ARCIDIOCESI DELL’AQUILA San Biagio di Amiterno Oratorio di San Giuseppe dei Minimi Laboratorio Città e Territorio srl www.lct-architettura.it Raggruppa un pool di professionisti rappresentato dall’architetto Salvatore Tringali che ha lavorato come architetto progettista e Direttore dei lavori della ricostruzione della Cattedrale di Noto (2000/2007). Lo studio di architettura e restauro, dopo il sisma del 1990 che ha colpito il Val di Noto, ha progettato e diretto i seguenti interventi di restauro e miglioramento strutturale: 1991 Progetto di restauro Chiesa SS.Annunziata -SortinoProgetto di restauro Chiesa S.Sebastiano -SortinoProgetto di restauro Ch. S.Biagio -IspicaProgetto di restauro della Chiesa del Carmine -IspicaRistrutt. Palazzo Bruno Suore Orsoline -Ispica1992 Interventi di recupero di tre aree del centro storico di Caltagirone 2 Progetto per l’appalto concorso per il completamento del Palazzo di Giustizia -ModicaProgetto di restauro chiesa di S. Maria La Nova -Scicli1993 Piano di Recupero del centro storico Zona A1 del Comune di Noto 1994 Progetto di ristrutturazione del Cinema Italia -SortinoRestauro, ristrutturazione e consolidamento statico del Palazzo Landolina di S.Alfano (1° lotto) -NotoRistrutturazione locali Villa Modica -Ispica1995 Restauro Chiesa S. Domenico -Noto1996 Ristrutturazione Masseria Bruno -IspicaRiconversione Ospedale Busacca -ScicliRiconversione Ospedale Regina Margherita -Comiso1997 Sgombero delle macerie e indagini preliminari alla ricostruzione della Cattedrale di Noto -Noto1998 Restauro Santuario Santa Maria Scala del Paradiso -NotoRiparazione e adeguamento antisismico Palazzo Comunale -MelilliRestauro Chiesa San Francesco -SortinoRicostruzione e restauro della Cattedrale di San Nicolò -Noto2000 Restauro di Palazzo Landolina da destinare a Museo Diocesano -NotoRestauro Chiesa SS. Annunziata -IspicaRestauro Palazzo Bruno di Belmonte -IspicaRestauro Chiesa S.Giovanni Apostolo -SortinoRestauro Palazzo dell’ Episcopio -Noto2001 Recupero del loggiato, della casa della cera e del campanile della chiesa SS. Annunziata -IspicaRestauro dell’ala privata del Palazzo Nicolaci -Noto- 2002.Restauro del Teatro Comunale -SortinoRestauro Chiesa S.Antonio Abate -SortinoRestauro Collegio di Maria -SortinoRealizzazione Casa del Clero -NotoCompletamento del recupero della sede dell’Episcopio -NotoRestauro Chiesa S.Francesco all’Immacolata -Noto2003 Progetto di un’area da attrezzare per le celebrazioni liturgiche all’aperto -NotoRestauro del Convento del Carmine -IspicaRecupero del Convento di S.Maria della Scala -NotoRistrutturazione e adeguamento funzionale dell’ex Convento di S.Francesco da destinare a Museo Civico -SortinoRestauro dell’ala su via Dogali e Saati del Seminario Vescovile -Noto2004 Ristrutt. dell’ex Mercato (Centro Polivalente) -IspicaRestauro Chiesa S.Antonio Abate -IspicaRestauro del Seminario Vescovile -Noto2005 Restauro del Castello dei Conti -ModicaRestauro del convento di S.Domenico sede dell‘Istituto magistrale “M.Raeli” -NotoProgetto di restauro di Villa Tedeschi -PozzalloProgetto delle opere di finitura della Cattedrale -NotoProgetto di restauro della chiesa di S.M. del Gesù -Scicli2006 Progetto di riqualificazione e sistemazione dell’area esterna del Castello dei Conti -ModicaAllestimento museale del Palazzo Landolina di Sant‘Alfano -NotoProgetto di riattazione del Convento del SS. Nome di Gesù dei Frati Minori -Ispica2007 Progetto di restauro della Chiesa di S.Venera -AvolaProgetto di restauro della Chiesa di S.Bartolomeo -Scicli- Introduzione L’esperienza di Noto al servizio della ricostruzione de L’Aquila Laboratorio Città e Territorio S.r.l. nell’ambito della propria attività di studio e ricerca, ed in ossequio al senso di solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma, ha inviato una propria Task-Force in Abruzzo in due momenti successivi. Le unità operative, oltre ad affiancarsi a gruppi della Protezione Civile per la compilazione di alcune schede di censimento degli edifici danneggiati dal sisma, si sono occupate di una ricognizione più ampia ed autonoma. E’ stata condotta una campagna di riprese fotografiche su circa 25 edifici ecclesiastici nel centro urbano dell’Aquila e nel contado. Si sono rilevati in ogni edificio, tramite schizzi e grafici, i dissesti visibili e si è cercato di individuare la causa dei crolli. Nella ricognizione si è rilevata una casistica articolata e si sono individuati: -a) edifici colpiti dal sisma nei quali interventi impropri hanno accresciuto l’impatto del danno; -b) edifici costruiti in maniera “povera” ma corretta che si sono dissestati ma non sono crollati, seppur rimanendo fortemente compromessi; -c) edifici che hanno resistito all’azione del terremoto riportando danni non consistenti in cui erano stati effettuati interventi, in linea di massima, corretti. Nel lavoro già effettuato e nel prosieguo il nostro gruppo si è avvalso dell’esperienza maturata nell’arco di molti anni in diversi cantieri di restauro, ristrutturazione e ricostruzione di cui il più importante e rappresentativo è certamente la ricostruzione e restauro della Cattedrale di Noto. Il tempio crollato per due terzi è stato ricostruito dov’era e com’era utilizzando una metodologia che ha privilegiato la giustapposizione e la continuità, intervenendo con la stessa tecnica settecentesca, ma applicando la corretta regola dell’arte ed eliminando gli errori in cui per molteplici motivi si era incorsi all’atto della costruzione post 1693. Cantiere di ricostruzione della Cattedrale di Noto 3 San Biagio di Amiterno La Chiesa di S. Biagio da Amiterno, oggi ribattezzata S. Giuseppe, costituisce un monumento carico di significato storico, civile ed ecclesiastico per la città de L’Aquila. Storicamente infatti essa rappresentava la chiesa cittadina più importante per gli Amiternini. Posta fra piazza S. Biagio e la via di Roio, su cui prospettano rispettivamente la facciata ed il prospetto absidale, la chiesa rimane oggi inglobata fra il Palazzo Piscitelli e l’oratorio sconsacrato di S. Giuseppino ( S. Giuseppe dei Minimi ). Le sue origini, con la dedicazione a S. Vittorino, vengono poste dall’Antonini nella prima metà del duecento, nella parte più antica della città, a ridosso della Cattedrale di S. Massimo, e ciò a testimoniare l’uguale dignità e la condizione di autonomia di cui godeva la Chiesa Amiternina nei confronti di quella Forconese, secondo quanto stabilito nella Convenzione del 1257 a seguito del trasferimento della sede episcopale da Forcona a L’Aquila. A seguito della distruzione della città compiuta da Manfredi nel 1259 l’antico edificio venne distrutto e successivamente ricostruito nell’attuale sito con la ricostruzione Angioina avviata a partire dal 1266. Di questa ricostruzione rimangono ancor oggi visibili alcuni elementi architettonici, ossia la serie di monofore ogivali presenti sul muro rettilineo absidale, il portale duecentesco, presente su via del Cembalo, inglobato nel prospetto posteriore del Palazzo Piscitelli, che probabilmente costituiva l’ingresso secondario alla Chiesa ed inoltre, all’interno del Palazzo, inglobati ma visibili lungo il muro longitudinale dell’attuale navata destra della chiesa, due pilastri di forma ottagonale, con capitelli a gola diritta e collare coronato da bastoncello e cimasa, collegati tra loro da archi in pietra. Nel 1315 un altro grande terremoto portò ad una nuova parziale ricostruzione della chiesa che si protrasse fino al 1326. Di questo periodo restano oggi visibili alcune strutture architettoniche, quali il portale che costituisce oggi l’ingresso all’oratorio di S. Giuseppe dei Minimi, ed un tratto di cortina muraria in pietra concia, posta a sinistra della facciata principale della chiesa, che si conclude con una parasta aggettante a quattro scanalature, tipica del trecento, la cui consistenza messa a confronto con un altro tratto murario in conci, in aggetto sghembo su via degli Scardassieri, farebbe pensare al movimento poligonale di un’abside o di una cappella oppure verosimilmente ad un campanile a base ottagonale, come quello della chiesa di Collemaggio. Dalla posizione di queste strutture architettoniche preesistenti scaturisce l’ipotesi dell’Antonini di una chiesa due-trecentesca ad orientamento perpendicolare rispetto all’attuale, la cui facciata era posta su via degli Scardassieri e l’area presbiteriale si trovava collocata in corrispondenza del settecentesco Palazzo Piscitelli, per cui le arcate ritrovate 4 Storia costituivano le tre arcate trionfali che segnavano il passaggio dalla zona absidale alle navate. A seguito dell’ulteriore terremoto del 1349 e della successiva ricostruzione la chiesa cambiò orientamento e assunse la posizione attuale. Tra il ‘400 ed il ‘500 non si hanno notizie della chiesa di S. Biagio, tranne per quel che riguarda le decorazioni pittoriche realizzate sulle pareti attribuibili agli stessi artisti di S. Giusta ed il monumento funebre dedicato a Lalle II Camponeschi, realizzato nel 1432 da Gualtiero de Alemania in forme tardo gotiche. Tra il 1629 ed il 1661 vennero realizzate varie cappelle laterali che, ridisegnando l’interno dell’edificio sacro, segnano l’inizio della trasformazione barocca della chiesa. Il devastante terremoto del 1703 distrusse sia gli interni seicenteschi che le strutture precedenti, di quel periodo rimane solo la cappella, posta nell’abside di destra, dedicata a S. Quinziano dei Quatrari. Il problema della ricostruzione si pose immediato per tutte le strutture ecclesiastiche rovinate in quell’occasione. Nel 1708, in vista dell’inizio della nuova costruzione, si procedette alla vendita della torre crollata e di tutta l’ala prospiciente la via degli Scardassieri. Purtroppo però i lavori dovettero procedere in modo piuttosto lento, per cui nel 1722 esisteva una sola navata laterale, e probabilmente il progetto non seguì le intenzioni iniziali. La nuova facciata, sghemba rispetto a quella interna per allinearla al percorso stradale, fu conclusa solo per il primo ordine, probabilmente per problemi economici, mentre la parte superiore rimase al grezzo e senza intonaco come il resto dei muri laterali. Nel 1754 appena conclusa la ricostruzione, la chiesa di S. Biagio iniziò la sua decadenza: le vennero aboliti i privilegi di cui godeva da quasi cinquecento anni, le venne tolto il titolo di principale chiesa della comunità e si cessò addirittura di praticare il culto. Nel 1881 è stato rimontato ed integrato nella navata centrale l’antico pavimento quattrocentesco, mentre intorno al 1920 sono state eseguite le pitture della volta centrale e la tinteggiatura delle pareti e delle volte laterali. Durante la prima guerra mondiale la chiesa, ormai abbandonata, venne utilizzata come dormitorio da parte dei soldati, mentre nella seconda metà del ‘900 divenne sede di mostre e mercati. Al 1980 risale il rifacimento del tetto a travetti precompressi e pignatte laterizie direttamente poggianti sulle antiche capriate, ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche de L’Aquila, nello stesso tempo vennero realizzati i cordoli di coronamento e posizionati i tiranti trasversali. Storia 5 Oratorio di San Giuseppe dei Minimi La prima fabbrica dell’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi risale secondo l’Antonini al 1646, quando una parte della precedente chiesa di S. Biagio, posta in posizione perpendicolare rispetto all’attuale, venne ceduta alla Confraternita del Suffragio che vi costruì una piccola chiesa, mantenendo dell’antica chiesa di S. Biagio le due monofore ogivali ed il portale trecentesco, tutt’oggi presenti nella facciata principale su via di Roio. La chiesa fu aperta nel 1649, ma i lavori dovettero proseguire fino al 1701 quando vennero dedicati due altari. La forma dell’edificio seicentesco non è nota, ma ipotizza l’Antonini che in base alla dimensione degli altari e delle riunioni che vi si svolgevano dovevano essere più grandi delle attuali. Con il terremoto del 1703 la chiesa venne gravemente lesionata, e nel 1708 la Curia Aquilana ne autorizzò il trasferimento nel sito dell’attuale chiesa di Santa Maria del Suffragio, all’interno della quale, dopo la sua costruzione avvenuta tra il 1714 ed il 1719, vennero traslati i due altari di inizio Settecento. La Confraternita del Suffragio continuò a possedere ed utilizzare l’Oratorio, anche se in forma ridotta, sino alla seconda metà del ‘700. Nel 1770 l’edificio fu venduto alla Confraternita di S. Giuseppe dei Minimi, che nel 1819 acquistò anche l’adiacente chiesa di S. Biagio. L’interno dell’Oratorio è tra i maggiori esempi barocchi della città, opera attribuita a Giovan Francesco Leomporra, architetto della facciata di Santa Maria del Suffragio. L’edificio settecentesco presentava una facciata barocca ed all’interno era privo di volta. Nel 1930, con un intervento ad opera di Alberto Riccoboni, vennero rimosse le forme barocche della facciata e riportata la muratura a faccia vista in continuità con la facciata posteriore di San Biagio; a lui si deve pure la realizzazione della grande finestra circolare presente sul portale trecentesco. Non si ha notizia se in quella occasione o in un intervento successivo venne rialzata l’attuale copertura con la realizzazione di quello che apparentemente sembra un cordolo sommitale in cemento. Mentre la volta a botte lunettata venne realizzata in occasione dei restauri realizzati alla fine del 1990 dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo. 6 Storia Storia 7 Oratorio di San Giuseppe dei Minimi 8 9 San Biagio di Amiterno 10 11 Oratorio di San Giuseppe dei Minimi LA FACCIATA La facciata principale dell’Oratorio di San Giuseppe dei Minimi ha subìto, a causa dell’azione della forza sismica, un ribaltamento verso l’esterno, testimoniato dalle profonde lesioni che si riscontrano alle estremità destra e sinistra della facciata in prossimità dell’innesto con la muratura longitudinale. Molto verosimilmente, nell’angolo est l’azione di appesantimento e di “cuneo” verticale della struttura della vela campanaria, sovrastante, ha accentuato il fenomeno di ribaltamento osservato. Il fenomeno è stato presumibilmente aggravato dalla mancanza di ammorsature tra il cantonale e la parete. 12 I Danni LA FACCIATA Via degli Scardassieri Vista dall’alto Configurazione pre-terremoto Via di R Via Via di R Via de gli Sc ard as sie ri Via di Roio gli de Configurazione post-terremoto Sc ard as sie ri oio oio Ribaltamento della facciata I Danni 13 San Biagio di Amiterno LA FACCIATA Il danneggiamento della facciata è caratterizzato dal collasso della porzione superiore della fascia corrispondente alla navata centrale. Il tetto rifatto con un solaio in latero – cemento, per il quale si è utilizzato il sistema di capriate lignee e orditura secondaria come una sorta di cassaforma “a perdere” ha operato, una volta investito dalla forza sismica, un martellamento sulla sommità del timpano della facciata principale. La diversa consistenza della muratura alla sommità, rispetto alla parte basamentale, ha fatto si che questa si è verosimilmente disgregata, resistendo in prossimità dell’attacco dei presidi di tenuta (tiranti) come risulta chiaro dalle indagini visive. L’ammorsatura fra facciata e muro longitudinale non appare particolarmente curata. Accanto al ribaltamento della porzione sommitale della facciata è da citare anche il ribaltamento del paramento interno di chiusura della navata centrale. Questo paramento, di fatto a una testa di mattoni, si è dimostrato particolarmente vulnerabile. Nel piano della facciata sono presenti due lievi lesioni La facciata nel suo complesso non sembra presentare chiare evidenze di fuori piombo: eccetto a un angolo di 0.23° in corrispondenza del campo centrale, le due paraste adiacenti sono a piombo. 14 I Danni LA FACCIATA Disgregazione della muratura Configurazione pre-terremoto Configurazione post-terremoto I Danni 15 San Biagio di Amiterno I PILASTRI La fabbrica della Chiesa di S. Biagio, nella sua attuale configurazione si trova confinata sui due lati longitudinali dalla massa muraria e dal volume edilizio di costruzioni di edilizia privata nel lato destro e dalla fabbrica dell’Oratorio dei Minimi nel lato sinistro. La spinta sismica confinata nelle fasce laterali della fabbrica ha dissipato parte della propria forza sui sostegni verticali liberi, i pilastri appunto, provocando alcuni danni ai pilastri stessi ed in corrispondenza dei cupolini laterali. I pilastri fra la navata centrale e le navate laterali, che risultano sostanzialmente a piombo allo stato attuale, sono caratterizzati da lesioni in prossimità della parte basamentale, che appare costruita in maniera più solida, e della parte del fusto che appare costruito in maniera meno compatta. Alcune basi dei pilastri sono anche interessate da lesioni sub-verticali con espulsione di schegge lapidee. Dallo schema generale della distribuzione delle lesioni si comprende come il fenomeno interessi in maniera diffusa tutti gli elementi verticali. 16 I Danni I PILASTRI Schema delle sollecitazioni cui sono sottoposti i pilastri Azione di risposta della struttura Fusto costituito da muratura poco consistente e non confinata * Basamento del pilastro rivestito da conci squadrati * Azione sussultoria causata dal sisma Meccanismi di collasso I Danni *Considerazioni emerse sulla base di indagini visive 17 San Biagio di Amiterno I CUPOLINI Questi coprono le navate laterali e presentano un quadro fessurativo caratterizzato da diffuse lesioni secondo i paralleli. A tali lesioni si accompagnano lesioni sulle chiavi degli archi trasversali. Da un primo esame si potrebbe ipotizzare un meccanismo trasversale della navata, che contribuirebbe a spiegare le lesioni sulle chiavi degli archi, anche se l’assenza di fuori piombo sui pilastri fra navata centrale e navatelle non appare coerente con tale ipotesi che non può, però, essere esclusa. Certamente il cinematismo innescato dalla forza sismica ha provocato un movimento delle strutture “libere”, il sistema degli archi, pilastri, cupolette (volte reali) che trovando resistenza nella aree confinate ha dissipato la propria energia su questi elementi e pertanto ha provocato probabilmente le lesioni osservate. I movimenti sono stati probabilmente amplificati dalla presenza del monolite del tetto in latero – cemento. 18 I Danni Le Navate I CUPOLINI Edificio limitrofo Modello strutturale dei cupolini Pilastri su navata centrale a av at N av N ra te la le ra nt a at ce le Area esterna navata laterale I Danni 19 Stima Interventi IMPORTI Num.Ord. TARIFFA DESIGNAZIONE DEI LAVORI ORATORIO SAN GIUSEPPE DEI MINIMI TOTALE RIPORTO Riepilogo CATEGORIE 001 002 003 004 005 006 007 008 009 010 011 012 PONTEGGI, PUNTELLATURE ED OPERE PROVVISIONALI SOTTOFONDAZIONI MURATURE CORDOLI IN MURATURA ARMATI COPERTURE, GRONDE E PLUVIALI DEMOLIZIONE SUPERFETAZIONI SUL PIANO COPERTURA TIRANTATURE ED OPERE IN FERRO INFISSI RESTAURO STUCCHI RESTAURO PITTORICO RESTAURO LAPIDEO IMPIANTO ELETTRICO 98´000,00 25´000,00 320´000,00 50´000,00 175´000,00 40´000,00 16´000,00 35´000,00 56´000,00 130´000,00 85´000,00 20´000,00 Totale CATEGORIE euro Importo totale dei lavori....€ 1.050.000,00 IVA, Imprevisti, ecc...........€ 470.000,00 Importo complessivo........€ 1.520.000,00 20 Stima economica 1´050´000,00 pag. 9 IMPORTI Num.Ord. TARIFFA DESIGNAZIONE DEI LAVORI CHIESA DI SAN BIAGIO TOTALE RIPORTO 001 002 003 004 005 006 007 008 009 010 011 012 013 014 015 016 Riepilogo CATEGORIE PONTEGGI, PUNTELLATURE ED OPERE PROVVISIONALI MURATURE CONSOLIDAMENTO PILASTRI E PILONI TIRANTATURE ED OPERE IN FERRO COPERTURE, GRONDE E PLUVIALI CORDOLI IN MURATURA ARMATA RESTAURO E CONSOLIDAMENTO VOLTE E CUPOLINI RECUPERO PREESISTENZE MEDIEVALI RESTAURO STUCCHI RESTAURO PITTORICO ADEGUAMENTO LITURGICO INFISSI RESTAURO SACRESTIA IMPIANTO ELETTRICO RESTAURO CAPPELLE RESTAURO LAPIDEO 150´000,00 160´000,00 110´000,00 25´000,00 275´000,00 60´000,00 130´000,00 200´000,00 150´000,00 400´000,00 100´000,00 57´000,00 25´000,00 20´000,00 150´000,00 78´000,00 Totale CATEGORIE euro Data, 10/09/2009 2´090´000,00 Importo totale dei lavori....€ 2.090.000,00 IVA, Imprevisti, ecc...........€ 890.000,00 Importo complessivo........€ Il Tecnico 2.980.000,00 A RIPORTARE COMMITTENTE: Stima economica 21 Conclusioni La Chiesa di S. Biagio di Amiterno e l’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi sono stati concretamente danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. In occasione degli interventi futuri si dovrà tenere conto delle porzioni strutturali che hanno dimostrato di resistere in maniera soddisfacente al sisma e bisognerà prendere in considerazione l’ipotesi di ritorno a sistemi costruttivi tradizionali; inoltre, si dovrà avere cura di conservare memoria di alcuni presidi storici che hanno svolto il loro ruolo anche se, talvolta, tale ruolo potrebbe essere stato compromesso dal degrado intrinseco di alcuni materiali impiegati. Nel prosieguo si rende necessario anteporre alla redazione del progetto definitivo, una campagna di indagini preliminari volta a meglio calibrare gli interventi proposti e confermare le ipotesi derivanti dai nostri studi e dalle indagini visive. Gli interventi di riparazione e restauro previsti nel presente studio preliminare per la Chiesa di S. Biagio di Amiterno e per l’Oratorio dei Minimi assommano complessivamente a € 4.500.000,00. Da una stima di massima si prevede che il tempo utile per l’esecuzione dei lavori potrà essere di 10 mesi. 22 Laboratorio Città e Territorio srl Via Sardegna 34 97014 Ispica - Ragusa Responsabili arch. Salvatore Tringali arch. Rosanna La Rosa tel. 0039.0932.951927 fax 0039.0932.951727 WWW.LCT-ARCHITETTURA.IT [email protected] 23