La Protezione degli animali al macello

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La rotezione
degli animali al macello
Giovanni
Orefice
ASL3 “Genovese”
Premessa
L’attenzione alle tematiche relative al benessere animale, in tutte le fasi della produzione, ha avuto negli ultimi tempi unulteriore
accelerazione. I nuovi regolamenti comunitari si occupano ripetutamente di benessere
animale tanto da inserirne le parole direttamente nel titolo del Regolamento n. 882/
2004. Il legislatore comunitario ritiene, giustamente, che la salute ed il benessere animale siano fattori importanti che contribuiscono alla qualità e sicurezza dei prodotti
alimentari. L’articolo 5 del Reg.(CE) n.854/2004
- facciamo una riflessione su questo punto pone i controlli sul benessere animale , sullo
stesso piano di importanza dell’ispezione
ante-mortem, dell’ispezione post-mortem,
della gestione di materiale specifico a rischio, delle informazioni sulla catena alimentare e delle prove di laboratorio. Il 5 gennaio del 2007 è entrato in applicazione il
Regolamento (CE) n. 1/2005 sulla protezione
degli animali durante il trasporto che, pur
essendo nato come frutto di molti compromessi tra i vari stati membri, sposta in avanti
l’attuale livello qualitativo dei controlli e dei
requisiti in materia di benessere animale.
Circolare DVGA/10/44419/P
7 dicembre 2006 del Ministero
della Salute: sue criticità
Sulla scia dei provvedimenti comunitari e
prendendo atto dell’evoluzione del “comune sentire” il Ministero della Salute ha emanato la Circolare DVGA/10/44419/P del 7 dicembre 2006 “Nota esplicativa per il controllo della protezione animale in fase di macellazione - applicazione del D.L.vo 1 settembre 1998 n. 333”. La circolare propone
due check list per il controllo della protezione animale in fase di macellazione: una relativa ai requisiti strutturali del macello e una
relativa alle varie fasi di scarico, stabulazione, immobilizzazione, stordimento degli animali. Lo sforzo del Dipartimento di Sanità
Pubblica Veterinaria del Ministero della Salute, volto a fornire uno strumento adeguato
e applicabile su tutto il territorio nazionale,
è decisamente encomiabile ma come ovvio
non esaurisce un tema tanto complesso. Il veterinario
che opera nel macello ha la
necessità di avere a disposizione uno strumento adeguato, idoneo e relativa-
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Contributi pratici
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mente facile da usare per valutare il rispetto dei requisiti minimi di benessere animale:
la check list della Circolare del Ministero
della Salute del dicembre 2006 rappresenta una base importante ma, nell’applicazione pratica, contiene almeno due criticità.
La prima riguarda la determinazione oggettiva dello “stato di stordimento dell’animale”
e dei “segni di ripresa dopo la iugulazione”
(punti 4.7 IMM e 4.8 IMM). La seconda criticità riguarda il punto successivo della check
list, il 4.9 IMM: “il dissanguamento inizia
entro 15 secondi che seguono lo stordimento, prima che l’animale riprenda coscienza”.
I 15 secondi che dovrebbero intercorrere
tra stordimento e iugulazione come richiesto dalla check list del Ministero sono un
tempo impossibile per un impianto di macellazione di bovini; a dire il vero, questa
tempistica, dalla lettura del Decreto Lvo 333
/98, sembrerebbe richiesta solo per gli ovi
caprini quando il colpo viene applicato dietro le corna, per impedimento delle stesse
alla posizione frontale. Su questa interpretazione, forse sbagliata, vorremmo sentire
il Ministero e il parere dei colleghi. Fatto sta
che, al di là del tempo intercorrente tra
stordimento e iugulazione, l’importante è
l’accertamento oggettivo dei due parametri
“stato di stordimento” e “ripresa della coscienza”. Purtroppo i lavori pubblicati a cui
fare riferimento per stabilire lo stato di stordimento e i segni di ripresa della coscienza,
senza il ricorso a strumenti più o meno complessi, sono molto scarsi e l’utilizzo del solo riflesso corneale, come suggerito dalla
check list della circolare del Ministero, rappresenta una pratica difficilmente applicabile in una catena di macellazione di bovini o cavalli anche per implicazioni inerenti
la sicurezza degli operatori.
La protezione degli animali
durante la macellazione
Il tema è vasto e complesso, in questa sede
si vogliono evidenziare solo pochi ma essenziali aspetti relativi alla protezione degli
animali durante le fasi di macellazione, escludendo le macellazioni avicunicole che sono
fuori dall’ambito delle nostre esperienze.
Per quanto riguarda la protezione dei suini
nelle varie fasi connesse alle macellazioni,
il collega dott. Massimo Ghinzelli che lavo-
ra nella ASL di Mantova ha svolto dei lavori di grande interesse e notevole valore: chi
non avesse avuto la fortuna di assistere ad
una lezione di Ghinzelli e avesse a che fare
con macellazioni di suini a livello industriale potrà certamente trovare conforto e guida
cercando di lui. Non ho trovato invece molto materiale, pubblicato in Italia, sulla protezione dei bovini durante la macellazione: ho trovato alcuni lavori sulla 333/98 ma
quasi nulla sulle tecniche per stabilire il reale stato di “benessere” o “malessere” del bovino al macello. Lo studio, scientificamente
svolto, per comprendere il rispetto o meno
del benessere animale nell’ambito delle macellazioni presenta numerosi ostacoli tecnici e applicativi: basti pensare alle difficoltà
di applicare, anche solo a livello di ricerca
universitaria, la metodica diagnostica elettroencefalografica. Fatte queste precisazioni si
tratta di oggettivare i due parametri essenziali “stordimento e ripresa della coscienza”
ma il materiale che si trova pubblicato è molto scarso, fatto salvo che per i lavori scaricabili da internet della Grandin Temple.
I lavori della Grandin Temple
Questa signora americana è professore dell’Università Statale del Colorado ed è molto
nota per essere probabilmente il maggiore
esperto a livello mondiale del benessere animale; è progettista di attrezzature per il bestiame. Questo personaggio di fama mondiale è affetta da autismo ed è considerata
un’importante attivista sia del movimento di
tutela dei diritti degli animali che delle persone affette da autismo. Secondo lei stessa,
il suo successo di progettista dipende dal
suo essere ipersensibile e dalla capacità di
prevedere le sensazioni che proveranno gli
animali quando viene usata una nuova attrezzatura. Per chi volesse approfondire le
esperienze della Grandin, nella varie sfaccettature, consiglio di consultare il suo sito
(www.grandin.com) dove, in lingua inglese, si trova molto materiale.
Per quanto riguarda strettamente l’argomento della protezione degli animali al macello propongo un libero estratto del lavoro
trovato sul sito, dal titolo “How to determine insensibility” (revised October 2004 by Temple grandin Dept. of animal scienze
Colorado State University).
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Determinare l’insensibilità
degli animali storditi
Liberamente tratto da: “How to determine
insensibility” revised October 2004 by Temple Grandin, Dept. of Animal Scienze Colorado State University.
Quando un animale viene stordito, sia nel caso che venga usato il metodo della pistola
a proiettile captivo che con la metodica
dello stordimento elettrico, può facilmente scalciare: è un dato del quale non bisogna tenere conto nella determinazione dell’insensibilità. Bisogna osservare la testa: la
testa deve apparire “morta”.
1. l’animale può scalciare ma la testa e il collo devono risultare abbandonati “come
uno straccio”; solo nei primi momenti dopo lo stordimento gli spasmi possono
causare tentativi di flessione del collo
ma nel giro di 15-20 secondi sia il collo
che la testa devono risultare abbandonati; se le flessioni continuano bisogna
testare il riflesso oculare;
2. anche la lingua deve risultare abbandonata e pendente al di fuori della bocca: La
lingua che presentasse movimenti di va e
vieni, fuori e dentro la bocca o che risultasse rigida e/o parzialmente arrotolata può
essere segno di ripresa della sensibilità;
3. quando l’animale è appeso in catena la testa ed il collo devono risultare abbandonati dritti verso il basso; la schiena non deve
dare segni di inarcamento o peggio risultare inarcata; se un animale tenta di sollevare la testa quando è appeso in catena significa che sta riprendendo la sensibilità;
4. quando si usa la pistola a proiettile gli occhi rimangono aperti con lo sguardo “perduto nel vuoto”: i movimenti oculari devono essere assenti. Anche nello stordimento con l’elettricità gli occhi avranno lo
stesso aspetto salvo nei primi momenti
durante i quali appariranno socchiusi.
5. quando si usa la pistola a proiettile gli occhi non devono mai ammiccare (palpebre
che si chiudono e si riaprono) e i riflessi
oculari devono essere assenti: se si tocca la cornea le palpebre non devono dare segni di risposta. Nello stordimento elettrico dei suini i movimenti oculari possono essere motivo di errata interpretazione se non osservati da persone addestrate; risulta più efficace osservare i mo-
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vimenti senza provare i riflessi con il tocco della mano: se un maiale “ammicca in modo naturale” e poi riapre gli occhi non è stordito in modo appropriato. quando un osservatore non è sicuro del
significato delle parole “ammicca in modo naturale” dovrebbe
andare ad osservare gli animali in attesa nei recinti e nelle stalle e
fare il confronto;
6. la respirazione ritmica deve essere assente. Il rilievo di un respiro
affannoso è invece un segno positivo perché indica una fase agonica. Invece eventuali movimenti del naso “come quelli di un
coniglio” possono segnalare la ripresa della sensibilità;
7. Se gli occhi hanno movimenti di nistagmo in un animale stordito
a mezzo di pistola, l’efficacia dello stordimento è dubbia. Questo
può invece essere normale negli animali storditi con l’elettricità;
8. la coda in un animale appeso in catena deve risultare abbandonata e pendente.
9. quando un suino viene introdotto nella vasca di acqua calda non
deve dare nessun segno di risposta; qualsiasi segno di risposta o
di riflesso è segno di cattivo stordimento;
10. non devono essere emesse vocalizzazioni;
11. bisogna sempre ricordare che un animale stordito può scalciare
pur essendo insensibile.
Qualora, come accade spesso, l’osservatore si trovasse ad una certa
distanza i segni a cui prestare attenzione sono:
1) la testa deve risultare abbandonata;
2) la lingua pendente e flaccida;
3) collo e dorso pendenti verso il basso senza nessun segno di arcatura.
Gli animali che presentano tutti e tre questi segni risulteranno insensibili e con assenza di riflessi oculari.
Segni, in ordine crescente, che possono indicare
una ripresa della sensibilità:
1) unica e debole risposta al tocco della cornea (riflesso oculare);
2) ripresa della respirazione ritmica: è spesso il primo sintomo e
precede la ripresa del riflesso oculare;
3) ritorno dello sbattimento palpebrale spontaneo;
4) risposta a stimoli dolorosi come la puntura di spillo applicata al naso;
5) tentativi di raddrizzare la testa;
6) piena coscienza e sensibilità;
Un completo ritorno della sensibilità può ottenersi dopo 15-20
secondi dalla ripresa del riflesso oculare in un animale stordito con
l’elettricità se non dissanguato. Un animale che mostrasse uno dei
segni che indicano un possibile ritorno della sensibilità deve essere
immediatamente sottoposto ad un ulteriore stordimento prima di
procedere a qualsiasi altra procedura di macellazione.
Proposta di integrazione alla check list
della circolare del Ministero della Salute
Avvalendoci delle indicazioni della Grandin, possiamo ora preparare una nostra check list di integrazione a quella del Ministero della
Salute così da stabilire in modo, il più oggettivo possibile, lo stato
di “protezione degli animali” in quel determinato impianto.
La scheda 2 del “Macello Carni Rosse” al capitolo 4, Immobilizza4 / 169
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zione, stordimento, iugulazione e dissanguamento potrebbe essere così modificata:
4.8 IMM
4.9 IMM
4.10 IMM
4.11 IMM
4.12 IMM
4.13 IMM
4.14 IMM
4.15 IMM
4.16 IMM
4.17 IMM
dopo lo stordimento la testa, nell’animale in catena, risulta abbandonata
sono assenti tentativi per rialzare la testa
sono assenti segni di inarcatura del collo e del dorso
la respirazione ritmica è assente
il riflesso oculare è assente
è assente lo sbattimento palpebrale spontaneo
nel caso in cui uno dei segni di ripresa della coscienza sia stato evidenziato, si è proceduto a sottoporre l’animale ad una
ulteriore procedura di stordimento
il dissanguamento è iniziato senza che l’animale manifestasse segni di ripresa
il dissanguamento è rapido, profuso e completo
non vengono effettuate altre operazioni sugli animali né alcuna stimolazione elettrica prima della fine del dissanguamento
La check list del Ministero, così modificata,
potrebbe essere utilmente usata nel corso di
audit sul benessere animale negli impianti
di macellazione.
Conclusione
Questo modesto lavoro ha lo scopo principale di “lanciare un sasso nello stagno”, di
inviare un messaggio ed una provocazione
a tutti i colleghi che occupano un ruolo
“ufficiale” presso i macelli.
Siamo sicuri di ottemperare alle richieste regolamentari ed etiche o piuttosto riteniamo
l’argomento benessere e protezione degli
animali presso i macelli come questione superflua o fastidiosa da fare, eventualmente e
malauguratamente, gestire ad altri?
I fatti che hanno coinvolto recentemente alcuni macelli del nord Italia, dove la LAV ha
effettuato sopralluoghi e chiesto indagini ai
carabinieri NAS per accertare le violazioni
sulle norme per il benessere animale, potranno servirci da sprone per un lavoro più
attento anche in questo campo o dobbiamo limitarci ad aspettare passivamente le
prossime “incursioni” del NAS, degli animalisti, del Ministero, della Commissione europea: incursioni che metteranno in evidenza
le nostre omissioni?
Se altri colleghi fossero a conoscenza di
lavori sull’argomento sono invitati a segnalarli. Propongo anzi l’attivazione di una sorta di rete di comunicazioni su questo aspetto della professione: spesso le conoscenze e le esperienze ci sono ma non sono pubblicate o semplicemente comunicate, così si rischia la dispersione.
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Mi propongo come semplice punto di incontro tra le varie esperienze: se lo riterrete opportuno potete comunicare le vostre
osservazioni, le più varie, sulla protezione
dei bovini in particolare ma non solo, inviandole all’indirizzo di posta elettronica:
[email protected]
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