2011 dal 1 agosto al 30 agosto

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30 Giorni 2011
dal 1 agosto
al 30 agosto
di intercessione per il mondo musulmano
Fede, speranza e amore producono vita eterna...
Ventesima Edizione
Introduzione
Q
uesto invito all’intercessione per i musulmani è nato nel 1992 durante una
riunione di diversi responsabili cristiani in Medio Oriente. Parecchi credenti
coinvolti in un movimento internazionale sentirono fortemente il desiderio
di Dio di invitare il maggior numero di cristiani a intercedere per il mondo
musulmano. Questa iniziativa di preghiera doveva realizzarsi nel mese islamico
del Ramadan. Questo mese segue un calendario lunare, perciò ogni anno ricorre
circa 11 giorni prima che nell’anno precedente. Nel 2011 si osserverà dal 1 al 30
agosto. Si voleva far coincidere questa iniziativa con il mese del Ramadan per
almeno due ragioni: 1) per aiutare i cristiani a identificarsi con i musulmani
durante quel particolare mese dell’anno e 2) per invocare l’intervento sovrano
di Dio nella vita dei musulmani nel periodo in cui sono doppiamente religiosi.
Pregare durante il mese del Ramadan però non implica che ci conformiamo al
modo musulmano di digiunare e di pregare.
Come credenti in Gesù non concordiamo con parecchie idee, teologie
e pratiche islamiche. Tuttavia, l’iniziativa dei 30 giorni di preghiera vuole
evidenziare l’amore di Dio per i musulmani. Incoraggiamo tutti i cristiani a
coltivare uno spirito di umiltà, di amore, di rispetto e di servizio verso di loro.
Lo scopo di questa guida all’intercessione è quello di ispirare e di aiutare ogni
lettore a pregare per il mondo islamico. Naturalmente non potrà informarvi
in modo esaustivo su questa tematica. Vi incoraggiamo a cercare ulteriori
informazioni per avere una maggiore comprensione del mondo islamico e di
ciò che Dio vi sta operando. Anche quest’anno abbiamo incorporato nel libretto
alcune testimonianze per alimentare la vostra fede e incoraggiarvi a pregare. Dio
ama i musulmani e desidera che Lo conoscano.
Gli editori
1
20 anni di preghiera per il mondo musulmano!
Sopra: la copertina del primo
libretto “Trenta Giorni”
stampato nel 1993.
Sotto: alcune versioni più
recenti.
Si valuta che tre o quattro milioni di
musulmani hanno creduto in Cristo
negli ultimi venti o trent’anni.
Negli ultimi anni si sono convertiti
a Cristo più musulmani che in tutti i
1400 anni dall’epoca di Maometto.
La ventesima edizione di “Trenta Giorni”
Due decenni di preghiera con fede, speranza e amore per il mondo musulmano
Cos’è cambiato durante questi ultimi 20 anni?
T
ante cose sono successe durante questi ultimi
vent’anni. Dio sta operando e usa molti modi
diversi per farsi conoscere fra i musulmani. I libretti
“Trenta Giorni” hanno avuto un ruolo nel promuovere
la consapevolezza e la preghiera per i musulmani
fra i cristiani in tutto il mondo. Questi libretti però
rappresentano solo un aspetto di ciò che Dio sta
facendo! Tante cose sono successe:
•
•
•
•
•
2
In senso positivo:
Si valuta che tre o quattro milioni di musulmani
abbiano creduto in Cristo negli ultimi 20 o 30 anni,
cioè più di quanti si sono convertiti a Cristo negli ultimi
1400 anni (Maometto visse dal 570 al 632 d.C.).
C’è stato un aumento esplosivo dei ministeri che usano
internet, la radio, la televisione satellitare e altri mezzi
mediatici per raggiungere i musulmani.
La quantità disponibile di libri, CD, DVD, Bibbie e risorse
scaricabili per i musulmani è aumentata parecchio.
È aumentato significativamente il numero di
missionari che lavorano nel mondo musulmano.
Migliaia di ex musulmani predicano Cristo ai loro
connazionali.
• Più che mai c’è inoltre un notevole impegno nella
preghiera per i musulmani.
• Più che mai conosciamo ora la demografia, la cultura
e la storia dei popoli musulmani, e quanto progresso il
Vangelo ha fatto fra loro.
• Gli sforzi di stabilire comunità cristiane in tutte le etnie
stanno veramente portando frutto.
• Al giorno d’oggi i musulmani sono esposti ad altre
culture e convinzioni religiose, più che in qualsiasi altro
periodo degli ultimi 1.400 anni.
In senso negativo:
• I terroristi musulmani si sono stabiliti in molti posti
della Terra. Il loro attacco più noto dell’11 settembre
2001 ha shockato tutto il mondo.
• Questi ed altri attacchi hanno provocato due guerre
molto problematiche in Afghanistan e in Iraq, nonché
molti altri interventi militari in tutto il mondo con
ripercussioni positive e negative. Non sempre i
musulmani sono stati d’accordo con “la guerra contro il
terrorismo”. Alcune situazioni sono molto complesse.
Ogni anno sono stati distribuiti fra i
240.000 e i 400.000 libretti come questo
in tutto il mondo e in varie lingue.
Consulta il nostro principale sito web:
www.30-days.net (in inglese)
Nonché:
• Più che mai i musulmani dispongono di mezzi
mediatici (televisione, internet, radio, ecc.).
• Nella maggioranza dei Paesi occidentali il numero di
musulmani e moschee è cresciuto molto.
• La presenza islamica in Europa e nell’Occidente in
genere è diventata una minaccia per molti Paesi. La
società secolarizzata in Occidente riesce difficilmente
a gestire l’aumentata presenza islamica. La paura
del terrorismo e dell’ignoto, nonché i pregiudizi e il
bigottismo sono cresciuti nella maggioranza dei Paesi
occidentali.
Alcuni chiedono: “Perché pregare per i musulmani?”
“Tu sei degno... perché sei stato
immolato e hai acquistato a Dio, con il
tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua,
popolo e nazione” (Apocalisse 5:9).
Ecco perché preghiamo.
Generalmente i musulmani non si rendono conto:
...che Gesù, il Messia, deve essere ubbidito;
...che Gesù ha l’autorità di perdonare i peccati;
...che Gesù ha vinto la morte tramite la sua risurrezione;
...che Gesù ha l’autorità sugli spiriti maligni.
• I musulmani vedono Gesù come un grande
profeta che insegnò una forma precedente
dell’islam. Credono che Gesù è il Messia di Dio,
come dice il testo del Corano, ma di solito non
si rendono conto che questo in realtà vuol dire
che Gesù e l’unto Re di Dio e il Salvatore di tutta
l’umanità.
• I musulmani credono generalmente di poter
guadagnare l’approvazione di Dio tramite
attività religiose (preghiere, digiuni, elemosine).
• I musulmani non credono di poter conoscere Dio.
Pensano solo di poter sapere qualcosa su di Lui.
“...Per la gioia che gli era posta dinanzi egli
sopportò la croce, disprezzando l’infamia,
e si è seduto alla destra del trono di Dio”
(Ebrei 12:2).
La risposta è:
...perché Egli ha versato il Suo sangue
3
Pregate con fede in Dio,
colui che mantiene le Sue promesse.
Autorità
Pregate con speranza
per un futuro migliore per i musulmani.
Pregate con l’amore
• Dobbiamo sapere chi siamo in Dio.
che ha reso capace Gesù di sopportare la croce per noi tutti.
• Siamo nel regno del cielo.
• Gesù è il legittimo Re del mondo.
• Preghiamo nel nome del Signore.
• Cerchiamo la Sua gloria.
• Preghiamo perché sia fatta la Sua volontà.
Rendetevene conto...
N
oi credenti abbiamo un privilegio meraviglioso.
Dio ci invita a partecipare alla proclamazione
della Buona Novella in tutto il mondo. Ci dà anche
l’autorità e la potenza di fare questo lavoro. Per favore
rendetevi conto che ci sono potenze spirituali invisibili
che si oppongono al piano di Dio di portare il Vangelo
ai musulmani. Usando questo libretto dovreste anche
pregare per la vostra protezione personale. Non
dobbiamo aver paura di questo mondo invisibile, ma
dobbiamo pregare con fede e fiducia, consapevoli dei
pericoli e rallegrandoci dell’intervento di Dio a favore
di tutti i popoli. Meditate su questi versetti: Efesini 6:1020; Giacomo 4:7; 1 Pietro 5:8-9; 2 Re 6:16-17.
4
Come dovremmo usare questo libretto?
D
urante le prossime settimane potete pregare e
digiunare in vari modi. Ad alcuni partecipanti
a questa iniziativa Dio non chiederà altro che cinque
minuti al giorno. Altri invece potranno sentirsi guidati a
pregare per periodi molto più lunghi. Potete usare questo
libretto per pregare durante il vostro culto personale
oppure unirvi a un gruppo di preghiera. Vorremmo
incoraggiarvi a trovare dei modi creativi per coinvolgere il
massimo numero possibile di persone in questa iniziativa
di preghiera. Gesù promise benedizioni particolari ai
cristiani che si uniscono per pregare insieme, legati da
uno stesso sentimento (Matteo 18:19-20).
Usate il più possibile la Bibbia durante la preghiera.
In tutto il libretto abbiamo incorporato vari versetti
biblici. Fate bene a meditare sul loro contenuto e
pronunciarli mentre pregate. Proclamateli davanti
a Dio, chiedeteGli di ispirarvi. Così la vostra fede sarà
edificata e Dio vi potrà dare una nuova comprensione
della preghiera basata sulla Sua Parola.
Durante questi 30 giorni potete organizzare alcune
riunioni periodiche con la vostra chiesa, col gruppo dei
giovani, con la vostra cellula o con il gruppo dei bambini.
Se avete invitato qualcuno a pranzo, usate il soggetto di
preghiera di quel giorno. Cercate di scoprire tutto quello
che potete sulla cultura specifica del popolo per cui state
pregando, incluse le usanze su cibi e vestiti, musica,
eccetera.
Può essere utile scegliere un responsabile per il
gruppo di preghiera, che potrà dirigere e coordinare
l’intercessione. È preferibile che il gruppo concentri le
preghiere su un soggetto alla volta piuttosto che saltare
continuamente da un punto all’altro. Ogni partecipante,
prima di cambiare tema, dovrebbe aspettare che tutti
abbiano avuto occasione di pregare per quello in corso (1
Corinzi 40:40). Dio è creativo e ci ha fatti a Sua immagine,
perciò possiamo aspettarci un po’ di estro nelle idee e
nelle preghiere mentre Lo cerchiamo. Lo Spirito Santo vi
guiderà nella preghiera (Romani 8:26).
1 agosto 2011
“Io li condurrò sul mio monte
santo e li rallegrerò nella mia
casa di preghiera; i loro olocausti
e i loro sacrifici saranno graditi
sul mio altare, perché la mia
casa sarà chiamata una casa di
preghiera per tutti i popoli”.
Isaia 56:7
Giorno 1
Realtà spirituali (1)
G
esù ha chiamato i Suoi seguaci ad essere luce in
un mondo di tenebre. Come tutti gli altri popoli
del mondo, anche i musulmani hanno a che fare con
realtà spirituali maligne e invisibili che si manifestano
in vari modi nella loro religione e cultura. Queste
realtà spirituali negative influenzano e dominano
la civiltà islamica come d’altronde anche le civiltà
occidentali e orientali (1 Giovanni 5:19). Spesso queste
potenze possono essere vinte da chi agisce nel modo
contrario, o se volete, con lo spirito contrario. Gesù ci ha
dimostrato il Suo modo di vincere attraverso la croce.
Nella Sua debolezza dimostrò in realtà potenza. Alla
croce l’orgoglio dell’Impero Romano e della religione
cercarono di farGli del male, eppure il risultato finale
fu che Gesù in realtà manifestò la Sua bontà definitiva
verso tutti gli esseri umani. Dio ci ha dato questo
comandamento: “Non lasciarti vincere dal male, ma
vinci il male con il bene” (Romani 12:21).
Pregando per i musulmani e vivendo con loro
dobbiamo dimostrare la vita di Dio. I nostri nemici
spirituali spingono noi credenti ad essere paurosi e
sospettosi verso i musulmani. Se ci lasciamo motivare
dalla paura, dall’istinto di conservazione e dal sospetto
anziché dalla fede, dalla speranza e dall’amore, non
saremo in grado di portare il Vangelo ai musulmani.
“Dio è amore” scritto in arabo
Suggerimenti per la preghiera:
Oggi e domani vi chiediamo di adorare il Signore.
Avvicinatevi a Dio. Resistete al diavolo ed egli fuggirà
da voi. Poi pregate per i punti seguenti a favore di voi
stessi e dei musulmani nella vostra città, regione o
nazione.
Dove c’è orgoglio, pregate perché ci sia umiltà:
Pregate così: “Signore, sradica ogni orgoglio dentro di me
riguardo ai miei atteggiamenti verso i musulmani. Libera i
musulmani intorno a me dal loro orgoglio religioso. Rendici
tutti umili davanti a Te” (Proverbi 8:13; 16:18; 29:23).
Dove c’è religiosità, pregate perché si realizzi una
relazione con Dio:
Pregate così: “Signore, aiutami a non essere religioso, ma a
vivere e camminare veramente con Te. Aiuta i musulmani
nella mia zona a conoscerTi personalmente invece di compiere
soltanto certe attività religiose” (Giovanni 17:3).
Dove c’è legalismo, pregate perché ci sia libertà:
Pregate così: “Signore, aiutami a camminare nella libertà del
Tuo Spirito. Aiutami a essere qualcuno che porti la vera libertà
dello Spirito ai musulmani” (Matteo 7:3-5).
Dove c’è sospetto, pregate perché si sia fiducia:
Pregate così: “Fa’ sì che noi credenti siamo persone che creano
fiducia, in modo che i musulmani credano e si convertano a
Cristo” (Atti 16:14).
5
Giorno 2
Realtà spirituali (2)
2 agosto 2011
C
ontinuate a pregare come ieri. È importante porre un fondamento solido
per i 28 giorni rimasti.
Testimonianza
L
a famiglia di Nacima è proveniente
dalla Cabilia in Algeria, ma lei è nata
e cresciuta in Francia. Sua madre aveva
delle credenze conservative e popolari
dell’islam, ma suo padre era più aperto.
Nacima aveva imparato da sua madre
che Dio esiste, eppure aveva paura di
morire.
Malgrado gli aspetti molto positivi
della sua vita familiare, della scuola e
dello sport, Nacima sentiva un vuoto
nella sua anima. All’età di 18 anni lei e le
sue amiche all’università esaminavano
questioni quali: “Perché mi trovo su
questa Terra? La mia vita ha significato?
Cosa accadrà dopo la morte?”. Nessuno
però le parlava di Gesù se non come un
personaggio storico. Anche dopo due
anni di studi universitari le era chiaro
6
Algeri, la capitale
dell’Algeria
che Dio esiste, ma non aveva ancora
una fede vera. Durante l’estate però
sentì parlare di Gesù in un modo nuovo.
Trovandosi per due settimane con i
suoi familiari in Algeria, la sua sorella
maggiore le raccontò come Gesù aveva
trasformato la sua vita. Nacima capì
che l’amore di Dio si era manifestato
tramite Gesù Cristo. Verso la fine di luglio
riconobbe la profondità della sua essenza
peccatrice. Con l’aiuto di sua sorella e
dello Spirito Santo scoprì la vera luce.
Credette che Gesù era morto e risorto per
lei e la fede cominciò a radicarsi nel suo
cuore. La morte era stata sconfitta dalla
risurrezione di Gesù e la sua paura di
morire scomparve. Così Nacima trovò la
ragione per cui vivere, cioè servire Colui
che aveva dato la Sua vita per lei.
Suggerimenti per la preghiera:
Ricordati della tua identità spirituale. Siamo figli di Dio grazie al sangue di
Cristo. Serviamo Colui che è onnipotente in cielo e sulla terra. Proclamate
queste verità mentre adorate. Poi pregate per i punti seguenti a favore di voi
stessi e dei musulmani nella vostra città, regione o nazione.
Dove c’è amarezza, pregate perché ci sia mansuetudine:
Pregate così: “Signore, togli ogni amarezza nei miei atteggiamenti verso i musulmani.
Aiuta i musulmani ad affrontare qualsiasi amarezza nei loro cuori” (Efesini 4:31; Ebrei
12:15).
Dove c’è paura e intimidazione, pregate perché ci sia amore:
Pregate così: “Signore, aiutaci a vincere la paura. Il tuo amore caccia via la paura. Aiutami
a realizzarlo”. Spesso i musulmani temono gli altri, gli spiriti maligni e la morte (1
Giovanni 4:18; 2 Timoteo 1:7).
Dove c’è concupiscenza, pregate perché ci sia purezza:
Noi e tutti i musulmani dobbiamo sfuggire la corruzione che è nel mondo a causa
della concupiscenza (2 Pietro 1:4; 1 Giovanni 2:16). I musulmani non sono liberi dalla
pornografia e dalla cupidigia. Sapendo che tutti siamo tentati, pregate per voi stessi e per
loro.
Dove c’è violenza, pregate perché ci sia pace:
In realtà, a molti musulmani non piace la violenza che vedono in alcuni aspetti dell’islam.
Molti la rigettano e rifiutano di vivere in quel modo. Pregate per loro affinché scoprano la
via della pace. Il Signore aiuti noi credenti a non essere fonti di violenza e di atteggiamenti
odiosi verso i musulmani (Matteo 5:9; Luca 1:79 e 10:5-6; Romani 3:17).
Giorno 3
La classe operaia della Mecca
3 agosto 2011
La preghiera per gli abitanti della città santa dell’Arabia Saudita
A sinistra: le torri
di Abraj Al Bait in
costruzione nel
2010. Si prevede che
il complesso sarà
completato nel 2011.
LE DATE DEL RAMADAN
Le date del Ramadan vengono stabilite
secondo il calendario lunare islamico
di 354 giorni. Ogni anno il calendario
islamico comincia 11 giorni prima.
Vuol dire che nel ciclo di circa 33
anni il Ramadan passa per tutte le
stagioni. Nel 2011 il Ramadan sarà
approssimativamente dal 1 al 30
agosto, benché queste date possano
variare leggermente da nazione a
nazione. Il periodo del digiuno inizia
e finisce normalmente alla comparsa
della luna crescente. Per ulteriori
informazioni potete consultare il sito
web islamico www.moonsighting.com.
L’anno islamico è un po’ più breve del
nostro anno solare; perciò l’edizione del
2011 di questo libretto non è la 19a ma
la 20a. Infatti, dall’inizio dell’iniziativa
di “30 Giorni” a marzo del 1993 sono
passati 20 anni islamici, mentre noi
ne conteggiamo solo 19. Ora viviamo
nell’anno 1432 del calendario lunare
islamico. (Osservazione: la luna non
costituisce un oggetto di adorazione
nell’islam.)
L
a Mecca è il centro spirituale del mondo islamico. I luoghi religiosi visitati
dai pellegrini rendono più reali gli insegnamenti e le attività di Maometto.
Ogni giorno milioni di musulmani si volgono cinque volte verso la Mecca
durante le loro preghiere. Migliaia di persone lavorano alla Mecca per gestire,
mantenere e pulire gli alberghi, per lavorare nei ristoranti, per trasportare e
vendere cibo, per fare le guide e per vendere oro, gioielli e ricordini. Molti altri
lavorano nel campo dei trasporti e guidano pullman e tassì. Anche l’attività
bancaria è importante, perché i milioni di pellegrini in arrivo hanno bisogno di
contanti. È presente ogni tipo di personale medico (dottori, infermieri, ispettori,
personale dell’ambulanza e inservienti), per garantire sicurezza e buona salute
ai milioni di visitatori. Il coordinatore generale dell’iniziativa dei “30 Giorni”
ha persino studiato all’università con alcuni che sono diventati amministratori
della sanità pubblica per i pellegrini. Negli anni recenti l’edilizia ha trasformato
la zona intorno alla Grande Moschea e alla Kaaba per poter ricevere un numero
ancora più grande di pellegrini. Sono rare le persone che si convertono a Cristo
alla Mecca, ma di alcuni si sa che hanno trovato il Signore in questa città con i
suoi 1,7 milioni di abitanti.
Suggerimenti per la preghiera:
Usate Apocalisse 4:11 e 5:4-14 per proclamare che Gesù è degno di essere adorato dagli
abitanti della Mecca, dai lavoratori più umili fino ai principi della famiglia reale saudita.
Pregate affinché i numerosi operai elencati qui sopra (nominateli per nome) vengano a
contatto col Vangelo tramite amicizie, sogni, visioni, internet, materiali stampati e mass media.
Pregate affinché i nuovi credenti siano integrati bene nelle comunità cristiane.
7
Giorno 4
Le tribù dell’Arabia Saudita
4 agosto 2011
C
i sono circa 150 tribù principali in Arabia
Saudita. Quest’anno chiediamo ai credenti
di pregare specificamente per la tribù degli
Utaybah (scritto anche Utaiba, Otaibah o
Otayba). Gli Utaybah sono tradizionalmente
vissuti al nord dell’attuale autostrada nel deserto
fra la capitale Riyad e Gedda sul Mar Rosso. La
residenza del leader tribale si trova ad Afif, una
città di 90.000 abitanti a 600 km ad ovest di
Riyad. Molti Utaybah si trovano anche a Riyad,
Gedda e persino in Kuwait. Storicamente la tribù
degli Utaybah ha avuto un ruolo importante
nell’esercito saudita, grazie al loro impegno, nei
primi giorni del governo di Abdul Aziz Al Saud,
il fondatore della odierna dinastia regnante.
La tribù degli Utaybah consiste di tre rami
principali, i Barga (il ramo maggiore), gli Rwog
e i Banu Saad (cioè i figli di Saad). Ognuno di
questi rami è suddiviso in molti clan e diverse
famiglie.
Questi sono i clan degli Rwog:
Fra i Talhah: : Alasa’adah, Alhufah, Alsumarrah,
Alhanateesh, Algharbiah, Alkarashemah,
Alddalabehah, Alghawariah, Altheebah,
8
Alhamameed, Alhezman, Almaghaibah, Thoi
Zarrag, Alghadhabeen e Alawazem.
Fra i Mezhem: Thoi Thubait, Alothyan, Alghubaiat,
Almarashedah, Aljetha’an, Alseaheen, Thoi A’ali e
Thoi A’tyah.
Fra i Bano Saad: Albatnain, Allessah, Alsurairat e
altri.
Suggerimenti per la preghiera:
Adorate Dio, il Signore del deserto. Leggete il
Salmo messianico 72:1-2. Proclamate la sovranità
di Dio sul deserto e sulla tribù degli Utaybah.
Pregate affinché Cristo sia rivelato fra loro e che
essi siano salvati. Leggete il Salmo 72:9: “Davanti
a Lui s’inchineranno gli abitanti del deserto, i
suoi nemici morderanno la polvere”. Pregate per
almeno uno dei cinque sub-clan sopraelencati.
Sarete fra i primi a menzionare specificamente
questi sub-clan in preghiera!
Vedi il sito www.lovesaudis.com per ulteriori
informazioni (in inglese).
La Piazza Tahrir nel centro del Cairo nella
quale è avvenuta la sommossa del 2011 che
ha spodestato Hosni Mubarak.
La rivolta libica
La rivoluzione egiziana
Le proteste in Bahrain
Libertà in Tunisia
Insoddisfazione in Algeria
La lotta yemenita
In questa moschea a Medina
(Arabia Saudita) è stato sepolto
Maometto.
Giorno 5
In cerca della libertà!
Giorno 6
I Kolai del Pakistan
6 agosto 2011
5 agosto 2011
La preghiera del venerdì
Scritto all’inizio di marzo del 2011
N
ella prima stesura di questo libretto, fatta a dicembre del 2010, c’era un articolo in
cui chiedevamo di pregare per le elezioni egiziane previste a settembre del 2011 sotto
Mubarak. Poi però è arrivata la rivoluzione tunisina, presto seguita dalla destituzione del
presidente Hosni Mubarak dell’Egitto. Mentre adesso che stiamo preparando diverse versioni
del libretto per essere stampate, si sta scatenando la rivolta libica contro Muammar Qaddafi.
Questo dittatore è ancora molto pericoloso e fermamente deciso a rimanere al potere. In molti
Paesi si svolgono dimostrazioni massicce. Il mondo musulmano è in subbuglio. Tuttavia
regna il Re, l’Unto di Dio, sul monte Sion (Salmo 2). Chissà come Egli guiderà il futuro?
Il desiderio di libertà, che i tunisini, gli egiziani, i libici, gli yemeniti e altri hanno espresso
negli ultimi mesi, è profondamente ancorato nel cuore umano. In fin dei conti questo
desiderio può essere soddisfatto soltanto da Cristo. Egli è stato designato a regnare con
giustizia come Re sui popoli della Terra (Salmo 72; Daniele 7:13-14). Egli giudicherà tutti i
peccati(Atti 17:31). La bellezza del Suo regno giusto nei nuovi cieli e sulla nuova Terra non
sarà paragonabile a nessun altro(2 Pietro 3:13; Apocalisse 21:1-4).
Suggerimenti per la preghiera:
Adorate il Messia che ci libera dalla colpa e dal potere del peccato. Un giorno ci libererà
persino dalla presenza del peccato. Cristo ci libera dalla potenza della morte e un giorno
risorgeremo con corpi che non moriranno mai. Cristo è contro ogni corruzione, oppressione e
ingiustizia. Egli ha vinto il maligno e gli atteggiamenti, i valori e i metodi di questo mondo.
Pregate per il Medio Oriente e per l’Africa settentrionale considerando gli eventi recenti.
I musulmani riconoscono Gesù come Messia, ma senza comprendere cosa significa e senza
capire che Egli dona la vera libertà tramite la Sua morte e risurrezione. Pregate affinché molti
trovino Cristo.
Pregate affinché i cristiani siano protetti, incoraggiati e fortificati in questi tempi di crisi.
Siate fra i primi a pregare per questa etnia!
I
l Pakistan settentrionale è circondato dalla Cina al nord, dall’Afghanistan
al nord-ovest e dall’India all’est, e si vanta di alcuni dei paesaggi più
mozzafiato del mondo. È lì, circondate da cinque delle vette più alte del
mondo, che si trovano le tribù del Pakistan settentrionale. Una di queste
tribù è costituita dai circa 410.000 Kolai (l’anno scorso abbiamo pregato
per i Kho). La maggioranza degli abitanti di questa zona sono agricoltori e
pastori. Queste tribù settentrionali sono isolate a causa di catene montuose
e confini politici. Molti Kolai soffrono di vari problemi di salute a causa
della mancanza di acqua potabile e del nutrimento scarso. Meno dell’8
per cento della popolazione dispone di acqua potabile e di fognatura. Al
giorno d’oggi la maggioranza della gente è sunnita (islamica ortodossa),
ma parecchi praticano anche lo sciamanismo. Essi credono che ci sia un
mondo invisibile di demoni, fate e spiriti di defunti, perciò dipendono dagli
sciamani per curare i malati, per comunicare con gli spiriti e per controllare
gli eventi.
Suggerimenti per la preghiera:
Adorate il Signore come unico Liberatore dalla potenza del peccato, della
morte e dei demoni. Proclamate Gesù come il vero Signore dei villaggi dei Kolai.
Pregate affinché i Kolai siano favorevoli verso coloro che diffondono il Vangelo.
Chiedete al Signore di suscitare credenti effettivamente in grado di affrontare
le potenti forze spirituali che operano nella zona dei Kolai (Marco 6:13; Atti 10:38).
Ci vogliono anche persone per affrontare le tristi condizioni sanitarie e
nutritive.
9
Giorno 7
I musulmani di New York
7 agosto 2011
“Dio dunque... ora comanda agli uomini che tutti, in
ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno,
nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo
dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura
prova a tutti, risuscitandolo dai morti”.
Atti 17:30-31
N
ell’estate del 2010 gli occhi di tutto il mondo
erano rivolti verso New York negli Stati Uniti. Si
proponeva la costruzione di una nuova moschea a soli
due isolati di distanza dal posto dove l’11 settembre
2001 le Torri Gemelle furono rase al suolo. Ad un tratto
l’intero pianeta si rese conto che c’erano musulmani
a New York. Sorpresi, la maggioranza degli americani
scoprì che ci sono circa 600.000 musulmani a New
York nonché oltre cento moschee. Nel 1970 non c’erano
nemmeno dieci moschee. Una moschea, situata a
quattro isolati dalle Torri Gemelle, aveva persino
perso diversi dei suoi membri durante quel malfamato
attacco terroristico del 2001.
Prescindendo da ciò che pensiamo sull’opportunità
di costruire una moschea vicino a quel luogo, noi
credenti siamo tutti chiamati a pregare affinché gli
obiettivi di Dio si realizzino fra i musulmani di New
York. Sicuramente sta chiamando molti di loro nel
Suo regno eterno. Il sangue di Gesù fu versato per loro.
Preghiamo dunque per i musulmani di New York.
10
Suggerimenti per la preghiera:
Esaminate il vostro cuore riguardo all’attacco dell’11
settembre. Questo evento vi ha riempiti di amarezza,
di pregiudizi e di rabbia verso i musulmani in genere?
(Ebrei 12:15)
Pregate per le famiglie che hanno perso i loro
cari l’11 settembre 2001, affinché riescano a
superare il passato e siano pronti ad andare avanti,
abbandonando ogni amarezza. Solo Dio può aiutare le
famiglie che hanno subito queste perdite.
Pregate per i musulmani a New York che a causa
dell’attacco hanno subito pregiudizi e soprusi per il solo
fatto di essere musulmani.
Ricordatavi che c’è una battaglia spirituale nei
luoghi celesti per la salvezza dei numerosi musulmani
nella città, che sono tuttora imprigionati nelle mani del
nemico. Hanno bisogno di essere liberati dalla colpa
e dalla vergogna del peccato, dal potere della morte
e dalla paura del maligno. “Il nostro combattimento
infatti non è contro sangue e carne, ma contro i
principati, contro le potenze, contro i dominatori di
questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della
malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12).
Proclamate Ebrei 2:14 sulla città.
Pregate affinché i musulmani di New York scoprano
la verità sul Messia Gesù attraverso l’amicizia con i
cristiani, interventi soprannaturali, radio, televisione,
internet, libri, trattati, DVD e la Bibbia.
Ci vogliono molti nuovi collaboratori. Tutti i credenti
di New York sono necessari per proclamare la Buona
Novella fra i musulmani.
Giorno 8
Al Jadida, Marocco
8 agosto 2011
Gesù nel Corano
P
A
l Jadida è un porto sulla costa atlantica del
Marocco con mura massicce di pietra. Nel 1502 i
portoghesi fondarono su questo posto un’importante
città fortificata chiamata Mazghan, con lo scopo
di eliminare i pirati locali. Nel 1769 i musulmani
marocchini tolsero la fortezza ai portoghesi, dandole
il nome “Al Jadida”, una parola araba che significa
semplicemente “la nuova”. Ora la città ha circa 150.000
abitanti. Rivive ogni estate quando le belle spiagge
della zona (fra cui Oualidia Haouzia, Sidi Bouzid, Lalla
Fatna e Jorf) attraggono soprattutto marocchini, ma ci
arrivano anche alcuni turisti occidentali. I marocchini
in ferie sono tanto rilassati e disinvolti quanto qualsiasi
persona vorrebbe essere!
Per ulteriori informazioni (in inglese):
www.ariseshinemorocco.org
Suggerimenti per la preghiera:
Durante i decenni passati molti marocchini in Al
Jadida hanno udito il Vangelo e sono stati da esso
influenzati; sia tramite i media sia tramite un contatto
diretto con i credenti. Molti hanno bisogno di (ri)dedicare
la loro vita a Cristo. Alcuni devono riconciliarsi fra di loro
(Giacomo 1:6-8 e 4:8).
Pregate per quel pugno di credenti sparsi affinché
diventino audaci e abbiano il forte desiderio nel loro
cuore di condividere la loro fede e di riunirsi. I credenti
marocchini non si riuniscono regolarmente perché hanno
paura (2 Timoteo 1:7).
Pregate affinché i marocchini in ferie trovino Cristo.
Egli è l’unico che sa dare vera pace, gioia e calma. Molti
anni fa l’apostolo Pietro abitava sul mare in Israele.
Successero alcuni eventi particolari con il risultato che altri
trovarono il Signore in una città costiera a 50 km più a
nord (Atti 10:1-48). Pregate per interventi divini!!!
Pregate per tutta la zona costiera di Azemour, Al
Jadida, Safi ed Essaouira, affinché il vento dello Spirito
Santo soffi lungo la costa e nelle zone interne della
nazione.
otete saperne di più in merito alle vedute
islamiche su Gesù leggendo il Corano. Vari
capitoli (Sure) e versetti sono stati elencati qui
sotto. Il Corano indica Gesù generalmente con
il nome Isa e gli attribuisce vari titoli, ruoli e
attività. Eccone alcuni esempi:
Gesù è la Parola di Dio:
Sura 3:45; 5:46,110 e 57:27
Gesù è il Messia:
Sura 3:45; 4:171; 5:17,72,75
Gesù è un profeta, un messaggero di Dio:
Sura 3:49; 6:85; 19:30; 57:27
Gesù risuscitò i morti e guarì i malati:
Sura 3:49; 5:110
Gesù è puro e senza alcun peccato:
Sura 19:19
Anche se le idee sopraelencate sono uguali o simili
a quelle bibliche, i musulmani non concepiscono
mai Gesù come un essere divino o come colui
che ci salva con la sua morte e risurrezione. Lo
considerano un profeta che ha portato un libro
chiamato “Ingil” (Vangelo).
11
Le basi dell’islam
S
econdo i musulmani l’islam è iniziato con i primi
esseri umani Adamo ed Eva, che dovevano sottomettersi
a Dio. Infatti, la parola islam significa “sottomissione”.
I musulmani credono che Abramo, Mosè, Davide e Gesù
erano tutti profeti dell’islam. Molti musulmani credono
persino che Adamo edificasse l’originale Beit Allah (la
casa di Dio) alla Mecca, cioè la Kaaba. Questo fabbricato
di pietra, coperto da un velo nero, è esistito da tempi
molto antichi. Esisteva già durante la vita di Maometto, il
musulmano più famoso.
Nessuno può capire l’islam senza sapere qualcosa
sulla vita di Maometto. Questo uomo è riverito da tutti i
musulmani come l’ultimo e maggiore profeta. Nell’islam,
Maometto è considerato “l’uomo ideale”. In nessuna
maniera è considerato divino, non deve essere adorato, ma
egli è il modello per tutti i musulmani riguardo alla loro
condotta. Le immagini di Maometto non sono permesse
per evitare l’idolatria.
I primi anni di Maometto: Il profeta dell’islam nacque
nel 570 d.C. alla Mecca, una città dell’Arabia Saudita.
12
Credenze islamiche
Apparteneva al clan degli Hashim che faceva parte della
potente tribù dei Quraysh. A quel tempo l’adorazione
degli idoli era molto diffusa in Arabia: circa 360 dèi e
dee venivano adorati dagli Arabi alla Mecca, che era il
centro maggiore dell’idolatria nella regione. Gli storici
musulmani riportano che Maometto, fin da ragazzo,
detestava l’idolatria e viveva una vita moralmente pura.
Le prime rivelazioni: Secondo i musulmani, nel 610
d.C. all’età di 40 anni, Maometto cominciò a ricevere
rivelazioni e istruzioni che, a suo dire, provenivano
dall’arcangelo Gabriele (Gibrail in arabo). Queste
“rivelazioni” costituiscono la base del Corano. Maometto
proclamò che le sue rivelazioni erano il messaggio finale
e supremo dell’unico Dio sovrano, benché all’inizio egli
persino dubitava di essere un profeta. Mise al bando
l’adorazione degli idoli e stabilì un regime civile e
religioso a Medina e più tardi alla Mecca. Morì di morte
naturale nel 632 d.C. a Medina in Arabia Saudita.
Rapporti con giudei e cristiani: Durante la sua vita
Maometto incontrò molte persone che si definivano
I musulmani credono:
• in un solo Dio, il Creatore di tutte le cose;
• negli angeli e negli spiriti maligni;
• nei profeti (Adamo, Noè, Abramo, Mosè,
Davide, Giona, Gesù, Maometto);
• in Maometto, l’ultimo e più grande
profeta;
• nei libri sacri: la Torah, gli Zabur (Salmi),
l’Ingil (Vangelo) e il Corano;
• nel Giorno del Giudizio per tutti gli esseri
umani;
• che la Bibbia sia stata adulterata e
modificata dai giudei e dai cristiani.
cristiani, benché sia spontaneo chiedersi quanti
di loro lo fossero davvero. Inoltre imparò molti
costumi e idee religiose dai vari clan ebrei che
vivevano nella zona della Mecca e di Medina.
Gli Ebrei di Medina non accettarono Maometto
come profeta, il che provocò un serio conflitto.
Nel Corano si trovano molte idee, pratiche e
storie cristiane e giudaiche, anche se spesso
distorte.
Idee islamiche su Gesù
I cinque pilastri dell’islam
• Gesù fu generato miracolosamente da Dio
nel grembo della vergine Maria.
• Gesù è soltanto un profeta, non è divino,
cioè non è il Figlio di Dio o Dio incarnato.
• I musulmani credono persino che Gesù, da
bambino, disse di essere un profeta.
• Secondo l’islam, Gesù era in realtà un
buon musulmano che predicava una forma
precedente dell’islam al popolo ebreo. Si può
trovare un resoconto musulmano della vita
di Gesù nel cosiddetto “Vangelo di Barnaba”.
Nella sua forma attuale questo documento
risale dal 14° al 16° secolo, e può anche essere
stato scritto a quel tempo.
• Gesù un giorno ritornerà, si sposerà, avrà
figli e correggerà gli errori che i cristiani
hanno insegnato su di Lui. Poi morirà, sarà
sepolto a Medina e sarà giudicato come tutti
gli altri esseri umani nell’ultimo giudizio.
• Gesù non è il Giudice dell’umanità.
La religione islamica si esprime nei seguenti cinque
“pilastri” che sono pratiche religiose obbligatorie per
tutti i musulmani adulti:
1. Recitare il credo (shahada): “Non c’è Dio all’infuori
di Allah e Maometto è il suo profeta”.
2. Pregare (salat): cinque volte al giorno.
3. Fare elemosine (zakat): donare ai poveri sia
obbligatoriamente che volontariamente.
4. Digiunare (saum): praticare il digiuno soprattutto
durante il mese “sacro” del ramadan.
5. Fare il pellegrinaggio (hajj): alla Mecca, almeno
una volta nel corso della vita.
Alcuni musulmani aggiungono un sesto pilastro:
6. La guerra santa (jihad), cioè la lotta per
propagandare il credo islamico in tutto il mondo, sia
con le armi sia diffondendolo attivamente con parole
e atti.
Cosa dice l’islam sulla morte e sulla
risurrezione di Gesù
• L’islam smentisce che Gesù doveva morire per i nostri
peccati. Molti musulmani credono che il Dio di Abramo
possa semplicemente perdonare i peccati senza un sacrificio
espiatorio.
• L’islam smentisce il fatto che Gesù morì sulla croce.
L’insegnamento islamico dice generalmente che Gesù
andò subito in cielo senza aver gustato la morte. Secondo
i musulmani Gesù non fu crocifisso; spesso credono che il
volto di Giuda, il traditore, fu miracolosamente trasformato in
quello di Gesù e che Giuda sotto il castigo di Dio morì invece
al posto di Gesù.
• L’islam nega l’efficacia della morte di Gesù a cancellare il
nostro peccato e la nostra colpevolezza.
• L’islam smentisce la risurrezione di Gesù e la Sua vittoria sulla
morte.
• L’islam smentisce che Gesù è diventato il Re messianico che
regnerà su tutto il mondo.
Ciò che Dio ha compiuto per noi:
Gesù Cristo è risorto dalla morte ed è
il Principe dei re della terra… ci ha
liberati dai nostri peccati con il Suo
sangue” (Apocalisse 1:5).
13
Giorno 9
Gli Awan dell’India
Balrampur
G
I
9 agosto 2011
li Awan sono un popolo di lingua urdu in India con
oltre 600.000 componenti. La maggioranza degli
Awan asserisce di discendere da Qutb Shah, un generale
nell’esercito di Mahmud di Ghazni, che era un discendente
di Alì, cugino e genero di Maometto.
Gli Awan hanno una forte tradizione marziale e sono
rinomati per il loro coraggio. Erano fra coloro che gli
inglesi chiamavano “le razze marziali”, un epiteto creato
dagli ufficiali dell’India britannica per descrivere i popoli
che erano considerati bellicosi di natura e aggressivi in
battaglia, e di avere qualità come il coraggio, la lealtà,
l’autosufficienza, la forza fisica, la lena e la tenacità nella
lotta. Gli inglesi reclutavano molti soldati da queste “razze
marziali” per servire nelle zone coloniali; essi facevano
anche parte del nucleo del gruppo musulmano reclutato
durante la Prima e Seconda Guerra mondiale
Suggerimenti per la preghiera:
Proclamate che Cristo, il Signore degli Eserciti, signoreggia
anche sugli Awan e che essi devono ubbidirGli (Salmo 103:1922).
Pregate affinché siano liberati dalle catene del nemico.
Chiedete a Dio di rivelare Se stesso agli Awan attraverso
sogni, visioni e altre manifestazioni (Salmo 103:2-3).
Pregate per cristiani che predichino Cristo fra gli Awan.
(L’articolo è basato sul materiale di Frontiers)
14
10 agosto 2011
Giorno 10
l distretto di Balrampur si trova nell’India
settentrionale nello stato federato di Uttar Pradesh,
che confina con il Nepal. Le tre città principali nel
distretto sono Balrampur, Utraula e Tulsipur (cercatele in
Wikipedia). Il fiume principale che attraversa il distretto,
il Rapti, è tristemente noto per i suoi straripamenti
che portano molte sofferenze alla gente che vive lungo
le sue rive. Meno del 10% della popolazione consiste
di latifondisti, mentre il 90% consiste di contadini e
coloni che sopravvivono con ciò che la loro poca terra
offre. La maggioranza degli abitanti è analfabeta. Al
momento la terra non riesce più a cibare la popolazione
e molti migrano ad altre città indiane come Mumbai,
Ahmedabad e Jaipur.
Le lingue principali parlate in Balrampur sono dehati,
urdu e dialetti rurali dello hindi. Si valuta che oltre il
40% del distretto sia musulmano e forse il 60% indù; i
cristiani sono scarsissimi. La festa annuale musulmana,
chiamata Muharam, è famosa – molte famiglie
originarie dal distretto tornano ogni anno per celebrarla
coi loro parenti. Ci sono moschee in ogni paese, ma
nessuna chiesa. I musulmani e gli indù di Balrampur
vivono in relativa armonia e amicizia. Pochi cristiani
concentrano i loro sforzi evangelistici sui musulmani;
sfortunatamente il loro impegno non è sufficiente per
questa zona in gran parte non ancora raggiunta con il
Vangelo.
Il festival Muharam in una zona adiacente.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate affinché Dio mandi credenti ben
addestrati e capaci di parlare i dialetti locali
per lavorare in Balrampur.
Pregate affinché Dio apra i cuori al
Vangelo nelle città sopraelencate e nei
numerosi villaggi.
Pregate per gli interessati che al
momento sono iscritti al corso biblico per
corrispondenza. Alcuni studenti hanno
indicato di essere pronti a credere in Cristo.
Pregate per la sicurezza dei credenti e dei
futuri discepoli.
Giorno 11
I territori palestinesi
11 agosto 2011
Cisgiordania: 5877 km²
Abitanti: 2,4 milioni
408 abitanti / km²
19 campi profughi
L
“Il miglior modo in cui posso
aiutare Israele è quello di portare
i suoi nemici a Gesù Cristo”.
Striscia di Gaza: 365 km²
Abitanti: 1,5 milioni
4.108 abitanti / km²
8 campi profughi
a vita è dura per i palestinesi che vivono nella Striscia
di Gaza, a Nablus (la vecchia Sichem), Hebron,
Betlemme, Ramallah e altrove. Per la maggioranza
delle famiglie palestinesi la sopravvivenza economica è
già difficile in tempi normali, ma i conflitti fra israeliani
e palestinesi, nonché quelli fra le fazioni palestinesi,
rendono le cose ancora molto più difficili. Specialmente
gli anziani e i disabili ne soffrono.
Malgrado il ritiro di Israele da Gaza, la presenza
militare israeliana sul mare e lungo le frontiere della
Striscia di Gaza è ancora considerata dai palestinesi
un’occupazione israeliana, a causa della difficoltà
di importare merci dal mondo esterno nell’enclave
sovrappopolata. Solo di rado gli abitanti di Gaza possono
lasciare la Striscia per viaggiare all’estero. Dalla parte
egiziana le difficoltà di ottenere visti sono enormi. La
maggioranza degli abitanti di Gaza non ha mai varcato
il confine egiziano o visitato il Cairo, la metropoli più
grande del mondo arabo a soli 350 km di distanza.
Anche la Cisgiordania è ancora sotto un rigoroso
controllo israeliano, benché fortunatamente ci siano
alcuni posti isolati che prosperano. I palestinesi ricevono
aiuti economici dall’estero, ma alcuni Paesi mandano
Fratello Andrea
anche armi, granate e missili che non fanno altro che
peggiorare la situazione, perché incitano a violenze
ulteriori contro Israele.
C’è uno stress enorme, amarezza e spesso un vero
odio, perché quasi ogni famiglia ha perso un figlio,
un nipote, un padre, madre o sorella, morti durante le
guerre, le proteste, i raid armati, gli attacchi terroristici
e i confronti negli ultimi 65 anni. Persino fra gli stessi
arabi le lotte fra le loro fazioni politiche e militari
(Hamas e Fatah) hanno falciato parecchie centinaia di
persone. (Nel 2006 e 2007 ne sono morte 600 in solo 18
mesi). Infine solo l’amore di Dio può cambiare la gente
e cancellare l’odio e il rancore.
Circa 2.500 persone a Gaza si autodefiniscono
cristiane, ma la stragrande maggioranza di loro non
è praticante, benché alcuni cristiani consacrati siano
stati uccisi per la loro fede. Alcuni si sono impegnati
attivamente per aiutare le vedove, i disabili e gli anziani.
I credenti di Gaza hanno assolutamente bisogno di
incoraggiamento. I visitatori dall’esterno raccontano
che i loro cuori vengono toccati e che sono mossi a
commozione quando, alla loro partenza, i credenti di
Gaza implorano: “Non dimenticateci”.
Suggerimenti per la preghiera:
Ringraziate Dio, perché non ha dimenticato le Sue
promesse agli ebrei o agli arabi. Egli è fedele verso
entrambi. Alcuni arabi per la prima volta hanno sentito
parlare di Cristo nel giorno della Pentecoste (Atti 2:11).
Ovviamente Dio voleva che sentissero la Buona Novella.
Ringraziate Dio per i palestinesi che hanno già
riconosciuto il Messia e pregate perché il loro numero
aumenti!
Pregate affinché molti siano guariti interiormente. Le
cicatrici di decenni di conflitti affliggono le loro vite.
Pregate per i militanti di Hamas e Fatah, affinché i loro
cuori siano cambiati e alcuni possano conoscere l’amore di
Cristo. Fra i discepoli di Gesù c’era anche Simone lo Zelota
(Luca 6:15). Al tempo di Gesù c’erano molti zeloti che
usavano la violenza per raggiungere i loro obiettivi.
Pregate per i credenti coraggiosi che vivono fra i
palestinesi musulmani, affinché diano una buona
testimonianza (Matteo 5:16) e siano fortificati nella loro
fede (Efesini 3:16-17).
15
Giorno 12
Al Masjid Al Aqsa
12 agosto 2011
La moschea Al Aqsa
Il terzo luogo più sacro dell’islam
La Cupola della Roccia
S
econdo la tradizione islamica, il profeta Maometto
nel 621 d.C. si trovava alla Mecca dove ebbe una
visione o un prodigioso viaggio chiamato “Viaggio
notturno”. Si crede che l’angelo Gabriele gli sia apparso
con un cavallo alato chiamato Buraq con un volto
umano. Cavalcando questo strano animale Maometto
volò fino a Gerusalemme (1200 km). Si crede che lì,
sul Monte del Tempio, guidasse altri profeti che in
preghiera videro Mosè, Gesù e Adamo (il tempio era
stato distrutto 551 anni prima nel 70 d.C.)*. Si crede
che in seguito Maometto rimontò su Buraq per essere
condotto alla presenza di Dio nel cielo, dove supplicò
di dover fare solo cinque preghiere al giorno invece
delle cinquanta preghiere quotidiane che Dio gli aveva
imposto in precedenza. Si dice che in seguito Maometto
tornò alla Mecca. Raccontò la sua esperienza agli altri,
ma la maggioranza rifiutò di credergli.
All’estremità meridionale del Monte del Tempio,
dove Maometto avrebbe pregato durante il “Viaggio
notturno”, ora sorge la moschea Al Masjid Al Aqsa, un
nome arabo che significa “la moschea più lontana”.
La costruzione dell’edificio fu terminata nel 705 d.C.;
16
La preghiera del venerdì
in seguito la moschea fu riedificata varie
volte dopo alcuni terremoti. A fianco di questa
moschea c’è la dorata “Cupola della Roccia”,
proprio sul posto dal quale Maometto sarebbe
salito in cielo.
La maggioranza dei musulmani considera
la moschea Al Aqsa il terzo luogo più sacro
dell’islam. Secondo una tradizione, Maometto
stesso avrebbe detto che una preghiera islamica
fatta alla Kaaba della Mecca equivale a 100.000
preghiere fatte altrove; una preghiera fatta a
Medina a 1.000 preghiere fatte altrove e una
preghiera ad Al Aqsa a 500 preghiere fatte in
qualsiasi altro posto (naturalmente, i cristiani
non credono che la preghiera abbia un valore
meritorio; è solo un modo per comunicare con
Dio e avere comunione con Lui).
*Fino al 624 d.C. i musulmani si rivolgevano a
Gerusalemme per pregare, ma in seguito in direzione
della Mecca.
Suggerimenti per la preghiera:
Migliaia di musulmani frequentano la preghiera del venerdì
nella moschea Al Aqsa, che ha una capienza di circa 4.000
persone. Altre decine di migliaia pregano sulla spianata
fuori durante gli eventi religiosi più importanti. Per ragioni
di sicurezza, gli israeliani permettono la partecipazione alle
preghiere del venerdì solo agli anziani che hanno famiglia.
Alcuni fra loro sono i patriarchi delle loro famiglie.
Pregate per gli uomini che frequentano le preghiere del
venerdì. Il Signore conceda loro il desiderio di conoscere ciò che
successe nell’antico tempio dei Giudei (Matteo 27:51). Hanno
bisogno della rivelazione che solo Gesù può guidare gli esseri
umani veramente al Padre celeste (Giovanni 14:6).
Dichiarate che Gesù, il Figlio di Dio e il Re d’Israele,
signoreggia anche sugli uomini che pregano nella moschea
(Giovanni 1:49).
Pregate affinché anche le loro famiglie entrino nel Regno di
Dio (Giovanni 3:3).
I palestinesi
sono i filistei di oggi?
G
li odierni abitanti di Gaza hanno molto poco
o niente a che fare con gli antichi Filistei. Il
nome “Palestina” è una deformazione latina della
parola Filistea, tuttavia i palestinesi arabi di oggi
non sono Filistei.
Il nome “Palestina” fu dato dai Romani alla
Giudea dopo la rivolta dei Giudei del 135 d.C. In
arabo la parola “Palestina” è scritta “falastin”, che
assomiglia a “Filistea”. La “p” non esiste in arabo.
Alcuni palestinesi arabi si autodefiniscono “filistei”
sapendo che ci furono guerre fra gli Israeliti e i
Filistei. Alcuni fra loro lo fanno apposta per incitare
all’odio, altri sono semplicemente malinformati.
In realtà, i Filistei erano provenienti dalla regione
di Caftor (= Creta e dintorni) nel Mediterraneo e si
stabilirono sulla costa (Genesi 10:14; 1 Cronache
1:9-15; Amos 9:7). Dunque non erano affatto
provenienti dall’Arabia. Parecchi versetti biblici
profetizzano la distruzione dei Filistei e della loro
civiltà (Geremia 47:1-7; Ezechiele 25:15-17 e Gioele
3:4-6). Prima di Cristo, le invasioni degli Egiziani,
Assiri, Babilonesi, Persiani e quelle dei Greci sotto
Alessandro decimarono i Filistei. In seguito la
Filistea fu occupata dai Romani, dai Bizantini,
dagli Arabi, dai crociati, dai Turchi e dagli inglesi.
Il popolo, la cultura, il governo, la lingua e la
religione dei Filistei sono scomparsi.
13 agosto 2011
Giorno 13
Hezbollah
H
ezbollah è un’organizzazione politica, sociale
e militare nel Libano, che ebbe inizio nel
1982. Il nome significa “Il Partito di Dio”. Come
organizzazione sciita ha ricevuto un forte sostegno
religioso, finanziario, politico e militare dall’Iran.
Anche la Siria l’ha sostenuta politicamente e
praticamente. L’organizzazione ha una presenza
forte nella Valle della Beqaa, nel sud di Beirut e nel
Libano meridionale. È un’importante forza politica
che ha sviluppato una fortissima e attiva rete di
servizi sociali.
Parecchi governi mondiali considerano
Hezbollah un’organizzazione terroristica, fra
cui gli Stati Uniti, l’Australia, il Canada, Israele
e l’Inghilterra. Hezbollah ha condannato
l’attacco alle Torri gemelle nel 2001, ma è stata
accusata di altri attacchi kamikaze riusciti o
tentati nel passato. Hezbollah invece smentisce
il suo coinvolgimento in qualsiasi attacco. Come
movimento sciita non ha legami con Al Qaeda,
che è sunnita. Gli arabi la vedono generalmente
come una legittima organizzazione libanese di
resistenza, che ha combattuto fedelmente contro le
forze armate israeliane: secondo qualche ricerca,
fra i 65 e l’85 per cento la favorisce. Tuttavia, vari
governi mediorientali, fra cui quelli dell’Egitto,
dell’Arabia Saudita e della Giordania, si oppongono
al movimento definendolo “un’organizzazione
irresponsabile e avventurosa”. Grazie alla sua
collaborazione con l’Iran e la Siria, Hezbollah ha
ammassato una quantità enorme di armi in Libano,
forse quattro volte di più di quanto aveva prima
dell’invasione di Israele in Libano nel 2006. Hezbollah
considera Israele uno Stato illegittimo e giustifica le
azioni contro Israele come “jihad difensiva”.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate per i leader di Hezbollah: Sheikh Muhammad
Hussein Fadlallah, Hassan Nasrallah, Naim Qassem e altri
capi minori, affinché scoprano la vita che è solo in Gesù
(Giovanni 1:9-14; 1 Giovanni 1:4). Questi uomini hanno
bisogno di scoprire il piano di Dio di benedire il mondo
attraverso il discendente di Abrahamo (Galati 3:13-14 e
26-29).
Forse ci sono fra i 7.000 e i 10.000 volontari e
combattenti di Hezbollah, che sono pronti ad affrontare
un conflitto armato con Israele. Pregate affinché la luce di
Dio li illumini e che scoprano che Gesù Cristo è l’unico che
alla fine potrà soddisfare le loro aspirazioni di un mondo
giusto governato dal vero Dio di Abrahamo (Isaia 65:17 e
2 Pietro 3:13).
17
Giorno 14
Gli alluvioni in Pakistan
14 agosto 2011
I
l peggiore disastro naturale del Pakistan, che ha colpito
il Paese a luglio e agosto del 2010, è stato descritto come
un “lento tsunami”. La catastrofe ha reso senzatetto cinque
milioni di pakistani e oltre 1.600 persone sono morte. Oltre
20 milioni di persone hanno avuto bisogno di assistenza
umanitaria: cibo, alloggio e cure d’emergenza. Un quinto
della superficie del Paese è stato sommerso. Sono scoppiate
malattie mortali come il colera e la dissenteria. Centinaia
di migliaia di persone hanno sofferto di forme acute di
dissenteria.
Tuttavia il disastro ha aperto delle opportunità per
dimostrare l’amore di Dio ai pakistani e per servirli nel nome
di Gesù Cristo. Molti hanno riconosciuto che il soccorso
proveniva dai cristiani locali. Un ufficiale distrettuale del
Pakistan ha commentato: “Apprezzo gli sforzi dei cristiani;
siete sempre i primi ad aiutare in tempi di necessità e a
servire con altruismo”.
Alla fine di una distribuzione, un uomo di un villaggio
vicino ha detto ai soccorritori cristiani: “Non ho mai
incontrato un cristiano nella mia vita. Questa è la mia
prima opportunità di vederne uno, ma sembrate essere
come noi”. Il caposquadra gli ha detto che seguivano Isa (il
nome islamico per Gesù). Il paesano ha risposto: “Nessuna
persona di qualsiasi fede è venuta per aiutarci, ma voi siete
venuti da lontano. Certamente siete seguaci fedeli di Isa”.
Un altro uomo dopo aver collaborato per un mese con una
18
Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza
del Pakistan
squadra ha detto: “Non c’è salvezza al di fuori di Gesù
Cristo (Isa Masih)”. Da due anni stava cercando la verità.
Tuttavia le notizie dal Pakistan non sono tutte buone.
Un leader ha detto: “Ad alcuni cristiani sfollati è stato
palesemente rifiutato il soccorso, mentre ad altri è stato
detto di andarsene o di convertirsi all’islam. Potete
immaginare la scelta terribile: rinunciare alla tua fede
oppure non essere in grado di cibare tuo figlio”.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate per il soccorso a lungo termine in Pakistan.
Pregate per tutte le vittime degli alluvioni: i depredati,
i feriti e coloro che hanno perso le loro case e i mezzi di
sostentamento. Molti hanno perso i beni, le case e gli affari
per cui hanno lavorato per generazioni. Pregate affinché
tutti trovino un tetto adeguato, cibo e acqua pulita, e
scoprano la speranza che proviene dalle promesse di Dio.
Pregate per i cristiani pakistani. La maggioranza di loro
è disperatamente povera. Pregate affinché sperimentino la
consolazione e la provvidenza del loro Padre celeste.
Pregate per i numerosi nuovi credenti che hanno
conosciuto Cristo durante gli alluvioni. Vanno discepolati e
hanno bisogno di capire l’amore di Dio Padre e di Cristo.
Pregate per i numerosi credenti che cercano di portare
speranza, vita e pace in circostanze difficili.
Giorno 15
Surat in Gujarat, India
15 agosto 2011
Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza
dell’India
I
n tutto il mondo ci sono circa un milione di
musulmani Dawoodi Bohra. Abitano in India, in
Pakistan, in Medio Oriente, nell’Africa orientale e
nello stato federato del Gujarat in India occidentale.
In India i Dawoodi Bohra si riconoscono dal loro
abbigliamento: gli uomini hanno la barba e indossano
un turbante bianco con l’orlo dorato e tuniche lunghe e
bianche, mentre le donne indossano un burka colorato
e ricamato a due pezzi.
La città di Surat nello stato federato di Gujarat è
conosciuta come il fulcro dei Dawoodi Bohra. La città
è un antico porto situato sulle rive del fiume Tapi ed
è rinomata per il commercio di seta fine, di broccati
raffinati e di spezie. Nel 17° e 18° secolo Surat era fra
le città più prospere dell’India. La East India Company
stabilì i suoi primi magazzini a Surat nel 1612. La
parola “Bohra” deriva dal termine gujarat “vohorvu”
che significa “commerciare”. La maggior parte dei
Bohra commercia in vari tipi di affari.
Nell’ultimo decennio lo stato federato di Gujarat ha
subito parecchi disastri naturali, quali siccità, cicloni,
alluvioni e terremoti. Surat è stata gravemente colpita
dal terremoto e dall’alluvione che hanno distrutto gran
Il dr. Syedna Mohammed Burhanuddin,
un leader dei Dawoodi Bohra
parte del Gujarat, e varie volte è stata scenario di rivolte.
Surat è una città violenta – è risaputo che le tensioni
fra indù e musulmani vi scoppiano frequentemente. Un
minimo pretesto può provocare una sommossa e allora
si distruggono proprietà e vite umane senza scrupoli.
Surat è una città molto importante per i Dawoodi
Bohra, perché tutti i loro religiosi vengono addestrati qui
per il loro ministero. A Surat c’è una università Bohra
ben nota e specializzata per questo scopo. Gli studenti
migliori dei Bohra arrivano da tutte le parti ed è un
onore essere selezionati e formati in questa università.
I Bohra sono isolati e non raggiunti dal Vangelo. Per
pochi anni una squadra ha pregato chiedendo al
Signore di chiamare credenti per evangelizzare i Bohra
e gli altri musulmani di Surat. Attualmente si fanno
pochissimi sforzi per proclamare Cristo fra loro. Surat
ha disperatamente bisogno della luce del Vangelo.
Pregate per fratelli che rechino pace e seminino per un
raccolto di giustizia fra i musulmani di Surat.
Suggerimenti per la preghiera:
Adorate il Signore che provvede: Yahweh Jireh (Genesi
22:14). Pregate contro lo spirito del materialismo che
permea la vita dei Bohra. Chiedete al Signore di rivelarsi
come Colui che provvede adeguatamente.
Pregate affinché il Dio vivente si riveli in modo
soprannaturale ai Bohra di Surat attraverso sogni e
visioni.
Chiedete il Signore della raccolta un numero più
grande di missionari fra i Bohra di Surat. Pregate affinché
i leader abbiano saggezza e che le persone giuste si
mettano all’opera.
Pregate per un atteggiamento di umiltà fra i Borah.
Pregate affinché il Principe della Pace tranquillizzi le
tensioni fra i musulmani e gli indù nel Gujarat. Ambedue i
gruppi hanno bisogno di conoscere la via della pace.
Pregate affinché gli uomini d’affari fra i cristiani
riescano a contattare i Bohra.
19
ola
se
o
ng
e
Pa
Ra
Gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le
genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero.
Il suo dominio è un dominio eterno che non
passerà… (Daniele 7:14)
1
Indonesia
233 80.3%
187 sunniti
2
Pakistan
185 95.8%
177 sunniti/sciiti
3
Bangladesh
165
4
India
5
Iran
75.1 98.6%
74.1 sciiti
6
Egitto
84.5 86.6%
72.3 sunniti
I musulmani nei vari continenti
Popolazione
Africa
429 milioni
7
Turchia
Medio Oriente
250 milioni
8
Nigeria
Asia
800 milioni
9
Europa (inclusa la Russia)
44 milioni
Americhe
5 milioni
Totale
1.5 miliardo
Le principali religioni mondiali:
Buddisti: 478 milioni
Religioni cinesi tradizionali: 410 milioni
Animisti / religioni tribali africane / altri: 311 milioni
Indù: 959 milioni
Atei / secolari: 938 milioni
Musulmani di ogni tipo: 1.58 miliardo
Cristiani di tutte le denominazioni: 2.2 miliardi
20
osa
igi
rel
g ia
o lo
Tip
ni
li o
mi
in
ni
ma
ni
sul
ma
Mu
sul
mu
di
ni
a le
lio
mi
ntu
in
rce
ne
Pe
zio
p
Po
I musulmani
nel mondo
u New York pag. 10
Nord America
89% 146.5 sunniti
1,215 14.2% 172.5 sunniti/sciiti
76 96.7%
158.3
73.2 sunniti/sciiti
45%
71.5 sunniti
Algeria
35.5 97.3%
34.5 sunniti
10
Marocco
32.8
99%
32.7 sunniti
11
Iraq
31.5
96%
30.2 sciiti
12
Afghanistan
29.2
99%
29.1 sunniti
13
Sudan*
43.5 61.4%
26.6 sunniti
14
Cina
15
1,331
1.9%
24.9 sunniti
Arabia Saudita
26.3 92.4%
24.3 sunniti
16
Uzbekistan
27.8
85%
23.6 sunniti
17
Yemen
24.3
99%
24.3 sunniti/sciiti
18
Siria
22.5
90%
20.3 sunniti
19
Malaysia
28
63%
17.5 sunniti
20
Niger
16
97%
15.5 sunniti
*Si aspetta che il Sudan meridionale ottenga l’indipendenza a luglio del 2011
Sud America
A
dicembre del 2010 un uomo che
lavora per Facebook ha fatto
una rappresentazione grafica delle
connessioni di Facebook. Si nota un
grande numero di connessioni in
Nord Africa, Turchia, Libano, Pakistan,
Bangladesh e in India settentrionale.
C’è una concentrazione incredibile di
utenti in Malesia, Indonesia e anche
u Mosca pag. 27
Europa
u Berlino pag. 34
Asia Centrale
u Asia Centrale pag. 33
u Tagikistan pag. 28
u La tribù dei Kolai pag. 9
u Hezbollah pag. 17
u Gli Qizilbash p. 35
u Al Aqsa pag. 16
u Libia pag. 22
u I Palestinesi pag. 15
u Gli Awan / Balrampur pag. 14
u Egitto pag. 38
u Pakistan
u Le tribù dell’Arabia Saudita pag. 8
u Mecca pag. 7
u Surat pag. 19
u Gli Shuwa pag. 29
u Istanbul pag. 31
u Al Jadida pag. 11
Asia
u Back to Jerusalem pag.30
Medio Oriente
u Tuba pag. 25
u Malesia pag. 26
La Finestra 10 / 40, nel riquadro,
rappresenta la zona dove vive
tuttora la maggior parte dei popoli
del mondo non ancora raggiunti
dal Vangelo (tra la 10a e 40a
latitudine).
nelle isole meridionali delle Filippine.
La maggior parte di queste connessioni
sono locali però il grafico dimostra che i
musulmani si stanno integrando sempre
di più nella community mondiale. Molti
giovani musulmani sono ben aggiornati
sulle pop star della musica e sulle novità
cinematografiche internazionali. Il mondo
sta cambiando.
u I Kerinci pag. 24
Africa
Asia meridionale orientale
u I Kangean pag. 24
Nord Africa
Medio Oriente
Pakistan, India, Bangladesh
Malesia, Indonesia, Filippine
21
16 agosto 2011
Libia
Giorno 16
(Questa storia fittizia è basata su fatti reali)
Questo articolo è stato scritto prima della rivolta libica contro Muammar Qaddafi
C
omodamente seduto, Rashid guarda il Mediterraneo.
Dietro di sé c’è il Sahara. I suoi cinque figli stanno
giocando felicemente mentre sua moglie prepara la
griglia. Rachid è preoccupato. Di solito si rallegra di
questi barbecue a primavera inoltrata, parlando con i
suoi amici, sorseggiando il tè alla menta e rilassandosi
dopo una settimana di duro lavoro. Questa settimana
è stata particolarmente dura, perché una nuova legge
esige che le attività come la sua siano nuovamente
registrate. Significa stare per ore in coda e Rachid non
è neppure certo di aver capito bene la nuova legge. Le
pratiche moderne sono nuove per il suo Paese, dove a
causa della corruzione e dei favoritismi la ricchezza
abbondante procurata dal petrolio non ha beneficiato
la gente comune. Un viaggio di studio in Europa ha
shockato Rachid – sembra che lì gli edifici, le strade
e tutto il resto vengano costantemente riparati invece di
essere abbandonati allo sfacelo come nel suo Paese.
Rashid però non si preoccupa di questo. L’ambiente
non è determinante – comunque succederà sempre ciò
che Allah vorrà. Rashid sa che il suo nome significa
“guidato giustamente”. Si vanta di essere sulla strada
giusta. Naturalmente non si può mai essere sicuri di
fronte ad Allah, ma Rashid è abbastanza fiducioso di
fare tutto ciò che Allah vuole: prega, digiuna, paga le
22
tasse e in ogni occasione dichiara la sua fede in
Allah. Fra circa due anni dovrebbe essere capace di
pagare il suo viaggio alla Mecca. Pensando però al
suo viaggio in Europa e particolarmente a uno dei suoi
insegnanti europei, tutte le sue certezze si oscurano.
L’insegnante non viveva come Rashid si era aspettato, e
durante una delle loro numerose conversazioni davanti
ad una tazza di tè gli aveva detto di credere che Dio non
era interessato soprattutto a ciò che facciamo noi, ma
piuttosto al nostro accettare ciò che aveva fatto tramite
il Messia! Lui si diceva sicuro di vivere con Dio dopo
la sua morte! Com’è possibile?! Gli aveva suggerito di
guardare una stazione televisiva araba. Per non essere
scortese, Rashid aveva annotato i dati. Tornato a casa
non riusciva a smettere di pensarci e infine, quando a
tarda sera nessuno poteva vederlo, trovò il canale. Con
un senso di colpa guardò per alcuni minuti, terrificato
dalla possibilità di essere osservato.
Ora Rashid ha un problema maggiore. Il messaggio
lo attrae, ma secondo lui è tutto sbagliato. Sin dalla
sua infanzia ha pensato che i cristiani credessero in tre
dèi e che i libri originali di Gesù, Mosè e Davide fossero
andati persi o cambiati dai Giudei e dai cristiani. Come
potrebbe questo messaggio, che ovviamente prendono
dal loro libro sacro, essere la verità venuta da Dio?
Bontà
La bontà di Dio ci spinge al ravvedimento (Romani 2:4)
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate per il governo libico, affinché le ricchezze vengano
equamente distribuite e il Paese sia amministrato meglio
(Esodo 23:8; Deuteronomio 16:19).
Pregate affinché i libici in viaggio incontrino veri cristiani
che testimoniano la loro fede (Atti 8:26-39).
Pregate affinché un numero maggiore di credenti esteri
trovi lavoro in Libia e abbia così l’opportunità di proclamare
Cristo con le parole e con gli atti.
Pregate affinché i libici si sintonizzino sui programmi
cristiani radiofonici e televisivi e su internet. Questi mass
media efficaci hanno aiutato molti a trovare la vera fede. Dio
si sta rivelando!
Pregate affinché lo Spirito Santo riveli la verità ai libici
malgrado tutte le loro concezioni sbagliate.
Testimonianze
dalla Turchia
U
na giovane donna di origine islamico-conservatrice
era diventata una seguace di Cristo. Suo fratello lo
scoprì, ma era certo che sarebbe tornata presto all’islam.
Vedendo che non accadeva, le ordinò di rinunciare alla
sua nuova fede e di recitare il credo musulmano. Lei
rifiutò; allora prese una spranga di ferro e minacciò
di ucciderla. I familiari lo fermarono, ma sua madre
la supplicò piangendo di recitare il credo islamico.
Infine lo fece, ma in seguito se ne pentì amaramente.
Condividendo la sua angoscia con un’altra credente
turca, quest’amica le spiegò che anche Pietro rinnegò
Gesù, ma che in seguito fu perdonato e riabilitato. Ora
lei sta sperimentando la stessa grazia e afferma: “Non
voglio mai più rinnegare il Signore”.
U
n credente, recentemente battezzato e da poco
rilasciato dal carcere, fu fortemente turbato dalle
domande fatte da un’altra persona sulla attendibilità
del Nuovo Testamento. Disse di essere pieno di dubbi.
Si addormentò con la Bibbia a fianco al letto. A notte
fonda fu svegliato da un Uomo che indicò la Bibbia
e disse: “Non avere paura. Leggi il mio libro. Sono
sempre con te”. Più tardi comprese che era stato Gesù a
parlargli e ne fu grandemente incoraggiato.
U
na famiglia si preoccupava di Sait, un parente
di quarant’anni che era mentalmente disturbato
e percorreva di continuo le strade della loro città. In
un tentativo disperato di cercare aiuto, con un’auto
noleggiata, i familiari lo portarono da una comunità
cristiana in una città più grande, il cui pastore turco
si chiama Alì. Sait era sudicio, aveva la barba lunga
e non curata, pantaloni macchiati di urina e unghie
lunghe alcuni centimetri. Non poteva parlare ed era
chiaramente fuori di senno. I parenti chiesero ad
Alì se poteva fare qualcosa per aiutarlo. Alì rispose:
“Gesù può farlo, ma voi dovete credere che Egli ne è
capace”. Essi risposero: “Se non avessimo creduto che
può aiutarci, avremmo fatto cinque ore di viaggio per
incontrarti?” Quella risposta soddisfece Alì; si avvicinò
all’uomo barbuto, lo abbracciò calorosamente e pregò
per lui. Allora Sait li stupì perché rinsavì e, per la
prima volta dopo cinque anni, riuscì a parlare! Dopo
una settimana Alì e gli altri credenti ricevettero una
telefonata dalla famiglia con la notizia che ora Sait era
pulito; mangiava bene, non girovagava più lungo le
strade ed era ancora mentalmente lucido.
23
I Kangean
Giorno18
I Kerinci dell’Indonesia
I
L
17 agosto 2011
Giorno 17
Oggi è l’anniversario dell’Indipendenza
dell’Indonesia
135.000 Kangean vivono sulle isole Kangean a nord di Bali in
Indonesia. Le isole hanno un gran potenziale turistico. Le loro
spiagge sul mare di Giava sono pittoresche e pulite, e la folta
foresta del Kangean orientale è popolata da molti animali e uccelli
splendidi. C’è abbondanza di scimmie, komodo e serpenti. Gli
artigiani locali vendono ricordini di legno inciso.
Dal 1993 le isole estraggono gas naturale. Sono state connesse
a Giava orientale con un gasdotto di 430 km in gran parte
sottomarino. Fra le altre risorse economiche delle isole c’è il tek,
le noci di cocco e il sale. Malgrado lo sviluppo industriale grazie
al gas ci sono ancora molte zone incontaminate dove gli amanti
dell’avventura possono facilmente trovarsi a loro agio. I Kangean
figurano fra le circa 200 popolazioni musulmane con oltre 100.000
componenti fra i quali non sono stati organizzati sforzi per stabilirvi
una comunità cristiana.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate affinché Dio si riveli! (Luca 10:21-24)
Proclamate il Salmo 97:1 sulle isole.
Pregate per opportunità, affinché la Buona Novella sia vista,
sentita e dimostrata fra i Kangean (Marco 16:15-20).
Pregate affinché i Kangean abbiano l’opportunità di leggere la
Bibbia, di vedere film evangelistici e di incontrare credenti che parlino
la loro lingua.
24
18 agosto 2011
a sapienza di Dio c’era “prima che
i monti fossero fondati, prima che
esistessero le colline” (Proverbi 8:25).
Originalmente provenienti dalla costa
orientale di Sumatra, i Kerinci anticamente
fuggirono durante una guerra dai sultanati
musulmani costieri verso la loro terra attuale
nell’alta montagna di Bukit Barisan. Parlano
il Kerinci e la Bahasa indonesiana (la lingua
nazionale). La maggior parte dei 260.000
Kerinci è contadino: coltivano riso, patate,
caffè, cannella e nella giungla raccolgono
anche la resina e la canna d’India. Coloro che
vivono al Lago Kerinci e ai laghi più piccoli
praticano la pesca. I Kerinci sono riusciti a
resistere all’assimilazione con i popoli più forti
nella pianura. Ora però il loro isolamento viene
minacciato dalla massiccia immigrazione
spinta dal governo di Giava, Sunda e Bali che
pianificano piantagioni sul loro suolo fertile.
Inoltre, il World Wildlife Fund sta sviluppando
un parco nazionale di importanza mondiale
per conservare la foresta pluviale con la sua
flora e fauna. L’islam è la religione prevalente
fra i Kerinci, che tuttavia aderiscono ancora
all’animismo praticato specialmente nel loro
ricorso a guaritori tradizionali e alla magia
per benedire i loro raccolti.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate affinché il Signore doni saggezza
e protezione ai credenti che si stabiliscono fra i
Kerinci.
Pregate affinché Dio infonda saggezza e autorità a coloro che affrontano le forze spirituali
che da generazioni hanno legato la popolazione
(1 Corinzi 1:30; 2 Corinzi 10:4).
Giorno 19
Tuba e i Murid
19 agosto 2011
I
l sufismo è il movimento islamico imperniato su una dimensione interiore e mistica.
Spesso i sufi hanno cercato di comparire alla presenza divina e di purificarsi interiormente.
I movimenti sufi sono generalmente guidati da leader molto riveriti. Parecchi musulmani
ortodossi, fra cui i wahabiti che vivono prevalentemente in Arabia Saudita, considerano i sufi
eretici.
La maggior parte del musulmani in Senegal e Gambia sono affiliati a fratellanze sufi,
come i Tijaniyyah, gli Xaadir (Qadiriyya), i Murid e i Layennes. In ogni movimento si
sono formate fazioni piccole intorno a leader specifici e dottrine particolari. Il movimento
Murid, con il suo quartiere generale a Tuba in Senegal, fu fondato da Amadu Bamba nel
1883. Amadu Bamba (1850 – 1927) era un mistico musulmano, un marabu e un leader
spirituale che dava istruzioni sulla meditazione, sui riti islamici, sul lavoro e sullo studio del
Corano. La sua enfasi sul lavoro ha portato frutto: i suoi discepoli sono noti per la loro etica
lavorativa. Amadu Bamba non condivideva la conquista francese dell’Africa occidentale,
ma era contrario alla guerra santa. Incoraggiava invece la cosiddetta “jihad al akbar” (la
lotta maggiore), che va combattuta con lo studio e il timore di Dio. La fratellanza Murid in
Senegal e in Gambia controlla molti settori dell’economia locale. I seguaci danno spesso una
parte delle loro rendite al movimento. Abdoulaye Wade, l’attuale presidente del Senegal, è un
Murid dedicato. Subito dopo la sua elezione nel 2000 viaggiò verso la città santa di Tuba per
cercare la benedizione del leader spirituale della fratellanza (il grande marabu).
Suggerimenti per la preghiera:
I leader dei Murid sono guide spirituali di 3 a 5 milioni di persone e i leader principali di Tuba,
la seconda città del Senegal con 0,5 a 1,5 milioni di abitanti. Pregate affinché i leader dei Murid
e i suoi aderenti possano davvero incontrare il Dio vivente. Le barriere economiche, sociali e
spirituali sono rilevanti. Potete basare la vostra preghiera su Atti 13:4-12.
La preghiera del venerdì
La grande moschea
di Tuba dove fu
sepolto Amadu
Bamba. Questo
è uno dei posti
religiosi più
importanti di tutta
l’Africa occidentale.
Pregate per i
musulmani che oggi
si riuniranno qui
per recitare le loro
preghiere rituali del
venerdì.
25
20 agosto 2011
Giorno 20
Malesia
Martirizzata in
Arabia Saudita
L
a Malesia è una monarchia costituzionale federale
con un sistema di governo parlamentare. Il Mar
Cinese meridionale divide il Paese in due parti: la Malesia
peninsulare e la parte malese del Borneo. Situata nel cuore
dell’Asia sud-orientale, la Malesia è circondata da altri
Paesi, fra cui la Thailandia, l’Indonesia, Singapore, le
Filippine, il Vietnam e il Brunei. La capitale della Malesia
è Kuala Lumpur.
La religione ufficiale della Malesia è l’islam. La
Costituzione però garantisce la libertà religiosa. Dei 28
milioni di abitanti, fra cui malesi, cinesi e altre etnie, il 60,4
per cento è musulmano. I malesi, il gruppo etnico maggiore,
sono generalmente musulmani. Ci sono anche musulmani
indiani e un piccolo numero di cinesi convertiti all’islam.
Benché il precedente e l’attuale primo ministro abbiano
proclamato la Malesia nazione islamica, certi segmenti
della popolazione si sono opposti a quest’affermazione
basandosi sulla Costituzione del Paese. La legge
proibisce l’evangelizzazione dei musulmani e
inoltre è vietato ai musulmani di convertirsi a
un’altra religione.
Gli ex musulmani convertiti a Cristo sono pochi.
Molti di loro si riuniscono in comunità familiari
e continuano a indossare abiti musulmani e a
mantenere alcune usanze culturali per evitare
di essere scoperti e vessati. In molti casi hanno
trovato Cristo grazie a un diretto incontro divino.
Pur essendo numericamente pochi, sono coraggiosi
nella loro fede e testimonianza.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate affinché i cristiani aprano i loro cuori ai loro vicini musulmani per essere una
benedizione per loro in modo pratico e concreto.
Pregate per un numero maggiore di interventi divini fra i malesi (Atti 10:17-48).
Pregate affinché i credenti siano coraggiosi e stendano una mano di comunione
fraterna e di assistenza ai neoconvertiti dall’islam. Infatti questo può essere rischioso.
26
A
d agosto del 2008, un membro del clero
musulmano e della Commissione Saudita
per la Promozione della Virtù e la Prevenzione
del Vizio, ha ucciso sua sorella, la 26enne Fatima
Al Mutairi. Lei aveva rivelato la sua fede in
Cristo ai suoi familiari nella provincia orientale
dell’Arabia Saudita. I collaboratori di “The
Voice of the Martyrs” (VOM) comunicano che
la comunione di Fatima con altri credenti era
limitata maggiormente ai forum di internet e a
telefonate. “Come parte della sua testimonianza
ai familiari proclamò che la via di Cristo è la
più pura e la più santa di tutte. Dopo aver fatto
questa affermazione trovò il fratello nella sua
camera che le controllava il computer”, hanno
dichiarato i collaboratori della VOM. “Questo
computer conteneva appunti del suo percorso
spirituale. Egli li stava leggendo per trovare altre
prove contro di lei. Mentre la teneva rinchiusa per
quattro ore nella sua camera lei scrisse un’ultima
lettera su internet. Poco tempo dopo fu uccisa”.
Dal sito web di “The Voice of the Martyrs”:
http://www.persecution.com
Giorno 21
I musulmani a Mosca
21 agosto 2011
Un’ondata dall’Asia centrale
B
isogna che io compia le opere di colui che mi ha
mandato mentre è giorno; la notte viene in cui
nessuno può operare” (Giovanni 9:4).
La Russia è conosciuta per la sua storia ricca, per la
perseveranza dei suoi abitanti nelle difficoltà e per la
bellezza dei suoi capolavori architettonici. Pensando
alla Russia possono venire in mente le icone religiose,
le steppe interminabili, le foreste coperte di neve, le
tazze di tè fumante e il minestrone borsch. Tuttavia
il volto della Russia sta cambiando rapidamente.
Mosca, la capitale, ha una popolazione musulmana
maggiore di qualunque altra città europea. Le stime
variano da 400.000 a due o tre milioni di musulmani.
Probabilmente ci sono centinaia di migliaia di stranieri
illegali fra loro.
Molti musulmani di Mosca provengono dalle povere
ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Tagiki,
usbechi, afgani, kazaki, tatari e molti altri arrivano
massicciamente in cerca di un qualsiasi lavoro. Vivono
spesso insieme in quartieri stretti e in condizioni
squallide, risparmiando il massimo possibile da
mandare alle loro famiglie in patria. Affrontano
pestaggi, assassini e persino attacchi dinamitardi. Molti
sono schiavi moderni di timorosi, astiosi e scabrosi
datori di lavoro. La vita a Mosca non è facile, ma a volte
decisamente migliore delle prospettive tetre della loro
patria.
Trovandosi lontani dal proprio paese, dai familiari,
dalle loro tradizioni e dalla pressione culturale, i
musulmani dall’Asia centrale sono esposti a nuove
tentazioni, ma anche alla possibilità di sentire la verità
della Parola di Dio. Un ex musulmano convertito a
Cristo ha detto: “Ero abituato a odiare la Russia e non
volevo tornarvi. Però, dopo aver visto la possibilità
di evangelizzare i miei connazionali islamici, sono
rimasto entusiasta di quest’opportunità. Ora ho la
sensazione che la Russia sia la mia seconda patria”.
Il film Jesus, il DVD su Maria Maddalena e la Bibbia
CARS (Central-Asian Russian Scriptures) sono ben
accettati, ma sono pochi i cristiani che evangelizzano
specificatamente fra i musulmani. Gli immigrati
musulmani a Mosca sono spesso sopraffatti dalla vita
in una metropoli così grande, sentono la mancanza dei
loro familiari e sono in cerca di amicizia. Insomma, è
un buon momento per predicare loro il Vangelo!
Suggerimenti per la preghiera:
Chiedete a Dio di aprire i cuori dei musulmani in Russia.
Pregate per la traduzione e la stampa di buon
materiale cristiano per i musulmani di lingua russa e per
i nuovi credenti che devono imparare a camminare con
Cristo.
Pregate affinché i leader cristiani in tutta la Russia
siano uniti e abbiano la visione e la saggezza di portare il
Vangelo ai musulmani nel loro Paese, facendo discepoli fra
loro in modo che anche questi ultimi siano incoraggiati,
equipaggiati e preparati per evangelizzare e discepolarne
altri.
Pregate affinché le chiese russe prendano misure
concrete e pratiche per evangelizzare i musulmani intorno
a loro.
Pregate affinché i nuovi credenti in Cristo siano istruiti
bene. Ci sono poche comunità per accogliere chi si converte
a Cristo e queste comunità sono prevalentemente solo
kazake.
27
22 agosto 2011
Giorno 22
Tagikistan
Cosa avrà in serbo il futuro?
Z
ebo ha 18 anni e desidera studiare all’università.
Lei sogna una vita più comoda per la sua famiglia
in Tagikistan. Vuole essere liberata dall’incombenza di
mettere cibo sulla tavola tutti i giorni e dalle bustarelle
che deve pagare per ottenere l’istruzione che desidera.
Come molti altri giovani crede che lei e i suoi staranno
bene, se solo riuscirà ad imparare l’inglese e a trovare
lavoro in un’organizzazione estera. Ha poche speranze
nella sua patria, in contrasto con la fiducia nel governo
sotto il sistema sovietico. Zebo mette in dubbio persino
la fede islamica radicata nella sua famiglia. Sa che
sarà difficile ottenere ciò che desidera nella vita.
Recentemente i suoi genitori l’hanno incoraggiata
a sposarsi anziché orientarsi verso l’istruzione e la
carriera. La vita le sembra un vicolo senza uscita. Si
chiede dove potrà trovare speranza.
Zebo rappresenta migliaia di giovani che non hanno
fiducia nel futuro della loro patria. Il paese non è situato
sul mare, ma è circondato dall’Afghanistan, l’Uzbekistan,
il Kirghizistan e la Cina. Ha sette milioni di abitanti ed è
l’ex repubblica sovietica più povera. Oltre l’80 per cento
della popolazione vive al di sotto del margine di povertà
e si stima che il reddito annuo medio si aggiri intorno ai
250 euro pro capite. Le donne e i bambini costituiscono
la maggioranza della popolazione perché molti uomini
28
Khorugh
sono emigrati in Russia per cercare lavoro. A volte non
si fanno più vedere e non mandano a casa nemmeno
sostegni finanziari.
Negli ultimi anni l’islam sta ottenendo maggiore
influenza sulla popolazione, perché alcuni hanno
studiato in Paesi islamici più conservatori e riportato
in patria le loro dottrine più fondamentaliste. Il 90
per cento dei tagiki è musulmano e solo circa uno su
mille crede in Gesù Cristo. Mentre molti sono delusi
dell’islam, ce ne sono alcuni che stanno cercando Dio
sinceramente.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate affinché i giovani in cerca di un futuro
scoprano che Dio offre uno scopo di vita in Gesù Cristo.
Pregate per un numero maggiore di missionari nella Sua
messe per lavorare fra i giovani.
L’assenza dei padri che lavorano in Russia o altrove
intacca le fondamenta della società tagika (Proverbi 1:8;
3:12; 4:1; Efesini 6:4; Salmo 68:5; 27:10).
Pregate affinché si formino discepoli forti che siano
preparati a portare altri nella famiglia della fede. Molti
sono credenti da poco tempo (1 Giovanni 2:12-14; Tito
2:1-14).
La piccola città di Khorugh con circa 20.000 abitanti e
i paesi e i villaggi della provincia autonoma di GornyjBadakhshan, in Tagikistan, costituiscono uno dei posti
più isolati della terra. Situati fra i monti del Pamir, la
provincia copre il 45 per cento della superficie nazionale,
ma ospita solo il 3 per cento della popolazione, cioè circa
200.000 persone. Cerca Khorugh su Wikipedia.
Gesù ha detto che il Vangelo doveva
essere predicato “fino alle estremità della
terra”. Khorugh si trova certamente in
questa categoria!
Giorno 23
Gli arabi Shuwa in Ciad
23 agosto 2011
Un milione e mezzo di persone che non conoscono il Grande Pastore
C
entinaia di anni fa gli arabi Shuwa emigrarono dal
Sudan in Ciad. La loro lingua somiglia all’arabo del
Corano. L’islam fa parte integrante della loro identità e
gli Shuwa si considerano guardiani della loro fede. Sono
sospettosi verso gli estranei, ma hanno anche paura del
“malocchio”, dell’influenza dei demoni e della magia
nera dei popoli vicini. Quando però si ottiene la loro
fiducia, la loro ospitalità verso gli estranei abbonda.
Gli Shuwa sono seminomadi. La loro vita è dedicata
alla cura dei loro animali: mucche, capre e pecore.
Secondo la zona, durante la stagione secca le famiglie
giovani si spostano cercando cibo e acqua per il
bestiame. Nella stagione delle piogge tornano per
coltivare i campi di miglio e granturco. Generalmente
vivono in piccoli gruppi costituiti soprattutto da parenti.
Quando l’acqua finisce e gli animali non trovano più
cibo sufficiente nei dintorni, o se il villaggio è diventato
troppo grande, un gruppo si stacca e si stabilisce in
una zona nuova non ancora abitata. Altre famiglie si
trasferiscono in città dove diventano commercianti
fiorenti e adottano abitudini urbane.
Recentemente sono state aperte scuole elementari nei
villaggi, ma solo pochi bambini le frequentano. Alcune
ragazze vengono sottoposte ad infibulazione all’età di
6, 7 o 8 anni. Spesso le ragazze vengono sposate ai loro
cugini fra i 12 e 14 anni tramite matrimoni combinati
per poi diventare mamme all’età di 15 anni. Molte
donne hanno 8, 9 o 10 figli, di cui però solo i due terzi
sopravvivono. I ragazzi cominciano a frequentare le
scuole islamiche all’età di sei anni. Queste scuole si
trovano spesso in altre zone tribali, perciò i ragazzi
crescono per conto loro e sentono la mancanza dei loro
parenti. Devono mendicare per avere cibo e raccogliere
soldi per i loro insegnanti; alcuni vengono accusati di
furto e sono picchiati.
Suggerimenti per la preghiera:
Proclamate le verità di Giovanni 10:10-16 in preghiera
su questo popolo di nomadi e pastori. Leggete anche 1
Pietro 2:24-25.
Sembra che gli Shuwa rispettino i cristiani coerenti e
praticanti. A volte si mandano cristiani nella zona, fra cui
insegnanti ed agricoltori esperti. Sfortunatamente molti
di loro rimangono poco tempo, si lasciano indottrinare
dall’islam o vivono dissolutamente. Pregate affinché i
pochi credenti presenti nella zona siano veri testimoni di
Cristo e che vivano in modo degno del Signore (Colossesi
1:9-1).
Fra gli arabi Shuwa non si conoscono cristiani. Alcune
persone hanno chiesto Bibbie e cassette. Il film “Jesus” è
utile per far conoscere il Vangelo fra questo popolo.
29
Giorno 24
Il movimento “Back to Jerusalem”
24 agosto 2011
I credenti cinesi desiderano onorare il loro Messia
L
a storia: Negli anni ‘40 Dio disse a parecchi
credenti cinesi di proclamare il Vangelo, iniziando
dalla provincia cinese occidentale Xinjiang e
attraversando i Paesi musulmani fino a Gerusalemme.
Si autodefinirono “La squadra che predica il Vangelo
ovunque”. I missionari occidentali li chiamarono “La
squadra evangelistica del ritorno a Gerusalemme”.
Alcune radici spirituali del movimento possono essere
rintracciate nella “Famiglia di Gesù” degli anni ‘20
che predicava il Vangelo di villaggio in villaggio. Si
consacrarono “al sacrificio, all’abbandono, alla povertà,
alla sofferenza e alla morte” per la causa del Vangelo. Il
primo obiettivo del movimento “Back to Jerusalem” fu
quello di raggiungere le province Xinjiang, Mongolia
interna, Tibet, Sichuan, Qinghai, Gansu e Ningxia
nella Cina centrale, settentrionale e occidentale.
Inclusero nel loro obiettivo anche i Paesi asiatici oltre la
frontiera: Afghanistan, Iran, Arabia, Iraq, Siria, Turchia
e Palestina. Raggiungendo questi territori volevano
stabilire nuovi gruppi di credenti curando e vivificando
i gruppi esistenti. Decisero di confidarsi completamente
in Dio per i soldi necessari per finanziare tutte le loro
imprese. Negli anni ‘50 il movimento avanzò davvero
nella Cina occidentale. I membri subirono persecuzioni
feroci e la maggioranza di loro fu imprigionata. Simon
Zhao, uno dei loro primi leader, rimase in carcere 40
30
Sopra: “Gesù Cristo” in cinese
anni. Incarcerato come un giovane visionario, Zhao fu
rilasciato in una Cina molto differente da anziano coi
capelli grigi e senza amici. Le notizie sul rilascio di Zhao
si sparsero, ma fu solo dopo sei anni che i responsabili
di chiesa cercarono di contattarlo.
Inizialmente Zhao non condivideva con altri la
visione del movimento “Back to Jerusalem”. Cercava
invece di incoraggiare i responsabili della Chiesa
cinese e continuava a pregare. Solo negli anni ‘90 Zhao
cominciò a condividere la sua visione con un gruppo di
cristiani cinesi per ispirarli a portare avanti la visione
che Dio gli aveva dato oltre 50 anni prima. Si spense nel
2001. Durante quegli anni parecchi credenti si assunsero
il peso di riprendere l’obiettivo del movimento “Back to
Jerusalem”.
Oggi molti cristiani cinesi hanno la visione di
raggiungere la Cina occidentale e le nazioni musulmane
fino a Gerusalemme. Credono che negli ultimi giorni
prima del ritorno di Cristo spetti alla Chiesa cinese di
portare il Vangelo in tutto quel territorio per chiudere
così il cerchio dell’evangelizzazione del mondo
che iniziò appunto a Gerusalemme, quel Vangelo
che originalmente fu portato loro dai missionari
occidentali.
“Centinaia di famiglie cinesi vengono preparate per
stabilirsi nelle zone cinesi non ancora raggiunte”, ha
detto un pastore cinese delle comunità familiari. Hanno
la visione di mandare 20.000 missionari itineranti per
raggiungere le minoranze cinesi non-Han e di piantare
chiese fra di loro. L’evangelizzazione cross-culturale
è ancora recente in Cina, eppure i cristiani pregano
incessantemente per poter adempiere il loro ruolo di
raggiungere le nazioni musulmane, indù e buddiste
con la Buona Notizia del Regno.
Suggerimenti per la preghiera:
Proclamate in preghiera le verità scritte in Isaia
66:18-23. Pregate affinché Dio apra le porte ai numerosi
evangelisti cinesi per proclamare la Sua gloria fra le
nazioni.
Alcuni credenti cinesi si sono già prodigati con
atti coraggiosi nel proclamare la loro fede in un modo
culturalmente appropriato ma i risultati non sono stati
sempre positivi. C’è un grande bisogno di una formazione
evangelistica culturalmente appropriata per coloro che
vogliono portare il Vangelo ad altri popoli. La formazione
è la priorità assoluta. Lo zelo non è sufficiente.
Giorno 25
Istanbul, Turchia
25 agosto 2011
Una metropoli con 12,8 milioni di abitanti prevalentemente musulmani, almeno nominalmente.
I
stanbul desidera essere amata. E amarla è facile,
almeno a volte. I suoi centri commerciali sono fra
i più moderni dell’Europa, ma contrastano fortemente
con le stradine pavimentate di ciottoli che datano dai
tempi bizantini. Adolescenti che praticano il piercing
camminano nelle strade in mezzo a donne pesantemente
velate. La riconciliazione tra religione e modernità fa
parte dell’aspetto multiculturale di Istanbul, la quinta
città al mondo per numero di abitanti, ma l’unica al
mondo situata in due continenti. Nel conglomerato di
Istanbul ci sono circa 3.000 moschee, ma la dedizione
all’islam varia molto fra la popolazione. Circa il 70 per
cento abita nella parte europea di Istanbul e il 30 per
cento in Asia. Si può dire davvero che Istanbul sia una
città di orientamenti contrastanti.
Pregando per Istanbul fate bene a tener presente
alcune cose. Innanzitutto, la cultura è orientale, cioè
basata sui concetti di onore e vergogna anziché su
quelli di colpevolezza e innocenza. Nei rapporti e nella
religione gli abitanti di Istanbul cercano di non perdere
la faccia. Questa è una delle ragioni per cui spesso le
famiglie rigettano chi si dedica a Cristo. L’onore della
famiglia lo esige. È impensabile che un musulmano
abbandoni l’islam. Chi lo fa copre di vergogna se stesso
e i suoi. Gesù ci ha detto di rinunciare a tutto per amore
Suo. Sicuramente “rinunciare a tutto” per amore di
Cristo è la scelta dei giovani che si convertono a Lui a
Istanbul (Marco 10:29-30).
Un altro aspetto per cui pregare è la rottura con
il passato. Benché la società di Istanbul sia in parte
secolare, le pratiche islamiche, l’islam popolare e
l’animismo fanno parte integrante della vita quotidiana
della maggioranza. Le donne portano una margherita
azzurra per sbarazzarsi di “fatture” e per auspicare
la fertilità. In occasione di matrimoni e funerali
si praticano usanze basate su versetti del Corano.
Ogni cosa è lasciata al fato o al destino (chiamato
“kismet”), che produce spesso un miscuglio di paura
e di rabbia in chi deve subire i guai della vita. La paura
e la frustrazione sono le conseguenze logiche delle idee
islamiche sul Dio di Abramo. Secondo il loro pensiero
non si può essere certi di essere perdonati o liberati dalla
vergogna. A causa di questo miscuglio di miscredenze
molti cristiani di Istanbul dicono che è difficile spiegare
alla gente che Gesù volontariamente sacrificò la
Sua vita per salvarci. Gli ex musulmani convertiti a
Cristo testimoniano che hanno dovuto abbandonare
totalmente i loro amuleti e le loro idee fatalistiche per
poter essere completamente liberi di servire il Signore.
Bisogna dunque pregare anche per il rinnovamento di
coloro che trovano Cristo (Efesini 4:22-24).
Suggerimenti per la preghiera:
Pregando per Istanbul dobbiamo cercare di vedere
i suoi abitanti con gli occhi di Dio. Immaginate la
frustrazione di uomini che lavorano duramente, a
volte per sedici ore al giorno, ma il cui salario è eroso
dall’inflazione.
Pregate per i giovani ai quali le promesse e le speranze
di un futuro migliore sembrano vuote.
Pregate per le donne che devono partorire maschi
e che spesso vengono abbandonate se non lo fanno.
Preghiamo con fede che le nostre preghiere saranno
esaudite (Efesini 3:18; Giovanni 14:13; 2 Pietro 3:9).
Per ulteriori informazioni su Istanbul consultate:
http://www.meetistanbul.com
31
Giorno 26
La Notte di Potenza
26 agosto 2011
S
tasera milioni di persone pregheranno nelle moschee
in tutto il mondo islamico per chiedere l’aiuto
di Dio. La cosiddetta “Notte di Potenza” è una notte
speciale. I musulmani credono che Maometto ricevesse
il Corano durante l’ultima parte del ramadan. La Notte
di Potenza commemora quest’evento. Durante questa
notte i musulmani svolgono varie attività religiose,
ma molti fanno anche richieste specifiche a Dio. Per
farlo alcuni si alzano prima dell’aurora, altri passano
gran parte della notte in preghiera. Sono incoraggiati a
chiedere ad Allah con sincerità e convinzione qualsiasi
cosa di cui hanno bisogno e che è permessa dall’islam.
Indubbiamente alcuni chiederanno l’aiuto di Dio
per questioni di lavoro, per il matrimonio, per avere
un figlio e altre cose. Ai musulmani in tutto il mondo
però occorre aiuto per trattare i loro familiari disabili.
Molti giovani e vecchi con handicap più gravi vengono
rigettati, nascosti, abbandonati e sfruttati. Portano il
grave stigma sociale di essere “maledetti da Dio”. Spesso
le famiglie li nascondono, legano i disabili mentali in
stanze scure o li mandano in istituti statali. Molti di
questi istituti sono sovraffollati e non in grado di curare
adeguatamente i bisognosi. Uno di questi istituti ha
una lista di attesa di 3.000 pazienti. I parenti che non
vogliono o che non sono in grado di curare i propri
figli disabili credono che il governo li curerà meglio. Il
32
La preghiera del venerdì
risultato è una morte lenta e dolorosa o una detenzione
massiccia in condizioni carcerarie. Possiamo pregare
affinché ci sia una vera Notte di Potenza nella
vita di molti che soffrono dolori, difficoltà e il
rigetto a causa di handicap e malattie.
Testimonianza: Murat in Turchia era un figlio
abbandonato per questo motivo. Da bambino
fu abbandonato da suo padre sulla soglia di un
orfanotrofio, perché soffriva di una gravissima paralisi
cerebrale. Lo incontrai quindici anni dopo: viveva su
un lettino di metallo, che era troppo piccolo, in un
reparto per bambini con handicap mentali e fisici.
Scoprendo che era in grado di parlare e che non era
menomato mentalmente, gli dissi che Dio lo amava.
Rimasi shockato dalla sua risposta chiara: “No, non
mi ama. Il fatto che sono disabile dimostra che Dio
ASSOLUTAMENTE non mi ama”. Quel giorno Murat
mi permise di pregare per lui. Quando una settimana
dopo andai a visitarlo nel suo lettino di metallo, trovai
un giovane cambiato. Il Signore Gesù gli era apparso
dicendogli di amarlo. Murat aveva un sorriso da un
orecchio all’altro. “Ora so che Dio mi ama!” disse
ridendo di gioia, mentre io piangevo di una gratitudine
profonda per quest’evidenza della potenza di Dio.
Questo “segno” era seguito alla proclamazione del
Regno di Dio.
Suggerimenti per la preghiera:
Stasera possiamo certamente pregare per la gente in
molte nazioni. Il Signore vi guidi. Molti cercheranno Dio
per tutta la notte.
Qui c’è un soggetto specifico: circa un sesto dei 73 milioni
di turchi lotta con qualche forma di malattia o handicap.
Vedete Matteo 15:30; Marco 1:34 e 3:10.
Pregate per i meravigliosi credenti turchi che portano
il Vangelo a persone con bisogni speciali. Pregate affinché
siano fortificati e guidati dallo Spirito verso anime ben
preparate.
Pregate per un cambiamento della società verso i
portatori di handicap mentali e fisici. Pregate affinché
sempre meno vengano emarginati e trattati come paria.
Pregate affinché in Turchia si invochi una nuova
politica governativa, che permetta ai volontari di lavorare
regolarmente negli istituti statali per i disabili.
Pregate per una quantità maggiore di audiovisivi per
comunicare la Buona Novella ai portatori di handicap.
Giorno 27
I tempi stanno cambiando in Asia centrale
27 agosto 2011
I
l termine “Asia centrale” si riferisce generalmente
ai cinque Stati ex sovietici Kazakistan, Kirghizistan,
Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan. A volte però
la regione chiamata Asia centrale può anche riferirsi
a Paesi come l’Azerbaigian, l’Afghanistan, l’Iran e
la regione autonoma di Xinjiang nella Cina nordoccidentale. L’antica Via della Seta, la famosa strada
commerciale percorsa da Marco Polo e da moltitudini
di altri, attraversa la regione dallo Xian in Cina fino a
Istanbul in Turchia. Benché ormai il territorio sia diviso
da frontiere nazionali, la maggioranza delle etnie è
turca e ha lingue e culture affini. Per esempio, gli Uygur
(nella Cina nord-occidentale), i kazaki, gli usbechi, i
kirghizi, i turcmeni, gli azeri e i turchi parlano tutti
lingue affini al turco. La lingua tagika invece è persiana
e simile alle lingue parlate in Iran e in Afghanistan.
Dopo il crollo della cortina di ferro si aprì una
opportunità stupenda al Vangelo in Asia centrale.
Nel 1990 c’erano meno di 2.000 cristiani fra i popoli
prevalentemente musulmani nella regione. Oggi si
valuta che ne siano più di 80.000! Tante comunità sono
state stabilite e molti pastori e leader sono stati formati.
Ora queste chiese stanno inviando i loro membri in
altri Paesi, come la Cina, la Turchia, la Mongolia,
l’Afghanistan e l’Iran. La storia stupenda delle cose
successe nei 15 anni dopo il 1990 è fra le più belle dei
nostri tempi.
Tuttavia la libertà per il Vangelo nell’Asia centrale è
stata di breve durata. Il Turkmenistan è stato il primo
Paese ad espellere i missionari stranieri negli ultimi
anni ‘90, seguito dall’Uzbekistan. La regolarizzazione
delle chiese è diventata difficile, se non impossibile
da ottenere. Altre restrizioni sono diventate legge in
Tagikistan e Kirghizistan. Persino il Kazakistan, che era
noto come il più aperto di tutti i Paesi centro-asiatici, sta
progettando una legge che impone restrizioni sempre
maggiori ai cristiani. Ora i seguaci di Gesù in molte
zone rischiano arresti, interrogatori e multe quando si
riuniscono. Vari pastori sono stati falsamente accusati e
condannati da alcune settimane fino a parecchi anni
di carcere.
La storia dimostra che le persecuzioni e le restrizioni
subite dai credenti non possono fermare l’avanzamento
del Vangelo. A volte le restrizioni, le prigionie e persino il
martirio in realtà hanno nutrito il fuoco del risveglio.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate per i credenti in Asia centrale in accordo con
Atti 4:29-30 dov’è scritto: “Adesso, Signore, considera le
loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunciare la tua
Parola in tutta franchezza, stendendo la tua mano per
guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il
nome del tuo santo servitore Gesù”.
33
Giorno 28
I turchi a Berlino
28 agosto 2011
differenzE culturalI
A
volte Berlino è chiamata la maggiore città
turca fuori della Turchia. Molti turchi a Berlino
mantengono la loro nazionalità turca, mentre altri
sono diventati cittadini tedeschi. Dal 2007 si sono
aggiunti altre migliaia di bulgari di lingua turca.
Per gli immigrati dalla Turchia, dalla Bulgaria e da
altrove la vita a Berlino comporta un cambiamento
e un shock culturale enormi. Per molti è la prima
volta che vivono in una metropoli dove la vita è così
diversa da quella nei loro villaggi d’origine. Spesso
i loro sogni di successo economico e di sicurezza
rimangono irraggiungibili. A causa della crisi
economica mondiale il tasso di disoccupazione fra
i turchi a Berlino si aggira tuttora intorno al 40 per
cento.
Da decenni gli immigrati turchi a Berlino si
sono stabiliti nella città. È nata un’intera comunità
turca musulmana, persino i turchi che conoscono
minimamente il tedesco riescono a sopravvivere.
In alcuni quartieri i musulmani dominano nelle
strade e aumentano il loro controllo sugli individui.
Per esempio, quando un turco entra in una libreria
cristiana e compra qualcosa, sarà probabilmente
fermato dopo pochi metri e interrogato da un
musulmano che l’ha visto.
I turchi sono vissuti in numero notevole per oltre 40
34
anni a Berlino, ma molte chiese li hanno trascurati.
Ci sono state però delle eccezioni. Alcuni hanno
pregato per l’opportunità di raggiungere la società
turca con il Vangelo. Una grossa quantità di libri e
trattati è stata distribuita tramite contatti e amicizie
personali. Durante gli anni, circa 50 turchi a Berlino
hanno conosciuto Cristo. Alcuni di questi credenti si
riuniscono in comunità familiari o si riuniscono in
chiese di lingua turca. Recentemente si è formato un
nuovo gruppo fra i cristiani turchi provenienti dalla
Bulgaria.
Suggerimenti per la preghiera:
Pregate per rapporti più stretti fra i cristiani a Berlino
e i turchi, affinché questi ultimi conoscano l’amore di Dio
e sentano le chiare testimonianze dei turchi che hanno
conosciuto Gesù.
Pregate affinché i credenti che hanno realmente
contatto con i turchi abbiano amore, autorità e una
testimonianze efficace. Occorrono specialmente
credenti motivati per evangelizzare la seconda e la terza
generazione degli immigrati turchi.
In Occidente, i giovani sono liberi di agire
spontaneamente quanto vogliono, a condizione
che osservino i criteri di giusto e sbagliato. Possono
essere rumorosi, impetuosi e felici a meno che non
rompano le cose o abusino degli altri. La regola
occidentale è: “Finché non ferisce qualcun altro
o danneggi le sue proprietà, sei generalmente
tollerato”.
I giovani nell’ambiente musulmano sono diversi.
Ovunque vadano ripresentano la loro famiglia e la
loro tribù. Non sono liberi di agire come vogliono.
Devono sempre comportasi decentemente in
modo che l’onore della loro famiglia e tribù sia
salvaguardato. Danneggiare la roba altrui è
sbagliato perché facendo così si copre di vergogna
la propria famiglia, non perché la vittima ne ha
subito un danno. Se nessuno sa chi l’ha fatto non
c’è vergogna o senso di colpa. Si sentono colpevoli
per aver coperto di vergogna la propria famiglia,
non per aver danneggiato altri.
Dal libro “The Messenger, the Message and the
Society” di Roland Müller, 2010, 148 pagine.
Giorno 29
I Qizilbash dell’Afghanistan
29 agosto 2011
Chi sono gli sciiti?
I primi tre califfi (successori) di Maometto
furono scelti dalla maggioranza dei
musulmani. Il quarto fu Alì, il cugino e
genero di Maometto che molti anni prima
era stato sposato con la figlia Fatima di
Maometto. Alì fu capace di mantenere
la sua posizione per breve tempo prima
di essere assassinato nel 661 d.C. Gli
sciiti credono che le guide legittime della
comunità musulmana mondiale fossero
Alì e i suoi undici discendenti tramite suo
figlio Hussein, nipote di Maometto, che
morì come martire in Iraq nel 680 d.C. La
maggioranza degli sciiti crede che la linea
Compassione
“Gesù... ne ebbe compassione, perché erano
come pecore che non hanno pastore...”
(Marco 6:34). Gli afgani hanno subito una
serie di guerre terribili.
di successione tramite Hussein continuò
fino al suo discendente Mohammed al
Mahadi, il dodicesimo “imam giustamente
guidato” che misteriosamente sparì nel
874 d.C. all’età di cinque anni. Si suppone
che poté ancora essere contattato da
certe persone fino al 941 d.C. Dopo di
questo, la speranza degli sciiti nella guida
della comunità musulmana si trasferì
totalmente nel mondo invisibile da dove
una guida spirituale nascosta – chiamato
l’imam nascosto o il mahadi – un giorno
ritornerà.
Lingua: Dari Popolazione: 316.000
ella lingua turca Qizilbash vuol dire “teste rosse”. È il nome di una vasta
varietà di gruppi militanti sciiti che aiutarono a fondare la dinastia
safavida dell’Iran (1501 – 1722). Il loro nome deriva da un copricapo speciale
con dodici punte che indica la loro aderenza al ramo sciita principale, cioè
quello dei “dodici”. I Qizilbash in Afghanistan sono discendenti delle truppe
lasciate sul posto da Nadir Shah durante la sua campagna in India nel 1738.
In passato occupavano posti importanti nel governo e oggi si impegnano nel
commercio o nell’artigianato. Come musulmani sciiti di lingua persiana
costituiscono un elemento importante e politicamente influente nella società
afgana. È difficile rintracciare il loro numero esatto perché hanno assunto
una duplice identità religiosa (chiamata taqiyya) a causa della persecuzione
da parte dei musulmani sunniti. Fra i Qizilbash non si conoscono credenti in
Cristo.
N
Suggerimenti per la preghiera:
Adorate il Signore con cantici. Proclamate la sovranità di Gesù fino alle
estremità della terra usando il Salmo 72:5-8 e 12-14. Pensate alla povertà e alla
violenza in Afghanistan.
Pregate perché si aprano delle porte nella vita dei Qizilbash, affinché i
credenti possano trovare l’opportunità di parlare loro di Gesù.
Pregate affinché gli evangelisti fra i credenti afgani predichino il Vangelo ai
Qizilbash.
C’è pochissimo materiale evangelistico nella loro lingua. Pregate affinché Dio
susciti linguisti per tradurre le Scritture, libri e cassette audio in lingua Dari.
(Informazioni provenienti da Frontiers)
35
Giorno 30
Il movimento Tablighi Jamaat
30 agosto 2011
Il più grande gruppo missionario islamico
N
egli ultimi anni fra i tre e i cinque milioni di
musulmani viaggiano a Tongi, poco a nord di
Dhaka, dove il governo del Bangladesh ha riservato 0,65
km² di terreno per un evento annuale. I partecipanti
arrivano da oltre 80 Paesi per assistere a tre giornate
di “Ijtema” (raduno). Dopo il hajj alla Mecca, questo
raduno chiamato “Bishwa Ijtema” (raduno globale) è il
maggiore incontro islamico al mondo. È sponsorizzato
dal movimento Tablighi Jamaat, la società per la
diffusione della fede.
L’incontro ha come fulcro la preghiera e la
meditazione. Il Tablighi Jamaat (spesso abbreviato
a TJ) stabilisce che le discussioni politiche non sono
permesse durante l’incontro. Il TJ è il maggiore gruppo
missionario islamico al mondo. Lavora in Africa, in
Nord America, in Europa, in Asia e altrove. Non ci sono
cifre esatte del numero di seguaci di TJ, ma secondo
le stime ci sono circa 70 o 80 milioni di persone che
lo rendono ufficialmente il movimento più grande
all’interno dell’islam.
Il TJ focalizza l’attenzione sulla “correzione” della
pratica e della dottrina musulmana. Parte di questo
consiste nella separazione dai non musulmani. Naeem,
un loro portavoce in Canada, afferma: “Diciamo ai
nostri fratelli e sorelle che vivono in società secolari,
36
che il mischiarsi con i non musulmani rende la loro
fede debole. Diciamo loro di separarsi, di costruire
le loro scuole e di trascorrere il loro tempo con altri
musulmani. Questo è l’unico modo per combattere le
forze della secolarizzazione”.
Il TJ ha avuto un successo enorme, in parte perché
uno dei loro sei “passi” esige che i seguaci si appartino
a gruppi per alcuni giorni o a volte anche per qualche
settimana per stare insieme e per rinfrescare la propria
fede. Si impegnano anche a parlare con altri musulmani
per incrementare la pratica religiosa. Alcuni gruppi
islamici li bollano come una setta esclusiva “il cui
insegnamento esclude tutti gli altri musulmani che
non seguono la loro definizione particolare del modo
in cui l’islam va condiviso”.
Il seguaci del TJ si autodefiniscono pacifisti
che preferiscono stare lontano da internet e dalle
videocamere. Il loro messaggio però ha avuto molto
successo in Paesi come il Bangladesh, dove i disastri
naturali e i conflitti hanno costretto decine di migliaia
di persone a rifugiarsi in campi profughi. “I seguaci
del TJ sono gli unici ad aiutare la gente”, dice Anwar.
“Il governo non ha fatto niente, ma i gruppi religiosi
sono stati lì sin dall’inizio. Così conquistano la simpatia
della popolazione locale”.
Le foto della “Bishwa Ijtema” sono state fornite
dal blog dhakadailyphoto.blogspot.com
(È un sito eccellente ed edificante per vedere e
capire la vita in Bangladesh)
Suggerimenti per la preghiera:
Mentre i seguaci del TJ si muovono nel mondo, pregate
affinché incontrino cristiani che dimostrino loro la vita e
l’amore di Cristo (Colossesi 4:3; Salmo 9:20).
Pregate per il Bangladesh, i cui abitanti (per l’85%
musulmani) soffrono più di tanti altri al mondo. La
grave sovrappopolazione, la povertà dilagante e i
disastri naturali fra alluvioni, cicloni e carestie hanno
colpito fortemente il paese. Dio sta aprendo i cuori dei
musulmani al Vangelo (Atti 16:13-14).
Pregate affinché si stabiliscano comunità vigorose
mentre Dio sta operando nella nazione. Occorre un
discepolato centrato sulla croce per coloro che si
interessano a Cristo.
L’islam, la sharia e
la globalizzazione
F
ra i cristiani oggi c’è molta confusione intorno
all’islam. Da un lato, le testimonianze sulle
persecuzioni, le violenze e le discriminazioni perpetrate
contro i cristiani continuano a trapelare da Paesi come
il Pakistan, l’Arabia Saudita, l’Iran e altri. La tendenza
in vari Paesi europei di vietare il niqab (il velo che copre
completamente la faccia) fonde le versioni estreme
della sharia (la legislazione islamica) con l’islam e i
musulmani in genere. D’altro canto, lo slogan “l’islam
è una religione di pace” appare nei mass media
secolari a fianco di notizie su nuovi atti terroristici di
organizzazioni come Al Qaeda. Qual è la verità?
La verità è che la storia dell’islam rivela una
complessità maggiore di quanto gli stessi musulmani
se ne rendano conto. La legge islamica, che apparve
gradualmente nel primo secolo dopo la morte di
Maometto, fu sviluppata gradualmente da almeno
La maggioranza dei musulmani
ha assorbito gli ideali dei diritti
umani e della democrazia, ma allo
stesso tempo è anche diventata più
religiosa e conservatrice.
sei scuole discordanti. Questa legge islamica era
“giurisprudenza applicata” (fiqh), mentre il termine
“sharia” si applicava generalmente al piano ideale di
Dio per una pia società umana come presentata dal
Corano e dall’esempio (sunna) del Profeta. Un bel po’
di testi però trattano ciò che oggi chiameremmo “legge
costituzionale”. Praticamente, dai primi califfati e i
numerosi piccoli regni che nacquero nelle frange degli
imperi fino all’ultimo grande impero degli Ottomani,
la storia delle società musulmane è caratterizzata da
una continua contesa fra gli specialisti legali (ulama) e
i regnanti politici. Generalmente erano in disaccordo.
Oggi i Paesi musulmani sono tutti Stati moderni
che hanno firmato le convenzioni dell’ONU come
“legge internazionale”. La maggioranza di questi Stati
sono autoritari, ma secondo un’importante inchiesta
fatta fra il 2001 e il 2007 dal Gallup Poll in 35 Paesi
musulmani, una grande maggioranza di musulmani
considera l’islam, la democrazia, l’uguaglianza dei
sessi e la libertà di espressione le chiavi per arrivare
a una società pacifica e prospera. Soltanto non sono
d’accordo con il modo in cui questi valori vengono
applicati in Occidente; preferiscono invece applicarli
secondo le loro tradizioni.
La globalizzazione – il flusso inaudito di beni e
capitali, l’immigrazione e l’informatica – ha avuto un
impatto profondo non solo sulle società musulmane,
ma anche su quelle occidentali. Gli studi sociologici
notano i fenomeni dilaganti di un risveglio religioso
e di una globalizzazione che ha “deterritorizzato” la
religione tradizionale. Per i musulmani in particolare,
attraverso internet e la migrazione aumentata, questi
fenomeni hanno segnato una rielaborazione dell’islam
tradizionale in diverse direzioni. È chiaro che la
La globalizzazione ha avuto un
impatto profondo sulle società
musulmane.
maggioranza dei musulmani ha assorbito gli ideali
dei diritti umani e della democrazia, ma allo stesso
tempo è anche diventata più religiosa e conservatrice,
specialmente nell’area della modestia femminile.
Per alcuni però la perdita delle vecchie caratteristiche
culturali ha suscitato una nuova religiosità focalizzata
soprattutto su ciò che è “islamico” e ciò che non lo è.
Così c’è una minoranza piccola ma rumorosa (i salafiti)
continua...
37
Aiutare i musulmani a trovare il...
che persino in Occidente lottano per “l’applicazione
completa della sharia”. Per loro la “sharia” significa il
consenso medioevale delle scuole legali sullo stato della
famiglia, il hudud (le cinque pene, come l’amputazione
della mano dei ladri e la morte per gli apostati) e altre
aggiunte dipendenti dalla fazione. Una di queste fazioni
è quella dei “jihadisti”.
Per essere corretti però, sarebbe sbagliato bollare tutti
i musulmani come “estremisti”, perché la maggioranza
cerca come il resto dell’umanità civile di lavorare per
una maggiore pace e comprensione fra i popoli del
nostro mondo. Come cristiani dobbiamo semplicemente
cercare di fare amicizia con i nostri vicini musulmani,
ascoltarli, imparare da loro e dimostrare l’amore del
nostro Salvatore con le parole e con gli atti.
38
È possibile aiutare i musulmani a trovare Cristo.
Chi parla del Signore ai musulmani, deve tenere
conto del contesto della cultura e della religione
musulmane. In questo senso le nostre discussioni
con i musulmani saranno diverse da quelle con
altre persone. Il messaggio è lo stesso, ma i modi
per comunicarlo sono differenti.
Principi generali
Cristo
vivente
1. La preghiera: Non sottolineiamo mai abbastanza la nostra dipendenza totale dall’intervento dello
Spirito Santo.
2. Abbiate uno scopo specifico: Dio vuole che facciamo conoscere Cristo ai musulmani tramite il
Vangelo. Il nostro obiettivo deve essere quello di rendere il messaggio comprensibile e accessibile ai nostri
amici musulmani. Anche se non lo accettano, dobbiamo mantenere con loro un rapporto che onori Dio.
3. Siate aperti a un rapporto personale e umano: Dobbiamo amare sinceramente i musulmani e
manifestare il nostro amore con gentilezza e rispetto nei nostri rapporti con loro. Come per ogni amicizia
vera, dobbiamo prendere tempo per capire, apprezzare e aiutare i nostri amici musulmani. Dobbiamo
essere disposti a imparare da loro e a sviluppare uno scambio reale in un’amicizia sincera e gioiosa.
4. Abbiate pazienza: Benché possiamo parlare liberamente della nostra fede sin dall’inizio del nostro
rapporto con i musulmani, dobbiamo tener presente che la maggioranza di loro dovrà ascoltarci molte
volte prima di cominciare a considerare la possibilità di credere in Cristo. Non siate scoraggiati dalle loro
obiezioni. Ricordate che è la bontà di Dio che ci spinge al ravvedimento (Romani 2:4).
5. Spiegate il Vangelo in una maniera molto semplice: Usate parole e termini che siano
comprensibili per i musulmani. Spiegate come voi concepite il significato di termini come peccato,
preghiera, Dio, Messia (Cristo) e fede. Per i musulmani questi termini hanno spesso un significato diverso.
Rispetto
Gentilezza
Mansuetudine
A destra: Donne musulmane al
Golden Gate Bridge vicino a San
Francisco, California
Questi attributi
sono essenziali se
vogliamo raggiungere
i musulmani con il
messaggio di Cristo.
6. Date al vostro amico un Nuovo
Testamento o una Bibbia: Incoraggiatelo
soprattutto a leggere regolarmente i Vangeli.
7. Ponete enfasi sulla santità perfetta
di Dio: Dio vuole la giustizia. Gli esseri
umani sono generalmente ingiusti e schiavi
di abitudini peccaminose. Né l’istruzione, né
l’insegnamento morale possono cambiare
questa situazione. L’uomo ha bisogno di una
nuova nascita.
8. Parlate dell’intervento di Dio nella
vostra vita: Parlate della Sua fedeltà, del Suo
amore e della Sua giustizia. I musulmani non
conoscono un Dio che dà e mantiene promesse.
La tua testimonianza di una fede reale, attiva e
timorata di Dio è molto importante.
9. Rispondete con gentilezza alle
obiezioni: Non fatevi trascinare in discussioni
appassionate. Siamo stati chiamati a fare amici
di Gesù e non a vincere le discussioni.
10. Non siate ingenui quando gli amici
musulmani asseriscono di credere in Gesù
Cristo e nella Bibbia: In un certo senso lo
fanno davvero, ma la loro fede è molto diversa
da ciò che la Bibbia ci insegna. Non ritengono
possibile avere un rapporto reale con Dio
come crediamo noi. Gesù ha detto che la vita
eterna è conoscere Dio (Giovanni 17:3). Non è
soltanto sapere certe cose su Dio, ma conoscerLo
personalmente. I musulmani non credono che il
Messia sia morto e risuscitato.
11. I musulmani isolati che cercano Cristo avranno bisogno
di amici e di una comunità di credenti: A volte i musulmani
saranno più interessati a vedere le nostre comunità anziché a
sentire le nostre parole più belle sul Salvatore. Quando vedono le
nostre comunità, Dio ci aiuti ad essere deboli ed inermi eppure
forti in Lui. Tutti noi abbiamo bisogno di altri. Amare gli altri
è giusto (1 Giovanni 3:14-15). I musulmani che cominciano a
credere in Cristo hanno bisogno della compagnia dei credenti.
12. Nell’islam c’è molto inganno. Solo Dio, che è sincero, può
ancorarci nella realtà: A volte tutti noi siamo ingannati o lo
siamo stati. Abbiamo bisogno di chiarezza e liberazione. Solo Dio
può dare a noi ed ai musulmani occhi per vedere e orecchie per
sentire.
La premura e l’ospitalità genuina potrebbero aiutare
un musulmano a trovare Cristo, più che una
moltitudine di prove logiche e argomentazioni.
Aiutare i musulmani a trovare Cristo…
Approcci corretti
1. Non attaccate Maometto, ma non accettatelo
nemmeno come profeta. Siamo chiamati ad aiutare le
persone a trovare Gesù e non a criticare gli altri.
2. Non criticate il Corano: lasciatelo fare da altri
che abbiano il giusto atteggiamento e una solida
conoscenza.
3. Evitate soggetti politicamente sensibili come
la questione palestinese. Non esaltate Israele.
4. Continuare a chiamare Gesù “il Figlio di Dio”
può causare problemi iniziali: molti musulmani
pensano che questo implichi che Dio Padre ebbe
rapporti sessuali con Maria che in seguito partorì un
figlio. Naturalmente questo non è ciò che i discepoli di
Gesù insegnano realmente.
5. Non discutete sulla carne di maiale e sul vino:
noi cristiani abbiamo il compito di proclamare Gesù
e non di stabilire leggi dietetiche. Va bene invece
sottolineare che ubriacarsi è sbagliato. Non date alcol
a musulmani.
Consigli specifici
1. Cominciate a parlare di ciò su cui siete
d’accordo: nei vostri primi contatti con i musulmani,
e anche dopo, è utile essere al massimo d’accordo con
i musulmani sui nostri credo comuni. Credono che
c’è un solo Dio, il Dio di Abramo. La parola araba per
Dio è “Allah”. Anche i cristiani arabi usano questa
parola per indicare Dio. I musulmani credono che Dio
ha creato il mondo, che è onnisciente e onnipotente. I
musulmani non credono nella Trinità. Credono negli
angeli e nei profeti come Abramo, Mosè, Davide, Noè
e Gesù. Credono nel giudizio finale. In senso generale
possiamo essere d’accordo su questi punti, senza
dimenticare le differenze. Se affermiamo i nostri credo
comuni li mettiamo in grado di ascoltarci con più
attenzione e apertura.
2. Usate storie: raccontate le vicende della vita di
Gesù e degli altri uomini e donne menzionati nella
Bibbia. La maggioranza dei musulmani non ha mai
avuto l’opportunità di leggere la Bibbia; anzi, molti
fra loro non hanno nemmeno letto interamente il loro
libro, il Corano. Imparate a usare parabole, storie ed
esempi presi dalla Bibbia e dalla vita quotidiana per
condividere il messaggio. In questo modo i vostri amici
musulmani ricorderanno meglio ciò che avete detto.
3. Usate i mezzi audiovisivi: tenete a casa un
assortimento di Vangeli, di film “Jesus”, di cassette, di
CD e DVD che sono disponibili nelle varie lingue.
4. Cercateli: non abbiate paura di visitarli nelle
loro case e di invitarli a casa vostra. Può essere saggio
invitarli inizialmente a mangiare qualche dolce per
evitare i problemi connessi con la carne.
5. La possibilità di convincere i musulmani con
le vostre argomentazioni è limitata: la logica
occidentale non ha lo stesso peso per i musulmani.
Amate i vostri amici musulmani ed evitate di scendere
in discussioni che li spingano a difendere l’islam.
6. Il Corano: potete leggerlo, ma non è necessario
usarlo come base unica per la testimonianza. I
musulmani hanno bisogno di incontrare il Gesù
rivelato nella Bibbia. Quando leggete il Corano o
visitate una moschea è consigliabile invocare la
protezione e la comprensione di Dio (Efesini 6:10-18).
7. Gli uomini testimoniano a uomini e le donne a
donne: la testimonianza e la corrispondenza oltre le
linee del sesso è sconsigliabile. Le credenti dovrebbero
evitare di conversare con musulmani maschi.
8. Preparateli alla loro prima visita a una chiesa
o comunità cristiana: spiegate in breve agli amici
musulmani ciò che accadrà e ciò che dovrebbero e non
dovrebbero fare.
9. L’opposizione al cristianesimo: quando parliamo
con i musulmani, essi diranno probabilmente che la
nostra fede in Cristo è inaccettabile per loro. I cristiani
devono conoscere queste obiezioni ed essere preparati a
confrontarli correttamente. Per questo scopo esistono siti
web che possono aiutare.
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Pubblicazione italiana a cura di:
META Onlus
C.P. 11210
20110 Milano
www.metaitalia.org
PORTE APERTE ITALIA
C.P. 45
37063 Isola della Scala VR
www.porteaperteitalia.org
“30 Giorni” mantiene un atteggiamento positivo
verso i musulmani. Il nostro intento di preghiera non è
finalizzato a denigrare o a criticare le loro pratiche o la
loro fede. L’islam non è semplicemente una religione o
una filosofia. L’islam ha a che fare con le persone. Gesù
disse: ”Ama il tuo prossimo come te stesso”. Questo
libretto di preghiera non è da considerarsi come
materiale evangelistico. È prodotto per informare i
credenti e per incoraggiarli alla preghiera.
30 Days
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BP 80049 St. Paul-Trois-Châteaux
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Siti web utili:
Siti cristiani in italiano:
www.debate.org.uk/gesu-corano
www.tuttoversoimusulmani.net
Siti cristiani in inglese:
www.answering-islam.org
www.morethandreams.tv
Siti evangelistici per musulmani:
www.isaalmasih.net
www.kalimatullah.com
www.maarifa.org
www.fatherzakaria.net
www.injil.org
Altri siti utili in inglese:
www.iraqprayer.org (Preghiera per l’Iraq)
www.cryoutnow.org (Preghiera per il Medio Oriente)
www.pray-ap.info (Preghiera per il Medio Oriente)
www.memritv.org (Notizie dal Medio Oriente)
www.barnabasfund.org (La chiesa perseguitata nel mondo musulmano)
“30 Giorni” non approva né condivide necessariamente tutti gli argomenti, idee
e opinioni riportate nei siti web citati in questo libretto. Questi siti contengono
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