Segnali elettrici variabili nel tempo Supponiamo di osservare come varia la tensione di un dato punto in un circuito elettrico. Per misurare la tensione in un certo istante generico t facciamo uso di un voltmetro. Effettuando diverse misure, in tempi successivi, possiamo osservare come varia la tensione nel tempo, costruendo un grafico cartesiano in cui sull’ascissa riportiamo i tempi in cui vengono effettuate le misure e sull’ordinata i corrispondenti valori delle tensioni. Fatto ciò possiamo avere due situazioni: a) Dal grafico si vede che nel tempo la tensione non varia, è sempre la stessa. Questo significa che la tensione nel punto del circuito che stiamo osservando è costante nel tempo. Il valore che può assumere tale tensione può essere nullo, positivo o negativo. b) La tensione varia nel tempo, ossia in tempi diversi viene misurato un valor diverso. In questo caso possiamo avere due situazioni: b1) L’andamento nel tempo della tensione è casuale, ossia non è possibile osservare degli intervalli di tempo consecutivi in cui il segnale si ripete in egual modo. b2) Dal grafico si rileva un andamento “periodico”, ossia vi è un intervallo di tempo base in cui la tensione varia in un certo modo e che periodicamente si ripete all’infinito. In questo caso siamo di fronte a una variazione periodica e regolare. Un esempio di come varia in modo casuale una tensione è riportato qui di seguito. Si vede che comunque si assegni un valore al tempo, il valore che assume il segnale è casuale e quindi non è un andamento prevedibile nel tempo. Un esempio di tensione costante nel tempo è riportato nella figura qui a lato. Si vede che comunque si assegni un tempo t per effettuare la misura della tensione questa risulta sempre la stessa: andamento costante. Possiamo scrivere: Questa espressione indica che la tensione assume il valore costante K (un numero qualunque) per valori di tempo t presi nell’intervallo da zero a più infinito. La costante K ha la dimensione dei Volt [V]. E’ cosa ben diversa quando abbiamo un andamento nel segnali periodici, ossia di segnali che si ripetono a regolari. Come si vede dal grafico riportato a lato, intervallo di tempo entro cui il segnale varia, anche con irregolarità, e che periodicamente si ripete all’infinito. tempo di intervalli vi è un una certa I segnali periodici di cui ci interesseremo sono quelli che all’interno del periodo si ripetono con regolarità. Ad esempio il segnale raffigurato a lato si definisce a “dente di sega”. Come si vede, all’interno del periodo T è possibile distinguere un intervallo di tempo entro cui il segnale varia a “rampa” (andamento lineare) per poi essere nullo per il restante tempo. Nel caso del segnale raffigurato si può scrivere: L’espressione matematica si legge in questo modo: il segnale assume il valore kt per gli istanti t che sono compresi nell’intervallo [ 0 , T/2 ] e assume il valore zero per gli istanti t che sono compresi nell’intervallo [T/2 , T]. La costante K ha le dimensioni di Volt/secondo [V/s]. Pag. 1 Un altro tipo di segnale, sempre a rampa lineare, è il segnale definito come “segnale a triangolo”. Come si vede dalla figura, il segnale è costituito dallo stesso andamento lineare e che a un certo istante la pendenza della curva diventa negativa. Nella figura a lato è rappresentata un segnale a forma di triangolo che ad ogni semi-periodo inverte la pendenza della rampa. Il segnale può essere scritto nella seguente forma: Il valore della costante ‘q’ deve essere tale che all’istante t=T/2 si deve verificare che le due equazioni diano lo stesso risultato. Si noti l’espressione kt e –kt che stanno ad indicare l’inversione di pendenza. Molto importanti sono i segnali detti “segnali sinusoidale”. Un segnale sinusoidale ha un grafico come quello raffigurato nella figura che segue. Questo segnale è caratterizzata da: a) Un periodo T espresso in secondi che è il tempo necessario a descrivere l’evoluzione dell’intero segnale. b) Il massimo valore +Vp espresso, in questo caso, in Volt c) Un minimo valore -Vp simmetrico al valore massimo rispetto all’asse delle ascisse. La lunghezza (-Vp, +Vp) viene indicata come “valore di picco-picco” e indicata con Vpp , che è il doppio del valore di picco Vp. d) Una frequenza angolare definita come = 2 / T. Questa rappresenta la velocità con cui viene descritto un = 2 / T = = 2 f. La frequenza intero angolo giro (2 ) . Pertanto, data la frequenza fo possiamo scrivere angolare si misura in radianti/secondi (red/sec). Analiticamente un segnale sinusoidale si può scrivere come Osserviamo il grafico che segue. Si notano due segnali che all’istante t=0 non assumono lo stesso valore. In particolare il segnale v1(t) assume il valore massimo quando v2(t) assume il valore nullo. In questo caso diciamo che i due segnali sono sfasati, volendo intendere che i segnali sono gli stessi e però l’uno è traslato nel tempo rispetto all’altro. In questo caso possiamo dire che v1(t) è in anticipo sul segnale v2(t) oppure che il segnale v2(t) è in ritardo sul segnale v1(t), osservando i valori assunti all’istante t=0. Questo sfasamento viene quantificato con un angolo ! (leggi fi) misurato in radianti. Con l’introduzione dell’angolo di sfasamento l’espressione generale di un segnale sinusoidale diventa : ! Il segnale sinusoidale appena descritto può avere “una componente continua”. Con questa espressione vogliamo intendere che all’espressione di si aggiunge una costante. Ossia: ! Dove K rappresenta il livello “continuo” del segnale, come si può notare dal grafico che segue. Pag. 2 Il livello continuo raffigurato nel grafico è stato indicato con Vmed, pertanto K è Vmed, ossia K rappresenta il livello medio. Si osservi che il valore Vmax e Vmin sono simmetrici rispetto al valore medio. Le forme d’onde analizzate si definiscono analogiche in quanto la tensione assume tutti i valori possibili tra due livelli prestabiliti. Ad esempio il segnale sinusoidale v(t) a valor medio nullo assume tutti gli infiniti valore compresi tra –Vp e +Vp. Esistono segnali che non sono analogici ma bensì digitali. Con ciò vogliamo intendere i segnali elettrici che assumono solo determinati valori. Ad esempio il segnale riportato qui a lato si definisce come segnale numerico digitale poiché può assume solo quattro possibili valori: 0,1,2,3. Inoltre, cosa importantissima, non assume mai valori compresi tra quelli permessi. Anche i segnali digitali sono periodici: il periodo è quel intervallo di tempo dopo il quale il segnale si ripete identicamente. Una particolare importanza ricevono i segnali binari: segnali che possono assumere solo due valori. Questi segnali sono caratterizzati delle seguenti proprietà: a) b) c) d) e) Assumono un valore indicato con VON. Assumono un valore definito come VOFF. I valori VON e VOFF sono indicati simbolicamente coni simboli 0 (zero) e 1 (uno) e che elettricamente possono assumere i valori (0,+5Volt), nel caso di livelli detti TTL oppure i valori (-12Volt , +12 Volt) nel caso di livelli CMOS. All’interno di uno stesso periodo il segnale per tempi diversi assume sia il livello VON che VOFF. Si definisce Duty-Cycle un parametro che ci indica per quanto tempo il segnale è On rispetto al periodo T = TON + TOFF. Ossia la quantità: D.C. = TON / ( TON+TOFF). Il D.C. è espresso in %. Si osservi il grafico riportato di seguito in cui sono definiti i tempi TON e TOFF. Il grafico che segue mostra un segnale con frequenza f, periodo T, e un D.C. diverso, rispettivamente 25% , 50% e 90%. Pag. 3