Anno I - N°8 Av - Elul 5773 Agosto 2013 IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA’ COMUNITA’ EBRAICA ! Siamo andati a rileggerci gli “Obiettivi” dichiarati nell’Editoriale del 1° numero del Bollettino. Abbiamo voluto verificare se fossimo stati capaci, fino ad oggi, di mantenere fede alle Linee Guida che ci eravamo proposti. Si indicavano, sostanzialmente, i seguenti punti qualificanti il nostro giornalino: • …farvi meglio seguire la vita della “cheillà” rendendovi partecipi degli eventi programmati dalla Comunità e dalle Associazioni ebraiche. • …ricordare, mese per mese, e parlare delle ricorrenze religiose. • …dare risalto alle attività di insegnamento ed intrattenimento per i giovani e dedicare spazio ai giochi. • …fare conoscere ed apprezzare i nostri Beni Culturali ed Artistici. • …spingervi ad utilizzare la nostra Biblioteca moderna fruendo delle centinaia di volumi consultabili. • …tenervi informati circa le attività del Consiglio (comprese le Riunioni) mantenendovi aggiornati sullo stato di avanzamento dei Progetti impostati. 1 • …pubblicare i contributi (articoli-lettere) di tutti gli iscritti sia di carattere religioso, laico, culturale sia per segnalare eventi di risonanza nazionale ma anche necessità, aspirazioni e proposte di soluzioni ai problemi della nostra cheillà. Guardando i numeri pregressi del Bollettino, ci sembra di poter dire che: • abbiamo ricevuto, e pubblicato, contributi di Consiglieri (Vittorio Mosseri - Silvia Ottolenghi - Guido Servi) contributi di Iscritti e non Iscritti (Anna Pesaro - Daniele Bedarida - Genny DePas - Nora De Pas - Iris Fabrisco). • sono state proposte le sintesi di tutte (puff..puff..che fatica!) le Riunioni di Consiglio invitando, ripetutamente, i nostri lettori ad approfondire e verificare sui Verbali Ufficiali le discussioni riportate e le delibere approvate . • è stato fatto il resoconto mensile delle attività giovanili, sulla base dei dati/informazioni ottenute direttamente dagli insegnanti, e sono stati proposti giochi per i più …curiosi. • sono state fornite informazioni, verificate e verificabili, circa lo Statuto UCEI, la Claim’s Conference, la Normativa vigente per accedervi, la Normativa relativa alle Tasse di Culto, le relative sanzioni previste per i morosi e le facilitazioni proposte dal Consiglio. • abbiamo parlato, in più puntate, del nostro Patrimonio Culturale e dei progetti realizzati e di quelli in corso per la sua valorizzazione/fruizione interna ed esterna alla Comunità. 2 • sono stati pubblicati resoconti di tutte le più importanti manifestazioni a livello Cittadino e Comunitario (GECE-GdM-50°Ann.Sinagoga-Incontri UCEIIngresso#2 Sefer Torah-Conferenze-CusCussate etc..) • e ..tante altre informazioni, intervallate da vignette….colorate e smitizzanti, sono state riportate con metodo oggettivo, quasi cronistico. Le opinioni sono state riportate, solo e sempre, riferite a chi le aveva espresse nella dialettica delle Riunioni di Consiglio, quindi con la massima trasparenza possibile. Questo e-journal non è nato come “giornalino di opinione” per esprimere, cioè, le idee di un gruppo o di una persona, ma come Voce Ufficiale della Comunità di Livorno. Entro questi limiti, il “Bollettino della Comunità” è vostro, nostro ..di tutti gli iscritti; tutti coloro che vorranno proporci un argomento di interesse Comunitario, analizzare un problema irrisolto ed indicarne la possibile soluzione, inviarci un articolo ed una notizia piuttosto che un gioco od una critica editoriale, troveranno subito spazio sull’organo ufficiale della Comunità. Quello che non faremo, mai, mai è trasformarlo in uno spazio per discussioni, attacchi, polemiche per le quali chi le ritenesse necessarie può trovare altri spazi o contesti a disposizione. Anche perché pensiamo, consentiteci una opinione, che la dialettica delle “parole parlate” possa servire di più di quella delle “parole scritte” a trovare la soluzione di qualunque problema, con un po’ di buona volontà. Durante il periodo delle Ferie estive, continueremo a tenervi compagnia anche se usciremo un po’ …più leggeri come del resto richiede la stagione. Buon Bollettino a tutti coloro che lo leggono. 3 - ATTIVITA’ GIOVANI & TALMUD TORA’ - Con l’occasione vi rinnoviamo l’augurio: una splendida estate magari… vuota (vacanza),ma felice e rilassante!!! - ATTIVITA’ della COMUNITA’ • Il Consiglio Come dicevamo il mese scorso, la Comunità è sempre aperta, ....salvo le Feste comandate, per tutti i correligionari. Anche il Consiglio continua il suo lavoro di gestione e di preparazione delle prossime attività. Per analizzare il Bilancio Consuntivo dell’esercizio 2012, ed aggiornare i progetti in corso, è stata indetta una Riunione di Consiglio, Lunedì 29 Luglio ore 21.00, con il seguente Ordine del Giorno: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Esame ed approvazione Bilancio Consuntivo esercizio 2012 Comodato quadro Natali Commissione “Affari Sociali” Aggiornamento lavori Restauro Cimitero Monumentale Giornata Europea della Cultura Ebraica Varie ed eventuali Pur a costo di ritardare di qualche giorno l’uscita del Bollettino di Agosto, vogliamo riportare un breve estratto della Riunione; invitiamo, come sempre, tutti gli interessati…più curiosi a rivolgersi al Segretario per consultare il Verbale Ufficiale della riunione. La Riunione ha registrato la presenza di 4 Consiglieri, causa l’assenza preannunciata di due componenti il Consiglio. 1. Il Presidente illustra il Bilancio consuntivo ,esercizio 2012, analizzandone le sezioni contrapposte , e sottolinea l’avanzo positivo di 7.578 Euro, che verrà riportato a nuovo nell’esercizio 2013. L’analisi del dettaglio, sezione Entrate , mostra un aumento % degli affitti riscossi ed anche un aumento dei Contributi Culto 4 ,in prima analisi attribuiti alle campagne di sensibilizzazione ed alla migliore comunicazione con gli iscritti. L’analisi della sezione Uscite, pur mostrando un contenimento delle spese, non fornisce ancora evidenza della riduzione delle spese generali, conseguenti alla revisione dei contratti delle utilities, che risulteranno evidenti nel prossimo esercizio. Viene fatto notare la difficile lettura del Bilancio “pubblicistico” ed il Consiglio auspica che Ucei riesca a portare a termine, entro fine 2013, il progetto di contabilità unificata con bilanci di tipo “privatistico” (aziendale). Il Bilancio Consuntivo Anno 2012 viene approvato all’unanimità. 2. Il testo del contratto di comodato gratuito per il quadro di Natali, donato da Paolo Toaff z.l. alla Comunità, presentato dalla Sig.ra Iris Fabrisco viene giudicato adeguato ed, ai fini assicurativi, il Consiglio decide di attribuire al dipinto un valore di 15.000 euro. 3. Il Consigliere Levi relaziona sulla prima riunione della “Commissione Sociale” che ha iniziato l’analisi delle posizioni di alcuni sussidiati della Comunità. Nel prossimo incontro verranno analizzate le posizioni rimanenti e richiesti agli interessati aggiornamenti e/o integrazioni dei documenti ritenuti necessari dalla Commissione per fornire un giudizio basato su dati oggettivi. Relativamente alla nuova richiesta di sussidio pervenuta, il Consiglio decide di farla valutare dalla Commissione, come le altre. 4. Il Consigliere Giachetti illustra brevemente i risultati della licitazione privata per assegnare i lavori di restauro conservativo delle strutture esterne del Cimitero: viste le offerte e controfferte pervenute al capitolato del Bando della Comunità, il Consiglio approva all’unanimità di assegnare i lavori alla ditta CLC di Livorno. L’offerta prescelta è comprensiva degli oneri quali suolo pubblico, elettricità etc… e prevede l’assunzione di un giovane disoccupato della Comunità per la durata dei lavori. Il cantiere inizierà i lavori il 1° Settembre ed interromperà i lavori per le festività ebraiche secondo il calendario loro fornito. Direttore Responsabile dei Lavori sarà l’ Architetto Fabrizio Giraldi coadiuvato dal geom. Raffaello Marradi. 5. Il Vicepresidente Servi illustra il programma di massima per la 13° Giornata Europea della Cultura Ebraica fissata per il 29 Settembre. Oltre le tradizionali visite guidate di Sinagoga, Museo e Cimitero, la bozza di programma, in attesa delle conferme di fattibilità, prevede: - Mostra di pannelli dedicati alle “Sette Specie di piante” della Torà ed alle piante utilizzate per i seder di Rosh ha-Scianà ,Tu-Bihsvat… - Spettacolo di Musiche e narrazione “Perché l’uomo è un Albero del Campo” di Eyal Lerner 5 - Conferenza dedicata a “Natura ed Ambiente” nella Torà (relatore da definire). Il Consiglio approva ed indica per il budget a disposizione la stessa cifra dello scorso anno. 6 . Con l’aiuto di Michael Khan, sono state controllate, a campione, alcune delle prime 56 schede relative alle “Seicentine” catalogate ed immesse in Indice ed in Polo dalla prof.sa Periti. Sono state richieste correzioni di alcuni errori sistematici sul testo ebraico e per uniformare alcune parole del traslitterato vocalizzato. Verificata la sostanziale congruità del lavoro il Consiglio delibera il pagamento della notula presentata dalla Sig.ra Periti. l Segretario effettuerà, contestualmente al pagamento la richiesta di rimborso alla Fondazione CA.RI.LI. in conto del finanziamento a suo tempo concesso. . Viene esaminato il Preventivo per la riparazione di #25 Rimmonim e del candelabro del tempio, richiesto dopo la soddisfacente riparazione di prova effettuata. Il Consiglio, raccomandando di compilare bolle di consegna a fronte dell’uscita dei beni da riparare, decide di procedere, coppia per coppia, alle riparazioni entro i Moadim 5774. Terminata l’analisi degli aspetti più urgenti, il Consiglio si scioglie alle 23.40. “Terza • P a g i n a” Una Storia …..dimenticata Lavorando nella Biblioteca del Talmud Torà in Via Micali, capitava spesso di trovate volumi editi e stampati a Salonicco nel XVII-XVIII secolo. Curiosamente, apparivano non aver subito gli attacchi dei tarli e la carta, usata per stamparli, era particolarmente chiara e bianca; i caratteri ebraici, però, erano meno belli e meno impressi rispetto a quelli usati ad Amsterdam od a Livorno. Un anno fa circa, mi capitò di vedere (ed acquistare) il libro “Con le radici in cielo” di Saul Israel. Questo romanzo è ambientato tra Salonicco, prima del crollo della sua Comunità, e l’Italia fascista; durante la lettura mi venne voglia di conoscere meglio la storia di questa città o meglio della sua Comunità (del resto anche David Ben Gurion, prima della fondazione dello stato d’Israele, era salito nella città greca per capire come si fosse realizzato il miracolo della “Gerusalemme dei Balcani”). 6 Man mano che approfondivo l’argomento, apparivano sempre più evidenti i tanti parallelismi con la nascita, lo sviluppo e la vita della Comunità di Livorno Le radici comuni sono in terra di Spagna;…in cielo ,purtroppo, ci sono le anime dimenticate dei 57.000 ebrei di Salonicco deportati dai Nazisti. - I soggetti di questo brano di Storia dimenticata sono: la città di Salonicco la sua grande Comunità ebraica - il Signor Guelfo Zamboni. La Città di Salonicco fu fondata nel 316, prima dell’Era Volgare, dal re macedone Cassandro, che le dette il nome della moglie Tessalonica. Situata in Macedonia, sulla penisola Calcidica nel mare Egeo, non lontana dalla piccola Pella dove nacque Alessandro Magno, alla caduta del regno di Macedonia, nel 146 ante E. V, entrò a far parte dell’Impero Romano e divenne un importante centro commerciale sulla Via Ignazia,che collegava Costantinopoli a Durazzo. Nel 42 E.V., per essersi schierata dalla parte di Antonio (contro Cassio e Bruto) venne dichiarata “città libera” con il suo demos; a quell’epoca era già presente in città, una colonia ebraica proveniente dalla Palestina. Alla divisione dell’Impero romano , la Città ricadde sotto la dominazione dell’impero romano d‘Oriente ed era seconda , per importanza, solo a Costantinopoli. Nel periodo Medioevale, passò di mano più volte; mussulmani – normanni impero latino - impero bizantino- veneziani si alternarono, fino a quando, nel 1430 E.V, il sultano ottomano Murad II la acquisì all’Impero Ottomano, fino al 1912. Il secondo soggetto di questa storia è la Comunità Ebraica costituita, essenzialmente, di Ebrei sefarditi. Gli Ebrei, espulsi dal regno spagnolo da Isabella di Castiglia (e poi dai Regni Portoghese- Siciliano- Provenzale e Napoletano) ,approdarono nell’Impero ottomano e soprattutto nella cittadina di Salonicco, poco popolata e situata in posizione geografica favorevole per i commerci. 7 Le Comunità ebraiche nell’impero ottomano godettero della protezione degli imperatori, e prosperarono consolidandosi in relativa tranquillità. Verso la metà del XVI secolo, Salonicco divenne uno dei principali centri dell’ebraismo sefardita nel Mediterraneo; gli ebrei pur vivendo immersi nel mondo ottomano conservarono, ed usavano, la loro lingua di origine (il giudeo-spagnolo “djudezmo), vivevano secondo le loro tradizioni e la città si fermava per lo shabbat e le feste comandate. Ogni famiglia faceva capo ad una delle cinquanta Sinagoghe, erette nelle viuzze del centro della città, ognuna con il nome delle regioni di cui i frequentatori erano originari (alcune anche italiane). L'ebraismo a Salonicco, che aveva per lungo tempo beneficiato degli apporti successivi di idee e conoscenze delle successive ondate d'immigrazione sefardita, si affievolì nella pratica routinaria ,quando questi apporti umani, poco a poco si esaurirono nel XVII secolo. Le yéshivot erano ancora molto frequentate, ma gli insegnamenti che vi s'impartivano erano molto formali. Le stampe di opere religiose continuavano ma senza alcun rinnovamento. È in questo contesto che giunse, da Smirne, un giovane e brillante rabbino, Shabbatai Zevi. Espulso dalla sua città verso il 1651, dopo aver proclamato di essere il messia, arrivò a Salonicco dove la sua reputazione di saggio e cabalista si consolidò molto velocemente. I suoi seguaci più numerosi erano membri della sinagoga Shalom e vecchi marrani. Dopo alcuni anni di prudenza, egli fece di nuovo scandalo nel corso di un banchetto solenne nel cortile della Sinagoga Shalom presentandosi come il Messia ben David, discendente del re Davide. Il consiglio rabbinico lo cacciò dalla città e Sabbatai Zevi continuò a diffondere la propria dottrina in altre città del mondo sefardita. Ma il suo passaggio a Salonicco, come in altre città, divise la comunità ebraica e questi episodi crearono una turbolenza tale che 300 famiglie, tra le più ricche della città, decisero nel 1686 di abbracciare l'Islam (come aveva fatto Shabbatai Zevi) senza che le autorità rabbiniche potessero reagire, poiché la conversione era vista di buon occhio dall'autorità ottomana. Queste, che i turchi soprannominarono Dönme, cioè "convertiti", pur avendo scelto la conversione, non si mescolarono mai ai turchi. L’ebraismo, a Salonicco, conobbe una vera rinascita nella seconda metà del XIX secolo. La rigenerazione venne dagli ebrei "franchi", i Frankos, cioè gli ebrei provenienti dai paesi cattolici, in particolare dalla Comunità di Livorno. Nel contesto sociale tutte le classi erano rappresentate: i commercianti, i negozianti, gli amministratori ed alla fine dell’800 anche i facchini del porto con il turbante bianco (per distinguersi dai cristiani e dai mussulmani che lo 8 avevano blu e giallo rispettivamente); ma l’attività più famosa e praticata era la filatura della lana, strettamente regolamentata in tutte le congregazioni che partecipavano a questa filiera artigianale. I drappi, le coperte ed i tappeti di Salonicco acquisirono molto velocemente una grande notorietà e furono esportati in tutto l'impero, da Istanbul a Alessandria passando per Smirne e l'attività tessile si diffuse in tutte le località prossime al golfo Termaico. Quest'attività divenne perfino un affare di Stato, a partire dal momento in cui il Sultano decise di vestire le truppe di giannizzeri con i tessuti di lana di Salonicco, caldi ed impermeabili. Disposizioni furono prese per proteggere l'approvvigionamento, così un editto del 1576 obbligò gli allevatori di montoni a fornire, in esclusiva, la loro lana agli ebrei fino a che questi non ne avessero acquisito la quantità necessaria alla filatura per gli ordinativi della Sublime Porta. Per più di 400 anni la Comunità Ebraica di Salonicco visse al riparo dalle minacce e dalle persecuzioni che tormentavano i correligionari europei ed era, internazionalmente,conosciuta come la “Gerusalemme dei Balcani”. Un incendio, avvenuto nel 1890, fu il pretesto per la ricostruzione di una parte della città, che da quel momento conobbe uno spettacolare sviluppo industriale divenendo , rapidamente, il centro più moderno, vivace e cosmopolita dell’impero. Ancora una volta gli imprenditori all'origine di questo sviluppo erano in maggioranza ebrei, caso unico nel mondo ottomano. Gli Allatini (Mosè Allatini livornese) furono la punta di diamante della imprenditoria ebraica; impiantarono diverse attività su scala industriale, mulini e altre industrie alimentari, mattonifici, manifatture del tabacco. Molti commercianti sostennero l'introduzione di una grande industria tessile, attività che fino ad allora era praticata a livello artigianale. Salonicco era la città più Europea dell’Impero ottomano ed agli inizi del’900 contava 132.000 abitanti; gli Ebrei erano circa 65.000, i Mussulmani 30.000 altri 35.000 erano greci ortodossi. Ma l’Impero ottomano, malato, era alla fine dei suoi giorni ed anche quel mondo magico e cosmopolita; quell’atmosfera orientale e turca, la vita giudeo-spagnola e la realtà greco–balcanica erano vicino al crollo. Nel 1912, nell’ambito delle guerre balcaniche, Salonicco fu occupata dall’esercito greco e, dopo alcuni anni, annessa alla Grecia. Un altro incendio nel 1917 (doloso?) colpì la parte della città abitata dagli ebrei e, nella ricostruzione, il governo greco espropriò le zone incendiate e lasciò la comunità Ebraica senza case né terre. Il nuovo Piano Regolatore trasformò Salonicco in una città ellenica cancellando ,di fatto, l’esperienza storica della Gerusalemme dei Balcani. Era in corso la Prima Guerra Mondiale e già dal 1916 le truppe dell’Intesa (francesi, italiane ed inglesi) erano sbarcate a Salonicco usando il suo porto come base. La cultura e le nuove idee dei paesi europei affascinavano sempre di più le giovani generazioni ebree, lo svolgimento delle attività commerciali per gli 9 ebrei era sempre più difficile e molte famiglie, tra le più benestanti, cominciarono ad abbandonare Salonicco per la Francia, l’Italia e gli Stati Uniti. Solo in questo momento,… mi sono ricordato di Isacco Baiona z.l., nato a Salonicco nel 1926, e della sua famiglia ! All’inizio degli anni ’30, nubi minacciose si addensarono sui cieli d’Europa: in Italia la dittatura fascista si era radicata e consolidata in Germania Hitler faceva sentire le sue minacciose dichiarazioni. E dopo la pubblicazione delle Leggi Razziali, nel 1940 Mussolini e Ciano, contraddicendo promesse di eterna amicizia decisero…di “spezzare le reni alla Grecia”. Impresa disastrosa fin dall’esordio perché, in realtà, erano i Greci che stavano spezzando le reni all’Italia ed Hitler, inferocito per l’avventata decisione italiana, fu costretto a dirottare parte delle sue truppe in Grecia per evitare una umiliante sconfitta all’alleato. Le truppe italiane avevano quartier generale ad Atene e quelle tedesche a Salonicco. Ed è in questo contesto che compare il terzo soggetto di questa storia: Guelfo Zamboni Console italiano a Salonicco . Romagnolo sanguigno, fascista, ex addetto consolare a Berlino e rigoroso servitore dello stato, al momento di scegliere tra ottusa ed incondizionata obbedienza e coscienza, ascoltò la sua coscienza. Quando nel 1943, Eichmann inviò due dei suoi migliori esecutori della “soluzione finale” (A. Brunner e D. Wisliceny) con il compito di cancellare la potentissima Comunità della Gerusalemme Balcanica, il Console Zamboni riuscì a tener testa agli aguzzini tedeschi. Impose il concetto che non si potessero deportare ebrei italiani perché prima erano italiani e poi ebrei e, con l’aiuto di funzionari del Ministero degli Esteri e dei Servizi Segreti, riuscì a concedere la nazionalità italiana a numerosi esponenti della comunità ebraica locale. Dalla sede di Villa Olga, villa costruita nel 1878 per una famiglia ebraica e successivamente venduta all’Italia, iniziò un disperato carteggio con Roma chiedendo ordini di servizio e certificazioni fasulle per strappare gli ebrei dai treni di morte tedeschi. Almeno 350 ebrei furono così salvati dai campi di concentramento ed il Console divenne così famoso tra gli ebrei di Salonicco che molti, già allora, lo consideravano un “Giusto”. E… la Medaglia di Giusto è stata, infatti, attribuita dal Yad Va-Shem di Gerusalemme a Guelfo Zamboni, ma nondimeno la Comunità di Salonicco fu annientata con la deportazione di oltre 57.000 ebrei. 10 Anche l’antico Cimitero Ebraico, con centinaia di migliaia di tombe, fu raso al suolo dai nazisti,che ne utilizzarono i marmi per costruire ville e piscine per i gerarchi del regime. Sulla vasta area del più grande Cimitero della città fu, poi, costruita l’Università, che porta il nome del maestro di Alessandro Magno, il grande filosofo Aristotele. L’indifferenza ha colpito e distrutto; non resta neppure il ricordo di 500 anni di Storia di Salonicco; forse solo i più anziani passando per Piazza Elefteria, oggi affollata stazione degli autobus, ricordano l’infamia più terribile: quello che l’odio razziale fece ai concittadini ebrei che venivano radunati in quella piazza per pratiche umilianti e per essere deportati. Anche Villa Olga, dal nome della seconda regina di Grecia, negli anni ’40 sede del consolato ed ancora proprietà italiana, che fu rifugio materiale e morale per centinaia di ebrei è desolatamente abbandonata all’incuria; ferita a morte dall’abbandono e dall’indifferenza. Salonicco ospiterà la IV Biennale d’Arte; la manifestazione si svolgerà (18.09.’13 – 31.01.’14) nei principali Musei della città ed in “luoghi da scoprire” e con progetti che guardano alla contemporaneità. Ma, non era possibile eliminare completamente il passato: con immagini retroilluminate si mostreranno, tra l’altro, i duri lavori del porto di Salonicco nel XIX secolo, e ..si vedranno anche… lavoratori ebrei dal bianco turbante, bambini ebrei reclutati per fare facchinaggio. Tutto il mondo culturale, religioso, commerciale che in 500 anni gli ebrei avevano creato nella Gerusalemme Balcanica …..é solo sui libri. 11 - LE PAGINE delle TRADIZIONE - L’estate è in pieno svolgimento, sia climatico sia di calendario, ma già sentiamo l’imminente arrivo di Rosh ha-Shanà e Kippur. Quest’anno il 4 Settembre sarà “vigilia di Rosh ha-Shanà” e, talvolta, abbiamo una strana e vaga sensazione, pervasa di dubbi e di incertezze su quanto si è fatto nell’anno quasi trascorso…. ; è una inquietudine che ci pervade e ci porta ad analizzare il nostro operato. Josef Klausner, nella prefazione del libro Sefer ha-Moadim, scriveva: “..Se venisse da me la stessa persona che andò da Hillel chiedendo di insegnarli tutta la Torà mentre rimaneva dritto su un piede solo, gli direi :” l’Ebraismo è fede che si è trasformata in vita. Il resto è solo commento. Vai e studia.” Infatti, la santificazione della vita si raggiunge con l’osservanza delle mitzvòth, che sono tappe fisse e sicure attraverso le quali l’insegnamento della Torà (e quindi la Fede) si trasforma in opere quotidiane cioè in vita per l’uomo. I Maestri ci insegnano che veniamo giudicati, da D’o e dagli uomini, non sulla base di ciò che diciamo ma da quello che facciamo o non facciamo. La manifestazione di un sentimento, anche sincero e spontaneo, non acquista valore se non si realizza in un’opera concreta . Si legge in Isaia LVII,6..: “Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi....Non è egli questo che tu divida il tuo pane con chi ha fame? ” ed ancora: “la pratica del bene è superiore alla teoria del bene: fare è più di sapere; il sapere è vano se rimane astratto e non si attua” (D. Lattes-Fede ed Opere) Sottoporre l’animo alla tortura di dubbi e rimorsi, che la paura sa suggerire disordinatamente, non basta; bisogna saper trovare, grazie a questo particolare stato d’animo, la via sicura che conduce all’azione buona e riparatrice. Solo in questo modo si può rinnovare il proprio essere e santificare la propria vita; attraverso le nostre opere quotidiane, quindi, possiamo diventare umili e fedeli collaboratori dell’opera del Signore. 12 Come D’o disse e fù, facendo seguire l’Opera della creazione all’enunciazione dell’Idea, così l’uomo deve tendere, con la sua fatica, le sue opere e secondo la tradizione ebraica, alla santificazione ed all’armonia del mondo. Per raggiungere la santificazione ed armonia, secondo l’isegnamento ebraico è necessario che ciascun individuo operi con la collettività e per la collettività . “Israele è il popolo di D’o quando compie il bene e la sua elezione deve essere continuamente riconquistata, altrimenti esso diventa “ lò ammì’ ” (non mio popolo). L’idea di Popolo, per Israele, non è soltanto un’identità etnica, nazionale vivente in un territorio ed in un certo periodo temporale, ma un concetto spirituale in atto. Popolo per l’Ebraismo è la somma di tutte le individualità che lo compongono, ognuna con il suo posto e la sua responsabilità. Tuttavia, se ognuno compie il Bene nella solitudine della propria vita, non ha ancora compiuto tutto il suo dovere; è necessario fare argine al Male, impedire con l’esempio ed il convincimento, che altri operino in modo contrario alla tradizione. L’Ebreo deve immedesimarsi talmente con il suo Popolo, da sentire il Male che lo circonda come proprio. E’ il senso di responsabilità collettiva che ci viene richiesto; il Profeta non può ammettere che il Popolo, il popolo di D’o, pur possedendo la verità, non la attui senza incertezze, senza compromessi in tutti i campi della vita. L’idea profetica di conversione è il ritrovare, dentro la propria anima, la via del Signore che ci consenta di modificare i nostri comportamenti: essere giusti e pietosi, vivere del proprio lavoro e non del sudore degli altri, non sparlare ne svergognare il prossimo,..aiutare l’orfano e la vedova… Con il ritorno alle mitzvoth l’arrivo del “Giorno del Signore” sarà un’esaltante attesa; il suono dello Shofar di Rosh ha-Scianà non dovrà svegliarci, ma troverà “gli scampati della Casa di Giacobbe” pronti a ricostruire, grande, il Popolo del Signore. 13 - L’angolo dei giochi - Cambiamo Gioco: Gioco: un gioco da …spiaggia …spiaggia per l’Estate Quello che voglio proporvi é un passatempo oltre che un gioco; era molto popolare negli anni ‘60 su tutte le spiagge. E non crediate che fosse un gioco …solo per bambini ! Anzi, gli adulti si divertivano così tanto che inventato i Campionati Mondiali per Squadre nazionali !!! hanno Come dicevamo prima è un passatempo e poi un gioco e capirete subito perché, dopo che vi avrò detto di cosa si tratta. L’aspetto molto positivo è che consente di socializzare e di fare nuove amicizie Ma…forse avete già capito !!? - Materiali occorrenti • • • • • • • • Una spiaggia, grande e…con sabbia fine Secchi, palette e una tavoletta di legno/plastica Biglie di vetro o grosse di plastica Fantasia creativa Gruppo di amici Tempo… qualche ora Regole stabilite per il gioco Bandierine segna posizione Con questi ….materiali dovrete creare una pista, con rettilinei curve e montagne sulla quale farete poi le gare di velocità …a chi arriva primo ! 14 -Preparazione La preparazione non è difficile, ma deve essere accurata e possibilmente rapida: Scegliete un pezzo di spiaggia, libera da ombrelloni, e vicina al mare per essere comodi per riempire i secchi con l’acqua da versare sulla sabbia e per avere, sotto, una sabbia più compatta. Decidete il tracciato della pista che volete creare : - un anello per le alte velocità un “circuito cittadino” piano ma con tante curve e rettilinei oppure un percorso “misto” con rettilinei e montagne….. uno di voi si siederà sulla sabbia, un altro lo afferrerà per i piedi e comincerà a tirarlo. Il suo “sedere” farà la traccia della pista !! Ora bisogna tracciare il percorso deciso: Adesso comincia il lavoro di …Squadra ed il passatempo. Dividetevi i compiti e …via a costruire la pista: …io porto l’acqua per bagnare la sabbia, tu la batti con la tavoletta di legno, lui costruisce i “muretti” laterali (per evitare che le palline vadano fuori pista), l’altro fa la montagna da scalare, un altro liscerà il percorso con le mani…. 15 Tutti insieme farete le rifiniture (schizzare un po’ d’acqua, lisciare meglio la curva ed indicare il punto di Partenza ed ora che tutto è pronto: pronto rinfrescatevi le regole (se la pallina esce si può tirare un’altra volta – se si danneggia la pista per tirare ci sono penalità - quanti giri si fanno – etc…?) e via…. via…. con la gara. gara. Buon divertimento! Dimenticavo: ricordate di spruzzare un po’ d’acqua sulla pista perché il sole l’asciuga rapidamente! Ciao !! Alla prossima puntata per arrivare a fare il Vulcano!!! 16 Vi proponiamo, come al solito, il calendario delle ricorrenze religiose relative a Agosto 2013. Come sapete, le attività socio–culturali nei mesi estivi (Luglio-Agosto) sono sospese. A Settembre, dopo i Moadim, le attività riprenderanno con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, GECE, quest’anno programmata per : Domenica 29 Settembre. 17 Agosto 2013 Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì 1(25 Av) Venerdì 2 Sabato 3 “Shabbat Reè” Accensione candele 20.22 Domenica (28 Av) Deuter. 11:26-16:17 Aftarà Isaia 54:11-55:5 Uscita 21.24 5 6 (30 Av) 7 Rosh Chodesch Rosh Chodesch Sefer Sefer Numeri Numeri (28:1-15) (28:1-15) (1 Elul) 8 9 10 11 “Shabbat Accensione candele 20.13 Shofetim” Sefer : Deuter. 16:18-21:9) Aftarà Samuele (8:1-22) Uscita 21.14 12 13 14 15 16 (10 Elul) 17 Accensione candele 20.02 18 “Shabbat Ki Thetsè” “Deuter. (21:10-25:19) Aftarà Isaia 54:1-10 Uscita 21.04 19 20 21 22 23 T 26 Accensione candele 19.51 27 28 29(23 Elul) 30 Accensione candele 19.39 18 24 “Shabbat Ki Tavò“ Deuter. (26:1-29:8) Aftarà Isaia 60:1-22 Uscita 20.52 31 (25 Elul) “Shabbat Nitzavim” Deuter. (29:9-31:30) Aftarà Isaia 61:10 63:9 Uscita 20.40 25 4 - Parashot del Mese - 3 Agosto: Parashà Reè (Deuter. 11:26–16:17). Mosè conclude il suo discorso e le sue amorose esortazioni richiamando il popolo sul suo contenuto essenziale: sul bene, prosperità e sicurezza di cui avrebbe goduto nella terra promessa se avesse adempiuto alle Leggi ed alla inevitabile rovina se le avesse trasgredite. Ordinava di stabilire sul Monte Gherizìm la sede della benedizione e sul Monte Evàl quella della maledizione. Ricorda il dovere di cancellare ogni traccia di idolatria ed abbattere i simulacri ed i templi eretti sui monti dai Cananei per i loro dei. Il culto ebraico non doveva avere monumenti sparsi in varie località ma accentrarsi in una unica Sede che sarebbe stata indicata dal Signore. In questa sede sarebbero stati portati i sacrifici, le offerte, le decime e le primizie e la l’oblatore avrebbe potuto consumare la parte che gli spettava. Cessava, così, il divieto di scannare gli animali per uso privato lontano dal Tabernacolo in uso nel deserto; restava il severo monito di astenersi dall’uso del sangue che, anche nei sacrifici doveva essere versato a terra. Si raccomanda di guardarsi dai falsi profeti e ricordare che niente può essere tolto e niente può essere aggiunto alla Torà, ai comandi trasmessi. Se si fosse verificato che una intera città fosse stata indotta all’idolatria le autorità avrebbero dovuto fare una severa inchiesta e trovando conferma di atti scandalosi avrebbero dovuto condannare la città e distruggerla senza mai più ricostruirla (Mai, però questo eventualità si è presentata nella storia di Israele). Vengono ripetute le norme alimentari, le norme della decima, l’anno della remissione dei debiti e dell’emancipazione dei servi. Si riprendono anche le norme relative alle tre Feste in cui si doveva fare il pellegrinaggio alla sede del Tempio, nel luogo indicato dal Signore. Haftarà (Isaia 54:11-55:5) Non c’è correlazione con la Parashàh, ma è un brano di consolazione dopo il 9 di Av. 10 Agosto: Parashàh Sciofetìm (Deuter.16:18-21:9) La giustizia non poteva più essere amministrata come durante le peregrinazioni nel deserto, e Mosè invita il popolo alla instaurazione di Tribunali ed alla nomina di giudici e magistrati (che giudicano e vigilano sulla esecuzione delle pene) in ogni città dicendo: “zedeq-zedeq tu devi seguire”. Viene ricordato che i Giudici dovevano comminare pene anche per l’idolatria e che ,oltre ai tribunali locali, doveva funzionare anche un Tribunale Supremo. Vengono, poi, indicati i doveri del Re, che è scelto ed eletto da D’o (la monarchia è una mizvàh), le prerogative dei Sacerdoti e dei leviti. Vengono trattati anche le norme relative alle Città Rifugio, la legislazione criminale e i falsi testimoni. Relativamente al servizio militare in periodo di guerra, vengono date disposizioni relative alle esenzioni da tale servizio, anziché delle norme sulla leva ed sulla chiamata alle armi. Il diritto di guerra derivava dalla necessità di evitare di convivere con popoli idolatri a cui veniva offerta la scelta tra la pace e l’esodo dal luogo di residenza o la guerra a chi preferiva resistere e combattere. Vengono infine, indicate disposizioni per l’espiazione per l’omicidio commesso da ignoti. Haftarà (Isaia 51:12-52:12) Come indicato sopra 17 Agosto : Parashàh Ki-Thetsè (Deuter. 21:10-25:19) La parashàh spazia su una lunga serie di temi che riguardano la famiglia, i rapporti interni ad essa ed i doveri verso il prossimo e le sue proprietà. Si danno disposizioni sul matrimonio con una prigioniera di guerra, su come trattare il figlio scapestrato, il dovere di riportare oggetti ed animali smarriti al proprietario e di aiutarlo a rialzare l’animale caduto. Si proibisce all’uomo di vestirsi da donna e viceversa alla donna da uomo, perché queste pratiche, solitamente, portavano o nascondevano pratiche turpi. Si dà il precetto di non prendere da un nido sia i pulcini sia la madre che deve essere allontanata, quello di cingere il tetto con un parapetto per evitare la possibilità di disgrazie. Si vieta la mescolanza delle specie, sia nella semina sia nell’uso di animali diversi per il lavoro dei campi sia per la composizione degli abiti. Il capitolo XXII è quasi interamente dedicato ai rapporti tra i coniugi, ai casi di presunta o reale infedeltà che doveva essere punita con la morte di entrambi i soggetti ed ai casi di violenza carnale. Il Capitolo XXIII è dedicato agli impedimenti ed ai divieti matrimoniali. Si indicano norme per la purezza dell’accampamento, 19 per lo schiavo fuggitivo, la prostituzione, l’usura, i voti ed il divorzio. Nel successivo si tratta di esenzione dal servizio di guerra, di pignoramento e dei pegni, dei doveri verso l’operaio, lo straniero, l’orfano, la vedova ed i poveri. Nel capitolo XXV si parla di legislazione penale con la raccomandazione, fatta ai giudici, di dimostrarsi umani, del levirato e del commercio onesto. Infine non dimenticare cosa ti ha fatto Amaleq. Haftarà (Isaia 54:1-10) Non c’è correlazione con la Parashàh, è un brano di consolazione . 24 Agosto : Parashàh Kì Tavò (Deuter.26:1-29:8) Israele si preparava a prendere possesso della Terra Promessa per goderne i frutti : come segno di riconoscenza doveva mettere in un canestro le primizie dei prodotti e portarle al centro del Culto ove, come per la decima, fare fraterni convivi familiari. Con il capitolo XXV finisce il 2° discorso di Mosè ed inizia l’ultimo ; Mosè chiede agli anziani di erigere, subito al di là del Giordano, sulle pendici del monte Eval, un mausoleo fatto di grandi pietre intonacate di calce sulle quali dovevano essere scritte “tutte le parole di questa legge” , cosa che fu realizzata da Giosuè. Riallacciandosi al suo precedente discorso Mosè dà disposizioni sul contenuto e sulla cerimonia da fare sul Monte Eval e sul Monte Gherizim: sei Tribù dovevano salire su un Monte, altre sei sull’altro e l’Arca giù nella pianura con i Leviti che volgevano la faccia in alto,prima verso il Gherizìm mentre si pronunciavano le benedizioni e poi verso Eval quandi si pronunciavano le maledizioni. Vengono poi elencate le benedizioni ed i periodi di maledizione . Haftarà (Isaia 60:1-22) Come indicato sopra. 31 Agosto : Parashah Nitzavim-Vajelech. Continua il discorso di Mosè che, pur nella severità degli ammonimenti, trova qualche accento di consolazione nel quadro del fosco avvenire. Voi, dice, tutti siete partecipi oggi della conclusione del Patto di D’o che è impegnativo per tutte le generazioni future, indefinitamente. La sua violazione provocherà tragici effetti ma, se Israele si pentirà e tornerà al Signore, con tutto il suo cuore e la sua anima, l’Eterno lo ricondurrà, dalla dispersione, nella terra dei suoi padri. Israele ha davanti due vie: quella della vita e quella della morte. Mosè, a 120 anni, è conscio di aver esaurito il proprio compito e sa di non poter valicare il Giordano, consegna il comando a Giosuè, che guiderà il popolo nelle prossime battaglie, e la Torà da lui scritta, ai Sacerdoti con la disposizione che ogni 7 anni, in occasione della Festa delle Capanne venisse letta alla presenza di tutto il popolo radunato. Vengono rivolti gli ultimi ammonimenti al popolo e si ha il preludio della Cantica di Mosè, inno alla grandezza ed alla bontà del Signore. Haftarà (Isaia 61:10-63:9) Come indicato sopra. 20 Ed anche per questa volta è la… Nel prossimo numero Vi Parleremo di…. - Notizie Correnti su Consiglio & Comunità - Articoli di ..attualità culturale - Per i Giovani : Qualche altro gioco Commissione Sociale per l’ Assistenza Comunitaria - Problemi & Soluzioni per la nostra Comunità ? - La Pagina della Tradizione di Rav Yair Didi - Programmazione dei prossimi Moadim Sono a disposizione spazi pubblicitari e tanto spazio per i vostri Articoli 21