Bollettino Agosto 2013

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Anno I - N°8
Av - Elul 5773
Agosto 2013
IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA’
COMUNITA’ EBRAICA !
Siamo andati a rileggerci gli “Obiettivi” dichiarati nell’Editoriale del 1° numero
del Bollettino.
Abbiamo voluto verificare se fossimo stati capaci, fino ad oggi, di mantenere
fede alle Linee Guida che ci eravamo proposti.
Si indicavano, sostanzialmente, i seguenti punti qualificanti il nostro giornalino:
• …farvi meglio seguire la vita della “cheillà” rendendovi partecipi degli eventi
programmati dalla Comunità e dalle Associazioni ebraiche.
• …ricordare, mese per mese, e parlare delle ricorrenze religiose.
• …dare risalto alle attività di insegnamento ed intrattenimento per i giovani e
dedicare spazio ai giochi.
• …fare conoscere ed apprezzare i nostri Beni Culturali ed Artistici.
• …spingervi ad utilizzare la nostra Biblioteca moderna fruendo delle centinaia
di volumi consultabili.
• …tenervi informati circa le attività del Consiglio (comprese le Riunioni)
mantenendovi aggiornati sullo stato di avanzamento dei Progetti impostati.
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• …pubblicare i contributi (articoli-lettere) di tutti gli iscritti sia di carattere
religioso, laico, culturale sia per segnalare eventi di risonanza nazionale ma
anche necessità, aspirazioni e proposte di soluzioni ai problemi della nostra
cheillà.
Guardando i numeri pregressi del Bollettino, ci sembra di poter dire che:
• abbiamo ricevuto, e pubblicato, contributi di Consiglieri
(Vittorio Mosseri - Silvia Ottolenghi - Guido Servi)
contributi di Iscritti e non Iscritti
(Anna Pesaro - Daniele Bedarida - Genny DePas - Nora De Pas - Iris
Fabrisco).
• sono state proposte le sintesi di tutte (puff..puff..che fatica!) le Riunioni di
Consiglio invitando, ripetutamente, i nostri lettori ad approfondire e
verificare sui Verbali Ufficiali le discussioni riportate e le delibere approvate .
• è stato fatto il resoconto mensile delle attività giovanili, sulla base dei
dati/informazioni ottenute direttamente dagli insegnanti, e sono stati
proposti giochi per i più …curiosi.
• sono state fornite informazioni, verificate e verificabili, circa lo Statuto UCEI,
la Claim’s Conference, la Normativa vigente per accedervi, la Normativa
relativa alle Tasse di Culto, le relative sanzioni previste per i morosi e le
facilitazioni proposte dal Consiglio.
• abbiamo parlato, in più puntate, del nostro Patrimonio Culturale e dei
progetti realizzati e di quelli in corso per la sua valorizzazione/fruizione
interna ed esterna alla Comunità.
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• sono stati pubblicati resoconti di tutte le più importanti manifestazioni a
livello Cittadino e Comunitario (GECE-GdM-50°Ann.Sinagoga-Incontri UCEIIngresso#2 Sefer Torah-Conferenze-CusCussate etc..)
• e ..tante altre informazioni, intervallate da vignette….colorate e smitizzanti,
sono state riportate con metodo oggettivo, quasi cronistico.
Le opinioni sono state riportate, solo e sempre, riferite a chi le aveva
espresse nella dialettica delle Riunioni di Consiglio, quindi con la massima
trasparenza possibile.
Questo e-journal non è nato come “giornalino di opinione” per esprimere, cioè,
le idee di un gruppo o di una persona, ma come Voce Ufficiale della Comunità
di Livorno.
Entro questi limiti, il “Bollettino della Comunità” è vostro, nostro ..di tutti gli
iscritti; tutti coloro che vorranno proporci un argomento di interesse
Comunitario, analizzare un problema irrisolto ed indicarne la possibile
soluzione, inviarci un articolo ed una notizia piuttosto che un gioco od una
critica editoriale, troveranno subito spazio sull’organo ufficiale della Comunità.
Quello che non faremo,
mai,
mai è trasformarlo in uno spazio per discussioni,
attacchi, polemiche per le quali chi le ritenesse necessarie può trovare altri
spazi o contesti a disposizione.
Anche perché pensiamo, consentiteci una opinione, che la dialettica delle
“parole parlate” possa servire di più di quella delle “parole scritte” a trovare la
soluzione di qualunque problema, con un po’ di buona volontà.
Durante il periodo delle Ferie estive, continueremo a tenervi compagnia anche
se usciremo un po’ …più leggeri come del resto richiede la stagione.
Buon Bollettino a tutti coloro che lo leggono.
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- ATTIVITA’ GIOVANI & TALMUD TORA’ -
Con l’occasione vi rinnoviamo l’augurio: una splendida estate
magari… vuota (vacanza),ma felice e rilassante!!!
- ATTIVITA’ della COMUNITA’ •
Il Consiglio
Come dicevamo il mese scorso, la Comunità è sempre aperta, ....salvo le Feste
comandate, per tutti i correligionari.
Anche il Consiglio continua il suo lavoro di gestione e di preparazione delle
prossime attività.
Per analizzare il Bilancio Consuntivo dell’esercizio 2012, ed aggiornare i
progetti in corso, è stata indetta una Riunione di Consiglio, Lunedì 29 Luglio
ore 21.00, con il seguente Ordine del Giorno:
1.
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3.
4.
5.
6.
Esame ed approvazione Bilancio Consuntivo esercizio 2012
Comodato quadro Natali
Commissione “Affari Sociali”
Aggiornamento lavori Restauro Cimitero Monumentale
Giornata Europea della Cultura Ebraica
Varie ed eventuali
Pur a costo di ritardare di qualche giorno l’uscita del Bollettino di Agosto,
vogliamo riportare un breve estratto della Riunione; invitiamo, come sempre,
tutti gli interessati…più curiosi a rivolgersi al Segretario per consultare il
Verbale Ufficiale della riunione.
La Riunione ha registrato la presenza di 4 Consiglieri, causa l’assenza
preannunciata di due componenti il Consiglio.
1. Il Presidente illustra il Bilancio consuntivo
,esercizio 2012, analizzandone le sezioni
contrapposte , e sottolinea l’avanzo positivo
di 7.578 Euro, che verrà riportato a nuovo
nell’esercizio 2013.
L’analisi del dettaglio, sezione Entrate ,
mostra un aumento % degli affitti riscossi
ed anche un aumento dei Contributi Culto
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,in prima analisi attribuiti alle campagne di sensibilizzazione ed alla migliore
comunicazione con gli iscritti. L’analisi della sezione Uscite, pur mostrando
un contenimento delle spese, non fornisce ancora evidenza della riduzione
delle spese generali, conseguenti alla revisione dei contratti delle utilities,
che risulteranno evidenti nel prossimo esercizio.
Viene fatto notare la difficile lettura del Bilancio “pubblicistico” ed il
Consiglio auspica che Ucei riesca a portare a termine, entro fine 2013, il
progetto di contabilità unificata con bilanci di tipo “privatistico” (aziendale).
Il Bilancio Consuntivo Anno 2012 viene approvato all’unanimità.
2. Il testo del contratto di comodato gratuito per il quadro di Natali, donato
da Paolo Toaff z.l. alla Comunità, presentato dalla Sig.ra Iris Fabrisco viene
giudicato adeguato ed, ai fini assicurativi, il Consiglio decide di attribuire
al dipinto un valore di 15.000 euro.
3. Il Consigliere Levi relaziona sulla prima riunione della “Commissione
Sociale” che ha iniziato l’analisi delle posizioni di alcuni sussidiati della
Comunità. Nel prossimo incontro verranno analizzate le posizioni rimanenti
e richiesti agli interessati aggiornamenti e/o integrazioni dei documenti
ritenuti necessari dalla Commissione per fornire un giudizio basato su dati
oggettivi.
Relativamente alla nuova richiesta di sussidio pervenuta, il Consiglio
decide di farla valutare dalla Commissione, come le altre.
4. Il Consigliere Giachetti illustra brevemente i risultati della licitazione privata
per assegnare i lavori di restauro conservativo delle strutture esterne del
Cimitero: viste le offerte e controfferte pervenute al capitolato del Bando
della Comunità, il Consiglio approva all’unanimità di assegnare i lavori
alla ditta CLC di Livorno. L’offerta prescelta è comprensiva degli oneri quali
suolo pubblico, elettricità etc… e prevede l’assunzione di un giovane
disoccupato della Comunità per la durata dei lavori.
Il cantiere inizierà i lavori il 1° Settembre ed interromperà i lavori per le
festività ebraiche secondo il calendario loro fornito.
Direttore Responsabile dei Lavori sarà l’ Architetto Fabrizio Giraldi
coadiuvato dal geom. Raffaello Marradi.
5.
Il Vicepresidente Servi illustra il programma di massima per la 13°
Giornata Europea della Cultura Ebraica fissata per il 29 Settembre.
Oltre le tradizionali visite guidate di Sinagoga, Museo e Cimitero, la bozza
di programma, in attesa delle conferme di fattibilità, prevede:
-
Mostra di pannelli dedicati alle “Sette Specie di piante” della Torà ed alle
piante utilizzate per i seder di Rosh ha-Scianà ,Tu-Bihsvat…
-
Spettacolo di Musiche e narrazione “Perché l’uomo è un Albero del
Campo” di Eyal Lerner
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- Conferenza dedicata a “Natura ed Ambiente” nella Torà (relatore da
definire).
Il Consiglio approva ed indica per il budget a disposizione la stessa cifra
dello scorso anno.
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. Con l’aiuto di Michael Khan, sono state controllate, a campione, alcune
delle prime 56 schede relative alle “Seicentine” catalogate ed immesse in
Indice ed in Polo dalla prof.sa Periti. Sono state richieste correzioni di alcuni
errori sistematici sul testo ebraico e per uniformare alcune parole del
traslitterato vocalizzato. Verificata la sostanziale congruità del lavoro il
Consiglio delibera il pagamento della notula presentata dalla Sig.ra
Periti.
l Segretario effettuerà, contestualmente al pagamento la richiesta di
rimborso alla Fondazione CA.RI.LI. in conto del finanziamento a suo tempo
concesso.
. Viene esaminato il Preventivo per la riparazione di #25 Rimmonim e del
candelabro del tempio, richiesto dopo la soddisfacente riparazione di prova
effettuata.
Il Consiglio, raccomandando di compilare bolle di consegna a fronte
dell’uscita dei beni da riparare, decide di procedere, coppia per coppia, alle
riparazioni entro i Moadim 5774.
Terminata l’analisi degli aspetti più urgenti, il Consiglio si scioglie alle 23.40.
“Terza
•
P a g i n a”
Una Storia …..dimenticata
Lavorando nella Biblioteca del Talmud Torà in Via Micali, capitava spesso di
trovate volumi editi e stampati a Salonicco nel XVII-XVIII secolo.
Curiosamente, apparivano non aver subito gli attacchi dei tarli e la carta, usata
per stamparli, era particolarmente chiara e bianca; i caratteri ebraici, però,
erano meno belli e meno impressi rispetto a quelli usati ad Amsterdam od a
Livorno.
Un anno fa circa, mi capitò di vedere (ed acquistare) il libro “Con le radici in
cielo” di Saul Israel. Questo romanzo è ambientato tra Salonicco, prima del
crollo della sua Comunità, e l’Italia fascista; durante la lettura mi venne voglia
di conoscere meglio la storia di questa città o meglio della sua Comunità (del
resto anche David Ben Gurion, prima della fondazione dello stato d’Israele,
era salito nella città greca per capire come si fosse realizzato il miracolo della
“Gerusalemme dei Balcani”).
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Man mano che approfondivo l’argomento, apparivano sempre più evidenti i
tanti parallelismi con la nascita, lo sviluppo e la vita della Comunità di Livorno
Le radici comuni sono in terra di Spagna;…in cielo ,purtroppo, ci sono le anime
dimenticate dei 57.000 ebrei di Salonicco deportati dai Nazisti.
- I soggetti di questo brano di Storia dimenticata sono: la città di Salonicco la sua grande Comunità ebraica - il Signor Guelfo Zamboni.
La Città di Salonicco fu fondata nel 316, prima dell’Era Volgare, dal re
macedone Cassandro, che le dette il nome della moglie Tessalonica.
Situata in Macedonia, sulla penisola Calcidica nel mare Egeo, non lontana
dalla piccola Pella dove nacque Alessandro Magno, alla caduta del regno di
Macedonia, nel 146 ante E. V, entrò a far parte dell’Impero Romano e
divenne un importante centro commerciale sulla Via Ignazia,che collegava
Costantinopoli a Durazzo.
Nel 42 E.V., per essersi schierata dalla parte di Antonio (contro Cassio e
Bruto) venne dichiarata “città libera” con il suo demos; a quell’epoca era già
presente in città, una colonia ebraica proveniente dalla Palestina.
Alla divisione dell’Impero romano , la Città ricadde sotto la dominazione
dell’impero romano d‘Oriente ed era seconda , per importanza, solo a
Costantinopoli.
Nel periodo Medioevale, passò di mano più volte; mussulmani – normanni impero latino - impero bizantino- veneziani si alternarono, fino a quando, nel
1430 E.V, il sultano ottomano Murad II la acquisì all’Impero Ottomano, fino
al 1912.
Il secondo soggetto di questa storia è la Comunità Ebraica costituita,
essenzialmente, di Ebrei sefarditi.
Gli Ebrei, espulsi dal regno spagnolo da Isabella di Castiglia (e poi dai Regni
Portoghese- Siciliano- Provenzale e Napoletano) ,approdarono nell’Impero
ottomano e soprattutto nella cittadina di Salonicco, poco popolata e situata
in posizione geografica favorevole per i commerci.
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Le Comunità ebraiche nell’impero ottomano godettero della protezione degli
imperatori, e prosperarono consolidandosi in relativa tranquillità.
Verso la metà del XVI secolo, Salonicco divenne uno dei principali centri
dell’ebraismo sefardita nel Mediterraneo; gli ebrei pur vivendo immersi nel
mondo ottomano conservarono, ed usavano, la loro lingua di origine (il
giudeo-spagnolo “djudezmo), vivevano secondo le loro tradizioni e la città si
fermava per lo shabbat e le feste comandate.
Ogni famiglia faceva capo ad una delle cinquanta Sinagoghe, erette nelle
viuzze del centro della città, ognuna con il nome delle regioni di cui i
frequentatori erano originari (alcune anche
italiane).
L'ebraismo a Salonicco, che aveva per lungo
tempo beneficiato degli apporti successivi di
idee e conoscenze delle successive ondate
d'immigrazione sefardita, si affievolì nella
pratica routinaria ,quando questi apporti
umani, poco a poco si esaurirono nel XVII
secolo.
Le yéshivot erano ancora molto frequentate,
ma gli insegnamenti che vi s'impartivano erano molto formali. Le stampe di
opere religiose continuavano ma senza alcun rinnovamento.
È in questo contesto che giunse, da Smirne, un giovane e brillante rabbino,
Shabbatai Zevi. Espulso dalla sua città verso il 1651, dopo aver proclamato
di essere il messia, arrivò a Salonicco dove la sua reputazione di saggio e
cabalista si consolidò molto velocemente. I suoi seguaci più numerosi erano
membri della sinagoga Shalom e vecchi marrani.
Dopo alcuni anni di prudenza, egli fece di nuovo scandalo nel corso di un
banchetto solenne nel cortile della Sinagoga Shalom presentandosi come il
Messia ben David, discendente del re Davide.
Il consiglio rabbinico lo cacciò dalla città e Sabbatai Zevi continuò a
diffondere la propria dottrina in altre città del mondo sefardita.
Ma il suo passaggio a Salonicco, come in altre città, divise la comunità
ebraica e questi episodi crearono una turbolenza tale che 300 famiglie, tra
le più ricche della città, decisero nel 1686 di abbracciare l'Islam (come aveva
fatto Shabbatai Zevi) senza che le autorità rabbiniche potessero reagire,
poiché la conversione era vista di buon occhio dall'autorità ottomana.
Queste, che i turchi soprannominarono Dönme, cioè "convertiti", pur
avendo scelto la conversione, non si mescolarono mai ai turchi.
L’ebraismo, a Salonicco, conobbe una vera rinascita nella seconda metà del
XIX secolo.
La rigenerazione venne dagli ebrei "franchi", i Frankos, cioè gli ebrei
provenienti dai paesi cattolici, in particolare dalla Comunità di Livorno.
Nel contesto sociale tutte le classi erano rappresentate: i commercianti, i
negozianti, gli amministratori ed alla fine dell’800 anche i facchini del porto
con il turbante bianco (per distinguersi dai cristiani e dai mussulmani che lo
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avevano blu e giallo rispettivamente); ma l’attività più famosa e praticata
era la filatura della lana, strettamente regolamentata in tutte le
congregazioni che partecipavano a questa filiera artigianale.
I drappi, le coperte ed i tappeti di Salonicco acquisirono molto velocemente
una grande notorietà e furono esportati in tutto l'impero, da Istanbul a
Alessandria passando per Smirne e l'attività tessile si diffuse in tutte le
località prossime al golfo Termaico.
Quest'attività divenne perfino un affare di Stato, a partire dal momento in
cui il Sultano decise di vestire le truppe di giannizzeri con i tessuti di lana di
Salonicco, caldi ed impermeabili. Disposizioni furono prese per proteggere
l'approvvigionamento, così un editto del 1576 obbligò gli allevatori di
montoni a fornire, in esclusiva, la loro lana agli ebrei fino a che questi non
ne avessero acquisito la quantità necessaria alla filatura per gli ordinativi
della Sublime Porta.
Per più di 400 anni la Comunità Ebraica di Salonicco visse al riparo dalle
minacce e dalle persecuzioni che tormentavano i correligionari europei ed
era, internazionalmente,conosciuta come la “Gerusalemme dei Balcani”.
Un incendio, avvenuto nel 1890, fu il pretesto per la ricostruzione di una
parte della città, che da quel momento conobbe uno spettacolare sviluppo
industriale divenendo , rapidamente, il centro più moderno, vivace e
cosmopolita dell’impero.
Ancora una volta gli imprenditori all'origine di questo sviluppo erano in
maggioranza ebrei, caso unico nel mondo ottomano.
Gli Allatini (Mosè Allatini livornese) furono la punta di diamante della
imprenditoria ebraica; impiantarono diverse attività su scala industriale,
mulini e altre industrie alimentari, mattonifici, manifatture del tabacco.
Molti commercianti sostennero l'introduzione di una grande industria tessile,
attività che fino ad allora era praticata a livello artigianale.
Salonicco era la città più Europea dell’Impero ottomano ed agli inizi del’900
contava 132.000 abitanti; gli Ebrei erano circa 65.000, i Mussulmani 30.000
altri 35.000 erano greci ortodossi.
Ma l’Impero ottomano, malato, era alla fine dei suoi giorni ed anche quel
mondo magico e cosmopolita; quell’atmosfera orientale e turca, la vita
giudeo-spagnola e la realtà greco–balcanica erano vicino al crollo.
Nel 1912, nell’ambito delle guerre balcaniche, Salonicco fu occupata
dall’esercito greco e, dopo alcuni anni, annessa alla Grecia.
Un altro incendio nel 1917 (doloso?) colpì la parte della città abitata dagli
ebrei e, nella ricostruzione, il governo greco espropriò le zone incendiate e
lasciò la comunità Ebraica senza case né terre.
Il nuovo Piano Regolatore trasformò Salonicco in una città ellenica
cancellando ,di fatto, l’esperienza storica della Gerusalemme dei Balcani.
Era in corso la Prima Guerra Mondiale e già dal 1916 le truppe dell’Intesa
(francesi, italiane ed inglesi) erano sbarcate a Salonicco usando il suo porto
come base.
La cultura e le nuove idee dei paesi europei affascinavano sempre di più le
giovani generazioni ebree, lo svolgimento delle attività commerciali per gli
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ebrei era sempre più difficile e molte famiglie, tra le più benestanti,
cominciarono ad abbandonare Salonicco per la Francia, l’Italia e gli Stati
Uniti.
Solo in questo momento,… mi sono ricordato di Isacco Baiona z.l., nato a
Salonicco nel 1926, e della sua famiglia !
All’inizio degli anni ’30, nubi minacciose si addensarono sui cieli d’Europa:
in Italia la dittatura fascista si era radicata e consolidata
in Germania Hitler faceva sentire le sue minacciose dichiarazioni.
E dopo la pubblicazione delle Leggi Razziali, nel 1940 Mussolini e Ciano,
contraddicendo promesse di eterna amicizia decisero…di “spezzare le reni
alla Grecia”.
Impresa disastrosa fin dall’esordio perché, in realtà,
erano i Greci che stavano spezzando le reni all’Italia
ed Hitler, inferocito per l’avventata decisione italiana,
fu costretto a dirottare parte delle sue truppe in
Grecia per evitare una umiliante sconfitta all’alleato.
Le truppe italiane avevano quartier generale ad Atene
e quelle tedesche a Salonicco.
Ed è in questo contesto che compare il terzo soggetto
di questa storia: Guelfo Zamboni Console italiano a
Salonicco .
Romagnolo sanguigno, fascista, ex addetto consolare
a Berlino e rigoroso servitore dello stato, al momento
di scegliere tra ottusa ed incondizionata obbedienza e coscienza, ascoltò la
sua coscienza.
Quando nel 1943, Eichmann inviò due dei suoi migliori esecutori della
“soluzione finale” (A. Brunner e D. Wisliceny) con il compito di cancellare la
potentissima Comunità della Gerusalemme Balcanica, il Console Zamboni
riuscì a tener testa agli aguzzini tedeschi.
Impose il concetto che non si potessero deportare ebrei italiani perché prima
erano italiani e poi ebrei e, con l’aiuto di funzionari del Ministero degli Esteri
e dei Servizi Segreti, riuscì a concedere la nazionalità italiana a numerosi
esponenti della comunità ebraica locale.
Dalla sede di Villa Olga, villa costruita nel 1878 per una famiglia ebraica e
successivamente venduta all’Italia, iniziò un disperato carteggio con Roma
chiedendo ordini di servizio e certificazioni fasulle per strappare gli ebrei dai
treni di morte tedeschi.
Almeno 350 ebrei furono così salvati dai campi di concentramento ed il
Console divenne così famoso tra gli ebrei di Salonicco che molti, già allora,
lo consideravano un “Giusto”.
E… la Medaglia di Giusto è stata, infatti, attribuita dal Yad Va-Shem di
Gerusalemme a Guelfo Zamboni, ma nondimeno la Comunità di Salonicco fu
annientata con la deportazione di oltre 57.000 ebrei.
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Anche l’antico Cimitero Ebraico, con centinaia di migliaia di tombe, fu raso al
suolo dai nazisti,che ne utilizzarono i marmi per costruire ville e piscine per i
gerarchi del regime.
Sulla vasta area del più grande Cimitero della città fu, poi, costruita
l’Università, che porta il nome del maestro di Alessandro Magno, il grande
filosofo Aristotele.
L’indifferenza ha colpito e distrutto; non resta neppure il ricordo di 500 anni
di Storia di Salonicco; forse solo i più anziani passando per Piazza Elefteria,
oggi affollata stazione degli autobus, ricordano l’infamia più terribile: quello
che l’odio razziale fece ai concittadini ebrei che venivano radunati in quella
piazza per pratiche umilianti e per essere deportati.
Anche Villa Olga, dal nome della seconda regina di Grecia, negli anni ’40
sede del consolato ed ancora proprietà italiana, che fu rifugio materiale e
morale per centinaia di ebrei è desolatamente abbandonata all’incuria; ferita
a morte dall’abbandono e dall’indifferenza.
Salonicco ospiterà la IV Biennale d’Arte; la manifestazione si svolgerà
(18.09.’13 – 31.01.’14) nei principali Musei della città ed in “luoghi da
scoprire” e con progetti che guardano alla contemporaneità.
Ma, non era possibile eliminare completamente il passato: con immagini
retroilluminate si mostreranno, tra l’altro, i duri lavori del porto di Salonicco
nel XIX secolo, e ..si vedranno anche… lavoratori ebrei dal bianco turbante,
bambini ebrei reclutati per fare facchinaggio.
Tutto il mondo culturale, religioso, commerciale che in 500 anni gli ebrei
avevano creato nella Gerusalemme Balcanica …..é solo sui libri.
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- LE PAGINE delle TRADIZIONE -
L’estate è in pieno svolgimento, sia climatico sia di calendario, ma già sentiamo
l’imminente arrivo di Rosh ha-Shanà e Kippur.
Quest’anno il 4 Settembre sarà “vigilia di Rosh ha-Shanà” e, talvolta, abbiamo
una strana e vaga sensazione, pervasa di dubbi e di incertezze su quanto si è
fatto nell’anno quasi trascorso…. ; è una inquietudine che ci pervade e ci porta
ad analizzare il nostro operato.
Josef Klausner, nella prefazione del
libro Sefer ha-Moadim, scriveva:
“..Se venisse da me la stessa
persona che andò da Hillel chiedendo
di insegnarli tutta la Torà mentre
rimaneva dritto su un piede solo, gli
direi :” l’Ebraismo è fede che si è
trasformata in vita. Il resto è solo
commento. Vai e studia.”
Infatti, la santificazione della vita si
raggiunge con l’osservanza delle
mitzvòth, che sono tappe fisse e sicure attraverso le quali l’insegnamento della
Torà (e quindi la Fede) si trasforma in opere quotidiane cioè in vita per l’uomo.
I Maestri ci insegnano che veniamo giudicati, da D’o e dagli uomini, non sulla
base di ciò che diciamo ma da quello che facciamo o non facciamo.
La manifestazione di un sentimento, anche sincero e spontaneo, non acquista
valore se non si realizza in un’opera concreta .
Si legge in Isaia LVII,6..:
“Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo che si spezzino le catene
della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli
oppressi....Non è egli questo che tu divida il tuo pane con chi ha fame? ”
ed ancora:
“la pratica del bene è superiore alla teoria del bene: fare è più di sapere; il
sapere è vano se rimane astratto e non si attua” (D. Lattes-Fede ed Opere)
Sottoporre l’animo alla tortura di dubbi e rimorsi, che la paura sa suggerire
disordinatamente, non basta; bisogna saper trovare, grazie a questo
particolare stato d’animo, la via sicura che conduce all’azione buona e
riparatrice.
Solo in questo modo si può rinnovare il proprio essere e santificare la propria
vita; attraverso le nostre opere quotidiane, quindi, possiamo diventare umili e
fedeli collaboratori dell’opera del Signore.
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Come D’o disse e fù, facendo seguire l’Opera della creazione all’enunciazione
dell’Idea, così l’uomo deve tendere, con la sua fatica, le sue opere e secondo
la tradizione ebraica, alla santificazione ed all’armonia del mondo.
Per raggiungere la santificazione ed armonia, secondo l’isegnamento ebraico è
necessario che ciascun individuo operi con la collettività e per la collettività .
“Israele è il popolo di D’o quando compie il bene e la sua elezione deve essere
continuamente riconquistata, altrimenti esso diventa “ lò ammì’ ” (non mio
popolo).
L’idea di Popolo, per Israele, non è soltanto un’identità etnica, nazionale
vivente in un territorio ed in un certo periodo temporale, ma un concetto
spirituale in atto.
Popolo per l’Ebraismo è la somma di tutte le individualità che lo compongono,
ognuna con il suo posto e la sua responsabilità.
Tuttavia, se ognuno compie il Bene nella solitudine della propria vita, non ha
ancora compiuto tutto il suo dovere; è necessario fare argine al Male, impedire
con l’esempio ed il convincimento, che altri operino in modo contrario alla
tradizione.
L’Ebreo deve immedesimarsi talmente con il suo Popolo, da sentire il Male che
lo circonda come proprio.
E’ il senso di responsabilità collettiva che ci viene richiesto; il Profeta non
può ammettere che il Popolo, il popolo di D’o, pur possedendo la verità, non la
attui senza incertezze, senza compromessi in tutti i campi della vita.
L’idea profetica di conversione è il ritrovare, dentro la propria anima, la via del
Signore che ci consenta di modificare i nostri comportamenti:
essere giusti e pietosi, vivere del proprio lavoro e non del sudore degli altri,
non sparlare ne svergognare il prossimo,..aiutare l’orfano e la vedova…
Con il ritorno alle mitzvoth l’arrivo del “Giorno del Signore” sarà un’esaltante
attesa; il suono dello Shofar di Rosh ha-Scianà non dovrà svegliarci, ma
troverà “gli scampati della Casa di Giacobbe” pronti a ricostruire, grande, il
Popolo del Signore.
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-
L’angolo dei giochi
-
Cambiamo Gioco:
Gioco: un gioco da …spiaggia
…spiaggia per l’Estate
Quello che voglio proporvi é un passatempo oltre che un gioco; era molto
popolare negli anni ‘60 su tutte le spiagge.
E non crediate che fosse un gioco …solo per
bambini !
Anzi, gli adulti si divertivano così tanto che
inventato i Campionati Mondiali per
Squadre nazionali !!!
hanno
Come dicevamo prima è un passatempo e poi
un gioco e capirete subito perché, dopo che vi
avrò detto di cosa si tratta.
L’aspetto molto positivo è che consente di
socializzare e di fare nuove amicizie
Ma…forse avete già capito !!?
- Materiali occorrenti
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Una spiaggia, grande e…con sabbia fine
Secchi, palette e una tavoletta di legno/plastica
Biglie di vetro o grosse di plastica
Fantasia creativa
Gruppo di amici
Tempo… qualche ora
Regole stabilite per il gioco
Bandierine segna posizione
Con questi ….materiali dovrete creare una
pista, con rettilinei curve e montagne sulla
quale farete poi le gare di velocità …a chi
arriva primo !
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-Preparazione
La preparazione non è difficile, ma deve essere accurata e possibilmente
rapida:
Scegliete un pezzo di spiaggia, libera da ombrelloni, e vicina al mare per
essere comodi per riempire i secchi con l’acqua da versare sulla sabbia e per
avere, sotto, una sabbia più compatta.
Decidete il tracciato della pista che volete creare :
-
un anello per le alte velocità
un “circuito cittadino” piano ma con tante curve e rettilinei
oppure un percorso “misto” con rettilinei e montagne…..
uno di voi si siederà sulla sabbia, un
altro lo afferrerà per i piedi e comincerà a tirarlo. Il suo “sedere” farà la traccia
della pista !!
Ora bisogna tracciare il percorso deciso:
Adesso comincia il lavoro di …Squadra ed il passatempo.
Dividetevi i compiti e …via a costruire la pista: …io porto l’acqua per bagnare
la sabbia, tu la batti con la tavoletta di legno, lui costruisce i “muretti” laterali
(per evitare che le palline vadano fuori pista), l’altro fa la montagna da scalare,
un altro liscerà il percorso con le mani….
15
Tutti insieme farete le rifiniture (schizzare un po’ d’acqua, lisciare meglio la
curva ed indicare il punto di Partenza ed ora che
tutto è pronto:
pronto
rinfrescatevi le regole (se la pallina esce si può tirare un’altra volta –
se si danneggia la pista per tirare ci sono penalità - quanti giri si fanno –
etc…?) e via….
via…. con la gara.
gara.
Buon divertimento!
Dimenticavo: ricordate di spruzzare un po’ d’acqua sulla pista perché il
sole l’asciuga rapidamente!
Ciao !! Alla prossima puntata
per arrivare a fare il Vulcano!!!
16
Vi proponiamo, come al solito, il calendario delle ricorrenze religiose relative a
Agosto 2013.
Come sapete, le attività socio–culturali nei mesi estivi (Luglio-Agosto) sono
sospese.
A Settembre, dopo i Moadim, le attività riprenderanno con la Giornata Europea
della Cultura Ebraica, GECE, quest’anno programmata per :
Domenica 29 Settembre.
17
Agosto 2013
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
1(25 Av)
Venerdì
2
Sabato
3
“Shabbat Reè”
Accensione
candele 20.22
Domenica
(28 Av)
Deuter.
11:26-16:17
Aftarà
Isaia
54:11-55:5
Uscita 21.24
5
6 (30 Av)
7
Rosh
Chodesch
Rosh
Chodesch
Sefer
Sefer
Numeri
Numeri
(28:1-15)
(28:1-15)
(1 Elul)
8
9
10
11
“Shabbat
Accensione
candele 20.13
Shofetim”
Sefer :
Deuter.
16:18-21:9)
Aftarà
Samuele
(8:1-22)
Uscita 21.14
12
13
14
15
16 (10 Elul) 17
Accensione
candele 20.02
18
“Shabbat Ki
Thetsè”
“Deuter.
(21:10-25:19)
Aftarà
Isaia 54:1-10
Uscita 21.04
19
20
21
22
23
T
26
Accensione
candele 19.51
27
28
29(23 Elul)
30
Accensione
candele 19.39
18
24
“Shabbat
Ki Tavò“
Deuter.
(26:1-29:8)
Aftarà
Isaia 60:1-22
Uscita
20.52
31
(25 Elul)
“Shabbat
Nitzavim”
Deuter.
(29:9-31:30)
Aftarà
Isaia 61:10 63:9
Uscita 20.40
25
4
- Parashot
del
Mese
-
3 Agosto: Parashà Reè (Deuter. 11:26–16:17). Mosè conclude il suo discorso e le sue
amorose esortazioni richiamando il popolo sul suo contenuto essenziale: sul bene, prosperità e
sicurezza di cui avrebbe goduto nella terra promessa se avesse adempiuto alle Leggi ed alla
inevitabile rovina se le avesse trasgredite. Ordinava di stabilire sul Monte Gherizìm la sede
della benedizione e sul Monte Evàl quella della maledizione. Ricorda il dovere di cancellare ogni
traccia di idolatria ed abbattere i simulacri ed i templi eretti sui monti dai Cananei per i loro
dei.
Il culto ebraico non doveva avere monumenti sparsi in varie località ma accentrarsi in una
unica Sede che sarebbe stata indicata dal Signore. In questa sede sarebbero stati portati i
sacrifici, le offerte, le decime e le primizie e la l’oblatore avrebbe potuto consumare la parte
che gli spettava. Cessava, così, il divieto di scannare gli animali per uso privato lontano dal
Tabernacolo in uso nel deserto; restava il severo monito di astenersi dall’uso del sangue che,
anche nei sacrifici doveva essere versato a terra. Si raccomanda di guardarsi dai falsi profeti e
ricordare che niente può essere tolto e niente può essere aggiunto alla Torà, ai comandi
trasmessi. Se si fosse verificato che una intera città fosse stata indotta all’idolatria le autorità
avrebbero dovuto fare una severa inchiesta e trovando conferma di atti scandalosi avrebbero
dovuto condannare la città e distruggerla senza mai più ricostruirla (Mai, però questo
eventualità si è presentata nella storia di Israele). Vengono ripetute le norme alimentari, le
norme della decima, l’anno della remissione dei debiti e dell’emancipazione dei servi. Si
riprendono anche le norme relative alle tre Feste in cui si doveva fare il pellegrinaggio alla sede
del Tempio, nel luogo indicato dal Signore.
Haftarà (Isaia 54:11-55:5) Non c’è correlazione con la Parashàh, ma è un brano di
consolazione dopo il 9 di Av.
10 Agosto: Parashàh Sciofetìm (Deuter.16:18-21:9) La giustizia non poteva più essere
amministrata come durante le peregrinazioni nel deserto, e Mosè invita il popolo alla
instaurazione di Tribunali ed alla nomina di giudici e magistrati (che giudicano e vigilano sulla
esecuzione delle pene) in ogni città dicendo: “zedeq-zedeq tu devi seguire”. Viene ricordato
che i Giudici dovevano comminare pene anche per l’idolatria e che ,oltre ai tribunali locali,
doveva funzionare anche un Tribunale Supremo. Vengono, poi, indicati i doveri del Re, che è
scelto ed eletto da D’o (la monarchia è una mizvàh), le prerogative dei Sacerdoti e dei leviti.
Vengono trattati anche le norme relative alle Città Rifugio, la legislazione criminale e i falsi
testimoni. Relativamente al servizio militare in periodo di guerra, vengono date disposizioni
relative alle esenzioni da tale servizio, anziché delle norme sulla leva ed sulla chiamata alle
armi. Il diritto di guerra derivava dalla necessità di evitare di convivere con popoli idolatri a cui
veniva offerta la scelta tra la pace e l’esodo dal luogo di residenza o la guerra a chi preferiva
resistere e combattere.
Vengono infine, indicate disposizioni per l’espiazione per l’omicidio commesso da ignoti.
Haftarà (Isaia 51:12-52:12) Come indicato sopra
17 Agosto : Parashàh Ki-Thetsè (Deuter. 21:10-25:19) La parashàh spazia su una lunga
serie di temi che riguardano la famiglia, i rapporti interni ad essa ed i doveri verso il prossimo
e le sue proprietà. Si danno disposizioni sul matrimonio con una prigioniera di guerra, su come
trattare il figlio scapestrato, il dovere di riportare oggetti ed animali smarriti al proprietario e di
aiutarlo a rialzare l’animale caduto. Si proibisce all’uomo di vestirsi da donna e viceversa alla
donna da uomo, perché queste pratiche, solitamente, portavano o nascondevano pratiche
turpi. Si dà il precetto di non prendere da un nido sia i pulcini sia la madre che deve essere
allontanata, quello di cingere il tetto con un parapetto per evitare la possibilità di disgrazie. Si
vieta la mescolanza delle specie, sia nella semina sia nell’uso di animali diversi per il lavoro dei
campi sia per la composizione degli abiti. Il capitolo XXII è quasi interamente dedicato ai
rapporti tra i coniugi, ai casi di presunta o reale infedeltà che doveva essere punita con la
morte di entrambi i soggetti ed ai casi di violenza carnale. Il Capitolo XXIII è dedicato agli
impedimenti ed ai divieti matrimoniali. Si indicano norme per la purezza dell’accampamento,
19
per lo schiavo fuggitivo, la prostituzione, l’usura, i voti ed il divorzio. Nel successivo si tratta di
esenzione dal servizio di guerra, di pignoramento e dei pegni, dei doveri verso l’operaio, lo
straniero, l’orfano, la vedova ed i poveri. Nel capitolo XXV si parla di legislazione penale con la
raccomandazione, fatta ai giudici, di dimostrarsi umani, del levirato e del commercio onesto.
Infine non dimenticare cosa ti ha fatto Amaleq.
Haftarà (Isaia 54:1-10) Non c’è correlazione con la Parashàh, è un brano di consolazione .
24 Agosto : Parashàh Kì Tavò (Deuter.26:1-29:8) Israele si preparava a prendere possesso
della Terra Promessa per goderne i frutti : come segno di riconoscenza doveva mettere in un
canestro le primizie dei prodotti e portarle al centro del Culto ove, come per la decima, fare
fraterni convivi familiari. Con il capitolo XXV finisce il 2° discorso di Mosè ed inizia l’ultimo ;
Mosè chiede agli anziani di erigere, subito al di là del Giordano, sulle pendici del monte Eval,
un mausoleo fatto di grandi pietre intonacate di calce sulle quali dovevano essere scritte “tutte
le parole di questa legge” , cosa che fu realizzata da Giosuè. Riallacciandosi al suo precedente
discorso Mosè dà disposizioni sul contenuto e sulla cerimonia da fare sul Monte Eval e sul
Monte Gherizim: sei Tribù dovevano salire su un Monte, altre sei sull’altro e l’Arca giù nella
pianura con i Leviti che volgevano la faccia in alto,prima verso il Gherizìm mentre si
pronunciavano le benedizioni e poi verso Eval quandi si pronunciavano le maledizioni. Vengono
poi elencate le benedizioni ed i periodi di maledizione .
Haftarà (Isaia 60:1-22) Come indicato sopra.
31 Agosto : Parashah Nitzavim-Vajelech. Continua il discorso di Mosè che, pur nella
severità degli ammonimenti, trova qualche accento di consolazione nel quadro del fosco
avvenire. Voi, dice, tutti siete partecipi oggi della conclusione del Patto di D’o che è
impegnativo per tutte le generazioni future, indefinitamente. La sua violazione provocherà
tragici effetti ma, se Israele si pentirà e tornerà al Signore, con tutto il suo cuore e la sua
anima, l’Eterno lo ricondurrà, dalla dispersione, nella terra dei suoi padri. Israele ha davanti
due vie: quella della vita e quella della morte. Mosè, a 120 anni, è conscio di aver esaurito il
proprio compito e sa di non poter valicare il Giordano, consegna il comando a Giosuè, che
guiderà il popolo nelle prossime battaglie, e la Torà da lui scritta, ai Sacerdoti con la
disposizione che ogni 7 anni, in occasione della Festa delle Capanne venisse letta alla presenza
di tutto il popolo radunato.
Vengono rivolti gli ultimi ammonimenti al popolo e si ha il preludio della Cantica di Mosè, inno
alla grandezza ed alla bontà del Signore.
Haftarà (Isaia 61:10-63:9) Come indicato sopra.
20
Ed anche
per questa
volta è
la…
Nel prossimo numero Vi Parleremo di….
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