1. 2. 3. 4. 5. che cos’è la memoria e come funziona Dimenticare, ricordare: la società moderna ed il rapporto con la memoria La memoria come fonte per la storia: diari, scritture autobiografiche, memoriali, cronache, relazioni Si può fare storia con la memoria? Esemplificazioni di ricostruzioni storiche con le fonti di memoria L’era del testimone: problemi di rapporti con la storia LA MEMORIA: ISTRUZIONI PER L’USO IL PERCORSO Il presente percorso didattico non intende essere ovviamente esaustivo esaustivo di un tema così vasto e complesso come quello della “memoria”. Per realizzare questo percorso abbiamo preso a prestito nozioni, concetti, esemplificazioni da molte discipline del sapere (per es. medicomedico-scientifiche, giudiziarie, storiche, sociologiche) ed abbiamo cercato di operare operare una sintesi per raggiungere tre obiettivi primari: 1. far riflettere sulle problematiche che possono nascere quando si lavora con le “fonti di memoria”, con i “testimoni”. 2. portare i ragazzi ad esaminare la complessità dei processi di memoria, per comprenderne meglio il valore e magari lasciarsi affascinare dal nostro rapporto con il passato. 3. imparare ad usare la memoria propria e degli altri perché una società che perde la capacità di ricordare è una società senza identità 1 LA MEMORIA: noi siamo ciò che ricordiamo e ciò che dimentichiamo… La persistenza della memoria (1931) E' uno dei quadri più famosi di Salvador Dalì. Dalì. Il tempo meccanico, misurabile con gli orologi, è messo in crisi dalla memoria umana, che ha una percezione molto diversa del tempo. Il tempo scorre secondo metri assolutamente personali, per esempio veloce quando si è felici, lento e pesante nella tristezza. LA MEMORIA (1948) di Magritte All'origine della memoria c’è sempre: la ricerca di qualcosa di perduto e di irrinunciabile... qualcosa che necessita di essere guardato nuovamente. 2 LA MEMORIA Parlare di memoria ci porta alle origini del pensiero occidentale: la filosofia antica. La memoria è stata oggetto di riflessione dei più importanti filosofi della storia. Solo a partire dalla fine del XIX secolo è diventata tema di studio per le discipline medicoscientifiche MNEMOSINE Figlia di Urano (personificazione del Cielo) e Gea (personificazione della Terra), con Zeus genera le Muse, depositarie del sapere e delle arti 3 Parole, parole, parole… Amnesia, apprendimento, archetipo, archivio, attenzione, autobiografia, autobiografia, banca dati, blocco, calendario, cancellare, censura, cervello, cimitero, codice, computer, comunicazione, comunicazione, conservare, coscienza, cronaca, cronologia, data, demenza, diario, difesa, dimenticanza, dimenticare, dimenticare, distruzione, documento, dolore, durata, elaborazione, emozione, epitaffio, epoca, eredità, esame, esame, esperienza, evento, falso ricordo, fantasia, flashback, fonti, fossile, fotografia, futuro, genealogia, genealogia, ictus, identità, immagazzinamento,immagine, immortalare, imprimere, inconscio, indizio, indizio, infanzia, informazione, inganno, intelligenza, ipertesto, lavaggio del cervello, legame, leitmotiv, leitmotiv, lingua, lobi, luoghi di memoria, lutto, magazzino, malinconia, mausoleo, memoria a breve termine, memoria memoria a lungo termine, memoria collettiva, memoria autobiografica, memoria delle fonti, memoria intrauterina, intrauterina, memoria olfattiva, memoria procedurale, memoria tattile, memoria visiva, memoria uditiva, metafora metafora della memoria, minuto di silenzio,Mnemosine silenzio,Mnemosine,, monumento, morbo di Alzheimer, Alzheimer, narrazione, neurone, neurotrasmettitore, neurotrasmettitore, nostalgia, oblio, oralità, onomastica stradale, origine, passato, percezione, percezione, predecessori, presente, raggruppare, recupero, regressione, reliquia, reminiscenza, reperti, rete, revival, revival, riabilitazione della memoria, ricordo, ricordo apparente, ricostruzione, rimozione, ripetizione, riproduzione, riproduzione, rievocazione, rito, rituale, rottura, routine, rughe, sapere, schedario, scrittura, stimolo, segno, sensi, sensi, senso, simbolo, socializzazione, soffitta, sogno, sonno, souvenir, storia, storia orale, strategia di memoria, memoria, stress, teatro della memoria, tempo, testamento, testimonianza, traccia, trasmissione di memoria, trauma, trauma, vecchiaia, viaggio nel tempo, voltar pagina, ………………….. CHE COS’E’ LA MEMORIA? I ricordi costituiscono la nostra identità personale e sono alla base di tutte le nostre attività quotidiane. La memoria è la capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri… Non esiste alcun tipo di azione o di pensiero senza uso di Memoria 4 LA MEMORIA E’ UN ATTO CREATIVO Come funziona la memoria? Ricordare è un processo attivo ma anche automatico o incidentale e procede, schematicamente, secondo queste fasi: Acquisizione e codificazione: codificazione: l’informazione viene recepita e registrata in base alla nostra esperienza precedente, al nostro bagaglio culturale ed emotivo, in base alla nostra storia ed alla nostra identità. Ritenzione ed immagazzinamento: immagazzinamento l’informazione si “stabilizza” nella memoria per un lasso di tempo variabilissimo. Recupero: Recupero: l’informazione riemerge a livello di consapevolezza, mediante richiamo o riconoscimento 5 DIVERSE “MEMORIE” Secondo gli studiosi la nostra mente attiva diversi “tipi” di memoria: - “memoria a breve termine” - “memoria di lavoro” - “memoria dichiarativa” - “memoria procedurale” - “memoria a lungo termine” Come funziona la memoria? “Memoria a breve termine”: elabora le informazioni di cui siamo consapevoli momento per momento. Ha una limitata capacità di immagazzinamento e di elaborazione. Se le informazioni non vengono in qualche modo trattenute, ad un certo punto si perdono (es. tenere a mente un numero di telefono dopo averlo appena letto prima di comporlo) Oggi, però, alcuni studiosi preferiscono usare il termine “memoria di lavoro” 6 Come funziona la memoria? La “memoria di lavoro” (nozione risalente agli anni ’80) ha le caratteristiche di quella “a breve termine” (capacità limitata e mantenimento temporaneo delle informazioni) ma è più complessa. Non funziona come magazzino temporaneo ma come elaboratore di informazioni (es. tenere a mente dei risultati matematici parziali per arrivare al risultato finale, oppure tenere a mente una frase principale per capire un periodo complesso durante una lettura o una traduzione, o nel gioco degli scacchi valutare quale mossa scegliere, ecc.) Come funziona la memoria? La “memoria dichiarativa” ha per contenuto un sapere (per es. il significato di una parola o le circostanze in cui abbiamo conosciuto una persona) ed il recupero dei ricordi avviene in maniera consapevole. Può essere “episodica” (riguarda le informazioni specifiche a un contesto particolare) e “semantica” (è la memoria che conserva i dati del nostro sapere: es. i significati delle parole, concetti, simboli, ecc.) 7 Come funziona la memoria? La “memoria procedurale” riguarda le procedure che utilizziamo per svolgere un determinato compito. E’ un tipo di conoscenza non esprimibile a parole (es. andare in bicicletta, nuotare, ecc.) Come funziona la memoria? Alcune (non tutte) delle informazioni contenute nei vari tipi di memoria passano nella “memoria a lungo termine” (può contenere un numero enorme di informazioni che in essa vi risiedono in modo più o meno permanente) La decisione di immagazzinare “a lungo termine” un dato raramente viene presa in modo consapevole 8 Come funziona la memoria? Immagazzinare un “dato” nella memoria a lungo termine può dipendere da: L’informazione ha un particolare significato emotivo L’informazione fa parte di un contesto cognitivo già noto Per funzionare al meglio la “memoria a lungo termine” dev’essere ben organizzata RICORDARE Cercare le informazioni nella memoria “a lungo termine”, “localizzarle” e riportarle alla consapevolezza Processo ricostruttivo ma allora quanto sono “accurati” i nostri ricordi? 9 RICORDARE Tre modalità: 1. Rievocazione libera (es. rievocare elementi di una lista nell’ordine che si preferisce; generalmente si ricordano meglio i primi e gli ultimi elementi dell’elenco) 2. Rievocazione suggerita (vengono utilizzati degli “aiuti”) 3. Riconoscimento (uno stimolo viene riconosciuto come “già noto”) DIMENTICARE Perdita temporanea o definitiva di informazioni organizzate nella memoria Cause: interferenza, mancato immagazzinamento, mancato recupero, difesa, decadimento del ricordo (la memoria sbiadisce) 10 DIMENTICARE Interferenza: associazione di ricordi diversi ad uno stesso elemento (fisico o emotivo o concettuale) Mancato immagazzinamento: le informazioni non sono mai passate nella “memoria a lungo termine” Mancato recupero: non si riesce a recuperare l’informazione che ci interessa Difesa: secondo la psicanalisi si rimuove un’informazione per non riprovare l’esperienza negativa cui tale informazione è legata I “FALSI RICORDI” Capita che ricordiamo male delle cose, o peggio ancora, ricordiamo ricordiamo d'aver fatto o detto qualcosa o aver vissuto un episodio che non ci è mai accaduto: accaduto: sono fantasie create da una parte del nostro cervello che potrebbe essere battezzata battezzata come “sorgente dei falsi ricordi”. Si tratta di un “network” neurale (posto alla sommità del cervello) che si occupa di richiamare le caratteristiche generali generali di un evento avvenuto, senza però rievocarne i dettagli, compito che spetta invece invece a un altro circuito, il lobo mediale temporale, alla base del cervello. Vengono in questo modo tracciati “quadri impressionisti” di un evento, evento, magari mai avvenuto o avvenuto in modo diverso da come raccontano le pennellate pennellate che compongono l'immagine riportata alla nostra memoria. In sostanza alla base dei falsi ricordi sarebbe il “talento impressionista” impressionista” del network frontalefrontale-parietale che ricostruisce un'impressione d'insieme di un certo evento e che proprio per questo potrebbe travisare e scombussolare informazioni informazioni contenute nel nostro cassetto dei ricordi, consegnandoci un dipinto che è un 'falso' della memoria. 11 I RICORDI “IMPRESSIONISTI” SI PUO’ CREDERE AD UN TESTIMONE? Le trappole della memoria Il testimone racconta ciò che ha visto o vissuto direttamente. Ma l’esperienza personale non garantisce assolutamente l’esattezza delle informazioni. Perché? Perché la memoria è un atto creativo che reinventa il passato invece di riprodurlo fedelmente 12 Il testimone oculare è attendibile? Importanza della testimonianza oculare (decisiva, per esempio, nell’ambito processuale) Indispensabile accuratezza dei ricordi Fattori che determinano la precisione dei ricordi: natura dell’evento, ciò che avviene dopo, intervallo di tempo trascorso, le caratteristiche individuali dei testimoni, le modalità di recupero dei ricordi, modalità degli interrogatori, ecc. Gli inganni della memoria visiva 13 Gli inganni della memoria visiva Gli inganni della memoria visiva 14 GLI INGANNI DELLA MEMORIA VISIVA 15 LA MEMORIA E LA SCRITTURA La scrittura risponde ad un bisogno primario di espressione e di comunicazione. Occorre creare “distanza” verso ciò di cui si vuole scrivere… e forse anche un “destinatario” reale o virtuale Nello scrivere il “vissuto” viene trasformato, reso “pensabile” e “dicibile “dicibile”” ed il sé, di fronte al testo, si scopre e si riconosce 16 LE “MEMORIE” SCRITTE Autobiografia narrazione retrospettiva in cui il protagonista è l’autore stesso (oggetto e soggetto). Chi scrive un'autobiografia intende fornire un'immagine precisa e, in un certo senso, emblematica di sé (autorappresentazione). autorappresentazione). LE “MEMORIE” SCRITTE Diario il racconto è sviluppato cronologicamente, spesso scandito in intervalli di tempo regolari, solitamente a giorni. Può essere la cronaca della vita o di un periodo di vita di una persona ma anche la raccolta di annotazioni giornaliere in cui vengono descritti fatti di rilievo, avvenimenti politici, politici, sociali, sociali, economici, economici, osservazioni di carattere scientifico o altro. Con diario si indica anche il supporto materiale dove questo racconto viene realizzato: una moderna forma di diario in questo senso è quella affidata all'informatica all'informatica attraverso la tenuta di blog personali 17 LE “MEMORIE” SCRITTE Diario segreto Prodotto della soggettività più tipicamente “autocentrato”. autocentrato”. Qui la scrittura ha una funzione “catartica”, ma anche di elaborazione del pensiero (razionalizzazione), libero flusso per la creatività e per lasciare “traccia di sé” LE “MEMORIE” SCRITTE Memoriale Ha origini religiose: nella liturgia ebraica e cristiana è l'atto liturgico di far memoria di un avvenimento. Il fatto ricordato diventa presente presente (es. racconto dell’Esodo durante la pasqua ebraica o l’Eucarestia ). Più genericamente è uno scritto in cui l’Eucarestia). vengono esposti fatti e considerazioni, spesso redatto a giustificazione del proprio operato. E’ anche la raccolta di memorie relative alla vita ed all’attività di illustri personaggi personaggi (es. Il memoriale di Sant’Elena scritto dal conte Las Cases) Cases) 18 Si può credere ad un testimone? Fattori che agiscono sul “ricordo” di un fatto (non tutto viene ricordato) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Livello di consapevolezza dell’individuo Quantità delle risorse cognitive impiegate Schemi mentali Intenzione o no di voler ricordare Intenzione di raccontare o no il fatto Immagine di sé da offrire tramite la testimonianza Finalità della testimonianza Ciò che oggi conosciamo di un certo fatto del passato ha la potenzialità di modificare quanto ricordiamo di quell’evento “RACCOGLIERE” LE MEMORIE… Metodologia 1. Colloquio comune 2. Colloquio investigativo 3. Intervista cognitiva 19 IL COLLOQUIO COMUNE - Avviene quotidianamente con le persone che incontriamo - L’intervistatore interrompe il colloquio quando la risposta non va nella direzione desiderata (effetti negativi sul processo di recupero del ricordo) - Interazione profonda tra intervistatore (che comunica con messaggi verbali e gestuali approvazione o disapprovazione per una risposta ricevuta) ed intervistato (che cerca di assecondare il primo) IL COLLOQUIO INVESTIGATIVO - - - Posizione centrale e neutrale di chi lo conduce Si lavora su una serie di ipotesi: lavorare su una sola ipotesi indirizzerrebbe, inconsciamente, le risposte verso una conferma (natura viziata del colloquio) Assenza di interruzioni perché potrebbero “fuorviare” il racconto: si privilegia la narrazione spontanea 20 L’INTERVISTA COGNITIVA 1. 2. 3. 4. 5. Stabilire un rapporto tra chi pone le domande ed il testimone e chiarire lo scopo dell’intervista. In questo caso l’intervistatore è un “facilitatore “facilitatore”” Creare il contesto in cui si è verificato l’evento (aiuta a recuperare i ricordi) Invitare il testimone a raccontare liberamente Porre domande specifiche per chiarire alcuni passi del racconto Richiedere, infine, al testimone di raccontare nuovamente il fatto procedendo da una diversa prospettiva (es. partire dalla fine). Questo consente di recuperare nuove informazioni Come si “lavora” con la memoria? Alcuni esempi - Il mondo dei vinti e L’anello forte di Nuto Revelli La vita offesa a cura di Anna Bravo e Daniele Jalla (Milano, Angeli, 1986) - L’immagine e la memoria: Shoah di Claude Lanzmann - La memoria inquieta: L. Passerini, Passerini, Storie di donne e di femministe (Torino, Rosenberg & Sellier, Sellier, 1991) - La “falsa” memoria: Binjamin Wilkomirski, Wilkomirski, Frantumi (Milano,Mondadori, 1996) 21 Il mondo dei vinti e L’anello forte - Registrazione delle interviste con il magnetofono (durata media 33-4 ore) che Revelli mette bene in vista, come si conviene tra persone che si accettano e che si rispettano - - - Esplicitazione chiara con il testimone sullo scopo del lavoro Ricerca di conoscenza e di rapporto personale con il testimone per creare un clima di comprensione, dialogo e fiducia Uso di una semplice traccia per la raccolta della testimonianza non di un questionario Ascolto ripetuto delle testimonianze Trascrizione scritta delle testimonianze: rispetto dell’uso delle espressioni dialettali più significative, ordine cronologico degli argomenti, tagli di ripetizioni o discorsi incerti o inconcludenti. Selezione delle testimonianze da pubblicare: fase più difficile Il mondo dei vinti di Nuto Revelli Revelli comincia a raccogliere le testimonianze dei contadini cuneesi perché colpito dal processo di industrializzazione cominciato tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Questo ha coinciso con un forte esodo dalle campagne. Ho iniziato l’indagine del mondo dei vinti dando la parola sovente, spesso, alle persone anziane che sapevano, magari mi parlavano della loro emigrazione di inizio inizio secolo verso le Americhe, verso la Francia… Assistevo ad un esodo grandioso, scappavano scappavano proprio, dal loro ambiente. Allora mi sono detto: una parte di queste persone persone hanno delle esperienze straordinarie da raccontare e o le ascolto adesso oppure oppure va tutto perduto. Allora ho cominciato. Un lavoro difficile, faticoso. Con Con "Il mondo dei vinti" ho raccolto 270 testimonianze… Era difficile farsi accettare, poi poi che parlassero, che raccontassero, perché rimanesse almeno qualcosa di queste storie, storie, di una società che cambiava rapidamente, su, a pochi chilometri da Cuneo si sfilacciava sfilacciava il tessuto sociale di vaste aree, e rimanevano solo gli anziani. 22 L’anello forte di Nuto Revelli Lavorando a Il mondo dei vinti Revelli si accorge che le voci sono quasi tutte maschili: la donna, se presente durante le testimonianze, tace, lavora o partecipa in modo estremamente discreto al dialogo, ma ascolta e molto attentamente… In 6 anni di lavoro raccoglie 260 testimonianze femminili, di cui 60 provenienti dal Meridione (le cosiddette “calabrotte ”. “calabrotte”. Il mondo dei vinti di Nuto Revelli Saper ascoltare è un mestiere che stanca, che logora. Saper ascoltare vuol dire mai perdere il filo del discorso che a volte si dipana disordinatamente: vuol dire registrare tutto nella propria memoria a mano a mano che il discorso si snoda, prende forma, cresce (Revelli). 23 L’anello forte di Nuto Revelli Diffido dei questionari che tendono alle sintesi, che riducono ad opinione quello che è vita. Devo sempre avere un dialogo con la persona che ho di fronte, un dialogo anche vivace di partecipazione. Sono attento a non influenzare l’interlocutore. Le troppe domande umiliano “ la fonte orale”, snaturano la testimonianza, quando non la riducono ad un verbale di interrogatorio… basta la presenza di chi ascolta a condizionare chi parla, chi racconta… Tra le regole che mi impongo quella del rispetto umano è la regola che osservo con più rigore… (Revelli, Revelli, pp. XX-XII). La vita offesa Si tratta di un libro che raccoglie una selezione per temi di oltre 200 interviste di ex deportati nei Lager nazisti residenti in Piemonte, raccolte e selezionate tra il 1981 ed il 1986. Da ogni intervista sono stati individuati brevi brani che sono stati inseriti in un ordine narrativo che ripercorre l’esperienza dei singoli deportati dalla cattura al ritorno, passando per l’orrore e la violenza della quotidianità del Lager. Ne esce un quadro corale formato da storie diverse connesse tra loro in una vera e propria “memoria collettiva” che vuole comunicare con le generazioni successive. 24 La vita offesa Per il reduce raccontare è un’impresa importante e complessa. E’ percepita come un obbligo morale e civile, come un bisogno primario, liberatorio ma anche come promozione sociale: chi ha vissuto il Lager si sente depositario di un’esperienza fondamentale , inserito nella storia del mondo, testimone per diritto e per dovere, frustrato se la sua testimonianza non è sollecitata e recepita… (Primo Levi, p. 9) La vita offesa Stesura di una griglia tematicatematica-cronologica per la raccolta delle testimonianze - Analisi di ogni testimonianza raccolta sulla base della griglia per individuare nuclei tematici e passaggi specifici, singolari, efficaci - Confronto tra tutti i passi selezionati riguardanti lo stesso tema e selezione - Montaggio dei passi selezionati in sequenze narrative e capitoli tematici (per es. La cattura, Il viaggio, L’arrivo, Le donne, La violenza, ecc.) - 25 Shoah - Lavoro di raccolta di testimonianze (1974(19741985) di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, di abitanti dei villaggi vicini, di ex SS - In oltre nove ore di immagini e parole fa emergere il passato attraverso ciò che non gli somiglia più - E’ un lavoro che utilizza il presente (testimoni, oggetti, ambienti) per conoscere il passato - Uso “investigativo” della telecamera SHOAH Nel porre le domande Lanzmann è spesso diretto, immediato, altre volte segue un percorso più tortuoso, altre ancora è incalzante, insistente, nonostante l’evidente dolore del ricordo che il testimone esprime attraverso pause, silenzi, lacrime. Non è un documentario né un film, è un’opera unica sulla memoria che diventa paradossalmente "immemorabile", cioè invulnerabile al tempo 26 La falsa memoria: Frantumi di Wilkormirski L’autore racconta la propria esperienza di bambino orfano prigioniero del Lager di Auschwitz e poi adottato da una famiglia svizzera. Un’infanzia senza radici ricostruita dopo lunghi anni di ricerche, studi, sedute psicoanalitiche. E’ un libro intenso, molto interessante ed efficace nello stile linguistico che mette in luce il profondo e complesso rapporto tra memoria e scrittura. Il libro è però un falso e rappresenta un caso interessante. La falsa memoria: Frantumi di Wilkormirski L’Autore sembra non sia affatto ebreo, ma nessuno sa se l’inganno sia stato intenzionale o se veramente Wilkomirski si sia costruito un’identità in assoluta buona fede. Il libro sembra testimoniare una vita vissuta realmente ed intensamente, almeno nell’immaginario (e nella memoria “ricreata”) dell’Autore. Così come testimonia l’esigenza in chiunque di “avere” memoria del proprio passato, perché solo così si ha consapevolezza della propria identità. 27 Ferite della memoria: Storie di donne e femministe Attraverso le storie di donne femministe o di ex terroriste o di altre protagoniste della storia degli anni ’60 e ’70, Luisa Passerini si interroga sui modi e le forme della trasmissione del sapere e della memoria tra generazioni. Problemi… 1. 2. 3. 4. 5. La memoria tende a rendere presente il passato Non esiste un “buon” testimone così come nessun documento storico è “innocuo” Questa “passione” per la memoria degli ultimi anni ha fatto sì che questa sostituisse la storia (“sfiducia” negli storici) e sovvertisse le regole della ricerca storica Non si insegna più a “ricordare” e, quindi, a trasmettere memoria C’è un vuoto di identità che il “culto” per la memoria dovrebbe colmare 28 Piccola Bibliografia - C. Capello, Il sé e l’altro nella scrittura autobiografica – Contributi per una formazione all’ascolto: diari, epistolari, autobiografie, Torino, Bollati Boringhieri, Boringhieri, 2001 - A.M. Longoni, Longoni, La memoria, Bologna, il Mulino, 2000 - G. Mazzoni, Mazzoni, Si può credere a un testimone? – La testimonianza e le trappole della memoria, Bologna, il Mulino, 2003 - N. Pethes e J. Ruchatz, Ruchatz, Dizionario della memoria e del ricordo, Milano, Bruno Mondadori, 2002 A. Rossi Doria, Doria, Memoria e storia: il caso della deportazione, Soveria Mannelli, Rubettino, Rubettino, 1998 - O. Sacks, Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Milano, Adelphi, Adelphi, 1986 A. Wiewiorka, Wiewiorka, L’era del testimone, Milano, Cortina, 1999 29