CAP 3 MATERIALI SEMICONDUTTORI CONDUCIBILITÀ DEI SEMICONDUTTORI INTRINSECI ED ESTRINSECI Influenza della temperatura DERIVA DI UN CAMPO ELETTRICO DIFFUSIONE IN UN GRADIENTE DI CONCENTRAZIONE EFFETTI DI SUPERFICIE DIFETTI DELLA STRUTTURA DEL CRISTALLO TECNOLOGIA DI PRODUZIONE DEI COMPONENTI MONOLITICI ATTIVI Produzione del silicio Accrescimento epitassiale Approfondimento: FUNZIONE DI DISTRIBUZIONE DI FERMI-DIRAC CONDUCIBILITÀ DEI SEMICONDUTTORI INTRINSECI ED ESTRINSECI Per determinare la conducibilità di un semiconduttore ci si riferisce a una barretta di semiconduttore di sezione S e di lunghezza L 4 ( Fig. 1). Fig. 1 Barretta di semiconduttore: dimensioni di riferimento. S L La quantità di carica totale Q è data dal prodotto della carica dell’elettrone per il numero delle cariche presenti nel semiconduttore. dove: p, n L◊S q sono concentrazioni per unità di volume, rispettivamente de gli elettroni liberi e delle lacune generate dal processo di generazione e ricombinazione è il volume della barretta è la carica dell’elettrone (q = 1,6 ¥ 1019 C) CAP 3 - Materiali semiconduttori 1 Applicando alla barretta di semiconduttore una tensione V comincerà a circolare una corrente I che, per definizione, è data dal rapporto fra la quantità di carica che scorre nella barretta di lunghezza L e il tempo t impiegato a percorrerla. 쏋 1 쏋 2 Il rapporto L/t = n rappresenta anche la velocità di spostamento delle cariche nella barretta del semiconduttore. La densità della corrente J che circola nel semiconduttore è data da: 쏋 3 쏋 4 La velocità di spostamento delle cariche all’interno del semiconduttore dipende linearmente dal campo elettrico applicato E = V/L; il coefficiente di proporzionalità è detto mobilità, µ, e si misura in cm2/(V ◊ s): 쏋 5 I valori di mobilità per le lacune e gli elettroni sono: — per il germanio — per il silicio Si noti che gli elettroni possiedono una mobilità maggiore di quella delle lacune. La densità di carica delle lacune e degli elettroni liberi può essere espressa in funzione della mobilità di carica: 쏋 6 쏋 7 La densità di corrente totale è data dal contributo delle due densità di corrente: 쏋 8 2 Vol. 1 - MODULO A Se il materiale è intrinseco, la concentrazione delle lacune e degli elettroni liberi è uguale ni = p = n, per cui la densità di carica totale è pari a: 쏋 9 La conducibilità del semiconduttore g (S/cm) è data dal rapporto fra la densità di carica e il campo elettrico: 쏋 10 La resistenza della barretta di semiconduttore R è data dalla seguente relazione: 쏋 11 La (8) esprime matematicamente il fatto che la conducibilità dipende dal numero di cariche libere ni presenti nel semiconduttore. La concentrazione dei portatori intrinseci è fortemente influenzata dalla temperatura. Per il silicio, il tasso di incremento della concentrazione per una variazione di un grado Kelvin è del 12%. 쏋 12 Se la concentrazione intrinseca iniziale ni1 e il salto termico T2 – T1 sono noti è possibile determinare il nuovo valore della concentrazione intrinseca ni2 utilizzando la seguente relazione: 쏋 13 ottenuta dalla (12) dopo averla espressa in termini differenziali ed aver eseguito un’integrazione. Se il semiconduttore che costituisce la barretta è estrinseco di tipo N, la densità totale delle cariche che si producono per effetto di un campo elettrico E è praticamente determinata dai soli elettroni liberi: 쏋 14 La conducibilità vale: 쏋 15 Se il semiconduttore che costituisce la barretta è estrinseco di tipo P la densità totale delle cariche che si producono per effetto di un campo elettrico E è praticamente determinata dalle sole lacune: 쏋 16 CAP 3 - Materiali semiconduttori 3 La conducibilità vale: 쏋 17 Influenza della temperatura La concentrazione dei portatori intrinseci aumenta all’aumentare della temperatura. La variazione è di circa un ordine di grandezza per ogni 25 K di aumento 4 ( Fig. 2). Questa caratteristica del semiconduttore viene sfruttata per realizzare un particolare tipo di componente elettronico, il termistore 4 ( Mod. B, cap. 4 ), un dispositivo che presenta un valore resistivo fortemente influenzato dalle variazioni di temperatura. Tale variazione del valore resistivo, opportunamente misurato, consente la valutazione della temperatura e la realizzazione di apparecchiature di regolazione e di controllo. Il diagramma concentrazione portatori-temperatura della figura 3 si riferisce a un semiconduttore di tipo N. Se la concentrazione degli atomi donatori è molto maggiore della concentrazione intrinseca (Nd >> ni), la concentrazione dei portatori minoritari sarà molto minore di quella dei portatori maggioritari, che sarà costante e pari a Nd. La concentrazione dei portatori maggioritari è insensibile alle variazioni della temperatura finché la concentrazione degli elettroni liberi è maggiore di quella intrinseca. Quando l’aumento di temperatura fa sì che la concentrazione intrinseca assuma un valore paragonabile o su- 1014 Fig. 2 Concentrazione dei portatori in funzione della temperatura per un semiconduttore intrinseco. 1013 concentrazione (cm–3) 1012 ni 1011 1010 109 108 107 106 250 275 300 325 350 temperatura (K) 4 Vol. 1 - MODULO A 375 400 425 450 1014 Fig. 3 Concentrazione dei portatori in funzione della temperatura per un semiconduttore drogato di tipo N. n 1013 campo estrinseco concentrazione (cm–3) 1012 campo intrinseco 1011 p 1010 109 108 107 106 250 275 300 325 350 375 400 425 450 temperatura (K) periore alla concentrazione delle cariche maggioritarie, le variazioni della concentrazione seguono lo stesso andamento di quelle del semiconduttore intrinseco. La concentrazione delle cariche minoritarie, originate dal solo fenomeno della generazione della coppia elettrone-lacuna segue l’andamento della concentrazione intrinseca. In condizioni di equilibrio la concentrazione dei portatori mobili (elettroni e lacune) dipende esclusivamente dalle concentrazioni delle impurità e dalla temperatura. Tale concentrazione può essere modificata, anche notevolmente, disturbando le condizioni di equilibrio, applicando, per esempio, contatti metallici o di semiconduttore, oppure fornendo energia (illuminando il semiconduttore con luce di opportuna lunghezza d’onda). Se la deviazione dell’equilibrio è stata determinata da un eccesso di portatori rispetto ai valori di equilibrio, si instaura un processo di ricombinazione che annichilisce le coppie elettrone-lacuna. Se invece vi è una diminuzione di portatori rispetto al valore di equilibrio, si ha un aumento della generazione delle coppie elettrone-lacuna tendente a ristabilire lo stato di equilibrio. Questo processo di generazione-ricombinazione che si instaura nel semiconduttore quando si altera l’equilibrio, viene misurato tramite il tasso locale di ricombinazione, misurato in coppie per centimetro cubo al secondo. 쏋 18 CAP 3 - Materiali semiconduttori 5 dove: R n¢ è il tasso di ricombinazione delle coppie elettrone-lacuna è la concentrazione dei portatori, in questo caso elettroni, in eccesso è il tempo di vita dei portatori in eccesso t Il tempo di vita dei portatori dipende dalla natura chimica e metallurgica del materiale semiconduttore; non è quindi un parametro costante e tipicamente non supera i 500 µs. La concentrazione dei portatori in eccesso decade secondo una legge esponenziale caratterizzata da una costante di tempo pari al tempo di vita dei portatori stessi. Questo fenomeno avviene sia con i portatori maggioritari sia con quelli minoritari. A un tempo di vita basso per i portatori minoritari corrisponde un’elevata velocità di commutazione elettronica del dispositivo. Il tempo di vita di un semiconduttore può essere diminuito introducendo nella struttura cristallina sostanze capaci di intrappolare i portatori minoritari, così da facilitare il processo di ricombinazione dei portatori maggioritari. L’oro è una sostanza che consente di ridurre il tempo di vita delle cariche minoritarie di un fattore pari a 1000. La misura del tempo di vita viene effettuata utilizzando il circuito mostrato nella figura 4a. Una sorgente munita di una lampada allo xeno emette un breve e intenso raggio luminoso che colpisce la parte centrale del semiconduttore. Per effetto della radiazione incidente, un certo numero di legami covalenti si rompe generando coppie elettrone-lacuna, che contribuiscono alla conduzione e quindi aumentano la conduttanza del semiconhu Figg. 4a, b: a. circuito per la misura del tempo di vita dei portatori di carica; b. caratteristica di uscita. V I R 4a Vo 4b 6 Vol. 1 - MODULO A t t Vo duttore. Sulla resistenza R si rivela una variazione di tensione in corrispondenza dell’applicazione dell’impulso luminoso. A mano a mano che i portatori maggioritari e minoritari si ricombinano, la conduttanza del semiconduttore diminuisce con legge esponenziale tendendo al valore di equilibrio, cioè a quello posseduto prima dell’applicazione dell’impulso luminoso. La tensione sulla resistenza R diminuisce seguendo lo stesso andamento; la costante di tempo t, misurata sulla caratteristica tensione sulla resistenza-tempo, coincide con il tempo di vita dei portatori (4Fig. 4b). PER FISSARE I CONCETTI 1. 2. 3. 4. 5. 6. Da che cosa dipende la conducibilità di un materiale semiconduttore? Quale influenza ha la temperatura sul comportamento di un materiale semiconduttore? Descrivi qualitativamente la variazione di resistività del silicio al diminuire della temperatura del cristallo. Indica come la densità di corrente in un semiconduttore sia data dalla somma delle componenti relative al moto dei portatori maggioritari e minoritari. Definisci l’espressione della velocità di spostamento delle cariche e della mobilità dei portatori, indicandone le unità di misura. Descrivi qualitativamente e graficamente la variazione con la temperatura dei portatori maggioritari e quella dei portatori minoritari. DERIVA DI UN CAMPO ELETTRICO In un semiconduttore i portatori di carica (elettroni e lacune) sono in costante movimento, anche a temperatura costante, a causa dell’agitazione termica degli atomi e degli elettroni. Il movimento degli elettroni è casuale e irregolare, e vi sono frequenti collisioni con gli atomi del semiconduttore e delle impurità. Gli elettroni cambiano di continuo la propria energia cinetica aumentandola o diminuendola. In condizioni di equilibrio, dal moto termico casuale non si crea una corrente elettrica media, in quanto il moto degli elettroni è tale che per ogni elettrone che si muove in una direzione ne esistono altrettanti che si muovono nella direzione opposta. Per modificare e ordinare il moto dei portatori di carica si può applicare un campo elettrico oppure rendere non uniforme la distribuzione dei portatori. Un campo elettrico influenza il moto termico delle particelle fornendo a ciascuna di esse, durante gli intervalli fra le collisioni, una piccola accelerazione nella direzione del campo stesso. Le collisioni dei portatori non cessano, ma l’effetto netto del campo elettrico è un movimento dei portatori nella direzione del campo. Questo effetto viene chiamato deriva (drift). La velocità di deriva delle lacune (uh) presenti in un’unità di volume soggetta a un campo elettrico E, è data da: 쏋 19 CAP 3 - Materiali semiconduttori 7 Il parametro µh, chiamato mobilità delle lacune, è indipendente dal campo elettrico e si misura in cm2/(V ◊ s). Per la velocità di deriva degli elettroni (ue) la formula è analoga e il coefficiente di proporzionalità µe si chiama mobilità degli elettroni: 쏋 20 I valori di mobilità per le lacune e gli elettroni sono: — per il germanio µe = 3800 cm2/(V ◊ s) µh = 1800 cm2/(V ◊ s) — per il silicio µe = 1300 cm2/(V ◊ s) µh = 500 cm2/(V ◊ s) DIFFUSIONE IN UN GRADIENTE DI CONCENTRAZIONE La diffusione del moto termico casuale appare ogniqualvolta delle particelle mobili sono distribuite non uniformemente in un sistema. Il fenomeno della diffusione consiste nel movimento delle cariche dalla zona a più alta concentrazione verso quella a più bassa concentrazione e si verifica perché il numero di portatori che hanno componenti di velocità dirette dalla regione ad alta concentrazione verso quella a bassa concentrazione è maggiore del numero di portatori dotati di componenti di velocità dirette nel senso opposto. La densità del flusso di particelle che risulta dalla diffusione dipende dal gradiente della concentrazione dei portatori e non dal valore della concentrazione stessa. La diffusione non dipende dal valore assoluto delle concentrazioni, ma dallo squilibrio delle concentrazioni fra le due zone 4 ( Figg. 5a, b). La densità della corrente di lacune Jh associata alla diffusione è data da: 쏋 21 dove: Dp rappresenta la variazione della concentrazione delle lacune in un tratto Dx del semiconduttore Il coefficiente Dh si chiama coefficiente di diffusione delle lacune e si misura in cm2/s. Il segno meno indica che il flusso dei portatori p Figg. 5a, b: adattamento della diffusione delle lacune e degli elettroni liberi. p Je Jh Dp 5a 8 Vol. 1 - MODULO A Dn Dx x 5b Dx x diffondono dalla zona a più alta concentrazione verso quella a più bassa concentrazione, e pertanto diminuiscono la loro concentrazione a mano a mano che fluiscono nel senso della corrente. La densità della corrente di elettroni Je associata alla diffusione è data da: 쏋 22 dove: Dn rappresenta la variazione della concentrazione degli elettroni liberi in un tratto Dx del semiconduttore Il coefficiente De si chiama coefficiente di diffusione degli elettroni e si misura in cm2/s. Il segno positivo indica che una distribuzione di cariche negative produce una corrente opposta a quella delle lacune. I valori dei coefficienti di diffusione sono: — per il germanio De = 100 cm2/s Dh = 47 cm2/s 2 — per il silicio De = 34 cm /s Dh = 13 cm2/s Il movimento nelle cariche nei semiconduttori molto spesso dipende sia dal campo elettrico sia dai gradienti di concentrazione. Se gli spostamenti dall’equilibrio sono modesti, la densità totale della corrente è una combinazione lineare di due densità: quella dovuta alla deriva e quella dovuta alla diffusione. I due fenomeni descritti, deriva e diffusione, sono entrambi generati dal moto termico casuale dei portatori. I due coefficienti, la mobilità µ e il coefficiente di diffusione D, non sono indipendenti ma legati dalle seguenti relazioni: 쏋 23 쏋 24 dove: k T q è la costante di Boltzman è la temperatura assoluta, espressa in gradi kelvin è la carica elettrica dell’elettrone Queste relazioni sono conosciute come relazioni di Einstein. La costante di proporzionalità k ◊ T/q è chiamata tensione termica ed è misurata in volt. Alla temperatura ambiente di 17 °C (290 K), la tensione termica è di circa 25 mV. Un importante parametro che permette di valutare il fenomeno della diffusione è la lunghezza di diffusione L, che rappresenta la distanza media percorsa da un portatore prima di incontrarsi con un portatore di carica di segno opposto e quindi ricombinarsi decadendo. CAP 3 - Materiali semiconduttori 9 Nelle figure 6a, b viene mostrato l’andamento della concentrazione di portatori minoritari iniettati a un estremo di un semiconduttore di tipo N. Esiste una relazione che lega la lunghezza di diffusione con il tempo di vita medio dei portatori (che, lo ricordiamo, è dato dall’intervallo di tempo medio che intercorre fra la generazione e la ricombinazione dei portatori di carica): 쏋 25 쏋 26 dove: Le, Lh sono le lunghezze di diffusione, rispettivamente, per gli elettroni e per le lacune De, Dh sono i coefficienti di diffusione, rispettivamente degli elettroni e delle lacune te, th sono i tempi di vita medi degli elettroni e delle lacune La ricombinazione degli elettroni è imputabile a più fenomeni. Il più evidente è quello che comporta il passaggio degli elettroni dalla banda di conduzione alla banda di valenza, la loro ricombinazione con le lacune e l’emissione di fotoni. Le impurità del III e del IV gruppo (boro, indio, fosforo, arsenico) introdotte in un cristallo di silicio hanno introdotto livelli di energia prossimi alle bande di valenza e di conduzione e, grazie al basso potenziale di ionizzazione, si ionizzano conferendo al semiconduttore le proprietà descritte. Inserendo, per esempio, degli atomi di oro nel cristallo di silicio, si crea un livello di energia posto all’incirca al centro della banda interdetta che agisce come centro di generazione-ricombi- Figg. 6a, b: adattamento della concentrazione dei portatori minoritari iniettati a un estremo di un semiconduttore di tipo N. hu N 6a x pn (x) pn (0) pn 6b 10 Vol. 1 - MODULO A 0 Lp x nazione. Il drogaggio del silicio con oro viene effettuato allo scopo di controllare il tempo di vita dei portatori. Naturalmente lo stesso effetto può essere prodotto anche da elementi presenti nella struttura in qualità di agenti contaminanti. Un altro modo per introdurre livelli di energia nella banda interdetta consiste nell’esposizione a radiazioni di alta energia: elettroni, protoni, raggi gamma e cosmici. Le particelle, grazie al loro elevato contenuto energetico, possono spostare gli atomi del cristallo inserendo nella struttura atomi interstiziali che creano livelli di energia entro la banda interdetta e possono agire da atomi accettori o donatori. Questo processo è stato utilizzato per realizzare un processo di produzione detto impiantazione ionica. La superficie del cristallo, dati i trattamenti superficiali, di natura fisica e chimica, a cui viene sottoposto, presenta notevoli irregolarità che si manifestano generando un’elevata densità di livelli di energia, detti stati superficiali, posti pressappoco al centro della banda interdetta. Questi livelli costituiscono efficaci centri di ricombinazione. PER FISSARE I CONCETTI 1. 2. 3. 4. 5. Che cosa s’intende per iniezione di portatori minoritari? Quale influenza ha un campo elettrico sul moto degli elettroni in un materiale semiconduttore? In che cosa consiste il fenomeno della diffusione delle cariche elettriche in un materiale semiconduttore? Che cosa s’intende per lunghezza di diffusione? Che cosa provoca la corrente di deriva? EFFETTI DI SUPERFICIE Abbiamo detto che la superficie di un cristallo di silicio è sede di un gran numero di centri di ricombinazione. Consideriamo ora che lo stato della superficie di un cristallo di semiconduttore influenza in modo determinante le caratteristiche più significative dei dispositivi a giunzione. Un metodo per ridurre il numero dei centri di ricombinazione superficiale consiste nel ricoprire la superficie del semiconduttore con uno strato di ossido cresciuto termicamente. La presenza, nell’ossido di protezione o sugli strati metallici depositati su di esso, di campi elettrici superficiali generati dalla particolare distribuzione delle cariche altera la distribuzione delle cariche maggioritarie e minoritarie nei pressi della superficie. La figura 7 illustra gli effetti di una carica superficiale sulla distribuzione degli elettroni e delle lacune in un semiconduttore. Nella figura 7a le cariche negative presenti su un semiconduttore di tipo N allontanano gli elettroni e richiamano le lacune. La superficie al di sotto della zona sede della carica superficiale si svuota di elettroni, mentre si ha un accumulo di lacune. Se la concentrazione delle cariche negative non è eccessiva, al di sotto della superficie si crea uno strato superficiale di esaurimento povero di portatori nel quale gli elettroni, CAP 3 - Materiali semiconduttori 11 – – – – – – – – – – + + + + + + + + + + Figg. 7a-d Effetto di cariche di superficie sulla distribuzione degli elettroni e delle lacune nel semiconduttore: a, d. esaurimento o inversione; b, c. accumulo. tipo N tipo N 7a – – – 7b – – – – – – – – + tipo P 7c MOSFET – Metal-oxide-silicon field effect transistor (transistor a effetto di campo a gate isolato) + + + + + + + + + tipo P 7d anche se in concentrazione minore, restano più numerosi delle lacune. Se invece la densità delle cariche negative è molto elevata, la concentrazione delle lacune accumulate può essere tale da creare uno strato superficiale nel quale essa supera quella degli elettroni. In questo caso si parla di strato superficiale di inversione. Se lo strato di cariche negative si accumula 4 ( Fig. 7c) sulla superficie di un semiconduttore drogato di tipo P, i già pochi elettroni presenti si allontanano e aumenta la concentrazione delle lacune, creando uno strato superficiale di accumulo. Nelle figure 7b, d l’effetto della carica superficiale agisce, in modo duale, nella maniera già descritta. Lo strato di inversione può essere creato più facilmente in un semiconduttore debolmente drogato e in un semiconduttore di tipo P, in quanto nello strato di ossido è già presente un debole accumulo di cariche positive. L’effetto della carica superficiale all’interno del semiconduttore è un effetto indesiderato in alcuni componenti elettronici quali i transistor bipolari per cui, come vedremo (Vol. 2), si adottano particolari tecniche costruttive per ridurlo o annullarlo; in altri casi, per esempio per il transistor a effetto di campo MOSFET (Vol. 2), costituisce il principio basilare del loro funzionamento. DIFETTI DELLA STRUTTURA DEL CRISTALLO Se il reticolo del cristallo di semiconduttore (silicio, germanio) presenta difetti, la mobilità dei portatori di carica risulta minore. In realtà, durante i processi di fabbricazione la struttura cristallina denuncia difetti che le tecnologie di produzione dei monocristalli tendono a minimizzare. I difetti dei reticoli cristallini possono essere suddivisi nelle tre categorie seguenti. 12 Vol. 1 - MODULO A Figg. 8a, b, c Difetti della struttura cristallina: a, b. dislocazioni; c. non planarità. F 8a d s s 8b 8c • Difetti puntiformi dovuti alla presenza nel reticolo di atomi estranei che sostituiscono un atomo dell’elemento che compone il cristallo 4 ( Fig. 8a). • Dislocazioni dovute a imperfetto allineamento, sia in senso orizzontale sia verticale, dei vari cubi formati dagli atomi del semiconduttore nella struttura cristallina 4 ( Fig. 8b). • Non planarità, che si verifica quando le facce del cubo risultante dalla sovrapposizione e dall’allineamento delle singole strutture del cristallo non sono perfettamente parallele, ma inclinate fra loro 4 ( Fig. 8c). TECNOLOGIA DI PRODUZIONE DI COMPONENTI MONOLITICI ATTIVI I materiali primari necessari per produrre dispositivi elettronici vengono ricavati utilizzando i metodi di estrazione, separazione e purificazione impiegati normalmente dall’industria mineraria e chimica. Nei CAP 3 - Materiali semiconduttori 13 semiconduttori la presenza di impurità nel reticolo cristallino causa una bassa mobilità dei portatori di carica; è perciò necessario che il monocristallo di materiale semiconduttore sia prodotto con gradi di purezza elevatissimi: maggiori del 99%. Produzione del silicio Il silicio viene utilizzato per realizzare sia il substrato sia l’elemento attivo dei componenti. Una delle condizioni fondamentali per la fabbricazione di elementi semiconduttori di elevata qualità risiede nella possibilità di ottenere un materiale di base con un grado di purezza sufficiente. La prima lavorazione a cui il materiale di base è sottoposto è quindi la purificazione, che viene effettuata con due processi consecutivi di natura chimica e fisica al fine di ridurre il tasso di impurità fino a un valore compreso fra 10–9 e 10–10, che corrisponde a un atomo di impurità su più di un miliardo di atomi di silicio. Il processo standard di produzione di silicio di grado elettronico passa attraverso tre fasi di lavorazione: — purificazione chimica; — separazione; — formazione del monocristallo. Purificazione chimica La prima fase di lavorazione 4 ( Fig. 9) è la idroclorurazione di silicio di grado metallurgico a 300 °C a clorosilani, in letto fluidizzato, seguita da Fig. 9 Impianto per la produzione di silicio policristallino. campana di quarzo barretta di silicio policristallino acqua di raffreddamento filo di alimentazione elettrica uscita del gas SiHCl3 + H2 filo di alimentazione elettrica 14 Vol. 1 - MODULO A una distillazione frazionata della miscela dei prodotti di reazione e da un’estrema purificazione del SiHCl3 (triclorosilano o TCS): 쏋 27 쏋 28 Al termine del processo il triclorosilano è di grado elettronico e contiene una concentrazione totale di impurezze di circa due parti per bilione (p.p.b.). Separazione La seconda fase di lavorazione prevede la decomposizione del triclorosilano, ad alta temperatura (circa 1150 °C) in presenza di idrogeno, in silicio elementare che si deposita su un’anima di silicio policristallino, riscaldata per effetto Joule (processo Siemens). Il silicio così ottenuto ha un grado di purezza di circa 0,2 p.p.b. e presenta una resistività, a temperatura ambiente, di circa 500 W ◊ cm. Il silicio ha una grande affinità chimica con la maggior parte delle sostanze esistenti in natura, per cui il pericolo che si abbiano contaminazioni del silicio policristallino purificato è notevole. Inoltre, le lavorazioni effettuate hanno lasciato nel reticolo ancora molte impurità quali arsenico, fosforo e boro. Queste ultime vengono eliminate con un processo di raffinazione fisica, cioè un processo industriale che permette di eliminare dal silicio policristallino le impurità con un mezzo fisico e non chimico. Una tecnica classica è la purificazione a zona che sfrutta il fenomeno per il quale, in una massa fusa (fase liquida), durante la fase di raffreddamento e di solidificazione le impurità tendono ad accumularsi nella fase liquida. Questo fenomeno di accumulo viene sfruttato da due differenti processi tecnologici: — la solidificazione semplice; — la purificazione a zona sospesa (float zone). • Il processo a solidificazione semplice prevede che il lingotto di semiconduttore sia fuso in un crogiolo di quarzo e successivamente venga fatto solidificare gradatamente partendo da una delle estremità. Mano a mano che il processo di risolidificazione del lingotto procede, le impurità tendono a trasferirsi e accumularsi nella fase liquida, nelle immediate vicinanze dell’interfaccia solido-liquida. La concentrazione delle impurità all’interno del lingotto diminuisce secondo un andamento esponenziale, per cui è minima all’estremità del lingotto, dove il processo è iniziato, e massima all’altra estremità. La resistività del lingotto lungo il suo asse non è uniforme, per cui le caratteristiche del prodotto ottenuto non sono tali da renderlo adatto a essere utilizzato nell’elettronica. Durante la fase di solidificazione il silicio tende inoltre ad aderire al crogiolo di quarzo provocandone la vetrificazione e la frattura, rendendolo inutilizzabile per nuove lavorazioni. • Il processo di purificazione a zona sospesa (float zone) dà migliori risultati qualitativi. La barretta di silicio non purificato viene sospesa fra due mandrini rotanti in posizione verticale, in un’atmosfera CAP 3 - Materiali semiconduttori 15 7 3 Fig. 10 Impianto di purificazione: fusione a zona. 2 1 2 3 4 5 6 7 barretta di guida tubo di quarzo bobina di introduzione zona solida zona di fusione crogiolo di grafite asta di trazione Fig. 11 Estrazione di una barretta di silicio monocristallino dal bagno di silicio policristallino fuso. Formazione del monocristallo Fig. 12 Tiraggio di un monocristallo di silicio. 16 Vol. 1 - MODULO A 6 1 5 4 permeata di gas inerte, all’interno di un crogiolo di quarzo. Il lingotto non è quindi, salvo che alle estremità connesse ai mandrini, in contatto con nessuna sostanza inquinante 4 ( Fig. 10). La purificazione a zona prevede, a differenza della solidificazione semplice, la fusione di una piccola zona della barretta, che progressivamente si sposta lungo l’asse del lingotto 4 ( Fig. 11). La fusione della zona è ottenuta con una bobina a radiofrequenza, posta all’esterno del contenitore e che scorre parallelamente al suo asse. La zona fusa durante il processo non deve portarsi completamente in fase liquida, ma deve conservare caratteristiche meccaniche tali da impedire la distruzione della barretta. Il silicio possiede un’alta tensione superficiale (circa 720 dyn/cm) che permette di mantenere compatta la zona fusa. Durante la lavorazione una o entrambe le parti solide vengono fatte ruotare molto lentamente al fine di ottenere una barretta di silicio uniforme. Il processo viene in genere ripetuto più volte variando alcune condizioni ambientali chimiche o fisiche (processo effettuato sottovuoto, valore particolare della pressione), per eliminare alcuni tipi di impurità quali il fosforo, l’arsenico e il boro, che vengono tolti con maggiori difficoltà. Il processo si arresta quando su almeno il 75% della lunghezza della barretta si ottiene un valore di resistività di alcune migliaia di ohm per centimetro. La barretta di silicio ottenuta presenta una struttura policristallina e un gradiente di resistività non controllato, per cui è necessario effettuare un’ulteriore lavorazione che renda la struttura reticolare del silicio monocristallina. La terza fase prevede la crescita di barre di silicio monocristallino, di 3 ÷ 6 in di diametro, utilizzando il metodo a tiraggio verticale (Czochralsky) o, di nuovo, quello a zona sospesa a partire dal silicio policristallino preparato per decomposizione del triclorosilano. Metodo a tiraggio verticale (Czochralsky). Il silicio ridotto in pezzi viene posto in un crogiolo di quarzo collocato in un forno a induzione, in ambiente inerte, che provvede a fondere (a 1420 °C) il materiale 4 ( Fig. 12). Contemporaneamente viene portato a contatto della superficie della massa fusa un seme monocristallino di silicio. Ruotando (10 giri al minuto) questo seme tramite un mandrino, il materiale fuso si attacca alla superficie del monocristallo accrescendone la struttura cristallina seguendo lo stesso orientamento cristallografico del seme 4 ( Fig. 13). Durante il processo il mandrino, oltre a effettuare la rotazione, si solleva (tiraggio) dalla massa fusa alla velocità di qualche millimetro al minuto, provocan- do la solidificazione del cristallo. Nel corso della lavorazione bisogna evitare che cause meccaniche (urti o vibrazioni) o fisiche (variazioni di temperature locali) provochino la creazione di difetti nella struttura del monocristallo. Il metodo permette di produrre barrette lunghe 1 m con diametri variabili fra 120 e 150 mm. Fig. 13 Estrazione di una barretta di silicio monocristallino dal bagno di silicio policristallino fuso. tubetto per l’aggiunta delle impurità asse di spostamento gas inerte tubo di quarzo germe del monocristallo cristallo in corso di estrazione silicio fuso bobina termica ad alta frequenza crogiolo guarnizione termocoppia gas inerte Metodo a zona sospesa (float zone). Questo metodo prevede che la barretta di silicio policristallino venga collegata al mandrino rotante per una sola estremità, mentre l’altra viene posta in contatto con il seme del monocristallo 4 ( Fig. 14). Una bobina a radiofrequenza provvede alla fusione della zona a contatto del seme e poi, spostandosi progressivamente verso l’alto, permette la solidificazione e la conseguente crescita ordinata del monocristallo 4 ( Fig. 15). Al termine del processo viene tagliata via la zona superiore della barretta che, non essendo stata CAP 3 - Materiali semiconduttori 17 Fig. 14 Fusione a zona sospesa di una barretta di silicio senza crogiolo. tubo di quarzo barretta di silicio policristallino bobina termica ad alta frequenza raffreddamento ad aria zona di fusione barretta di silicio monocristallino gas inerte 14 Fig. 15 Zona di fusione della barretta di silicio. 18 Vol. 1 - MODULO A lavorata a causa della presenza del mandrino, possiede ancora una struttura policristallina, e inoltre, per le caratteristiche del processo, ha accumulato un’alta concentrazione di impurità. Il materiale scartato può essere recuperato e riutilizzato nelle lavorazioni successive. È possibile, durante entrambi i procedimenti descritti, effettuare il drogaggio del monocristallo immettendo nel contenitore, in corrisponden- za della zona del silicio fuso, un gas drogante. Il profilo del drogaggio, cioè l’andamento della concentrazione dell’elemento drogante, grazie al movimento rotatorio e ai moti convettivi causati dall’alta temperatura, è alquanto uniforme anche in profondità. Taglio Fig. 16 Operazioni di taglio della barretta di silicio monocristallino. Fig. 17 Fetta di silicio in lavorazione. Il lingotto di silicio monocristallino così ottenuto viene tagliato a fette di spessore compreso fra 250 e 450 µm, in funzione del diametro della barretta. Per far sì che le superfici di taglio siano orientate esattamente nella struttura cristallina, la barretta viene sottoposta a un esame cristallografico e quindi posta su un supporto. Il taglio viene effettuato con una sega anulare con filo interno diamantato, bloccata sul lato esterno, che permette alte velocità di taglio (2000 cm2/h), buona resa e limitato danneggiamento della superficie della barretta (4Fig. 16). Le rondelle ottenute vengono lappate con abrasivi, lucidate e decappate con metodi chimici 4 ( Fig. 17). Il prodotto di decappaggio attacca principalmente le parti della struttura cristallina che sono state danneggiate dalle operazioni di taglio e lappatura, e che sono rimaste eventualmente sotto la superficie dopo la lucidatura. Al termine della lavorazione le rondelle possiedono una perfetta struttura cristallina interna e superficiale, e costituiscono il materiale iniziale per la fabbricazione dei principali componenti semiconduttori. L’evoluzione delle tecniche di produzione di cristalli e fette monocristalline di silicio ha permesso di: — ridurre i costi, mediante economie di scala, via via che sono cresciute le dimensioni dei cristalli; — realizzare cristalli esenti da difetti strutturali, dislocazioni, stacking faults, swirls, puntiformi e caratterizzati da qualità uniforme ed elevata a livello microscopico, il che significa componenti molto più affidabili; — ridurre il livello delle impurità primarie provenienti dal processo di fabbricazione, con conseguente aumento di resistività; — migliorare la qualità delle fette, in termini di parallelismo delle facce, di assenza di concavità e di perfezione della finitura superficiale. Accrescimento epitassiale Un metodo alternativo per produrre monocristalli di silicio o per effettuare drogaggi si basa sulla deposizione ordinata di atomi di silicio su materiale monocristallino dello stesso tipo (substrato), ottenuto con uno dei metodi descritti in precedenza. Denominato crescita epitassiale, questo metodo viene impiegato nella realizzazione di transistor e circuiti integrati bipolari; consente, per esempio, di sovrapporre a uno strato di tipo N a bassa resistività uno strato, sempre di tipo N, ad alta resistività. L’importanza dell’accrescimento epitassiale è legata alla facilità con cui permette di regolare la concentrazione delle impurità nel substrato, controllando la loro concentrazione nel gas utilizzato nel processo di drogaggio. Il substrato viene posto in un forno in cui viene immesso un gas che contiene gli atomi dello stesso materiale che forma il substrato oppure gli atomi dell’elemento drogante; gli atomi del gas si depositano sulla superficie del substrato in modo ordinato, creando un sottile CAP 3 - Materiali semiconduttori 19 strato (strato epitassiale) dello spessore da pochi a qualche centinaia di micron. Se il substrato è di silicio si può far crescere uno strato epitassiale utilizzando una corrente di tetracloruro di silicio SiCL4 e di idrogeno H2, e lo si può drogare di tipo N, utilizzando una corrente di fosfina PH3, o di tipo P, utilizzando una corrente di boroetano B2 H6. Modificando le proporzioni della miscela durante la crescita, si può anche influenzare in larga misura il profilo di drogaggio dello strato epitassiale ottenuto. La concentrazione delle impurità può essere, per esempio, ridotta sulla superficie e maggiore all’interno dello strato epitassiale. Il processo avviene a una temperatura di circa 1200 °C con una reazione chimica. Per la deposizione degli atomi sulla superficie del cristallo si può ricorrere ai processi seguenti. • Il processo a deposizione orizzontale 4 ( Fig. 18) viene effettuato su fette di silicio (wafer), preparate come abbiamo già spiegato in precedenza, poste in una navetta di grafite protetta dalle contaminazioni da uno strato di carburo di silicio. La navetta è, a sua volta, inserita in un tubo di quarzo, al cui esterno è posta una bobina a radio frequenza che porta, per induzione, la temperatura all’interno del tubo a circa 1200 °C. Gli atomi di silicio liberati dal tetraclorurosilano si depositano sul wafer e solo in parte sulla parete del quarzo, in quanto, essendo il riscaldamento a induzione, le pareti restano fredde durante il processo di crescita. fette di silicio Fig. 18 Impianto di accrescimento epitassiale con il metodo della deposizione orizzontale. entrata del gas 3 SiCl4 + H 2 suscettore bobina a induzione RF aspirazione 20 Vol. 1 - MODULO A • Il processo a deposizione verticale (4Fig. 19) viene realizzato immettendo i gas degli elementi da depositare dal basso, e facendoli ricadere a pioggia sui wafer collocati sulla base della campana di quarzo. Per permettere una distribuzione atomica superficiale uniforme, durante l’operazione di deposito degli atomi la base della campana e, di conseguenza, i wafer sono mantenuti in rotazione. • Nel processo a tamburo 4 ( Fig. 20) i wafer di silicio monocristallino sono disposti su un supporto di grafite a forma di tamburo e, mentre quest’ultimo ruota, una corrente gassosa fluisce su di essi creando lo strato epitassiale. Questo metodo consente l’accrescimento e il drogaggio di molti wafer per ogni ciclo di lavorazione, con un livello di qualità elevato. entrata del gas Fig. 21 Impianto di accrescimento epitassiale con il metodo della deposizione verticale. campana di quarzo quarzo fetta di silicio suscettore fetta di silicio suscettore entrata del gas aspirazione SiCl4 + H2 aspirazione Fig. 22 Impianto a tamburo per la deposizione epitassiale. 21 all’aspiratore 22 La reazione della crescita del film di silicio è: 쏋 29 La reazione è reversibile, può cioè avvenire nei due sensi, per cui se nel reattore viene fatto fluire acido cloridrico si ottiene la rimozione (attacco) del silicio invece che la crescita epitassiale. PER FISSARE I CONCETTI 1. 2. 3. Che cos’è lo strato superficiale di inversione? Come vengono classificati i difetti reticolari della struttura cristallina? Descrivi brevemente il processo di produzione del silicio monocristallino. CAP 3 - Materiali semiconduttori 21 APPROFONDIMENTO FUNZIONE DI DISTRIBUZIONE DI FERMI-DIRAC Nei capitoli 1 e 3 del volume 1, Mod. A abbiamo analizzato i livelli energetici del cristallo del semiconduttore utilizzando il modello a bande di energia, introducendo la banda di conduzione, la banda interdetta, la banda di valenza e gli stati energetici introdotti dalle impurità donatrici e accettrici. La possibilità che un elettrone occupi effettivamente uno stato energetico è stata studiata con metodi matematici propri della statistica e il risultato ottenuto è la funzione di distribuzione di FermiDirac; questa funzione fornisce la probabilità che uno stato elettronico con energia E sia occupato da un elettrone: 쏋 30 Il parametro EF, detto livello di Fermi, rappresenta il valore al quale la probabilità che un elettrone occupi un determinato livello di energia è pari a 1/2. Le Figure 23a, b, c illustrano l’andamento della funzione di Fermi per un semiconduttore intrinseco e per due semiconduttori estrinseci, di tipo N e di tipo P. Figg. 23a, b, c Funzione di Fermi-Dirac per: a. semiconduttore intrinseco; b. semiconduttore estrinseco di tipo N; c. semiconduttore estrinseco di tipo P. E E E EC EC EF = EI EV 1 2 1 f (E) 23a Formule approssimate: EC EF EF EV EV 1 2 1 f (E) 1 2 23b per E > EF 1 f (E) 23c – f (E) = e E – EF kT per E < EF – f (E) = 1 – e E – EF kT Nel caso del semiconduttore intrinseco, la banda di conduzione, pur possedendo molti stati elettronici liberi, ha una probabilità di occupazione molto bassa, prossima allo zero. La banda di valenza ha invece, per tutti i suoi stati, un’elevata probabilità di occupazione, prossima all’unità, per cui vi sono pochi stati elettronici liberi (lacune). Il livello di Fermi si viene a trovare in questo caso nel mezzo della banda interdetta e il corrispondente livello energetico viene detto livello intrinseco di Fermi. Nel semiconduttore di tipo N è probabile che i livelli energetici della banda di conduzione aumentino e il livello di Fermi si sposti verso la banda di conduzione. Nel semiconduttore di tipo P avviene l’opposto: la 쑺쑺 22 Vol. 1 - MODULO A 쑺쑺 funzione di distribuzione (e di conseguenza il livello di Fermi) si sposta verso il basso. Il livello di Fermi, oltre a variare all’interno della banda interdetta del semiconduttore in funzione del drogaggio, risente anche delle variazioni di temperatura. La crescita della temperatura comporta un aumento degli elettroni presenti nella banda di conduzione e, di conseguenza, un aumento della probabilità di occupazione dei livelli energetici e uno spostamento del livello di Fermi verso la banda di conduzione. Le concentrazioni degli elettroni e delle lacune, calcolate sulla base della probabilità di occupazione degli stati nelle bande di conduzione e di valenza, sono espresse dalle seguenti relazioni: 쏋 31 쏋 32 I parametri NC e NV sono, rispettivamente, le densità effettive dei livelli energetici (stati) nelle bande di conduzione e di valenza. Misurate a 27 °C, esse valgono: — per il silicio NC = 1,04 ◊ 1019 cm–3 NV = 6 ◊ 1018 cm–3 — per il germanio NC = 2,80 ◊ 1019 cm–3 NV = 1,04 ◊ 1019 cm–3 — per l’arseniuro di gallio NC = 4,7 ◊ 1017 cm–3 NV = 7 ◊ 1018 cm–3 Il fattore esponenziale della (31) esprime la probabilità che uno stato al limite della banda di conduzione sia occupato, mentre quello della (32) esprime la probabilità che una lacuna occupi lo stato al limite della banda di valenza. Il prodotto delle concentrazioni di elettroni e lacune in un semiconduttore in equilibrio è indipendente dalla posizione del livello di Fermi e dalle concentrazioni di elettroni di massa: 쏋 33 dove: EG è l’energia della banda proibita EG = EC – EV L’equazione evidenzia che la concentrazione dei portatori intrinseci dipende dalla temperatura secondo una legge quasi esponenziale. In effetti, bisognerebbe tener conto che anche i termini NC e NV aumentano con la temperatura. CAP 3 - Materiali semiconduttori 23