficaci hanno aiutato molti a trovare la vera fede. Dio si sta rivelando! Pregate affinché lo Spirito Santo riveli la verità ai libici malgrado tutte le loro concezioni sbagliate. Testimonianze dalla Turchia U na giovane donna di origine islamico-conservatrice era diventata una seguace di Cristo. Suo fratello lo scoprì, ma era certo che sarebbe tornata presto all’islam. Vedendo che non accadeva, le ordinò di rinunciare alla sua nuova fede e di recitare il credo musulmano. Lei rifiutò; allora prese una spranga di ferro e minacciò di ucciderla. I familiari lo fermarono, ma sua madre la supplicò piangendo di recitare il credo islamico. Infine lo fece, ma in seguito se ne pentì amaramente. Condividendo la sua angoscia con un’altra credente turca, quest’amica le spiegò che anche Pietro rinnegò Gesù, ma che in seguito fu perdonato e riabilitato. Ora lei sta sperimentando la stessa grazia e afferma: “Non voglio mai più rinnegare il Signore”. U n credente, recentemente battezzato e da poco rilasciato dal carcere, fu fortemente turbato dalle domande fatte da un’altra persona sulla attendibilità del Nuovo Testamento. Disse di essere pieno di dubbi. Si addormentò con la Bibbia a fianco al letto. A notte fonda fu svegliato da un Uomo che indicò la Bibbia e disse: “Non avere paura. Leggi il mio libro. Sono sempre con te”. Più tardi comprese che era stato Gesù a parlargli e ne fu grandemente incoraggiato. U na famiglia si preoccupava di Sait, un parente di quarant’anni che era mentalmente disturbato e percorreva di continuo le strade della loro città. In un tentativo disperato di cercare aiuto, con un’auto noleggiata, i familiari lo portarono da una comunità cristiana in una città più grande, il cui pastore turco si chiama Alì. Sait era sudicio, aveva la barba lunga e non curata, pantaloni macchiati di urina e unghie lunghe alcuni centimetri. Non poteva parlare ed era chiaramente fuori di senno. I parenti chiesero ad Alì se poteva fare qualcosa per aiutarlo. Alì rispose: “Gesù può farlo, ma voi dovete credere che Egli ne è capace”. Essi risposero: “Se non avessimo creduto che può aiutarci, avremmo fatto cinque ore di viaggio per incontrarti?” Quella risposta soddisfece Alì; si avvicinò all’uomo barbuto, lo abbracciò calorosamente e pregò per lui. Allora Sait li stupì perché rinsavì e, per la prima volta dopo cinque anni, riuscì a parlare! Dopo una settimana Alì e gli altri credenti ricevettero una telefonata dalla famiglia con la notizia che ora Sait era pulito; mangiava bene, non girovagava più lungo le strade ed era ancora mentalmente lucido. 23 I Kangean Giorno18 I Kerinci dell’Indonesia I L 17 agosto 2011 Giorno 17 Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza dell’Indonesia 135.000 Kangean vivono sulle isole Kangean a nord di Bali in Indonesia. Le isole hanno un gran potenziale turistico. Le loro spiagge sul mare di Giava sono pittoresche e pulite, e la folta foresta del Kangean orientale è popolata da molti animali e uccelli splendidi. C’è abbondanza di scimmie, komodo e serpenti. Gli artigiani locali vendono ricordini di legno inciso. Dal 1993 le isole estraggono gas naturale. Sono state connesse a Giava orientale con un gasdotto di 430 km in gran parte sottomarino. Fra le altre risorse economiche delle isole c’è il tek, le noci di cocco e il sale. Malgrado lo sviluppo industriale grazie al gas ci sono ancora molte zone incontaminate dove gli amanti dell’avventura possono facilmente trovarsi a loro agio. I Kangean figurano fra le circa 200 popolazioni musulmane con oltre 100.000 componenti fra i quali non sono stati organizzati sforzi per stabilirvi una comunità cristiana. Suggerimenti per la preghiera: Pregate affinché Dio si riveli! (Luca 10:21-24) Proclamate il Salmo 97:1 sulle isole. Pregate per opportunità, affinché la Buona Novella sia vista, sentita e dimostrata fra i Kangean (Marco 16:15-20). Pregate affinché i Kangean abbiano l’opportunità di leggere la Bibbia, di vedere film evangelistici e di incontrare credenti che parlino la loro lingua. 24 18 agosto 2011 a sapienza di Dio c’era “prima che i monti fossero fondati, prima che esistessero le colline” (Proverbi 8:25). Originalmente provenienti dalla costa orientale di Sumatra, i Kerinci anticamente fuggirono durante una guerra dai sultanati musulmani costieri verso la loro terra attuale nell’alta montagna di Bukit Barisan. Parlano il Kerinci e la Bahasa indonesiana (la lingua nazionale). La maggior parte dei 260.000 Kerinci è contadino: coltivano riso, patate, caffè, cannella e nella giungla raccolgono anche la resina e la canna d’India. Coloro che vivono al Lago Kerinci e ai laghi più piccoli praticano la pesca. I Kerinci sono riusciti a resistere all’assimilazione con i popoli più forti nella pianura. Ora però il loro isolamento viene minacciato dalla massiccia immigrazione spinta dal governo di Giava, Sunda e Bali che pianificano piantagioni sul loro suolo fertile. Inoltre, il World Wildlife Fund sta sviluppando un parco nazionale di importanza mondiale per conservare la foresta pluviale con la sua flora e fauna. L’islam è la religione prevalente fra i Kerinci, che tuttavia aderiscono ancora all’animismo praticato specialmente nel loro ricorso a guaritori tradizionali e alla magia per benedire i loro raccolti. Suggerimenti per la preghiera: Pregate affinché il Signore doni saggezza e protezione ai credenti che si stabiliscono fra i Kerinci. Pregate affinché Dio infonda saggezza e autorità a coloro che affrontano le forze spirituali che da generazioni hanno legato la popolazione (1 Corinzi 1:30; 2 Corinzi 10:4). Giorno 19 Tuba e i Murid 19 agosto 2011 I l sufismo è il movimento islamico imperniato su una dimensione interiore e mistica. Spesso i sufi hanno cercato di comparire alla presenza divina e di purificarsi interiormente. I movimenti sufi sono generalmente guidati da leader molto riveriti. Parecchi musulmani ortodossi, fra cui i wahabiti che vivono prevalentemente in Arabia Saudita, considerano i sufi eretici. La maggior parte del musulmani in Senegal e Gambia sono affiliati a fratellanze sufi, come i Tijaniyyah, gli Xaadir (Qadiriyya), i Murid e i Layennes. In ogni movimento si sono formate fazioni piccole intorno a leader specifici e dottrine particolari. Il movimento Murid, con il suo quartiere generale a Tuba in Senegal, fu fondato da Amadu Bamba nel 1883. Amadu Bamba (1850 – 1927) era un mistico musulmano, un marabu e un leader spirituale che dava istruzioni sulla meditazione, sui riti islamici, sul lavoro e sullo studio del Corano. La sua enfasi sul lavoro ha portato frutto: i suoi discepoli sono noti per la loro etica lavorativa. Amadu Bamba non condivideva la conquista francese dell’Africa occidentale, ma era contrario alla guerra santa. Incoraggiava invece la cosiddetta “jihad al akbar” (la lotta maggiore), che va combattuta con lo studio e il timore di Dio. La fratellanza Murid in Senegal e in Gambia controlla molti settori dell’economia locale. I seguaci danno spesso una parte delle loro rendite al movimento. Abdoulaye Wade, l’attuale presidente del Senegal, è un Murid dedicato. Subito dopo la sua elezione nel 2000 viaggiò verso la città santa di Tuba per cercare la benedizione del leader spirituale della fratellanza (il grande marabu). Suggerimenti per la preghiera: I leader dei Murid sono guide spirituali di 3 a 5 milioni di persone e i leader principali di Tuba, la seconda città del Senegal con 0,5 a 1,5 milioni di abitanti. Pregate affinché i leader dei Murid e i suoi aderenti possano davvero incontrare il Dio vivente. Le barriere economiche, sociali e spirituali sono rilevanti. Potete basare la vostra preghiera su Atti 13:4-12. La preghiera del venerdì La grande moschea di Tuba dove fu sepolto Amadu Bamba. Questo è uno dei posti religiosi più importanti di tutta l’Africa occidentale. Pregate per i musulmani che oggi si riuniranno qui per recitare le loro preghiere rituali del venerdì. 25 20 agosto 2011 Giorno 20 Malesia Martirizzata in Arabia Saudita L a Malesia è una monarchia costituzionale federale con un sistema di governo parlamentare. Il Mar Cinese meridionale divide il Paese in due parti: la Malesia peninsulare e la parte malese del Borneo. Situata nel cuore dell’Asia sud-orientale, la Malesia è circondata da altri Paesi, fra cui la Thailandia, l’Indonesia, Singapore, le Filippine, il Vietnam e il Brunei. La capitale della Malesia è Kuala Lumpur. La religione ufficiale della Malesia è l’islam. La Costituzione però garantisce la libertà religiosa. Dei 28 milioni di abitanti, fra cui malesi, cinesi e altre etnie, il 60,4 per cento è musulmano. I malesi, il gruppo etnico maggiore, sono generalmente musulmani. Ci sono anche musulmani indiani e un piccolo numero di cinesi convertiti all’islam. Benché il precedente e l’attuale primo ministro abbiano proclamato la Malesia nazione islamica, certi segmenti della popolazione si sono opposti a quest’affermazione basandosi sulla Costituzione del Paese. La legge proibisce l’evangelizzazione dei musulmani e inoltre è vietato ai musulmani di convertirsi a un’altra religione. Gli ex musulmani convertiti a Cristo sono pochi. Molti di loro si riuniscono in comunità familiari e continuano a indossare abiti musulmani e a mantenere alcune usanze culturali per evitare di essere scoperti e vessati. In molti casi hanno trovato Cristo grazie a un diretto incontro divino. Pur essendo numericamente pochi, sono coraggiosi nella loro fede e testimonianza. Suggerimenti per la preghiera: Pregate affinché i cristiani aprano i loro cuori ai loro vicini musulmani per essere una benedizione per loro in modo pratico e concreto. Pregate per un numero maggiore di interventi divini fra i malesi (Atti 10:17-48). Pregate affinché i credenti siano coraggiosi e stendano una mano di comunione fraterna e di assistenza ai neoconvertiti dall’islam. Infatti questo può essere rischioso. 26 A d agosto del 2008, un membro del clero musulmano e della Commissione Saudita per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, ha ucciso sua sorella, la 26enne Fatima Al Mutairi. Lei aveva rivelato la sua fede in Cristo ai suoi familiari nella provincia orientale dell’Arabia Saudita. I collaboratori di “The Voice of the Martyrs” (VOM) comunicano che la comunione di Fatima con altri credenti era limitata maggiormente ai forum di internet e a telefonate. “Come parte della sua testimonianza ai familiari proclamò che la via di Cristo è la più pura e la più santa di tutte. Dopo aver fatto questa affermazione trovò il fratello nella sua camera che le controllava il computer”, hanno dichiarato i collaboratori della VOM. “Questo computer conteneva appunti del suo percorso spirituale. Egli li stava leggendo per trovare altre prove contro di lei. Mentre la teneva rinchiusa per quattro ore nella sua camera lei scrisse un’ultima lettera su internet. Poco tempo dopo fu uccisa”. Dal sito web di “The Voice of the Martyrs”: http://www.persecution.com Giorno 21 I musulmani a Mosca 21 agosto 2011 Un’ondata dall’Asia centrale B isogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare” (Giovanni 9:4). La Russia è conosciuta per la sua storia ricca, per la perseveranza dei suoi abitanti nelle difficoltà e per la bellezza dei suoi capolavori architettonici. Pensando alla Russia possono venire in mente le icone religiose, le steppe interminabili, le foreste coperte di neve, le tazze di tè fumante e il minestrone borsch. Tuttavia il volto della Russia sta cambiando rapidamente. Mosca, la capitale, ha una popolazione musulmana maggiore di qualunque altra città europea. Le stime variano da 400.000 a due o tre milioni di musulmani. Probabilmente ci sono centinaia di migliaia di stranieri illegali fra loro. Molti musulmani di Mosca provengono dalle povere ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Tagiki, usbechi, afgani, kazaki, tatari e molti altri arrivano massicciamente in cerca di un qualsiasi lavoro. Vivono spesso insieme in quartieri stretti e in condizioni squallide, risparmiando il massimo possibile da mandare alle loro famiglie in patria. Affrontano pestaggi, assassini e persino attacchi dinamitardi. Molti sono schiavi moderni di timorosi, astiosi e scabrosi datori di lavoro. La vita a Mosca non è facile, ma a volte decisamente migliore delle prospettive tetre della loro patria. Trovandosi lontani dal proprio paese, dai familiari, dalle loro tradizioni e dalla pressione culturale, i musulmani dall’Asia centrale sono esposti a nuove tentazioni, ma anche alla possibilità di sentire la verità della Parola di Dio. Un ex musulmano convertito a Cristo ha detto: “Ero abituato a odiare la Russia e non volevo tornarvi. Però, dopo aver visto la possibilità di evangelizzare i miei connazionali islamici, sono rimasto entusiasta di quest’opportunità. Ora ho la sensazione che la Russia sia la mia seconda patria”. Il film Jesus, il DVD su Maria Maddalena e la Bibbia CARS (Central-Asian Russian Scriptures) sono ben accettati, ma sono pochi i cristiani che evangelizzano specificatamente fra i musulmani. Gli immigrati musulmani a Mosca sono spesso sopraffatti dalla vita in una metropoli così grande, sentono la mancanza dei loro familiari e sono in cerca di amicizia. Insomma, è un buon momento per predicare loro il Vangelo! Suggerimenti per la preghiera: Chiedete a Dio di aprire i cuori dei musulmani in Russia. Pregate per la traduzione e la stampa di buon materiale cristiano per i musulmani di lingua russa e per i nuovi credenti che devono imparare a camminare con Cristo. Pregate affinché i leader cristiani in tutta la Russia siano uniti e abbiano la visione e la saggezza di portare il Vangelo ai musulmani nel loro Paese, facendo discepoli fra loro in modo che anche questi ultimi siano incoraggiati, equipaggiati e preparati per evangelizzare e discepolarne altri. Pregate affinché le chiese russe prendano misure concrete e pratiche per evangelizzare i musulmani intorno a loro. Pregate affinché i nuovi credenti in Cristo siano istruiti bene. Ci sono poche comunità per accogliere chi si converte a Cristo e queste comunità sono prevalentemente solo kazake. 27 22 agosto 2011 Giorno 22 Tagikistan Cosa avrà in serbo il futuro? Z ebo ha 18 anni e desidera studiare all’università. Lei sogna una vita più comoda per la sua famiglia in Tagikistan. Vuole essere liberata dall’incombenza di mettere cibo sulla tavola tutti i giorni e dalle bustarelle che deve pagare per ottenere l’istruzione che desidera. Come molti altri giovani crede che lei e i suoi staranno bene, se solo riuscirà ad imparare l’inglese e a trovare lavoro in un’organizzazione estera. Ha poche speranze nella sua patria, in contrasto con la fiducia nel governo sotto il sistema sovietico. Zebo mette in dubbio persino la fede islamica radicata nella sua famiglia. Sa che sarà difficile ottenere ciò che desidera nella vita. Recentemente i suoi genitori l’hanno incoraggiata a sposarsi anziché orientarsi verso l’istruzione e la carriera. La vita le sembra un vicolo senza uscita. Si chiede dove potrà trovare speranza. Zebo rappresenta migliaia di giovani che non hanno fiducia nel futuro della loro patria. Il paese non è situato sul mare, ma è circondato dall’Afghanistan, l’Uzbekistan, il Kirghizistan e la Cina. Ha sette milioni di abitanti ed è l’ex repubblica sovietica più povera. Oltre l’80 per cento della popolazione vive al di sotto del margine di povertà e si stima che il reddito annuo medio si aggiri intorno ai 250 euro pro capite. Le donne e i bambini costituiscono la maggioranza della popolazione perché molti uomini 28 Khorugh sono emigrati in Russia per cercare lavoro. A volte non si fanno più vedere e non mandano a casa nemmeno sostegni finanziari. Negli ultimi anni l’islam sta ottenendo maggiore influenza sulla popolazione, perché alcuni hanno studiato in Paesi islamici più conservatori e riportato in patria le loro dottrine più fondamentaliste. Il 90 per cento dei tagiki è musulmano e solo circa uno su mille crede in Gesù Cristo. Mentre molti sono delusi dell’islam, ce ne sono alcuni che stanno cercando Dio sinceramente. Suggerimenti per la preghiera: Pregate affinché i giovani in cerca di un futuro scoprano che Dio offre uno scopo di vita in Gesù Cristo. Pregate per un numero maggiore di missionari nella Sua messe per lavorare fra i giovani. L’assenza dei padri che lavorano in Russia o altrove intacca le fondamenta della società tagika (Proverbi 1:8; 3:12; 4:1; Efesini 6:4; Salmo 68:5; 27:10). Pregate affinché si formino discepoli forti che siano preparati a portare altri nella famiglia della fede. Molti sono credenti da poco tempo (1 Giovanni 2:12-14; Tito 2:1-14). La piccola città di Khorugh con circa 20.000 abitanti e i paesi e i villaggi della provincia autonoma di GornyjBadakhshan, in Tagikistan, costituiscono uno dei posti più isolati della terra. Situati fra i monti del Pamir, la provincia copre il 45 per cento della superficie nazionale, ma ospita solo il 3 per cento della popolazione, cioè circa 200.000 persone. Cerca Khorugh su Wikipedia. Gesù ha detto che il Vangelo doveva essere predicato “fino alle estremità della terra”. Khorugh si trova certamente in questa categoria! Giorno 23 Gli arabi Shuwa in Ciad 23 agosto 2011 Un milione e mezzo di persone che non conoscono il Grande Pastore C entinaia di anni fa gli arabi Shuwa emigrarono dal Sudan in Ciad. La loro lingua somiglia all’arabo del Corano. L’islam fa parte integrante della loro identità e gli Shuwa si considerano guardiani della loro fede. Sono sospettosi verso gli estranei, ma hanno anche paura del “malocchio”, dell’influenza dei demoni e della magia nera dei popoli vicini. Quando però si ottiene la loro fiducia, la loro ospitalità verso gli estranei abbonda. Gli Shuwa sono seminomadi. La loro vita è dedicata alla cura dei loro animali: mucche, capre e pecore. Secondo la zona, durante la stagione secca le famiglie giovani si spostano cercando cibo e acqua per il bestiame. Nella stagione delle piogge tornano per coltivare i campi di miglio e granturco. Generalmente vivono in piccoli gruppi costituiti soprattutto da parenti. Quando l’acqua finisce e gli animali non trovano più cibo sufficiente nei dintorni, o se il villaggio è diventato troppo grande, un gruppo si stacca e si stabilisce in una zona nuova non ancora abitata. Altre famiglie si trasferiscono in città dove diventano commercianti fiorenti e adottano abitudini urbane. Recentemente sono state aperte scuole elementari nei villaggi, ma solo pochi bambini le frequentano. Alcune ragazze vengono sottoposte ad infibulazione all’età di 6, 7 o 8 anni. Spesso le ragazze vengono sposate ai loro cugini fra i 12 e 14 anni tramite matrimoni combinati per poi diventare mamme all’età di 15 anni. Molte donne hanno 8, 9 o 10 figli, di cui però solo i due terzi sopravvivono. I ragazzi cominciano a frequentare le scuole islamiche all’età di sei anni. Queste scuole si trovano spesso in altre zone tribali, perciò i ragazzi crescono per conto loro e sentono la mancanza dei loro parenti. Devono mendicare per avere cibo e raccogliere soldi per i loro insegnanti; alcuni vengono accusati di furto e sono picchiati. Suggerimenti per la preghiera: Proclamate le verità di Giovanni 10:10-16 in preghiera su questo popolo di nomadi e pastori. Leggete anche 1 Pietro 2:24-25. Sembra che gli Shuwa rispettino i cristiani coerenti e praticanti. A volte si mandano cristiani nella zona, fra cui insegnanti ed agricoltori esperti. Sfortunatamente molti di loro rimangono poco tempo, si lasciano indottrinare dall’islam o vivono dissolutamente. Pregate affinché i pochi credenti presenti nella zona siano veri testimoni di Cristo e che vivano in modo degno del Signore (Colossesi 1:9-1). Fra gli arabi Shuwa non si conoscono cristiani. Alcune persone hanno chiesto Bibbie e cassette. Il film “Jesus” è utile per far conoscere il Vangelo fra questo popolo. 29 Giorno 24 Il movimento “Back to Jerusalem” 24 agosto 2011 I credenti cinesi desiderano onorare il loro Messia L a storia: Negli anni ‘40 Dio disse a parecchi credenti cinesi di proclamare il Vangelo, iniziando dalla provincia cinese occidentale Xinjiang e attraversando i Paesi musulmani fino a Gerusalemme. Si autodefinirono “La squadra che predica il Vangelo ovunque”. I missionari occidentali li chiamarono “La squadra evangelistica del ritorno a Gerusalemme”. Alcune radici spirituali del movimento possono essere rintracciate nella “Famiglia di Gesù” degli anni ‘20 che predicava il Vangelo di villaggio in villaggio. Si consacrarono “al sacrificio, all’abbandono, alla povertà, alla sofferenza e alla morte” per la causa del Vangelo. Il primo obiettivo del movimento “Back to Jerusalem” fu quello di raggiungere le province Xinjiang, Mongolia interna, Tibet, Sichuan, Qinghai, Gansu e Ningxia nella Cina centrale, settentrionale e occidentale. Inclusero nel loro obiettivo anche i Paesi asiatici oltre la frontiera: Afghanistan, Iran, Arabia, Iraq, Siria, Turchia e Palestina. Raggiungendo questi territori volevano stabilire nuovi gruppi di credenti curando e vivificando i gruppi esistenti. Decisero di confidarsi completamente in Dio per i soldi necessari per finanziare tutte le loro imprese. Negli anni ‘50 il movimento avanzò davvero nella Cina occidentale. I membri subirono persecuzioni feroci e la maggioranza di loro fu imprigionata. Simon Zhao, uno dei loro primi leader, rimase in carcere 40 30 Sopra: “Gesù Cristo” in cinese anni. Incarcerato come un giovane visionario, Zhao fu rilasciato in una Cina molto differente da anziano coi capelli grigi e senza amici. Le notizie sul rilascio di Zhao si sparsero, ma fu solo dopo sei anni che i responsabili di chiesa cercarono di contattarlo. Inizialmente Zhao non condivideva con altri la visione del movimento “Back to Jerusalem”. Cercava invece di incoraggiare i responsabili della Chiesa cinese e continuava a pregare. Solo negli anni ‘90 Zhao cominciò a condividere la sua visione con un gruppo di cristiani cinesi per ispirarli a portare avanti la visione che Dio gli aveva dato oltre 50 anni prima. Si spense nel 2001. Durante quegli anni parecchi credenti si assunsero il peso di riprendere l’obiettivo del movimento “Back to Jerusalem”. Oggi molti cristiani cinesi hanno la visione di raggiungere la Cina occidentale e le nazioni musulmane fino a Gerusalemme. Credono che negli ultimi giorni prima del ritorno di Cristo spetti alla Chiesa cinese di portare il Vangelo in tutto quel territorio per chiudere così il cerchio dell’evangelizzazione del mondo che iniziò appunto a Gerusalemme, quel Vangelo che originalmente fu portato loro dai missionari occidentali. “Centinaia di famiglie cinesi vengono preparate per stabilirsi nelle zone cinesi non ancora raggiunte”, ha detto un pastore cinese delle comunità familiari. Hanno la visione di mandare 20.000 missionari itineranti per raggiungere le minoranze cinesi non-Han e di piantare chiese fra di loro. L’evangelizzazione cross-culturale è ancora recente in Cina, eppure i cristiani pregano incessantemente per poter adempiere il loro ruolo di raggiungere le nazioni musulmane, indù e buddiste con la Buona Notizia del Regno. Suggerimenti per la preghiera: Proclamate in preghiera le verità scritte in Isaia 66:18-23. Pregate affinché Dio apra le porte ai numerosi evangelisti cinesi per proclamare la Sua gloria fra le nazioni. Alcuni credenti cinesi si sono già prodigati con atti coraggiosi nel proclamare la loro fede in un modo culturalmente appropriato ma i risultati non sono stati sempre positivi. C’è un grande bisogno di una formazione evangelistica culturalmente appropriata per coloro che vogliono portare il Vangelo ad altri popoli. La formazione è la priorità assoluta. Lo zelo non è sufficiente. Giorno 25 Istanbul, Turchia 25 agosto 2011 Una metropoli con 12,8 milioni di abitanti prevalentemente musulmani, almeno nominalmente. I stanbul desidera essere amata. E amarla è facile, almeno a volte. I suoi centri commerciali sono fra i più moderni dell’Europa, ma contrastano fortemente con le stradine pavimentate di ciottoli che datano dai tempi bizantini. Adolescenti che praticano il piercing camminano nelle strade in mezzo a donne pesantemente velate. La riconciliazione tra religione e modernità fa parte dell’aspetto multiculturale di Istanbul, la quinta città al mondo per numero di abitanti, ma l’unica al mondo situata in due continenti. Nel conglomerato di Istanbul ci sono circa 3.000 moschee, ma la dedizione all’islam varia molto fra la popolazione. Circa il 70 per cento abita nella parte europea di Istanbul e il 30 per cento in Asia. Si può dire davvero che Istanbul sia una città di orientamenti contrastanti. Pregando per Istanbul fate bene a tener presente alcune cose. Innanzitutto, la cultura è orientale, cioè basata sui concetti di onore e vergogna anziché su quelli di colpevolezza e innocenza. Nei rapporti e nella religione gli abitanti di Istanbul cercano di non perdere la faccia. Questa è una delle ragioni per cui spesso le famiglie rigettano chi si dedica a Cristo. L’onore della famiglia lo esige. È impensabile che un musulmano abbandoni l’islam. Chi lo fa copre di vergogna se stesso e i suoi. Gesù ci ha detto di rinunciare a tutto per amore Suo. Sicuramente “rinunciare a tutto” per amore di Cristo è la scelta dei giovani che si convertono a Lui a Istanbul (Marco 10:29-30). Un altro aspetto per cui pregare è la rottura con il passato. Benché la società di Istanbul sia in parte secolare, le pratiche islamiche, l’islam popolare e l’animismo fanno parte integrante della vita quotidiana della maggioranza. Le donne portano una margherita azzurra per sbarazzarsi di “fatture” e per auspicare la fertilità. In occasione di matrimoni e funerali si praticano usanze basate su versetti del Corano. Ogni cosa è lasciata al fato o al destino (chiamato “kismet”), che produce spesso un miscuglio di paura e di rabbia in chi deve subire i guai della vita. La paura e la frustrazione sono le conseguenze logiche delle idee islamiche sul Dio di Abramo. Secondo il loro pensiero non si può essere certi di essere perdonati o liberati dalla vergogna. A causa di questo miscuglio di miscredenze molti cristiani di Istanbul dicono che è difficile spiegare alla gente che Gesù volontariamente sacrificò la Sua vita per salvarci. Gli ex musulmani convertiti a Cristo testimoniano che hanno dovuto abbandonare totalmente i loro amuleti e le loro idee fatalistiche per poter essere completamente liberi di servire il Signore. Bisogna dunque pregare anche per il rinnovamento di coloro che trovano Cristo (Efesini 4:22-24). Suggerimenti per la preghiera: Pregando per Istanbul dobbiamo cercare di vedere i suoi abitanti con gli occhi di Dio. Immaginate la frustrazione di uomini che lavorano duramente, a volte per sedici ore al giorno, ma il cui salario è eroso dall’inflazione. Pregate per i giovani ai quali le promesse e le speranze di un futuro migliore sembrano vuote. Pregate per le donne che devono partorire maschi e che spesso vengono abbandonate se non lo fanno. Preghiamo con fede che le nostre preghiere saranno esaudite (Efesini 3:18; Giovanni 14:13; 2 Pietro 3:9). Per ulteriori informazioni su Istanbul consultate: http://www.meetistanbul.com 31 Giorno 26 La Notte di Potenza 26 agosto 2011 S tasera milioni di persone pregheranno nelle moschee in tutto il mondo islamico per chiedere l’aiuto di Dio. La cosiddetta “Notte di Potenza” è una notte speciale. I musulmani credono che Maometto ricevesse il Corano durante l’ultima parte del ramadan. La Notte di Potenza commemora quest’evento. Durante questa notte i musulmani svolgono varie attività religiose, ma molti fanno anche richieste specifiche a Dio. Per farlo alcuni si alzano prima dell’aurora, altri passano gran parte della notte in preghiera. Sono incoraggiati a chiedere ad Allah con sincerità e convinzione qualsiasi cosa di cui hanno bisogno e che è permessa dall’islam. Indubbiamente alcuni chiederanno l’aiuto di Dio per questioni di lavoro, per il matrimonio, per avere un figlio e altre cose. Ai musulmani in tutto il mondo però occorre aiuto per trattare i loro familiari disabili. Molti giovani e vecchi con handicap più gravi vengono rigettati, nascosti, abbandonati e sfruttati. Portano il grave stigma sociale di essere “maledetti da Dio”. Spesso le famiglie li nascondono, legano i disabili mentali in stanze scure o li mandano in istituti statali. Molti di questi istituti sono sovraffollati e non in grado di curare adeguatamente i bisognosi. Uno di questi istituti ha una lista di attesa di 3.000 pazienti. I parenti che non vogliono o che non sono in grado di curare i propri figli disabili credono che il governo li curerà meglio. Il 32 La preghiera del venerdì risultato è una morte lenta e dolorosa o una detenzione massiccia in condizioni carcerarie. Possiamo pregare affinché ci sia una vera Notte di Potenza nella vita di molti che soffrono dolori, difficoltà e il rigetto a causa di handicap e malattie. Testimonianza: Murat in Turchia era un figlio abbandonato per questo motivo. Da bambino fu abbandonato da suo padre sulla soglia di un orfanotrofio, perché soffriva di una gravissima paralisi cerebrale. Lo incontrai quindici anni dopo: viveva su un lettino di metallo, che era troppo piccolo, in un reparto per bambini con handicap mentali e fisici. Scoprendo che era in grado di parlare e che non era menomato mentalmente, gli dissi che Dio lo amava. Rimasi shockato dalla sua risposta chiara: “No, non mi ama. Il fatto che sono disabile dimostra che Dio ASSOLUTAMENTE non mi ama”. Quel giorno Murat mi permise di pregare per lui. Quando una settimana dopo andai a visitarlo nel suo lettino di metallo, trovai un giovane cambiato. Il Signore Gesù gli era apparso dicendogli di amarlo. Murat aveva un sorriso da un orecchio all’altro. “Ora so che Dio mi ama!” disse ridendo di gioia, mentre io piangevo di una gratitudine profonda per quest’evidenza della potenza di Dio. Questo “segno” era seguito alla proclamazione del Regno di Dio. Suggerimenti per la preghiera: Stasera possiamo certamente pregare per la gente in molte nazioni. Il Signore vi guidi. Molti cercheranno Dio per tutta la notte. Qui c’è un soggetto specifico: circa un sesto dei 73 milioni di turchi lotta con qualche forma di malattia o handicap. Vedete Matteo 15:30; Marco 1:34 e 3:10. Pregate per i meravigliosi credenti turchi che portano il Vangelo a persone con bisogni speciali. Pregate affinché siano fortificati e guidati dallo Spirito verso anime ben preparate. Pregate per un cambiamento della società verso i portatori di handicap mentali e fisici. Pregate affinché sempre meno vengano emarginati e trattati come paria. Pregate affinché in Turchia si invochi una nuova politica governativa, che permetta ai volontari di lavorare regolarmente negli istituti statali per i disabili. Pregate per una quantità maggiore di audiovisivi per comunicare la Buona Novella ai portatori di handicap. Giorno 27 I tempi stanno cambiando in Asia centrale 27 agosto 2011 I l termine “Asia centrale” si riferisce generalmente ai cinque Stati ex sovietici Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan. A volte però la regione chiamata Asia centrale può anche riferirsi a Paesi come l’Azerbaigian, l’Afghanistan, l’Iran e la regione autonoma di Xinjiang nella Cina nordoccidentale. L’antica Via della Seta, la famosa strada commerciale percorsa da Marco Polo e da moltitudini di altri, attraversa la regione dallo Xian in Cina fino a Istanbul in Turchia. Benché ormai il territorio sia diviso da frontiere nazionali, la maggioranza delle etnie è turca e ha lingue e culture affini. Per esempio, gli Uygur (nella Cina nord-occidentale), i kazaki, gli usbechi, i kirghizi, i turcmeni, gli azeri e i turchi parlano tutti lingue affini al turco. La lingua tagika invece è persiana e simile alle lingue parlate in Iran e in Afghanistan. Dopo il crollo della cortina di ferro si aprì una opportunità stupenda al Vangelo in Asia centrale. Nel 1990 c’erano meno di 2.000 cristiani fra i popoli prevalentemente musulmani nella regione. Oggi si valuta che ne siano più di 80.000! Tante comunità sono state stabilite e molti pastori e leader sono stati formati. Ora queste chiese stanno inviando i loro membri in altri Paesi, come la Cina, la Turchia, la Mongolia, l’Afghanistan e l’Iran. La storia stupenda delle cose successe nei 15 anni dopo il 1990 è fra le più belle dei nostri tempi. Tuttavia la libertà per il Vangelo nell’Asia centrale è stata di breve durata. Il Turkmenistan è stato il primo Paese ad espellere i missionari stranieri negli ultimi anni ‘90, seguito dall’Uzbekistan. La regolarizzazione delle chiese è diventata difficile, se non impossibile da ottenere. Altre restrizioni sono diventate legge in Tagikistan e Kirghizistan. Persino il Kazakistan, che era noto come il più aperto di tutti i Paesi centro-asiatici, sta progettando una legge che impone restrizioni sempre maggiori ai cristiani. Ora i seguaci di Gesù in molte zone rischiano arresti, interrogatori e multe quando si riuniscono. Vari pastori sono stati falsamente accusati e condannati da alcune settimane fino a parecchi anni di carcere. La storia dimostra che le persecuzioni e le restrizioni subite dai credenti non possono fermare l’avanzamento del Vangelo. A volte le restrizioni, le prigionie e persino il martirio in realtà hanno nutrito il fuoco del risveglio. Suggerimenti per la preghiera: Pregate per i credenti in Asia centrale in accordo con Atti 4:29-30 dov’è scritto: “Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunciare la tua Parola in tutta franchezza, stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù”. 33 Giorno 28 I turchi a Berlino 28 agosto 2011 differenzE culturalI A volte Berlino è chiamata la maggiore città turca fuori della Turchia. Molti turchi a Berlino mantengono la loro nazionalità turca, mentre altri sono diventati cittadini tedeschi. Dal 2007 si sono aggiunti altre migliaia di bulgari di lingua turca. Per gli immigrati dalla Turchia, dalla Bulgaria e da altrove la vita a Berlino comporta un cambiamento e un shock culturale enormi. Per molti è la prima volta che vivono in una metropoli dove la vita è così diversa da quella nei loro villaggi d’origine. Spesso i loro sogni di successo economico e di sicurezza rimangono irraggiungibili. A causa della crisi economica mondiale il tasso di disoccupazione fra i turchi a Berlino si aggira tuttora intorno al 40 per cento. Da decenni gli immigrati turchi a Berlino si sono stabiliti nella città. È nata un’intera comunità turca musulmana, persino i turchi che conoscono minimamente il tedesco riescono a sopravvivere. In alcuni quartieri i musulmani dominano nelle strade e aumentano il loro controllo sugli individui. Per esempio, quando un turco entra in una libreria cristiana e compra qualcosa, sarà probabilmente fermato dopo pochi metri e interrogato da un musulmano che l’ha visto. I turchi sono vissuti in numero notevole per oltre 40 34 anni a Berlino, ma molte chiese li hanno trascurati. Ci sono state però delle eccezioni. Alcuni hanno pregato per l’opportunità di raggiungere la società turca con il Vangelo. Una grossa quantità di libri e trattati è stata distribuita tramite contatti e amicizie personali. Durante gli anni, circa 50 turchi a Berlino hanno conosciuto Cristo. Alcuni di questi credenti si riuniscono in comunità familiari o si riuniscono in chiese di lingua turca. Recentemente si è formato un nuovo gruppo fra i cristiani turchi provenienti dalla Bulgaria. Suggerimenti per la preghiera: Pregate per rapporti più stretti fra i cristiani a Berlino e i turchi, affinché questi ultimi conoscano l’amore di Dio e sentano le chiare testimonianze dei turchi che hanno conosciuto Gesù. Pregate affinché i credenti che hanno realmente contatto con i turchi abbiano amore, autorità e una testimonianze efficace. Occorrono specialmente credenti motivati per evangelizzare la seconda e la terza generazione degli immigrati turchi. In Occidente, i giovani sono liberi di agire spontaneamente quanto vogliono, a condizione che osservino i criteri di giusto e sbagliato. Possono essere rumorosi, impetuosi e felici a meno che non rompano le cose o abusino degli altri. La regola occidentale è: “Finché non ferisce qualcun altro o danneggi le sue proprietà, sei generalmente tollerato”. I giovani nell’ambiente musulmano sono diversi. Ovunque vadano ripresentano la loro famiglia e la loro tribù. Non sono liberi di agire come vogliono. Devono sempre comportasi decentemente in modo che l’onore della loro famiglia e tribù sia salvaguardato. Danneggiare la roba altrui è sbagliato perché facendo così si copre di vergogna la propria famiglia, non perché la vittima ne ha subito un danno. Se nessuno sa chi l’ha fatto non c’è vergogna o senso di colpa. Si sentono colpevoli per aver coperto di vergogna la propria famiglia, non per aver danneggiato altri. Dal libro “The Messenger, the Message and the Society” di Roland Müller, 2010, 148 pagine. Giorno 29 I Qizilbash dell’Afghanistan 29 agosto 2011 Chi sono gli sciiti? I primi tre califfi (successori) di Maometto furono scelti dalla maggioranza dei musulmani. Il quarto fu Alì, il cugino e genero di Maometto che molti anni prima era stato sposato con la figlia Fatima di Maometto. Alì fu capace di mantenere la sua posizione per breve tempo prima di essere assassinato nel 661 d.C. Gli sciiti credono che le guide legittime della comunità musulmana mondiale fossero Alì e i suoi undici discendenti tramite suo figlio Hussein, nipote di Maometto, che morì come martire in Iraq nel 680 d.C. La maggioranza degli sciiti crede che la linea Compassione “Gesù... ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore...” (Marco 6:34). Gli afgani hanno subito una serie di guerre terribili. di successione tramite Hussein continuò fino al suo discendente Mohammed al Mahadi, il dodicesimo “imam giustamente guidato” che misteriosamente sparì nel 874 d.C. all’età di cinque anni. Si suppone che poté ancora essere contattato da certe persone fino al 941 d.C. Dopo di questo, la speranza degli sciiti nella guida della comunità musulmana si trasferì totalmente nel mondo invisibile da dove una guida spirituale nascosta – chiamato l’imam nascosto o il mahadi – un giorno ritornerà. Lingua: Dari Popolazione: 316.000 ella lingua turca Qizilbash vuol dire “teste rosse”. È il nome di una vasta varietà di gruppi militanti sciiti che aiutarono a fondare la dinastia safavida dell’Iran (1501 – 1722). Il loro nome deriva da un copricapo speciale con dodici punte che indica la loro aderenza al ramo sciita principale, cioè quello dei “dodici”. I Qizilbash in Afghanistan sono discendenti delle truppe lasciate sul posto da Nadir Shah durante la sua campagna in India nel 1738. In passato occupavano posti importanti nel governo e oggi si impegnano nel commercio o nell’artigianato. Come musulmani sciiti di lingua persiana costituiscono un elemento importante e politicamente influente nella società afgana. È difficile rintracciare il loro numero esatto perché hanno assunto una duplice identità religiosa (chiamata taqiyya) a causa della persecuzione da parte dei musulmani sunniti. Fra i Qizilbash non si conoscono credenti in Cristo. N Suggerimenti per la preghiera: Adorate il Signore con cantici. Proclamate la sovranità di Gesù fino alle estremità della terra usando il Salmo 72:5-8 e 12-14. Pensate alla povertà e alla violenza in Afghanistan. Pregate perché si aprano delle porte nella vita dei Qizilbash, affinché i credenti possano trovare l’opportunità di parlare loro di Gesù. Pregate affinché gli evangelisti fra i credenti afgani predichino il Vangelo ai Qizilbash. C’è pochissimo materiale evangelistico nella loro lingua. Pregate affinché Dio susciti linguisti per tradurre le Scritture, libri e cassette audio in lingua Dari. (Informazioni provenienti da Frontiers) 35 Giorno 30 Il movimento Tablighi Jamaat 30 agosto 2011 Il più grande gruppo missionario islamico N egli ultimi anni fra i tre e i cinque milioni di musulmani viaggiano a Tongi, poco a nord di Dhaka, dove il governo del Bangladesh ha riservato 0,65 km² di terreno per un evento annuale. I partecipanti arrivano da oltre 80 Paesi per assistere a tre giornate di “Ijtema” (raduno). Dopo il hajj alla Mecca, questo raduno chiamato “Bishwa Ijtema” (raduno globale) è il maggiore incontro islamico al mondo. È sponsorizzato dal movimento Tablighi Jamaat, la società per la diffusione della fede. L’incontro ha come fulcro la preghiera e la meditazione. Il Tablighi Jamaat (spesso abbreviato a TJ) stabilisce che le discussioni politiche non sono permesse durante l’incontro. Il TJ è il maggiore gruppo missionario islamico al mondo. Lavora in Africa, in Nord America, in Europa, in Asia e altrove. Non ci sono cifre esatte del numero di seguaci di TJ, ma secondo le stime ci sono circa 70 o 80 milioni di persone che lo rendono ufficialmente il movimento più grande all’interno dell’islam. Il TJ focalizza l’attenzione sulla “correzione” della pratica e della dottrina musulmana. Parte di questo consiste nella separazione dai non musulmani. Naeem, un loro portavoce in Canada, afferma: “Diciamo ai nostri fratelli e sorelle che vivono in società secolari, 36 che il mischiarsi con i non musulmani rende la loro fede debole. Diciamo loro di separarsi, di costruire le loro scuole e di trascorrere il loro tempo con altri musulmani. Questo è l’unico modo per combattere le forze della secolarizzazione”. Il TJ ha avuto un successo enorme, in parte perché uno dei loro sei “passi” esige che i seguaci si appartino a gruppi per alcuni giorni o a volte anche per qualche settimana per stare insieme e per rinfrescare la propria fede. Si impegnano anche a parlare con altri musulmani per incrementare la pratica religiosa. Alcuni gruppi islamici li bollano come una setta esclusiva “il cui insegnamento esclude tutti gli altri musulmani che non seguono la loro definizione particolare del modo in cui l’islam va condiviso”. Il seguaci del TJ si autodefiniscono pacifisti che preferiscono stare lontano da internet e dalle videocamere. Il loro messaggio però ha avuto molto successo in Paesi come il Bangladesh, dove i disastri naturali e i conflitti hanno costretto decine di migliaia di persone a rifugiarsi in campi profughi. “I seguaci del TJ sono gli unici ad aiutare la gente”, dice Anwar. “Il governo non ha fatto niente, ma i gruppi religiosi sono stati lì sin dall’inizio. Così conquistano la simpatia della popolazione locale”. Le foto della “Bishwa Ijtema” sono state fornite dal blog dhakadailyphoto.blogspot.com (È un sito eccellente ed edificante per vedere e capire la vita in Bangladesh) Suggerimenti per la preghiera: Mentre i seguaci del TJ si muovono nel mondo, pregate affinché incontrino cristiani che dimostrino loro la vita e l’amore di Cristo (Colossesi 4:3; Salmo 9:20). Pregate per il Bangladesh, i cui abitanti (per l’85% musulmani) soffrono più di tanti altri al mondo. La grave sovrappopolazione, la povertà dilagante e i disastri naturali fra alluvioni, cicloni e carestie hanno colpito fortemente il paese. Dio sta aprendo i cuori dei musulmani al Vangelo (Atti 16:13-14). Pregate affinché si stabiliscano comunità vigorose mentre Dio sta operando nella nazione. Occorre un discepolato centrato sulla croce per coloro che si interessano a Cristo. L’islam, la sharia e la globalizzazione F ra i cristiani oggi c’è molta confusione intorno all’islam. Da un lato, le testimonianze sulle persecuzioni, le violenze e le discriminazioni perpetrate contro i cristiani continuano a trapelare da Paesi come il Pakistan, l’Arabia Saudita, l’Iran e altri. La tendenza in vari Paesi europei di vietare il niqab (il velo che copre completamente la faccia) fonde le versioni estreme della sharia (la legislazione islamica) con l’islam e i musulmani in genere. D’altro canto, lo slogan “l’islam è una religione di pace” appare nei mass media secolari a fianco di notizie su nuovi atti terroristici di organizzazioni come Al Qaeda. Qual è la verità? La verità è che la storia dell’islam rivela una complessità maggiore di quanto gli stessi musulmani se ne rendano conto. La legge islamica, che apparve gradualmente nel primo secolo dopo la morte di Maometto, fu sviluppata gradualmente da almeno La maggioranza dei musulmani ha assorbito gli ideali dei diritti umani e della democrazia, ma allo stesso tempo è anche diventata più religiosa e conservatrice. sei scuole discordanti. Questa legge islamica era “giurisprudenza applicata” (fiqh), mentre il termine “sharia” si applicava generalmente al piano ideale di Dio per una pia società umana come presentata dal Corano e dall’esempio (sunna) del Profeta. Un bel po’ di testi però trattano ciò che oggi chiameremmo “legge costituzionale”. Praticamente, dai primi califfati e i numerosi piccoli regni che nacquero nelle frange degli imperi fino all’ultimo grande impero degli Ottomani, la storia delle società musulmane è caratterizzata da una continua contesa fra gli specialisti legali (ulama) e i regnanti politici. Generalmente erano in disaccordo. Oggi i Paesi musulmani sono tutti Stati moderni che hanno firmato le convenzioni dell’ONU come “legge internazionale”. La maggioranza di questi Stati sono autoritari, ma secondo un’importante inchiesta fatta fra il 2001 e il 2007 dal Gallup Poll in 35 Paesi musulmani, una grande maggioranza di musulmani considera l’islam, la democrazia, l’uguaglianza dei sessi e la libertà di espressione le chiavi per arrivare a una società pacifica e prospera. Soltanto non sono d’accordo con il modo in cui questi valori vengono applicati in Occidente; preferiscono invece applicarli secondo le loro tradizioni. La globalizzazione – il flusso inaudito di beni e capitali, l’immigrazione e l’informatica – ha avuto un impatto profondo non solo sulle società musulmane, ma anche su quelle occidentali. Gli studi sociologici notano i fenomeni dilaganti di un risveglio religioso e di una globalizzazione che ha “deterritorizzato” la religione tradizionale. Per i musulmani in particolare, attraverso internet e la migrazione aumentata, questi fenomeni hanno segnato una rielaborazione dell’islam tradizionale in diverse direzioni. È chiaro che la La globalizzazione ha avuto un impatto profondo sulle società musulmane. maggioranza dei musulmani ha assorbito gli ideali dei diritti umani e della democrazia, ma allo stesso tempo è anche diventata più religiosa e conservatrice, specialmente nell’area della modestia femminile. Per alcuni però la perdita delle vecchie caratteristiche culturali ha suscitato una nuova religiosità focalizzata soprattutto su ciò che è “islamico” e ciò che non lo è. Così c’è una minoranza piccola ma rumorosa (i salafiti) continua... 37 Aiutare i musulmani a trovare il... che persino in Occidente lottano per “l’applicazione completa della sharia”. Per loro la “sharia” significa il consenso medioevale delle scuole legali sullo stato della famiglia, il hudud (le cinque pene, come l’amputazione della mano dei ladri e la morte per gli apostati) e altre aggiunte dipendenti dalla fazione. Una di queste fazioni è quella dei “jihadisti”. Per essere corretti però, sarebbe sbagliato bollare tutti i musulmani come “estremisti”, perché la maggioranza cerca come il resto dell’umanità civile di lavorare per una maggiore pace e comprensione fra i popoli del nostro mondo. Come cristiani dobbiamo semplicemente cercare di fare amicizia con i nostri vicini musulmani, ascoltarli, imparare da loro e dimostrare l’amore del nostro Salvatore con le parole e con gli atti. 38 È possibile aiutare i musulmani a trovare Cristo. Chi parla del Signore ai musulmani, deve tenere conto del contesto della cultura e della religione musulmane. In questo senso le nostre discussioni con i musulmani saranno diverse da quelle con altre persone. Il messaggio è lo stesso, ma i modi per comunicarlo sono differenti. Principi generali Cristo vivente 1. La preghiera: Non sottolineiamo mai abbastanza la nostra dipendenza totale dall’intervento dello Spirito Santo. 2. Abbiate uno scopo specifico: Dio vuole che facciamo conoscere Cristo ai musulmani tramite il Vangelo. Il nostro obiettivo deve essere quello di rendere il messaggio comprensibile e accessibile ai nostri amici musulmani. Anche se non lo accettano, dobbiamo mantenere con loro un rapporto che onori Dio. 3. Siate aperti a un rapporto personale e umano: Dobbiamo amare sinceramente i musulmani e manifestare il nostro amore con gentilezza e rispetto nei nostri rapporti con loro. Come per ogni amicizia vera, dobbiamo prendere tempo per capire, apprezzare e aiutare i nostri amici musulmani. Dobbiamo essere disposti a imparare da loro e a sviluppare uno scambio reale in un’amicizia sincera e gioiosa. 4. Abbiate pazienza: Benché possiamo parlare liberamente della nostra fede sin dall’inizio del nostro rapporto con i musulmani, dobbiamo tener presente che la maggioranza di loro dovrà ascoltarci molte volte prima di cominciare a considerare la possibilità di credere in Cristo. Non siate scoraggiati dalle loro obiezioni. Ricordate che è la bontà di Dio che ci spinge al ravvedimento (Romani 2:4). 5. Spiegate il Vangelo in una maniera molto semplice: Usate parole e termini che siano comprensibili per i musulmani. Spiegate come voi concepite il significato di termini come peccato, preghiera, Dio, Messia (Cristo) e fede. Per i musulmani questi termini hanno spesso un significato diverso. Rispetto Gentilezza Mansuetudine A destra: Donne musulmane al Golden Gate Bridge vicino a San Francisco, California Questi attributi sono essenziali se vogliamo raggiungere i musulmani con il messaggio di Cristo. 6. Date al vostro amico un Nuovo Testamento o una Bibbia: Incoraggiatelo soprattutto a leggere regolarmente i Vangeli. 7. Ponete enfasi sulla santità perfetta di Dio: Dio vuole la giustizia. Gli esseri umani sono generalmente ingiusti e schiavi di abitudini peccaminose. Né l’istruzione, né l’insegnamento morale possono cambiare questa situazione. L’uomo ha bisogno di una nuova nascita. 8. Parlate dell’intervento di Dio nella vostra vita: Parlate della Sua fedeltà, del Suo amore e della Sua giustizia. I musulmani non conoscono un Dio che dà e mantiene promesse. La tua testimonianza di una fede reale, attiva e timorata di Dio è molto importante. 9. Rispondete con gentilezza alle obiezioni: Non fatevi trascinare in discussioni appassionate. Siamo stati chiamati a fare amici di Gesù e non a vincere le discussioni. 10. Non siate ingenui quando gli amici musulmani asseriscono di credere in Gesù Cristo e nella Bibbia: In un certo senso lo fanno davvero, ma la loro fede è molto diversa da ciò che la Bibbia ci insegna. Non ritengono possibile avere un rapporto reale con Dio come crediamo noi. Gesù ha detto che la vita eterna è conoscere Dio (Giovanni 17:3). Non è soltanto sapere certe cose su Dio, ma conoscerLo personalmente. I musulmani non credono che il Messia sia morto e risuscitato. 11. I musulmani isolati che cercano Cristo avranno bisogno di amici e di una comunità di credenti: A volte i musulmani saranno più interessati a vedere le nostre comunità anziché a sentire le nostre parole più belle sul Salvatore. Quando vedono le nostre comunità, Dio ci aiuti ad essere deboli ed inermi eppure forti in Lui. Tutti noi abbiamo bisogno di altri. Amare gli altri è giusto (1 Giovanni 3:14-15). I musulmani che cominciano a credere in Cristo hanno bisogno della compagnia dei credenti. 12. Nell’islam c’è molto inganno. Solo Dio, che è sincero, può ancorarci nella realtà: A volte tutti noi siamo ingannati o lo siamo stati. Abbiamo bisogno di chiarezza e liberazione. Solo Dio può dare a noi ed ai musulmani occhi per vedere e orecchie per sentire. La premura e l’ospitalità genuina potrebbero aiutare un musulmano a trovare Cristo, più che una moltitudine di prove logiche e argomentazioni. Aiutare i musulmani a trovare Cristo… Approcci corretti 1. Non attaccate Maometto, ma non accettatelo nemmeno come profeta. Siamo chiamati ad aiutare le persone a trovare Gesù e non a criticare gli altri. 2. Non criticate il Corano: lasciatelo fare da altri che abbiano il giusto atteggiamento e una solida conoscenza. 3. Evitate soggetti politicamente sensibili come la questione palestinese. Non esaltate Israele. 4. Continuare a chiamare Gesù “il Figlio di Dio” può causare problemi iniziali: molti musulmani pensano che questo implichi che Dio Padre ebbe rapporti sessuali con Maria che in seguito partorì un figlio. Naturalmente questo non è ciò che i discepoli di Gesù insegnano realmente. 5. Non discutete sulla carne di maiale e sul vino: noi cristiani abbiamo il compito di proclamare Gesù e non di stabilire leggi dietetiche. Va bene invece sottolineare che ubriacarsi è sbagliato. Non date alcol a musulmani. Consigli specifici 1. Cominciate a parlare di ciò su cui siete d’accordo: nei vostri primi contatti con i musulmani, e anche dopo, è utile essere al massimo d’accordo con i musulmani sui nostri credo comuni. Credono che c’è un solo Dio, il Dio di Abramo. La parola araba per Dio è “Allah”. Anche i cristiani arabi usano questa parola per indicare Dio. I musulmani credono che Dio ha creato il mondo, che è onnisciente e onnipotente. I musulmani non credono nella Trinità. Credono negli angeli e nei profeti come Abramo, Mosè, Davide, Noè e Gesù. Credono nel giudizio finale. In senso generale possiamo essere d’accordo su questi punti, senza dimenticare le differenze. Se affermiamo i nostri credo comuni li mettiamo in grado di ascoltarci con più attenzione e apertura. 2. Usate storie: raccontate le vicende della vita di Gesù e degli altri uomini e donne menzionati nella Bibbia. La maggioranza dei musulmani non ha mai avuto l’opportunità di leggere la Bibbia; anzi, molti fra loro non hanno nemmeno letto interamente il loro libro, il Corano. Imparate a usare parabole, storie ed esempi presi dalla Bibbia e dalla vita quotidiana per condividere il messaggio. In questo modo i vostri amici musulmani ricorderanno meglio ciò che avete detto. 3. Usate i mezzi audiovisivi: tenete a casa un assortimento di Vangeli, di film “Jesus”, di cassette, di CD e DVD che sono disponibili nelle varie lingue. 4. Cercateli: non abbiate paura di visitarli nelle loro case e di invitarli a casa vostra. Può essere saggio invitarli inizialmente a mangiare qualche dolce per evitare i problemi connessi con la carne. 5. La possibilità di convincere i musulmani con le vostre argomentazioni è limitata: la logica occidentale non ha lo stesso peso per i musulmani. Amate i vostri amici musulmani ed evitate di scendere in discussioni che li spingano a difendere l’islam. 6. Il Corano: potete leggerlo, ma non è necessario usarlo come base unica per la testimonianza. I musulmani hanno bisogno di incontrare il Gesù rivelato nella Bibbia. Quando leggete il Corano o visitate una moschea è consigliabile invocare la protezione e la comprensione di Dio (Efesini 6:10-18). 7. Gli uomini testimoniano a uomini e le donne a donne: la testimonianza e la corrispondenza oltre le linee del sesso è sconsigliabile. Le credenti dovrebbero evitare di conversare con musulmani maschi. 8. Preparateli alla loro prima visita a una chiesa o comunità cristiana: spiegate in breve agli amici musulmani ciò che accadrà e ciò che dovrebbero e non dovrebbero fare. 9. L’opposizione al cristianesimo: quando parliamo con i musulmani, essi diranno probabilmente che la nostra fede in Cristo è inaccettabile per loro. I cristiani devono conoscere queste obiezioni ed essere preparati a confrontarli correttamente. Per questo scopo esistono siti web che possono aiutare. 40 Pubblicazione italiana a cura di: META Onlus C.P. 11210 20110 Milano www.metaitalia.org PORTE APERTE ITALIA C.P. 45 37063 Isola della Scala VR www.porteaperteitalia.org “30 Giorni” mantiene un atteggiamento positivo verso i musulmani. Il nostro intento di preghiera non è finalizzato a denigrare o a criticare le loro pratiche o la loro fede. L’islam non è semplicemente una religione o una filosofia. L’islam ha a che fare con le persone. Gesù disse: ”Ama il tuo prossimo come te stesso”. Questo libretto di preghiera non è da considerarsi come materiale evangelistico. È prodotto per informare i credenti e per incoraggiarli alla preghiera. 30 Days © Copyright 2011 30 Days International BP 80049 St. Paul-Trois-Châteaux 26131 Pierrelatte Cedex, Francia Siti web utili: Siti cristiani in italiano: www.debate.org.uk/gesu-corano www.tuttoversoimusulmani.net Siti cristiani in inglese: www.answering-islam.org www.morethandreams.tv Siti evangelistici per musulmani: www.isaalmasih.net www.kalimatullah.com www.maarifa.org www.fatherzakaria.net www.injil.org Altri siti utili in inglese: www.iraqprayer.org (Preghiera per l’Iraq) www.cryoutnow.org (Preghiera per il Medio Oriente) www.pray-ap.info (Preghiera per il Medio Oriente) www.memritv.org (Notizie dal Medio Oriente) www.barnabasfund.org (La chiesa perseguitata nel mondo musulmano) “30 Giorni” non approva né condivide necessariamente tutti gli argomenti, idee e opinioni riportate nei siti web citati in questo libretto. Questi siti contengono comunque materiale apprezzabile. È possibile che questi non siano i migliori siti a disposizione, ma gli editori sono familiari con essi. ISBN: 978-2-9531836-2-7 30 Days Online: www.30-days.net