Botanima
La natura si esprime da sé, di là da tutte le teorie, in ciò che concerne il fenomeno base delle seguenti
relazioni: il rapporto tra la vita vegetale e la respirazione umana, tra il colorante delle foglie (clorofilla) e il
colorante del sangue (ematina). Si tratta di una polarità archetipica dell’esistenza. Poiché l’organo principale
della pianta, quello attraverso cui essa è piú fortemente e piú essenzialmente vegetale, è la foglia (con il nodo
adiacente), e tutti gli altri organi della pianta devono essere intesi come variazioni della foglia, è da essa
che dobbiamo partire per comprendere le relazioni tra la pianta e l’uomo.
L’apparato fogliare si mostra già, attraverso la sua forma, come il “sistema ritmico” della pianta: disposizione e ripetizione ritmica dei nodi. Ha il suo corrispettivo nel sistema mediano, ritmico, dell’essere umano,
che si appoggia anatomicamente sulla struttura ritmica della colonna vertebrale e le costole toraciche. La
respirazione e l’assimilazione clorofilliana delle piante sono anch’esse ritmiche: seguono i ritmi luminosi del
giorno e della notte. Esse sono in contrasto (polarità) con la respirazione umana e il processo di disassimilazione che vi è collegato. La foglia ricava dall’atmosfera dell’acido carbonico e lo trascina in un processo di
densificazione del carbonio, da cui nascono gli idrati di carbonio, che sono i materiali principali con cui la
pianta costruisce il proprio corpo. Essa restituisce ossigeno. Il sistema ritmico dell’uomo, nell’apparato toracico, assorbe ossigeno e scompone la “materialità carbonica”, combatte la sua densificazione, restituisce
anidride carbonica all’esterno. Questi due processi ritmici agiscono tra il liquido e il gassoso, ma procedono
in senso inverso l’uno dall’altro. La cavità polmonare, con la trachea e le sue ramificazioni bronchiali, può
essere considerata un albero ideale: come un albero vero, essa assorbe l’anidride carbonica e restituisce ossigeno (nella dimensione interna del sangue che riempie il polmone): quest’immagine ci viene offerta dalla
natura stessa e ci permette di capire le relazioni (ideali) tra il sistema ritmico dell’uomo e quello della pianta.
A questi processi ritmici, che si svolgono nel gassoso (aeriforme), corrispondono fenomeni nel liquido o
nel semiliquido. Il colorante delle foglie è, nel suo sviluppo naturale, una “runa” parlante (forma divinatoria
di cui parlano i miti nordici: si divinava l’avvenire interpretando i segni formati dalla natura): attraverso la
sua struttura materiale, somiglia straordinariamente al sangue; nei due casi (clorofilla-ematina) quattro nuclei
pirolitici si aggruppano intorno al metallo respiratorio; solo che questo metallo è il magnesio nella pianta e il
ferro nell’uomo. La pianta ha ugualmente bisogno di ferro per formare la clorofilla; ma questo metallo non
vi partecipa materialmente, resta esterno. L’uomo, al contrario, interiorizza il ferro.
La clorofilla impiegata come medicamento stimola fortemente la genesi del sangue. Malgrado le loro
grandi similitudini, la clorofilla e il sangue presentano all’aspetto una totale polarità: mentre la clorofilla verde
ha una fluorescenza rosso sangue, il sangue rosso ha una fluorescenza verde spinacio. Questo fenomeno
archetipico dimostra che ogni opposizione polare deve avere come controparte una unità – che deve rappresentare una scissione in due – e questo pensiero ci obbliga ad alcune deduzioni di portata immensa: l’essere
evoluto in maniera superiore, l’uomo, non può derivare dall’essere meno evoluto, la pianta. Occorre piuttosto riconoscere che una
primordiale esistenza si è
scissa in due, ha represso
il modo vegetale di esistenza per liberare il modo umano di esistenza.
L’unità primordiale e la
opposizione polare tra
l’uomo e la pianta devono avere la loro motivazione nel cammino evoRudolf
lutivo del divenire terreSteiner
«La pianta stre, ed è lí che bisogna
Rudolf Steiner
primordiale» cercarla. Le idee che ci
«L’uomo primordiale
facciamo del divenire
della Terra e dell’umanità devono tener conto di questi dati primordiali. È ciò di cui mancano totalmente le
cosmogonie moderne e l’evoluzionismo ufficiale. Solo la comprensione antroposofica del mondo e dell’umanità le prendono in considerazione. Il sistema ritmico nell’uomo agisce come un mediatore tra due poli
opposti (testa e metabolismo). Avviene la stessa cosa nella pianta. Il suo processo ritmico, fogliare, si situa a
metà strada tra i processi del fiore e quelli della radice. La forma tripartita dell’uomo e la forma tripartita
della pianta inducono a ricercare i loro mutui rapporti.
Wilhelm Pelikan
Selezione da: L’uomo e le piante medicinali.
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L’Archetipo – Febbraio 2011