Le scritte celate visibili anche osservando ad occhio nudo i dipinti. La comparsa delle scritte celate in ogni dipinto, in ogni opera d’arte, partendo da Giotto e sino ai nostri tempi, è oramai cosa concreta, certa e fondamentale per la nostra storia dell’arte, al punto da essere portata nel recente quale tesi di laurea, nei loro esami, dagli studenti italiani. All’indomani delle pubblicazioni, degli innumerevoli studi svolti da Luciano Buso, conforta a sostegno parecchio oggi, la comparsa delle scritte celate anche nel visibile di alcune opere, osservando quindi i dipinti ad occhio nudo, senza alcun intervento scientifico, si possono vedere direttamente le scritte nascoste, come in realtà succedeva in passato quando mancava il supporto scientifico. La abitudine di apporre in forma celata i propri marchi, a tutela del loro operato, che si compongono: dell’intero nome e cognome, delle iniziali del loro nome e cognome, nonchè delle date di esecuzione delle loro opere, è stata praticata sin dai tempi antichi da tutti gli artisti minori e maggiori partendo da Giotto e via via è stata tramandata di bottega in bottega, da maestro ad allievo sino alla nostra era moderna. Giotto, Giorgione, Tiziano, Leonardo, Raffaello Sanzio, Paris Bordon, Caravaggio, Palma il giovane, Anton van Dik, Tiepolo, Guardi, Ajez, Zandomeneghi, De Nittis, Boldini, Camille Corot, Toulouse Lautrec, Gustav Klimt, Picasso, Giorgio Morandi,Gino Rossi, Emilio Vedova e tutti gli altri, nelle varie epoche, hanno usato questa pratica per tutelare il loro operato e le loro opere, proprio come fanno oggi le varie industrie ed imprese di tutto il mondo. La scoperta fatta nel recente da Luciano Buso, ha portato già innumerevoli benefici alla storia dell’arte, numerose e importanti sono infatti le opere inedite scoperte grazie allo studio delle loro molteplici scritte celate presenti nella superficie pittorica. Alcuni preziosi dipinti inediti sinora anonimi e sconosciuti, scoperti recentemente dallo studioso, sono stati eseguiti da: Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio, Caravaggio Merisi, Paris Bordon, Francesco e Antonio Guardi, Camille Corot, Federico Zandomeneghi, Toulouse Lautrec, Gustav Klimt, Giorgio Morandi, Max Ernst, Alberto Giacometti, Emilio Vedova e tanti altri. In molte opere si scorgono le scritte celate direttamente osservando il dipinto ad occhio nudo, nel visibile quindi, senza alcuna evidenziatura scientifica, è il caso delle tre opere inedite qui di seguito pubblicate. La prima opera: “San Martino ed il povero” 1758, eseguito dai fratelli Antonio e Francesco Guardi. La seconda opera: “ Santo francescano esibisce il Bambino Gesù” 1315, eseguita da Giotto di Bondone. La terza opera: “Alzata in ceramica blu con frutta e carciofo“ 1598, eseguita da Caravaggio Merisi. Vista la maturità grafica con cui sono state eseguite da Giotto le scritte criptate nei suoi dipinti, lo studioso ritiene opportuno analizzare e studiare in un prossimo futuro, le opere del suo maestro Cimabue che, visti gli esiti, deve avergli tramandato con una certa sicurezza, questa preziosa pratica. Luciano Buso si ripromette inoltre di analizzare prossimamente le opere d’arte eseguite in epoca antecedente il periodo di Giotto e di Cimabue, magari ripercorrendo l’epoca Antonio e Francesco Guardi - “San Martino ed il povero” 1758, olio su tela cm. 114,5x64,5 dell’iconografia, perlomeno sinchè compaiono le scritte celate nei dipinti. collezione privata. (L’opera viene pubblicata per come è comparsa, abbisogna della pulitura) Commento: fig. 1 scritta emersa fig. 1 scritta emersa evidenziata Particolari ingranditi nei due particolari a fianco, fig.”1” e “2”, emergono alcune lettere celate, visibili direttamente osservando il dipinto ad occhio nudo, quindi senza alcun aiuto scientifico. Le lettere, dallo studio completo svolto nel dipinto, corrispondono alle iniziali del nome e cognome degli autori dell’opera: i fratelli Antonio e Francesco Guardi. In alto nel riquadro bianco a sinistra compare la lettera “F”, iniziale del nome “Francesco”, nel collo del povero compare la lettera “A”, iniziale del nome “Antonio”. Nel petto del povero compare, più grande, la lettera “G”, iniziale del cognome “Guardi”. La comparsa nel visibile di queste lettere, conforta ed attesta la presenza nei dipinti della scrittura celata dagli autori a tutela del loro operato. Questi marchi indelebili, che sono parte integrante del dipinto, danno allo stesso la certezza di chi lo ha eseguito nel 1758.