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dell’Impero rom pero napoleonico (1814-15)
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fino al crollo de
SIMONE
EDIZIONI
Estratto della pubblicazione
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l’editore è a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle
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Prima edizione: gennaio 2006
PK6/2 Storia Medievale e Moderna
ISBN 88-244-7952-9
Ristampe
8 7 6 5 4 3 2 1
2006
2007
2008
2009
Questo volume è stato stampato presso
Officina Grafica Iride
Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Trav., 24 - Arzano (NA)
Per informazioni, suggerimenti, proposte: [email protected]
Revisione del testo a cura di:
Mariaolimpia Fiore
Grafica e copertina:
Gianfranco De Angelis
Impaginazione
Antonio Nocera
Estratto della pubblicazione
Presentazione
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Il volume offre un quadro completo ed esaustivo della storia medievale e della storia moderna. Per la storia medievale si affronta il periodo
che va dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.)
fino alla scoperta dell’America (1492), per la storia moderna si affronta il periodo che va dal Rinascimento (XVI secolo) fino al crollo dell’impero napoleonico (1814-15).
L’opera si propone come utile strumento per chi deve affrontare esami
e concorsi o per un rapido ripasso prima di un’interrogazione.
Il linguaggio è semplice ma preciso e i termini di più difficile comprensione sono corredati di glosse esplicative. Il testo è arricchito da
carte storiche e da rubriche che introducono nell’esposizione spunti
di interdisciplinarità, mettendo in relazione ciascun periodo storico
con gli avvenimenti che lo hanno caratterizzato dal punto di vista
culturale, artistico e scientifico.
Ogni capitolo si conclude con un test di verifica corredato di soluzioni commentate, in modo da facilitare la valutazione del livello di preparazione acquisito.
Estratto della pubblicazione
STORIA MEDIEVALE
Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico
e mondo romano
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Di cosa parleremo
Il declino dell’Impero romano, la cui estinzione si ha nel 476 d.C., porterà
alla scissione tra l’Impero d’Oriente e quello d’Occidente e dalla successiva
frantumazione di esso si genereranno i regni romano-barbarici. Distinti per
caratteristiche diverse, ognuno di essi avrà una vita più o meno lunga. La
loro storia si intreccerà con le vicende dell’Impero d’Oriente, in particolare
con la politica di Giustiniano, il cui dominio, ispirato da saldi princìpi perseguiti con determinazione, sarà improntato all’eliminazione dei regni romano-barbarici.
476 Cade l’Impero Romano d’Occidente.
476-489 L’Italia è governata da Odoacre.
482-511 Regno di Clodoveo.
493 Teodorico conquista Ravenna.
493-534 L’Italia diventa un regno romano-barbarico con capitale Ravenna.
526 Morte di Teodorico.
527-565 Impero di Giustiniano.
528-534 Pubblicazione del corpus iuris civilis.
535-553 Guerra greco-gotica.
1) La fine del mondo antico
Il 476 d.C. segna il declino dell’Impero romano.
Nei suoi ultimi due secoli di regno, sotto gli imperatori Diocleziano
(fine III secolo) e Costantino (primi decenni del IV), si velocizzano
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Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
TAVOLA CRONOLOGICA
quei processi di separazione che porteranno alla scissione definitiva
del mondo occidentale da quello orientale.
Quest’ultima sopravviverà fino al 1453 quando la sua capitale Costantinopoli verrà conquistata dai turchi.
È con Teodosio (fine IV secolo), però, che si completerà il processo di scissione tra l’Impero d’Oriente e l’Impero d’Occidente.
Alla morte di Teodosio (395 d.C.), i figli, Arcadio e Onorio, diventano sovrani rispettivamente del primo e del secondo.
Nell’Impero d’Oriente si accentuerà il carattere ellenico, infatti dopo
il 476 avrà una nuova denominazione — Impero bizantino — richiamando al nome «preromano» che Costantino aveva promosso per la
capitale Costantinopoli (Bisanzio, appunto).
Nell’Impero d’Occidente, la discesa degli unni dall’Asia costringerà
i popoli germanici, posti ai confini settentrionali dell’Impero, a riversarvisi con la forza delle armi. Dalla frantumazione dell’istituzione imperiale si avranno i regni romano-barbarici.
I barbari dominatori riconosceranno la civiltà romana superiore e
presto ne acquisiranno vari elementi.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
2) I popoli germanici: caratteristiche
I germani sono un popolo nomade di origine indoeuropea, privi di
qualsiasi unità politica.
Provenendo da un’area geografica ostile e poco ospitale e dediti
ad un’agricoltura itinerante, si spingono verso varie direzioni alla ricerca di terre più fertili e di una vita più agiata.
La loro diversa espansione territoriale comporta una differente evoluzione sociale.
Le tribù che si spingono nell’area a nord del mar Nero sono assimilate dai popoli nomadi di origine ariana; quelle che si dirigono verso i
territori dei fiumi Reno, Danubio e Vistola passano a forme più evolute
di agricoltura e di commercio.
La società germanica è divisa in sippe, costituite da gruppi di famiglie consanguinee. La vita di ogni sippe si organizza intorno a terre di
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Estratto della pubblicazione
proprietà comune: i campi, le foreste e i pascoli sono appannaggio di
tutta la collettività. Ogni sippe produce il minimo indispensabile per la
sopravvivenza ed è autosufficiente.
Un insieme di sippe forma una tribù (gau).
Le divinità si manifestano sotto la personificazione di forze naturali; Wotan (Odino), il dio dei combattenti è a capo di tutte le divinità, il
suo regno è il Walhalla dove egli accoglie gli eroi morti in battaglia i
quali vengono guidati da vergini guerriere, le valchirie.
All’interno della società solo i guerrieri, gli arimanni, sono uomini
liberi, gli altri sono semiliberi, aldii, o schiavi. Il capo in guerra è il
koenig che in seguito diventa anche capo politico. Gli arimanni e il
koenig hanno un seguito di armati, gli adalingi, legati al loro capo da
un giuramento di fedeltà personale.
I germani non hanno leggi scritte né tri- Faida: presso gli antichi pobunali per amministrare la giustizia, tra di poli germanici, il diritto dei
loro usano regolare gli affari privati attra- familiari di un ucciso di vendicarne la morte sull’uccisoverso la pratica della faida.
re stesso o sui suoi familiari.
Successivamente, è introdotto l’uso dell’indennità pecuniaria, il guidrigildo.
I contatti tra i romani e i barbari si dividono in tre fasi distinte:
— nel III secolo si hanno le prime invasioni a scopo di razzie e saccheggi;
— nel IV secolo più che di invasioni si parla di una penetrazione pacifica di popoli che si spostano dai paesi del nord verso le ricche
regioni mediterranee;
— nel V secolo le popolazioni stanziate tra il Reno e il Danubio sono
spinte verso occidente e verso sud dagli unni, invasori provenienti
dall’Asia.
I popoli barbarici che nel corso del V secolo si stanziano nell’Europa occidentale si distinguono in due gruppi che daranno vita a un
differente processo di fusione con le popolazioni locali.
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1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
3) Le migrazioni di popoli tra il IV e il V secolo
Un primo gruppo è composto da franchi, sassoni, alamanni,
bavari che si stanziano nella Gallia centro-settentrionale, in Britannia
e nell’area tra il Reno e le Alpi. Essi, agricoltori di origine pagana,
travolgendo città e villaggi, costringono i ricchi proprietari terrieri romani a rifugiarsi nella Gallia meridionale o in Italia.
L’altro gruppo è composto da visigoti, vandali, burgundi, ostrogoti che occupano la Gallia meridionale, l’Italia, la Spagna, e l’Africa
settentrionale.
A differenza dell’altro gruppo queste popolazioni, pur portando
distruzione e morte, non si pongono in conflitto con la civiltà romanolatina preesistente.
Questi infatti, essendo già da tempo cristianizzati, apprezzano la
civiltà romana.
Da qui si evince una differenziazione notevole nella struttura politica-amministrativa dei regni romano-barbarici sorti sui territori dell’antico impero romano d’Occidente. I regni germanici occidentali,
quelli anglosassoni e il regno franco avranno una vita più lunga. In
essi l’elemento germanico avrà un’incidenza più profonda perché
più lento è stato il processo di romanizzazione.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
Negli altri, invece, si avrà una notevole instabilità politica dovuta al
processo di fusione tra barbari e romani.
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Per regni romano-barbarici si intendono quei regni sorti dalla frantumazione dell’istituzione imperiale e scaturiti dalla fusione tra barbari
e romani.
Di romano mantengono le leggi, le istituzioni, l’organizzazione
statale; di barbaro restano i costumi dei dominatori, che eccellono
nell’uso smodato delle armi.
Numerosi sono i motivi che rendono evidente il divario tra l’elemento romano e quello germanico.
In campo religioso si scontrano il cristia- Arianesimo: eresia che sostenesimo ariano o arianesimo e il cattolice- neva essere il Cristo differensimo; in campo giuridico il diritto romano, te dal Padre, a lui inferiore,
da lui generato e da lui
saldo nelle sue leggi, si contrappone ad una non
adottato come figlio.
serie di «leggi» meramente private e personali legate alla faida; in campo economico un sistema improntato sulla
proprietà privata e sul commercio si contrappone ad un’economia agricola e di sussistenza a carattere collettivo.
Ciò nonostante, la superiorità culturale del mondo romano farà in
modo che i barbari vi si accosteranno con una certa deferenza; il processo di amalgama tra romani e barbari sarà ineluttabile.
Ad una prima fase di avvicinamento meramente formale e caricaturale seguirà una romanizzazione vera e propria con l’acquisizione
di elementi e pratiche del diritto romano. Anche l’elemento religioso
sarà motivo di avvicinamento tra le due culture. La conversione religiosa dei sovrani barbari porterà ad una notevole influenza della
Chiesa di Roma che estenderà la propria autorità oltre i confini «spirituali».
Nell’Europa occidentale alla fine del V secolo si costituiscono vari
regni romano-barbarici, ciascuno dei quali si distinguerà per varie caratteristiche e avrà a seconda dei casi una vita più o meno lunga.
Il regno dei vandali. È il primo dei regni romano-barbarici a costituirsi. Guidati da Genserico, autore del sacco di Roma del 455, si stanziano nel territorio compreso tra il Marocco e la Tripolitania. Dediti
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1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
4) I regni romano-barbarici
esclusivamente alla pirateria, per quasi un secolo riescono a controllare il bacino occidentale del Mediterraneo.
Non rinunciando all’arianesimo, non stringono mai buoni rapporti
con i romani. Sopraffatti nel 533 da una controffensiva dell’imperatore
d’Oriente eseguita per volere di Giustiniano e deportati come schiavi
nelle province orientali, finiscono per fondersi con i bizantini.
Regno dei visigoti. I visigoti si stanziano nel territorio della Gallia
meridionale e della Spagna. Nel 507 subiscono una grave sconfitta ad
opera dei franchi in seguito alla quale dovranno cedere l’Aquitania. Tra
il 587 e il 589, sotto il re Recaredo, avviene la conversione al cattolicesimo. I visigoti, diventati solidali con la Chiesa cattolica, partecipano ad
una serie di persecuzioni contro gli ebrei. In seguito all’invasione araba,
il loro regno avrà fine agli inizi del VIII secolo. La lex visighotorum (ca.
654) introduce i primi elementi di territorialità della legge.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
Regno dei burgundi. Essi si estendono tra la Savoia e la Valle del
Rodano. Assorbiti nel 533 dal regno dei franchi, perdono presto la
propria romanità.
Regno degli anglosassoni. Conservano una posizione marginale per
essersi sovrapposti alla precedente civiltà celtica, annullandola quasi
del tutto. Non cercano la legittimazione presso l’imperatore di Bisanzio né adottano il latino nei loro atti ufficiali; è solo alla fine del VI
secolo che la Chiesa riuscirà ad allacciare i rapporti tra l’Europa continentale e la Britannia.
Regno dei franchi. I franchi occupano nel V secolo il territorio della
Gallia nord-orientale, compreso tra il canale della Manica, il Reno, e la
Somme. Tra il 482 e il 511 sotto il regno di Clodoveo, si ha l’unificazione
territoriale della Gallia con l’assimilazione del regno dei burgundi e una
parte di quello dei visigoti. Nello stesso periodo arriva anche la conversione al cattolicesimo che favorisce la fusione tra franchi e romani. Alla
morte del re, in perfetto equilibrio con le usanze barbare, il regno viene
diviso tra i suoi quattro figli. I domini territoriali che ne scaturiscono
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Estratto della pubblicazione
vengono divisi nei regni di Austrasia e Neustria e nei ducati di Borgogna e Aquitania. I re merovingi, cosi’chiamati da Meroveo l’iniziatore
della dinastia, non hanno potere assoluto. Sono sopraffatti dal potere
dei maggiordomi o maestri di palazzo, amministratori delle proprietà
terriere reali. Verso la metà del VII secolo l’unità territoriale è riconquistata grazie ai maggiordomi di Austrasia, Pipino il Vecchio prima e Pipino di Héristal dopo, che sconfiggono gli avversari della Neustria.
Regno degli ostrogoti. Tra il 476 e il 489 l’Italia è governata da Odoacre. Sconfitto e ucciso dal re degli ostrogoti Teodorico, l’Italia diventa
dal 493 al 534 un regno romano-barbarico con capitale Ravenna. In
politica interna, Teodorico si avvale della collaborazione della classe
dirigente romano-latina; sono personaggi come Cassiodoro, Simmaco e
Severino Boezio a rivestire le più alte cariche all’interno dell’amministrazione. Pur garantendo lo stesso grado di libertà tra romani e goti, Teodorico sancisce dei vistosi divieti. Proibisce infatti i matrimoni misti e vieta
ai goti di imparare il latino e di frequentare le scuole romane.
Pur difendendo l’arianesimo, tollera il cattolicesimo professato dai
romani e consente che il diritto romano regoli i rapporti tra i latini.
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Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
Impero Romano
A tal proposito va detto che l’Editto di Teodorico (che però gli
storici sono inclini ad attribuire a Teodorico II re dei visigoti) si basa
sul principio dell’uguaglianza dei sudditi sia goti che romani di fronte alla legge (principio di territorialità della legge). In politica estera
Teodorico, temendo un attacco da parte dei bizantini, cerca di allearsi con gli altri regni romano-barbarici ed è il fautore di una federazione germanica in grado di opporsi all’espansionismo bizantino. Negli
ultimi anni della sua vita però Teodorico tocca con mano il fallimento dei suoi stessi piani. Preoccupato per le ambizioni dell’imperatore
d’Oriente di riconquistare l’Occidente avvalendosi dell’alleanza col
papa, comincia a perseguitare i suoi stessi collaboratori e arriva ad
imprigionare il papa Giovanni I. Muore nel 526. È sua figlia Amalasunta incaricata di riprendere il programma di pacificazione tra il
suo popolo e i romani.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
5) Giustiniano e il suo impero
La storia dei regni romano-barbarici si intreccia con le vicende
dell’impero d’Oriente e in particolar modo con la politica dell’imperatore Giustiniano.
Questi, il cui regno va dal 527 al 565, è
Cesaropapismo: sistema di
convinto, a differenza dei suoi predecessorelazioni tra potere politico e
ri, che i regni romano-barbarici costituiscapotere religioso nel quale il
primo estende la sua giurisdino un’usurpazione ai danni dell’unica autozione anche sui terreni tradirità e come tali vadano eliminati. I principi
zionalmente riservati al sesui quali si basa la sua politica sono: l’imcondo.
prescrittibilità del dominio imperiale e dell’assoluto potere dell’imperatore e il diritto del monarca a dirigere la
Chiesa (cesaropapismo).
La restaurazione. Tra il 533 e il 553 i due generali Belisario e Narsete si occupano della riconquista dei regni romano-barbarici.
I tre regni dei vandali, degli ostrogoti e dei visigoti sono i principali
obiettivi delle campagne militari e nel 534 quello dei vandali è il primo
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La guerra greco-gotica. Il periodo che va dal 535 al 553 vede i bizantini impegnati nella guerra greco-gotica. La regina Amalasunta ne fornisce lo spunto. In urto con il suo popolo che non tollera la politica
clemente nei confronti dell’elemento romano, Amalasunta viene imprigionata dal marito Teodato e chiede aiuto a Giustiniano. Questi affida a
Belisario la guida di un esercito con lo scopo di estirpare l’eresia ariana. Ben presto però Belisario sarà richiamato dallo stesso Giustiniano
preoccupato del prestigio conquistato dal generale sul campo.
L’Italia, sotto gli effetti dell’amministrazione bizantina, è esasperata
da un forte fiscalismo. Quando il re degli ostrogoti Totila affranca gli
schiavi dal legame che li tiene uniti alla terra, la popolazione si schiera
dalla parte dei barbari. Nel 552 Totila è sconfitto e ucciso in battaglia
nei pressi di Gualdo Tadino dal generale Narsete che ha preso il
posto di Belisario. La guerra dura fino al 553 non senza devastazioni,
stragi e carestie; nello stesso anno viene sconfitto e ucciso vicino Napoli Teia, l’ultimo dei re goti. Il regno degli ostrogoti è cosi’cancellato
e l’Italia è riannessa all’impero bizantino. L’ultima conquista dei bizantini è la Spagna meridionale. Giustiniano nel 561 fortifica il confine
orientale stipulando un accordo cinquantennale tra il suo impero e
quello persiano e regola i loro rapporti commerciali.
Il corpus iuris civilis. Giustiniano lavora dal 528 al 534 a un vistoso
progetto con lo scopo di revisionare e risistemare tutta la materia giuridica prodotta a Roma in età repubblicana e imperiale.
Si avvale della collaborazione di vari giuristi tra cui Triboniano per
dar vita al grande Corpus iuris civilis che consta di quattro collezioni
giuridiche:
— un trattato con i principi giuridici dello Stato destinato all’insegnamento del diritto nelle scuole (Institutiones);
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Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
a cadere. L’esercito bizantino, guidato da Belisario, con l’aiuto e la
collaborazione della regina ostrogota Amalasunta e della popolazione
romana, sottomette i berberi e si impadronisce della Sardegna, della
Corsica e delle Baleari.
— una sintesi chiara ed esaustiva di tutta la giurisprudenza imperiale;
— (Pandectae);
— una raccolta di leggi emanate dall’imperatore Adriano fino al 533
(Codice);
— un complesso di leggi emanate dallo stesso Giustiniano (Novellae).
Accanto a questa poderosa opera giuridica, Giustiniano crea un’efficiente burocrazia. Del potere militare e civile se ne occupa un solo
funzionario nelle regioni di confine e affida ai vescovi la sorveglianza
dei burocrati. In campo religioso è in pieno accordo con l’ortodossia
cattolica, ciò nonostante, non condanna del tutto le eresie e ribadisce
la propria autorità sul pontefice.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
6) La Chiesa e le eresie
Nella prima fase del cristianesimo non esiste alcuna gerarchia
ecclesistica. Esistono le ecclesiae, piccole assemblee di fedeli capeggiate da un presbitero, eletto a sua volta dall’assemblea e assistito da
un diacono. Quando il cristianesimo si diffonde, invece, si comincia
ad avvertire la necessità di un’organizzazione che coordini l’attività
delle varie comunità presenti sul territorio dell’impero romano. Nelle
città i presbiteri eleggono un episcopo, un vescovo che presiede alle
comunità di tutto il circondario per controllarne l’azione. Nel IV secolo si formano altre gerarchie ecclesistiche; al di sopra dei vescovi
ci sono gli arcivescovi e quelli di cinque tra le più importanti città
dell’impero vengono chiamati patriarchi: sono gli arcivescovi di Roma,
Gerusalemme, Antiochia, Costantinopoli, Alessandria. Quello di Roma,
prende il nome di papa. Il Concilio di Costantinopoli del 381 riconosce al papa la supremazia e lo nomina pontefice, un titolo che sta a
significare successore di Pietro, vicario di Cristo e capo ecumenico
della Chiesa.
Le eresie. Diventata la Chiesa una forza gerarchica e centralizzata,
le eresie costituiscono il primo esempio di forze disgregatrici all’inter16
Estratto della pubblicazione
I padri della Chiesa. Le eresie sono combattute sul piano filosofico
e dogmatico dalle opere dei Padri della Chiesa. Essi sono chiamati
Dottori: in occidente sono S. Agostino, S. Ambrogio, S. Girolamo e
S. Gregorio Magno, in Oriente sono S. Anastasio, S. Basilio, S. Gregorio Nazareno e S. Giovanni Crisostomo. Gli imperatori, invece,
tendono ad una politica tollerante per evitare le conseguenze che la
repressione delle eresie potrebbe produrre. Per mantenere salda l’unità dell’impero, gli imperatori che succedono a Costantino convocano
una serie di concili ecumenici che si svolgono nelle città dell’impero
bizantino. Ciò dimostra come nella parte orientale dell’impero il potere politico eserciti la sua autorità anche in campo religioso, in quella
occidentale, invece, i vescovi, soprattutto quelli di Roma, ostacolano
l’intromissione degli imperatori nelle vicende della Chiesa e si sottraggono a questo controllo.
La condanna del monofisismo. Riguardo al problema della condanna del monofisismo è sorta una disputa tra Giustiniano e il vescovo di
Roma Virgilio. Giustiniano, pur rispettando l’ortodossia cattolica, assume di fronte all’eresia monofisita un atteggiamento conciliante. Il ve17
Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
no di essa. Nascono sulla base delle dispute teologiche intorno alla
natura di Dio e al modo di interpretare le Sacre Scritture ma finiranno
ben presto per assumere anche un significato politico. Le eresie sono
frequenti soprattutto nell’impero bizantino, dove la Chiesa è un potente strumento dello Stato e l’imperatore ne è il capo supremo. L’arianesimo è una delle principali eresie. La dottrina di Ario nega l’identità di
Cristo con Dio e trova seguaci nelle province della Siria e dell’Egitto.
All’arianesimo ne seguono delle altre: il donatismo, sorto in Africa,
proclama non validi i sacramenti amministrati dai preti che si sono
macchiati di qualche peccato; il nestorianesimo, di origine orientale,
sostiene che Maria non ha generato un Dio, ma un essere umano. Questa dottrina ammette in effetti l’esistenza di due nature in Cristo, uomo
e figlio di Dio, ma le tiene separate. Il monofisismo invece, l’eresia
formulata dal monaco Eutiche (ca. 378-453), ammette in Cristo solo la
natura divina.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
scovo di Roma, invece, non approva questo compromesso e si rifiuta
di controfirmare la revoca dei trattati antimonofisiti e lo induce a cedere ma Virgilio riesce a fuggire e a revocare la firma estortagli con la
violenza. Nel 533, infatti, in un nuovo concilio convocato a Costantinopoli, è costretto a sottoscrivere la condanna dei trattati antimonofisiti. Ciò nonostante, gli effetti sperati da Giustiniano in campo religioso
non si avranno: la Chiesa d’Occidente si distaccherà sempre di più da
quella orientale, dilaniata al suo interno dal separatismo religioso di
Egitto e Siria.
18
Estratto della pubblicazione
Test di verifica
1. All’interno dell’organizzazione socio-economica della società germanica, che cos’è una sippe?
❏ a) Una tribù.
❏ b) Un tipo di proprietà privata.
❏ c) Una forma di organizzazione formata da famiglie consanguinee.
❏ d) Una raccolta di leggi scritte.
❏ e) Una struttura gerarchica.
2. Qual è il periodo in cui l’Italia diventa un regno romano-barbarico con
capitale Ravenna?
❏
❏
❏
❏
❏
a)
b)
c)
d)
e)
Il 476 d.C.
Tra il 476 e il 489.
Dal 493 al 534.
Dal 535 al 553.
Dal 520 al 528.
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❏
❏
❏
❏
a)
b)
c)
d)
e)
Narsete.
Belisario.
Totila.
Silicone.
Triboniano.
4. Che cos’è il Corpus iuris civilis?
❏ a) Un insieme di leggi che trattano dell’imprescrittibilità del
dominio imperiale.
❏ b) Un laborioso progetto composto da quattro collezioni giuridiche.
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Estratto della pubblicazione
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
3. Chi è il generale che, alla testa delle armate di Giustiniano, sconfigge
il re degli ostrogoti Teia, nei pressi di Napoli, nel 553?
❏ c) La prima raccolta di leggi scritte dai longobardi.
❏ d) Un complesso di leggi emanate dallo stesso Giustiniano.
❏ e) Una serie di leggi tramandate oralmente.
5. Che cos’è l’arianesimo?
❏
❏
❏
❏
a)
b)
c)
d)
Un’eresia predicata da un vescovo africano.
L’eresia del monaco Eutiche.
La dottrina di Ario che nega l’identità di Cristo con Dio.
La filosofia secondo la quale l’anima dell’individuo può innalzarsi senza alcun ausilio esterno.
❏ e) Una filosofia arianista.
1. L’integrazione tra mondo germanico e mondo romano
Soluzioni e commenti
1. Risposta: c). È il nucleo principale della società germanica formata
da gruppi di famiglie consanguinee. La vita di ogni sippe si sviluppa intorno a terre di proprietà comune.
2. Risposta: c). Dal 493 al 534, l’Italia diventa un regno romano-barbarico con capitale Ravenna sotto il re degli ostrogoti Teodorico.
3. Risposta: a). Narsete. È lo stesso generale che nel 552 sconfigge e
uccide Totila, re degli ostrogoti.
4. Risposta: b). È un laborioso progetto composto da quattro collezioni giuridiche realizzato da Giustiniano e da altri giuristi: Institutiones, Pandectae, Codice, Novellae.
5. Risposta: c). La dottrina di Ario (arianesimo), che si sviluppa nelle
province della Siria e dell’Egitto, nega l’identità di Cristo con Dio.
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Estratto della pubblicazione
2. L’Oriente bizantino e l’Islam
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Di cosa parleremo
Dopo il 476 la parte orientale dell’impero romano conserva grande autonomia e vitalità fino al 1453 grazie a vari fattori: una potenza economica notevole, un’efficiente burocrazia e un saldo apparato difensivo. I primi segni
di debolezza non tardano a manifestarsi, la guerra bizantino-persiana e i
conflitti con la Chiesa di Roma ne sono gli esempi più lampanti. A questo
punto la storia dell’Impero d’Oriente si intreccia con quella di un nuovo
popolo che dall’Arabia si va espandendo lungo le coste del Mediterraneo, in
nome di una profonda convinzione religiosa: l’Islam.
TAVOLA CRONOLOGICA
1) L’Impero d’Oriente
Dopo il 476 la parte orientale dell’impero romano avrà una sua
autonomia e una vitalità che le consentiranno di sopravvivere fino al
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2. L’Oriente bizantino e l’Islam
611-626 Attacchi di avari e slavi contro l’impero bizantino.
611-630 Guerra bizantino-persiana.
622 Fuga di Maometto dalla Mecca. Inizio dell’era musulmana.
630 Eraclio sconfigge i persiani. Ritorno di Maometto alla Mecca.
632 Morte di Maometto. Viene eletto califfo Abu Bekr.
634 Inizia l’espansione islamica.
638 Conquista araba di Gerusalemme.
649 Forti contrasti fra il papa Martino I e l’impero bizantino. Concilio ecumenico a Roma.
661 Inizia il califfato ereditario degli Ommiadi.
711 Sbarco degli arabi in Spagna.
732 Carlo Martello sconfigge gli arabi a Poitiers.
750 Fine degli Ommiadi ed inizio della dinastia degli Abbasidi. L’impero arabo diviene impero musulmano.
1453, anno in cui Costantinopoli verrà occupata dai turchi. All’inizio
del III secolo l’area orientale è sconvolta da guerre civili, incursioni
barbariche, epidemie; è solo nel corso del IV e del V secolo che si
riesce a scongiurare il pericolo delle invasioni e si gettano le basi per
una rinascita duratura. Fattore principale di questo laborioso processo è la potenza economica dell’impero d’Oriente che comprende
alcune tra le province romane più ricche: l’Egitto, la Siria, l’Asia minore tramite le quali Costantinopoli è in contatto con la Mesopotamia, l’India e la Cina. I frequenti scambi commerciali incrementano
la lavorazione dei metalli, dell’avorio, della ceramica, dall’Estremo
Oriente, invece, le carovane trasportano spezie, pietre preziose, derrate alimentari, schiavi e pellicce. Tutto ciò è favorito dalla presenza
di importanti porti quali Costantinopoli, Smirne, Antiochia, Alessandria d’Egitto, e da una fitta rete stradale e fluviale. Altri fattori di
sviluppo sono la diffusione del solidus aureus, una moneta aurea di
4,5 grammi, un’agricoltura fiorente e l’introduzione di nuovi strumenti di lavoro: l’aratro dal vomere di ferro, il mulino ad acqua e il
collare pettorale rigido.
Il cesaropapismo. Un altro fattore di stabilità all’interno dell’impero bizantino è costituito dal dirigismo teocratico che si spiega con l’utilizzazione di un’efficiente burocrazia e con la diffusione
del culto imperiale.
L’imperatore, oltre ad essere capo politico e ad accentrare nelle
sue mani tutti i poteri civili e militari, è anche il capo religioso dello
Stato, nella veste di rappresentante di Dio sulla terra. Egli è un basileus
e per questo motivo ha la parola definitiva sull’elezione del patriarca
di Costantinopoli, interviene nella definizione dei dogmi e si opera per
imporli ai sudditi.
Questa osmosi di potere politico e potere religioso dà inizio al
cesaropapismo cioè quella concezione secondo cui l’autorità statale è
superiore a quella religiosa, e quindi può intervenire nella vita interna
della Chiesa. La forza dell’imperatore deriva anche da una notevole
centralizzazione amministrativa; a lui fa capo una massiccia schiera
2. L’Oriente bizantino e l’Islam
Burocrazia: potere amministrativo nel rispetto delle leggi e dei regolamenti.
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Estratto della pubblicazione
di funzionari, ministri, amministratori, corrieri, tramite i quali l’imperatore esercita il controllo diretto dei territori posti sotto la sua giurisdizione. Un ulteriore elemento di forza dell’impero bizantino è la solidità difensiva, affidata a una flotta e a un esercito molto efficienti. La
flotta consente a Bisanzio l’egemonia sul mar Mediterraneo e sul mar
Rosso; l’esercito si avvale di tecniche nuove nell’arte della guerra e
sfrutta un nuovo corpo: la cavalleria pesante corazzata.
La guerra bizantino-persiana. Scongiurata la minaccia delle invasioni dei popoli germanici che, dopo la battaglia di Adrianopoli (378),
dirottano i loro interessi verso l’Europa occidentale, l’impero bizantino deve arginare la pressione dei persiani. Il conflitto vero e proprio
scoppia nel VII secolo tra l’imperatore bizantino Eraclio e Cosroe II,
appartenente alla dinastia persiana dei Sasanidi. La guerra bizantinopersiana (611-630) assume i connotati di un vero e proprio «conflitto
mondiale» che vede contrapporsi i due più grandi imperi esistenti in
quel tempo. Bisanzio deve difendersi contemporaneamente da tre
nemici: i persiani di Cosroe II, che hanno invaso la Siria e l’Egitto; gli
avari, una popolazione nomade che dalle lontane steppe dell’Asia si
è stanziata in Pannonia nella metà del VI secolo ed effettua scorribande all’interno dell’impero; gli slavi, gruppi di popoli che, per
sfuggire alla pressione degli avari, si spostano dall’Europa orientale
verso la regione danubiana-balcanica. L’alleanza di questi tre nemici
dell’impero porta all’assedio di Bisanzio del 626. La capitale riesce a
resistere grazie agli effetti positivi della riforma politico-militare
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2. L’Oriente bizantino e l’Islam
L’eresia monofisita. Tuttavia, non man- Eresia: opinione erronea e
cano, all’interno dell’impero bizantino, mo- contrastante con quelle più
tivi di debolezza che avranno peso nella sto- comunemente seguite.
ria successiva, come le eresie monofisita e nestoriana che minano
l’unità religiosa e politica dell’impero.
Proprio la presenza di queste forze disgreganti costituisce un costante pericolo per la stabilità della compagine imperiale, non a caso
Giustiniano ha assunto un atteggiamento conciliante nei confronti di
questo movimento ereticale.
attuata da Eraclio. Per risolvere il problema del latifondismo che sta
soffocando la piccola proprietà terriera, il territorio dell’impero è stato diviso in distretti militari (temi), presieduti da soldati ricompensati
con piccoli pezzi di terra. Dopo due anni di assedio Bisanzio riesce a
liberarsi dai persiani, mentre i contadini-soldati sconfiggono l’esercito di Cosroe II, gli avari sono respinti verso la steppe pannoniche.
Nel VII secolo i bizantini subiscono anche l’offensiva dei bulgari
(750-869), un popolo appartenente alla stirpe dei turchi, che oltrepassano il Danubio e si stanziano nella Mesia, l’attuale Bulgaria. A
questo punto la storia dell’impero d’Oriente si intreccia con quella di
un nuovo popolo che dall’Arabia si va espandendo lungo le coste
del Mediterraneo, in nome di una profonda convinzione religiosa:
l’Islam.
2. L’Oriente bizantino e l’Islam
I conflitti con la Chiesa di Roma. I rapporti tra l’Impero bizantino e
la Chiesa si fanno sempre più tesi e, a sua volta, il cesaropapismo
dell’Impero d’Oriente è osteggiato dalla Chiesa di Roma. Un avvenimento di fondamentale importanza, a tal proposito, è la convocazione da parte di papa Martino I, del concilio ecumenico a Roma
nel 649: prima di allora, infatti, i concili ecumenici erano stati convocati o direttamente dall’imperatore, o dal pontefice ma con l’autorizzazione dell’imperatore.
Nel 648, l’imperatore Costante II, succeduto a Eraclio, dà il suo
sostegno al monotelismo (un’eresia secondo cui solo la volontà divina è presente in Cristo, e non anche quella umana), e soprattutto
emana un divieto in base al quale non si possono trattare questioni
teologiche. È a questo punto che il papa Martino I indice il concilio
ecumenico di Roma in cui viene adottata la dottrina delle due volontà, umana e divina, in Cristo. Ordina ai cattolici, in aperto contrasto con l’imperatore, di sottrarsi alla sua autorità e contribuisce
in questo modo, pur pagando con la morte la sua ribellione, al
distacco sempre più netto della Chiesa dall’Impero d’Oriente. Infatti
il processo di separazione tra la Chiesa di Roma e quella orientale
si completerà nell’XI secolo con lo scisma d’Oriente.
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