La scrittura autobiografica e la lettura espressiva Istituti penitenziari maschile e femminile di Bari, Altamura e Turi in collaborazione con ASL Bari Periodo: (aprile – 2017 – aprile 2018) Gli studi sui benefici della scrittura autobiografica, condotti dallo psicologo americano James Pennebaker presso l’Università del Texas, risalgono ai primi anni Ottanta, ma in Italia già da molti anni la stesura di testi autobiografici centrati su esperienze emotivamente significative viene proposta e utilizzata come metodo di autoconoscenza, autoterapia, educazione degli adulti e promozione dell’apprendimento. Si parla oggi di “paradigma della scrittura espressiva”, riferendosi al fatto che scrivere (o parlare) dei sentimenti e pensieri più profondi riguardanti un evento traumatico (scrittura espressiva) influisce positivamente sul modo in cui le persone pensano al trauma, alle loro emozioni e a se stesse. Le metanalisi condotte su un cospicuo numero di studi che avevano come oggetto il paradigma della scrittura espressiva hanno confermato che la pratica autobiografica attraverso l’expressive writing produce effetti benefici sulla salute delle persone. Secondo gli sperimentatori la scrittura espressiva produce effetti benefici riscontrabili mediante parametri quali il numero delle consultazioni mediche richieste dai partecipanti – influendo positivamente sulle funzioni immunitarie - e sui self-report relativi all’umore e ai sintomi fisici: ad es. la scrittura è associata ad una riduzione del livello del dolore e del consumo di farmaci. I benefici si riscontrano in un ventaglio di popolazioni diverse: studenti, vittime di crimini e/o di violenza, uomini licenziati da poco, donne che hanno partorito di recente. Va sottolineato che effetti positivi sulla salute e sul comportamento sono stati riscontrati anche nei soggetti detenuti. I dati provenienti da studi e metanalisi condotti sul tema autorizzano a nutrire favorevoli aspettative riguardo alle potenzialità della scrittura/narrazione espressiva autobiografica nel migliorare le condizioni psico-fisiche dei detenuti ed anche le loro capacità di resilienza e di adattamento. Il progetto, pertanto, ha l’obiettivo di documentare gli effetti della scrittura autobiografica e più in generale di differenti modalità narrative, così come della lettura, su gruppi di persone recluse in alcuni penitenziari della provincia di Bari. In particolare si svolgeranno programmi attuativi rivolti a 108 detenuti e detenute, della Casa Circondariale di Bari, della sezione di Altamura e della Casa di Reclusione di Turi. I detenuti potranno aderire spontaneamente rilasciando preventivamente un consenso per sottoporsi a prelievi ematici o eventuali visite mediche utili alla documentazione dei risultati del progetto. In ogni Istituto i soggetti esaminati saranno divisi in diversi gruppi a cui, attraverso l’aiuto di psicologi e dottori specialisti, verrà chiesto di descrivere i propri traumi esprimendo le loro emozioni per il mezzo della scrittura. Successivamente sarà avviato un percorso di lettura espressiva volto alla valorizzazione dei risultati raggiunti con la pratica della scrittura. Al fine di definire un punto zero per i vari partecipanti, si partirà da una raccolta dati, alla luce di determinate variabili da valutare: Numero visite mediche richieste ed effettuate Consumo farmaci per quantità e principio attivo Rapporti disciplinari Sorveglianze per eventuali comportamenti antisociali, autolesionistici o anticonservativi. La prima fase di studio si svilupperà in tre passaggi: a) somministrazione di un questionario “Quality of life” e l’esecuzione di un prelievo per definire, anche per i valori ematochimici. un punto zero. b) Formazione dei tre gruppi, due di scrittura ed uno di lettura. La durata del momento personale di ciascun soggetto per la scrittura sarà di circa 45 minuti e di circa 120 minuti per la lettura. Questo step sarà ripetuto per tre volte con un intervallo di una settimana. c) Al termine del periodo di scrittura e lettura, dopo una settimana, verrà effettuato un nuovo prelievo per valutare i primi risultati raggiunti e la somministrazione di un nuovo questionario “Quality of life”. La seconda fase, rivolta solo ad un numero campione di soggetti selezionati dai gruppi della prima fase, si ripeterà a distanza di circa tre mesi e si concluderà con l’analisi dei dati raccolti; dopo circa altri quattro mesi sarà somministrato un ultimo questionario ed effettuato l’ultimo prelievo di controllo. I risultati previsti al termine del progetto comprendono l’analisi del tono dell’umore, la qualità della vita in carcere, sintomi fisici oggettivi e soggettivi, richiesta di visite mediche, richiesta di farmaci in particolare di psicofarmaci ed antidolorifici, indicatori immunofisiologici come i livelli degli enzimi epatici e degli anticorpi per l’epatite B, i livelli di CD-4, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Gli operatori della ASL Bari coinvolti nel progetto di scrittura espressiva e analisi dei dati sono medici, psichiatri e psicologi già operanti all’interno dell’ambito carcerario: Dott. E. Altomare, Dott. N. Buonvino, Dott.ssa A. Moretti, Dott.ssa P. Restuccia, Dott.ssa R. Sollazzo, Dott.ssa S. Zaka. Gli operatori coinvolti nella conduzione della parte del progetto riguardante la lettura espressiva sono i componenti dei gruppi lettura dei Presìdi di Bari, Turi e Altamura.