ORTO E DINTORNI Un fiore per ogni mese Iris Fontanari Il profumo intenso dei mughetti che crescono in questo periodo nei boschi, nei pascoli e nelle macchie, in luoghi umidi e ombrosi, ci fa riandare col ricordo ai giorni della nostra infanzia quando, nelle belle giornate primaverili, andavamo alla ricerca dei fiori più caratteristici e più odorosi appena sbocciati. Dopo la viola mammola, il più... ambito era proprio il mughetto, la cui fragranza si percepiva già da lontano e ci guidava sempre a... giusta destinazione! Questo grazioso fiore era chiamato dagli antichi Lilium convallium (giglio delle valli profonde), ma il suo nome botanico divenne poi Convallaria majalis. Attualmente è chiamato ancora convallaria, soprattutto dai giardinieri. Il termine “majalis”, che sta ad indicare la specie, deriva invece dal mese di maggio (il mese sacro a Maja, la dea della fecondità terrestre). La convallaria fiorisce, infatti, proprio in questo mese ed anche più tardi nelle regioni alpine e alle altitudini elevate, ossia al di sopra dei mille metri. NOTE BOTANICHE Il mughetto appartiene alla grande famiglia delle Liliacee ed è comune nelle zone temperate d’Europa; alcune specie imparentate crescono nel Caucaso, nell’Asia orientale e sulla costa atlantica dell’America del Nord. In Italia cresce spontaneo, spesso a grandi macchie, ma anche sparso e quasi isolato, nel sottobosco del castagno e del faggio, ma anche nei boschi cedui, in quelli a foglie caduche o misti. Si può trovare sia in pianura sia in montagna. Se le condizioni di luce sono carenti, il mughetto non fiorisce e produce solo molte foglie. È una pianta erbacea perenne, con un lungo rizoma orizzontale, biancastro, sottile e ramificato, terminante in una grossa gemma detta “occhio”. Le foglie sono generalmente a coppia, ovali e lunghe: le più basse inguainano quelle più alte in modo da formare una specie di fusto. I fiori, disposti a grappolini sui singoli steli, sono a forma di campanel- TERRA TRENTINA 6/2008 II mughetto dal soave profumo 45 ORTO E DINTORNI le pendule, bianche, gamopetale (con corolla a petali saldati), con sei denti ripiegati all’infuori. Ogni singolo stelo porta da 8 a 30 fiori. I frutti sono delle bacche rotonde di color rosso-arancione. Il mughetto è molto apprezzato per il suo profumo: l’essenza che si ricava dai suoi fiori freschi entra nella composizione di molti profumi. È bene ricordare che questa è una pianta velenosa, perché tutte le sue parti contengono dei glucosidi a base di tossine convallariacee, i cui effetti sono simili a quelli della digitalina. Ma mentre i fiori e le foglie fresche sono le parti più nocive, le foglie essiccate si utilizzano per preparare un farmaco efficace nei disturbi cardiaci (un surrogato della digitalina cardiotonica) e come diuretico. I fiori bianchi, polverizzati, costituiscono un ottimo eccitante delle mucose nasali, poiché provocano starnuti liberando da fastidiose emicranie. Un tempo questa polvere veniva aggiunta al tabacco da presa! LA COLTIVAZIONE Con i graziosi e profumatissimi mughetti si possono realizzare incantevoli bordure al piede di viali alberati o ai lati di piccoli sentieri, come pure attorno a laghetti naturali. Nei giardini lascia- ti allo stato naturale si rivelano molto adatti per creare, sotto gli alberi e tra gli arbusti, un cuscino fiorito di bianco dall’incantevole effetto. Se lasciate indisturbate per molto tempo, queste piante si propagano spontaneamente per scissione e allargamento delle loro radici rizomatose fino a coprire anche grandi estensioni di terreno. La loro coltivazione non presenta alcun problema: basta scegliere un angolo fresco e ombroso del giardino, con un terreno umido, un po’ argilloso e arricchito di terricciato di foglie, di torba e di letame ben decomposto. In settembre-ottobre vi si pianteranno i rizomi a circa 2,5 cm di profondità, mantenendo fra l’uno e l’altro la distanza di 8-15 cm. L’attecchimento è quasi immediato e, se la pianta troverà un ambiente adatto, si espanderà rapidamente. Ogni anno, a marzo, sarà bene distribuire 3-4 cm di terricciato di foglie a cui sia stato aggiunto un po’ di letame ben maturo. In ottobre si può anche effettuare la moltiplicazione dei rizomi dividendo ogni singola gemma con le rispettive radici; quest’ultima operazione non può, tuttavia, essere eseguita prima di tre anni dalla data del loro primo impianto. È bene, a questo punto, ricorda- re che i rizomi di un anno danno solo foglie; quelli di due anni fioriscono di rado e solo i rizomi di tre anni danno una sicura e rigogliosa fioritura. I rizomi da fiore, inoltre, hanno la gemma conica più grossa delle altre e la punta ottusa, mentre quelli che non fioriscono hanno la gemma conica più stretta e la punta acuminata. La fioritura in casa Una fioritura anticipata del mughetto si può ottenere anche in casa (da gennaio a marzo). In ottobre-novembre si porranno in vasi, di circa 15 cm di diametro, da 6 a 8 gemme di mughetto per ogni vaso, usando terriccio da giardino e terriccio di foglie in parti uguali misto a torba fibrosa. I vasi andranno collocati, uno accanto all’altro, in un angolo del giardino, dove si annaffieranno e ricopriranno con 8 cm di sabbia. In alternativa, i vasi si potranno tenere anche in una serra fredda, dopo di che si porteranno nell’appartamento riscaldato. Trascorso un mese e mezzo, si trasferiranno all’interno, in un locale luminoso e riscaldato (18-22°C) badando di annaffiare frequentemente le piantine. I fiori compariranno dopo circa un mese e rallegreranno la nostra casa con il loro inconfondibile profumo. TERRA TRENTINA 6/2008 Brevi 46 P La produzione di grana trentino è pari a 120 mila forme all’anno. Il Consorzio del grana padano raggiunge il tetto di 4 milioni 250 mila forme. Il prodotto trentino rappresenta quindi il 2% rispetto all’omonimo padano. Nonostante il quantitativo ridotto è presente in tutte le regioni d’Italia. anche se la localizzazione dei punti vendita è necessariamente ristretta a una o poche unità. P I dirigenti delle cooperative ortofrutticole Copag e Val di Gresta si sono incontrati per discutere i contenuti di un progetto di promozione della patata di montagna che dovrebbe essere realizzato entro il 2008. Il costo del progetto è di 60 mila euro. La Provincia di Trento ha stanziato 30 mila euro di contributo. La quota restante dovrebbe essere ripartita tra le due cooperative.