CONVEGNO GIOVANI - GIOVANI ADULTI
Mascalucia 25-26-27 Novembre 2016
“Tra la folla un nome… il Tuo”
La vocazione di Samuele (1 Sam 3, 1-20)
1 Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli.
Chi è Samuele? Figlio di Elkanà e di Anna. Anna era sterile, soffre per questa sua
sterilità. Prega e invoca il Signore per poter avere un figlio.
Fa un voto: come tante nostre mamme e nonne (una volta si facevano i voti: cioè
delle promesse, delle rinunce, dei sacrifici da adempiere chiedendo una grazia).
1,11Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai
considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non
dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio
maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il
rasoio non passerà sul suo capo».
Questa promessa è mediata dalla presenza del sacerdote Eli, presenza importante
per la vita di Samuele, come vedremo. Eli si accorge di questa donna, la avvicina,
ascolta il suo dolore e la sua angoscia e la conferma nel suo proposito:
«Va' in pace e il Dio d'Israele ti conceda quello che gli hai
chiesto».
Ed ella tornò a casa sua consolata.
Anna concepisce un figlio, lo da alla luce e lo chiama Samuele (Sem El : il nome di
Dio; il nome di Dio è El), secondo la Scrittura significa:
20Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo
chiamò Samuele, «perché - diceva - al Signore l'ho richiesto»
(etimologia che si fa risalire dal verbo ebraico sa’al: domandare).
Samuele in età preadolescenziale (v.24 era ancora un fanciullo): il senso della
vocazione veterotestamentario differisce in parte dal nostro. Samuele riservato
per il Signore, consacrato per il servizio al Signore dai genitori “per tutti i giorni
della sua vita v.28”, in modo particolare dalla madre. Come intenderlo questo? È la
sua vocazione o quella dei genitori sui figli? Quanto vorrei che mio figlio diventasse
frate, prete, medico, avvocato, che continuasse l’attività di famiglia, che portasse a
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compimento quello che io non ho potuto realizzare, che mi accontenti: riflessioni,
queste, che a volte possono essere quelle dei nostri genitori pensando alla nostra
vocazione.
Ad ogni modo Samuele viene descritto come un giovane che è al servizio del
Signore, e alla presenza del sacerdote Eli: “e il fanciullo rimase a servire il Signore
alla presenza del sacerdote Eli” (v.11). “Prestava servizio davanti al Signore come
servitore” v.18 e “cresceva presso il Signore” v.21. “Il giovane Samuele andava
crescendo ed era gradito al Signore e agli uomini” v.26.
Cosa possiamo dire? È un giovane, che sin da piccolo è cresciuto a contatto con il
culto e con il servizio al Signore, a contatto con i sacrifici e con le liturgie legate al
Santuario di Silo.
Da piccolo chierichetto a giovane ministrante? Da araldino a giovane della Gifra?
Giovane abituato a stare a contatto con le cose di Dio, ma conosceva il Signore?
Conosceva la sua Parola? Lo aveva davvero ascoltato?
A quanto pare Samuele, pur stando in un luogo di culto, non aveva mai ascoltato la
Parola di Dio e ancor di più non conosceva il Signore come vedremo. Non sapeva
riconoscere la sua presenza nella propria vita. Vediamo perché…
La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti.
Samuele vive in un contesto cultuale (comunitario, ecclesiale diremmo noi) in cui
non si ascolta la Parola di Dio, la sua Parola non è messa al centro. Un popolo
abituato al culto, a offrire sacrifici, a esprimere la propria religiosità senza un
ascolto vero e profondo della Parola del Signore. È l’accusa che faranno tante
volte i profeti:
“questo popolo mi onora con le labbra ma nel loro cuore c’è malizia e violenza”.
Può essere il contesto ecclesiale in cui viviamo o da cui proveniamo?
Samuele non ha fatto esperienza di ascolto della Parola di Dio; nessuno glielo ha
insegnato. Tanto che non riconoscerà la voce del Signore: non conosceva la sua
voce, la sua Parola.
2E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi
cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3La lampada di Dio non
era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava
l'arca di Dio.
Samuele dorme: è certamente il riposo notturno, ma nella Bibbia la notte e il
riposo notturno , il sogno sono elementi che dicono intimità e disponibilità
all’ascolto e così diventa il luogo teologico di una teofania, manifestazione di Dio:
si tratta di una esperienza spirituale, intima ma certamente reale.
Dorme nel tempio del Signore… a casa sua.. vive e dorme lì, ma ancora non lo
conosce…
“Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi,
rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore,
aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete».26Allora
comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza
e tu hai insegnato nelle nostre piazze». 27Ma egli vi dichiarerà:
«Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti
operatori di ingiustizia!” Lc13, 25-27.
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4Allora il Signore chiamò: «Samuele!» ed egli rispose: «Eccomi»,
ecco la chiamata. Per la prima volta. Samuele non comprende infatti va da Eli.
5poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho
chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. 6Ma il Signore chiamò di
nuovo: «Samuele!»; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato,
eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a
dormire!». 7In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il
Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore.
In questo versetto n. 7 la verità del cammino di fede di Samuele, nonostante fosse
un bravo servitore al Tempio, un bravo ragazzo, un bravo animatore, un bravo
ministrante, un bravo gifrino… “non aveva conosciuto il Signore”
Conoscere il Signore è altro dal praticare la Chiesa
Essere un credente è altro che essere praticante.
Sono un credente non praticante: ha il suo valore ma le sue deficienze;
ma essere un praticante non credente: è la tragedia che può investire la nosta vita,
la vostra vita.
Praticare ma non conoscere il Signore è il guaio più grande, la cosa più tremenda,
la tentazione più grande.
Non ascoltare la sua Parola: perché non viene rilevata, non viene spiegata e non
viene compresa è la più grande fame, la più grande povertà, la più grande carestia.
Am 8,11 Ecco, verranno giorni
- oracolo del Signore Dio in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
8Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò
nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli
comprese che il Signore chiamava il giovane.
Subentra la figura di Eli, fino ad esso solo uomo del culto, assume il ruolo di
accompagnatore nella fede: diremmo noi guida spirituale, padre spirituale,
accompagnatore spirituale.
Questo è un passaggio importante: Samuele riesce a riconoscere che tra le voci
interiori vi è la voce di Dio, la sua Parola, con l’aiuto di un altro che ha già fatto
questo percorso.
La guida spirituale chi è? È colui che sceglie per te? Che ti dice cosa fare? Ogni
piccolo passo?
È colui che come compagno di cammino e uomo di fede, ti aiuta nel discernere la
voce dello Spirito di Dio e a comprendere la sua Parola nella tua vita.
Un uomo di Dio: un frate, un sacerdote, una suora ma anche un laico adulto nella
fede, un catechista, una mamma di famiglia, un terziario… (non è un servizio
ministeriale e un servizio carismatico). È dono dello Spirito Santo.
Avete una guida spirituale?
La vocazione non si può discernere senza…; niente sconti
È difficile trovarla? Pregate e chiedetela nella preghiera.
Differenza con il confessore e con l’assistente …: il foro interno, il cammino di
fede, la vita nello spirito, i sentimenti e le passioni, la vita nella chiesa, la vita
affettiva …
Ma non si sostituisce a te … sentiamo infatti cosa dice a Samuele. Il compito di Eli
rimane incompiuto …
Serve solo al giovane Samuele per comprendere che il Signore sta parlando, ma il
contenuto del messaggio è di Dio solo per Samuele e la risposta è tutta personale
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9Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: «Parla, Signore,
perché il tuo servo ti ascolta»». Samuele andò a dormire al suo posto. 10Venne il
Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!».
Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
Francesco di Assisi: Leggenda Maggiore 1032
Di lì a poco si mise in viaggio; ma, appena giunto nella città più vicina, udì nella
notte il Signore, che in tono familiare gli diceva: " Francesco, chi ti può giovare di
più: il signore o il servo, il ricco o il poverello? ". " Il signore e il ricco ", rispose
Francesco. E subito la voce incalzò: " E allora perché lasci il Signore per il servo; Dio
così ricco, per l'uomo, così povero? ".
Francesco, allora: " Signore, che vuoi che io faccia? ". " Ritorna nella tua terra rispose il Signore - perché la visione, che tu hai avuto, raffigura una missione
spirituale, che si deve compiere in te, non per disposizione umana, ma per
disposizione divina ".
Venuto il mattino, egli ritorna in fretta alla volta di Assisi, lieto e sicuro. Divenuto
ormai modello di obbedienza, restava in attesa della volontà di Dio
Il tema dell’ascolto della Parola di Dio, dietro suggerimento degli animatori e in
sintonia con il vostro cammino di fraternità, lo sviluppiamo parlando della Lectio
divina
Lectio Divina: dal latino, Lettura divina; lettura della Sacra Scrittura. Si intende
l’incontro con il Signore Gesù che parla, attraverso la sua Parola, ad ogni uomo,
alla comunità-fraternità e alla Chiesa intera.
Questa esperienza tu la fai già: ogni domenica, partecipando a Messa. Ogni volta
che a Messa ascolti le Letture, nella fede tu sai che è Cristo che parla alla sua
Chiesa. Attraverso la voce del lettore/diacono/sacerdote che proclama la Sacra
Scrittura, Dio parla al suo Popolo, Cristo si manifesta vivente e risorto (sono io, non
abbiate paura, sono con voi fino alla fine dei tempi), lo Spirito Santo scende con
abbondanza nel tuo cuore, lo apre e ti fa comprendere, ti fa riconoscere in quella
umana parola, la Parola di Dio, per te, qui e ora.
Quanto è bello. Quante volte ne hai fatto esperienza a Messa: sono sicuro, tante
volte. Hai avuto la serena certezza non solo che il Signore ha parlato alla comunità
ma alla tua vita: queste parole, questa Parola oggi parla a me, parla di me. Ecco: il
Signore mi ha parlato. Questo avviene per la forza potente dello Spirito Santo. È
una sua operazione, non è un gioco psicologico né tantomeno un oroscopo
spirituale. È l’operazione dello Spirito (così la chiamava Francesco d’Assisi,
raccomandando ai suoi frati che non estinguessero mai lo Spirito di orazione e
devozione e la Sua santa operazione). Forse in italiano non suona bene:
l’operazione dello Spirito, significa che lo Spirito del Signore Gesù, vivo e presente,
agisce nella tua vita, realmente. Ci credi? Ecco, la Lectio Divina è una scommessa di
fede.
Scommetto nella fede che in quel testo scritto secoli e secoli fa, non solo è
contenuta la storia del popolo di Israele, di Gesù e della Chiesa nascente, ma è
contenuta la mia storia. Il Vangelo parla di Gesù, racconta di Gesù ma parla anche
di me, racconta anche di me. Ecco perché, non solo la domenica ma anche ogni
giorno, tu puoi fare esperienza dell’incontro con il Signore Gesù nella sua Parola,
nel suo Vangelo.
Mi incontro con la Parola di Dio per incontrare Gesù; mi incontro con la sua Parola
per incontrare me stesso. Incontrando la Parola di Dio, conoscerò Gesù;
incontrando la sua Parola, conoscerò me stesso. Provare per credere. Te lo posso
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assicurare: è così. E ne ho fatto esperienza anche in diverse fraternità Gifra, con
tanti giovani. La Parola di Dio penetra dentro di noi e scende in profondità (ce lo
ricorda la Lettera agli Ebrei), scandaglia il nostro cuore, fa emergere le nostre
passioni, riscalda il nostro cuore, ci rende consapevoli del nostro peccato (chi può
dirci se abbiamo peccato se non la Parola del Signore?), ci rende più assomiglianti a
Gesù.
Insomma, la lectio divina non è un freddo esercizio mentale o una tecnica
intellettuale per sapientoni. È un incontro d’amore con il Signore, amato sposo
della Chiesa. È un incontro d’amore. È la passione di Dio per noi e nostra per Dio. O
come giovani francescani saprete diventare uomini e donne passionali e ardenti
del fuoco dell’amore divino (Francesco lo era, ce lo insegna e noi siamo fortunati,
in questo, ad averlo come esempio) o sarete freddi cattolici praticanti, e forse pure
un po’ bigotti. No, state rispondendo tra voi e voi: non sarà così. Ci credo.
11Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco, io sto per fare in Israele una cosa che
risuonerà negli orecchi di chiunque l'udrà. 12In quel giorno compirò contro Eli
quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. 13Gli ho
annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché sapeva che i
suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti.14Per questo io giuro contro la
casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né con
le offerte!». 15Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del
Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli. 16Eli chiamò
Samuele e gli disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi».17Disse: «Che
discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche
peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto». 18Allora Samuele
gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: «È il Signore! Faccia ciò che a
lui pare bene».
19Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola
delle sue parole.
20Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato
costituito profeta del Signore.
21Il Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a
Silo con la sua parola.
La vocazione di Samuele è non lasciare andare a vuoto una sola delle parole del
Signore
Lui in Israele fu un grande profeta… (tra le cose.. consacrò Saul e poi Davide come
re di Israele)…
Tre elementi per noi oggi, per queste giornate formative:
Parola di Dio
Guida spirituale
Comunità - Chiesa – fraternità (assente nel brano di Samuele)
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